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GUIDA OPERATIVA
GEOELETTRICA
MULTIELETTRODO
Generalità
elettrodi misurando poi la differenza di potenziale tra tutte le altre coppie di elettrodi
disponibili nella configurazione scelta. Si passa poi ad una seconda coppia di
trasmissione e cosi via fino a raggiungere il numero massimo di misure indipendenti sui
poli e dipoli disponibili.
La potenza immessa dal trasmettitore dovrà essere commisurata alla profondità massima
da raggiungere; a titolo di esempio si riportano di seguito alcune indicazioni di massima:
• fino a 200 m => 18 W min, 0.5 mA min, ± 200 V min;
• per stendimenti di lunghezza > di 200m => 100 W min, 1 mA min, ± 400 V min.
In ogni caso di norma l’errore tra gli stacks impostati (min 3) non dovrà superare l’1%.
Infine la strumentazione dovrà consentire l’impostazione di almeno 4 finestre temporali per
la misura della caricabilità (PI).
L’acquisizione dei dati di dV e I su ogni singolo quadripolo è alla base delle misure
geoelettriche.
MAE advanced geophysics instruments - www.mae-srl.it
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Multielettrodo
Dal momento che esistono altre sorgenti di differenza di potenziale oltre alla corrente I da
noi iniettata, e indispensabile adottare una procedura di misura che elimini dalla misura di
dV le altre componenti non legate a I. Le altre cause di dV nel suolo possono essere:
potenziali spontanei (dovuti a sorgenti all’interno della terra, quali la presenza di corpi
mineralizzati, o il flusso dell’acqua nel mezzo poroso – in quest’ultimo caso si parla di
streaming potential), correnti telluriche (ovvero correnti nel suolo causate per induzione
elettromagnetica dai flussi di ioni nella ionosfera) ed effetti di polarizzazione agli elettrodi
stessi (se non usiamo elettrodi non polarizzabili, come di solito accade).
Nelle misure in corrente continua non interessa distinguere la causa di queste altre
differenze di potenziale al dipolo MN, ma solo rimuoverle. Pertanto la procedura di misura
e quella di iniettare una corrente I cui viene commutato il verso con un certo periodo di
commutazione, lasciando dei periodi in mezzo in cui non viene iniettata corrente (un’onda
quadra): in questo modo lo “zero” ovvero il potenziale non dovuto all’iniezione di +I, -I ad
AB viene identificato facilmente e rimosso.
Si osservi che utilizzando in questo modo un’onda quadra non si lavora propriamente in
corrente continua. Ma la procedura è adeguata perchè i tempi durante i quali la corrente e
tenuta costante sono lunghi (da centinaia di ms a qualche secondo) rispetto ai tempi di
rilassamento del sistema, per cui le differenze di potenziale transitorie possono essere
osservati se necessario ma non impattano la misura in corrente continua.
Prima di eseguire la misura è indicato conoscere gli scopi e gli obiettivi da raggiungere
attraverso l'indagine cosi da impostare in maniera adeguata la particolare scelta del tipo di
dispositivo da utilizzare in funzione ovviamente anche del contesto lavorativo come lo
spazio a disposizione e la logistica.
Software EMLab
Per consentire un controllo adeguato e migliorare la fase preparatoria dell'indagine
multielettrodo si è sviluppato il software EMLab attraverso il quale si possono impostare i
parametri necessari per una corretta impostazione della sequenza da utilizzare.
Si rimanda al manuale del software per una trattazione approfondita dell'argomento.
Il software consente di generare diverse tipologie di array sia 2D che 3D, il numero di
livelli (layer) così da avere un controllo sulla profondità di indagine.
Generata la sequenza si esporta un file .sem che può essere caricato sullo strumento e
cosi richiamato per eseguire la misura.
Eseguita la misura e salvato il file in formato tsv, il software può essere utilizzato anche
come prima fase del processing dei dati attraverso operazioni di filtraggio come ad
esempio eliminare errori > del 10% o eliminare le misure con resistività < di 1.
L'inserimento della topografia da attribuire a ciascun elettrodo e il settaggio della
geometria sono fondamentali per il processo di inversione; attraverso un'interfaccia il
software permette l'inserimento delle coordinate di ciascun elettrodo in diversi sistemi di
riferimento.
Il file cosi è esportabile in .dat per poi essere aperto e elaborato attraverso opportuni
programmi di inversione.
EMLab permette la gestione dei propri clienti in modo da facilitare le operazioni di
creazione della reportistica e la creazione di eventuali report di statistiche.
In campagna
blu si visualizzano gli elettrodi correttamente collegati mentre in rosso quelli che non
risultano in comunicazione.
Nell'esempio di figura 3 il picchetto n. 7 è isolato, mentre tutti gli altri hanno resistenza
di contatto di circa 1 kOhm.
Se è necessario intervenire per ricollegare un elettrodo, assicurarsi prima che il test sia
terminato, onde evitare di esporsi al pericolo di assorbire scariche elettriche.
Al termine del test è possibile salvare in un file il risultato, per eventuali successivi
riferimenti, premendo il bottone 'Salva'.
……………… ………………
prolunga interlink
BOX 24-48
n.1
…. …. …. ….
Eseguito il TEST dei picchetti si può passare alla fase di configurazione dello
strumento. Per prima cosa nella casella 'Canali da utilizzare' selezionare il numero di
elettrodi di cui è formato lo stendimento. Ogni misura viene eseguita dallo strumento
immettendo corrente prima con una polarità e poi con quella opposta, allo scopo di
impedire il raggiungimento della corrente minima richiesta per la misura. In tal caso la
misura stessa viene comunque registrata con il valore di corrente più alto ottenuto.
Normalmente lo strumento utilizza il valore assoluto della differenza di potenziale
misurata tra gli elettrodi M e N per il calcolo della resistività.
Tabella di misura
Ad ogni misura viene attribuito un numero progressivo e vengono mostrati gli elettrodi
utilizzati. L'esecuzione restituirà i seguenti valori:
o la corrente immessa (I in mA);
o il potenziale misurato tra M ed N (V in mV);
o il potenziale spontaneo, misurato immediatamente prima dell'energizzazione e già
sottratto dalla misura di V;
o la resistività apparente (r in Ohm x metro) calcolata;
o la deviazione standard dei campionamenti;
o la caricabilità (M in msec) (se attivata in configurazione).
E' preferibile eseguire qualche misura di prova prima di iniziare l'intera sequenza. A tale
scopo toccare la riga corrispondente in tabella. La freccia sulla sinistra dello schermo
indica la misura selezionata. Premere quindi il bottone 'Misura singola'.
Nelle caselle etichettate I: e V: sono mostrati rispettivamente i valori di corrente e di
potenziale misurati istante per istante, mentre l'indicatore al di sotto si illumina di rosso
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Multielettrodo
ogni volta che il generatore di tensione è attivo. Dopo alcuni secondi la riga selezionata
viene aggiornata con il risultato. E' possibile stimare la bontà dell'acquisizione
rapportando percentualmente la deviazione standard con la misura di resistività.
Rapporti dell'ordine del 5-10% possono essere considerati normali. Se si leggono valori
di V molto bassi (dell'ordine di 1-2 mV o meno) può essere necessario ritornare in
configurazione (premendo il bottone 'Esci') ed aumentare di qualche decina di
milliampère la corrente minima richiesta.
Terminata la verifica delle impostazioni, selezionare la prima misura non ancora
eseguita e premere il bottone 'Inizia sequenza'. Dopo una richiesta di conferma, lo
strumento esegue una dopo l'altra tutte le misure previste dalla tabella. Se necessario, è
possibile bloccare la sequenza premendo il bottone 'Interrompi'.
In tal caso lo strumento termina la misura eventualmente già in corso e rimane in
attesa di ulteriori comandi da parte dell'utente.
Dopo aver interrotto la sequenza o al termine della stessa è necessario procedere al
salvataggio dei dati acquisiti nella memoria interna dello strumento e/o sul pen-drive USB
in dotazione. Premere quindi il bottone 'Salva'. Come intervallo tra i picchetti sarà
riportato quello già specificato all'inizio, mentre il tipo di configurazione deve essere
reimpostato manualmente. Questo è particolarmente importante quando si intende
esportare i dati direttamente nel formato .dat utilizzato dai software di inversione
RES2DINV di Geotomo software / ZONDRES di Zond software, in quanto la codifica
interna del formato varia sensibilmente tra i vari tipi di configurazione.
Premendo il bottone OK viene mostrata la finestra per scegliere la cartella di
destinazione del file, assegnargli un nome e definirne il formato.
Come si vede è possibile selezionare cinque formati diversi.
In ogni caso è consigliabile anzitutto salvare nel formato 'valori separati da tabulazione'
(estensione .tsv), che conserva tutti i valori visualizzati in tabella e consente quindi di
riaprire il file sullo strumento stesso.
Si vuole ricordare che il file .tsv può essere riaperto attraverso il software EMLab per
effettuare le opportune analisi come ad esempio filtrare alcuni dati o inserire la
topografia.
Per poter utilizzare direttamente con RES2DINV / ZONDRES il file generato, entrare
nuovamente nella funzione di salvataggio e scegliere il formato DAT. Quest'ultimo
conserva unicamente i valori di resistività apparente e le coordinate dei punti di misura.
Principi di elaborazione
RESISTIVITA' TIPO