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SEQUENZE

1. Presentazione di Andreuccio e di Fiordaliso (rr.4-46): il giovane e inesperto Andreuccio giunge da


Perugia a Napoli con alcuni amici per comprare dei cavalli. Egli non si dà cura, in pieno mercato, di
mostrare il suo borsello colmo di monete e così facendo attira l’attenzione della bella prostituta
siciliana Fiordaliso, che raccoglie informazioni sul suo conto da una vecchia siciliana che era stata
sua domestica e ordisce subito un piano per derubarlo, invitandolo – tramite una serva – a
raggiungerla a casa sua.

2. L’inganno di Fiordaliso (rr.47-155): guidato da una servetta Andreuccio giunge in casa di Fiordaliso,
pensando ad un incontro amoroso, ma rimane molto stupito dalla sua accoglienza. La donna infatti
lo abbraccia con tenerezza, come se già lo conoscesse e gli rivela di essere sua sorella, nata da una
relazione avuta da suo padre Pietro a Palermo. Dopo la cena e una lunga conversazione notturna,
Fiordaliso invita Andreuccio a dormire a casa sua.

3. Prima peripezia notturna: la caduta nel ‘chiassetto’ (rr.156-225): rimasto in compagnia di un


servitore, Andreuccio si sveste per la notte e si reca al gabinetto, quando, all’improvviso, mette il
piede su una tavola di legno disconnessa e cade nella via sottostante. I suoi tentativi di rientrare in
casa per recuperare i vestiti e il denaro si rivelano vani. Alla fine, spaventato dalle minacce di un
uomo che si rivelerà essere il fuorilegge Buttafuoco, Andreuccio decide di andarsene.

4. Seconda peripezia notturna: l’incontro con i ladri e la discesa nel pozzo (rr.226-285): vagando per
le strade di Napoli, Andreuccio incontra due ladri che, dopo aver ascoltato la sua storia, gli
propongono di unirsi a loro per un furto alla tomba dell’arcivescovo Filippo Minutolo. Prima però,
sentendo il puzzo dei suoi vestiti, gli consigliano di lavarsi in un vicino pozzo. Essi lo legano e lo
calano nel pozzo, ma all’arrivo delle guardie scappano. Le guardie, volendo dissetarsi, tirano la
corda – che pensano collegata ad un secchio – e, vedendo emergere Andreuccio, si fanno cogliere
dal panico e scappano.

5. Terza peripezia notturna (rr.286-316): la discesa nella tomba: casualmente riunitosi ai due ladri,
Andreuccio si reca con loro nella cattedrale per compiere il furto. Ad Andreuccio viene affidato il
compito di calarsi nella tomba dell’arcivescovo, ma il ragazzo è sospettoso e decide di tenere per sé
l’anello con il rubino, passando ai compagni solo gli oggetti di minor valore. I due, raccolta la
refurtiva, richiudono la tomba con Andreuccio all’interno.

6. Arrivo di altri ladri e fuga di Andreuccio dalla tomba (rr.317-337): quella notte giungono alla
cattedrale altri ladri, per compiere lo stesso furto. Quando sollevano la copertura della tomba e uno
di loro, un prete, si cala all’interno, Andreuccio ne approfitta per spaventarli e mettersi in salvo.

7. Partenza di Andreuccio da Napoli (rr.338-345): scampato anche a quest’ultima disavventura,


Andreuccio riesce a fare ritorno al suo albergo e, consigliatosi con gli amici e con l’oste, si affretta a
partire da Napoli: senza cavalli, ma con al dito il prezioso anello dell’arcivescovo.

PERSONAGGI
• Andreuccio da Perugia
Mercante di cavalli, rappresenta la figura di un ingenuo popolano, ancora inesperto, come dimostra in più
occasioni, ed estremamente sfortunato. È un personaggio a tutto tondo, che si evolve nel corso della
narrazione, diventando man mano più consapevole e maturo e acquisendo le virtù del buon mercante, cioè
l'astuzia e l'intraprendenza. Lo si evince da diverse azioni compiute dal personaggio nel corso della storia:
dal gesto preventivo di aggrapparsi al bordo del pozzo prima che venisse abbandonata la fune, all'atto di
nascondere l'anello ai ladri e di spaventare il ladro che aveva aperto la tomba.

• Fiordaliso
Fiordaliso, "La giovane siciliana bellissima, ma disposta per piccol pregio", è una prostituta ed esempio della
donna maliziosa, orditrice di inganni ai danni di poveri sprovveduti. Utilizza, nel perseguire i suoi scopi, la
sua intelligenza ma anche la sua bellezza “volgare” e tutta una schiera di aiutanti, come l'ancella, il paggio,
la casa del camorrista Buttafuoco, e tutto il vicinato del Malpertugio. Recita la sua parte di finta sorella “così
ordinatamente, così compostamente, alla quale niuno atto moriva trà i denti né balbettava la lingua” che
Andreuccio ne rimane soggiogato.

• I ladri
I ladri vengono rappresentati dapprima come aiutanti, poi esprimono la loro vera natura opportunistica e
spregiudicata, fuggendo prima all'arrivo delle guardie, chiudendolo poi nell'arca dell'arcivescovo morto. A
questi ladri seguono altri ladri, ancor più degradati: uno di loro, il più irrispettoso delle cose sacre, è
nientemeno che un prete, che si cala senza remore nella tomba: ”Che paura avete voi? Credete voi che egli
vi manuchi? Li morti non mangiano i vivi, vi entrerò dentro io.”

LUOGHI

Vi sono riferimenti a luoghi reali: Mercato, quartiere di Malpertugio e la Ruga Catalana.


Si possono distinguere dei luoghi distinti di Napoli:
• mercato (esterno)
• casa ciciliana (interno)
• quartiere Malpertugio
• strada (esterno)
• Ruga Catalana (esterno)
• casolare (interno)
• Chiesa Maggiore (interno)
L'ambientazione alterna quindi spazi aperti e spazi chiusi.
Napoli è presentata in maniera realistica e al contempo ironica.

TEMI PRINCIPALI

Possiamo individuare due temi principali: l’arte del saper vivere e la fortuna o caso.

ARTE DEL SAPER VIVERE:


Andreuccio, mercante inesperto e mai stato fuori città, si reca a Napoli dove viene a contatto con
personaggi privi di valori etici e morali ma che mirano solo ad arricchirsi. Il protagonista di fronte a questi
non è in grado di agire con accortezza poiché inesperto e quindi molto ingenuo. Per questo motivo cade
facilmente nei loro inganni: viene ingannato dalla vecchia, dalla siciliana, dai ladri. Andreuccio però durante
la sua vicenda, in seguito a vere e proprie “cadute in basso” (in totale tre) riesce a risollevarsi, ogni volta
che si rialza impara qualcosa diventando così più furbo, astuto e consapevole tanto da riuscire a sua volta
ad ingannare.

LA FORTUNA O CASO:
La novella fa parte della seconda Giornata del Decameron, che narra vicende i cui protagonisti si salvano da
situazioni difficili oppure ottengono un guadagno insperato grazie all'aiuto della fortuna: è appunto il caso
di Andreuccio, il quale nell'arco di una sola nottata perde tutto il suo denaro e rischia più volte di morire,
per poi entrare in possesso di un prezioso anello con cui torna a casa più ricco di prima (la fortuna è vista da
Boccaccio come qualcosa di capriccioso e fortuito, non più espressione della volontà divina come in Dante e
nelle opere del Duecento). Il testo è anche in parte una celebrazione della figura del mercante e si può
accostare a quella di Landolfo Rufolo che la precede, con la differenza che in quella il protagonista
recuperava le perdite nell'arco di anni e dopo essersi dedicato alla pirateria.

La voce narrante è quella di un narratore eterodiegetico e onnisciente, La focalizzazione del racconto,


tuttavia, spesso è modellata sul punto di vista di Andreuccio consentendo al lettore di percepire le diverse
situazioni dalla sua prospettiva

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