Sei sulla pagina 1di 1

- CONTROVERSIA LETTERARIA SULLA RIVOLUZIONE FRANCESE 1789 -

- GUERRA DEI PAMPHLET -


Attraverso questi scritti, i Pamphlet, si delineano le diverse reazioni nei confronti della rivolta da parte di
alcuni autori di quel tempo.
I sostenitori francesi, LIBERALI, mentre i conservatori in opposizione.
Celebrazione della Glorious Revolution con la fondazione della London Revolution Society il 4 novembre
1689. Nel centenario l’ allora presidente Richard Price celebra con un discorso anche la Rivoluzione
Francese perché entrambe le rivolte portarono alla deposizione di uomini tiranni ossia Giacomo II e Luigi
XVI.

• Edmund Burke, conservatore, per questo scrisse RIFLESSIONI SULLA RIVOLUZIONE IN


FRANCIA 1790; sostiene la discendenza di padre in figlio e l’ ereditarietà delle cariche -
immobilismo sociale per gerarchia - . Nell’ opera celebra l’ aristocrazia ed in particolare descrive
Maria Antonietta come creatura angelicata, martire della rivoluzione, indifesa e innocente,
suscitando sentimenti di pietà verso la nobiltà anziché verso il popolo che definisce invece -
MOB- ostile, brutale e violento.
• Mary Wollstonecraft, filosofa e scrittrice molto moderna e illuminata nonché madre di Mary
Shelley, in A VINDICATION OF THE RIGHTS OF MEN , attacca i privilegi nobiliari
favorendo un regime repubblicano esaltando quindi la rivoluzione. E’ indignata dalla visione che
Burke ha sulla regina di Francia, in quanto questa figura “angelica” della donna equivale a
quella di “donna oggetto”; lo accusa infatti di essere un maschilista.
• Thomas Paine, pubblica RIGHTS OF MEN in risposta alle accuse rivolte da Burke alla
rivoluzione nella sua opera e fa riferimento a Platone; rifiuta pertanto il principio di ereditarietà
delle cariche sostenendo invece che il mestiere che ognuno deve compiere non deriva dall’ “essere
figlio di”, ma dal talento che ognuno ha dentro di se. Dedicata a George Washington.

- TESTI E COORDINATE INTELLETTUALI -

• Jean-Jacques Rousseau - IL CONTRATTO SOCIALE 1762 - Afferma che tutti gli uomini sono
buoni ma l’ unirsi in società distrugge la sua umanità e corrompe l‘ essere umano. La società
infatti non garantisce quelli che sono i diritti naturali dell’ individuo, non esiste libertà - MITO
DEL BUON SELVAGGIO -, secondo il quale “L’ UOMO E’ BUONO PERCHE’ VIVE SECONDO
NATURA NON CONOSCENDO SOCIETA’ CIVILE”.
• Adam Smith in AN INQUIRY INTO THE NATURE AND CAUSES OF THE WEALTH OF
NATIONS - LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI - 1776 - saggio economico, postula l’
esistenza di un metodo volto ad arricchire i paesi ossia la catena di montaggio, che segna l’ inizio
della Rivoluzione Industriale. Con questo modello di produzione da un lato si verificano
espansione e arricchimento economici, ma di contro comporta l’ ALIENAZIONE dal punto di
vista umano. L’ individuo diventa anch’esso una macchina - impoverimento spirituale - .
• William Godwin con il saggio INQUIRY CONCERNING POLITICAL JUSTICE - 1793 - il più
importante filosofo radicale marito di M. Wollstonecraft e padre di Mary Shelley. Come molti
romantici abbraccia gli ideali della rivoluzione francese esaltando illuminismo e ragione. L’ uomo
è perfettibile all’ infinito il che significa che l’ individuo può perfezionarsi sempre, soltanto
quando però, sviluppa tutte le sue facoltà razionali e cognitive; a quel punto sarà in grado di
sconfiggere le malattie e la morte - PARAGONABILE E SOSTITUIBILE A DIO - .

Potrebbero piacerti anche