no degli esempi più convincenti di team interfunzionale viene dalle
forze armate degli Stati Uniti. Le Special Operations Force (SOF)
lavorano proprio in questo modo. Un tipico “A-team” dell’esercito americano è composto da 12 persone: un team leader (un ufficiale incaricato), un warrant officer (un ufficiale tecnico ad altissima specializzazione, n.d.t.), un sergente che coordina l’operatività ordinaria, un sergente che si occupa di intelligence, e due sergenti, rispettivamente per le armi, la demolizione degli ostacoli, l’assistenza medica e le comunicazioni. Ogni team ha tutte le capacità necessarie per svolgere la propria missione dall’inizio alla fine. E riceve un addestramento incrociato sulle diverse competenze. Vogliono essere sicuri, per esempio, che se ambedue i sottufficiali medici restassero uccisi, lo specialista di comunicazioni potrebbe prestare le prime cure all’armiere. Un’altra peculiarità delle forze speciali è che, diversamente dalle forze armate “regolari”, non separano la raccolta delle informazioni dalla pianificazione delle operazioni. Non c’è “cessione di sovranità ” da un team all’altro, una cesura che potrebbe causare degli errori. Le forze speciali non vogliono disastri come quello del Challenger. Di conseguenza c’è una comunicazione costante tra chi raccoglie le informazioni, chi ne pianifica l’utilizzo e chi opera sul campo. Nella guerra dell’Iraq, i team delle forze speciali hanno dimostrato una bravura eccezionale nel far fuori i nemici. Erano in grado di localizzare un nido di insorti e di liquidarlo nella stessa notte. Tra il 2003 e il 2007 hanno portato a termine migliaia di missioni finalizzate a stroncare il movimento insurrezionale iracheno, in particolare l’emanazione locale di Al Qaeda. A livello tattico e operativo hanno quasi sempre avuto successo. I loro team interfunzionali e super addestrati erano una delle forze più letali della storia militare. Nonostante le loro competenze e il loro indiscutibile talento, però , avevano un impatto strategico prossimo a zero. In quei primi quattro anni di guerra gli attacchi alle forze americane e ai civili iracheni si intensificavano di giorno in giorno. In alcune delle giornate più nere ci furono oltre 100 attacchi al giorno alle forze americane, una marea montante che non poteva essere arrestata nemmeno dalla letalità delle SOF. Tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 quasi tutti i commentatori informati consideravano la guerra dell’Iraq una causa ormai persa. Ogni nuova vittima americana era considerata un sacrificio inutile. Poi, nel 2007, il generale David Petraeus ha guidato la cosiddetta “Surge”, una controffensiva che comportava l’invio di altre migliaia di soldati nel paese, per farli vivere in mezzo alla popolazione. La nuova strategia ha avuto un impatto straordinario, anche perché ha convinto gli iracheni che gli americani stavano dalla loro parte, combattendo gli insorti che gli mettevano le bombe in casa e praticavano la pulizia etnica. Inoltre, le forze armate americane, tramite il programma denominato “Sons of America”, erano riuscite a far passare dalla loro parte migliaia di ex insorti. In quella strategia, però , c’era un terzo e decisivo elemento, che il giornalista Bob Woodward definì rivoluzionario come l’invenzione del carro armato o dell’aeroplano. Non si trattava di un nuovo congegno elettronico né di un aereo senza pilota. Era quella che il generale Stanley McChrystal, allora a capo del Joint Special Operations Command, chiamava “guerra collaborativa”: l’uso di team interfunzionali di tutto l’apparato governativo americano per prendere di mira e scardinare le reti terroristiche che facevano capo ad Al Qaeda. Come scriveva il Washington Post il 6 settembre 2008: La CIA [Central Intelligence Agency] mette a disposizione analisti di intelligence e aerei-spia dotati di sensori e videocamere che possono seguire bersagli, veicoli o apparecchiature fino a 14 ore di seguito. Gli esperti investigativi dell’FBI [Federal Bureau of Investigation] analizzano i dati, dalle informazioni contenute nei telefoni cellulari alla “spazzatura da tasca”, reperiti sui terroristi. I funzionari del Tesoro rilevano i flussi di fondi tra gli estremisti e in arrivo dai governi. Gli specialisti della National Security Agency intercettano conversazioni e dati informatici, e gli operatori della National Geospatial-Intelligence Agency usano apparecchiature ad alta tecnologia per capire dove i sospetti estremisti stanno usando telefoni o computer5.
L’obiettivo era creare un team interfunzionale con tutte le
competenze necessarie per portare a termine il compito assegnatogli. Invece di operare in gruppi separati che si scambiavano raramente le informazioni, quegli esperti lavoravano tutti assieme, nella stessa stanza, mettendo in comune tutte le informazioni di cui disponevano e pianificando le azioni necessarie per rintracciare e liquidare i terroristi di Al Qaeda. Prima di allora, un servizio di intelligence individuava il bersaglio, poi passava la mano a un team delle forze speciali. Quest’ultimo passava tutte le informazioni raccolte a un altro team che le analizzava. I fautori del modello sequenziale hanno scoperto ciò che aveva scoperto Fuji-Xerox decenni prima, quando i giapponesi avevano tentato di implementare il sistema stage-gate della NASA, ed è una delle ragioni principali dello sviluppo di Scrum. Tutte le volte che ci sono dei team separati, si creano le condizioni potenziali per un disastro. Come si legge in un articolo intitolato “Employing ISR: SOF Best Practices”, pubblicato su Joint Force Quarterly, I team interdipartimentali hanno permesso di eliminare le cesure organizzative tra i diversi attori della coalizione che operano in Iraq, puntando un “occhio fisso” su bersagli critici … Il passaggio di responsabilità tra unità e organizzazioni rappresentava un “battito di palpebre organizzativo” durante il quale lo slancio rallentava e il bersaglio poteva sfuggire alla cattura6.
Condividere informazioni e risorse in questo modo non è facile in
nessun contesto. Ho visto dei manager andare in crisi quando le loro risorse venivano assegnate a un team sottratto al loro controllo diretto. Rinunciare al micromanagement e al controllo analitico sull’operatività quotidiana è già difficile di suo; ma farlo nel mondo dell’intelligence e delle operazioni speciali è ancora più complicato – al punto che, nonostante la loro efficacia, i team che operavano in Iraq furono rapidamente smantellati dopo il successo della Surge. Christopher Lamb ed Evan Munsing hanno scritto un articolo affascinante, “Secret Weapon: High-value Target Teams as an Organizational Innovation”, su questo argomento: … Nel momento in cui è stato scongiurato il fallimento in Iraq, l’appoggio burocratico ai team interdipartimentali ha iniziato a declinare. Ora del 2008, altri dipartimenti e altre agenzie, in particolare un servizio di intelligence non meglio identificato, hanno cominciato a ritirare persone e impegno organizzativo, convinti com’erano che la condivisione delle informazioni e la collaborazione fossero ormai eccessive7. L’arma più potente dell’arsenale americano, quella che Bob Woodward giudicava importante come l’invenzione del carro armato o dell’aeroplano, è stata messa da parte per gretti calcoli parrocchiali e per le preoccupazioni dei manager intermedi che vedevano in pericolo la propria carriera. Ho visto questa dinamica riprodursi ripetutamente in una grande istituzione finanziaria di Boston. Mi chiamano in preda al panico quando hanno un progetto critico per la missione che rischia di fallire. Mi chiedono di addestrare decine di collaboratori all’uso di Scrum. Mi fanno costruire dei team in grado di affrontare l’emergenza. Mettono persone provenienti da tutte le parti dell’organizzazione in team interfunzionali per affrontare il problema. E lo risolvono. Ma una volta superata la crisi, sciolgono i team riportandone i componenti nei rispettivi silos e feudi manageriali. La trasparenza e la coesione di un team veramente eccezionale minaccia delle strutture che affondano le proprie radici nei segreti e nell’opacità . Spesso i manager non vogliono che altri colleghi, i loro stessi team o altre persone che appartengono alla struttura di potere sappiano esattamente cosa stanno facendo o cosa viene realizzato e con quale r