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GENTILE DA FABRIANO (Fabriano 1370 ca.

-Roma 1427)
• Formazione lombarda tardogotica in particolare pavese;

• Venezia (1408-1414) —> influenza Michelino da Besozzo;

• Successo a Firenze;

• Sala del Maggior Consiglio, Palazzo ducale Venezia dove incontra Pisaniello;

• 1426 Roma papa Martino V affreschi San Giovanni in Laterano finiti da Pisaniello
alla morte di Gentile;

• Marche;

• Veneto;

• Lombardia;

• Toscana;

• Miniatura Gian Galeazzo Visconti;

• Osservazione Giovannino de Grassi;

• Pittura dolce, pastosa, colore tenue e trasparente di Michelino da Besozzo;

• Possibile apprendistato nella bottega orafa di Lorenzo Ghiberti.

ANTONIO PISANO detto PISANELLO (Notizie dal 1395 al 1455)


• Opera basata sull’individualizzazione dei personaggi, caratterizzati dai giochi dei
gesti e dai tratti fisionomici —> successo a corte;

• Importanza del disegno e bozza preparatoria effettuata dal vero dove suggeriva
chiaroscuro, elementi 3D e andamento della trama;

• Esperienza come medaglista chiara nella linea e composizione dei suoi ritratti di
corte realizzati dal 1438;

• Antichità ripresa in modo medievale come decorazione;

• Cultura tardogotica;

• Formazione a Venezia su opera Michelino da Besozzo, presente in veneto


intorno al 1410;

• Suggestioni pittura francese e boema e opera di Gentile da Fabriano con cui ha


in comune la cultura tardogotica;

• Spiccante cultura veneta;

• 1430 Palazzo ducale Mantova;

• 1432 San Giovanni in Laterano Roma;

• 1436-38 Cappella Pellegrini Verona;

• 1438 medaglista corte di Ferrara —> due ritratti d’Este;

• Ultimi anni di attività Firenze dove ha come riferimenti principali Ghiberti,


Uccello, Masolino da Panicale.

JACOPO BELLINI (1396-1470)


• Allievo e collaboratore di Gentile da Fabriano;

• 1410 circa si trova a Foligno provincia di Perugia, Umbria;

• 1423,1424 apre la sua bottega a Venezia;

• 1430 Carrara;

• 1436 Verona;

• 1441 Ferrara;

• Torna a Venezia nel 1452;

• Nel 1460 va a Padova dove incontra Mantegna.

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MICHELINO da BESOZZO (1370-1456)
• Attivo a Pavia dal 1394 dove al contempo di trovava Gian Galeazzo Visconti;

• Approfondita conoscenza dei fatti storici veneziani in particolare della pittura di


Gentile da Fabriano;

• Milano fin oltre il 1440;

• Supremo equilibrio tra capacità di osservazione e resa naturalistica con raffinata


astrazione decorativa;

• Linea morbida, accordo dei colori.

GIOVANNI da MODENA (Modena 1379-Bologna 1455)


• Formazione bolognese —> estranea all’aggiornamento artistico tardogotico del
resto del centro/nord Italia;

• Linguaggi autonomo recepito a Parma;

• Opera più importante “Storie dei Magi” nella cappella Bolognini di Bologna la cui
decorazione indica l’allineamento del gusto bolognese al Gotico internazionale;

• Gesti possiedono forte caratterizzazione espressiva;

• Fantasia figurativa prevale sulla chiarezza didascalica;

• Linguaggio neo-giottesco.

LORENZO MONACO (Siena 1370 ca.-Firenze 1425)


• Fra il 1420 e 1446 rivoluzione urbanistica fiorentina con architettura a misura
d’uomo definito da proporzioni geometriche armoniose e costanti e ripetizione di
moduli;

• Diversi soggiorni a Roma prima del 1420;

• 1419 spedale degli Innocenti finito nel 1427;

• 1401 concorso seconda porta del battistero del duomo fiorentino;

• 1419 Sagrestia vecchia, unica opera terminata quando Brunelleschi era a conta
in vita. Decorazioni di Donatello;

• 1420 Cupola del duomo seguita a concorso del 1418;

• Ispirazione tradizione romano-gotica toscana;

• 1430 circa Cappella de’ pazzi con decorazioni di Luca della Robbia;

• Famiglia agiata e con prestigio politico;

• Formazione non conosciuta ma fa orefice;

• Studia architettura dal vivo di Roma e diverse città toscane.

DONATELLO (Firenze 1386-1466)


• Donato detto Donatello;

• Umili origini;

• Artista prediletto di Cosimo il Vecchio;

• Allievo di Lorenzo Ghiberti;

• Conoscenze importanti come Brunelleschi, Paolo Uccello e Masaccio, era anche


parte del circolo culturale di Leon Battista Alberti;

• Attratto dall’umanità che lo circonda;

• 1408 San Giovanni evangelista per la facciata del Duomo di Milano;

• 1411 San Giorgio per chiesa di Orsanmichele per arte degli spadai e corazzai;

• 1425 Collaborazione con Michelozzo di Bartolomeo, architetto prediletto di


Cosimo il Vecchio de’ Medici, con il quale lavora fino al 1433;

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• 1430/1432 con Michelozzo risiede a Roma;

• Affascinato da mosaico e arte tardogotico e paleocristiano e romantica;

• Torna a Firenze;

• Cantoria del Duomo 1433-1440;

• Inizio nel 14440 David di Donatello;

• 1443 Padova fino 1454;

• 1446 Altare maggiore basilica Sant’Autenio;

• 1447 Gattamelata;

• 1454 torna a Firenze;

• 1455 la Maddalena;

• 1466 morto e sepolto a San Lorenzo vicino a Cosimo de’ Medici morto nel 1462.

LORENZO GHIBERTI (Firenze 1378-1455)


• Orafo, scultore, architetto e disegnatore di vetrate;

• 1401 Concorso per seconda porta del battistero, realizzazione della porta;

• 1425 commissionata la terza prova del battistero, la porta d’oro;

• Formazione botteghe del padre orafo;

• Soggiorno a Pesaro;

• 1412-1416 statue per Orsanmichele;

• 1424 Viaggio a Siena.

MASOLINO DA PANICALE (Panicale di Valdarno 1383-1440 ca.)


• Probabile allievo di Lorenzo Ghiberti e collaboratore della seconda porta del
battistero;

• Rimane fedele alla linea sinuosa di ascendenza gotica;

• Aggiorna il suo linguaggio secondo le nuove teorie prospettiche di Brunelleschi;

• Luce gentile e sfumata;

• Colore morbido;

• Corpi lambiti con un naturalismo gradevole e seducente;

• Architettura incornicia i gesti dei personaggi;

• Narrazione semplice e accattivante;

• 1422 arriva a Firenze;

• 1424 inizio della decorazione della cappella Brancacci con Masaccio e. Filippino
Lippi;

• Grande collaborazione con Masaccio;

• 1425 parte per Ungheria al seguito di Pippo Spano lasciando a Masaccio il


compito di terminare la cappella Brancacci;

• 1429 si reca a Roma;

• 1431 Castiglione Olona;

• Figure fiabesche e poco umane, bellezza eterea.

MASACCIO (San Giovanni Valdarno 1401-Roma 1428)


• Soprannominato per la sua trascuratezza;

• Probabile formazione a San Giovanni Valdarno, suo paese di origine;

• 1417 arriva a Firenze dove conosce l’umanesimo e Brunelleschi, Donatello,


Nanni di Banco.

• Si avvicina alle opere di Giotto;

• Viaggio a Roma e studia le opere classiche;

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• Applica per primo la laicità di Brunelleschi nell’arte figurativa;

• Grande collaborazione con Masolino da Panicale;

• 1428 interrompe gli affreschi della cappella Brancacci, che finirà poi negli anni
80 Filippino Lippi;

• 1428 si reca a Roma dove poco dopo muore;

• Protagonisti vigorosi e solenni impegnati nel proprio destino che si mostrano


devastati da passioni. I protagonisti sono umani ma mai uguali fra loro.

BEATO ANGELICO (Vicchio di Mugello 1395-Roma 1455)


• Monaco pittore molto devoto soprannominato angelico;

• 1418 prende i voti e diventa monaco domenicano;

• Anche miniaturista;

• Collabora molto negli anni trenta con Lorenzo Ghiberti;

• Trae importanti lezioni da Masaccio;

• Interesse per arte fiamminga che trasmetterà a Piero della Francesca;

• 1438 si trasferisce nel convento di san Marco a firenze e si occupa della sua
decorazione pittorica;

• Fra 1447 e 145o venne chiamato a Roma e realizza affreschi cappella Nicolina;

• 1450 torna a Firenze;

• 1450-1452 priore del convento di San Domenico a Fiesole;

• Torna a Roma e li muore nel 1455;

• Figure caratterizzate da grazia e dolcezza riprese da Filippo Lippi.

PAOLO UCCELLO (Portovecchio 1397-Firenze 1475)


• Originario di una famiglia agiata (padre medico, madre nobile);

• Allievo di Ghiberti dal 1407, poi suo collaboratore per seconda porytwa del
battistero;

• Studia il disegno e diverse tecniche artistiche;

• 1425 Venezia inizia sua attività in proprio;

• 1430 torna a Firenze;

• Mantiene interesse per Gotico internazionale ma si interessa molto anche a


Brunelleschi, Donatello e Masaccio.

• Spesso si firma con “Paolo Ugielli Opus” secondo Vasari derivato dalla sua
passione per i volatici che ritraeva insieme ad altri animali;

• 1445 parte verso Padova chiamato da Donatello;

• Fra 1465 e 1469 si reca ripetutamente ad Urbino;

• Atmosfera magica e fiabesca;

• Nell’ultimo periodo della sua vita vive a Firenze da infermo.

FILIPPO LIPPI (Firenze 1406-Spoleto 1469)


• Monaco che ha pronunciato i voti nel 1421;

• Si confronta con l’arte di Masaccio alla Cappella Brancacci;

• Lascia la via religiosa e si trasferisce a Padova nel 1434;

• Torna a Firenze e apre una bottega conquistando l’ammirazione di Cosimo il


Vecchio;

• Prospettiva unitaria e visione geometrica dello spazio;

• Figure connotate da grazie e dolcezza piuttosto affini alla tecnica dell’Angelico,


ma insieme solide e corporee;

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• Gusto narrativo creato dai molti dettagli appreso dagli artisti fiamminghi e ricchi
di simboli dai diversi significati;

• Fonde umanesimo con figurazione;

• Vena sentimentale ed elegante che influenza i suoi allievi migliori tra cui
Botticelli.

IACOPO DELLA QUERCIA (Siena 1371 ca.-1438)


• Maggiore scultore non fiorentino e il solo senese ad essere conosciuto grumi dai
confini municipali;

• Carattere inquieta e litigioso;

• Viaggia a Ferrara e Bologna;

• Esordi sconosciuti ma i primi passi mossi a Siena e Lucca;

• 1401 partecipa al concorso per la porta del battistero;

• 1408 Fonte Gaia Campo nella piazza di Siena;

• 1413 torna a Lucca;

• 1425 Bologna;

• Assume importanti incarichi politici;

• Rivitalizza il gotico trecentesco facendolo con la solidità classica.

FILARETE (Firenze 1400-Roma 1469)


• Scultore e architetto che si forma a Firenze dove forse ha collaborato con
Ghiberti;

• Attività artistica svolta prevalentemente a Roma e Milano dal 1451;

• Filerete significa “amico della virtù”;

• 1433 Roma per incoronazione di Sigismondo imperatore;

• 1445 inaugurazione porta in bronzo di San Pietro realizzata fra 1433-1435.

MICHELE GIAMBONO (Venezia 1400-1462)


• Formato su affreschi di Gentile da Fabriano e Pisaniello, entrambi risiedono a
Venezia e operanti in diverse zone venete come 

Padova;

• Insiste sulla tradizione veneta e formule cortesi;

• Significativa sensibilità artistica naturalistica;

• È tra i personaggi più importanti della rivoluzione quattrocentesca dell’arte


veneta.

JAN VAN EYCK (Bruges 1390-1441)


• Pittore di corte con importanti incarichi diplomatici, 1425 nominato pittore di
corte dal duca di Borgogna, Filippo il Buono;

• Compie numerosi viaggi, forse anche in Italia;

• Committenti più affezionati erano i ricchi mercanti e banchieri;

• Attenzione per le cose e il loro significato (simbolismo), descrizione analitica;

• Mancanza dell’espressività dei volti;

• Uso della luce per definire spazio e dare unitarietà all’insieme;

• Iniziato carriera artistica come miniaturista.

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ROGIER VAN DER WEYDEN (Tournai 1400 ca.-Bruxelles 1464)
• Probabile allievo di Robert Campin;

• 1435 si trasferisce a Bruxelles dove diventa pittore ufficiale della città;

• 1450 compie un’importante viaggio in Italia fermandosi a Ferrara, Firenze e


Roma lasciando in queste città alcune sue opere;

• Drammaticità composta;

• Precedenti tardogotici con equilibrio riconoscimentale.

JEAN FOUQUET (Provenza 1420-1480)


• Miniatore e pittore provenzale;

• 1444-1446 Roma, Ferrara, Firenze e forse Napoli;

• Molto condizionato dalle opere di Piero della Francesca e Beato Angelico;

• Solidi volumi e prospettiva razionale, elementi dell’Umanesimo italiano;

• Satura di luce e cromia nordiche;

• Rinnovamento linguaggio artistico francese, diffonde per primo l’Umanesimo


figurativo italiano.

MICHAEL PACHER (Brunico. 1430 ca.-Salisbrugo 1498)


• Viaggia in Italia fra Veneto e Lombardia;

• Prende ispirazione da Mantegna;

• Unisce complesse costruzioni prospettiche di derivazione mantegnesca, con


linearissimo tipico della cultura tedesca.

ALBRECHT DÜRER (Norimberga 1471-1528)


• 1494-95 giunge in Italia dove conosce opere di Andrea Mantegna e Giovanni
Bellini;

• Primo artista straniero a comprendere a pieno la volumetria e il classicismo


italiano;

• Si ferma a Venezia dove col tempo arriveranno moltissimi artisti fiamminghi


come Bosch.

LEON BATTISTA ALBERTI (Genova 1404-Roma 1472)


• Figlio illegittimo di un mercante fiorentino in esilio;

• Solida formazione a Padova e diritto canonico a Bologna;

• 1428 revocato il banco contro Alberti visita più volte Firenze;

• 1435-36 scrive De pictura a Firenze;

• 1432 risiede a Roma;

• 1452 scrive e consegna al pontefice De re aedificatoria;

• Mantiene contatti con le figure importanti del centro-nord, sono suoi committenti
ad esempio, la famiglia d’Este di Ferrrara;

• Prima che un artista fu un teorico, realizzò i suoi progetti.

DOMENICO VENEZIANO (Venezia 1410-Firenze 1461)


• Giunto a Firenze a seguito di Gentile da Fabriano negli anni 20;

• Formazione cortese con accenni fiamminghi nell’indagare le cose con


raffinatezza;

• Luminismo chiaro e dolcemente colorato;

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• Prospettiva severa;

• Dettagli ben indagati;

• Caratteristiche pittura di Domenico Veneziano, rispecchiamo i principi esposti da


Leon Battista Alberti nel De Pictura;
• Pittura ripresa da Piero della Francesca e Andrea del Castagno.

BENOZZO GOZZOLI (Firenze 1420-Pistoia 1497)


• Ottimo affrescante educato al fianco di Beato Angelico;

• 1459 viene commissionato da parte della famiglia Medici di dipingere il Viaggio


dei Magi sulle pareti della cappella privata del nuovo palazzo progettato da
Michelozzo;

• Gusto narrativo mondano e sfarzoso che si rifà alla tradizione del Gotico
internazionale alla quale unisce visione prospettica e colori di Beato Angelico
con indagine dell’arte fiamminga;

• 1427 si trasferisce a Firenze;

• 1447 Roma;

• 1450 si trasferisce in Umbria;

• 1467 Pisa;

• 1495 va a Firenze e in seguito a Pistoia dove morirà.

ANDREA DEL CASTAGNO (Castagno Mugello 1421-1457)


• Formazione poco conosciuta;

• 1442-1443 soggiorna a Venezia;

• 1443 torna a Firenze;

• Nelle sue opere sono richiamati elementi dell’antica Roma;

• Luce atmosferica ha ruolo fondamentale nella conferenza della materia;

• Rigorosa costruzione prospettica.

ANTONIO POLLAIOLO (Firenze 1431-Roma 1498)


• Essenzialmente orafo di formazione;

• Recupera arte antica ed epoca ellenistica;

• Assenza di un punto di vista privilegiato;

• 1460 tre ritratti per Piero de’ Medici.

ANDREA VERROCCHIO (Firenze 1435-Verona 1488)


• Capo di una bottega frequentata da artisti come il Pollaiolo, Botticelli,
Ghirlandaio e Leonardo;

• Dinamismo e naturalismo sottile, con lievi espressioni del volto;

• Ritratti secondo modelli fiamminghi a mezzo busto e mani appoggiare al petto;

• Gioco accurato della luce.

LEONARDO DA VINCI (Vinci 1452-Amboise 1519)


• Si dedica a moltissimi ambiti del sapere ma disegno era il prediletto;

• Padre notaio lo porta giovane alla bottega del Verrocchio dove rimane fino al
1476;

• 1482 parere per Milano e lascia incompiuta la pala con Adorazione dei Magi;

• 1499 con caduta di Ludovico il Moro lascia Milano e va verso centro-nord;

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• 1503 Firenze;

• 1506-1512 risedere a Milano stipendiato da re francese Luigi XII;

• 1513 trasferisce a Roma;

• Si trasferisce in un castello in Francia, Oltralpe;

• Prospettiva aerea.

SANDRO BOTTICELLI (Firenze 1445-1510)


• Interpreta lineare stile fiorentino;

• Linguaggio mirato alla perfezione della forma;

• Formazione orafa poi frequenta bottega Filippino Lippi e Verrocchio;

• 1481 Medici, Cappella Sistina, storie di Mosè;

• Roma;

• 1482 Firenze;

• 1483-85 La primavera;

• Ispirazione neoplatonica;

• 1490-96 illustrazioni Divina Commedia;

• Fine anni 80 predilige dipinti devozionali;

• 1501 Adorazione mistica, apocalisse;

• Riferimenti letterari, culturali e filosofici.

FILIPPINO LIPPI (Prato 1470-Firenze 1504)


• Figlio fra Filippo Lippi e monaca;

• Formazione bottega padre e Botticelli;

• 1481-1485 completa cappella Brancacci;

• Stile da elegante con linea ritmica diventa descrittivo;

• Conoscenza arte fiamminga;

• Viaggio Roma, conoscenza grottesche e antico;

• 1493 torna a Firenze;

• 1496 Adorazione dei Magi lasciata prima incompiuta da Leonardo.

PIETRO PERUGINO (Perugia 1445/50-1523)


• Bottega Verrocchio Firenze;

• 1481 contratto Cappella Sistina (Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli);

• 1493 si sposa e trasferisce a Firenze;

• Viaggio a Venezia;

• 1502 torna a Perugia;

• 1509 licenziato da Giulio II a Roma;

• Lavora periferia dell’Umbria;

• 1523 muore colpito dalla peste;

• Minuzia fiamminga;

• Personaggi inespressivi sopratutto donne con bellezza eterea tutte uguali fra
loro;

• Linguaggio ispirato a Beato Angelico per influenza Savonarola.

DOMENICO GHIRLANDAIO (Firenze 1449-1494)


• Vicinanza a Verrocchio e Pollaiolo;

• Viaggio a Roma;

• Artista filomediceo;

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• Attento ritrattista dell’alta società fiorentina del tempo;

• Semplice e vivace narratore.

PIETRO DI COSIMO (Firenze 1461-1522)


• Estraneo cerchia medicea preferisce commissioni di ambienti privati;

• 1480 Roma Cappella Sistina;

• 1483 torna a Firenze;

• Riprende testi classici (Vitruvio, Ovidio etc.)

• Si ispira alla natura per riadattarla con la sua fantasia.

PIERO DELLA FRANCESCA (Borgo San Sepolcro 1415-1492)


• Formazione fiorentina guida Domenico Veneziano;

• Nel. 1440 lascia Firenze e lavora ad Ancona, Pesaro, Bologna, Ferrara;

• Nel 1458-59 viaggio a Roma;

• 1460 torna a Borgo Sansepolcro;

• Molto produttivo ad Urbino;

• Assenza movimento ed emotività dei personaggi;

• Realtà fatta di immagini geometriche;

• Interessato alla riproduzione fedele delle cose (insegnamento fiammingo )


insieme alla luce e i suoi effetti;

• Costruzione prospettica;

• 1451 incontro milanese Leon Battista Alberti.

ANTONELLO DA MESSINA (Messina 1430 ca.-1479)


• Formazione bottega pittore Napoli;

• Lucidità ottica fiamminga, spagnola e provenzale;

• Entro il 1460 viaggio a Roma dove vede opere di Piero della Francesca e Beato
Angelico;

• Tra 1465 e 1471 forse viaggio Venezia, Fiandre e Padova;

• Opere primi anni 70 perfetto equilibrio arte italiana e arte nordica con
corporazioni luce-spazio;

• 1474 Venezia come ritrattista;

• 1476 torna in Sicilia;

• Milano ritrattista forse prima di tornare a Messina;

• Prospettiva cone fleti di luce.

ANDREA MANTEGNA (Padova 1431-Mantova 1506)


• 1445 già iscritto alla corporazione di pittori;

• Interpretazione antiquaria dell’Umanesimo con linea dura e continua;

• 1460 si trasferisce a Mantova dove diventa artista di corte;

• Influenza di Donatello;

• Soggiorno romano 1488 al 1490;

• Il suo stile influenza Bellini e Correggio;

• Passione reperti archeologici che riprende nelle opere con architettura.

GIOVANNI BELLINI (Venezia 1425-1516)


• Figlio di Iacopo Bellini;

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• Scarsità opere sicure;

• Fino 1460 lavora con padre e fratello;

• Dopo 1460 si ispira al cognato Andrea Mantegna;

• Nei capolavori giovanili emerge una profonda religiosità volta più alla
contemplazione che alla narrazione dell’evento sacro;

• Sintesi forma-luce-colore ripresa da Piero della Francesca;

• Luminosità e analiticità ripresa dalla pittura fiamminga portata in laguna da artisti


nordici;

• Rivoluziona il tradizionale polittico veneziano ideando un polo unificato


sviluppata ora in verticale;

• 1479 subentra a Gentile da Fabriano nella realizzazione celeri Palazzo Ducale;

• 1483 pittore ufficiale Repubblica di Venezia;

• 1492 con fratello, teneri Scuola Grande di San Marco;

• Dal primo decennio, teleri Scuola Grande di San Marco;

• Dal primo decennio cinquecento apertura verso la Maniera moderna e pittura


tonale;

• Quando perde influsso mantegnesco luce diventa più calda e avvolgente


seguito da armonia; interpretazione più umana e neutrale come si vede dagli
accenni di paesaggio;

• Sentimento addolcisce le durezze mantegnesche.

PIETRO LOMBARDO (Arona 1435 ca.-Venezia 1515)


• Formazione toscana;

• Attività a Padova;

• Subordinazione della scultura veneziana all’architettura;

• Influenza architettura porta un effetto pittorico di chiaroscuro.

VITTORE CARPACCIO (no informazioni certe 1465-1525)


• Linguaggio poetico;

• Tavolozza accesa e figure sembrano animarsi;

• Particolari molto dettagliati (arte fiamminga);

• Spazio avvolto dalla luce;

• Pittore di teleri;

• Commissione veneziana (Repubblica e le Scuole)

ERCOLE DE’ ROBERTI (Ferrara 1450 ca.-1496)


• Formazione a contatto con opere di Cosmè Tura e di Franco del Cossa con cui
avrebbe collaborato nel Salone dei mesi del Palazzo Schifanoia;

• Asprezze iniziali del suo linguaggio si sono placate;

• Prende ispirazione da Piero della Francesca e Andrea Mantegna;

• 1474 torna a Ferrara;

• Bologna, linguaggio molto classicista;

• 1486 torna a Ferrara e poco dopo muore.

COSMÉ TURA (Ferrara 1430-1495)


• Formazione padovana;

• 1455 torna a Ferrara;

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• Riprende espressività drammatica scultura di Donatello esasperandola con
iconografia nordica di estrema tragicità;

• Accentuazione gesti dei personaggi quasi grottesca, umanità molto vitale;

• Plasticammo figure dei modelli padovani;

• Non rappresenta la realtà in maniera mimetica ma invasa da una difficile


simbologia;

• Complessa ambientazione architettonica contribuisce a creare un’atmosfera


artefatta;

• Dinamismo espressivo;

• Colori brillanti, luce pura che danno impressione fantastica.

LORENZO COSTA (Ferrara 1450-Mantova 1535)


• Allievo di Ercole de’ Roberti;

• Fare ampio e morbido con ritmi più solenni e forme armoniche;

• Lavoro a Bologna;

• Influssi Antonello da Messina;

• Dopo 1500 influssi Perugino e Filippino Lippi;

BARTOLOMEO SUARDI detto BRAMANTINO (Milano 1456-1530)


• Influenzato da Foppa e Squarcione;

• 1495-1503 Roma;

• Personaggi legnosi e panneggi rigidi;

• Roma gli da panneggi più morbidi e rappresentazioni già equilibrate.

AMBROGIO BERGOGNONE (Notizie da 1481-1522)


• Formazione lombarda e nordica esplicata nei dettagli e nella luce;

• Risente del dolce modellato di Perugino e Leonardo cui rimandano i suoi giochi
di chiaroscuro;

• Lunga attività pavese;

• Influssi di Vincenzo Foppa e Bramante Donato;

• Personaggi contemporanei;

• Ambientazione realistica;

• Importanza dell’architettura, concetto ripreso da Bramante.

MELOZZO DA FORLÍ (Forlì 1438-1494)


• Particolare importanza all’architettura;

• Programma classico-cristiano;

• Insegnamenti di Piero della Francesca;

• Personaggi visti dall’alto hanno monumentalità.

BERNARDINO DI BETTO detto PINTURICCHIO (Perugia 1454-Siena


1513)
• Allievo Perugino;

• Qualche viaggio a Roma dove incontra pittura del Ghirlandaio e Botticelli;

• Studia le grottesche e la mitologia egizia;

• Minuziosa attenzione ai dettagli e profusioneee dell’oro, colori accesi e una


forma di horror vacui.

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LUCA SIGNORELLI (Cortona 1445 ca.-1523)
• Ottiene plasticismo illusionistico;

• Riferimenti mondo classico e pagano;

• Tra 1477 e 1480 lavora a Loreto;

• 1480 ca. lavora alla Cappella Sistina di Roma;

• Grande e precisa rappresentazione anatomica dell’uomo che gli dona tragicità


poi ripresa da Michelangelo;

• Si ispira vitalismo energetico di Verrocchio e Pollaiolo;

MICHELANGELO BUONARROTI (Caprese, Arezzo 1475-Roma 1564)


• Avviato dal padre a studi umanistici;

• 1488 apprendista bottega di Domenico Ghirlandaio;

• Frequenta giardino mediceo di San Marco dove ultimo allievo Donatello,


Bertoldo di Giovanni, lo introduce alla scultura;

• Conoscenza antico e filosofia neoplatonica;

• Religiosità spirituale accesa;

• 1494-95 Bologna;

• 1495 torna a Firenze;

• 1496-1501 primo soggiorno a Roma, Pietà;


• Necessità di conseguire effetti materici che evidenzino espressione delle forme;
• Anni fiorentini, David 1501-04;

• Concezione filosofica dell’arte;

• Confronto con opere di Leonardo;

• 1504 affreschi per Sala del Gran Consiglio in Palazzo Vecchio;

• 1506 Carrara;

• Chiamato da Giulio II per terminare affreschi volta della Cappella Sistina


1508-1512;

• Firenze, chiesa di San Lorenzo della famiglia di Leone X Medici;

• Impegno politico-civile durante ultima Repubblica fiorentina;

• Restaurazione Medici, torna a Roma;

• Roma affresco Giudizio universale nella Cappella Sistina;


• Tra 1536-1541 Paolo III Farnese lo incarica risistemazione area del Campidoglio;

• 1546 architetto capo della basilica di San Pietro con abside e cupola.

RAFFAELLO SANZIO (Urbino 1483-Roma 1520)


• Forma nella bottega del padre, modesto pittore della corte di Urbino;

• Pinturicchio e soprattutto Perugino suoi punti di riferimento;

• A Firenze si confronta con Leonardo e Michelangelo;

• Frequenta a Firenze e sopratutto Roma circuiti culturali di tradizione umanistica


e rinascimentale;

• Passione per i classici e testi antichi, promuove scavi di antichità;

• Siena, collaborazione con Pinturicchio affreschi Libreria Piccolomini Duomo;

• Roma, affreschi quattro Stanze dei Palazzi Vaticani;

• Come architetto progetti per basilica San Pietro, cappella Chigi in Santa Maria
del Popolo;

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• Artisti e intellettuali vedevano in lui l’artefice della rinasciata dell’arte antica
nell’età moderna;

• Famoso in Europa per disegni su arazzi tessuti poi nelle Fiandre;

• Fondamentale per nascita della Maniera moderna e anche del Barocco,


sopratutto con gli affreschi delle Stanze.

SODOMA (Vercelli 1477-Siena 1549)


• Formazione in Piemonte e Lombardia;

• 1498 Milano;

• 1501 Siena;

• Prese spunto dal protoclassicismo di Perugino;

• Approda alla Maniera moderna grazie allo studio di Raffaello;

• 1508 Roma, Stanza della Segnatura, e Farnesina;

• Ponte fra tardo Rinascimento e Manierismo;

• Viaggi a Firenze e Roma, scene più articolare dal punto di vista spaziale, formale
e narrativo, prospettiva;

• Prima fase: realismo descrittivo lombardo, fisionomia figure fragili;

• Seconda fase: Maniera moderna tosco-romana.

FRA BARTOLOMEO (Prato 1472-Firenze 1517)


• Seguace di Savonarola abbandona la pittura quando questo muore sul rogo e
ricomincia nel 1504;

• Opere destinate a devozione privata o pale d’altare;

• Schemi competitivi arcaici;

• Senso maestoso della rappresentazione, intensificazione del pathos;

• Chiarezza comunicativa;

• Toni caldi nel contorno e freddi nella parte centrale, colore intenso dato dal
soggiorno veneziano;

• Fusione armonica figure e paesaggio;

• Sfumato leonardesco.

PIERO DI COSIMO (Firenze 1462 ca.-1521)


• Allievo di Cosimo Rosselli;

• 1481-82 collaboratore a Roma degli affreschi Cappella Sistina;

• Impressionato da Pollaiolo, Leonardo, Signorelli e Raffaello;

• Comprensione della natura;

• Ricchezza cromatica brillante;

• Mancanza di opere firmate, suo catalogo si basa su testimonianza di Vasari;

• Attenzione ai particolari, derivazione pittura fiamminga;

• Vena anticlassica quasi carnevalesca forse in risposta alla crisi dell’epoca;

• Prevalgono soggetti mitologici enigmatici.

ANDREA DEL SARTO (Firenze 1486-1530)


• Allievo di Piero di Cosimo;

• Influssi di Raffaello, Leonardo e Dürer;

• Uno degli esponenti maggiori del Rinascimento fiorentino insieme a Fra


Bartolomeo;

• 1511-14 soggiorni a Roma;

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• Impostazione classicamente equilibrata e monumentale;

• Virtuosissimo stilistico che nasconde iconografia con simbologia apocalittica;

• 1517 assiste al ritorno di Savonarola e sue predicazioni apocalittiche;

• 1518-19 Francia corte di Francesco I;

• 1519 torna a Firenze;

• 1523 presto viaggio a Venezia, influenza rappresentazione del paesaggio;

• 1530 muore di peste;

• Sua bottega lavorarono Rosso Fiorentino, Pontormo, Vasari.

GIOVANNI BATTISTA di IACOPO DE’ ROSSI detto ROSSO FIORENTINO


(Firenze 1495-Parigi 1540)
• Tra i maggiori esponenti insieme e Pontormo e Beccafumi, del primo
manierismo fiorentino;

• Formazione bottega di Andrea del Sarto e in parte autonoma;

• Anatomie pastiche michelangiolesche con violenza selvaggia e impetuoso;

• Scansione geometrica delle forme;

• Costruzione scenografica della scena;

• 1523 Roma, conosce opere Parmigianino e Michelangelo;

• Fugge da Roma dopo il Sacco del 1527;

• Sansepolcro;

• Dal 1530 Francia, contribuì sviluppo manierismo internazionale, divenne pittore


ufficiale della corte;

• Morì a Parigi.

IACOPO CARUCCI detto il PONTORMO (Pontormo, Empoli 1494-Firenze


1557)
• Prima fase: influenza del classicismo di Andrea del Sarto (suo maestro dopo
apprendistato da Leonardo e Piero di Cosimo), suggestioni nordiche, deformità
espressioni fisionomiche;

• Colori espressivi, esplosivi e non realistici;

• No chiaroscuro;

• Volontà purificazione e esprimersi chiaramente immediata;

• Spunti sia dall’antico che dal contemporaneo.

DONATO BRAMANTE (Fermignano, Urbino 1444-Roma 1514)


• Confronto con Piero della Francesca, Paolo Uccello, Melozzo da Forlì;

• 1477 Bergamo;

• Attività principale corte di Ludovico il Moro a Milano;

• Dal 1488 collaborazione ai lavori del duomo di Pavia;

• 1497 facciata del duomo di Abbiategrasso;

• 1499 Roma;

• Senso di monumentali architettonica;

• Tendenza all’ampio;

• Studia edifici classici.

SEBASTIANO DEL PIOMBO (Venezia 1485 ca.-Roma 1547)


• Apprendista di Giovanni Bellini e forse Giorgione;

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• Influsso di Giorgione nei tipi fisici e morbidezza dei contorni;

• Influenza di Bellini nell’impostazione monumentale sottolineata con


ambientazione architettonica sviluppata poi con il soggiorno romano;

• 1511 Roma conosce Michelangelo;

• Con Sacco di Roma del 1527 rallentò al sua attività artistica.

ALBRECHT DÜRER (Norimberga 1471-1528)


• Più alto rappresentante arte e cultura Rinascimento del Nord;

• Predominio espressione grafica;

• Proveniente da famiglia di orefici;

• Lavora a bottega del pittore Wolgemunt;

• 1490-1494 viaggio per la Germania;

• 1494 torna a Norimberga e si sposa;

• 1494 a 1495 va a Venezia;

• 1505-1507 secondo viaggio in Italia, Venezia, Ferrara, Bologna;

• Torna a Norimberga;

• Dal 1509 ca. si dedica quasi completamente all’incisione;

• 1512 relazioni con imperatore Massimiliano;

• 1519 muore Massimiliano e va nei Paesi Bassi, ritratti e disegni in carbone e


gesso;

• Incontro fra naturalismo nordico (paesaggi privi di elementi classici e antichi) e


senso italiano della costruzione formale e cromatica;

• Dinamismo anima le composizioni;

• Colori brillanti con intenti luministici e mimetici.

GIORGIO o ZORZI da CASTELFRANCO detto GIORGIONE (Castelfranco


Veneto, Treviso 1477-Venezia 1510)
• Da giovane si trasferisce a Venezia;

• Rapporti con bottega di Bellini;

• Ispirazione da pittura bolognese e stile classico;

• 1494-95 Venezia;

• Sempre frequentato circoli umanistici veneziani;

• Numerosi committenti arrivati, una sola pala pubblica;

• Interessi teorici come Leonardo;

• Fu fondamentale per maturazione di Tiziano, Sebastiano del Piombo, Dosso


Dossi ed evoluzione di Venezia.

TIZIANO (Pieve di Cadore, Belluno, Veneto 1488-Venezia 1576)


• Formazione veneziana bottega Bellini;

• Da 1508 lavora con Giorgione;

• 1510 già indipendente;

• Ispirazione da Dürer e fra Bartolomeo;

• Massimo pittore veneziano;

• Rapporto privilegiato con Venezia;

• Molte delle principali corte italiane grazie sua abilità ritrattista (Ferrara, Mantova,
Urbino, Roma) ed europee (più volte presso corte imperiale);

• Frequenta cerchie di letterati e poeti;

• Ritratti psicologici con dettagli per qualificare il loro rango sociale;

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• Soggetti pittorici evidenziano sue conoscenze mitologiche e filosofiche;

• 1529-30 Bologna ritrae Carlo V, inizia collaborazione con Aburgo;

• 1548-49 ; 1550-51 soggiorni in Germania;

• 1545-46 Roma presso i Farnese;

• 1548 Augusta, Germania, ritrae corte imperiale;

• 1551 torna in Germania;

• 1576 torna a Venezia.

LORENZO LOTTO (Venezia 1480 ca.-Loreto, Ancona 1556/57)


• Formazione ambito pittura Giovanni Bellini;;

• 1498-1508 Treviso;

• Specializza nei ritratti con sensibilità psicologica;

• 1508 trasferisce nelle Marche;

• 1509 Roma, Stanze vaticane poi sostituito da Raffaello;

• Torna nelle Marche;

• Rientra a Venezia;

• 1513-25 vive a Bergamo dove raggiunge maturità espressiva;

• 1525 torna a Venezia;

• 1542-1545 Treviso;

• 1549 Venezia;

• Dal 1549 si ritira nelle Marche.

ARTISTI LEONARDESCHI:
GIAN GIACOMO CAPROTTI detto IL SALAÌ (Oreno 1480-1524)
• San Giovanni Battista;

• Monna Vanna.

FRANCESCO MÈLFI (forse Milano 1491/93-Vaprio d'Adda dopo il 1568)


• Flora;

• Leda con ciglio.

GIOVANNI AMBROGIO DE PREDIS (Preda, Svizzera 1455-Milano 1508)


• Ritratto di dama;

• Bianca Maria Sforza.

BERNARDINO LUINI (Dumenza 1482-Milano 1532)


• Interesse per Leonardo da Vinci;

• Breve soggiorno a Venezia.

GIOVANNI ANTONIO BOLTRAFFIO (Milano 1467-1516)

• Influenzò Bergognone;

• Bologna, Pala Casio;

• Madonna Litta.

FRANCESCO NAPOLETANO (Napoli 1470 ca.-Venezia 1501)


• Madonna Lia;

• Pala sforzesca.

GIOVANNI AGOSTINO da LODI (Lodi 1470-1519)


• Linguaggio anticlericale;

• Assunzione della Vergine.

ANDREA SOLARIO (Milano 1460-1524)


• Soggiorno a Verona;

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• Inizio XV secolo Milano;

• 1516 Roma;

• 1524 Pavia, Assunzione della Certosa di Pavia.

GIAMPIETRINO (Milano 1495-1521)


• Atmosfera sfumata.

CESARE DA SESTO (Sesto calende 1477-Milano 1523)


• Leda e il cigno;

• Adorazione dei Magi;

GIROLAMO ROMANINO detto IL ROMANINO (Brescia 1485-1566)


• Anticlassicismo dovuto a rapporti con maestri veneti e milanesi;

• Interessa per pittura nordica;

• Conoscenza di Lorenzo Lotto;

• Attenzione verso realtà quotidiana quasi popolaresco evidenti negli affreschi del
duomo di Cremona;

• Influsso tizianesco;

• 1513 Padova;

• 1516 Brescia;

• 1531-32 Trento.

ALESSANDRO BONVICINO detto IL MORETTO (Brescia 1498 ca.-1554)


• Influsso del Savoldo, Tiziano e Lorenzo Lotto;

• 1521 Brescia;

• 1553 Bergamo;

• Colore di ordine veneta, gamma di toni grigi e argentini, grande valore


espressivo;

• Ricerca della quotidianità reale;

• Partecipe alla tradizione Lombarda.

GIAN GEROLAMO SAVOLDO (Brescia 1480-1548)


• Parma;

• Firenze;

• Venezia;

• Spunti giorgioneschi con taglio della mezza figura e ambientazione;

• Sperimentazione luministica;

• Ripresa delle pitture di genere fiamminghe.

ALTOBELLO MELONE (attivo dal 1497 al 1517)


• Influssi lombardi e ferraresi;

• Ricerche illuministiche;

• Alta carica espressiva della narrazione.

GIROLAMO ROMANINO (Brescia tra 1484 e 1487-dopo 1562)


• Tra i più importanti esponenti scuola lombarda;

• Rapporti con maestri veneti;

• Anticlassicismo espresso con stile estroso e fortemente espressivo con narrativi


popolare;

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• Formazione tra Brescia e Venezia su Giorgione e Tiziano e milanese con
Bramantino e Berdino Zenale;

• Conoscenza Lotto;

• Attenzione a realtà quotidiana;

• Carica drammatica.

GIOVANNI ANTONIO PORDENONE (Pordenone 1484 ca.-Ferrara 1539)


• Formazione su esempi della scuola di Tolmezzo e opere di Giorgione;

• 1518 probabile soggiorno romano;

• Stile diventa più drammatico;

• Suggestioni nordiche;

• Si ispira al Correggio e Parmigianinio e Tiziano;

• Attivo soprattuto in Friuli e città minore dell’entroterra veneto;

• 1538 Ferrara.

GAUDENZIO FERRARI (Valduggia, bassa Valsesia provincia di Vercelli


1485-Milano 1546)
• Formazione a Milano presso Stefano Scotto;

• Dominato dall’arte del Bramantino;

• 1505 Roma;

• Influenza leonardesca e del Correggio;

• Linearissimo di trasforma poi in forme più ampie e bizzare;

• Colore disteso in larghe superfici cromatiche;

• Interesse per la pittura veneta;

• Ultimi lavori periodo milanese più deboli eccetto affreschi S. Maria della Pace oa
a Brera.

DOSSO DOSSI (forse Mantova 1490 ca.-1542 ca.)


• Formazione a Venezia sugli esempi di Giorgione e Tiziano, si ritiene infatti che le
sue prime opere fossero quelle più giorgionesche e tizianesche;

• 1516 Ferrara dove rimase con il fratello fino alla morte;

• 1517 ca. o 1520 importante viaggio a Roma in cui conosce Raffaello;

• 1531-36 Trento e Pesaro.

ANTONIO ALLEGRI detto IL CORREGGIO (Correggio, Reggio Emilia


1489 ca.-1534)
• Carenza di dati fino al 1519;

• Formazione a Modena;

• Ispirazione da Mantegna;

• Si avvicina alla pittura protoplasmatica di Lorenzo Costa e Pietro Perugino;

• Interesse per opera di Leonardo;

• 1517-18 Roma, probablemente vede affreschi di Raffaello e Michelangelo nei


Palazzi Vaticani;

• Classicismo disteso e morbido;

• Naturalismo padano;

• Risiede a Parma fino al 1530, poi torna a Correggio;

• Nella sua maturità complessa ricerca luministica.

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GIULIO ROMANO (Roma 1499-Mantova 1546)
• Più fedele allievo di Raffaello;

• 1515 collaborò cartoni per glia arazzi della Cappella Sistina;

• Trascurò morbidezza del corrivo, suo era stile più duro e incisivo;

• Forti chiaroscuri;

• 1524 Mantova;

• Collezionista di opere antiche;

• Amicizie con Baldassarre Castiglione

POLIDORO da CARAVAGGIO (Caravaggio 1500 ca.-Messina 1543)


• Scene mitiche, storiche, allegoriche, ispirate all’antico ma con sentimento di
inquietudine;

• Primi esempi di paesaggio classico frascati a colori;

• Influenzò molto la scuola romana;

• 1515 trasferisce a Roma entra bottega di Raffaello;

• Bravo nel chiaroscuro e disegno di bassorilievi antichi;

• Affermò soprattutto per la decorazione delle facciate;

• Attratto da Rosso Fiorentino e Parmigianino;

• Riferimenti alla cultura archeologica;

• Va via da Roma dopo il sacco del 1527;

• Breve soggiorno a Napoli;

• Messina;

• Ultima fase diventa più eccentrico e anticlassico con elementi di realismo a volte
grottesco.

FRANCESCO MAZZOLA detto IL PARMIGIANINO (Parma 1503-


Casalmaggiore 1540)
• Tra i più importanti maestri del manierismo;

• Grazia e raffinatezza;

• Grande valore pittorico anche nelle sue incisioni;

• Eleganza del contorno, purezza di sagoma e forme modellate come fossero


materia;

• Dipinge come ornamento spesso le anfore, simbolo del suo ideale estetico;

• Formazione da pittori locali di Parma con rigore disegnato;

• Guardò molto l’opera di Correggio ma sempre rielaborandoli in chiave


personale;

• 1523 Roma, apprende il manierismo raffaellesco;

• Fatto prigioniero durante il sacco del 1527;

• Tornato libero andò a Bologna tra 1527 e 1530;

• 1531 tornò a Parma;

• Raffinatissima ritrattistica;

• Forse il primo in Italia ad usare tecnica dell’acquaforte.

PERIN DEL VAGA (Firenze 1501-Roma 1547)


• Allievo di Raffaello nell’impresa delle Logge Vaticane;

• Allievo a Firenze del Ghirlandaio;

• 1517 Roma dove si esercitò a ricopiare da Michelangelo e Raffaello;

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• 1522-23 Firenze;

• Torna a Roma;

• Trasferisce a Genova eletto console dell’arte dei pittori;

• Breve soggiorno a Pisa;

• Torna a Roma intensa attività.

GEROLAMO GENGA (Urbino 1476 ca.-1551)


• Alunno e collaboratore di Luca Signorelli;

• Subì influssi di Perugino;

• 1510-12 Siena;

• Autore di scenografie e apparati per feste;

• Architetto ufficiale della corte di Urbino.

AGNOLO BRONZINO (Firenze 1503-1572)


• Allievo del Pontormo che lo influenzò molto;

• Sua pittura esprime bene il manierismo fiorentino;

• Notevole ritrattista con aulica rappresentazione dei personaggi;

• Ricerca di effetti di monumentali scultorea;

• Colori freddi e molto preziosi.

BENVENUTO CELLINI (Firenze 1500-1571)


• Vita irrequieta e violenta che lo costrinsero a esilio e fuga;

• Formazione presso botteghe orafe di Firenze studiando anche musica;

• Famoso inizialmente come orafo;

• 1519-40 lavora a Roma con intervalli fra Firenze, Mantova, Ferrara e Venezia;

• 1540-45 lavorò in Francia parer Francesco I;

• Ultima parte della sua vita fu miserabile;

• Stese sua autobiografia tra 1558-66 pubblicata prima volta 1728;

• Cerca di conciliare scultura monumentale e rifinitura di oreficeria.

GIAMBOLOGNA (Douai, Francia settentrionale 1519-Firenze 1608)


• 1540 Anversa studia scultura;

• A Roma apprende l’arte di Michelangelo;

• 1562 Firenze;

• 1563-67 Bologna;

• Gusto decorativo ed eleganza del movimento.

FRANCESCO SALVIATI (Firenze 1509 ca.-Roma 1563)


• Amico di Vasari;

• Allievo di Andrea del Sarto;

• 15331 si trasferisce a Roma al servizio del cardinal Salviati da cui prese il nome;

• Assimilazione della maniera romana post-raffaellesca;

• Tra i maggiori esponenti del tardo manierismo;

• 1539 Venezia e Romagna;

• Forte influsso dato dalla conoscenza diretta del Parmigianino;

• Stile decorativo fluido ed elegante;

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• 1548 torna a Roma;

• Influsso opera tarda di Michelangelo;

• 1555-57 Parigi.

GIORGIO VASARI (Arezzo 1511-Firenze 1574)


• Artista manierista, attivo come pittore e soprattutto architetto ad Arezzo,
Bologna, Napoli, Roma;

• Lavora soprattutto per i Medici a Firenze;

• Famoso per la raccolte delle Vite del 1550 degli artisti italiani del Trecento e
Quattrocento, prima opera storiografica artistica;

• Studiò a Firenze con Andrea del Sarto;

• Conosce Michelangelo;

• Frequenta la corte medicea;

• 1532 e 1538 viaggi a Roma lavorando per il cardinale Farnese;

• 1540 Venezia;

• 1544-45 Napoli;

• 1554 Firenze;

• Fondò l’Accademia delle arti del disegno nel 1563;

• Collezionista di maestri italiani.

DOMENICO BECCAFUMI detto il MECHERINO (Valdibiena, Siena 1486


ca.-Siena 1551)
• Studiò opere del Perugino, Sodoma e Raffaello;

• Eccezionali qualità luministiche e irreale vitalità.

GIOVANNI ANTONIO DE’ SACCHIS detto IL PORDENONE (Pordenone


1484 ca.-Ferrara 1539)
• Formazione su pittori della scuola di Tolmezzo;

• La sua pittura divenne più morbide dopo che si confrontò con le opere del
Giorgione;

• 1518 probabile soggiorno romano, stile divenne più ampio drammatico;

• 1520-22 Cremona;

• Ispirazione dal Correggio e Parmigianino e Tiziano per alcune pale d’altare;

• Lavorò in Friuli e città minori dell’entroterra del Veneto;

• 1538 Ferrara.

IACOPO ROBUSTI detto IL TINTORETTO (Venezia 1518/19-1594)


• Soprannome dato dalla professione del padre;

• Uno dei massimi innovatori Rinascimento veneziano;

• Forte impronta dal manierismo;

• Armonizza tradizione venite di Giorgione e Tiziano di colore con cultura


fiorentina e romana che vedeva il disegno come protagonista;

• Breve e contrastato periodo nella bottega di Tiziano;

• Prime opere lineari e dinamiche;

• Interesse per manierismo dell’Italia centrale;

• 1580 soggiorno a Mantova;

• Committente in prevalenza di confraternite e comunità religiose;

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• Vastissima produzione;

• Intenso luminismo, ogni cosa è subordinata alla luce, luce utilizzata peer
evidenziare elementi fondamentali del racconto esaltandone anche l’eventuale
carattere miracoloso;

• Grande forza narrativa ed emozionale;

• Raramente faceva disegni preparatori;

• Plasticità michelangiolesca delle forme;

• Grande capacità narrativa.

PAOLO VERONESE (Verona 1528-Venezia 1588)


• Tinte limpide, brillanti, gioiose;

• Trasparenze espressive e libertà di atteggiamenti;

• Punto di riferimento della pittura veneziana del Settecento;

• Formazione con Moretto, Savoldo tipicamente Veneziana innovativa;

• Ispirazione da eleganza manierista del Parmigianino;

• 1553 Venezia;

• Grande senso di accordi cromatici e valori spaziali;

• 1557 inizio soggiorno a Venezia;

• 1566 torna a Verona;

• Sceglie argomenti profani o tratta in maniera profana argomenti sacri;

• Adorato dai contemporanei.

IACOPO BASSANO (Bassano 1510 ca.-1592)


• Educazione a Venezia;

• Suggestioni tizianesche;

• Da 1540 lavorò sempre a Bassano;

• Opere tra 1538 e 1545 dimostrano conoscenza manierismo toscano ed


emiliano;

• Formazione con Parmigianino e Tintoretto;

• Colore vivissimo e ricco;

• Immagini realistiche;

• Clima irrequieto con riforma e controriforma;

• Limpidezza dei colori, ammirazione per Veronese;

• Costante riferimento a Tiziano.

ANDREA PALLADIO (Padova 1508-Vicenza 1580)


• Lavora a Padova come tagliatore di pietra;

• Dal 1524 Vicenza bottega dell’architetto e scultore Porlezza e scultore Pittoni;

• La sua carriera venne riconosciuta solo dal 1540;

• 1514 Roma con studio dell’antico;

• In Piemonte studia l’architettura regionale;

• Esperienze rinascimentali e classiche.

CAMILLO BACCACCINO (Cremona 1504-1546)


• Sensibile all’arte del Parmigianino, Correggio e Pordenone;

• Esponente significativo del manierismo a Cremona.

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FEDERICO BAROCCI detto IL FIORI (Urbino prob. 1535-1612)
• Formazione a Urbino, Pesaro e Roma;

• Raffinata interpretazione del colore e della composizione dei maestri del


Rinascimento;

• Sottile vena sentimentale;

• Le sue acqueforti, seppur poche, sono di grande importanza nella storia


dell’incisione;

• Linguaggio di grande impatto emotivo;

• Cultura pittorica controriformista;

• Colori accesi ed espressivi.

SIMONE PETERZANO (attivo a Milano dal 1573 al 1596)


• Bergamasco;

• Subì molto l’influsso della scuola veneta;

• Maestro del Caravaggio;

• Animazione drammatica;

• Naturalismo lombardo;

• Austero ascetismo religioso;

• Clima di rigore morale instaurato a Milano da Carlo Borromeo.

LUCA CAMBIASO (Moneglia, Provincia di Genova 1527-Madrid 1585)


• In età giovanile gigantismo delle proporzioni e insoliti scorci;

• Elaborazione personale degli effetti di luce e cromatici dell’arte veneta;

• Grande teatralità e solenne grandiosità;

• Anche attività di scultore.

LUDOVICO CARRACCI (Bologna 1555-1619)


• Formazione a Firenze;

• Parma;

• Mantova;

• Venezia;

• Trasse spunti da Andrea del Sarto, Correggio, Pargianino e grandi maestri


veneziani;

• Vena fresca e naturalistica;

• Cultura padana;

• 1692 viaggio a Roma;

• Reminiscenze manieristiche;

• Forte spiritualità umile e devote di impronta controriformistica;

• Telaio prospettico quattrocentesco.

ANNIBALE CARRACCI (Bologna 1560-Roma 1609)


• A Parma studia Correggio, a Venezia Veronese e Bassano;

• 1582 fonda a Bologna con Agostino (fratello) Accademia dei Desideerosi detta
poi Incamminati con lo scoppio di staccare la pittura dal Manierismo;

• Interpretazione classica della natura mediata dalla pittura del Cinquecento;

• Stile sia naturalista che classico;

• 1595 Roma, contatto con opere di Raffaello e arte antica;

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• Desiderio di restaurare classicismo cinquecentesco;

• Enorme influenza su artisti italiani e non;

• Influenza pittura nordica nella cura ai dettagli;

• Impasti cromatici caldi lucidi e con contorni netti.

SALVATORE ROSA (Napoli 1615-Roma 1673)


• Fama legata a paesaggi selvaggi, scene di battaglia crude e espressive;

• Predilige tonalità scure e contrasti luministici;

• Soggetti biblici e mitici;

• Intento moralizzare e filosofico accentuato da atmosfere scure e misteriose;

• Temi magici;

• 1635 trasferisce a Roma;

• 1639-40 stile diventa più classico;

• 1640-49 Firenze frequenta ambienti intellettuali;

• 1649 torna a Roma dedicandosi all’incisione;

• Natura incombente;

• Anche poeta.

MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO (Milano 1571 ca.-Porto


Ercole 1610)
• Formazione a Milano bottega Peterzano;

• 1593 Roma;

• Esegue copie di opere devozionali per bottega di Pucci;

• Entra in contatto con cardinale Del Monte che lo introduce in ambienti del
collezionismo romano;

• 1605 accusato di aggressione, si rifugia a Genova;

• Torna per breve periodo a Roma;

• Dal 1606 fino alla sua morte 1610 va a Malta, Napoli e Sicilia;

• Suo naturalismo influenza pittori fiamminghi come Rubens, Rembrant e anche


pittori spagnoli;

• Equilibrio tra idealizzazione classica e naturalismo;

• Rappresentazioni di temi sacri in ambienti quotidiani;

• Uso simbolico della luce.

PETER PAUL RUBENS (Siegen, Vestfalia 1577-Anversa 1640)


• Dopo morte del padre 1587 trasferisce con famiglia ad Anversa 1589;

• Bottega pittore di paesaggi Verhaecht;

• 1600 viaggio in Italia, prima Venezia, Mantova, Firenze, Genova, Roma;

• 1603 missione diplomatica a Madrid, studia collezioni reali;

• Fine 1604 Mantova;

• 1605 Roma;

• Evidenti riferimenti a Coreggio, Tiziano, Veronese;

• Dilatazione spaziale;

• Magniloquenza dei gesti;

• Ricchezza di passeggi;

• 1606 viaggio a Genova;

• 1608 torna ad Anversa e non torna più in Italia.

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CARAVAGGESCHI:
ORAZIO GENTILESCHI (Pisa 1563-Londra 1639)
• A diciassette anni si stabilisce da uno zio a Roma;

• 1621 Genova;

• Torino;

• Francia;

• Inghilterra;

• Attratto dalla novità stilistica di Carravaggio;

• Nitidezza del segno e colorir freddi;

• Ruolo importante nella formazione della figlia Artemisia Gentileschi e di Vermeer.

BARTOLOMEO MANFRERDI (Ustiano, Mantova 1582-Roma 1622)


• Stretto seguace di Caravaggio;

• Crea “quadri da stanza” destinati al collezionismo privato.

VALENTIN DE BOULLONGNE (Coulommiers, Brie 1594-Roma 1632)


• Scarse notizie primo periodo della sua vita;

• Incertezze sul suo nome;

• Si stabilì pesto a Roma ma documentato solo dal 1620;

• In contattato cona artisti francesi e nordici;

• Interprete lezione caravaggesca;

• Indagine psicologica e luce cera effetti preziosi;

• Virtuosa resa dei tessuti.

ARTEMISIA GENTILESCHI (Roma 1597-Napoli 1652 ca.)


• Allieva del padre Orazio;

• Lavora a Firenze, Roma, Venezia;

• 1630 Napoli;

• Breve tempo a Londra;

• Torna a Napoli;

• Ottima ritrattista;

• Violenta espressività;

• Vivace contrasto chiaroscurale;

• Importante per lo sviluppo della scuola napoletana;

• Eleganza del disegno;

• Preziosità degli accodi cromatici.

BATTISTETLLO CARACCIOLO (Napoli 1575 ca.-1635)


• Formazione direttamente su Caravaggio;

• Probabile soggiorno a Rroma;

• 1620 più decorativo;

• Linguaggio semplice ed immediato.

DOMENICO ZAMPIERI detto il DOMENICHINO (Bologna 1581-Napoli


1641)
• Protagonista della pittura bolognese;

• Allievo del Caracci;

• 1602 Roma collabora con Annibale Carracci per affreschi palazzo Farnese;

• A Napoli influenza la produzione locale;

• Composizioni semplici e chiari;

• Paesaggio con senso classico;

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• Rigorosa scansione delle scene;

• Colori brillanti in affreschi è inconsueto.

GIOVANNI LANFRANCO (Terenzo, Parma 1582-Roma 1647)


• Allievo di Annibale Carracci;

• Amante degli scorci audaci e degli effetti di luce;

• Anticlassicista;

• 1602-09 Roma;

• Torna a Parma;

• Roma fino 1631;

• 1631 Napoli;

• 1646 Roma;

• Forte illusionismo.

NICOLAS POUSSIN (Les Andelys, Normandia 1594-Roma 1665)


• Tra i massimi esponenti classicismo barocco;

• Allievo del pittore. Manierista Varin;

• 1612 trasferisce a Parigi;

• 1620 e 1621 tentativi di recarsi a Roma;

• Rientra a Parigi;

• Formazione ancora manieristica;

• Breve soggiorno a Venezia;

• 1624 Roma;

• Ammirò pittori bolognesi e Raffaello;

• Dopo 1633 recuperò concezione formale più rigorosa, stile più controrllato,
disegno prevalse sul colore e sul sentimento;

• Ultimi anni malattia alle mani dipinse paesaggio e forze misteriose della natura
che circondano l’uomo.

GUIDO RENI (Bologna 1575-1642)


• Molto apprezzato dai contemporanei;

• Operò a Roma, Napoli e Bologna;

• Apprezzamento corposità barocca;

• Allievo del pittore fiammingo Calvaert e poi parte dell’Accademia dei Caracci;

• 1601 Roma;

• 1614 Bologna;

• 1621 e 27 torna a Roma;

• Uso di spunti caravaggeschi;

• A Bologna si affermò come maggiore artista del tempo;

• Studio di Raffaello, Correggio, Veronese, Rubens;

• Ultime opere hanno pennellate libere e aspetto abbozzato;

• Utilizzo dei colori puri;

• Bello come ideale spirituale senza tempo.

GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI detto GUERCINO (Cento, Provincia


di Ferrara-1591-Bologna 1666)
• Uno degli artisti più rappresentativi della fase matura del barocco;

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• Forti contrasti di luce;

• Studiò con Bertozzi e Cremonini e in contatto con ambiente artistico dei


Carrracci;

• 1616 Ferrara contatti con pittura veneziana;

• Opere giovanili colorito caldo e intenso;

• 1621 Roma;

• Libertà della composizione;

• 1623-1642 Cento;

• 1642 Bologna;

• Sensibilità barocca;

• Violenti contrasti luci e ombre.

ARTISTI MILANESI ETÁ FEDERICO BORROMEO


FRANCESCO MARIA RICHINI (Milano 1584-1658)
• Famiglia di spicco milanese;

• Roma.

GIOVANNI BATTISTA CRESPI detto IL CERANO (forse Busto Arsizio tra


1565 e 1570-Milano 1632)
• Elementi manieristi, veneti, romani e lombardi;

• Forza di contrasti luministici;

• Come architetto e scultore lavorò al Duomo di Milano, soprintendente nel 1629;

• Uomo di cultura;

• Interprete del clima della Controriforma;

• Dirigente dell’Accademia ambrosiana incaricato da Federico Borromeo.

CAMILLO PROCACCINI (Bologna 1560 ca.-Milano 1629)


• Risentì del manierismo emiliano e della pittura del Correggio;

• A Milano fu interprete della politica di Federico Borromeo.

PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI detto il MORAZZONE (Morazzone


1573-Piacenza 1626)
• Soggiorno a Roma in gioventù;

• Confronta con opere Caravaggio e manieristi attivi a Roma;

• Ricerca di colore ricco e profondo;

• Drammaticità acuta;

• Violenti effetti di luce;

• Lavorò al Sacro Monte di Varallo.

ANTONIO D’ENRICO detto TANZIO DA VARALLO (Riale d’Alagna,


Vercelli 1580 ca.-Varallo 1632)
• Formazione su Gaudenzio Ferrari, Morazzone;

• 1600-1616 Roma;

• Influenza di Caravaggio;

• Lavorò al Sacro Monte di Varallo.

DANIELE CRESPI (Milano 1597 ca.-1630)


• Opere di forte personalità;

• Formazione con Cerano e Morazzone;

• Grande espressività.

DOMENICO FETTI (Roma 1589 ca.-Venezia 1623)


• Fondamentale fu per lui la conoscenza delle opere di Rubens;

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• Dal 1611 a Mantova pittore della corte ducale;

• Pennellata sicura e spiritosa con raffinate trasparenze cromatiche;

• Rappresenta spesso scene di vita popolare con allusioni bibliche e religiose;

• 1621 trasferisce a Venezia, morì poco dopo;

• Binomio figura-paesaggio.

LUIGI MIRADORI detto IL GENOVESINO (Genova 1600 ca.-Cremona tra


1655 e 1657)
• Tra i maggiori pittori di Cremona;

• Fusione di suggestioni spagnole e personale senso della realtà di origine


caravaggesca;

• Prevalentemente soggetti sacri;

• Ritratti intensi;

• Forti chiaroscuri.

SANTI DI TITO (Sansepolcro 1536-Firenze 1603)


• Allievo di Bronzino;

• Arte fiorentina del Cinquecento fondamentale per sua riforma antimanieristica;

• 1558-64 attivo a Roma;

• Firenze;

• Tendenza arcaizzante;

• Semplicità compositiva e devota religiosità;

• Stile sobriamente naturalistico.

CRISTOFANO ALLORI (Firenze 1577-1621)


• Si discosta dal manierismo avvicinandosi all’eclettismo dei bolognesi;

• Gran fama tra i contemporanei;

• Fermezza del disegno e colori preziosi.

GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto IL GRECHETTO (Genova


1609-Mantova 1663 ca.)
• Più volte a Roma;

• Soggetti allegorici e incisioni con rievocazioni archeologiche;

• Suggestioni attinte a Genova da opere di Rubens e Van Dyck;

• Sinuoso movimenti dei panneggi.

BERNARDO STROZZI (Genova 1581-Venezia 1644)


• Allievo di Sorri; del 1595 al 1597

• Inizialmente opera a Genova dove viene influenzato da pittori fiamminghi tra cui
rubens;

• 1630 Venezia, studia Veronese;

• Stile iniziale a Genova rapida pennellata, luci contrastati e colori vivaci;

• Conoscenze manierismo senese e lombardo;

• Stile maturo grande libertà di tocco, colore caldo e brillante.

GIAN LORENZO BERNINI (Napoli 1598-Roma 1680)


• Formazione presso padre scultore, talento precoce;

• Studia scuola classica ed ellenistica;

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• Si occupa anche di restauro di opere antiche;

• Si ispira all’opera classicheggiante di Annibale Carracci;

• Contribuisce come nessun a rimodellare il volto di Roma;

• Artista prediletto dei papi a partire da Urbano VIII, tranne Innocenzo X Pamphili
che preferisce invece Borromini;

• Lavora presso corte di Luigi XIV in Francia per il quale realizza un ritratto e un
monumento equestre;

• Fa grande riferimento agli artisti del Seicento soprattuto per il suo concetto di
integrazione delle arti.

FRANCESCO BORROMINI (Bissone, Canton Ticino 1599-Roma 1667)


• 1608 Milano lavora come scalpellino;

• 1614 Roma intagliatore di marmo fabbrica di San Pietro;

• Collaborazione con Bernini;

• Dal 1634 architetto indipendente;

• Artista scontroso e inquieto;

• Interprete di una religiosità severa coltivata in gioventù con il clima rigoroso


lombardo di Carlo Borromeo;

• Linguaggio originale e irrazionale.

PIETRO DA CORTONA (Cortona 1596-Roma 1669)


• Con Bernini e Borromini fa massimi protagonisti barocco a Roma;

• Monumentali cornici di stucco e oro con figure e ghirlande;

• Nuovo sontuoso stile decorativo che partì da Roma per andare in tutta Europa
fino alla metà del Settecento;

• Nuova libertà espressiva con insieme tradizione veneta e corrreggesca;

• Teatralità dell’architettura barocca;

• Studiò a Firenze;

• 1612 Roma studiò Raffaello e antiquato;

• Suggestioni da Polidoro, Annibale Carracci, Rubens e Bernini;

• Amore per particolari archeologici e composizione equilibrata;

• 1637 Firenze;

• 1640-1647 seconda e più lunga permanenza a Firenze;

• 1648 torna a Roma;

• Tavolozza trasparente e luminosa;

• Interesse per l’architettura in particolare romana;

• Rivitalizzazione dell’antico;

• Figure libere nello spazio;

• Concezione eroica della pittura.

JUSEPE DE RIBERA detto LO SPAGNOLETTO (Játiva, Valencia 1591-


Napoli 1652)
• Formazione a Valencia sotto guida di Francisco Ribalta ;

• Operò principalmente Roma, Parma, Napoli;

• Stile giovanile vicino realismo caravaggesco;

• Stile maturità più pittorico e attento a valori cromatici e luminosità;

• 1611 Parma;

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• 1613-16 Roma;

• 1616 Napoli;

• Nella maturità ha influssi da Rubens, van Dyck e pittura neoveneta;

• Opere tarde pittura luminosa e solare innovativo per Luca Giordano.

COSIMO FANZAGO (Clusone, Bergamo 1591-Napoli 1678)


• Studia scultura a Napoli;

• Dedica completamente all’architettura dominando nella Napoli seicentesca;

• Chiostro Certosa di San Martino;

• Ariose e complicate prospettive;

• Vivo gusto pittorico.

MATTIA PRETI detto IL CAVALIERE CALABRESE (Taverna, Catanzaro


1613-La Valletta 1699)
• Stile eclettico;

• Si ispirava agli effetti. Decorativi dei Veneti dell’ultimo Cinquecento;

• Importante chiaroscuro che aumenta anche il senso drammatico;

• Esigenza di semplificazione;

• Rudezza quasi paesana:

• Dopo il 1630 Roma dove era fratello Gregorio che gli insegnò la pittura
bolognese seicentesca;

• Primo decennio dedicò solamente al disegno;

• 1640 Roma;

• Prime opere adesione al caravaggismo;

• Affreschi monumentali;

• 1653-1660 vive a Napoli;

• Dal 1661 Roma, Malta;

• Opera periodo maltese caratterizzata da concezione barocca dello spazio,


luminismo diffuso e colore denso.

LUCA GIORDANO (Napoli 1632-1705)


• 1645 Roma;

• Copiò grandi maestri: Raffaello, Michelangelo, i Carracci, Polidoro da


Caravaggio;

• Bologna;

• Parma;

• Venezia conosce per Tintoretto, Veronese;

• Studiò Rembrandt, Rubens e disegni Luca Cambiaso;

• 1651 Napoli;

• 1667 Venezia;

• 1674-76 Padova;

• 1684-86 Firenze;

• 1692-1702 Madrid e Toledo;

• 1702 torna a Napoli passando per Genova;

• Numerose incisioni;

• Autonomia interpretativa;

• Pittoricismo che segna passaggio dal Barocco al Rococò.

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VALERIO CASTELLO (Genova 1624-1659)
• Formazione su Procaccini, Correggio, Rubens, van Dyck;

• Pittura dal tocco vivace;

• Forte senso dinamico dello spazio;

• Numerosi dipinti soggetto sacro e profano.

DOMENICO PIOLA (Genova 1627-1703)


• Formazione su fratello Pellegrino e pittori tardomanieristi lombardi;

• Dedicò soprattutto a cicli decorativi;

• Influenza della pittore romana;

• 1690-94 Roma;

• Loreto, Forlì e Genova;

• Illustrazione di miti, allegorie;

• Immagini inserite in cornici architettoniche;

• Figure proiettate verso l’alto;

• Colori vivi sul viola, cobalto e verde.

GREGORIO DE FERRARI (Porto Maurizio 1647-Genova 1726)


• A Parma studiò Correggio;

• Migliore decoratore genovese;

• Gusto leggero e armonioso;

• Lavorò soprattutto a Genova.

SIMONE CANTARINI (Pesaro 1612-Verona 1648)


• Formazione tardo manierismo marchigiano;

• Allievo a Bologna di Reni;

• Vivace naturalismo;

• Grafica di alto livello.

GUIDO CAGNACCI (Santarcangelo di Romagna, Rimini 1601-Vienna


1663)
• Formazione a Bologna e Roma;

• Lavorò in Romagna, Venezia e dal 1658 Vienna;

• Inizio vagamente caravaggesco accostandosi poi a Reni;

• Piccoli effetti barocchi poi si ricompone in un misurato classicismo.

CARLO CIGNANI (Bologna 1628-Forlì 1719)


• Lavorò a Roma e Bologna;

• Influssi da Reeni e Guercino;

• Parma suo stile si arricchisce di caratteristiche correggesche;

• Opere più tarde sono tra le migliori.

FRANCESCO FURINI (Firenze 1604 ca.-1646)


• Lavorò a Roma;

• A Firenze noto per opere a soggetto mitologico e religioso;

• Nudo femminile trattato con delicatezza;

• Effetti sfumato.

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GIOVANNI DA SAN GIOVANNI (San Giovanni Valdarno 1592-Firenze
1636)
• Studiò a Parigi;

• Lavorò in particolare a Firenze e dintorni e Roma;

• Supera la formazione manierista;

• Linguaggio narrativo;

• Colori delicati.

BALDASSARRE FRANCESCHINI detto IL VOLTERRANO (Volterra 1611-


Firenze 1689)
• Elegante decoratore di Firenze;

• Notevole esempio della pittura fiorentina in genere;

• Protetto dai Medici.

PIERO DELLA VECCHIA (Vicenza 1603-Venezia 1678)


• Si ispirò alle innovazioni carravaggesche;

• Esperto copiato e restauratore di quadri veneti cinquecenteschi;

• Gusto per lo stravagante, il grottesco e il curioso.

SEBASTIANO MAZZONI (Firenze 1615-Venezia 1685 ca.)


• Opera caratterizzar dall’invenzione;

• Pennellata sciolta;

• Colore vibrante;

• Influenzò molto la pittura settecentesca dell’Italia settentrionale;

• Anche poeta satirico e architetto.

BALDASSARE LONGHENA (Venezia 1598-1682)


• Massimo architetto del barocco veneziano;

• Grande inventiva e sapiente uso plastico della materia e della luce;

• Formazione nella bottega del padre architetto.

PIER PAUL RUBENS (Siegen, Vestalin 1577-Anversa 1640)


• 1589 Anversa frequentò bottega di un pittore di paesaggi;

• 1600 viaggio di studi in Italia , Venezia, Mantova con incarico di pittore da


Vincenzo Gonzaga che manterrà per otto anni;

• Firenze, Genova;

• 1601 Roma studia Carracci e Caravaggio;

• Reminiscenze arte fiamminga tardo manierista;

• 1603 missione diplomatica Madrid, studia collezioni reali in particolare Tiziano;

• Fine 1604 Mantova;

• 1605 Roma;

• Nelle sue opere ci sono evidenti riferimenti a Correggio, Tiziano e Veronese;

• Magniloquenza dei gesti;

• Ricchezza dei panneggi;

• Introduce i primi clemente tipici del barocco romano;

• 1608 torna ad Anversa per malattia della madre non tornando mai più in Italia;

• Aprì un suo studio ad Anversa;

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• Stile audace e dal forte dinamismo;

• Cromatismo vibrante;

• Fa anche molti ritratti;

• 1626 muore la moglie accetta numerosi incarichi all’estero (Francia, Spagna,


Olanda, Inghilterra);

• 1630 torna ad Anversa, si risposa con Hélène Fourment che gli ispirerà
moltissimi ritratti.

ANTOON VAN DYCK (Anversa 1599-Londra 1641)


• Figlio ricco mercante;

• A diciassette anni aprì un suo studio;

• Collaborazione con Rubens;

• Intensità dei colori;

• Irruenza compositiva;

• 1621 breve soggiorno a Londra;

• Viaggiò in Italia: Genova, Roma, Venezia, Palermo;

• 1623-27 Genova;

• Soggiorno italiano importante fonte di approfondimento per la sua arte;

• 1632 Londra divenne pittore di Carlo I, grande produzione inglese quasi solo
ritratti.

REMBRANDT (Leida, Olanda meridionale 1606-Amsterdam 1669)


• Abbandonò università entrando bottega di un artista di matrice romana e
napoletana;

• 1624 Amsterdam;

• 1610 lungo soggiorno in Italia conoscendo caravaggismo, entra in contatto con


pittura di storia e di soggetto mitologico;

• Inizialmente faceva opere di genere, ritratti familiare, soggetti storici o religiosi;

• Precisione maniacale dei dettagli;

• Monumentali delle figure;

• Contrasto chiaroscurale;

• Atmosfera rarefatta;

• Moltissimi autoritratti;

• 1631 trasferisce ad Amsterdam;

• Ritratti fatti ad Amsterdam profonda indagine psicologica;

• Rivoluziona lo statico ritratto di gruppo;

• Effettua molti ritratti di gruppo di membri delle corporazioni cittadine in atto di


parlare o gesticolare;

• Rarità di commissioni ufficiali;

• Vastissima cerchia di allievi;

• Poi sue opere diventano più intense e le luci più calde;

• 1656 bancarotta, vende sua collezione e sua casa;

• Moltissime acqueforti.

DIEGO VELÁZQUEZ (Siviglia 1599-Madrid 1660)


• Di famiglia nobile;

• Dal 1609 entra in una bottega che abbandona l’anno dopo per entrare in un altro
studio di un pittore erudito di letteratura e collezionista;

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• Interesse per naturalismo e tenebrismo con conseguente dominio della copia
dal vero;

• Potente resa del volume;

• Capacità di resa della materia;

• Dal 1623 al servizio della corte, grande prestigio;

• Madrid fu importante nel formare della arte;

• Soprattuto ritratti reali e personaggi della corte;

• 1628 conosce Rubens;

• 1629 viaggi in Italia (Genova, Milano, Venezia dove fece copie delle opere di
Tintoretto, Ferrara, Bologna e Roma, Vaticano);

• 1631 Madrid;

• 1649 Italia;

• 1651 Madrid.

JAN VERMEER (Delft 1632-1675)


• Poche notizie della sua vita e poche opere sicure;

• Piccoli successi nel XVII secolo ma generale rivalutazione della sua grandezza
dalla seconda metà dell’Ottocento;

• Formazione sconosciuta;

• Dal 1655 sicuramente non lasciò Delf;

• Dipinti giovanili unici con soggetti mitologici o biblici con forme piene e colori
vivi con conoscenza di un linguaggio postcaravaggesco;

• Poco prima 1660 interesse verso interni e vita quotidiana, pochi personali e
figure isolare che lo portano ad affrontare rapporto luce spazio;

• Uso prospettiva e indagine atmosferica con velature;

• Suo realismo non corrisponde a interesse nella riproduzione esatta della realtà,
proietta la visione meditativa ed emozionale del pittore;

• Vennero fatti moltissimi falsi delle sue opere.

GUARINO GUARINI (Modena 1624-Milano 1683)


• Sponente barocco piemontese;

• Formazione su stile borromiano;

• In seguito si distacco dall’architettura classica e contemporanea;

• I suoi edifici mirano al collegamento di parti individualmente distinte;

• Attivo a Torino da 1666;

• Scritte vari trattati;

• 1649-55 Modena;

• 1655 insegnò filosofia;

• 1660 Messina;

• 1662 poco Modena;

• 1714 Parigi;

• Probabilmente in Spagna e Lisbona;

• 1666 Torino;

• 1680 Modena;

• Rapporti stilistici con Borromini ma per il resto rottura radicale con architettura
classica e contemporanea;

• Studiò architettura romanica gli aspetti di ingegneria;

• In Sicilia e Spagna conosce architettura islamica.

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FILIPPO JUVARRA (Messina 1678-Madrid 1736)
• Formazione a Roma confrontandosi con gli antichi e Borromini;

• Prima si occupa di architettura teatrale e scenografia;

• Primo architetto civile del re, molto attivo a Torino;

• 1719-20 Portogallo;

• 1718 torna a Torino;

• Soggiornò spesso a Roma;

• 1735 Madrid;

• Architettura caratterizzata per effetti prospettici e pittori parchi e aerei


proponendo alcuni elementi di ispirazione classica.

SEBASTIANO RICCI (Belluno 1659-Venezia 1734)


• Attivo in particolare a Venezia;

• Pittura chiara e luminosa con impianto competitivo scenografico;

• Prende spunto da Veronese e barocco maturo di Luca Giordano;

• Formazione a Venezia, Bologna e Parma da 1648-88;

• Influsso del Correggio e Parmigianino;

• 1691-94 Roma;

• 1694 Milano;

• 1696-1701 Venezia;

• Riscopre il colorismo di Veronese;

• 1702 Vienna;

• Firenze;

• 1712-16 Inghilterra;,

• Sosta a Parigi poi torna a Venezia intensa attività per committenti italiani e
stranieri.

GIAMBATTISTA PIAZZETTTA (Venezia 1683-1754)


• Opere con intensità di sentimento;

• Diverso dalla pittura veneta;

• Bologna per studiare opere di Carracci e Guercino;

• 1711 Venezia;

• Pubblico riconoscimento del suo lavoro ma ultimi anni in solitudine e malato.

GIAMBATTISTA TIEPOLO (Venezia 1696-Madrid 1770)


• Tra i massimi esponenti del rococò e ultimo protagonista decorazione
monumentali europea;

• Riportò la scena artistica veneziana in carreggiata;

• Famoso sia in Italia che all’estero;

• Visione personale del rococò attraverso ricerca di luminosità atmosferica e


nuovo rapporto forma/luce/colore mirato alla solidità e plasticismo della figura
umana;

• Sottile ironia e finzione scenica;

• Udine e poi Milano, Bergamo e Vicenza;

• 1762 Madrid;

• Grande fantasia e vena satirica;

• Limitata produzione incisoria.

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GIOVANNI ANTONIO CANAL detto il CANALETTO (Venezia 1697-1768)
• Caposcuola vedutisti veneti del Settecento;

• Formazione con padre;

• 1719 Roma comincia pittura di paesaggio;

• 1720 Venezia;

• Favore del pubblico internazionale;

• 1746 al 1756 Londra;

• Sensibilità nei valori di luce e atmosfera;

• Oltre cinquecento dipinti, trecento disegni e trentacinque acqueforti;

• Punto di vista ribassato per coinvolgere spettatore.

FRANCESCO GUARDI (Venezia 1712-1793)


• Vedutismo veneziano;

• Formazione su Canaletto ma diversa interpretazione della luce;

• 1782 Valtellina;

• 1784 “pittore prospettico” nell’Accademia di Venezia;

• Opere giovanile quasi tutte in Trentino con collaborazione del fratello;

• 1747-53 Venezia;

• Anche pittore di fiori, sipari di teatro e mobili.

PIETRO LONGHI (Venezia 1702-1785)


• Maggiori rappresentanti rococò veneziano;

• Quadri di genere e costume di vita veneziana;

• Dipinti spesso ambientati in interni con mondo popolare;

• Padre argentiere gli insegna a disegnare poi frequenta bottega a Bologna;

• Dal 1756 insegno all’Accademia di Venezia fino 1780;

• Stile chiaro ed immediato;

• Quasi intento documentaristico.

DONATO CRETI (Cremona 1671-Bologna 1749)


• Pittura raffinata;

• Soggetti religiosi, storici, mitologici e allegorici;

• Operò soprattutto a Bologna ma anche Palermo, Lucca, Bergamo e Inghilterra;

• Scenari arcaici.

GIUSEPPE MARIA CRESPI (Bologna 1665-1746)


• Formazione a Bologna, Venezia, Parma, Urbino;

• Influsso Parmigianino, Baroccio e Guercino;

• Conosce collezioni medicee di arte fiamminghe e olandese;

• Grande qualità luce e colore;

• Attenzione naturalistica;

• Da soggetti mitologici a religiosi, scene di genere;

• Sue opere apprezzate da nobili, ecclesiastici e borghesi bolognesi;

• Incisioni e illustrazioni famose.

FRANCESCO SOLIMENA (Canale, Cuneo 1657-Barra, Napoli 1747)


• Formazione da suo padre;

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• 1674 Napoli;

• Determinante fu Luca Giordano;

• Prima fase di grandi opere barocche che uniscono sensibilità cromatica e


luministica per maggiore solidità volumetrica con forti contrasti fra luci e ombre;

• Composizioni complessi e scenografiche;

• Contatti con ambiente romano classicista;

• Da inizio anni Trenta svolta in senso barocco.

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