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Cap.1. La didattica come
2
disciplina e come scienza
PROBLEMATICISMO
diventa necessario
Conoscenze Conoscenze
dichiarative strategiche
Individuo Ambiente
TEORIE E MODELLI PEDAGOGICI E
DIDATTICI
CARATTERISTICHE DIDATTICA TRASMISSIVA
•gerarchizzazione La centratura è sul docente che, possessore di un
•autoritarismo sapere di tipo profetico, trasmette agli allievi i
•adultocentrismo contenuti della conoscenza
L’ Effetto Pigmalione
Rosenthal & Jacobson, 1968
CAPITOLO TERZO
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PROGETTARE, PROGRAMMARE E GESTIRE L’INSEGNAMENTO
Significato statico e
monodisciplinare
PROGRAMMAZIONE
Processo dinamico ed
interdisciplinare
AUTONOMIA
DELLA PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
INDIVIDUALIZZATA
Percorsi differenziati
Attenzione alla specificità e alla
condizione di partenza dei
soggetti
29
3. L’ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE
(es. il lavoro del docente, del team, del collegio ecc. nel definire
obiettivi, scopi, finalità)
Selezione Analisi
degli obiettivi della situazione
Selezione ed Verifica
organizzazione valutazione
del contenuto
Selezione ed
organizzazione
dei metodi
dà al soggetto la possibilità di
arrivare alla conoscenza
attraverso la consapevolezza dei
propri meccanismi di costruzione
e di organizzazione dei concetti
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Conversazione clinica
Esecuzione
Valutazione
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§ generalizzazione
§ definizione
§ discriminazione
§ applicazione
§ transfer in altri contesti
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3. CHIEDERE AI BAMBINI DI CHIUDERE GLI OCCHI E DI DIRE SE NELLA LORO MENTE COMPARE UNA
FIGURA QUANDO VENGONO PRONUNCIATE PAROLE-OGGETTO E PAROLE-EVENTO FAMILIARI
4. INTRODURRE IL TERMINE CONCETTO parola usata quando ci si riferisce alle immagini mentali
di oggetti o eventi.
giocare gioia
F
mangiare condivisione
E
S regalare dono
T
stare insieme socializzazione
A
............ ............
................ ...............
stare insieme
cantare
SCUOLA
scrivere mangiare
condivisione
..............
giocare imparare
divertimento impegno
parola-oggetto
parole-evento
parola-concetto
63 materia
si manifesta tramite
forma è una
stati di
aggregazione
miscugli
sostanza
eterogenei omogenei
si chiamano
soluzioni
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Il docente spiega
la lezione in Gli studenti svolgono il
classe lavoro esercitativo e di
apprendimento a
casa
Maturazione di consapevolezza
Attore/formatore Attore/Allievo
Area di
didattica viva… Negoziazione
dimensione relazionale…
Trasposizione
costruzione e condivisione di significati… didattica Strutturazione cognitiva
Output
Interazioni Preconoscenze Note
Memoria a Reazioni
Regole tacite
lungo termine Feedback
Componente comunicativa
Comunicazione orale, scritta, Regole esplicite
extra verbale, mediata Imitazione
Aspettative Percezione
Componente cognitiva
Strategie cognitive, Percezioni Attenzione
Consegne
Memoria a
Componente socio-relazionale breve termine
Conduzione,
interazioni interpersonali
Al di sopra dello spazio fisico si crea uno spazio psicologico, caratterizzato da un gioco
simbolico di aspettative, percezioni, regole, ruoli …. Sapere implicito
la sequenza di azioni, manipolazioni, ruoli, finzioni,
rappresentano il cuore della mediazione didattica…
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Attenzione !!!
Ciò non implica che questa dimensione negoziale-fenomenica non
possa essere oggetto di studio; anzi essa delimita un oggetto
complesso che necessita di approcci trasversali, teorie, metodi
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Il contratto didattico
Autorappresentazioni dell’allievo (autoefficacia, autistima, ecc)
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verbale
non-verbale
para-verbale
La comunicazione paraverbale
-Il tono
è principalmente un indicatore dell’intenzione e del senso che si da a quello che si dice e può
esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia, apprezzamento o
disgusto
-Il volume
riguarda prevalentemente l’intensità sonora, il modo di calibrare la voce in base alla distanza
dall’interlocutore
-Il tempo
le pause, la lentezza o velocità assolute possono servire come fattori che sottolineano,
accentuano o sfumano il significato verbale
-Il timbro
è l’insieme delle caratteristiche individuali della voce gutturale, nasale, soffocata; è il colore
della voce
76 Watzlawick, Beavin, Jackson, 1967
non si può non comunicare: quando due persone si trovano in un’unità spazio-
temporale fanno autenticamente parte di un processo di comunicazione;
PERCETTIVI
Relativi alla percezione soggettiva e selettiva dell’evento vissuto e/o ricordato, alla familiarità o novità
degli elementi che costituiscono l’evento vissuto… alla percezione di sé all’interno della situazione
COGNITIVI
Relativi ai codici linguistici, ai sistemi di rappresentazione della realtà, alle gerarchie in
base alle quali ordinare le conoscenze
CULTURALI
Relative ad immagini sociali e culturali condivise e riconosciute come proprie, relative
all’appartenenza a gruppi (famiglia, gruppo di pari, associazioni culturali, politiche, comunità
scientifiche…); inoltre, a posizioni di pregiudizio (categorie)
EMOZIONALI
Sentimenti di vulnerabilità, autostima, svalutazione/ipervalutazione, di appartenenza e/o
estraneità
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la comunicazione autentica
la relazione empatica
…dunque
Il linguaggio verbale nella comunicazione in aula sintassi logica sofisticata, facilmente comprensibile, si
basa su sistema di convenzioni, la comprensione dipende tuttavia dal grado di conoscenza del codice, necessità
didattica di adottare un linguaggio condiviso
L’uso della voce in didattica: tono, ritmo, silenzio aspetti sonoro-fonici, caratteristiche del modo di parlare,
esprime emozioni e sentimenti, accompagna (sostiene o contraddice) una affermazione verbale, la voce è un
“attrezzo del mestiere”
La prossemica: la posizione dei corpi e degli oggetti fondata da Edward Hall (1968), studia la posizione e
le distanze tra i corpi durante la comunicazione e tra i corpi e gli oggetti (sistemazione logistica dei soggetti
comunicanti, illuminazione dell’ambiente, ecc), attenzione al posizionamento dell’aula, evitare vicinanza di allievi a
scapito di altri, definizione della “giusta distanza”, attenzione allo “spazio esclusivo” (il nostro spazio di sicurezza, zona
intima)
Micro e macrocinesica comunicazione continua del corpo, microcinesica: comportamenti micro del corpo (volto,
mimica, sguardo), macrocinesica: comportamenti macro del corpo (postura, gestualità, ecc)
La funzione della mimica facciale e dello sguardo (microcinesica) occhi e sguardo esprimono una
dimensione fondamentale, funzioni dello sguardo: controllo della situazione comunicativa, segnalazione del feed-
back, segnalazione umori, emozioni, interiorità, lo sguardo si usa in didattica per sostenere intenzionalmente i propri
obiettivi comunicativi
Postura e gestualità (macrocinesica) atteggiamenti verso se stessi e gli altri, la postura può esprimere
accoglienza, divieto, ecc
La comunicazione distorta ci può essere incoerenza tra comunicazione verbale e non-verbale, spazio del
malinteso, filtri e barriere comunicative
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Testualità e scrittura medium della scrittura, utilizzo di testi (libro, sussidiario, manuale) la scrittura,
ponendo il linguaggio sotto il controllo della vista, ha reso possibile un esame retrospettivo della parola,
possibilità di riflessione sul linguaggio, costruzione di un pensiero analitico, base della cultura occidentale
I manuali scolastici nella storia della scuola italiana il ruolo dell’immagine è stato sostanzialmente
ridotto ad un minimo uso decorativo, negando la possibilità di innovazione offerta dalla ricerca didattica
Tecniche di scrittura la ricerca (Mayer, 1999) suggerisce alcune indicazioni per aiutare lo studente a
selezionare le info rilevanti dalla lettura (evidenziare informazioni: grassetti, corsivi dimensioni carattere,
ripetizioni concetti, icone, immagini)
Funzioni delle immagini (Levin) le immagini interagiscono con il testo per produrre livelli di
comprensione e memorizzazioneche non possono essere replicati in forma puramente testuale
La “pressione tecnica”
Dimensione di vulnerabilità della tecnologia (es. in una video conferenza se un microfono non funziona cessa la
lezione) – negli incontri elettronici al gran parte delle condizioni materiali sono fisse
Messa in campo di una variegata strumentazione di stimoli capaci di attivare dinamiche significative, ma
che non potranno fare a meno di ulteriori negoziazioni e adattamenti
DISPOSITIVO FORMATIVO:
PROGETTAZIONE DELL’AMBIENTE PER APPRENDERE: °Attenzione al carattere multidimensionale e variegato dei supporti disposti introni ai
soggetti che apprendono
Processo non lineare ...non riducibile ad una mera misurazione quantitativa del
risultato
scelta di un criterio
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Valutazioni qualitative
soggettività
AZIONE
VALUTATIVA Valutazione condivisa / accordo d’uso
oggettività intersoggettività
Valutazioni quantitative
Cfr. Pellerey, 1994.
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RICAPITOLANDO…..
COME OPERIAMO IN GENERE UNA VALUTAZIONE ???
LA VALUTAZIONE DIDATTICA
1. Valutazione del profitto (degli apprendimenti)
2. Valutazione del processo (come monitoraggio o presa di decisione in corso di attività)
3. Valutazione di progetto
4. Valutazione di sistema
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VALUTAZIONE del PROFITTO
Diagnostica (volta ad accertare lo stato delle preconoscenze, degli atteggiamenti, della disponibilità ad
apprendere)
Formativa (ha carattere dinamico ed orientativo; si effettua durante il processo di apprendimento,
consiste in quel feed-back che il docente fornisce allo studente allo scopo di aiutarlo ad avvicinarsi
all’obiettivo
Sommativa (valutazione di bilancio che si compie a termina dell’unità o percorso didattico /es.
attribuzione dei voti)
AUTO-OSSERVAZIONE/AUTO-MONITORAGGIO
documentare la crescita del modo di pensare e di apprendere dello studente attraverso vari strumenti (port-
folio/diari/ecc)
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VALUTAZIONE del PROCESSO
TIPOLOGIE DI MONITORAGGIO
- Tacito: pura raccolta di dati con semplice evidenziazione del trend
emergente
- Reattivo: si interviene suggerendo un cambiamento di rotta rispetto ad
un intervento che non viene riconosciuto adeguato al
conseguimento degli obiettivi
- Dinamico: si decide, in itinere, di cambiare percorso, introducendo
innovazioni di qualità concernenti gli obiettivi stessi da
conseguire
- Una componente di una ambiente già esistente (un tragitto curricolare, un corso, un supporto: testo, software, ecc)
- Un percorso di ricerca
- Giustificazione del progetto: importanza del progetto rispetto al contesto; eventuale applicabilità in altri contesti e situazioni
- Definizione degli obiettivi: definizione dei risultati attesi (in alcuni casi la definizione degli obiettivi può essere lasciata più
aperta, identificando solo delle finalità generali ed esplicitando che la loro messa a punto avverrà in corso
d’opera)
- Valutazione della fattibilità: valutare fino a che punto il percorso sia realmente realizzabile;
e delle risorse necessarie: confrontare costi e ricavi; indicare analiticamente ciò che occorre in termini di risorse umane,
materiali finanziari, ecc
- Definizione degli strumenti di valutazione: indicare attraverso quali criteri ed operazioni di verifica intendiamo accertare il
conseguimento degli obiettivi
- Descrizione del progetto: presentare succintamente l’esecuzione del progetto; stabilire una sequenza dei passi
dell’intervento (calendarizzazione)
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VALUTAZIONE di SISTEMA
Valutazione di sintesi al termine del progetto didattico
Valutazione del: 1.PROCESSO |2.RISULTATO dell’esperienza nel suo complesso in termini di:
La valutazione sistemica tende sempre più a divenire non solo una valutazione finale, ma
essa si configura come una attività che accompagna il progetto come monitoraggio
continuo, esteso alle diverse dimensioni e componenti del progetto
94 Valutazione interna
tempo
Valutazione esterna
luogo
metod
o
Co-regolativa/formatrice
disciplina
Regolativa/formativa
studente
Certificativa/sommativa
docente