Brunelleschi:
Filippo Brunelleschi (1377-1446) è stato da sempre considerato il “padre del
Rinascimento”. Un titolo che senza dubbio meritò. Se altri artisti, assieme a
lui e contemporaneamente a lui, si impegnarono a recuperare il linguaggio classico,
Filippo fu quello che lo fece con maggiore determinazione. Brunelleschi aveva iniziato
la sua carriera come scultore e difatti partecipò al concorso del 1401. Si trasferí prima a
Roma e poi entro il 1418 fece ritorno a Firenze.
Nel 1420, Giovanni dei Medici incaricò Brunelleschi di progettare una cappella funebre
per la sua famiglia, nella Basilica paleocristiana di San Lorenzo che poi lo stesso
architetto ricostruì per volontà del figlio di Giovanni: Cosimo dei Medici, detto il
Vecchio. Filippo lavorò alla cappella, poi chiamata Sagrestia Vecchia [figg. 295-297], per
sette anni, dal 1421 al 1428. Questo piccolo ambiente si presenta come un semplice
vano cubico coperto da una cupola “ad ombrello” (così chiamata perché presenta
dodici costoloni che ricordano, appunto, le stecche di un ombrello). Sull’ambiente
principale si affacciano un secondo vano quadrato più piccolo, coperto da un cupolino
emisferico, e due piccoli ambienti di servizio con volte a botte. Le pareti della Sagrestia
sono intonacate di bianco e decorate da elementi architettonici in pietra serena, un
materiale lapideo dal tipico colore grigio.
Compí una delle più grandi rivoluzioni della storia culturale d’Occidente: imitando gli
antichi, egli elaborò un metodo progettuale basato sull’uso di un modulo di partenza
che regola, per multipli e sottomultipli, l’intera architettura. Inoltre, fu il primo a creare
una nuova figura professionale di architetto: non più un consulente specializzato fra
tanti artigiani ma un vero e proprio professionista intellettuale.