per il corso di
Meccanica Statistica
Marco Guagnelli
Copyright
c 2014–2017 Marco Guagnelli
www.pv.infn.it/~guagnelli/ms
Indice 3
1 Termodinamica 5
1.1 Capacità termiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.2 Equazione di stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.3 Capacità termiche II: la vendetta . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.4 Cara, butta giù la pasta! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.5 Gas di van der Waals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2 Basi statistiche 15
2.1 Relazione tra densità degli stati ed entropia . . . . . . . . . . . 15
2.2 Prima correzione all’equazione di stato . . . . . . . . . . . . . . 16
2.3 Estensività dell’entropia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
4 Ensemble canonico 29
4.1 Ancora sul gas ideale ultrarelativistico . . . . . . . . . . . . . . 29
4.2 Oscillatori di Fermi, la vendetta canonica . . . . . . . . . . . . 30
4.3 Equilibrio chimico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
4.4 Ancora sull’entropia di un gas ideale classico . . . . . . . . . . 31
5 Ensemble grancanonico 33
5.1 Equivalenza tra ensembles . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
5.2 Scatola a sorpresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
6 Sistemi interagenti 37
6.1 Equazione di van der Waals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
7 Statistica quantistica 39
8 Ensembles quantistici 41
3
9 Gas ideali di Bose-Einstein 43
9.1 Sviluppo delle funzioni di Bose . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
9.2 Terzo coefficiente del viriale per un gas di Bose . . . . . . . . . 43
9.3 Temperatura critica in presenza di gravità . . . . . . . . . . . . 45
9.4 Stima della temperatura del Sole . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
9.5 Gas di bosoni ultrarelativistici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Soluzione
Ricordiamo il primo principio della termodinamica:
5
1. Termodinamica
dH = dU + P dV + V dP = d̄Q + V dP (1.8)
Soluzione
Scriviamo i differenziali dell’energia interna U e dell’entalpia H in termini delle
loro variabili naturali:
dU = T dS − P dV
dH = T dS + V dP (1.10)
Le due condizioni (a) e (b) menzionate nel testo dell’esercizio significano che
(∂U/∂V )T = 0 e che (∂H/∂P )T = 0. Otteniamo quindi facilmente, dalle (1.10),
∂S P ∂S V
= =− (1.11)
∂V T T ∂P T T
ottenendo quindi
∂P P ∂V V
= = (1.13)
∂T V T ∂T P T
P = f1 (V )T V = f2 (P )T (1.14)
6
1.3. Capacità termiche II: la vendetta
in cui f1 (·) e f2 (·) sono funzioni sconosciute. Ma le due equazioni devono essere
contemporaneamente valide, quindi
P V
= = T = costante (1.15)
f1 (V ) f2 (P )
L’unico modo perché ciò sia vero è che valga f1 (V ) = α/V e f2 (P ) = α/P , con
qualche costante α. Possiamo dunque scrivere
P V = αT (1.16)
Ci rendiamo però conto che a sinistra abbiamo una quantità estensiva; quindi
anche α dev’essere estensiva, cioè proporzionale al numero di particelle N .
Possiamo dunque scrivere
P V = N k̃T (1.17)
in cui la costante k̃ deve avere dimensioni tali che k̃T sia dimensionalmente
un’energia. Non ci resta che identificare k̃ con la costante di Boltzmann k.
Usando l’equazione appena ottenuta e la prima delle (1.11) possiamo scrivere
P N k̃ ∂S
= = (1.18)
T V ∂V T
Ma noi da principi primi sappiamo che l’entropia S dev’essere della forma
S = N k[ln V + f3 (T )] (1.19)
Suggerimenti:
(a) Scrivere l’entropia in funzione di T e V e mostrare che
αT
T dS = CV dT + dV (1.20)
κT
T dS = CP dT − αT V dP (1.21)
7
1. Termodinamica
Il risultato finale è:
α 2 T V κS
CV =
κT (κT − κS )
α2 T V
CP = (1.22)
κT − κS
Soluzione
Scriviamo l’entropia S come funzione di T e V , ottenendo
∂S ∂S
T dS = T dT + T dV (1.23)
∂T V ∂V T
In prima istanza notiamo che per una trasformazione a volume costante abbiamo
T dS|V = dQ = CV dT , e quindi
∂S
T = CV (1.24)
∂T V
per ottenere
∂S (∂V /∂T )P α
=− = (1.28)
∂V T (∂V /∂P )T κT
trovando quindi
αT
T dS = CV dT + dV (1.29)
κT
Allo stesso modo, considerando S come funzione di T e P , abbiamo
∂S ∂S
T dS = T dT + T dP (1.30)
∂T P ∂P T
8
1.4. Cara, butta giù la pasta!
T dS = CP dT − αT V dP (1.33)
9
1. Termodinamica
(c) Sapreste suggerire un procedimento, sia pure ideale, per portare l’acqua
dalla temperatura iniziale alla temperatura finale in modo tale che la
variazione totale di entropia sia nulla? Elaborate sulla fattibilità pratica
di un simile procedimento.
Soluzione
Per rispondere alla domanda (a), immaginiamo, ai fini di calcolare la variazione
di entropia dell’acqua, una trasformazione reversibile in cui la temperatura
dell’acqua si innalza, in ciascun passo infinitesimo, di una quantità infinitesima.
In ciascun passo avremo
dQrev dT
dSa = =C (1.39)
T T
e integrando
Z Tf
dT
∆Sa = C = C ln(Tf /Ti ) (1.40)
Ti T
cioè la procedura in due passi, con una riserva termica a temperatura intermedia,
non cambia la variazione di entropia dell’acqua. Per la variazione di entropia
delle due riserve termiche, otteniamo invece
(1) (2) T1 − Ti Tf − T1
∆SR = ∆SR + ∆SR = −C +
T1 Tf
2Tf T1 − Tf Ti − Ti2
= −C (1.44)
T1 Tf
Per rispondere alla domanda (c), osserviamo che la risposta alla domanda
(b) ci suggerisce di dividere l’intero processo in N passi, con N riserve termiche
a temperature
n
Tn = Ti + (Tf − Ti ) n = 1...N (1.46)
N
10
1.5. Gas di van der Waals
Soluzione
Per mostrare che CV è indipendente dal volume, calcoliamo (∂CV /∂V )T come
segue:
∂CV ∂ ∂S ∂ ∂S
=T =T
∂V T ∂V ∂T V T ∂T ∂V T V
2
∂ P
=T (1.50)
∂2T V
11
1. Termodinamica
Per ottenere il secondo termine nel membro più a destra della (1.52) abbiamo
ragionato in questo modo: sappiamo che dU = T dS − P dV e quindi per una
variazione a temperatura fissata otteniamo
∂U ∂S
=T −P (1.53)
∂V T ∂V T
aN 2
dU = CV dT + dV (1.54)
V2
Poiché U non varia abbiamo dU = 0 e quindi
Z Tf
aN 2 Vf dV
Z
dT = − (1.55)
Ti CV Vi V 2
cioè
aN 2
1 1
Tf − Ti = − − (1.56)
CV Vi Vf
Notiamo che se a > 0, come è il caso per un potenziale attrattivo a lunghe distan-
ze, la temperatura del sistema diminuisce. Possiamo interpretare questo fatto
pensando che in seguito all’espansione le particelle in media si allontaneranno
le une dalle altre, incrementando l’energia potenziale tra loro; di conseguenza,
poiché l’energia interna totale non cambia, l’energia cinetica, ovvero la tempera-
tura, deve diminuire. Se a = 0, cioè senza potenziale attrattivo, la temperatura
rimane invariata.
Consideriamo ora l’entropia come funzione della coppia (T, V ). Possiamo
scrivere
∂S ∂S
dS = dT + dV (1.57)
∂T V ∂V T
12
1.5. Gas di van der Waals
e usando ancora una volta, per il termine più a destra, la relazione di Maxwell
citata in precedenza, otteniamo
CV ∂P
dS = dT + dV (1.58)
T ∂T V
13
Capitolo 2
Basi statistiche
Soluzione
Data la natura additiva di S e moltiplicativa di Ω la funzione f deve necessa-
riamente soddisfare la relazione
f (Ω1 Ω2 ) = f (Ω1 ) + f (Ω2 ) (2.3)
Differenziando la precedente sia rispetto a Ω1 sia rispetto a Ω2 otteniamo le
due equazioni
Ω2 f 0 (Ω1 Ω2 ) = f 0 (Ω1 ) Ω1 f 0 (Ω1 Ω2 ) = f 0 (Ω2 ) (2.4)
Dividendo l’una per l’altra otteniamo
Ω1 f 0 (Ω1 ) = Ω2 f 0 (Ω2 ) (2.5)
Ma il termine a sinistra dell’equazione è indipendente da Ω2 , mentre il termine
a destra è indipendente da Ω1 . Poiché sono uguali, entrambi i termini devo-
no necessariamente essere una costante k indipendente sia da Ω1 sia da Ω2 .
Abbiamo dunque
k
f 0 (Ω) = (2.6)
Ω
e cioè
f (Ω) = k ln Ω + c (2.7)
in cui c è una costante di integrazione. Inserendo l’ultima equazione nella (2.3)
vediamo subito che c = 0.
15
2. Basi statistiche
Soluzione
Costruiamo il nostro sistema aggiungendo una particella alla volta. Il primo
atomo, trascurando effetti di bordo, avrà a disposizione un volume V . Per il
secondo atomo occorre considerare il volume già occupato dal primo; avrà quindi
a disposizione un volume pari a (V − αv0 ), con α da determinare. Osservando
la figura 2.1 si evince subito che il volume escluso è quello di una sfera di raggio
2r, e cioè 8v0 . Dunque α = 8. Per la dipendenza del numero dei microstati dal
r r
16
2.3. Estensività dell’entropia
Soluzione
Se S è estensiva sappiamo che dev’essere direttamente proporzionale a N , cioè
S(E, N, V ) = N f (E, V ) (2.16)
A questo punto però la rimanente funzione f (E, V ) dev’essere in realtà funzione
di (E/N, V /N ) ≡ (, v):
S(E, N, V ) = N f (, v) (2.17)
Abbiamo dunque:
∂S ∂f ∂ ∂f ∂v
N = N f (, v) + N +N
∂N E,V ∂ v ∂N ∂v ∂N
∂f E ∂f V
= N f (, v) − −
∂ v N ∂v N
∂S ∂f ∂ ∂f
E = NE =E
∂E N,V ∂ v ∂N ∂ v
∂S ∂f ∂v ∂f
V = NV =V (2.18)
∂V E,V ∂v ∂N ∂v
Sommando le tre espressioni otteniamo il risultato cercato.
Ultimo aggiornamento del Capitolo: 26.02.2019
17
Capitolo 3
Elementi di teoria degli ensemles
γ ≡ CP /CV = 4/3
Soluzione
Per una particella relativistica di massa m la relazione di dispersione energia–
impulso è:
ε2 = p2 c2 + m2 c4 (3.1)
ε = pc (3.2)
19
3. Elementi di teoria degli ensemles
Abbiamo dunque
1 22
I2 (P ) = J3 (P ) = P 6 (3.11)
3 6!
Il motivo per cui abbiamo scritto il risultato in questa maniera sarà chiaro tra
poco. Consideriamo ora I3 (P ); si vede facilmente, utilizzando il risultato 3.10
che abbiamo
Z P
23 6! 9 23
I3 (P ) = p21 I2 (P − p1 )dp1 = P = P9 (3.12)
0 6!9! 9!
1 (8πV )N E 3N
Σ(E) = (3.14)
N ! (3N )!(hc)3N
20
3.2. Oscillatori di Fermi
Abbiamo già visto che possiamo usare direttamente Σ(E) per calcolare l’entropia:
otteniamo dunque, utilizzando la formula di Stirling
8πV E 3
S(E, N, V ) = N k ln + 4 (3.15)
27(hc)3 N 4
otteniamo subito
E
P = (3.17)
3V
Ricaviamo inoltre anche la legge per una trasformazione adiabatica:
CP 4
≡γ= (3.19)
CV 3
Soluzione
Sia N+ il numero di particelle nello stato di energia ε e N− il numero di particelle
nello stato di energia −ε. Abbiamo chiaramente che
N = N+ + N− (3.20)
S = k ln Γ (E) (3.22)
21
3. Elementi di teoria degli ensemles
S = k [N ln N − N+ ln N+ − (N − N+ ) ln(N − N+ )] (3.24)
N e2ε/kT
N− = (3.27)
1 + e2ε/kT
Nel limite T → 0 il denominatore delle espressioni precedenti è dominato
dall’esponenziale, e otteniamo quindi subito:
22
3.3. Sistema a due livelli con degenerazione
s(¯
)
ln 2
−1 0 1 ¯
23
3. Elementi di teoria degli ensemles
Soluzione
Definiamo x = n1 /N e scriviamo E = xεN . In questo modo è possibile ricavare
il numero di occupazione in funzione della temperatura tramite la relazione
∂S 1 ∂S 1
= = (3.32)
∂E N,V εN ∂x N,V T
g e−βε
g(1 − x) n1
ln = βε =⇒ x = = (3.37)
x N 1 + e−βε
rispondendo così al primo quesito posto dal problema:
g e−βε
n1 = N
1 + e−βε
n0 = 1 − n1
24
3.3. Sistema a due livelli con degenerazione
Dato che ∆S ≥ 0 per ∆E > 0 dobbiammo avere 1/TR − 1/TS > 0. Vediamo
dunque che le temeperature negative rientrano perfettamente in questo schema.
Particelle di spin 1
Si consideri un sistema composto da N particelle non–interagenti e indistinguibili.
L’hamiltoniana totale del sistema è
N
X
H = −h σi σi = −1, 0, 1 (3.41)
i=1
e analogamente abbiamo
QN = QN
1 (3.45)
25
3. Elementi di teoria degli ensemles
Il calcolo di Q1 è immediato:
X = N − E − 2Y (3.51)
26
3.3. Sistema a due livelli con degenerazione
ln Φ = N ln N − X ln X − Y ln Y − Z ln Z (3.54)
e quindi
∂ ln Φ 1 1
= −(ln(X0 ) + 1) − (ln(Y0 ) + 1) − (ln(Z0 ) + 1) = 0 (3.55)
∂X X=X0 2 2
X02 = Y0 Z0 (3.57)
x20 = y0 z0 (3.58)
s = −x0 ln x0 − y0 ln y0 − y0 ln z0 (3.62)
e quindi
h ∂y0 ∂z0
= −(ln y0 + 1) − (ln z0 + 1) (3.64)
kT ∂ ∂
e usando ancora le (3.53) otteniamo
2h
= − ln(z0 /y0 ) (3.65)
kT
Abbiamo finalmente
N−1 z0
= = e−2h/kT (3.66)
N1 y0
27
3. Elementi di teoria degli ensemles
y0 = x0 /r
z0 = x0 r
x0 = (r−1 + 1 + r)−1 (3.67)
S = −N k ln x0 + x0 (r − r−1 ) ln r
e cioè lo stesso risultato del canonico ma usando una quantità di calcoli ben
più pesante.
28
Capitolo 4
Ensemble canonico
Soluzione
Scriviamo, come al solito per sistemi non interagenti,
1
QN (V, T ) = [Q1 (V, T )]N (4.1)
N!
con Q1 funzione di partizione di singola particella. Abbiamo
Z Z
1
Q1 (V, T ) = 3 d3 q d3 p e−βpc (4.2)
h
8πV
Q1 (V, T ) = (4.3)
(βhc)3
8πV (kT )3
A(V, T ) = −kT ln QN (V, T ) = −kT N ln (4.4)
N (hc)3
Otteniamo subito
∂A N kT
P =− = (4.5)
∂V N,T V
ovvero l’equazione di stato (identica a quella del gas non relativistico). Per
l’energia abbiamo invece
∂ ln QN
U =− = 3N kT (4.6)
∂β
29
4. Ensemble canonico
U −A
S= (4.7)
T
e con pochi passaggi otteniamo subito
8πV (kT )3
S = N k ln +4 (4.8)
N (hc)3
8πV U 3
S(U, N, V ) = N k ln + 4 (4.9)
27(hc)3 N 4
in cui abbiamo già previsto di chiudere l’integrale di linea sul piano complesso
nella direzione β → −∞. Si trova facilmente
N N
eβE 8πV E 3
I
1 8πV 1 1
g(E) = ' (4.12)
N! (hc)3 2πi β 3N N! (hc)3
Soluzione
La funzione di partizione di singola particella è:
eβ N
N− = N =
e−β
+ eβ 1 + e−2β
e−β N
N+ = N −β β
= (4.14)
e +e 1 + e2β
30
4.3. Equilibrio chimico
a + b
ab (4.15)
nab Qab
=V (4.16)
na nb Qa Qb
Soluzione
All’equilibrio termodinamico i potenziali chimici devono essere uguali da en-
trambi i lati della reazione, quindi
µa + µb = µab (4.17)
Sappiamo che
∂Ax ∂ ln Q(Nx )
µx = = −kT (4.18)
∂Nx T,V ∂Nx T,V
1 N
Q(Nx ) = [Qx ] x (4.19)
Nx !
∂
µx = −kT [Nx ln Qx − Nx ln Nx + Nx ] = −kT [ln Qx − ln Nx ] (4.20)
∂Nx
Qa Qb Na Nb nab Qab
ln = ln → =V (4.21)
Qab Nab na nb Qa Qb
31
4. Ensemble canonico
Soluzione
Abbiamo visto che l’entropia di un gas ideale classico vale
S V 5
= ln + (4.23)
Nk N λ3 2
λ3 = cT −3/2 (4.24)
32
Capitolo 5
Ensemble grancanonico
Soluzione
La funzione di partizione canonica per N particelle non interagenti è
N
QN (T, V ) = [Q1 (T, V )] (5.2)
Q0
∂ ln QN
UC = − = N kT 2 1
∂β N,V Q1
AC = −kT ln QN = −N kT ln Q1 (5.3)
Q01
UC − AC
SC = = Nk T + ln Q1
T Q1
Per poter confrontare i risultati del canonico con quelli del grancanonico,
dobbiamo aggiustare la fugacità z in modo tale che valga la relazione
∂ ln Q zQ1
N = hN iG = z = (5.5)
∂z T,V 1 − zQ1
33
5. Ensemble grancanonico
Soluzione
La funzione di partizione grancanonica del gas ideale classico racchiuso nel
contenitore è
∞
X 1
Q(z, T, V ) = [zQ1 ]N = ezQ1 (5.10)
N!
N =0
34
5.2. Scatola a sorpresa
Dal punto di vista dell’ensemble grancanonico, sia il gas sia ciascun centro
di assorbimento sulle pareti del contenitore sono in contatto con una riserva,
termica e di particelle, caratterizzata da temperatura T e fugacità z, che saranno
quindi le stesse per il gas e per i centri di assorbimento. Scriviamo la funzione
di granpartizione di un singolo sito di assorbimento:
X
Qs = 1(zs eβ )N = 1 + zeβ (5.14)
N =0
Per trovare hNa i in funzione della pressione P del gas basterà uguagliare zs = zg ,
trovando
N0
hNa i = (5.16)
1 + (2πm/h2 )3/2 P −1 (kT )5/2 e−β
Risulta chiaro che a temperatura T fissata, per pressione molto alta hNa i
tenderà a saturare al valore N0 , mentre per pressione molto bassa hNa i ' 0.
35
Capitolo 6
Sistemi interagenti
Soluzione
Il secondo coefficiente del viriale è dato da
Z r0 Z ∞n u
2π 2 0 6
o
2
a2 = 3 r dr + 1 − exp (r0 /r) r dr (6.2)
λ 0 r0 kT
2πr03 u0
a=
3
2πr03
b= (6.5)
3
37
6. Sistemi interagenti
38
Capitolo 7
Statistica quantistica
39
Capitolo 8
Ensembles quantistici
41
Capitolo 9
Gas ideali di Bose-Einstein
X zs ∞
z2 z3
gν (z) = z + ν
+ ν + ··· = (9.1)
2 3 s=1
sν
Soluzione
Riscriviamo le funzioni di Bose–Einstein moltiplicando il numeratore e il
denominatore dell’integrando per ze−x :
∞
xν−1 ze−x
Z
1
gν (z) = dx (9.2)
Γ (ν) 0 1 − ze−x
Poichè sappiamo che ze−x < 1, possiamo riscrivere il denominatore come una
serie geometrica, e spostando la somma fuori dall’integrale otteniamo
∞ Z ∞
X 1
gν (z) = zs dx xν−1 e−sx (9.3)
s=1
Γ (ν) 0
43
9. Gas ideali di Bose-Einstein
Soluzione
Le equazioni di partenza, espandendo le funzioni di Bose–Einstein fino all’ordine
z 3 , sono
z2 z3
nλ3 = z + √ + √ + · · ·
2 2 3 3
(9.5)
z2 z3
P 1
= 3 z + √ + √ + ···
kT λ 4 2 9 3
b2
1 1
z = b − √ − b3 √ − (9.6)
2 2 3 3 4
b2
PV 1 3 2 1
= b− √ −b √ − (9.7)
N kT b 4 2 9 3 8
Soluzione
Nel testo abbiamo visto che per T < Tc abbiamo
CV /N k = (15/4)vζ(5/2)/λ3 (9.10)
44
9.3. Temperatura critica in presenza di gravità
45
9. Gas ideali di Bose-Einstein
Soluzione
Il calcolo della temperatura critica in presenza di gravità è analogo al caso in
cui g = 0 (rif alla sezione). Il punto delicato è utilizzare la corretta densità
degli stati per il calcolo di N :
Z ∞ Z ∞
g()
N= d g()hn i = d −1 βε (9.21)
0 0 z e −1
dove a() è la densità degli stati e hn i è il numero medio d’occupazione di un
livello d’energia di singola particella, che in questo caso è dato da
p2
= + mgl, dove l ∈ [0, L]. (9.22)
2m
La densità degli stati si ricava a partire dall’espressione generale
4πA 2
g(q, p)d3 q d3 p = p dp dl (9.23)
h3
in cui abbiamo riscritto d3 p = 4π 2 dp e d3 q = Adl. Possiamo procede con il
calcolo:
Z ∞
4πA L p2
Z
N= 3 dl dp −1 βmgl βp2 /2m (9.24)
h 0 0 z e e −1
βp2
poniamo ω = ze−βmgl e operiamo il cambio di variabile x = , da cui
√ 2m
−1/2
dp = 2mkT x dx. L’espressione precedente diventa
3/2 Z L Z ∞
x1/2
2mkT
N = 2πA 2
dl dx −1 x
h 0 0 ω e −1
3/2 Z L (9.25)
2mkT 3
= 2πA Γ dl g3/2 (ω)
h2 2 0
46
9.4. Stima della temperatura del Sole
Soluzione
Sappiamo che un corpo nero ideale assorbe tutta la radiazione incidente e la
riemette secondo la formula di Planck
~ ω 3 dω
u(ω)dω = (9.30)
π 2 c3 e~ω/kT −1
All’equilibrio termico la densità di energia emessa da un corpo nero è uguale a
quella assorbita. Supponiamo che la terra ed il sole si comportino come due
corpi neri rispettivamente all’equilibrio termico. Dato che l’emissione della
radiazione è isotropa, allora la radiazione assorbita dalla superficie della terra
esposta al sole, sarà uguale alla frazione della radiazione emessa dal sole che
colpisce la terra. Dato che la distanza terra-sole è molto maggiore del raggio
della terra, approssimeremo la superficie sferica terreste esposta ai raggi solari
a superficie circolare.
La densità di energia della radiazione di fotoni emessa dal sole (immaginato
come un corpo nero di volume Vs ) contenuta in un volume Vs si ricava da (9.30):
Z ∞
U ~ ω 3 dω π2 k4 4
= 2 3 = T . (9.31)
Vs π c 0 e ~ω/kT −1 15~3 c3
47
9. Gas ideali di Bose-Einstein
e solo una frazione πRt2 /4πD2 verrà assorbita dalla terra. All’euilibrio avremo
che
πRt2 πRt2
Pt = Ps → 4πRt2 σT 4 = 4πRs2 σTs4 , (9.34)
4πD2 4πD2
da cui si ricava
2 r
4 2D 2D
Ts = Tt4 → Ts = Tt ' 5960 K. (9.35)
Rs Rs
Soluzione
La densità degli stati nello spazio dei momenti è data, in ogni caso, da
2πA
a(p)dp = p dp (9.36)
h2
Prenderemo in considerazione, in entrambi i casi, il numero medio N di bosoni
nel sistema,
X 1
N= (9.37)
ε
z −1 eε/kT +1
Caso non–relativistico
2πAm
a(ε)dε = dε (9.38)
h2
Vediamo che non ha nessun senso togliere il termine ε = 0 dalla sommatoria
che definisce N . Nel limite termodinamico abbiamo quindi
2πmkT ∞
Z
N dx 1
n≡ = −1 ex − 1
≡ 2 g1 (z) (9.39)
A h2 0 z λ
48
9.5. Gas di bosoni ultrarelativistici
con ovvio significato dei simboli. L’integrale che definisce g1 (z) si risolve
facilmente:
Z ∞
ze−x
g1 (z) = dx = − ln(1 − z) (9.40)
0 1 − ze−x
Otteniamo dunque
2
z = 1 − e−nλ (9.41)
Caso ultra–relativistico
ζ(2)
σc = (9.44)
n
e per la temperatura critica otteniamo
r
hc n
Tc = (9.45)
k 2πζ(2)
49
Capitolo 10
Sistemi ideali di Fermi-Dirac
Soluzione
Tenendo conto della degenerazione di spin abbiamo
4L
a(p)dp = dp (10.1)
h
Il fattore 4 nasce da g = 2 dovuto allo spin e da un ulteriore fattore 2 che deriva
dal fatto che il momento è un vettore, anche in una dimensione. . .
Abbiamo quindi
2L(2m)1/2 dε
a(ε)dε = (10.2)
h ε1/2
Nel limite termodinamico, a T = 0, possiamo scrivere
Z εF
N= a(ε)dε (10.3)
0
n2 h2
εF = (10.4)
32m
51
10. Sistemi ideali di Fermi-Dirac
Soluzione
In un sistema bidimensionale, nel caso non relativistico e tenendo conto della
degenerazione di spin, abbiamo
4πAm
a(ε)dε = dε (10.5)
h2
Possiamo facilmente calcolare l’energia di Fermi del sistema in funzione della
densità n ≡ N/A, partendo da
4πm εF
Z
N
n≡ = 2 dε (10.6)
A h 0
e quindi
nh2
εF = (10.7)
4πm
A temperatura finita troviamo invece
4πm ∞
Z
dε
n= 2 −1 ε/kT
(10.8)
h 0 z e +1
e con il solito cambio di variabile x = ε/kT otteniamo
∞
εF = −kT ln(1 + ze−x ) 0 = kT ln(1 + z)
(10.9)
Suggerimento:
mostrare il legame tra le fugacità zf e zb :
(1 + zf )(1 − zb ) = 1; (10.12)
Soluzione
I due gas sono caratterizzati dallo stesso stato macroscopico e in particolare
dallo stesso numero di particelle: N ≡ Nf = Nb . Il numero di particelle è dato
da
X Z ∞
N= hn i = da()n() (10.14)
0
52
10.3. Calori specifici a confronto
d2 q d2 p 2πA 2πmA
a(q, p)d2 q d2 p = 2
= 2 p dp = a(p) dp → a()d = d
h h h2
(10.15)
(1 + zf )(1 − zb ) = 1 (10.19)
53
10. Sistemi ideali di Fermi-Dirac
Soluzione
La relazione generale che per un gas ideale di Fermi lega la densità n alla
temperatura e al potenziale chimico è
gf3/2 (z)
n= (10.32)
λ3
√
in cui λ = h/ 2πmkT è la lunghezza d’onda termica di de Broglie. Chiamando
λ0 il valore di λ quando z = 1 e quindi la temperatura T = T0 , abbiamo
gf3/2 (1)
n= (10.33)
λ30
D’altronde la relazione che lega la stessa densità n all’energia di Fermi del
sistema è
4πg(2m)3/2 3/2
n= εF (10.34)
3h3
54
10.5. La spezzata
4πg(2m)3/2 3/2
n= (kT )F (10.35)
3h3
Uguagliando le due espressioni per n otteniamo
2/3
4
T0 = TF (10.36)
3π 1/2 f3/2 (1)
e cioè
10.5 La spezzata
Si approssimi hn i per un gas ideale di Fermi a una temperatura T tale che
kT F con una spezzata come in figura TODO. Si calcoli il calore specifico
e lo si confronti col risultato TODO. Si verifichi che la dipendenza lineare dalla
temperatura rimane intatta, ma il coefficiente numerico ottenuto è più piccolo
di un fattore 4/π 2 .
Soluzione
Poniamo x = ε/kT e ξ = µ/kT . La funzione spezzata avrà allora equazione
1 per x < ξ − 2
f (x) = (ξ + 2 − x)/4 per ξ − 2 ≤ x ≤ ξ + 2 (10.40)
0 per x > ξ − 2
2πgV (2m)3/2 +∞
Z Z +∞
1/2
N= n() d = C f (x) x1/2 dx (10.41)
h3 0 0
(ξ + 2) = [(ξ − 2) + 4] (10.43)
55
10. Sistemi ideali di Fermi-Dirac
e il risultato finale è
C h i
N= (ξ + 2)5/2 − (ξ − 2)5/2 (10.44)
15
Ora mettiamo in evidenza un fattore ξ 5/2 e sviluppiamo i termini in parentesi
quadre in serie di Taylor fino al terzo ordine, utilizzando
α(α − 1) 2 α(α − 1)(α − 2) 3
(1 + y)α = 1 + αy + y + y + ··· (10.45)
2 6
ottenendo
C 5/2 −1 −3
2 3/2 1 −2
N= ξ 10 ξ + 5 ξ + · · · = C ξ 1 + ξ + ··· (10.46)
15 3 2
Se invece avessimo fatto i conti esattamente a T = 0, nel caso completamente
degenere, avremmo ottenuto
2 F 3/2
N= C (10.47)
3 kT
e confrontando le ultime due equazioni possiamo dunque scrivere lo sviluppo di
ξ in potenze di F /kT :
" 2 #
F 1 kT
ξ= 1− + ··· (10.48)
kT 3 F
56
10.6. Espansione libera
Soluzione
Poiché il gas si espande liberamente senza scambiare calore con l’esterno,
l’energia interna U deve rimanere costante. Se il gas ideale fosse classico il
problema sarebbe paradossale: da un lato, infatti, sappiamo che per un gas
ideale classico la temperatura non dipende dal volume, e quindi la risposta
finale sarebbe Tf = 0; d’altro canto un gas ideale classico a temperatura T = 0
non può espandersi liberamente.
Per un sistema fermionico la situazione cambia drasticamente. Sappiamo
infatti che nel caso di completa degenerazione vale la relazione
U 3
= F (10.54)
N 5
Se ora però lasciamo che il sistema si espanda da un volume V a un volume
V + ∆V , la sua energia di Fermi cambierà, perché dipende dalla densità; avremo
dunque
F ≡ F (V ) → F (V + ∆V ) (10.55)
Allo stesso tempo U deve rimanere costante ed è chiaro che non possiamo più
usare la (10.54) perché l’energia di Fermi diminuisce in seguito all’espansione.
Questa diminuzione è compensata da un aumento della temperatura, in modo
tale che l’energia interna U rimanga costante. Dovremo quindi usare lo sviluppo
" 2 #
U 3 5 2 kTf
= F (V + ∆V ) 1 + π + ··· (10.56)
N 5 12 F (V + ∆V )
57
10. Sistemi ideali di Fermi-Dirac
∆V
e sviluppando lo sviluppabile fino al primo ordine in V otteniamo finalmente
r
TF 8∆V
Tf = (10.61)
π 5V
58