DOI 10.12910/EAI2017-002
di Bruna Felici e Marina Penna, ENEA, ed Elisabetta Tatì, Università degli Studi della Tuscia
la base delle dinamiche incontrate. tà economica, soprattutto nella fase e le relazioni hanno un ritorno di
«Nello specifico la nostra iniziativa è iniziale. business.»
nata in modo spontaneo, è stato un «Non abbiamo contributi, nel nostro La smart community prende forma
normale sviluppo dell’investimento caso però abbiamo ricevuto un gran- spontaneamente e sviluppa relazioni
che andavamo a fare. Siamo venuti de (sostegno) che è quello dello spa- sociali più intense.
a conoscenza del coworking, ci siamo zio. L’idea che abbiamo è di una rige- «I lavoratori si raccontano (situazio-
affiliati a questa rete italiana e siamo nerazione urbana. In Italia ci sono 6 ni di solitudini, persone che hanno
andati avanti [..] si possono abbattere milioni di spazi tra pubblici e privati perso il lavoro), si attivano sinergie
dei costi e questo può essere un van- inutilizzati e sono un grande proble- tra loro (così) da rendere il coworking
taggio per tutti»5. ma perché costa mantenerli»3. come una biblioteca pubblica, ovvero
Il valore aggiunto dell’iniziativa si La dimensione relazionale acquista uno spazio in cui si ha accessibilità
ritrova soprattutto nelle componenti importanza nel tempo e spesso in completa e che mette a disposizione
intangibili che emergono nel corso maniera imprevedibile. «Noi abbia- delle strutture e delle risorse per fare
dell’esperienza, come la collabora- mo aperto le porte e accolto tutti. Qui impresa »3.
zione e condivisione tra i lavoratori. a Garbatella c’è grande spirito asso- Le relazioni, inizialmente professio-
La Figura 2 illustra le dimensioni che ciativo. [Abbiamo organizzato] riu- nali e lavorative, conducono al terzo
entrano in gioco nell’indirizzare le nioni per condomini e associazioni»3. lato del triangolo, la condivisione
diverse esperienze di coworking, con Lo ribadisce anche il manager del delle competenze. Mattone dopo
ruoli e spinte diverse. Lab22, dopo aver ricordato scher- mattone, dallo spazio alle relazio-
Avere uno spazio è cruciale per av- zosamente come due dei suoi cowor- ni, dalle relazioni alla conoscenza,
viare un’esperienza che poi si arric- kers alla fine si siano sposati: la condivisione continua a generare
chisce di nuove idee. Si richiede l’uso «La socializzazione è nata spontane- valore aggiunto. «Qui dentro questo
e la valorizzazione di luoghi pubblici amente. La condivisione dei progetti coworking ci sono tante start up e
in un’idea di interazione pubblico/ e la disponibilità di altri punti di vi- tante imprese. Per questo organizzia-
privato finalizzata alla sostenibili- sta è una ricchezza. La condivisione mo degli incontri in cui ciascuno si
presenta e definisce cosa fa e cosa è di duce nell’aprire la filiera produttiva tivi, flessibili e autonomi, con spazi
suo interesse, attivando una collabo- alle contaminazioni prima del territo- fisici distribuiti sul territorio che
razione in parte spontanea e in parte rio e poi di tutte le figure professionali hanno molteplici implicazioni sia
organizzata da noi, pilotata per so- non necessariamente legate al mondo sulla dimensione personale che col-
stenere le figure più deboli o che sono della comunicazione.»3. lettiva. Questo vuol dire, ad esempio,
all’inizio, giovani o meno giovani.»3. Un’evoluzione concettuale che si fa poter conciliare tempi di lavoro e
Il passaggio dalla dimensione in- strada anche nel privato: «Siamo familiari con effetti sulla qualità del-
dividuale a quella condivisa rap- orientati non più alla sola condivi- la vita, poter contenere la mobilità
presenta la grande rivoluzione del sione dello spazio ma alla condivi- urbana con effetti sull’ambiente, o
mondo del lavoro tramite il model- sione del network di professionalità ancora disporre di maggiori oppor-
lo di coworking. e di clienti»5. tunità di integrazione lavorativa per
«Partimmo con una idea di lavoro categorie e gruppi sociali solitamen-
condiviso, non collaborativo, quindi Conclusioni te marginalizzati.
con la ricostruzione di una filiera in La dimensione occupazionale sot-
cui ci fosse il grafico, l’operatore video, L’indagine ENEA conferma il cowor- to questo profilo ricava il maggior
il designer, lo sviluppatore», ovvero king come fenomeno nuovo, dai con- guadagno dalla diffusione dei centri
più figure per uno stesso scopo. torni indefinibili, “magmatico” e in di coworking. Dall’incontro e dallo
Occorre un salto di qualità per pas- continuo divenire. scambio delle diverse abilità e com-
sare dall’idea di condivisione a quel- Evidente è la relazione con la Smart petenze professionali, come si è vi-
la di collaborazione: «Se noi abbiamo City. Il modello coworking formula sto, nasce quel valore aggiunto che
una torta e la condividiamo ognuno risposte alla pluralità di esigenze e rende maggiormente occupabili gio-
resta proprietario, collaborazione è alla complessità della città in diveni- vani con poca esperienza che si af-
mettere insieme gli ingredienti per re. Emergono, spesso con spinte dal facciano al mondo del lavoro e colo-
fare la torta quindi comporta un rac- basso e in forma autogestita, modelli ro che ne sono stati espulsi e cercano
cordo sociale più forte e questo si tra- di organizzazione del lavoro innova- una riqualificazione professionale.
BIBLIOGRAFIA
World economic forum, Inspiring Future Cities & Urban Services. Shaping the Future of Urban Development & Services Initiative, aprile
2016
Mapping Smart Cities in the EU, report commissionato dalla Direzione Generale FOR INTERNAL POLICIES del Parlamento Europeo, 2014
Bonomi, R.Masiero, Dalla smart city alla smart land, Marsilio, Venezia, 2014
Urban@it, Rapporto sulle città. Metropoli attraverso la crisi, Bologna, il Mulino, 2016
Pais I., Maienieri M., “Il fenomeno della sharing economy in Italia e nel mondo”, in Equilibri, n. 1, 2015