Sei sulla pagina 1di 4

FERRUCCIO PARRI

Ferruccio Parri – Video documentario


 https://www.youtube.com/watch?v=-120GwvqbyY&fbclid=IwAR3SNzFyWd-
YBPncvyhBxWx4owEPxdancDtobI31wI7LL0uNiOSN72CVVU4&ab_channel=algor65

“Io ero per tutti il vecchio zio avevano preso i miei capelli bianchi una bandiera e intanto essi sono morti e il
vecchio zio è qui a prendere i vostri applausi.” Parri

Ricca la biografia politica di Ferruccio Parri, era nato nel 1890 e già durante la Prima guerra mondiale aveva
conquistato una medaglia d'argento poi era stato giornalista per il Corriere della Sera e fu subito antifascista.
Organizzò la fuga dall'Italia di Filippo Turati. Fu un antifascista convinto e durante la Seconda guerra mondiale
divenne il capo della resistenza italiana con il nome di battaglia di Maurizio e forse fu anche per questo che alla
fine della guerra, anzi subito dopo la fine della guerra, nella seconda metà del 1945, gli fu affidato l'incarico di
guidare il governo italiano. E la sua esperienza alla guida del governo durò fino al novembre dicembre 1945 e
quando il suo governo cadde lui gridò al golpe, però poi si ricredette e appoggiò, seppur restando all’
opposizione, il governo guidato dalla democrazia di Alcide De Gasperi. La sua vita politica non fini lì, fu un
dirigente partito d’azione, del partito repubblicano e poi degli indipendenti di sinistra cioè quegli uomini e
donne elette nelle liste del partito comunista italiano ma come indipendenti. Alla fine, fondò un’importante
rivista, l’Astrolabio.

“Aveva un viso sofferente, come se un dolore continuo, il dolore degli altri che non può avere fine, gli volgesse in
basso gli angoli della bocca, gli spegnesse lo sguardo e gli avesse fin da fanciullo imbiancato i lunghi capelli.”

“Aveva gli occhiali sulla testa, lui diceva sempre per non vedere”

“Mio nonno veniva avvicinato da molti, che avevano gli occhi lucidi per l’emozione”

Dicevano che non fosse un uomo politico, che non rappresentasse nessuna forza reale, che non sapesse
destreggiarsi nel gioco avviluppato degli interessi, che non fosse altro che un personaggio simbolico e neutrale.
Sostiene di aver iniziato la carriera politica dall’alto e non dal basso. Egli non guardava al passato ma al futuro.

La politica per lui significava educazione per la democrazia e contrasto dei privilegi corporativi consolidati.

Il 24 novembre 1945 Il presidente del consiglio Ferruccio Parri, di fronte alla stampa estera, al CLN ufficializza
formalizza la caduta del suo governo. La caduta del governo Parri è dovuta a tante ragioni, in sostanza sono i
grandi partiti di massa che riprendono in mano il gioco: democristiani e socialisti aveva trovato una linea d’
accordo la linea d'accordo che prevedeva divisione del potere, una sorta di rivoluzione contro il CLN. I toni della
conferenza sono molto duri perché parlerà di un vero e proprio colpo di stato da parte del partito liberale e
anche della democrazia cristiana. Poi tra la generale confusione il presidente uscì per una porticina senza far
rumore e nessuno si era accorto della sua scomparsa, così cade il governo Parri e restano i suoi dispiaceri.

Le polemiche nate in quel periodo furono molto strumentali.

“Non è colpo di Stato il mio tentativo che intendeva salvaguardare gli interessi del paese, semmai era colpo di
Stato quello del partito liberale.” Parri

La vita
Ferruccio Parri nasce il 19 Gennaio 1890 a Pinerolo, in provincia di Torino, da una famiglia di origine
marchigiana. Il lavoro del padre spinge le famiglie a spostarsi frequentemente. La severità del padre influì sul
suo carattere: l'idea della coerenza morale, la vita come impegno e come dovere, sono valori trasmessi dall'
ambiente familiare dal padre che ritroveremo in tutto il percorso la sua vita politica e intellettuale. Condizionato
peraltro anche dai turbamenti culturali dell'Italia di primo 900.

Egli studia al liceo Cesare Balbo di Casale Monferrato, dove la famiglia nel frattempo si è trasferita e nel 1909 si
iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Torino. I suoi studi lo portano a mettere a fuoco due grandi temi
che diverranno delle costanti della sua riflessione politica nei decenni successivi: il primo è la questione dello
Stato unitario, delle sue insufficienze e delle sue carenze, il problema sostanzialmente del Risorgimento e del
suo esito politico. L'altro grande tema che prende forma nei suoi studi è quello dell'economia di mercato e del
problema del protezionismo e del corporativismo.
Presa la laurea subentrava per Parri la vita militare che definisce come "servitù" ma l’obbligo che la rendeva
sopportabile.

Per Parri l’interventismo in guerra (1915) col tempo si veste di un abito democratico.

“Io ero interventista e sono ovviamente intervenuto, questa guerra per me era ancora una guerra d'
indipendenza, democratica, ma non potendo nascondermi subito, l’influenza che poteva avere la divisione negli
animi che si era prodotta all'entrata in guerra per la posizione logica presa soprattutto dai socialisti contro la
guerra.” Parri.

Caddero subito le illusioni sulla guerra breve, sanguinosa, costosa, uno sforzo enorme, il 1916 fu un anno
difficile ma il 1917 fu un anno tragico. La guerra per Parri
e per tutti i giovani che parteciparono alla guerra fu un modo per mettersi in gioco, alla prova come nuova
aristocrazia. L' Italia non aveva la resistenza politica,
sociale ed economica per un tormento così grave come fu la Prima guerra mondiale.
Ferruccio Parri durante l'anno 1916 viene ferito durante un attacco notturno, riportò numerose ferite e resterà
uno degli eroi della grande guerra. Erano borghesi
quelli che morivano con i contadini fino alla fine della guerra, era il fiore dell’intelligenza e della forza morale ciò
che sarebbe mancato all' Italia che scivolò nel fascismo.

Anni dopo la guerra, nel 1° luglio del 1924, nasce "IL CAFFÈ" una rivista politica antifascista.
L'antifascismo di Parri si nutre di una dimensione etica molto forte, operare per il mondo, una coniugazione
stretta fra quello che si pensa e quello che si fa. Dopo le leggi fasciste, il 25-26
la possibilità di ridare battaglia attraverso le riviste finisce, inizia la dittatura aperta del fascismo e l’antifascismo
deve cambiare strategia diventando clandestino.

La fuga di Turati rappresenta un capitolo decisivo delle reti antifasciste, il vecchio leader del socialismo
riformista italiano, aiutato ad uscire dall' Italia da Parri, il suo espatrio è oggetto di un processo che si svolge a
Savona nel 1927, Turati e Pertini vengono giudicati in contumacia mentre Carlo Rosselli e Ferruccio Parri
trasformano il dibattimento in una requisitoria contro il fascismo e le sue turbolenze.
Dopo questo processo, Parri inizia la sua carriera di carcerato e confinato. L' attività
antifascista di Parri fu nota a prefetti e questori e gli procurano numerose condanne al confino.
Liberato nel 1930 per poi rientrare in carcere fino al 1932. Durante
gli anni della più dura repressione fascista comportò una vita dura, difficile. Alla caduta del
regime, all' arresto di Mussolini e al varo del governo Badoglio nel luglio del 1943 Parri non è ancora in una
posizione centrale, è a Milano e gode di una grande autorità morale.
Al momento dell’avvio della resistenza dopo l 8 settembre del 43 diventa uno dei capi della resistenza italiana. Il
suo nome di battaglia è "Maurizio" dal momento in cui legato alle sue origini.
La prima vittoria, afferma Parri, è quella di aver organizzato, anche su campo militare, un comando unico.

Il 25 aprile del 1945 il comandante Maurizio non partecipa all' insurrezione di Milano e il 25 gennaio viene
catturato dai nazisti e per alcuni giorni non si ebbero notizie di Parri ma poi riesce a tornare dalla famiglia.
Nonostante la divisione tra nord e sud, si sceglie la via dell’unità nel 21 giugno del 1945, Maurizio arriva a Roma
per sostituire il liberale Bonomi. Il suo ruolo fu fondamentale, diventa
capo del primo governo dell’Italia liberale. Parri presidente del consiglio si ritrova a dover
risollevare un’Italia distrutta dalla guerra e divisa dalla guerra civile, egli rappresenta la modernità ed il
progresso. Il Governo si trova in una situazione drammatica, soprattutto sotto
il punto di vista dell’ordine pubblico, Parri credeva che si trovasse in dovere di ricostruire l’Italia.
Anche grazie a Parri durante le nuove elezioni anche le donne avranno diritto al voto.
Secondo Parri la politica doveva portare alla democrazia e riteneva che i partiti politici non potessero svolgere
questo compito perché i partiti politici erano troppo concentrati sui voti delle elezioni. Il compito della
democrazia era quello di includere tutto il popolo italiano.

Nel 1948 viene eletto come senatore ella costituente. Nel 1949 si
pone al centro di una grande iniziativa ovvero la formazione dell’istituto nazionale per la storia del movimento
di liberazione in Italia.

Nel 1953 esce dal partito repubblicano in opposizione alla nuova legge elettorale con premio di maggioranza, la
cosiddetta "legge truffa" dando vita al movimento di unità popolare che contribuisce al fallimento della legge
elettorale voluta dal Ministro degli interni Mario Scelba. Dal 1963 inizia un’attività politica individuale, meno
legata ai partiti e fonda insieme ad Ernesto Rossi il periodico "L'Astrolabio" una tribuna da cui conduce
campagne per una democrazia più compiuta per aprire gli occhi all’opinione pubblica e per 15 anni fu il suo
strumento per comunicare i suoi pensieri politici agli avvenimenti durante il corso storico.
Dal '53 al '60 furono gli anni di una nuova Italia industriale, di un recupero di autorità economica.

Link correlati
Si riunisce a Montecitorio la Consulta nazionale; discorso di apertura del presidente del consiglio Ferruccio
Parri 1945.
 https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000052865/2/si-riunisce-montecitorio-
consulta-nazionale-discorso-apertura-del-presidente-del-consiglio-ferruccio-parri.html?
fbclid=IwAR18ApHpzwNqbgp1QQKmLY0MGBvLb5Rrlx9UXKZHDUYvk-Rag42hYKjaTqk

Il discorso di Ferruccio Parri si apre con un saluto ai membri della Consulta, il presidente del consiglio esprime
inoltre l’augurio che al più presto il popolo elegga un’assemblea costituente. Nel servizio si sottolinea la
presenza di donne come membri della Consulta nazionale.
“Nel palazzo di Montecitorio la Consulta terrà tra poco la seduta inaugurale. Si compie il primo passo verso un
libero Parlamento. Fra i consultori che giungono: ecco il novantenne onorevole Agnini, che decano
dell’assemblea, ne sarà oggi il presidente. Vecchi parlamentari, che non si piegarono né alle minacce, né alle
lusinghe del fascismo, rientrano la camera accanto a uomini delle nuove generazioni che seppero mantenere
anche in regime di dittatura la libertà delle proprie idee; uno dei più autorevoli esponenti della Democrazia
cristiana, l'onorevole Di Rodinò; le prime consultrici, la novità del giorno; l'onorevole Maffi veterano della
sinistra parlamentare; nella sua serena modestia, l'onorevole Bonomi non si dorrà certo di entrare a
Montecitorio come semplice consultore.

Giunge l’ammiraglio Stone, presidente della commissione alleata; per ogni donna che entra, si ravviva
l'interesse dei curiosi, su di essa incombe la responsabilità di corrispondere all’attesa dopo la conquista dei
diritti politici.

Ormai la seduta sta per cominciare, la consultrice dalla figura autorevole. Nel corpo diplomatico il Nunzio
pontificio Monsignor Borgongini Duca. Ed ecco un sincero e cordiale amico del nostro paese, il colonnello
Charles Poletti, l'ambasciatore dell'unione Repubbliche Socialiste sovietiche. Nell’aula, dopo l’umiliante
parentesi dell’unanimità obbligatoria, torneranno a risuonare, con oggi, i liberi dibattiti. Il presidente del
consiglio Ferruccio Parri inizia il suo discorso nel quale, dopo aver portato il saluto del governo agli anziani di
Montecitorio e ai nuovi che provengono dalla cospirazione e dalla lotta partigiana, invita la Consulta ad un
proficuo lavoro che prepari l’avvento ad un'assemblea eletta dal popolo, la Costituente per deliberare sui nuovi
statuti dell’Italia democratica.

Potrebbero piacerti anche