19/01/04
Misure di forza
Misure di forze e di coppie meccaniche: Elementi primari di conversione - Misure di coppie su
alberi rotanti. Celle di carico estensimetriche
Lo standard di forza dipende quindi necessariamente dagli standard realizzati per le grandezze
massa ed accelerazione. Abbiamo già discusso dello standard internazionale di massa, costituito dal
cilindro di platino iridio custodito a Sevres.
L’accelerazione non è invece una grandezza fondamentale, essendo derivata dalle grandezze
fondamentali spostamento e tempo. Uno standard di accelerazione di immediata disponibilità ed
impiego è l’accelerazione di gravità che può essere misurata con l’accuratezza di 1 p.p.m. (10-6) e
varia con la posizione geografica.
Per realizzare uno standard di forza, noto il valore locale dell’accelerazione di gravità, si procede
con l’impiego di un sistema di taratura di forza c.d. “ a pesi diretti” (in inglese deadweight machine)
che consente accuratezza dell’ordine di 10-5. Questa accuratezza è limitata principalmente dai limiti
di incertezza con i quali è possibile misurare le variazioni di densità dell’aria che determina una
incertezza sulla forza peso pari a 1*10-5 e dagli errori geometrici e dalle distorsioni elastiche dei
telai di applicazione della forza prodotta dall’applicazione di carichi dati dalle masse tarate che
modificano le caratteristiche teoriche dei vettori forza agenti sui telai di applicazione del carico.
Valori tipici di portata di queste macchine per la realizzazione di standard di forza, sono compresi
nel campo tra 102 e 107 [N]. (Si rammenta che il newton è la forza necessaria per imprimere ad un
corpo di massa 1 kg una accelerazione pari ad 1 m/s2).
Gli standard primari di forza (deadweigth standard machines) derivano pertanto la forza
direttamente come azione dell’accelerazione
locale di gravità sulla massa dei c.d. pesi
diretti.
All’equilibrio delle forze (data la piccola
incertezza richiesta per queste misure)
bisogna considerare la forza di
galleggiamento (spinta di Archimede) che
agisce sulle masse calibrate immerse in aria.
L’ampiezza di questa spinta di
galleggiamento in aria si calcola con
l’espressione:
ρa
F = m ⋅ g ⋅ 1 − essendo ρa la densità
ρ m
dell’aria e ρm la densità del materiale di cui è
costituita la massa calibrata.
L’accuratezza di questi standard primari di
forza è limitata principalmente dalle
variazioni di densità dell’aria da cui discende
una incertezza sulla misura di forza pari a
1*10-5, dagli errori geometrici e dalle
distorsioni elastiche dei telai di applicazione
dei carichi dati dalle masse calibrate che
modificano le caratteristiche teoriche dei
vettori forze.
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Il principio della leva, richiamato al punto 1) è impiegato sia per il funzionamento di macchine ad
alta capacità che realizzano gli standard di forza, che più in generale nella costruzione di bilance di
tipologie differenti
utilizzate
principalmente per
misurazione di forza
peso e
conseguentemente per il
confronto di masse a
partire da pochi grammi
arrivando poi fino a
diverse tonnellate.
Una cella di carico di questo tipo, correttamente tarata ed installata può operare con una accuratezza
entro 0.25% del fondo scala o anche migliore; questo livello è ritenuto generalmente accettabile per
la maggior parte delle applicazioni di misura di forza peso. Inoltre la mancanza di componenti
elettrici rende questa tipologia di sensori adeguata per l’impiego in aree a rischio di scoppio,
incendio etc.
Il limite applicativo di questa tipologia di trasduttori è costituito dal carico massimo che può essere
applicato al diaframma elastico che quindi limita la pressione che può essere trasmessa al pistone
idraulico entro 100 MPa.
Per portate superiori sono disponibili celle di carico interamente metalliche che consentono la
misura di carichi significativamente più elevati. Realizzazioni speciali consentono la misura di forza
peso fino a circa 4.500 tonnellate. Tipiche applicazioni per celle di carico idrauliche riguardano la
pesatura di serbatoi. Per ottenere la massima accuratezza di misura la pesatura di un serbatoio
dovrebbe essere effettuata posizionando una cella di carico in corrispondenza di ciascun supporto
del serbatoio e sommando le indicazioni fornite da tutte le celle di carico utilizzate. Visto che per
definizione un piano passa per tre punti, la configurazione prevede tre punti di supporto. Il segnale
di ciascuna cella di carico può essere inviato direttamente ad un sommatore idraulico oppure
convertito ciascuno in un segnale elettrico ed operando successivamente la somma dei singoli
segnali elettrici.
Anche le celle di carico pneumatiche funzionano secondo il principio della bilancia. Questi
dispositivi utilizzano diverse camere di lavoro per fornire misure più accurate di quelle possibili con
le celle di carico idrauliche. In alcune configurazioni costruttive la prima camera di lavoro è
utilizzata per la misura della tara. Le celle di carico pneumatiche possono anche essere impiegate
per misurare pesi di ampiezza relativamente piccola in industrie dove la pulizia e la sicurezza
igienica sono requisiti di primaria importanza.
I vantaggi di questa tipologia di celle di carico includono la loro intrinseca sicurezza in caso di
esplosione e l’insensibilità alle variazioni di temperatura. Inoltre presentano la peculiarità di non
contenere alcun tipo di fluido contaminante in caso di rottura del diaframma. Tra gli svantaggi va
evidenziata la lentezza della risposta fornita in caso di variazioni dinamiche della grandezza
misurata ed inoltre la necessità di impiegare aria secca e pulita o azoto come mezzo gassoso per la
trasmissione dell’azione esercitata dal carico sul diaframma elastico.
I sensori di forza
Tuttavia, sempre nel campo della forza peso, per le applicazioni dove è richiesta una elevata
accuratezza unitamente ad una insensibilità alle condizioni ambientali e ad una elevata selettività
per la sola grandezza da misurare i SENSORI DI FORZA sono i componenti fondamentali che
coniugano economia costruttiva con soddisfacenti caratteristiche metrologiche per gli impieghi
richiesti.
Si è passati così dalle bilance, per le quali la forza di riferimento è la forza peso , ritenuta la più
accuratamente determinabile tra quelle disponibili, ai SENSORI DI FORZA il cui funzionamento è
basato sull’impiego di forze elastiche ossia forze di reazione elastica proprie di un elemento
elastico.
Tutto ciò porta richiede che l’elemento elastico impiegato per la realizzazione di un sensore di forza
deve essere realizzato per assolvere contemporaneamente alle diverse funzioni assegnate a zone
differenti dell’elemento stesso:
• ricevere dall’esterno la forza incognita che si vuole misurare
• trasmettere la forza incognita alla regione di misura dell’elemento
• trasformare linearmente o almeno in modo reversibile la forza da misurare in una
corrispondente variazione di una grandezza fisica misurabile con uno specifico sensore che è
pertanto indicato come sensore o trasduttore per distinguerlo dall’elemento primario o
sensore di forza che è proprio l’elemento elastico.
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E’ importante quindi sfruttare particolari sezioni di misura sulle quali sono presenti solo particolari
andamenti di sollecitazione e altrettanto importante è considerare le caratteristiche di risposta del
particolare trasduttore secondario utilizzato.
Nel caso degli estensimetri elettrici a resistenza si sfrutta la sensibilità quasi unidirezionale e locale
(limitata esclusivamente alla superficie della griglia) dell’ER.
In caso di utilizzo di altri sensori quali i trasduttori piezo-elettrici o quelli magneto-elastici questi
sentono le sollecitazioni agenti sull’intera sezione di misura.
Si passa quindi all’esame delle principali condizioni di sollecitazione che si possono verificare negli
elementi elastici impiegati per la realizzazione di sensori di forza.
con l’ampiezza stessa della forza applicata, si possono determinare effetti di isteresi e di non
linearità della risposta.
essendo d = distanza tra la sezione di misura e l’asse neutro, I =momento di inerzia della sezione di
misura ed E = modulo di Young del materiale dell’elemento elastico.
La distanza ⋅(x1-x2) può essere quindi sfruttata per incrementare la sensibilità del trasduttore di
forza.
Considerazioni generali
Le equazioni e le condiziono fin qui esaminate per i vari casi di sollecitazioni semplici
INDICANO:
che a parità di deformazione misurata la forza necessaria per ottenerla deve esser maggiore nel caso
di sforzo normale, di media ampiezza nel caso di sforzo di taglio e generalmente più piccola nel
caso di flessione;
Ne consegue che si usano elementi elastici soggetti a sforzo normale per la costruzione di sensori
per grandi portate, soggetti a taglio per trasduttori di media portata e soggetti a flessione per la
realizzazione di trasduttori di forza di piccola portata.
Diversamente, nel caso in cui il requisito primario è quello della rigidezza dell’elemento elastico
(ad esempio per misurazioni di natura dinamica ove è richiesta una elevata risposta in frequenza) le
prestazioni dei sensori vanno valutate a parità di condizioni di spostamento e da questo punto di
vista l’elemento elastico soggetto a sforzo normale si dimostra più adatto per soddisfare tali
requisiti.
kt = k⋅ ks / (k + ks); mt = m + ms
0.5
ωt=(kt/mt) essendo ωt<ω
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La distinzione tra caratteristiche statiche e dinamiche ha riguardo anche alla classe di accuratezza
richiesta . Nelle misure dinamiche è consentita una accuratezza più bassa, seguono in ordine con
accuratezza media le misure per applicazioni industriali che sono considerate quasi statiche, per cui
si accetta una incertezza tipica dello 0,2 % ed infine i sistemi per misure di peso con incertezza
tipica di 0,03%.
Per queste applicazioni, come pure per quelle ove è richiesta una incertezza inferiore allo 0,1% è di
cruciale importanza la stabilità dello zero e il limitato effetto di scorrimento viscoso (creep).
L’affermarsi di applicazioni di sensori di forza per misure di peso ha creato di fatto quasi una
separazione tra applicazioni industriali di strumenti per misure di forze e “celle di carico”.
12.5a), che per questo vengono irrigiditi nelle configurazioni proposte in fig. 12.5b con piastre
circolari cedevoli in direzione assiale e rigide in direzione trasversale.
Un’altra via per ridurre questo effetto indesiderato è quella di incrementare il momento di inerzia
I/(A⋅ d), a parità di superficie delle sezioni di misura come mostrato in fig. 12.5 c - uso della
colonna forata ed in fig. 12.5 d – uso del profilo ad H che aumenta il momento d’inerzia a parità di
area delle sezioni considerate e inoltre ha il vantaggio di offrire una zona di misura prossima
allìasse di simmetria dove è nullo o molto basso il valore del momento flettente.
Nelle figure 12.5 e-f sono raffigurati elementi elastici aventi momenti d’inerzia I ancora maggiori a
parità di sezione trasversale A . Mostrano buone prestazioni ed il loro uso è frequente per sistemi di
misurazione della forza peso. La sensibilità ai carichi assiali è data dall’espressione:
∆V 1+ υ
= ⋅ k ⋅ε
V 2
dove k= fattore di taratura dell’estensimetro elettrico a resistenza (E.R.).
Elementi elastici per la misura di tensioni dovute a sforzo di taglio La sensibilità al taglio è
sfruttata per la realizzazione di trasduttori per medie portate (5 kN ÷ 1 MN)
Shear Beam 10-5,000 lb 0.03% Tanks, platform High side load rejection, better
scales,
Canister to 500,000 lb 0.05% Truck, tank, Handles load No horizontal load protection
track, and hopper movements
scales
Ring and Pancake 5- 500,000 lb Tanks, bins, All stainless No load movement allowed
scales steel
Other Types
Helical 0-40,000 lb 0.20% Platform, forklift, Handles off-axis loads,
wheel load,