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LE SOCIETÀ CON SCOPO MUTUALISTICO

LE SOCIETÀ COOPERATIVE

La funzione sociale dell’impresa cooperativa consiste nel rendere possibile ai soci cooperatori la
realizzazione dei loro bisogni ed economie individuali attraverso la riduzione dei costi ed il miglioramento
dei servizi.
Le società cooperative sono disciplinate da alcune norme generali collocate nel codice civile (artt. 2511 ss.)
e da numerose disposizioni contenute in leggi speciali.
Eventuali lacune vengono colmate richiamando, in via residuale, le disposizioni dettate per le s.p.a. (salva la
possibilità per l’atto costitutivo di prevedere l’applicazione delle norme sulle s.r.l., nel caso in cui il numero
dei soci cooperatori sia inferiore a 20 o l’attivo patrimoniale non superi il milione di euro).
Le società cooperative sono dotate di personalità giuridica. Per le obbligazioni sociali risponde
esclusivamente la società con il proprio patrimonio (art. 2518 c.c.).

CARATTERISTICHE GENERALI
• lo scopo mutualistico
• la previsione di un numero minimo di soci: nove o tre a seconda dell’adozione del modello organizzativo
della s.p.a. o s.r.l.
• l’applicazione del principio della “porta aperta” : coloro che posseggono i requisiti soggettivi di
partecipazione sanciti dall’atto costitutivo meritano una specifica tutela nell’ammissione alla società e ne
deve esser incentivato l’accesso; specularmente ne deve esser agevolata l’uscita ai soci disinteressati.
• la variabilità del capitale sociale : l’entrata e uscita dei soci comporta un automatico mutamento del
capitale sociale che non necessita di una modifica dell’atto costitutivo. Rappresenta requisito essenziale per
lo scopo mutualistico.
• l’assenza di limiti minimi all’entità del capitale sociale
• il carattere democratico tradotto nel voto capitario: ad ogni socio spetta un solo voto qualunque sia il
valore della quota o il numero di azioni possedute. E’ altresì stabilito un limite massimo al possesso delle
quote ed azioni.

SCOPO MUTUALISTICO
Lo scopo mutualistico si sostanzia nel fornire beni o servizi od occasioni di lavoro direttamente ai membri
della società a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato.
Diversamente dalle società lucrative, lo scopo-fine perseguito dai soci di una cooperativa consiste nel
soddisfacimento di un particolare bisogno economico e non nella remunerazione del capitale investito in
società. Non cambia, invece, lo scopo-mezzo, ovverosia l’esercizio in comune di attività economica.
N.B: lo scopo mutualistico non vieta alla società di massimizzare la produzione di utili (c.d. lucro oggettivo);
mentre manca il c.d. lucro soggettivo (vale a dire, la ripartizione degli utili tra i soci in ragione del capitale
posseduto).
Le prestazioni mutualistiche conseguite dai soci non discendono direttamente dal rapporto sociale,
trovando, invece, la propria fonte in autonomi contratti di scambio stipulati tra la cooperativa ed i suoi soci
È proprio dalla stipulazione di tali scambi mutualistici e in proporzione all’entità degli stessi che il singolo
socio trae il vantaggio tipico che costituisce il fondamento della partecipazione in questo tipo di società.

COOPERATIVE A MUTUALITÀ PREVALENTE


Il codice civile distingue tra cooperative a mutualità prevalente e cooperative «diverse».
Si tratta di una distinzione che rileva soltanto sotto il profilo fiscale, e non anche sotto quello organizzativo.
Per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali, la cooperativa a mutualità prevalente deve essere iscritta in
una specifica sezione dell’Albo delle cooperative, tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico (art.
2512 c.c.).
Sono cooperative a mutualità prevalente quelle società cooperative che:
• svolgono prevalentemente la loro attività in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi
(cooperative di consumo)
• si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, delle prestazioni lavorative dei soci
(cooperative di lavoro)
• si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, degli apporti di beni o servizi da parte
dei soci (cooperative di produzione e lavoro).

Il codice civile prevede criteri legali per la definizione della prevalenza (art. 2513 c.c.) e requisiti statutari di
prevalenza (art. 2514 c.c.). I criteri legali sono ancorati a parametri fondati sul tipo di scambio mutualistico
praticato dalla cooperativa e devono essere documentati dagli amministratori e dai sindaci nella nota
integrativa al bilancio della società.
Quanto ai requisiti statutari di prevalenza, le cooperative a mutualità prevalente devono prevedere, nei
propri atti costitutivi, quattro clausole statutarie antilucrative previste dall’art. 2514 cc. Il mancato rispetto,
per 2 esercizi consecutivi, dei criteri legali di prevalenza o la modifica delle clausole statutarie antilucrative
comportano la perdita della qualifica di cooperativa a mutualità prevalente.

COSTITUZIONE DELLA SOCIETÀ Il procedimento di costituzione delle società cooperative ricalca quello
previsto per le s.p.a. e per le s.r.l., salvo alcune peculiarità inerenti al contenuto dell’atto costitutivo.
Sotto il profilo contenutistico, l’atto costitutivo riprende le indicazioni previste per le s.p.a., con le seguenti
peculiarità:
• il numero dei soci non può essere inferiore a 9 (se la cooperativa è modellata sulla s.p.a.) o a 3 se
adotta lo schema della s.r.l.
• la denominazione sociale, che deve contenere l’indicazione di società cooperativa
• l’atto costitutivo non deve indicare l’ammontare del capitale sociale (che è variabile), ma solo la
quota capitale sottoscritta da ciascun socio
Inoltre, sono contraddistinte dalle seguenti ulteriori particolarità:
A. l’indicazione specifica dell’oggetto sociale con riferimento ai requisiti e agli interessi dei soci
B. l’indicazione nell’atto costitutivo dei requisiti, delle condizioni e della procedura per l’ammissione
dei soci
C. l’ulteriore indicazione nell’atto costitutivo:
a) delle condizioni per l’eventuale recesso o per l’esclusione dei soci
b) dei criteri per la distribuzione dei ristorni

Il notaio che riceve l’atto costitutivo deve depositarlo entro il termine di 20 giorni presso l’ufficio del
registro delle imprese.
L’iscrizione nel registro delle imprese ha efficacia costitutiva, in quanto la cooperativa acquista personalità
giuridica e viene ad esistenza come soggetto di diritto distinto rispetto alle persone dei soci.
In materia di nullità e di modifiche dell’atto costitutivo, si applicano le norme dettate per le s.p.a..

LE PARTECIPAZIONI SOCIALI
A seconda che la cooperativa adotti lo schema della s.r.l. o della s.p.a., le partecipazioni sociali saranno
rappresentate, rispettivamente, da quote o da azioni.
La legge prevede limiti massimi al valore delle azioni e della quota detenibili da un socio:
- il valore nominale di ciascuna azione o quota non può essere inferiore a 25 euro né per le azioni superiore
a 500 euro.
- nessun socio può avere una quota superiore a 100.000 euro, né tante azioni il cui valore superi tale
ammontare.
- tuttavia, se la cooperativa ha più di 500 soci, l’atto costitutivo può elevare il suddetto limite fino alla soglia
del 2% del capitale sociale.
TRASFERIMENTO DELLA PARTECIPAZIONE
La rappresentazione della partecipazione sociale in quote o in azioni non ha alcuna incidenza nella
disciplina del trasferimento della partecipazione sociale, che nelle cooperative è unitaria e presenta talune
peculiarità:
- il trasferimento della quota o delle azioni dei soci cooperatori è inefficace nei confronti della società, se la
cessione non viene autorizzata dagli amministratori;
- l’atto costitutivo può prevedere un divieto assoluto di circolazione della quota o delle azioni, salvo il diritto
del socio di recedere con un preavviso di 90 giorni;
- se la quota trasferita non è interamente liberata, il socio trasferente risponde verso la società per i
conferimenti ancora dovuti per un anno dal giorno in cui la cessione si è verificata.

AMMISSIONE DI NUOVI SOCI


L’ingresso di nuovi soci in una società cooperativa avviene secondo una procedura che può essere
semplificata o dettagliata dal legislatore, al fine di limitare la discrezionalità dell’organo amministrativo, in
passato fonte di numerosi abusi.
Il contratto della società è “aperto” all’adesione di terzi e per questo devono essere indicate
espressamente le condizioni di ammissione di nuovi soci.
L’ammissione deve essere deliberata dagli amministratori, previo accertamento della sussistenza dei
requisiti prescritti e la delibera va annotata sul libro soci. L’eventuale rigetto della domanda deve esser
comunicato entro 60 giorni e motivato; l’interessato, entro 60 giorni può chiedere che sull’istanza si
pronunci l’assemblea nella prossima riunione.

SCIOGLIMENTO DEL SINGOLO RAPPORTO SOCIALE: RECESSO


Il socio può recedere nei casi previsti dalla legge e dall’atto costitutivo.
L’unica ipotesi di recesso legale espressamente prevista è la presenza nell’atto costitutivo di un divieto di
cessione della quota. In questo caso il socio può recedere con un preavviso di 90 giorni.
La dichiarazione di recesso deve essere comunicata con raccomandata alla società e gli amministratori
devono esaminarla entro 60 giorni dalla ricezione.
Contro la decisione degli amministratori può opporsi chi non abbia ritenuto sussistenti i presupposti per
l’esercizio del diritto di recesso, il socio interessato quindi può proporre, entro 60 giorni dalla
comunicazione della stessa, opposizione al tribunale.
Gli effetti del recesso sul rapporto sociale si producono immediatamente, mentre quelli sui rapporti
mutualistici sono differiti alla chiusura dell’esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, o, altrimenti,
alla chiusura dell’esercizio successivo.

SCIOGLIMENTO DEL SINGOLO RAPPORTO SOCIALE: ESCLUSIONE


Può essere disposta per cause legali e per ipotesi convenzionali previste dallo statuto.
Sono fattispecie legali di esclusione del socio:
• l’inadempimento, totale o parziale, dei conferimenti;
• gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge, dal contratto sociale, dal regolamento o
dal rapporto mutualistico;
• la mancanza o la perdita dei requisiti soggettivi di partecipazione alla società;
• l’interdizione, l’inabilitazione del socio o la sua condanna ad una pena che comporta l’interdizione, anche
temporanea, dai pubblici uffici;
• fallimento del socio.
L’atto costitutivo può prevedere ulteriori casi di esclusione (c.d. fattispecie convenzionali).
In tutti i casi l’esclusione è sempre facoltativa e mai automatica, richiedendosi apposita delibera da parte
degli amministratori → Il provvedimento di esclusione, contenente una motivazione congrua e specifica,
deve essere comunicato al socio, il quale può proporre opposizione al tribunale entro 60 giorni dalla
comunicazione.
A differenza del recesso, l’esclusione comporta l’immediato scioglimento anche dei rapporti mutualistici
pendenti, salvo diversa disposizione statutaria.
SCIOGLIMENTO DEL SINGOLO RAPPORTO SOCIALE: MORTE
In caso di morte del socio, il rapporto sociale si scioglie e gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quota
o al rimborso delle azioni. Lo statuto può tuttavia prevedere che gli eredi che risultino in possesso dei
requisiti soggettivi necessari subentrino nella partecipazione del socio deceduto, nominando (in caso di
quota indivisibile) un rappresentante comune.

LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA


Il socio receduto o escluso o gli eredi del socio defunto hanno diritto di ottenere la liquidazione della quota,
che deve avvenire sulla base del bilancio dell’esercizio in cui si è verificata la causa di scioglimento del
singolo rapporto sociale. Il pagamento deve essere fatto entro 180 giorni dall’approvazione del bilancio.

L’ASSEMBLEA
La disciplina dell’assemblea prevede, innanzitutto, la regola del voto per teste, secondo la quale ciascun
socio cooperatore dispone di un solo voto, qualunque sia il valore della quota o il numero di azioni
possedute.
Le maggioranze per la costituzione e la validità delle delibere sono calcolate secondo il numero dei voti
spettanti ai soci.
La legittimazione al voto spetta soltanto ai soci iscritti da almeno 90 giorni nel libro dei soci. L’atto
costitutivo può prevedere lo svolgimento di assemblee separate, attraverso le quali la formazione della
volontà sociale avviene per gradi.
La loro convocazione avviene in luoghi, indicati dallo statuto, ove risiede un certo numero di soci, per
deliberare su tutte le materie che formano oggetto dell’ordine del giorno dell’assemblea generale e per
eleggere i soci delegati. L’assemblea generale è costituita dai soci delegati designati nelle assemblee
separate e delibera definitivamente sugli argomenti indicati all’ordine del giorno.

ORGANO AMMINISTRATIVO E ORGANO DI CONTROLLO


L’organo amministrativo delle società cooperative non presenta molte differenze rispetto ai modelli della
s.p.a. e della s.r.l..
Ad ogni modo, si deve tener conto della previsione secondo cui la maggioranza degli amministratori deve
essere scelta tra i soci cooperatori o tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche.
Il collegio sindacale, invece, è organo necessario soltanto nei casi in cui sia obbligatoria la nomina del
sindaco nelle s.r.l. o nei casi in cui la società abbia emesso strumenti finanziari non partecipativi (titoli di
debito e obbligazioni).

UTILI
Con riferimento alla disciplina relativa alla destinazione degli eventuali utili prodotti dalla società, è previsto
che il 30% degli utili netti annui deve essere permanentemente destinato a riserva legale.
La variabilità del capitale comporta, poi, che le cooperative non quotate possono distribuire dividendi ai
soci cooperatori soltanto se il rapporto tra patrimonio netto e complessivo indebitamento della società sia
superiore ad ¼.
Spetta, poi, all’atto costitutivo indicare le regole, le modalità e la percentuale massima di ripartizione dei
dividendi tra i soci cooperatori.

RISTORNI Il ristorno è la tecnica attraverso la quale i soci della cooperativa conseguono, a determinate
scadenze, il vantaggio mutualistico.
La cooperativa può soddisfare l’interesse mutualistico dei soci in due diversi modi:
- cedendo i propri beni/servizi al socio a prezzo di costo sin dall’atto della vendita o retribuendo il lavoro o
gli apporti dei soci con un corrispettivo maggiorato sin dal momento del suo pagamento (vantaggio
mutualistico immediato)
- cedendo i beni/servizi a prezzo di mercato o corrispondendo un salario/corrispettivo a valori di mercato,
così realizzando un avanzo di gestione (un profitto) che, al termine dell’esercizio, verrà distribuito ai soci
(ristorno) in proporzione agli scambi mutualistici da ciascuno di essi instaurati con la società (vantaggio
mutualistico differito).
Pertanto, i ristorni:
- rappresentano una componente dell’avanzo di gestione e non possono essere distribuiti ai soci se il
bilancio si è chiuso in perdita;
- si distinguono dagli utili per i criteri di ripartizione, proporzionali alla quantità e alla qualità degli scambi
mutualistici anziché al capitale conferito da ciascun socio - non sono soggetti ai limiti di distribuzione
previsti per gli utili.

SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETÀ


- per le cause tipiche previste per le società di capitali (art. 2484 c.c.)
- per integrale perdita del capitale sociale;
- per mancata reintegrazione del numero minimo dei soci entro un anno da quando lo stesso è sceso al di
sotto del limite legale;
Le tappe, dall’accertamento dello scioglimento alla fase di liquidazione, sono identiche a quelle delle
società di capitali. La più vistosa differenza delle cooperative rispetto alle società lucrative risiede nella
quota di liquidazione. Mentre nelle società lucrative l’esito finale della liquidazione è la ripartizione ai soci
di tutto l’eventuale residuo attivo, le società cooperative sono obbligate per legge a destinare tale residuo,
detratto solo il capitale versato e rivalutato e i dividendi eventualmente maturati, ai fondi mutualistici per
la promozione e lo sviluppo della cooperazione (c.d. devoluzione disinteressata): ciò al fine di evitare che le
risorse finanziarie accumulate dalla società grazie alle agevolazioni fiscali vengano sottratte al movimento
cooperativo (c.d. proprietà cooperativa).

LE MUTUE ASSICURATRICI
Le mutue assicuratrici costituiscono un particolare tipo di società cooperative nel quale l’acquisto e la
permanenza della qualità di socio è subordinato alla stipulazione di un contratto di assicurazione con la
società, con la conseguenza che il singolo rapporto sociale si scioglie con l’estinguersi dell’assicurazione
(art. 2546, co. 3, c.c.).
La necessaria interdipendenza tra rapporto sociale e rapporto assicurativo consente di distinguere le
mutue assicuratrici dalle cooperative di assicurazione, nelle quali i soci non hanno alcun diritto di ottenere
le prestazioni assicurative, a meno che non stipulino con la società un eventuale contratto di assicurazione
(autonomo e distinto dal rapporto sociale).
Le mutue assicuratrici sono soggette:
• nei limiti di compatibilità con la loro natura, alla disciplina generale delle cooperative;
• alla vigilanza dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass).
L’atto costitutivo delle mutue assicuratrici deve esser redatto per atto pubblico e la sua iscrizione al registro
delle imprese è subordinata all’avvenuta autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa dell’IVASS.
Al pari delle altre società cooperative , sono dunque società dotate di personalità giuridica.

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