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LE FINITURE ESTERNE

DELLE CHIUSURE VERTICALI


STRATO DI RIVESTIMENTO ESTERNO

Risponde
Ri d all’esigenza
ll’ i di protezione
i dagli
d li agentii atmosferici
f i i edd ha
h un ruolo
l
determinante nella qualificazione formale della facciata
Spesso integra gli strati di tenuta all
all’acqua
acqua e,
e se continuo,
continuo di tenuta all
all’aria
aria
Particolare attenzione nella scelta dello strato di rivestimento dovrà essere posta per
tenere conto delle sollecitazioni pprovocate da atmosfere aggressive
gg esterne

Lo strato di rivestimento esterno caratterizza la facciata di un edificio e ne costituisce


il “volto”
“ l ” (Facciata
(F i f i )
facies)
Per questo motivo nella scelta del tipo di finitura esterna e dei materiali da utilizzare
bisognerà valutare alcuni parametri riferiti al suo aspetto esteriore:
Planarità
Verticalità
A
Assenza di dif
difetti
tti superficiali
fi i li
Omogeneità di colore e brillantezza
Le PRESTAZIONI che l’involucro edilizio deve garantire sono legate alle classi di
ESIGENZE:
- estetiche
- di comfort

PRESTAZIONI RELATIVE ALLE ESIGENZE ESTETICHE E DI GESTIONE

Costituire la finitura esterna delle facciate


Uso dei materiali
Principi relativi alla percezione della forma

Possedere valenze compositive


p e semantiche
Adozione di un linguaggio compositivo ordini architettonici
Uso dei materiali per trasmettere messaggi (Rappresentatività)

Possedere elevata durabilità


Facilità di manutenzione
PRESTAZIONI RELATIVE ALLE ESIGENZE DI COMFORT

Proteggere dagli
P d l agenti atmosferici
f e inquinanti
Garantire la tenuta all’aria e all’acqua (limitazione e sigillatura dei giunti)

Resistere agli urti

Contribuire al risparmio
p energetico
g
Integrazione di componenti per la produzione di energia

SISTEMI DI FINITURA

- Continui
Intonaci

- Discontinui
Rivestimenti
INTONACI

Principio di lavorazione Stratificazione

Principio per la percezione della forma Geometrico

Posizione all’esterno, all’interno

Funzione estetica (realizzare una superficie in vista omogenea e regolare)


di protezione (dagli agenti atmosferici)
Aderenza al supporto

Per supporti poco porosi o con differenti coefficienti di dilatazione termica sui quali
l’intonaco aderisce con difficoltà o può staccarsi per effetto dei movimenti
differenziali intonaco armato con rete in materiali plastici, in fibre minerali o in
materiali metallici protetti dalla corrosione (acciai zincati)
Armatura anche per intonaci di spessore elevato (per migliorarne la resistenza) o
come rinforzo nei punti critici

Le armature vanno poste soprattutto nei punti


critici come gli angoli

Lo spessore usuale di un intonaco è 2-2,5 cm, ma


se l'intonaco supera i 2,5 si utilizza una rete porta
intonaco
Stratificazione

Talvolta possono essere presenti solo


rinzaffo e sestiato, in zone di servizio
quali garage, magazzini, ascensori

“Rinzaffo” (“chiodo”, “aggrappo”) [spessore circa 5 mm] regolarizza il supporto


e garantisce l’aggrappaggio degli strati successivi; preparato con inerti a
granulometria più grossa e con elevato dosaggio di leganti.

“Sestiato” ((“Arriccio ”,, “corpo”)


p ) [spessore
[p circa 10-15 mm]] realizza lo spessore
p
voluto; ha funzioni di tenuta e di impermeabilità; inerti più fini e minore dosaggio di
leganti.

“Tonachina” (“finitura”, “stabilitura”) [spessore circa 5 mm] strato a vista con


funzione estetica; si usa sabbia fine, calce e cemento.
“Rinzaffo” (“chiodo”, “aggrappo”). Necessario quando il supporto è liscio o troppo
poroso
Anche se vi è possibilità di
ritiro della malta e quindi
fenomeni di fessurazione
non c'è problema perché è
lo strato più interno

Va posto in opera su pareti BAGNATE


perché altrimenti esse sottrarrebbero
acqua al rinzaffo
“Sestiato” (“Arriccio ”, “corpo”). Si utilizzano apposite guide verticali (“sesti”)

Le guide
verticali sono
poste a piombo
con un
interasse di
circa 80 cm
“Finitura” (“tonachina”, “stabilitura”). Conferisce l’aspetto definitivo alla superficie

Boiacca: impasto di calce in acqua (con o senza pigmenti colorati)


Finiture superficiali

- Liscio
- Raschiato (con uso di un pettine metallico)
Li i
Liscio
- Ruvido (a spazzola, a bocciarda, a martellina)
- Scialbatura
- Con tinteggiatura sovrapposta

Scialbatura
S i lb t = applicazione,
li i su un intonaco,
i t dell’ultimo
d ll’ lti strato
t t
leggero di boiacca di calce. Il termine “scialbatura” deriva dal
latino exalbare che equivale a “imbiancare”, “intonacare”
Raschiato

Tinteggiatura Scialbatura Ruvido


Malte per intonaci

- Per intonaci interni malte con minore resistenza agli agenti atmosferici
- Malte di calce aerea o idraulica
- Malte di gesso

- Per
P intonaci
i i esternii
- Malte di cemento
- Malte di calce e cemento
Intonaco di calce idraulica
- Rapido indurimento
indurimento, ottima resistenza,
resistenza scarso grado di finitura
- Usato come sottofondo ad intonaci più pregiati
- Per esterni,
esterni con additivi idrofughi per renderlo più impermeabile

I
Intonaco di calce
l aerea
- Buona resistenza se ricchi di calce; ottimo effetto estetico
- Usato come finitura di intonaci di calce idraulica
- Non reagiscono chimicamente con le tinteggiature (come quelli di calce idraulica)

Intonaco di cemento
- Utilizzato quando si desidera un intonaco più resistente e impermeabile di quello di
calce idraulica
- Raramente solo cemento miscela di cemento e calce (aerea o idraulica)
Intonaco di gesso
- Non dovrebbero essere applicati direttamente sulle pareti ma sopra uno strato di
intonaco di calce idraulica
- Idrovoro: da escludere per esterni e per locali dove si produce vapore

Intonaco plastico
p
- Pellicola plastica come finitura di intonaci di calce
- Ottima impermeabilizzazione ma non consente la traspirazione delle murature
rigonfiamento e successivo distacco dovuto all’accumulo di condensa
- Attualmente non p
più in uso

Intonaco tipo Terranova, Li Vigni, Li Mandri (nomi commerciali)


- Intonaci speciali con elevate caratteristiche chimiche, fisiche, di durezza e di
impermeabilità
- Impasto di polvere di marmo, pigmenti colorati, cemento bianco e resine
Fasi esecutive di un intonaco

- Preparazione del supporto e bagnatura della superficie


- Stesura dello strato di rinzaffo (spessore circa 0,5 cm) con superficie ruvida
- Applicazione del sestiato (spessore circa 1-2 cm), dopo circa tre giorni dalla stesura
del rinzaffo, lasciato con superficie leggermente ruvida
- Applicazione
A li i ddella
ll tonachina
t hi (spessore
( circa
i 00,55 cm),
) ddopo ttre-otto
tt giorni
i i ddalla
ll
stesura del sestiato, e rifinitura come da prescrizioni progettuali
RIVESTIMENTI

Principio di lavorazione Stratificazione

Principio per la percezione della forma Geometrico o Materico


RIVESTIMENTI IN LATERIZIO

Elementi in laterizio di forma e


dimensione simili a quelle del mattone
pieno (imitano le murature a faccia vista)

Applicazione mediante malta o collanti


su un supporto perfettamente planare
Elementi in laterizio di forma e dimensione variabile, anche complessa, prodotti per
estrusione

Applicazione a secco su appositi


sistemi di ancoraggio
RIVESTIMENTI IN PIETRA

Principi costruttivi

- Massello

- Rivestimento per placcatura

- Rivestimento a pellicola
- Principio del massello

Prevede
P d l’l’utilizzo
tili della
d ll pietra
i t conformata
f t in
i elementi
l ti di notevole
t l spessore; questi,ti
oltre a costituire la superficie esterna delle chiusure verticali, contribuiscono anche
alla costruzione del setto murario con funzione portante

Emplecton
- Principio del massello Opus caementicium

Opus incertum Opus quadratum Opus reticolatum

Opus tesctaceum Opus vittatum Opus mixtum


- Principio del rivestimento per placcatura

Si costituisce la “pelle”
pelle dell
dell’edificio
edificio rivestendo i muri perimetrali con elementi
costruttivi (lastre) in cui nessuna delle tre dimensioni è trascurabile rispetto alle altre.
In genere gli elementi del paramento sono autoportanti, essendo semplicemente
appoggiati
i i l’
l’uno all’altro,
ll’ l con eventualili ritegni
i i aventii soltanto
l la
l funzione
f i di evitarne
i
il ribaltamento
- Principio del rivestimento a pellicola

Si costituisce la “pelle”
pelle dell
dell’edificio
edificio rivestendo i muri perimetrali con elementi
costruttivi (lastre) di spessore ridotto.
La funzione portante degli elementi lapidei è assolta da appositi sistemi di fissaggio
che
h permettono anche h di svincolare
i l totalmentel il paramento dalla
d ll parete retrostante,
con la conseguente realizzazione di una intercapedine.
Posa in opera

- Principio del massello


Ammorsatura nella muratura

- Principio
P della
d ll placcatura
l
Imbottitura in malta Uso contemporaneo di malta e zanche
- Principio della pellicola
Incollaggio con mastice
- Principio della pellicola
Montaggio a secco con opportuni sistemi di ancoraggio

Sistemi puntiformi
Sistemi lineari
Sistemi continui
Lavorazioni complementari per ancoraggi

L’esigenza
L’ i di correlare
l agli li elementi
l ti llapidei
id i i dispositivi
di iti i di supporto
t necessarii all loro
l
ancoraggio impone la necessità di compiere su di essi operazioni mirate
Le lavorazioni sulla costa vengono eseguite in genere automaticamente da apposite
macchine (frese, trapani, ecc.)
Schemi di posa in opera

- Posa a giunto chiuso


Ha ampiezza di soli 2 o 3 mm.
Molto utilizzato in passato; i carichi venivano trasmessi sulle lastre che si trovavano
più
iù in
i basso;
b l eventuali
le li zanche
h avevano solol funzione
f i di ritegno.
i
Schemi di posa in opera

- Posa a giunto aperto


Ha ampiezza di 6 o 7 mm e la sua adozione consente la posa di elementi di medio-
grandi dimensioni (cm 150x180 e oltre).
C
Consente elevate
l tolleranze
ll di
dimensionali
i li su tuttii i lati
l i della
d ll lastra
l e una più
iù rapida
id ed
d
economica posa in opera.
Essenziale risulta la progettazione del sistema di ancoraggio.
Le lastre necessitano di lavorazioni per ricavare gli alloggiamenti degli ancoraggi.
PROTEZIONE DEI GIUNTI TECNICI - COPRIGIUNTI

I giunti di dilatazione costituiscono elementi di soluzione della continuità di un


elemento costruttivo, inseriti a distanze prefissate (generalmente ogni 30 m) in
relazione al tipo di materiale, per assecondare le dilatazioni e le contrazioni che i
materiali
i li subiscono
bi in
i seguito
i aii fenomeni
f i di escursioni
i i termiche
i h stagionali
i li

Giunti verticali:
esterni (su facciate)
interni (a parete)

Oltre a permettere i movimenti differenziali della struttura senza danneggiarsi e


senza danneggiare le finiture su cui sono posti, devono garantire la tenuta all’aria e
all’acqua
all acqua, la resistenza agli urti,
urti agli agenti atmosferici e all
all’azione
azione del vento
Per facciate - profilo in alluminio, guarnizione elastica in gomma e appoggio in neoprene
a vista
Per facciate - profilo in alluminio, guarnizione elastica in gomma e appoggio in neoprene
a vista
Per facciate - profilo a vista in PVC speciale o in duralluminio
a vista
Per facciate - profilo in alluminio con alette perforate e guarnizione elastica in gomma
sotto intonaco
Per pareti e soffitti - profilo elastico in gomma con anima d’acciaio
Per pareti e soffitti - profilo in alluminio preverniciato Solo per interni
Per pareti in cartongesso - profilo in alluminio e guarnizione elastica in neoprene
Per pannelli prefabbricati
BIBLIOGRAFIA

AITEC (a cura di V. Pacenti) Manuale pratico per la costruzione edile, volume 9


G Sciuto,
G. Sciuto La pietra lavica nell
nell’Architettura
Architettura, Capitoli 3 e 6
G. Sciuto, I rivestimenti lapidei. Modernità nella tradizione, Capitoli 2 e 3

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