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ANTROPOLOGIA CULTURALE

Occupazione dell’etere= mezzo attraverso il cui gli stati uniti hanno il monopolio della diffusione
delle informazioni, valori, immagini, ideali.
Si tratta di propagandare l’America.
Gli abitanti del pianeta imparano a vivere gli eventi in diretta: prima guerra in diretta  guerra del
Vietnam.
I mezzi di comunicazione non sono solo il mezzo attraverso cui gli stati uniti possono comandare,
ma possono essere utilizzati da chiunque, diventa il mezzo di trasmissione di valori locali.
La radio è mezzo attraverso cui piccoli villaggi isolati vengono a sapere cosa succede nelle grandi
città.
I messaggi usati dai fanatici islamici per diffondere l’odio, incitare a uccidere gli infedeli. Si genera
nel mondo contemporaneo questo paradosso, da un lato la tecnologia diffonde un modello unico
globale, dall’altra favorisce localismi etnici e religiosi. L’umanità è sempre più unificata e
frammentata allo stesso tempo.
La globalizzazione è convivenza di due processi diversi (non solo omogeneo).
L’unione europea per il fatto di esistere mette in crisi gli stati nazionali. Rappresenta un attacco
alle identità nazionali, mette in crisi i nazionalismi, ma genera reazioni difensive: un rigurgito
nazionalismo. Gli stati istituzionali entrano in crisi (dalla caduta del muro) per la fedeltà nazionale
e entrano in crisi anche i partiti ideologici, le identità ideologiche.
Fino agli anni 80 in Italia esisteva un partito comunista votato da un italiano su tre, ora ha
cambiato nome e simbolo, cambia ideologia. Ora è diventato al 16%.
Anche i sindacati sono in crisi, le fedeltà ideologiche si sono dissolte come quelle istituzionali.
Le tecnologie portano a Omogeneizzazione culturale, ma questa prossimità mediatica fa sorgere
anche tensioni. Fenomeno della povertà nei paesi europei: questa povertà esiste già d tempo, c’è
disparità tra questi abitanti e cittadini dell’Europa. Questa disparità era tollerata grazie alla
distanza. Gli europei non hanno mai avuto contatti con le popolazioni povere di questi paesi. Gli
stessi poveri non conoscevano nulla degli europei. Ora le disparità sociali sono a contatto,
sbarcano in Europa. Le disparità diventano molto meno tollerabili e generano violenze.
Il mondo rimpicciolisce, si creano situazioni di contatto tra realtà lontane fra di loro.
Conquista dello spazio, sputnik, lanciato nello spazio nel 57 dalla Russia. Il lancio ebbe un impatto
mediatico enorme: era iniziata la PLANETERIZZAZIONE del nostro pianeta. Successivamente andò
nello spazio extra-atmosferico il primo uomo (Gagarin) che fece solo un giro in orbita. Anche
questo ebbe un impatto mediatico enorme. 66 gli americani mandano un satellite trasmise
immagini della Terra dalla luna, nel 66 ci fu anche l’apollo 17 mandò immagini della Terra da
50000 chilometri: the blue marble (oltre allo sbarco sulla luna). Ci fu una trasformazione della
percezione del nostro pianeta. Prima di questo giorno era percepita come terra intorno a noi, non
si pensava come pianeta, la terra era tutto su cui stavano gli uomini. I paesi lontani era veramente
lontani, si viaggiava molto meno. La madre terra era intorno all’uomo. Adesso la Terra viene vista
da fuori, da lontano tutta intera come un’identità finita per la prima volta. Prima reazione: è
piccola. Impressione di fragilità estrema. Ancora non sappiamo se c’è qualcosa di simile alla Terra
in altri luoghi in distanze non raggiungibile. Per ora siamo soli. Vista da lontano genera nostalgia,
desiderio di ritorno, ma anche affezione, desiderio di proteggerla e conservarla. Non è più nostra
madre, ma nostra figlia. Genera una sensazione di responsabilità genitoriale (abbiamo solo questa
terra). Ha stimolato la consapevolezza ecologica. La terra è delicata con i suoi equilibri. Pacifisti e
ambientalisti sono stati stimolati da questa specie. C’è stato un risveglio di consapevolezza. Siamo
tutti sulla stessa barca. Gli astronauti ci hanno fatto sentire a tutti allo stesso modo astronauti: la
Terra è un’astronave che viaggia nello spazio.
Siamo diventati Earthians. È nata anche il termine per definire la Terra “Gaia”, come unico
ecosistema, unica entità vivente. “Gaia” dà un’idea filosofica che ha dato enorme impulso ai
movimenti ecologisti e pacifisti.
Conquista dell’aria  conquista dello spazio virtuale: legame genealogico.
Guerra fredda: bomba nucleare. Grazie alle tecnologie: i razzi diventano i mezzi per spedire a
bomba. Cio genera l’esigenza di difendersi dal nemico per intercettare le bombe prima che
cadessero al suolo: in caso di attacco bisognava salvare e garantire la vita al presidente e allo stato
maggiore per continuare a dare ordine. Vennero scavati centri di comando sotterranei. Bisognava
costruire sistemi di allarme per rintracciare i missili. I radar non bastavano più, i missili sono
troppo veloci, vengono perciò perfezionati. Scienziati tedeschi usano i primi computer per
progettare sistemi di radar. I radar vengono computerizzati: primo passo verso quello che
diventerà poi internet. Strategia difensiva militare che consisteva in 22 bunker (che contenevano
radar) ciascuno dei quali poteva monitorare fino a 400 aerei in volo. Questa rete copriva tutto lo
spazio aereo americano. I bunker erano in contatto fra di loro. Era una rete di difesa aerea
computerizzata  cio porta a internet.
Ogni strategia militare ha ricadute civili. La funzione informatica, comunicazione tramite
computer, passa dall’ambito militare in ambito economico a livello produttivo, di
programmazione, organizzativo. Questo processo si è sviluppato e tutta la nostra economia è
informatizzata. A questo processo si accompagna altri processi: informatizzazione dei processi
finanziari, i soldi vengono accreditati mediante le tastiere (una volta i soldi venivano trasportati nei
treni). Flussi finanziare che viaggiano in rete da un giorno all’altro (diventa tutto più veloce).
Questa mobilità finanziare (invisibile) si corrisponde allo spostamento degli esseri umani, non c’è
punto del globo non raggiungibile con gli aerei in 24 ore. Le trasformazioni economiche generano
flussi di essere umani (non è un fenomeno nuovo: immigrazione italiana nel nuovo mondo, il
viaggio durava però qualche settimana). I lavoratori si spostano. I flussi migratori sono un
fenomeno planetario. I consumi sono diventati un fenomeno planetario.
Quello che viene definito globalizzazione e studiato da sociologi, studiosi di media ecc.. gli
antropologi studiano il processo di globalizzazione culturale: cultura globale. Consiste
nell’influenza che la cultura, la politica, l’economia dell’occidente esercitano sulle culture
extraeuropee. L’uso del neologismo globalizzazione suggerisce qualcosa che non è vero: sembra
un fenomeno nuovo, ma non è così, i processi analoghi alla globalizzazione contemporanea (fatta
di intrecci, scambi…) si sono verificati nella preistoria: 40000 a.d tra sapiens sapiens e i
neanderthal. Ci sono esempi anche più recenti. Anche l’impero romani, primo grande esempio di
globalizzazione, Roma era una città multietnica. Lo sviluppo culturale, scientifico comincia lì. Frutto
di coalizione di culture, interazioni di culture che ha portato il sapere e le conoscenze tecniche
nell’incontro tra due popoli. Arretratezza tecnologica è isolamento, società che hanno interagito si
sono sviluppati tecnologicamente. Isolamento non fornisce stimolo. Il contatto culturale
incrementa lo sviluppo tecnologico. In America le culture erano stimoli, per cui si sono sviluppate
di meno. In Europa era maggiore lo scarto culturale, perciò ci sono stati maggiori confronti e
scambi tecnologici. La frequenza degli scambi commerciali e la lontananza dei partner commerciali
favorisce lo sviluppo tecnologico e scientifico. La globalizzazione contemporanea è
qualitativamente diversa. Realtà a più strati: flussi di capitale, flussi di merci, flussi di persone,
flussi di tecnologie, flussi di informazione, flussi di simboli e valori. I flussi non sono ordinati, si
intrecciano si intersecano, vanno a velocità diverse, creando difficoltà di descriverlo. Questi flussi
complessi generano situazioni estremamente complesse, incontri fra entità diverse (statali,
sovrastatali, substatali, istituzionali e non). Quando si parla di soggetti di globalizzazione si parla di
niente e di tutto (di tutti tipi, di qualsiasi natura). In questa situazione di flussi complessi un fattore
fondamentale sono i rapporti di forza. Se ci limitiamo al piano culturale, i rapporti di forza sono
fondamentali: definisce chi impone la fluenza e chi la subisce. Però possono anche procedere in
due sensi e intersecarsi. Se ci sono soggetti piu potenti che diffondono i propri messaggi valori e
simboli e prodotti mediatici, ci sono soggetti piu deboli che generano controflussi. Anche i soggetti
più deboli che apparentemente subiscono flussi, non si arrendono a questo arrivo di info messaggi
valori prodotti culturali. Chi riceve non li recepisce passivamente, può esercitare una situazione di
filtro. Alcuni tratti vengono assimilati, altri respinti. Ciò che non è considerato compatibile con i
valori locali può non essere considerato. Filtro parziale o rigetto e chiusura, rimbalzo e
riaffermazione dell’identità locale (culturale etnica o religiosa). La globalizzazione è definita global
local, interazione tra globalizzazione e locale. Si riscopre il locale, ciò che interno viene ripensato e
ricontestualizzato (glocalizzazione). C’è una riscoperta della propria identità che nasce da un scarto
culturale. Ciò porta a riflettere su cio che è abitudine.
La deterritorializzazione: il soggetto di questo processo non sono i singoli esseri umani, è un
concetto astratto che si definisce alle culture di cui gli esseri umani sono portatori. La causa di
queste migrazioni sono aumentate grazie allo sviluppo dei trasporti. Ci sono aree del pianeta
definite centri (maggior sviluppo in tutti i sensi e si riferisce all’occidente, che non e più l’Europa
ma il mondo sviluppato) e periferie (paesi marginali economicamente e culturalmente, paesi
stagnanti condannati a un sottosviluppo cronico). I paesi definiti sottosviluppati sono paesi
diversificati al loro interno, paesi poveri ma presentano grandi città, es Il Cairo. Uno dei fenomeni
del mondo globalizzato sono le megalopoli abitate da milioni e milioni di abitanti, dove non si sa
però la cifra esatta. Queste città hanno dimensioni inconcepibili, sono aree umanizzate. Ci sono
state migrazioni interne. I contadini poveri si trasferiscono nella grande città. Non si tratta come
città, ma di accampamenti enormi (favelas) con strade di fango, senza fogne, dove non c’è
elettricità, case fatte con scarti.
Ci sono i flussi transnazionali dai paesi periferici ai paesi centri.
Deterritorializzazione: fenomeno per cui gli emigranti portano con sé un bagaglio culturale, si
insediano nelle città europee con una tendenza ad andare dove esistono gia connazionali, tendono
a crearsi quartieri etnicamente rimarcati. Cercano di tenere la propria identità, ma sono isolati. Ciò
che loro provano è uno sradicamento.
La cultura ha un carattere relazionale: cultura, storia e luogo fisico. La cultura si trasmette e il
luogo e demarcato. Se ci si sposta si cerca di ricrearla. Il legame con le tradizioni oggi possono
resiste, tempo fa rimaneva un ricordo. L’essere italiani non aveva più nesso con quello che era, era
un viaggio nel tempo. Bisogna reinventare la propria cultura. Si innescano meccanismi difensivi, si
alzano barriere. Nessuno si integra veramente. L’immigrato che si stabilizza in paesi con valori
culturali molto diversi deve reinventarsi. Nessuno di noi si pensa italiano in Italia, ma lo pensiamo
quando siamo fuori dall’Italia. Su di noi vengono riprodotti stereotipi italiani, dobbiamo interagire
con l’immagine di noi stereotipata dai nativi. Si deve ripensare la propria identità, questo
ripensamento è una forma di difesa, di concettualizzazione di ciò che sono. Ci si ripensa al loro
contesto e alla terra di origine (quando si torna ormi si è visitatori). Il contatto che si ha lo si ha
attraverso il telefono. Sradicamento, necessità di ricrearsi in ambiente estraneo, creare forme di
solidarietà con altri connazionali immigrati.

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