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DELL’ARTE LOMBARDA
Rivista quadrimestrale Numero 33 - 2021
Crediti fotografici AEDIS: 104, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 116, 118, 119, 120,
121, 122, 123, 124 e 125; Archivo General de la Nación (AGN) a Buenos Aires: p. 70 e 72;
Fototeca ISAL, Fondo corrente: p. 162; Fototeca ISAL, Fondo corrente, Fotografia di Biblioteca Nacional di Buenos Aires: pp. 69 e 71; Collezione privata Pietro Galdangelo, Somma
BAMSphoto: p. 30 ds. Lombardo: pp. 64 e 65; Fondazione Frate Sole: pp. 132 e 136; Museo Histórico Nacional
(MHN) di Buenos Aires: p. 68; Archivio privato degli autori: pp. 73, 74, 75, 128, 142, 143
Fotografie, con eventuali diritti assolti dagli autori: Archivio Associazione Amici Palazzo ds, 155, 156, 157 e 158.
e Parco Arese Borromeo: p. 160; Archivio Comune di Cesano Maderno: pp. 27, 29, 30 sn, 32,
33, 34, 35, 36, 38 e 39; Archivio del Moderno (Chiasso), Fondo Zanuso: pp. 49 ds, 50, 51, Fotografie, con eventuali diritti assolti dagli autori, tratte da: H. Hermann, Pia Desideria
52, 53 e 54; L’archivio del Museo comunale di Para de Minas (Brasile): pp. 79 in alto, 80, 81, emblematis illustrata, apud Henricum Aertssens, 1632: p. 56; The M. C. Escher Company B.
82, 83 in alto, 84, 86, 87 e 89; Archivio della parrocchia prepositurale di Sant’Agnese, Somma V.- Baarnthe Netherlands: p. 57 sn; G. Polvara, Domus Dei, Società Editrice Amici dell’Arte
Lombardo, Fabbriceria: pp. 59, 60, 61 e 63; Archivio di Stato di Reggio Emilia (ASRe): pp. 8, Cristiana Scuola Beato Angelico, Milano, 1929: pp. 140, 141, 144, 145, 146 e 147.
9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22 e 23; Archivio Mangiarotti (Milano): pp.
44, 45, 46, 47, 48 e 49 sn; Archivio parrocchiale di Cernobbio, Madonna della Grazie, cart. 1: Fotografie di: Michela Marisa Grisoni; p. 57 ds; Francesca Leto: p. 143 sn; Eliane Moreira
p. 62; Archivio storico Corsini-Wiskemann: p. 99; Archivio storico Cotonificio Honegger: pp. 93 Melo: pp. 79 in basso e 83 in basso; Ferdinando Zanzottera: p. 31.
e 95; Archivio storico Cotonificio Legler: p. 92; Archivio storico di Crespi d’Adda Ing. Giovanni
Rinaldi (già A.S.C.A.L.): pp. 96 e 97; Archivio storico ISMES, pp. 100 e 101; Archivio Studio Elaborazione grafiche di: Eliane Moreira Melo: p. 78; Cleysi Mara Pinto Coelho: p. 88..
In copertina: Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo, Sala dei fasti romani ripresa dalla Sala del Castello (BAMSpotho Rodella).
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Prospettive
L’archivio Carlo Zucchi
e la sua importanza per la storia
dell’architettura tra centro e periferia.
Fernando Aliata
Nel lasso temporale 1829-1842 Carlo Zucchi lavorò come architetto ufficiale a Buenos Aires e a Montevideo. In quel periodo realizzò un numero significativo di progetti
nel campo dell’architettura pubblica e privata, dei monumenti funebri e commemorativi e delle scenografie e decorazioni per le feste pubbliche. Nei primi anni del 1840,
epoca dell’internazionalizzazione del conflitto del Río de la Plata, Zucchi decise di ritornare in Italia portando con sé disegni e altri documenti inerenti al suo lavoro. Questo
archivio, per dimensioni e contenuto, rappresenta una tappa fondamentale per la comprensione dell’architettura del primo Ottocento in Argentina e in Uruguay, non solo per
i progetti di Zucchi ma anche per l’esistenza, all’interno delle cartelle, di disegni e progetti eseguiti da altri professionisti. D’altra parte, l’archivio documenta con chiarezza la
diffusione e l’ibridazione dell’ideologia del periodo neoclassico in un contesto diverso e lontano dai centri in cui si sviluppò questa cultura architettonica.
Transculturation and hybridization. The Carlo Zucchi archive and its importance for the history of architecture between the center
and the suburbs.
In the course of a period from 1829-1842, Carlo Zucchi work in Buenos Aires and Montevideo as an official architect. In that period he carried out a significant number of
projects in the field of public and private architecture, of the funerary monument and fittings to the public celebrations. From the internationalization of the conflict in the Rio
de la Plata, in the early years of the 1840s, Zucchi decided to return in Italy carrying your drawings and other documents. This files, due to its dimension and content, means
a revolution for the understanding of the architecture and art of the early XIX century in Argentina and Uruguay, not only because it is extensively documented from the
first sketches to the definitive projects of Zucchi but also for the existence, inside the folders, from drawings made by other engineers and architects. Furthermore, the collection
clearly shows the diffusion and hybridization of the neoclassical ideas in contexts far away from the origino f this architectural culture.
Per lungo tempo gli archivi di architettura dell’Ottocento in Suo zio, omonimo, fu un generale dell’esercito napoleonico
Argentina furono dimenticati, poiché gli edifici di matrice e lui stesso, dopo aver studiato presso la Scuola delle Belle
eclettica o storicista vennero spesso relegati a produzione Arti locale, si arruolò in Francia come soldato nelle truppe
“minore”, degna unicamente dell’erudizione locale e delle dell’Imperatore e fece parte dell’armata che invase la Spagna.
storie regionali, che non meritava di occupare un posto di Dopo la caduta di Bonaparte tornò in Italia e lavorò come
rilievo nella storiografia. Solo negli ultimi decenni del secolo incisore e scenografo. Dal 1815 visse a Milano e, nel 1821,
scorso si iniziò a prenderli in esame e a rivalutarli quale venne arrestato dalla polizia austriaca con l’accusa di essere
parte del patrimonio culturale mondiale, abbandonando il un carbonaro, affiliato alla massoneria, che aveva partecipato
disinteresse dei primi storici dell’architettura moderna per a una congiura contro le autorità2. Costretto all’esilio, tornò
tutto ciò che era considerato di radice “accademica”. Oggi, in Francia dove rinnovò la propria vocazione artistica, anche
ormai lontani dalla critica militante del moderno, possiamo se non sappiamo se continuò gli studi, iniziando a coltivare
osservare con altri occhi l’architettura che va dall’età del rapporti con alcuni importanti personaggi nel campo delle
Neoclassico alle varie manifestazioni dell’Eclettismo e arti e dell’architettura, come Charles Percier, i suoi discepoli
rivisitare con nuova e diversa attenzione gli archivi che Charles François Mazois e Ludovico Visconti, ma anche con
contengono i documenti di quel periodo1. Dominique Vivant Denon, direttore del Museo del Louvre
L’interesse che motiva la stesura di questo articolo è l’esperienza in epoca napoleonica3. Si tratta di artisti e architetti italiani
di lavoro realizzata su un fondo direttamente legato alla storia o francesi molto vicini alla cultura peninsulare. Ricordiamo
dell’architettura sudamericana dell’Ottocento, che però si in particolare il lungo soggiorno di Percier e di Fontaine a
trova depositato in Italia. Si tratta dell’archivio personale che Roma e, più in generale la pubblicazione dei libri di questi
riunisce tutta l’opera di un architetto italiano, la cui figura studiosi dedicati all’architettura romana, fondamentali
deve essere contestualizzata storicamente elencando alcuni antecedenti per un nuovo sguardo sul Rinascimento che
dati biografici che ne spieghino l’importanza per poter prese piede nei decenni successivi4.
valutare il contenuto e il valore del suddetto archivio. In questo contesto Zucchi non riuscì a ottenere un incarico
conforme alle sue aspettative; sebbene lavorasse a Parigi
Introduzione: l’architetto e il suo esilio da alcuni anni come incisore, difficoltà economiche e
Carlo Zucchi nacque a Reggio Emilia da una famiglia patrizia. mancanza di aspettative lo portarono, alla fine del 1826, ad
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F. R. Moreau, litografia di Heaton e Resenburg, Rio de Janeiro, ritratto di Carlo Zucchi con il cane (1845).
emigrare verso il Río de la Plata. La sua non fu una scelta infatti un’ampia documentazione dei progetti di Zucchi),
casuale, poiché all’epoca questa era la meta prediletta di ma anche per l’esistenza, all’interno delle cartelle che lo
molti italiani di spicco, attivi nei moti rivoluzionari del loro compongono, di disegni eseguiti da altri ingegneri e architetti
paese. In effetti, all’inizio degli anni venti dell’Ottocento che lavorarono a Buenos Aires e a Montevideo tra la seconda
Buenos Aires fu uno dei pochi luoghi in Occidente in cui metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento.
un sistema politico liberale rappresentativo sopravvivesse
alla dilagante Restaurazione. Questa particolare condizione Cartografia dell’archivio
attirò un numero non trascurabile di militari, tecnici, Il lascito attirò inizialmente l’attenzione del dott. Gino
artisti, professionisti e letterati, il cui passato rivoluzionario Badini5, direttore dell’ASRE e professore di Paleografia
o bonapartista aveva chiuso loro tutte le porte in Europa. il quale, con l’aiuto della dott.ssa Liliana Mezzabotta, ha
Zucchi lavorò nel periodo tra 1829 e 1842 come architetto inventariato tutto il materiale, conservando l’originale
ufficiale a Buenos Aires e a Montevideo, realizzando un ordine ricevuto dalla famiglia Bongiovanni che, fino a quel
numero significativo di progetti nel campo dell’architettura momento, aveva custodito il materiale dell’architetto6.
pubblica e privata, di monumenti funebri e commemorativi Il fondo documentario colpisce per dimensioni e contenuto.
e nell’ornato per le feste pubbliche. Al momento È importante sottolineare che non si tratta solo di un
dell’internazionalizzazione del conflitto in atto nella regione archivio di disegni di architettura, ma che risulta composto
del Río de la Plata nei primi anni quaranta, egli decise di ulteriori nuclei documentali elencati di seguito:
di tornare in Italia ma, in attesa che il suo esilio venisse 1. Piani realizzati dall’architetto, classificabili come disegni
condonato, eseguì alcuni progetti di rilievo a Rio de Janeiro. di progetto, piani esecutivi, di costruzione, schizzi, dettagli.
Questa ricca raccolta di materiale, mancante nel patrimonio 2. Piani e disegni di progetto, eseguiti da altri architetti, che
documentale sudamericano, è stata riscoperta alcuni anni Zucchi ha sicuramente utilizzato quale base documentale
fa dalla direzione dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia per la realizzazione dei propri lavori.
(ASRE), città in cui l’architetto, dopo il suo lungo esilio, 3. Disegni di valore storico, prevalentemente settecenteschi,
tornò malato e vi morì. Questo archivio rappresenta una di carattere artistico o curioso.
tappa fondamentale per la comprensione dell’architettura e 4. Disegni che l’architetto eseguì o copiò da manuali e
dell’arte del primo Ottocento in Argentina e in Uruguay, trattati di ornato e di architettura. A questi si aggiunge una
non solo perché per dimensioni e contenuto (contempla serie di tavole, probabilmente redatte a Buenos Aires, che
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Buenos Aires, Pantheon dedicato ai personaggi illustri della Repubblica Argentina (1831). Progetto di Carlo Zucchi.
Zucchi disegnò affinché servissero da esempi didattici per la La maggior parte di tali lettere, soprattutto quelle di Pietro
Scuola di disegno e architettura fondata con il pittore Paolo de Angelis, è oggi facilmente consultabile poiché esse sono
Caccianiga. state puntualmente pubblicate dal dott. Badini7.
5. Stampe e disegni sciolti (copie di dipinti, vedute e piante Il modo in cui è organizzato il fondo documentario appare
urbane, ritratti di personaggi) che compongono una piccola del tutto casuale. Solo i primi 195 e gli ultimi 47, che
raccolta di immagini collezionata da Zucchi. terminano con quelli del grande progetto per la tomba di
6. Schizzi, disegni e incisioni di scenografie che documentano Napoleone, sembrano obbedire a una sorta di ordine, il resto
un altro interesse della vita professionale dell’architetto. non presenta nessun criterio organizzativo e ha richiesto un
7. Documenti scritti (relazioni, note esplicative) che formano enorme sforzo per poterlo sistematizzare. Non è dato sapere
parte dei progetti e ne accompagnano i rispettivi disegni, se questo sia l’ordine in cui furono lasciati da Zucchi o se
nonché una vasta raccolta di documenti ufficiali, relazioni, il disordine si è prodotto nel tempo intercorso fino alla
note e lettere personali e alcune pubblicazioni realizzate loro inventariazione. Si potrebbe ipotizzare che i disegni
dall’architetto in rapporto al proprio lavoro. numerati da 1 a 195 corrispondano a quelli che l’architetto
All’interno di quest’ultima categoria merita particolare portò con sé nel viaggio di ritorno in Europa, in quanto
attenzione l’ampio carteggio che contiene alcune sue lettere per la maggior parte sono disegni definitivi, mentre il resto
e un importante numero di missive ricevute da altri esuli potrebbe corrispondere alle casse inviate da Montevideo a
italiani quali lo studioso napoletano Pietro de Angelis Genova con tutto il materiale aggiunto al resto8.
(autore di un enorme carteggio), il famoso astronomo La schedatura iniziale, effettuata dal punto di vista
Ottaviano Fabrizio Mossotti, Giuseppe Venzano e Giovan archivistico da Badini e da Mezzabotta, è stata un’opera
Battista Cúneo, amico di Mazzini, segretario e primo ardua e complessa poiché il materiale arrivò in archivio
biografo di Garibaldi. Sono missive di carattere politico che senza un precedente inventario, con numerosi verbali
documentano temi salienti dell’esilio italiano a Buenos Aires privi di datazione o annotazioni che consentissero di
e che possiamo direttamente collegare alla storiografia del stabilire precisi riferimenti temporali. Allo stesso tempo
Risorgimento. Si trovano anche molte lettere a lui inviate da molti progetti mancano di leggende che permettano una
clienti uruguaiani e argentini, funzionari, persone del suo chiara identificazione. Lo studio iniziale ha portato ad un
entourage, sua moglie Livia Borromini, la colta e intelligente primo inventario pubblicato in occasione di una mostra
Melanie de Angelis (moglie di Pietro) e di altri amici italiani. tenutasi a Reggio Emilia nel 1993 in concomitanza con
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Buenos Aires, Pantheon circolare (1836?). Progetto di Carlo Zucchi.
lista proposta dall’architetto, in quanto costituita soltanto di raggiungere la notorietà attraverso una pubblicazione che
dalle opere che valutava degne di essere pubblicate e non avrebbe dovuto riscattarlo dagli sfortunati anni trascorsi in
comprendente la totalità della sua produzione. Infatti esilio. Condizione che ha permesso di attuare un approccio
altri documenti evidenziano l’esistenza di realizzazioni multiplo nel cercare di ricostruire il più possibile la vita
minori come: ristrutturazioni domestiche, particolari di e l’opera di un personaggio nonché le sue relazioni nel
decorazione di piccoli ambienti, macchine, mobilio e altri complesso contesto del Río de la Plata della prima metà
oggetti probabilmente di sua mano, ma assenti dall’elenco. dell’Ottocento.
Questo fatto potrebbe far pensare che l’archivio fosse L’archivio ha la peculiarità di non essere stato costruito
stato preventivamente epurato di quanto ritenuto poco artificiosamente come “archivio tematico”, in quanto i
importante. disegni di architettura non sono stati decontestualizzati con
La nostra intenzione, nei confronti di questo complesso il solo fine di far parte di raccolte ordinate tematicamente,
lascito, è stata quella di cercare di ricostruire una fatto che avrebbe seriamente compromesso la possibilità di
classificazione che, partendo da quella eseguita dall’architetto ricostruire il percorso progettuale in modo integrale. Infatti è
per la pubblicazione dei suoi opuscoli, inglobasse anche il ormai assodato che i disegni, intesi quale materiale elaborato
materiale d’archivio che ci racconta dell’esistenza di progetti dalla mano del progettista (schemi, studi preparatori,
da lui scartati. D’altra parte, la complessa interazione di disegni artistici definitivi), non devono essere separati dagli
questo vasto insieme di fonti documentali ci ha consentito elaborati tecnici e dai documenti relativi alla committenza
un approccio innovativo. Abbiamo dovuto studiare non solo e all’esecuzione. Solo a queste condizioni possono essere
con un’insolita quantità di documenti riguardanti il lavoro correttamente interpretati e far parte, come diceva Tafuri,
tecnico e artistico di un architetto, vale a dire più di mille di una ricerca policentrica che pone l’opera al centro di una
disegni e schizzi, ma anche le sue lettere personali, le sue note serie di coordinate che si intersecano e ci permettono di
tecniche, le sue opinioni politiche, il pensiero artistico che confrontare molteplici sistemi di rappresentazione tra loro
può essere correlato in un tutt’uno con la sua produzione. interagenti, dando inoltre la possibilità di visualizzare una
Fortunatamente, tutto il materiale si trova riunito grazie costellazione di temi politici, religiosi, scientifici, artistici o
allo zelo con cui Zucchi si è preso cura nel documentare la sociali che si intrecciano alla dimensione architettonica14.
propria produzione, forse anche per l’ossessione personale Al di là delle possibilità metodologiche offerte, la scoperta
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Sopra: Provincia di Buenos Aires, Casa rurale per Ramón Larrea (1828), pianta e prospetto. Progetto di Carlo Zucchi. Nella pagina
precedente: Buenos Aires, Casa di Ladislao Martínez (1828), piano superiore. Progetto di Carlo Zucchi.
di questo fondo documentale per gli studi nei tre paesi un opuscolo con l’elenco dei volumi proposti. In questo
interessati, soprattutto in Argentina e Uruguay, ha inventario troviamo i più importanti trattatisti dell’epoca:
significato una vera rivoluzione nel campo della storiografia Durand, Bellidor, Blondel, Percier e Fontaine, Rondelet,
dell’architettura di quel periodo. Soprattutto perché nel Perronet, il dizionario di Quatremère de Quincy, il primo
contesto locale era scomparsa dagli archivi quasi tutta volume di Gourlier dedicato agli edifici costruiti dallo Stato
l’iconografia di quella fase caratterizzata dalla guerra civile e francese; oltre a 12 volumi consacrati all’architettura teatrale
da un relativo disordine nell’Amministrazione che causò la e 6 alle diverse tipologie ospedaliere e carcerarie. I molteplici
perdita dei pochi documenti architettonici esistenti. libri di architettura francese contrastano con i pochi italiani,
soltanto 16. Tuttavia i continui riferimenti ai trattati italiani
Transculturazione e ibridazione ci mostrano l’importanza della formazione ricevuta nella
Prendiamo ad esempio solo uno dei fili che compongono penisola15. I richiami a Vignola, Palladio, Serlio e soprattutto
questa trama policentrica: la transculturazione delle idee e a Milizia, evocato come il primo “che dissipò le tenebre della
delle tecniche. Cosa ci raccontano le fonti? Quali sono state barbarie in cui si trovava l’architettura in Europa” rivelano il
le conseguenze del transfert di sapere professionale e teorico fondamentale apporto degli anni di studio a Reggio Emilia e
in un mondo diverso? A differenza dei molti professionisti probabilmente del periodo milanese dove sicuramente ebbe
che all’epoca operavano a Buenos Aires, Zucchi possedeva modo di apprezzare lo sviluppo del dibattito architettonico
una vasta cultura architettonica, come traspare con evidenza che si stava svolgendo in quegli anni nel capoluogo
nelle svariate memorie che accompagnano i suoi progetti. In lombardo16.
esse cita Milizia, Durand e altri autori, i cui testi figuravano I disegni d’archivio ci permettono di constatare che a volte
nella sua biblioteca personale di cui si conosce la consistenza egli usava la griglia di Durand o il metodo di proiezione di
poiché, prima di tornare in Europa, tentò di venderla Monge, in altri casi fogli da lucido con cui riprodurre stilemi
senza esito positivo in un’asta pubblica per la quale editò di altri trattati (statue allegoriche, elementi architettonici
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Sopra: Buenos Aires, Hospital General para Ambos Sexos (1831). Progetto di Carlo Zucchi.
come cornici, capitelli, puttini, trofei, ecc.), nonché immagini Río de la Plata sono stati conservati grazie alla sua
di mobilio, alla moda dello stile impero proposto da Percier lungimiranza. Copie dei piani dell’ingegnere portoghese
e da Fontaine, che introdusse in alcuni dei suoi progetti. Ma Custodio Sa y Faría per la cattedrale di Buenos Aires,
questo interesse dell’architetto nel disegnare e riunire dettagli vecchi piani di case del periodo coloniale, disegni
iconografici mostra un altro aspetto della sua personalità: il relativi ai lavori di pavimentazione della città, progetti
collezionismo. Alcune lettere di de Angelis svelano l’interesse per Buenos Aires e la Spagna attribuibili all’ingegnere
di Zucchi quale bibliofilo collezionista di trattati e altre José María Cabrer e a suo padre, piani di alcuni suoi
opere antiche di architettura, disegni di architetti, libri rari colleghi come Felipe Senillosa e José María Romero,
sull’iconografia, vedute di città e racconti di viaggiatori. ecc. È probabile che oltre ai ripetuti acquisti da privati,
Grazie a tale attitudine riuscì a creare una biblioteca più che segnalati nell’epistolario di de Angelis, Zucchi avesse
interessante e una preziosa raccolta di disegni e incisioni sottratto parte della documentazione raccolta da archivi
antiche. Molti dei disegni raccolti sono di particolare pubblici. Paradossalmente, proprio con questo atto
interesse poiché vari pezzi relativi all’architettura del illecito, egli ha permesso a preziose fonti di giungere
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Nelle pagine successive: Buenos Aires, Hospital General para Ambos Sexos (1831), dettagli costruttivi di uno dei padiglioni. Progetto di Carlo Zucchi.
fino a noi, essendo documenti che altrimenti, con molta e altri riprodussero in volumi che Zucchi possedeva nella
probabilità, sarebbero stati irrimediabilmente persi nelle sua biblioteca19. In generale, utilizzò tipologie classiche
vicissitudini degli archivi locali17. per i vari programmi di progetto, seguendo i dettami
Come progettava Zucchi? Il suo “modus operandi” si può tradizionali come avrebbe consigliato Quatremère de
inquadrare all’interno della tradizione accademica in auge Quincy. Lo stesso si può dire dell’ornato che, seppur
nei primi decenni dell’Ottocento e potremmo facilmente sviluppando in alcuni casi caratteri storicisti, come
assimilarlo all’opera dei discepoli di Percier. In alcuni figurazioni neoegiziane della tomba del colonnello Dorrego,
casi potrebbe anche essere paragonato a certe architetture rimane rigidamente all’interno della prassi corrente e
stile impero di quel periodo che conosciamo grazie alle rifiuta ogni contaminazione eclettica20. Tuttavia questo
pubblicazioni del Grand Prix dell’Accademia di Francia non significa un’assoluta mancanza di creatività. Progetti
o di quella di Brera18. In alcuni casi, per la modesta scala come il pantheon circolare con le scale scenografiche che
di molti suoi progetti, troviamo somiglianze con le opere collegano il pavimento del tempio alla cripta o l’ospedale
costruite in quel periodo dallo Stato francese e che Gourlier a padiglioni per Buenos Aires, propongono soluzioni
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Parigi, Monumento a Napoleone (1841), prospetto della variante n. 3. Progetto di Carlo Zucchi.
ingegnose e innovative. Ma il discorso teorico risulta dalla disposizione delle stanze, alcuni servitori non occupano
essere più complesso. Non si può affermare che tutta la più un patio attiguo, ma sono più vicini ai loro padroni.
sua architettura sia una semplice trasposizione di tipologie Tuttavia non si tratta di una modifica delle abitudini
europee nel contesto americano. In effetti, è apprezzabile domestiche generata dall’architettura, poiché l’azione
vedere come Zucchi si adatti gradualmente alle condizioni architettonica plasma un sistema di relazioni sociali e private
del Río de la Plata, raggiungendo una simbiosi tra i tipi già esistenti. Le relazioni cambiano anche il carattere del
locali e alcune innovazioni proposte dal Neoclassico. Ad “patio” che smette di essere uno spazio di espansione per
esempio, nella casa per Ladislao Martínez, un progetto la famiglia per diventare un elemento neutro, di aria e luce,
di ristrutturazione, Zucchi non si discosta dal tipo di spogliato dalle connotazioni che aveva nella vecchia casa
casa de patio, comune in America Latina, che comunque coloniale.
trasforma. Le modifiche che propone sono sorprendenti Qualcosa di simile lo troviamo in due prototipi, varianti di
poiché, sebbene conoscessimo, grazie ai testi di cronisti e tipiche case rurali, progettati alla fine del 1820. In questi
viaggiatori, la tendenza per la modernizzazione delle case esempi Zucchi sembra aver compreso le caratteristiche delle
dell’élite, finora non era stata trovata della documentazione semplici costruzioni di campagna della pampa, poiché la loro
architettonica che ci permettesse di dimostrare queste tradizione e le tipologie compatte iniziarono a comparire
affermazioni. nell’architettura degli edifici rurali, senza l’intenzione di
Possiamo quindi asserire che si tratti di una fonte significativa riprodurli totalmente. Sebbene l’assenza di ornamentazione
relazionata ai cambiamenti avvenuti nell’habitat domestico fosse una chiara allusione alle difficoltà di costruire in una
nella prima metà del XIX secolo a Buenos Aires. Se lo zona quasi disabitata, la presenza della hall di distribuzione
analizziamo nel dettaglio, si vede come, senza alterare il tipo e del corridoio interno implicavano l’inglobare un modo
tradizionale di casa de patio, il modo di abitare si modifica moderno di abitare che, eliminando la tradizionale enfilade,
chiaramente. In linea di principio scompaiono i grandi generava stanze private e spazi differenziati per ciascuna
ambienti divisi da pareti portanti. Le piante mostrano delle attività, compreso il bagno e la cucina. La presenza
svariate suddivisioni realizzate con tramezzi che definiscono di un camino in una delle stanze connotava l’utilizzo di
collegamenti più complessi. Camere, anticamere, corridoi, elementi di comfort alquanto esotici nella Buenos Aires di
salotti, spazi pubblici e privati, distinguono, in uno stesso quegli anni.
settore, i rapporti tra padroni e domestici e, come si evince Un’altra delle innovazioni che Zucchi introdusse rispetto
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Buenos Aires, Scenografia per una festa commemorativa (1831). Progetto di Carlo Zucchi.
agli altri architetti attivi nel Río de la Plata fu la volontà di delle arie malsane. Uno schema in cui la chiesa, spazio
comprendere e interagire con l’ambiente urbano. Fatto che centrale nell’organizzazione ospedaliera settecentesca, finì
si può chiaramente evincere in uno dei progetti a cui dedicò per assumere un ruolo secondario.
più tempo e impegno: l’Hospital General de Ambos Sexos All’interno di questi padiglioni l’adeguamento lasciò il
della città di Buenos Aires. Un programma che gli permise posto all’innovazione. L’architetto creò una circolazione
di sperimentare e progettare una struttura a padiglioni che differenziata che teneva lontani i letti dalle finestre per
incorporasse tutti i progressi dei sistemi di ventilazione controllare al meglio l’ingresso dell’aria, ma al contempo
e approvvigionamento idrico secondo le moderne teorie permetteva di posizionare in quella zona i contenitori
igieniste e che, se fosse stato costruito, sarebbe diventato per le deiezioni dei pazienti. Questa circolazione tecnica
uno dei primi al mondo con queste caratteristiche. Il suo era accompagnata da una tubazione per erogare l’acqua
progetto è una trasposizione pratica del progetto teorico che necessaria alla pulizia del settore. Il paziente doveva
l’Accademia delle Scienze di Parigi commissionò a Poyet nel sottoporsi a rigorose norme di igiene personale (lavaggi,
1788 quale prototipo per la realizzazione di un ospedale per ecc.), molto prima che questo divenisse pratica corrente e le
ambo i sessi che Durand descrisse dettagliatamente nel suo teorie igieniste entrassero nel cuore della casa.
trattato21. Le sue capacità nel disegno urbano si estesero alla progettazione
Zucchi adattò lo schema teorico di Poyet al tracciato delle facciate di ampi settori della città, come quello di
latinoamericano a scacchiera, organizzando ogni ospedale Plaza de la Victoria a Buenos Aires e dell’Independencia di
in un isolato e dividendo il grande rettangolo ideato Montevideo. TTali capacità risultarono evidenti anche in
dall’architetto francese con un’asse di distribuzione centrale edifici che ridefinivano aree complesse, come il teatro Solís o
quale accesso generale al complesso. Anche la tipologia a la zona portuale di quella città. Esempi che dimostravano una
padiglioni del modello originale si modificò per far posto rara capacità nell’interpretare l’articolazione tra architettura
all’antica chiesa della Residencia che venne incorporata e città secondo una espressione visuale che probabilmente
nell’area femminile dell’ospedale. In ogni caso, la proposta derivava dal suo rapporto con la scenografia e l’esperienza
mantenne le sue caratteristiche generali: un anello di artistica vissuta a Milano.
distribuzione con servizi che definiscono il limite della Il fondo documentario contiene anche una serie di progetti
struttura e servono una serie di padiglioni separati da cortili splendidamente disegnati e contornati da una cornice
di illuminazione e di ventilazione destinati alla dissipazione colorata che costituiscono la sua più importante eredità e che
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Buenos Aires, Tavola con a sinistra la facciata della Cattedrale di Buenos Aires (1821-1856), progetto di Prospero Catelín e a destra il
Palazzo Vescovile (1834), progetto di Carlo Zucchi. Disegno di Carlo Zucchi.
l’architetto era intenzionato a pubblicare al suo definitivo giorno dell’indipendenza realizzate nella piazza principale.
ritorno in Europa. Vi si trovano: un pantheon, architetture L’attività dell’architetto fu importante e molto apprezzata
effimere per feste pubbliche, chiese, diversi edifici statali, ecc. dai contemporanei; il carattere solenne della sua evocazione
A questi si aggiunge il progetto da presentare al concorso per eroica dell’antichità si trasformò in propaganda politica
la tomba di Napoleone, una proposta critica nei confronti dei governanti. In questo senso si può affermare che i
del programma ufficiale che avrebbe segnato una nuova monumenti e le architetture effimere progettate da Zucchi
tappa nella sua carriera, che però, spedita da Montevideo, rappresentassero, direttamente e con opportuni decora,
non arrivò in tempo per essere ammessa al giudizio. Ricevette le virtù civiche che intendevano utilizzare le élite delle
comunque gli elogi di Ludovico Visconti, il progettista del nuove nazioni per sostituire il precedente simbolismo
monumento poi costruito22. dinastico. Félix Emilio Taunay, direttore dell’Accademia
Dalle carte d’archivio emerge il motivo per il quale Zucchi di Belle Arti di Rio de Janeiro, affrontò in quegli anni una
non riuscì a edificare nessuna delle grandi costruzioni problematica similare: come costruire i simboli del nuovo
proposte: egli fu architetto ufficiale del governo di Stato e quale significato essi avrebbero dovuto acquisire
Buenos Aires fino al 1836. Fin dall’inizio Zucchi, quale per la popolazione. L’idea, che probabilmente condivideva
architetto ufficiale, svolse un compito che a lungo andare anche Zucchi, fu quella di dare valore didattico alle nuove
gli avrebbe procurato grandi soddisfazioni e per il quale rappresentazioni. Secondo l’artista francese: “i monumenti
era particolarmente dotato: l’ideazione e la costruzione di dovevano trasmettere messaggi che mantenessero oneste
architetture effimere per feste pubbliche di cui il governo, in simpatie, impedendo numerosi deliri, forse preservando
una fase di scontri faziosi e di una sanguinosa guerra civile, molti proletari da quella impazienza funesta, precursora
aveva bisogno per propagandare ed esaltare le proprie virtù. della disperazione”23.
In questo senso, l’evocazione entusiasta dell’Antichità tipica Ma al di là di questo, tanto lavoro sterile produsse in
del Neoclassico era funzionale al fervore rivoluzionario e al Zucchi una profonda delusione. L’instabilità politica e la
carattere solenne e luttuoso delle celebrazioni: dai funerali corruzione compaiono ripetutamente nei suoi documenti
del governatore Dorrego, assassinato dai suoi rivali politici, come le principali cause che impedirono ai suoi progetti di
al carro che avrebbe dovuto portare il ritratto del governatore realizzarsi. Ma non è solo la corruzione che ne offuscò il
Rosas in pellegrinaggio per la città o alle decorazioni per il successo. In una lettera alla sorella Carolina, Zucchi cercò
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Buenos Aires, Prospetto per la Casa del signor Juan Videla (fine XVIII secolo). Disegno appartenete alla collezione di disegni di Carlo Zucchi.
di spiegare perché non fosse riuscito a fare fortuna durante livelli differenti, ordina la totalità dello spazio. Il principio
il proprio esilio. Nell’argomentare, si affidò a considerazioni della caratterizzazione, quale modo per esprimere le
sul contesto e cercò di spiegare quali fossero le ragioni differenze tra edifici all’interno di un codice omogeneo,
che fanno dell’architettura una disciplina sterile nei nuovi dava un significato preciso al complesso delle architetture.
stati che, oltretutto, qualificò paesi coloniali, descrivendo Proprio come le scienze naturali classificano gli esseri sulla
amaramente l’operato dei governi di queste “republiquetas”. base delle loro caratteristiche, l’architettura può farlo – egli
Nella lettera confessò: “il continuo contatto con i popoli riteneva - grazie ai suoi elementi ornamentali, alla ricchezza
governati con il sistema repubblicano di rappresentanza dei materiali o alla configurazione della sua pianta, come
popolare mi ha procurato palpabili delusioni”. Una affermava Quatremère de Quincy25. Qualcosa che il nostro
constatazione che riguardò anche l’Impero del Brasile in cui architetto sembra aver voluto dimostrare istituendo una
riscontrò lo stesso livello di corruzione delle repubbliche del vera e propria galleria di segni architettonici classificati dal
Río de la Plata. Corruzione e incoscienza che si trasmisero maggiore al minore, dal pubblico al privato. Un modo di
ai governi “che con assoluta irresponsabilità promulgano operare che caratterizzava, all’inizio dell’Ottocento, molte
decreti che ordinano opere e progetti pubblici destinati a città - non solo Buenos Aires - in concordanza con il processo
morire negli archivi dei ministeri senza avere alcun effetto di razionalizzazione delle loro funzioni.
pratico per cattiva gestione e instabilità permanente”24. Nel caso di Zucchi, l’insieme dei progetti dell’archivio offre
La conclusione dell’attività lavorativa di Zucchi a Buenos un ampio ventaglio di possibilità per dimostrare il valore
Aires ha inizio del 1836 e permette di fare un bilancio sulla del metodo seguito. Per esempio egli afferma che la piazza
sua produzione architettonica. Il grande numero di opere centrale, quale centro gerarchico, organizza l’insieme degli
progettate durante il soggiorno nella capitale argentina edifici che la circondano: la cattedrale, ornata da un sontuoso
rivela una visione omogenea che ingloba un sottostante ordine corinzio, la facciata sul lato sud della piazza che evoca gli
concetto di città con componenti che devono rispondere antichi fori, a cui si deve aggiungere il progetto della residenza
a una struttura generale con differenti gerarchie. Lo stesso episcopale, severa evocazione del palazzo rinascimentale in cui
architetto, nei documenti che abbiamo analizzato, evidenzia l´assenza di ordini architettonici necessariamente contrasta
chiaramente la forma in cui il linguaggio urbano doveva con la ricca decorazione della chiesa.
essere organizzato: una struttura di segni che, a partire da Il sistema di corrispondenze non serve solo alla definizione
21
22
Sopra: Buenos Aires, prospetto per la Casa di Ladislao Martínez. Progetto di Carlo Zucchi. Nella pagina precedente: Buenos Aires,
progetto per uno stabilimento termale del signor Ramón Larrea, 1828. Progetto di Carlo Zucchi.
dell’area centrale, può infatti estendersi a tutta la città. dell’ornamento architettonico si riaffermano le idee espresse
L’idea di austerità, che contrasta con la magniloquenza nella letteratura neoclassica riguardo del decoro necessario
della Plaza Mayor, si può leggere negli edifici di servizio per differenziare il mondo repubblicano dalla lussuosa
dove, per la decorazione di questi piccoli manufatti opulenza corruttrice dell’ancien régime.
come nei casi delle terme di Ramón Larrea o della scuola L’identificazione di quest’ultima caratteristica nella produzione
parrocchiale di San Nicolás, vengono utilizzate colonne di Zucchi è resa possibile grazie all’analisi dell’insieme delle
doriche senza base, semplici lesene accompagnate da un fonti presenti in archivio. I suoi scritti, le lettere dei suoi clienti
debole bugnato. e amici, le disposizioni di legge, le relazioni tecniche, gli schizzi
L’evoluzione finale di questa serie di programmi e i disegni definitivi ci permettono di ricostruire un panorama
architettonici caratterizzò l’architettura privata, in cui onnicomprensivo della sua produzione architettonica molto
emerse la massima semplificazione dell’ornato: dalla difficile da realizzare se ci si fosse trovati a misurarsi con un
decorazione minima nelle case dei notabili alla scomparsa archivio sparso e frammentato, come molte volte accade per
di ogni traccia decorativa nell’edilizia popolare. Lo stesso lasciti che, smembrati, entrano a far parte di archivi con logiche
Zucchi lo ribadì nell’introduzione al testo incompiuto della organizzative differenti. Situazioni che rendono necessari
sua opera. Parlando delle residenze destinate ai membri ulteriori sforzi ai ricercatori nel ricostruire l’unità perduta.
dell’élite, confessò di aver adottato “su suggerimento Infine segnaliamo che il lavoro svolto è lungi dall’essere
degli stessi proprietari uno stile semplice ed economico definitivo: costituisce infatti solo un primo approccio. Si
più consono ai costumi di un popolo repubblicano, dove tratta di materiali che saranno sicuramente oggetto di ulteriori
non è penetrato il fatuo distruttore della morale e di tutti approfondimenti e indagini da parte di altri studiosi, poiché
i principi sociali”. Infatti, quest’idea di semplicità appare molti dei disegni e dei documenti forniscono informazioni
come un criterio globale che amalgama i diversi progetti che vanno al di là dell’obiettivo del nostro lavoro: una
e che costituisce un principio guida al perseguimento del biografia e un catalogo ragionato dei progetti e delle opere
carattere che l’architettura privata doveva assumere nella dell’architetto Zucchi. Mio interesse, documentato soprattutto
città repubblicana26. Fatto notorio, se confrontiamo la in questo articolo, è la verifica del modo in cui avvenne la
facciata della suddetta casa Martínez con la tipica facciata transculturazione e l’ibridazione della cultura classica dal centro
d’epoca coloniale con reminiscenze barocche. Nell’uso europeo verso una lontana ma vivace periferia culturale27.
23
NOTE Architettonica nell´Età della Restaurazione, Mimesis, Milano, 2004, pp.
345-363.
1
F. Borsi, Introduzione, in: AA. VV., Gli archivi per la Storia 17
Nell’Archivo Generale de la Nación e nell’Archivo Histórico
dell´Architettura, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Roma, 1999, pp. de la Provincia de Buenos Aires, gli archivi ufficiali dove avrebbero
21-27. dovuto essere depositati questi documenti, oggi esistono pochissime
2
Per una lettura della biografia di Zucchi nel contesto delle lotte testimonianze grafiche dell’epoca.
libertarie in Italia si veda: A. Pedrazzini, Carlo Zucchi, un artista S. a., Grands Prix D’Architecture. Projets Couronnés par l’Académie
18
y un patriota, in: F. Aliata (a cura di) Carlo Zucchi. Arquitectura, Royale des Beaux Arts de France, D. Avanzo, Liege, 1842.
Monumentos, Decoraciones Urbanas (1826-1845), Ediciones Ar.t.
digital, La Plata, 2009, pp. 39-59. Gourlier, Biet, Feu Grillon, Tardieu (a cura di), Choix d’édifices
19
Francesco della Vigna nella Venezia del ´500, Einaudi, Torino, 1983, pp.
3-10.
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In una lettera ad un amico che abita a Parigi, Zucchi chiede l’acquisto
e la spedizione di alcuni libri: “Voi avrete la compiacenza di provvedermi
i seguenti libri che comprerete al minor prezzo possible e tutto questo
in grazie per l´economia madre della povertá […] I libri sono: Milizia,
Architettura Civile, 2 Volumi in 8°. Milizia, Del Teatro, 1 Volume in
4°, edizini di Roma, od oltra. Milizia, Dizionario degl´architetti, 2
Volumi in 8°. Quest´ultimo se si trova bene, se fose impossibile e dificile
posso far di meno. Le due prime opere dello stesso Milizia mi sarebbero
indispensabili” (ASRe, ABC, Carlo Zucchi a su amigo Vittorio Pedretti,
1828, 17 de abril).
G. D’Amia, L’occhio e la Ragione. Architetti e Pittori Prospettici
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24
Copertine e edizioni d’arte
ISAL al servizio della Cultura
A partire dallo scorso numero, accanto all’edizione tradizionale della rivista, l’Istituto ha iniziato la pubblicazione di
un’edizione a tiratura limitata di 10-20 copie, contraddistinta da una copertina o da una rilegatura “speciale”, talvolta
ancorata alla tradizione pittorica, talaltra spinta verso soluzioni nuove e innovative. Questi numeri, a disposizione di
collezionisti, bibliofili e cultori del bello, intendono promuovere la Cultura artistica e la Cultura editoriale, fondendo
insieme pittura, scultura, grafica, fotografia e la polisemia propria dell’espressività polimaterica.
Il secondo appuntamento vede un’operazione culturale firmata dal noto studio fotografico BAMSphoto Rodella, con il quale
si è studiato una copertina-cofanetto contenente 18 stampe fotografiche dedicate all’arte e all’architettura lombarda.
Oltre che dalla forma particolare assunta dalla rivista, le quindici copie così realizzate sono contrassegnate e contraddistinte
dalle firmre dei componenti dello studio, apposte sul retro delle singole stampe fotografiche e sulla quarta di copertina.
BAMSphoto Rodella
Nato come studio fotografico a Montichiari (Brescia) nel 1978, per iniziativa del fotografo Basilio Rodella, lo studio si è evoluto nel
tempo coinvolgendo la moglie Alessandra Tosoni e i due figli Matteo e Stefano. In quasi 45 anni di scatti, BAMSphoto ha raccolto quasi
un milione di immagini, interamente realizzate dalla famiglia Rodella, sempre in viaggio alla ricerca di nuove prospettive, nuovi colori
e nuove emozioni. Un patrimonio inestimabile, che cresce ogni anno a seguito di servizi fotografici eseguiti su commissione e reportage
effettuati di propria iniziativa. Attualmente impegnato nella progettazione e nell’esecuzione di una serie di guide specificatamente
dedicate al patrimonio culturale del territorio bresciano, lo studio BAMSphoto Rodella continua a svolgere il proprio lavoro con raro
impegno e meticolosa attenzione, cimentandosi in differenti ambiti della fotografia e indagando i seguenti settori: fotografia aerea; arte e
patrimonio artistico; paesaggio e turismo; editoria; architettura; archeologia; reportage sul territorio italiano ed estero; reportage sociale.
“Il volo ha ‘contagiato’ tutti i componenti dello studio BAMSphoto, che in questa speciale sezione fotografica ha investito tempo e
denaro. In particolare la ricerca è una costante precisa, indirizzata verso il settore della fotografia aerea obliqua o a volo d’uccello,
tanto che, in breve, questa diviene il fiore all’occhiello di tutta l’attività. Nel frattempo lo ‘strumento di volo’ non è più l’aeroplano,
ma l’elicottero sul quale i componenti dello studio BAMS hanno trascorso centinaia di ore […]
Impulso, credibilità ed innovazione vengono forniti al progetto dall’avvento del digitale: la possibilità infatti di georeferenziare le
immagini toglie la fotografia aerea obliqua dal limbo dell’immagine bella ma tecnicamente inutile. Il progetto così si sviluppa e
prende il nome di ‘Photo under the roofs’ ovvero ‘fotografia sotto i tetti’ che completa ed integra, con immagini inedite del territorio,
l’aerofotogrammetria. Con essa BAMSphoto dà rilievo ottico alle asperità del suolo, fornendo volume, profondità e dimensione visiva
a quanto viene descritto nella fotografia”. Daniele Zamboni
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Profilo degli Autori
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