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ANTROPOLOGIA: RITI FUNERARI E “FEIFAK” (“OLTRE L'ISOLA”)

Per chi sono fatti i riti funerari?


L'impressione che abbiamo è che il rituale funerario sia tutto concepito per il morto (cofano,
servizio funebre,..). Di tutto ciò sappiamo per certo quali siano i vantaggi che ne traggono i vivi: i
diritti funerari vengono intesi normalmente per ciò che appaiono essere→ garantire una forma di
passaggio da uno stato di crisi ci perturbazione della comunità che vive la perdita di un suo
componente e quindi per garantire il superamento della perdita.
Quindi i rituali funerari sono fatti per i vivi: normalmente non è un problema a cui pensiamo e
quando noi andiamo ad un funerale non siamo certo concentrati sul tema “scientifico” sul perché il
funerale viene fatto→versante legato all'intimità culturale che ci lega al defunto.
Funerale come rito di passaggio che riguardano una persona = prodotto che noi mettiamo in atto per
facilitare un passaggio del morto da qualche altra parte→ transito materiale che il morto compie nel
nostro sistema culturale (luogo in cui è venuta a meno la sua attività vitale, oggi sempre più
l'ospedale, fino al luogo in cui verranno depositati i resti del defunto)
che cosa succede al cadavere→volentieri non ci pensiamo e non ci chiediamo a che punto sarà la
sua decomposizione→ di solito: relazione simbolica: passaggio della nostra relazione in una
dimensione nuova= noi vediamo ed immaginiamo anche per il defunto. Cosa cambia nel corpo dell'
essere umano nel momento in cui muore? Cosa diventa assente? Non siamo in grado di spiegarcelo
in nessun modo. Il nostro problema è stabilire dove va la vita quando se ne va: abbiamo bisogno
simbolicamente in cui piazzare la vita e di solito è un posto che noi non possiamo vedere, ma è un
luogo protetto perché non ci devono essere ingerenze tra i mondo dei vivi e quello dei morti (morti
non tornino indietro= difesa dei mondi dei vivi)= elemento che parte dei rituali→ in Italia
soprattutto al sud: modo con cui il morto deve uscire di casa: sempre con i piedi sennò torna.
Sono dei riti protettivi.
L'anima finisce in qualche posto che dipende da moltissimi punti di vista: l'anima sta nella memoria
che i vivi portano dei morti→ elemento di matrice pagana che viene ripreso dalla chiesa cattolica:
preghiera= rinnovo della memoria= forma ritualizzata di un tratto pagano che a che vedere con la
memoria→ fino ad un certo punto mi provoca dolore= funzione catarchica= che si inserisce
all'interno nel modo con cui riusciamo ad addomesticare la perdita.
Periodo del lutto→ diversi tempi. Ci sono dei segni che testimoniamo questo stato ad esempio
l'uso del colore nero: le donne a seconda del tipo del lutto tengono il simbolo per un certo periodo.
Differenziazione di genere anche nel lutto: uomini non stessi obblighi delle donne. Ci sono dei
casi in cui il lutto non viene più smesso: es. se perdita di un figlio: ci si veste sempre di nero, non
esiste una rottura del lutto, ma un suo affievolimento.
Ripetuti incontri durante l'elaborazione del al lutto sanciti in ordine cronologico: mnimossio=
rituale in cui si rafforza la memoria attraverso il rituale= forza di momento di riconferma della
memoria del defunto è più forte nel mondo ortodosso rispetto al cristiano.
Lutto con dei periodi precisi che contrappuntano la durata complessiva che di solito è un anno e
occasioni in cui ci si ritrova per pregare e sollecitare le memoria del defunto=
Preghiera= invocazione alla divinità perché faciliti il cammino e la stabilizzazione dell'anima
del defunto da qualche parte. Durate fisiche precise del lutto entro cui io prevedo che entro un
certo periodo (1 anno) la perdita sia addomesticata→ prescrizioni che hanno a che vedere con il
comportamento che le persone colpite dal lutto normalmente dovranno tenere entro la comunità=
serie di privazioni che facilitano l'addomesticamento della perita di una persona all'interno della
comunità e il percorso del defunto verso la sua meta simbolica. Nella sua parte privata il defunto ha
una meta precisa= il cimitero. Per questo motivo gli antropologici si occupano dei rituali funerari e
alla loro radice c'è l'elemento dell'unica caratteristica degli esserei umani è il fatto di dover aver a
che fare con la morte= tutti sistemi culturali umani producono dei rituali che hanno a che vedere
con quella situazione.
Corpo= tempio della vita= sacro anche per lo stato→reato gravissimo= vilipendio di cadavere=
forma di trattamento non consono che si può esercitare nei confronti di un cadavere→ si configura
anche nel caso in cui io non conservi le le ceneri del defunto che sono state affidate (devono essere
nella casa della persona interessata).
Perché i corpi sono così importanti?→ antropologi lavorano proprio su questi aspetti compresi una
serie di elementi molto particolari.
Simboli tombali= è un segno che porta su di sé dei significati particolari; non tutti i segno sono
anche simboli ma tutti i simboli sono segni→ ci danno delle info sulle persone che sono tutte
protestanti (segno organizzato in una forma tale da dirci che sono Calvinisti) e il cimitero è tutto
calvinista (è cristiano).
Simboli diversi dai cattolici come anche il contesto complessivo: segno tombale che ha una forma
particolare che ricorda quella della barca e della figura umana (antropomorfa) ed un'altra
caratteristica legata al materiale con cui è fatto= il legno= unico tronco del legno di quercia=
albero che di per sé che ha una serie di valenze simboliche molto importanti= “robur”= forza; la
quercia nel sistema simbolico è considerato albero della vita= trasferire le energie dal cielo alla
terra (mediatore), albero rovesciato nelle rappresentazioni iconiche= simbolicamente attraverso le
radici preleva l'energia al cielo e la trasferisce in terra. Il tronco viene piantato nel terreno
rovesciato ( parte più larga, base: testa del simbolo tombale) elemento molto importante= perché il
simbolo tombale che rappresenta un defunto è anche contemporaneamente albero della vita→
l'albero rappresenta la ciclicità della vita ed un motivo per cui è associato a molti rituali funerari.
Nel caso specifico c'è anche la forma della barca= dentro ai rituali funerari compare in diversi
sistemi culturali in modalità diverse→ nel nostro= traghettatore di anime; nella cultura ungherese:
mezzo di trasporto verso il mondo dei morti che si colloca su delle isole immaginarie e quindi è
protetto da laghi mari e fiumi.
Morte= stato del corpo umano che diventa privo delle sue caratteristiche vitali.
Cimitero= città che i vivi costruiscono perché i morti ci stiano, ma l'elemento fondamentale
non è la presenza dei corpi ma la relazione che si costruisce con i morti, non con i cadaveri=
diventa il confine tra il mondo dei vivi e dei morti.
Per avere a che fare con le persone care che ho perso vado in cimitero=priva di logica perché
l'anima dei nostri morti, ammesso che ce l'abbiano non sta in cimitero→è un luogo fisico e noi
abbiamo bisogno di un luogo fisico e nella prima fase del culto culturalmente siamo preparati ad
avere a che fare con i morti come se fosse ancora vivo.
I greci: parlano con il morto come se fosse vivo ma dicono e chiedono al morto certe richieste=
relazione bizzarra: non c'è una logica, ma un sistema culturale che addomestica la perdita in tanti
modi diversi che non hanno niente a che fare con la logica normale del quotidiano, perché è inserito
in una serie di rituali.
Relazione producono dei modi con cui le persone all'interno di un certo rituale hanno a che fare
con una certa perdita: lì si chiude la vicinanza fisica. Il corpo viene preparato nel modo più
appropriato per di farlo sembrare vivo= più sembra vivo più noi siamo soddisfatti perché è quella
l'ultima relazione che ho quel morto perché poi la bara viene sigillata in vari modi, poi funzione di
comiato, con ultima destinazione nel la sua destinazione finale è il cimitero= è il “limes”, il confine
con cui i vivi nel nostro sistema culturale hanno a che fare= prima porta e primo confine.
Tra quello che noi conosciamo e qualcosa che ci raccontiamo solo culturalmente in tanti modi
diversi.
Quali sono gli elementi imprescindibili per l'esistenza di tutti gli esseri umani? Nascita e morte:
“venire alla luce”→ per esistere un essere umano deve nascere e se si nasce si è automaticamente
destinato morire→ dentro tutti i sistemi culturali sono elementi “bizzarri”= ognuno di noi di per sé
non può avere memoria, anche se sono momenti fondamentali= sono legati alla comunità=
fondamentale per l'inizio e la fine della nostra esistenza. Tutto ci viene raccontato ed ognuno si
affida alla memoria degli altri: è la comunità che ci da' lo spazio della nostra nascita, ovvero ci
offre la memoria e la storia di quello che noi siamo in un istante che noi c'eravamo ma non ce ne
ricordiamo.ognuno ha visto la nascita di qualcuno in modo diverso: è la comunità che si porta questi
pezzi di memoria. Inoltre non possiamo avere memoria dell'esperienza della nostra morte→
come si fa a raccontarla anche se si vive in prima persona? Si vive ma non c'è lo spazio di memoria
per raccontarla, ma la racconta la comunità→ per capire alcune caratteristiche dei sistemi funerari è
necessario capire la relazione che la comunità ha con la perdita che ha come peculiarità di non dare
luogo ad un futuro: “avere nostalgia del futuro”: nostalgia per qualcosa che non ci sarà, le
relazioni che non si potranno avere= punto in cui non si va più avanti. È il futuro che non c'è che
determina il vero problema della morte, quello che non si potrà più avere e nei suoi confronti
costruiamo dei rituali che servono addomesticare la nostalgia=dolore per cose che non ritornano.
Il rituale funerario costruisce qualcosa che rende affrontabile questa mancanza di futuro in tanti
modi diversi= occuparsi d'altro→ rituali estremamente immersivi= incorporazione del dolore
che passa attraverso al suo lasciarlo all'esterno per un certo periodo, in cui la famiglia del defunto
non è mai sola, la casa è aperta alla persone→ es. banchetti funebri che seguono elementi rituali
particolari che hanno l'effetto di creare una situazione immersiva nella quale la famiglia deve far
fronte a certi compiti rituali, ma non viene mai lasciata da sola. E in questo l'elemento dominante è
la presenza della comunità che sta intorno alla famiglia. Anche se non siamo capaci di pensare che
avere a che fare con il lutto non sia una cosa così complicata e tendenzialmente scappiamo da
queste situazioni(=effetti negativi)→ la parte del dolore vissuta individualmente non aveva spazio la
produzione della memoria la facciamo noi sulla memoria del defunto cambia e trasforma e le
persone come comunità sono presenti perché sono gli elemento che porteranno avanti la memoria di
quella persona→ feifa= bello e grande= persona rispettabile→ ha a che vedere con la virtù.
Sul simbolo tombale appaiono anche altri elementi che rinforzano questo aspetto simbolico:
epigrafe= scritte in versi e in prima persona= morto che parla di sé quando era vivo= valenza del
morto che è stato seppellito. Chi decide l'epigrafe? I familiari del morto o il maestro d'ascia con il
suo quaderno (150 frasi) + parte anagrafica classica. Questo simbolo tombale calvinisti (severi alteri
e rigidi) non hanno nessun segno di carattere religioso: l'unico è un acronimo (nella speranza di
una felice resurrezione) ma viene interpretato a piacere dalla popolazione. I calvinisti hanno voluto
differenziare in modo totale i loro simboli da quelli cattolici saturi di caratteri religiosi che per
l'uso del simbolo tombale carico di elementi fortemente pagani (barca, uomo, albero) e questi
elementi non durano nel tempo contrariamente alle lapidi cattoliche. L'elemento delle durabilità è
considerato un elemento negativo= deve essere biodegradabile.
Feifak=albero di testa e = forma di barca → cippi di legno che hanno delle valenze simboliche e
perciò sono simboli funerari segnano un confine in modo particolare e stanno all'interno di un paese
che si trova nella periferia dell'Ungheria, in un contesto rurale abbastanza arretrato e disagiato e si
tratta anche di un'area che per la sua collocazione è diventata una nicchia culturale, in cui si
conservano in maniera più durevole nel tempo alcuni tratti culturali= incistamento e isolamento
culturale + presenza di diversi fiumi che annualmente hanno 4 piene e in diverse occasioni rompono
gli argini.
Nella parte più alta del paese si trovo il cimitero calvinista e un pezzo di quello cattolico= parte
più la parte più importante perché è quella che non viene inondata dall'acqua= elementi
fondamentali per i paesi sono i due cimiteri. Ritenuto opportuno mettere al sicuro la parte di città
importante per i morti e non per i vivi→logica elementare: non vedere i cadaveri in giro per la
città= evita il contatto del ritorno dei morti dei mondo dei vivi dei morti, cioè dei cadaveri→
sacrifichiamo la parte più nobile del paese→ Cimitero chiamato Isola dal punto di vista materiale
ma anche simbolico= posto in cui vengono isolati i morti, città dei morti. Parte più nobile del
cimitero è quella centrale, che non va mai sott'acqua (dedicata alle famiglie nobili), mentre man
mano che i terreni scende troviamo le parti dedicate agli zingari→Tripartizione del cimitero (est,
ovest, centrale) non c'è nella testa dei paesani. Non avere la consapevolezza di costruire una
graduatoria dei morti però farlo: all'interno del cimitero nessuno ha il diritto di avere un certo spazio
perché è dei calvinisti. Seppellire dove c'è posto e tutti i calvinisti pagano una tassa per essere
sepolti in un determinato posto, al centro, mentre chi non la paga, gli zingari, vengono sepolti ai
margini. Ci permette di vedere con certi meccanismi dei vivi vengono riprodotti all'interno di quella
dei morti: gli zingari vivono in periferia della città. Modalità dei relazione dei vivi anche all'interno
del cimitero. Nel cimitero sono sepolti circa 5.650 persone da quando è stato aperto e ci sono circa
600 tombe: le sepolture sono esclusivamente in terra ( non ci sono loculi o ossari), non ci sono
strutture murarie e non esiste la pratica della riesumazione (no registri dei morti). Accanto a questo
cimitero c'era uno spazio dedicato per uno nuovo, sempre calvinista, nel caso di sovraffollamento,
che però non fu mai utilizzato, dalla sua apertura dal 1776.
Tutti i simboli tombali e le rispettive tombe sono disposti sull'asse est-ovest= stesso
orientamento (non concepito nella nostra cultura in cui nel cimitero si deve occupare meno spazio
possibile per farci stare tutti). La faccia del simbolo tombale guarda ad ovest mentre la parte
posteriore è verso est= la tomba dal nostra punto di vista è dietro al simbolo tombale ( da noi al
contrario). Il simbolo tombale viene piantato accanto alla testa del defunto (albero di testa)→
disposizione arcaica che ha un legame preciso simbolico con il moto del Sole: molto importante
sia perché riporta un lato culturale estremamente arcaico in un cimitero recente (230 anni) sia
perché viene interpretata come una disposizione simbolica legata alla resurrezione perché il morto
risorgerà con la faccia verso il sole nascente mentre il simbolo tombale che rappresenta il
morto guarda dove il sole muore, tramonta= idea della ciclicità che impregna completamente il
cimitero= tutto torna→presenza di alberi= ciclicità= idea dominante diversa dai nostri cimiteri che
cercano di cementificare il tempo a renderlo eterno e ricopiano il mondo dei vivi in questo caso
altro modo di pensare il cimitero, ma la paura della morte è uguale alla nostra→ gli abitanti non
hanno un'idea precisa sul perché della disposizione.
Quello che noi vediamo del simbolo no i due terzi del tronco e l'operazione in cui il maestro d'ascia
ricava dal tronco la forma a barca è complicata e il luogo di lavoro può essere nella residenza delle
persone se ce l'hanno già in giardino o sul luogo del lavoro dell'artigiano. Il simbolo tombale viene
fatto nel momento della morte e non prima e in qualsiasi condizione atmosferica= preciso valore
simbolico che è più importante della logistica.
Le parti dei feifak prendono il nome della parte anatomica del corpo umano (testa, tronco,
piede e schiena). Altro elemento interessante riguarda la creazione un diaframma al di sopra della
bara che da noi non esiste (uso di assi di legno)→funzione di creare una camera stagna in cui c'è
aria e perciò comporta una rapida decomposizione del cadavere e del legno ma dal punti di vista
della sicurezza non va bene perché il legno marcisce e si sfonda→ motivazione:la terra che cade
direttamente sulla bara è per noi insostenibile, contatto diretto con la terra “sporca”.
In Ungheria per chiamare questa struttura usano il termine barca che in ungherese non significa
niente→ usanza di rovesciare la barca sulla tomba ben presente soprattutto nei paesi che
vivevano di risorse acquatiche e di pesca= pescatori= figure mitiche locali→ una parte di questo
mondo si è persa e non troviamo il collegamento con la vita quotidiana che è cambiata essendo
cambiato il territorio.
L'unico sentiero all'interno del cimitero porta alla tomba del grande poeta ungherese= unico che
ha un simbolo tombale diverso per celebralo hanno costruito una costruzione in marmo.
In questo cimitero tuttavia è bandito qualsiasi manufatto che possa compromettere la
biodegradabilità e diverso dai feifak e quindi il ciclo delle tombe→ la tomba dura tanto quanto è
maggiore la cura che i parenti hanno per quella tomba= non c'è un tempo minimo e uno massimo
consentito alla permanenza di quella tomba com nei nostri cimiteri, ma c'è un CICLO= stabilito
dalla cura delle tombe→ e quanta ne abbiamo? Andiamo al cimitero quando abbiamo bisogno di
comunicare con il nostro defunto, più questo bisogno passa a una memoria che non ha bisogno di
avere davanti l'ultimo confine, più la cura delle tombe cambia perché si va meno in cimitero.
Di fatto il simbolo tombale diventa la “clessidra” del lutto, cioè misura il bisogno che si ha di
avere un tipo di relazione con il morto e quando si smette di avere una certa cura del simbolo
tombale, quello deteriora e si rompe. La rottura del simbolo tombale coincide quasi con la rottura
del lutto individuale. Quando il s. t. si spezza viene tagliata la parte marcia e viene ripiantato nel
terreno, ma quando le scritte diventano illeggibili solo i parenti sanno chi giace in un certo punto=
non esiste un registro per i morti e la loro disposizione. Quando i feifak non si possono riutilizzare
vengono bruciati e lo spazio che occupava diventa libero per una nuova sepoltura. Tempo di durata
del s. t.=tempo di durata della tomba→ la ciclicità è legata a questo sistema, che la vede come
fondamentale che non dev'essere interrotto. Tutto ciò non a vedere con la loro paura della morte.
Legame con la morte= transitorio→ciclo del lutto normale= cambia il bisogno di avere questo
legame con il defunto e della sua memoria→ ciclo dei feifak costruito in base ad esso. Si deve t
Bisogna tenere conto del sistema funerario complessivo e non solo del cimitero e il s. t.= tutto
insieme costruisce la complessità della relazione dei figli con i propri defunti e di conseguenza si
articola un sistema funerario che resta della dimensione della naturalità del ciclo che a noi
occidentali fa paura perché implica la vecchiaia→ ma per rimenare vivi si invecchia.
Nei sistemi culturali tradizionali la vecchiaia è vista come l'acquisizione di maggiore
esperienza che ha un certo valore e perciò invecchiare non è più un problema, lo diventa
quando lo si associa alla capacità di produrre beni= non si è più adeguati per il nostro modello di
sviluppo che non vuole l'invecchiamento= peso per la comunità→ devi essere un consumatore
adeguato (Bauman) e non c'è il contrappeso dell'esperienza= prestigio dell'anziano rimosso→
nell'idea del ciclo sopravvive.
Nel nostro tipo di cimitero si vince, dal punto di vista simbolico, la morte evitando la ciclicità
attraverso simboli funerari che restano per sempre nel tempo= città dei morti→ superamento della
natura, cioè dei cicli naturali della biodegradabilità→ bisogno di superare il limite della memoria
legato al corpo che sparisce: la memoria è eterna e condivisa dalla comunità e il simbolo tombale
non deve “scadere”.
Problema della povertà: non si spende più per il simbolo tombale che costa troppo= peso elevato
sul peso culturale: l'anziano compra il feifak per non pesare sui suoi familiari→ senza non si può
essere sepolti nel cimitero calvinista VS divieto di mettere altri simboli tombali al tempo del
socialismo: allora i feifak erano gratuiti e distribuiti da una cooperativa= regola che produce la
morte di un tratto culturale e non protegge la conservazione culturale più il cimitero→ ma i contesti
culturali cambiano.
In passato non si pagava niente per il rito funerario (lavoro di asciatura gratuito)= solo scambio
di cibo. La professione legata alla morte non esisteva. Oggi: ingresso del denaro nel rito
funerario, che non era mai stato presente in questo caso.
Lavoro del Maestro d'ascia= lavoro di volontariato= lo fa solo per il prestigio e l'onore che ne
deriva dalla considerazione sociale all'interno della comunità: è l'unico uomo che lo sa fare e ciò lo
rende speciale= capacità di vedere nel tronco già la sagoma del feifa→ attività che viene passata da
generazione a generazione ad una sola persona e c'è sempre un maestro che insegna ad un allievo.
I morti stanno dentro il ciclo e se non se ne prende cura la vegetazione sovrasta le parti incurate.
Spesso i feifak hanno accanto degli alberi e questi dopo di numerosi anni lo hanno estratto dalla
terra. Rimane solo l'elemento del ciclicità della albero.
Di feifak a forma di barca ne esistono di diversi tipi (100), ma quelli che ci sono a C. si sono soli lì=
simboli tombali fatti solo per i morti→ forse per il fatto della presenza di un solo maestro d'ascia e
che le istruzioni non vengono trasmesse per iscritto (bisogna essere in due).

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