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• diritto privato —> regolamenta i rapporti, tra i soggetti privati che entrano in relazione tra loro su un
piano di parità.
• diritto pubblico —> regolamenta i rapporti tra enti privati ed enti pubblici tra cui lo Stato (es. tra
privato e università). I due soggetti non sono su un piano di parità, in quanto quello pubblico gode di
un ruolo preminente rispetto al privato.
• di produzione: atti (documenti scritti) o fatti (comportamenti) che producono, eliminano o modificano
le norme giuridiche (es. leggi ordinarie).
• di cognizione: atti ufficiali che servono a far conoscere le norme giuridiche (es. gazzetta ufficiale).
1. Fonti Costituzionali
• Costituzione della Repubblica: legge che racchiude i principi e valori fondamentali dello Stato. E’
entrata in vigore il 1° Gennaio 1948 e si compone di 139 articoli.
2. Fonti Primarie
• Fonti comunitarie (provenienza da UE): trattati (accordi accettati e sottoscritti liberamente da due o
più Stati), regolamenti (fonti generali contenenti norme che devono entrare in in vigore ed essere
rispettate da tutti i cittadini dell’UE) e direttive (fonti speciali contenenti norme che devono fare
rispettare i vari Stati).
• Atti aventi forza di legge: decreti legge (emessi dal governo in tempi brevi in caso di necessità e
urgenza; hanno validità 60gg a meno che il Parlamento non li trasformi in legge) e decreti legislativi
(emessi dal governo su incarico del parlamento con valenza permanente).
3. Fonti Secondarie
• Regolamenti amministrativi (statali; locali): emessi dal Governo.
4. Fonti consuetudinarie
• usi e consuetudini: fonti non scritte; comportamenti praticati nella società con la convinzione che
siano giuridicamente obbligatori.
*Il codice civile è una raccolta di materiali normativi. Si compone di 6 libri, per un totale di 2969 articoli.
Esso regola, nel diritto privato, i soggetti, i beni, le attività e i principi della responsabilità civile.
[Le fonti più importanti possono modificare le fonti meno importanti, per questo è stata istituita una
gerarchia; le fonti si basano sul principio cronologico —> è valida la regola emessa più recentemente].
L’interpretazione della legge è l’attività che determina il significato della norma giuridica al fine della
sua applicazione. Può essere: autentica, quando proviene dallo stesso legislatore, giudiziale, quando è
compiuta da giudici e dottrinale, quando proviene dagli studiosi del diritto.
Non esiste un’interpretazione esatta, ma sono ammesse varie letture in funzione del caso da risolvere:
• interpretazione logico-sistematica: analisi della norma in base alla ratio (ragione pratica) da cui
scaturisce.
Il giudice quando non riesce a risolvere il caso deve procedere applicando “per analogia” considerando
le norme che regolino casi simili, e qualora il caso rimanga ancora in dubbio, applicando “i principi
generali dell’ordinamento giuridico dello Stato”.
Ricorrere ad un ragionamento per analogia significa applicare ad un caso non regolato una norma che
risulta dettata per regolare un caso diverso, sebbene simile a quello da decidere.
Il ricorso all’analogia non è consentita né per le leggi penali, né per quelle che fanno eccezione a regole
generali o ad altre leggi.
FATTO GIURIDICO
Per fatto giuridico s’intende un evento in grado di determinare la nascita, la modifica o l'estinzione di
un rapporto giuridico che produce effetti giuridici. I fatti giuridici possono essere:
• fatti naturali: eventi che non dipendono dalla volontà dell’uomo (es. morte per cause naturali di una
persona).
• fatti umani (o atti giuridici): sono eventi che dipendono dalla volontà di un soggetto giuridico
(persona fisica o giuridica). Essi si distinguono, quanto alla produzione di effetti, in: atti giuridici in
senso stretto e negozi giuridici. Gli atti si dividono inoltre in leciti, se conformi all’ordinamento, e in
illeciti, se compiuti in violazione dell’ordinamento.
• diritto soggettivo: potere di agire per il soddisfacimento di un proprio interesse individuale, protetto
dall’ordinamento giuridico.
Il passaggio di un diritto di un soggetto ad un altro si chiama successione che può essere: a titolo
universale, quando una persona subentra in tutti i rapporti di un'altra persona (es. erede) oppure a titolo
particolare, quando una persona subentra solo in un determinato diritto o rapporto (es. legatario).
Colui che per effetto della successione perde il diritto si chiama autore o dante causa, mentre chi
acquista il diritto è il successore o avente causa.
Le persone fisiche sono tutti gli esseri viventi. Ogni individuo ha due capacità:
capacità giuridica: capacità di essere titolari di diritti e obblighi; essa si acquista dalla nascita fino alla
morte. Nessuno può essere privato di questa capacità.
capacità di agire: capacita di un soggetto di copiare atti giuridici, quindi di esercitare diritti e obblighi;
essa si acquista con la maggiore età (18 anni) che presuppone la capacità di intendere e di volere.
Un individuo, tuttavia, può però essere incapace di agire. L’incapacità di agire può essere:
—> legale
• assoluta: non si possono compiere atti giuridici. L’assistenza è da parte di un tutore. Riguarda:
- minore d’età: i genitori compiono per il minore gli atti di ordinaria amministrazione mentre per gli
atti di straordinaria amministrazione ci vuole l‘approvazione del giudice.
- interdetto giudiziale: colui che ha una malattia mentale grave che lo rende incapace di intendere e
volere.
• relativa: si possono compiere da soli gli atti di ordinaria amministrazione, mentre quelli di
straordinaria amministrazione con l’assistenza di un curatore. Riguarda:
- minore emancipato: minore con età compresa tra i 16 e i 18 anni. Si arriva a ciò per il matrimonio;
il giudice decide il da farsi ma ci deve essere un motivo valido e i minori devono dimostrare
maturità, inoltre ascolta il parere dei genitori.
- inabilitato: ragazzo maggiorenne malato mentalmente non grave, chi fa uso abitualmente di
sostanze alcoliche o stupefacenti, un prodigo (che sperpera i soldi) oppure di un cieco o sordo
non adeguatamente istruito.
—> naturale: persona con la maggiore età che si trova momentaneamente in una situazione particolare
per cui non è in grado di intendere e volere. Gli atti fatti da queste persone in quel momento possono
esser annullati ma è difficile dimostrarlo; bisogna quindi avere la presenza di testimoni.
La Costituzione (art. 2) proclama che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. I
diritti della personalità sono: diritto alla vita, diritto alla salute diritto all’integrità morale, diritto
all’immagine, diritto di riservatezza e diritto all’identità personale.
La persona giuridica è un’ente fornito di capacità giuridica e di capacità di agire che attua per mezzo di
propri organi. Per essere tale deve possedere degli elementi costitutivi:
• enti pubblici: hanno uno scopo d’interesse generale e mirano all’interesse di tutti i cittadini. Si
distinguono in territoriali, che esercitano un potere in un determinato territorio (Stato, regioni,
provincie, comuni..) e sono votati dai cittadini e in istituzionali, che hanno uno scopo preciso
occupandosi di un solo settore (inps, istat..).
• enti privati: non lavorano per i cittadini e possono essere a scopo di lucro, ovvero con lo scopo di
guadagnare (società di capitali), oppure a scopo non di lucro, che perseguono fini prevalentemente
ideali (associazioni —> insieme di persone fisiche e beni; fondazioni —> insieme di beni; comitati —>
insieme di persone fisiche che si costituiscono per un particolare motivo in un momento transitorio).
• perfetta quando il patrimonio della persona giuridica è nettamente distinto dai i soci, i quali hanno una
responsabilità limitata (non si possono chiedere soldi aggiuntivi ai componenti). Riguarda le società di
capitali, le associazioni riconosciute e le fondazioni.
• imperfetta quando il patrimonio non è diviso dalla società e dai soci, i quali hanno una responsabilità
illimitata in quanto in caso di fallimento rispondono anche con il proprio patrimonio. Riguarda le
società di persone, le associazioni non riconosciute e i comitati.
LEZIONE 3-4
LE COSE
Per il diritto privato i beni sono:
• pubblici: beni appartenenti ad un ente pubblico o assoggettati ad un regime speciale per favorire la
realizzazione di fini pubblici. Essi possono essere demaniali, che possono appartenere solo ad enti
pubblici territoriali (es. demanio marittimo - spiagge, porti), oppure patrimoniali.
• privati: beni posseduti da una o più persone fisiche o giuridiche.
- universalità di mobili: pluralità di cose che appartengono alla stessa persona e hanno una
destinazione unitaria (es. libri di una biblioteca).
- pertinenze: funzione servente o ornamentale di una cosa senza costituirne parte integrante e senza
rappresentare un elemento indispensabile per la sua esistenza. Esse seguono, di regola, lo stesso
destino della cosa principale.
- frutti: utilità ricavate dalla cosa. Si distinguono in frutti naturali, che provengono direttamente dal
bene (es. prodotti agricoli) e in frutti civili, redditi che si conseguono da un bene.
IL POSSESSO
Il possesso è il potere che una persona può avere su una cosa mobile o immobile (anche indiretto,
tramite terzi). Il possessore è soggetto ad una condotta analoga a quella del proprietario, egli deve
appunto comportarsi “come se si fosse proprietari”, anche se non lo si è; deve dimostrare di avere
rispetto della cosa.
La detenzione è la disponibilità materiale di una cosa posseduta da altri; in questo caso la persona
viene chiamata detentore. (es. locazione; affitto)
—> Il possesso della cosa inizia con la consegna che consiste nell’attribuzione del potere sulla cosa in
capo ad un soggetto, con il consenso di chi lo aveva in precedenza. [l’inizio del possesso può essere
impedito dal fatto che i comportamenti in cui si concreta dipendano dalla tolleranza del possesso].
—> Il possesso termina quando un terzo si impossessa della cosa o nel momento in cui si sia compiuta
l’inversione del possesso ovvero l'ipotesi in cui il possessore del bene, trasferisca il possesso al
detentore o il diritto corrispondente.
Con occupazione s’intende la presa di possesso, con l’intenzione di acquisire in via permanente e
definitiva, di cose mobili, che non sono di proprietà di qualcuno o abbandonate.
• azione di spoglio (reintegrazione) prevede di recuperare il bene a colui che gli è stato sottratto contro
la sua volontà da parte dello spoliator che deve aver agito in maniera violenta o clandestina. E’
possibile attuarla entro 1 anno dallo spoglio da parte del possessore o del detentore qualificato.
• azione di manutenzione prevede la cessazione di azioni di disturbo che provengono da altri soggetti.
Questa azione può essere fatta valere da colui che è stato molestato nel possesso di un immobile o di
un’universalità di mobili, che possiede da almeno un anno, entro 1 anno dalla molestia.
• azione di nunciazione con finalità cautelare. Si manifesta con la denuncia di nuova opera che consente
al possessore di ottenere il divieto di continuare un’opera o di permetterla al fine di prevenire danno
alla cosa, e con la denuncia di danno temuto per prevenire il danno che potrebbe derivare da
costruzioni o cose già esistenti.
PRESUNZIONI
Per il codice civile, il possesso è presunto in colui che esercita il potere di fatto sulla cosa, salvo che
non venga provata la detenzione di essa.
La presunzione di possesso intermedio si verifica in favore del possessore attuale che abbia
posseduto anche in tempo più remoto la cosa (continuità nel possesso).
La presunzione di possesso in buona fede ovvero che il possessore è in buona fede nel momento in
cui acquisisce il possesso e ha la cosa ignorando di ledere i diritti altrui.
• usucapione: modo di acquisto a titolo originario della proprietà; perché si abbia vi deve essere la
continuità del possesso per un certo lasso di tempo e la non interruzione del possesso (nè per causa
naturale, né per causa civile).
• tutela possessoria: azioni a difesa del possesso.
LEZIONE 5-6
DIRITTI REALI
Il rapporto giuridico è la relazione tra due soggetti: il soggetto attivo, ovvero colui a cui l’ordinamento
giuridico attribuisce il potere (posizione di vantaggio - es. pretendere un pagamento) e il soggetto
passivo, colui a carico di un dovere (posizione di svantaggio - es. pagare).
• diritti assoluti: garantiscono al titolare un potere che egli può far valere verso tutti; essi sono i diritti
reali (diritti su una cosa) e diritti della personalità (diritto al nome, all’immagine…).
• diritti relativi: garantiscono al titolare un potere che egli può far valere solo nei confronti di una o più
persone determinate; essi sono i diritti di credito (rapporto obbligatorio tra debitore e creditore).
diritti reali
• proprietà: diritto di un soggetto di godere e di disporre di una cosa in maniera piena ed esclusiva, pur
sempre nel rispetto dei limiti e degli obblighi previsti dall'ordinamento giuridico.
• usufrutto: diritto di un soggetto di godere di una determinata cosa e di trarne ogni utilità.
uso: diritto di un soggetto di servirsi di un determinato bene e, qualora questo sia fruttifero, di
raccoglierne i frutti.
abitazione: diritto che consiste nel diritto di abitare una casa.
• superficie: diritto di costruire sopra/sotto il suolo altrui e acquisire la proprietà della costruzione.
• servitù: diritto consistente nel peso o nella limitazione che vengono imposti a un fondo (detto fondo
servente) per l'utilità di un altro fondo (detto fondo dominante), di proprietà di terzi.
- contratto
- testamento
- usucapione: possesso ininterrotto per un determinato periodo di tempo; per acquisto di proprietà
o del diritto reale il possesso deve perdurare per 20 anni per immobile, universalità di mobili o
mobile (se il possesso è in mala fede), 15 anni per fondi rustici montani e 10 anni per mobili iscritti
in pubblici registri o se possessore in buona fede.
- acquisti a non dominio: acquisto del diritto reale da parte di un soggetto che non è il legittimo
titolare. Può essere: possesso vale titolo (per i beni mobili) e usucapione abbreviata (per i beni
immobili e mobili registrati); in entrambi i casi deve esservi il requisito di buona fede.
- per la sola proprietà: occupazione, nel caso una cosa non sia mai stata di proprietà di qualcuno
chiunque può impossessarsene; invenzione, con il ritrovamento di cosa mobile smarrita o un
tesoro; accessione, quando una cosa che è altrui si unisce ad altra, divenendo così di proprietà del
titolare della seconda applicando il criterio di prevalenza; unione e commistione, nel caso di
congiunzione di cose mobili che restano o meno distinte; specificazione, con la realizzazione di una
cosa mobile nuova con una cosa mobile altrui; avulsione e alluvione, quando vi sono accessioni
laterali.
• acquisto altrui
• diritti reali diversi dalla proprietà: rinunzia da parte del titolare; consolidazione quando per qualsiasi
causa il proprietario riacquista il godimento della cosa; confusione, qualora il proprietario diventa egli
stesso titolare di un diritto minore sulla sua cosa; prescrizione scaduti i 20 anni.
DIRITTI DI PROPRIETA’
Il diritto di proprietà è il diritto di un soggetto (proprietario) di godere e di disporre di una cosa in
maniera piena ed esclusiva, pur sempre nel rispetto dei limiti e degli obblighi previsti dall'ordinamento
giuridico.
• privata: i beni appartengono a privati; è riconosciuta e garantita dalla legge e può espropriata per
motivi d'interesse generale.
Vi sono dei limiti che l'ordinamento impone alle facoltà del proprietario:
• limiti imposti per ragioni di pubblico interesse
- prelazione legale
• azione di rivendicazione: mira alla restituzione della cosa (e al risarcimento del danno) nei confronti di
colui che possiede o detiene la cosa altrui. E’ soggetta a trascrizione ed esige la prova della proprietà.
Prevede, inoltre, la restituzione dei frutti e il rimborso spese.
• azione negatoria: con la quale il proprietario chiede al giudice che neghi l'esistenza di diritti, che altri
afferma di avere sulla sua cosa.
• azione di regolamento dei confini: se il confine tra due fondi è incerto, ogni proprietario può
rivolgersi al giudice e chiedergli che delimiti il confine stesso, stabilendo a chi spetti la proprietà dei
tratti.
• azione di apposizione di termini: il confine fra due fondi è certo, ma manca un segno visibile
(chiamato termine) oppure questo è diventato irriconoscibile e, quindi, ciascuno dei proprietari può
rivolgersi al giudice per chiedere che obblighi l'altro confinante a contribuire alla spesa necessaria per
apporre o ristabilire i termini.
LEZIONE 7-8
LE OBBLIGAZIONI E LA RESPONSABILITA’ PATRIMONIALE
L’obbligazione è un rapporto giuridico, secondo il quale il debitore è tenuto ad una determinata
prestazione verso il creditore, che ha il diritto di pretenderla.
La prestazione deve sempre essere possibile in senso materiale e giuridico, lecita (non contraria alla
legge), determinata o determinabile (deve essere precisa in tutti i suoi caratteri e quindi specificare gli
elementi che la compongono) e deve essere suscettibile di valutazione economica (si deve poter
quantificare in denaro).
Comunque l’interesse del creditore può avere anche natura non economica (es. estetica, spirituale).
Il debitore risponde dell’adempimento dell’obbligazione con tutti i suoi beni, presenti e futuri.
• di consegna
• di fare: mettere in atto un’attività
• di non fare: astenersi dal mettere in atto un’attività
• di concludere un contratto
• di dare
Le fonti delle obbligazioni sono gli atti e i fatti che possono fare nascere un’obbligazione e sono:
• contratto: derivano dalla volontà umana e quindi dall’accordo tra le parti nel contratto.
• fatti illeciti: qualunque fatto doloso o colposo che causa ad altri un danno ingiusto e obbliga colui che
lo ha commesso a risarcirlo.
• altri atti o fatti idonei in conformità con l’ordinamento giuridico: possono essere la promessa al
pubblico (colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione), pagamento dell’indebito (chi
ha eseguito un pagamento non dovuto, ha diritto di farsi restituire ciò che ha paga), gestione d’affari
altrui (chi, senza esservi obbligato, assume consapevolmente la gestione di un affare altrui), titoli di
credito (obbligazioni da parte di una parte) etc.
ATTUAZIONE DELL’OBBLIGO
Se il debitore non adempie alla prestazione il creditore può domandare l’intervento del giudice per
ottenere ciò che gli spetta.
• coazione indiretta: se la prestazione consiste nel fare o nel non fare qualcosa il creditore può
chiedere al giudice di fissare una somma di denaro dovuta per ogni violazione o ritardo. L’astreinte è
appunto l’obbligo imposto dal giudice alla parte inadempiente.
• sentenza costitutiva: il giudice emette una sentenza che produce gli effetti che il debitore si è rifiutato
di concludere.
• esecuzione in forma specifica: obbligo di consegna, di fare e di non fare e consente di ottenere in
modo coatto quanto dedotto in prestazione.
[*per gli ultimi due occorre un titolo esecutivo e prevedono un’esecuzione forzata]
Esprime un principio giuridico secondo il quale quale i creditori hanno uguale diritto di essere
soddisfatti sui beni del debitore. I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del
debitore, salve le cause legittime di prelazione ovvero il privilegio, il pegno e l’ipoteca.
—> il privilegio è un vantaggio che può essere attribuito a una o più persone e che consente di sottrarsi
a determinati obblighi. E’ tipizzato dalla legge.
—> il pegno è un diritto reale di garanzia che riguarda beni mobili e crediti; il creditore può far vendere il
bene oggetto per soddisfare le sue ragioni.
—> l’ipoteca è un diritto reale di garanzia che riguarda beni immobili registrati. Non comporta la perdita
del possesso da parte del debitore del bene stesso che è oggetto della garanzia.
E’ nullo il patto commissorio, quel patto con cui si prevede che, se il debito non è pagato, la cosa
ipotecata o data in pegno passa in proprietà al creditore.
Il debitore garantisce l'adempimento l'obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri, ciò significa che
in caso di inadempimento il creditore potrà rivalersi sul patrimonio debitore per i danni che
eventualmente gli siano stati provocati. Nei casi in cui, però, il debitore sottrae i suoi beni all'esercizio
dell'azione esecutiva o il creditore scopre che il patrimonio del debitore non è sufficiente a soddisfare il
suo diritto di credito e al risarcimento vi sono dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale,
azioni che il legislatore mette a disposizione del creditore che teme di perdere la garanzia rappresentata
dal patrimonio del debitore:
• azione surrogatoria: consiste nel potere del creditore di sostituirsi al debitore nell'esercizio di diritti
che quest’ultimo vanta verso terzi e che trascura di far valere.
• azione revocatoria: permette al creditore di far dichiarare inefficaci gli atti di disposizione che il
debitore abbia compiuto in pregiudizio delle sue ragioni.
TITOLI DI CREDITO
Sono documenti destinati alla circolazione che attribuiscono il diritto ad una determinata prestazione.
Possono essere:
• casuali: il diritto ha origine tramite un rapporto giuridico indicato sul titolo stesso. Lo sono le azioni e
le obbligazioni i società.
• astratti: non viene indicato il rapporto giuridico che ha causato l’emissione del titolo. Lo sono le
cambiali (tratta o propria) e gli assegni (bancario o circolare).
• titoli al portatore: si trasferiscono con la semplice consegna del titolo stesso (es. banconote).
• titoli all’ordine: si trasferiscono attraverso girata, una dichiarazione scritta sul titolo, con la quale il
possessore ordina al debitore di eseguire la prestazione a favore di un altro soggetto (es. assegni,
cambiali).
• titoli nominativi: intestati a una persona determinata, che si trasferiscono attraverso doppia
annotazione del nome del nuovo beneficiario sia sul titolo, sia sul registro dell’ente emittente (es.
azioni).
- letteralità: il debitore deve eseguire la prestazione così come indicata dalla “lettera” del titolo di
credito.
- autonomia: il credito si può trasferire senza atto di cessione.
- incorporazione: il diritto di credito è incorporato nel documento.
- astrattezza: il motivo di emissione non viene evidenziato sul documento.
LEZIONE 9-10
RESPONSABILITA’ DA INADEMPIMENTO E DA FATTO ILLECITO
La conseguenza è il risarcimento del danno patrimoniale, ovvero danno emergente (la perdita subita e
quindi tutte le spese) e lucro cessante (mancato guadagno), a meno che il debitore che non esegue
esattamente la prestazione provi che l’impossibilità della prestazione è derivata da causa a lui non
imputabile.
—> colpa: senza intenzione ma con responsabilità; negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza
delle norme giuridiche.
Salva diversa volontà delle parti, se il debitore si avvale di terzi per l'adempimento dell'obbligazione
deve rispondere anche dei fatti dolosi o colposi di essi —> responsabilità per fatto degli ausiliari.
È nullo il patto in forza del quale la responsabilità del debitore viene preventivamente esclusa o limitata
per dolo o per colpa grave —> clausole di esonero da responsabilità.
• se l’adempimento diventa impossibile per causa non imputabile al debitore l’obbligazione non si
estingue in quanto è comunque in ritardo.
La conseguenza è il risarcimento del danno sia patrimoniale sia non patrimoniale (ad es. lesione dei
diritti alla personalità).
Tuttavia non tutti i danni vanno risarciti ma solo quelli ingiusti. Non si risarciscono i danni cagionati per
legittima difesa, in stato di necessità e quelli provocati da una condotta lecita.
Non risponde del fatto dannoso se, colui che lo ha commesso è incapace naturale (ne risponde chi lo
sorvegliava) o minore (ne risponde genitore o tutore). —> responsabilità per fatti altrui.
—> con responsabilità oggettiva s’intende quei casi in cui il debitore è tenuto a risarcire i danni anche
in assenza di dolo e colpa: obbligazioni generiche di dare qualcosa, inadempimento derivante dai
dipendenti e obbligazioni di detenzione di beni dati in custodia a chi esercita professionalmente tale
attività.
—> Se il danno è provocato da più soggetti la legge stabilisce che il danneggiato può chiedere il
risarcimento a ciascuno dei responsabili, i quali sono tutti obbligati in solido al risarcimento del danno.
Una volta rimborsato il danneggiato, colui che ha effettuato il risarcimento, può esercitare verso gli altri
l’azione di regresso, quindi richiedere agli altri il rimborso in base alla gravità della colpa e alle
conseguenze.
LEZIONE 11-12
IL CONTRATTO IN GENERALE
Il contratto è un accordo tra più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto
giuridico di natura patrimoniale.
Questo tipo di contratto induce effetti reali (o traslativi) del contratto in quanto trasferisce dei diritti reali.
Il contratto è anche fonte di obbligazioni in quanto da esso sorgono obbligazioni e diritti di credito.
L'obbligazione sorge al momento della conclusione del contratto, ovvero gli effetti obbligatori (es.
obbligo di pagare il prezzo al momento della vendita; obbligo di consegnare la cosa nella vendita).
Alcuni contratti comunque hanno solamente effetti obbligatori e non effetti reali come il contratto di
trasporto, contratto di locazione, contratto di lavoro subordinato, contratto di prestazione d'opera
professionale, etc.
categorie di contratto
a prestazioni corrispettive: entrambe le parti unilaterali: solo una parte deve eseguire la
devono eseguire la prestazione (es. prezzo in prestazione (es. fideiussione, donazione).Diversi
cambio di un bene). dai contratti unilaterali sono gli atti unilaterali, che
producono effetto con la volontà di una sola delle
parti (es. testamento).
commutativo: prestazione definita al momento aleatorio: vengono applicate regole particolari (es.
del sorgere del contratto. assicurazione).
consensuale: si conclude con l’accordo delle reale: si conclude con l’accordo delle parti e con
parti. la consegna del bene.
ad effetti reali: ha per oggetto il trasferimento ad effetti obbligatori: fa sorgere obbligazioni alle
della proprietà di un bene o di un diritto reale parti.
istantaneo: si esegue in modo immediato (es. di durata: dura nel tempo (es. locazione).
compravendita).
bilaterale: accordo tra due parti. plurilaterale: accordo tra più parti (es. contratto
costitutivo di società).
tipico: previsti dalla legge. atipico: non previsti dalla legge.
• concludere un contratto.
• concludere contratti atipici (contratti non previsti dalla legge ma meritevoli di tutela secondo
l’ordinamento giuridico e che vengono creati nella pratica).
• persone fisiche
LA RAPPRESENTANZA
La rappresentanza è la costituzione di un soggetto (rappresentante) che compie atti giuridici in nome e
per conto di un altro soggetto (rappresentato).
Può essere:
• legale: prevista dalla legge e a tutela del soggetto rappresentato (es. tutore legale per minorenni o
interdetti).
• volontaria: determinata dalla volontà del rappresentato; si costituisce attraverso la procura.
La procura è un negozio giuridico unilaterale; si tratta di un atto di volontà da parte del solo
rappresentato. In quanto atto unilaterale non richiede il consenso del rappresentate che di conseguenza
non è obbligato a fare nulla.
La forma che deve avere la procura è quella dell’atto che il rappresentante andrà a perfezionare in nome
del rappresentato.
Il rappresentante tuttavia deve osservare dei limiti ben precisi previsti nell’atto di delega, per esempio
non consente compiere atti “personalissimi”, ai quali dovrà prendere parte necessariamente
l’interessato (es. testamento).
Il mandato, a differenza della procura, non è un negozio giuridico, ma un contratto e come tale ha
struttura bilaterale: una parte “si obbliga” a compiere uno o più atti giuridici “per conto” di un’altra.
Mentre la procura autorizza al compimento di atti, il mandato invece obbliga al compimento di uno o più
determinati atti. Il procuratore infatti non è obbligato a compiere nulla, ha solo un potere autorizzativo
che può non esercitare, mentre il mandatario è un contraente e come tale obbligato al compimento degli
atti previsti.
La rappresentanza può essere anche organica: un organo compie atti giuridici in nome e per conto di
un ente (es. amministratore di una società).
Il conflitto d’interessi è l'ipotesi in cui il rappresentante concluda un contratto pur essendo portatore di
un interesse proprio o di terzi contrastante con quello del rappresentato. Se questa ipotesi si verifica, il
negozio è annullabile su domanda del rappresentato nel caso in cui il conflitto era conosciuto o poteva
essere conosciuto con l’ordinaria diligenza dal terzo.
La rappresentanza senza potere è l'ipotesi di chi agisce in nome e per conto di un altro soggetto
senza averne il potere conferito dall’ultimo o se eccede nei limiti del potere conferitogli.
In questo caso il contratto è inefficace ed il rappresentato può eventualmente agire con la ratifica,
procura successiva che prevede che la situazione ritorni quella normale.
LEZIONE 13-14
LA FORMAZIONE DEL CONTRATTO E GLI ELEMENTI ESSENZIALI
Gli elementi essenziali del contratto, la cui mancanza determina la nullità, sono:
• accordo delle parti: incontro tra le volontà contrattuali; si ha quando si raggiunge l'intesa su tutti i
punti in discussione e si manifesta con la volontà comune dei contraenti d'impegnarsi a quanto il
contratto prevede. Nel caso manchi la volontà di impegnarsi su alcuni punti non si ha un accordo
completo ma parziale: si verifica la puntuazione, nella quale il contratto è privo di efficacia vincolante
(si è ancora nelle trattative). Nella fase di formazione dell'accordo le parti contraenti devono
comportarsi seconda la "buona fede"--> condotta corretta e leale nei confronti della controparte (nel
caso si verifichi la violazione della buona fede vi è l'obbligo di risarcire i danni, quali spese affrontate e
perdute occasioni).
• causa: funzione economica e sociale di un contratto o scopo oggettivo cui tende un contratto. Essa
deve essere lecita e quindi non contraria alle norme interpretative, all’ordine pubblico e al buon
costume. A differenza della causa il motivo è irrilevante per il diritto a meno che sia illecito in quanto
nel caso lo fosse il contratto è nullo.
• oggetto: la cosa o il diritto che viene trasferito o la prestazione che le parti si obbligano ad eseguire.
Esso deve essere possibile materialmente e giuridicamente, lecito (conforme alle norme poste a
tutela degli interessi della collettività) e determinato o determinabile in base a dei criteri stabiliti dalla
legge o concordati dalle parti (attraverso la relatio —> le parti si riferiscono a criteri legali per
determinare l’oggetto o attraverso l'arbitraggio —> un soggetto estraneo al contratto che si chiama
arbitratore, su incarico dei contraenti, determina l'oggetto del contratto sul quale le parti non si sono
ancora messi d’accordo).
• forma: modo con cui può essere manifestata la volontà contrattuale (es. scritta o orale). In genere la
forma è libera, salvo i casi in cui è richiesta dalla legge una determinata forma a pena di nullità (es. la
forma scritta per la vendita di beni immobili). La forma scritta prevede tre tipologie:
- scrittura privata autentica: atto scritto dalle parti con autenticazione delle firme da parte del notaio;
La forma ha la funzione di: garantire maggiore ponderazione, garantire la certezza dei traffici giuridici
prevede la forma scritta ad substantiam usata in determinati contratti formali nella quel devono
esserci per iscritto la volontà impegnativa e tutti gli elementi essenziali (es. contratti bancari,
multiproprietà, vendita di pacchetti turistici, locazioni d’immobili abitativi); nel caso si violasse questa
legislazione sono previste diverse sanzioni quali la nullità relativa o l’allungamento del periodo di
recesso.
La conclusione del contratto si ha nel momento in cui, dopo aver inviato la proposta, il proponente
riceve notizia dell'accettazione dell'altra parte (proposta e accettazione si reputano conosciute nel
momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario). La proposta deve essere completa in quanto,
nel caso non lo fosse, sarebbe considerata un invito a proporre e l’accettazione deve essere conforme
alla proposta contrattuale in quanto, nel caso non lo fosse, sarebbe considerata una controproposta.
La proposta e l’accettazione possono essere revocate prima che l’accettazione giunga all’indirizzo del
proponente, ad eccezione della proposta irrevocabile, proposta che non può essere revocata per un
certo periodo.
- mancato rifiuto del beneficiario: per i contratti unilaterali il silenzio perfeziona il contratto.
LEZIONE 15-16
I VINCOLI PREPARATORI
L’opzione è un contratto preparatorio rispetto il contratto finale, mediante il quale una parte fa una
dichiarazione e rimane vincolata ad essa, mentre l'altra parte ha la facoltà di accettarla o meno,
solitamente entro un certo periodo di tempo.
Per essere valida la proposta di chi concede l'opzione (opzionante) deve contenere tutti gli elementi
essenziali del contratto che si vuole concludere.
• prelazione volontaria: viene prevista dalle parti; il patto ha un’efficacia obbligatoria, vincolando
solamente le parti. Se questo patto viene violato bisogna risarcire il danno.
• prelazione legale: viene prevista dalla legge; il patto ha un efficacia reale in quanto il prelazionario può
riscattare il bene del terzo che lo ha acquistato grazie al diritto di riscatto.
Esiste anche il contratto preliminare complesso, che anticipa alcune obbligazioni derivanti dal
contratto definito già al momento del preliminare (es. pagamento anticipato).
Il bene promesso in vendita può avere dei vizi, in questo caso l'acquirente può:
Tuttavia vi sono dei casi in cui una parte può esercitare il diritto di recesso, un diritto soggettivo per il
quale un contraente recede al contratto entro 15gg.
È previsto in alcuni casi, ove è espressamente pattuito dalle parti con il recesso convenzionale:
• reali o traslativi: con trasferimento del diritto reale e del passaggio del rischio contrattuale (nel
momento in cui passa la proprietà se il bene perisce ne risponde il proprietario).
• obbligatori: sorgono delle obbligazioni per una parte e il diritto di credito per l’altra parte;
l’obbligazione è soddisfatta con l'adempimento della prestazione dovuta.
Vi possono essere degli elementi accidentali del contratto, ovvero elementi non necessari per la
validità di esso, ma se presenti ne condizionano gli effetti. Sono:
• condizione: evento futuro e incerto dal quale (condizione sospensiva - fa iniziare gli effetti del
contratto al suo verificarsi) o fino al quale (condizione risolutiva - fa cessare gli effetti del contratto al
suo verificarsi) le parti fanno dipendere gli effetti del contratto. Essa deve essere lecita (se illecita
rende nullo il contratto) e possibile (se impossibile rende nullo il contratto nel caso di condizione
sospensiva). Essa può essere causale se affidata al caso o a terzi, potestativa se dipende dalla volontà
di una delle parti oppure mista se è sia affidata al caso che dalla volontà di una delle parti.
In attesa che si verifichi l'evento in condizione vi è la fase di pendenza della condizione, nella quale
bisogna rispettare delle regole. In attesa della condizione sospensiva, l'acquirente di un diritto può
compiere degli atti conservativi (volti a tutelare i propri diritti); in attesa di quella risolutiva, entrambi i
contraenti possono mettere in atto degli atti conservati. Entrambi sono tenuti a comportarsi secondo
buona fede; chi non rispetta ciò è soggetto a sanzioni: risarcimento del danno alla controparte e la
finzione di avveramento della condizione.
• termine: evento futuro e certo dal quale (termine iniziale - fa iniziare gli effetti del contratto al suo
verificarsi) o fino al quale (termine finale - fa cessare gli effetti del contratto al suo verificarsi) le parti
fanno dipendere gli effetti del contratto.
Per integrazione del contratto s’intende l’inserimento, nello stesso, di regole che non sono state
previste dalle parti e che hanno titolo in fonti esterne all’accordo dei contraenti che derivano secondo:
• la legge: può integrare il contratto con disposizioni suppletive, in caso di lacune (es. il compratore è
tenuto a pagare il prezzo del bene; in mancanza di pattuizione del pagamento del bene dalle parti,
esso deve avvenire al momento di consegna del bene) oppure con disposizioni cogenti o imperative
che vengono inserite automaticamente nel contratto.
• gli usi: quando non vi è la legge che integra il contratto vi sono gli usi normativi o consuetudini che se
ne occupano.
• l’equità: quando la legge assegna ai giudici poteri equitativi integrativi o modificativi nel contratto; essi
hanno l’obbligo di procedere tramite buona fede.
LEZIONE 17-18
L’INVALIDITA’ DEL CONTRATTO
Il contratto è invalido quando vi sono presenti dei vizi che impediscono di produrre effetti.
• nullità
• annullabilità
• rescissione
nullità
Il contratto nullo non produce effetti, a prescindere dall’intervento del giudice che si limita a dichiarare la
nullità attraverso una sentenza dichiarativa con la quale accerta che il contratto è nullo e che esso non
abbia prodotto effetti; tutto ciò che è stato dato durante l'esecuzione del contratto va restituito
(ripetizione dell’indebito). Anche i diritti dei sub-acquirenti vengono travolti, pur essendo in buona fede
(ignari della nullità) ad eccezione di un tot di tempo in forza del quale hanno potuto acquistare il bene a
titolo originario.
- illiceità della causa (contraria a norme imperative, ordine pubblico, buon costume)
Vi può essere anche il caso di nullità relativa: essa protegge una sola parte del contratto, quella debole,
ovvero il consumatore; è appunto relativa in quanto può essere fatta valere dal contraente più debole.
Inoltre, come quella assoluta, può essere rilevata dal giudice d’ufficio.
annullabilità
Il contratto annullabile produce effetti finché non viene annullato —> una parte può rivolgersi al giudice,
entro un determinato termine di prescrizione, e ottenere l’annullamento attraverso una sentenza
costitutiva che priva il contratto di effetti e obbliga a restituire ciò che è stato dato durante l'esecuzione
del contratto (ripetizione dell’indebito); salvo il caso dell'incapacità legale, non travolge i diritti di terzi
acquirenti a titolo oneroso in buona fede.
- conclusione del contratto da un incapace legale (minorenni o interdetti) o naturale (colui che pur
essendo capace di agire, in quel momento non lo era e la controparte era in malafede)
NB:
• errore: inesatta o mancata conoscenza di alcune circostanze relative al contratto che inducono una
parte a concluderlo. Deve essere essenziale (deve riguardare un elemento) e riconoscibile dall’altro
contraente.
• dolo: inganno messo in atto dall’altro contraente, o da un terzo, che inducono un soggetto a
concludere un contratto. Può essere incidente se incide sulle condizioni ma non sulla conclusione del
contratto o determinante se incide sulla conclusione del contratto.
• violenza morale: minaccia di un male grave e ingiusto che induce una persona a concludere un
contratto.
- si prescrive in 5 anni.
rescissione
Il contratto può essere rescindibile a condizioni inique, attraverso una sentenza costitutiva che priva il
contratto di effetti, obbliga a restituire ciò che è stato dato durante l'esecuzione del contratto (ripetizione
dell’indebito) e non travolge i diritti di terzi acquirenti (anche se in malafede), in caso di:
• pericolo: contratto concluso in stato di pericolo; esso può essere rescindibile se il pericolo c’è, se
colui che vende è a conoscenza del pericolo dell’altra persona e se è squilibrato.
• bisogno: contratto concluso in stato di bisogno di natura economica; può essere rescindibile se vi è lo
squilibrio di oltre la metà del valore della cosa, se vi è lo stato di bisogno di natura economica e se
colui che approfitta è a conoscenza del bisogno dell’altro contraente.
- si prescrive in 1 anno.
- è insanabile ma evitabile con un’offerta di modificazione del contratto idonea a ricondurlo ad equità.
LEZIONE 19-20
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
La risoluzione del contratto è lo scioglimento del rapporto contrattuale determinato da cause
subentrate successivamente alla conclusione del contratto. Il contratto risolto non produce effetti e
quanto è stato dato deve essere restituito; inoltre la risoluzione non è opponibile ai terzi (ai loro diritti
acquistati) salva la trascrizione della domanda.
Vi può essere:
• risoluzione per inadempimento: in caso di inadempimento di una delle parti, la parte adempiente
può chiedere o l’esecuzione in forma specifica del contratto oppure la risoluzione del contratto, oltre
al risarcimento dei danni (a meno che il debitore provi che l’inadempimento è stato dovuto a casa da
lui non imputabile o per impossibilità oggettiva).
La caparra confirmatoria è una somma di denaro che una delle parti consegna all'altra con il fine di
La risoluzione per inadempimento è di solito giudiziale, cioè dichiarata dal giudice, tranne 3 casi:
- mutano le condizioni patrimoniali di uno dei contraenti: ciascun contraente può sospendere
l'esecuzione della prestazione obbligato ad eseguire se le condizioni della controparte sono tali da
porre in pericolo il conseguimento della controprestazione.
Esiste però la clausola “solve et repete” che non permette ai contraenti di utilizzare gli strumenti di
tutela e consiste nell’eseguire prima la prestazione e poi chiedere eventualmente indietro quanto hai
eseguito.
• risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta: aumento improvviso ed eccessivo del prezzo di
una prestazione, per un evento straordinario e imprevedibile. La parte può chiedere la risoluzione del
contratto che però può essere evitata modificando le condizioni del contratto.
LA TUTELA DEL CONTRAENTE DEBOLE
Il contraente debole è colui che é meno informato, con minori competenze e possibilità economiche.
Si tratta dunque della controparte di un imprenditore di grandi dimensioni o della P.A.; quest’ultime sono
in grado di imporre al contraente debole i propri schemi contrattuali ai quali egli può solamente accettare
o rifiutare.
Questi “schemi contrattuali” sono chiamati contratti non negoziati nei quali vi è la predisposizione
unilaterale di condizioni generali del contratto da parte della parte più forte a tutela di quella più debole:
• le eventuali clausole che vengono aggiunte al contratto standard prevalgono su quelle già esistenti su
di esso anche se non sono state cancellate.
• le condizioni generali di contratto sono efficaci nei confronti della controparte se al momento della
conclusione del contratto, le ha conosciute oppure con l'ordinaria diligenza le avrebbe dovute
conoscere.
• vi sono alcune clausole che sono talmente onerose per il contraente debole che diventano nulle se
manca la doppia firma (es. limitazioni di responsabilità).
I consumatori definiti i contraenti deboli vengono tutelati grazie alla nullità delle clausole vessatorie
—> condizioni poste all’interno di un contratto tra il consumatore e il professionista, che, malgrado la
buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi
derivanti dal contratto.
Queste clausole richiedono sempre una approvazione scritta, ovvero una firma autonoma e separata
rispetto all’accettazione del contratto.
Le clausole che risultino vessatorie sono nulle, anche se il contratto rimane valido per tutte le altre
condizioni.
Il codice del consumo, contenente le leggi per i consumatori e strumento di loro tutela, offre un elenco
(non tassativo) di clausole vessatorie chiamato lista grigia.
In caso della presenza di clausola vessatoria nel contratto il professionista deve dimostrare al giudice il
contrario e che essa non apportava squilibrio, in uno dei seguenti modi:
- provare una trattativa individuale tra professionista e consumatore.
- provare che in realtà non c'è squilibrio, perché vi è una compensazione di essa da parte di altre
clausole.
- provare che la clausola riproduce una norma di legge.
E’ presente anche una lista nera che contiene le clausole nulle; queste sono:
- clausole che escludono o limitano la responsabilità del professionista in caso di morte o danno al
consumatore.
- clausole che escludono o limitano le azioni del consumatore nei confronti del professionista in caso di
inadempimento totale, parziale o inesatto da parte del professionista.
- clausole che il consumatore non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del
contratto.
Allo scopo di impedire l’impiego di clausole vessatorie nelle condizioni generali di contratto, i consumatori
possono agire insieme per far valere i propri diritti attraverso un’azione inibitoria, la class action,
utilizzata quando una pluralità di utenti si trovano nella medesima situazione, nei confronti della
medesima impresa.
LEZIONE 21
I CONTRATTI SPECIALI E LA COMPRAVENDITA
La compravendita è un contratto consensuale, a prestazioni corrispettive e a titolo oneroso.
E’ un contratto che si basa appunto sul consenso traslativo tra le parti e ha per oggetto il trasferimento
della proprietà di una cosa o il trasferimento di un diritto reale, diverso da quello di proprietà, in cambio
della corrispettivo di un prezzo.
• effetti reali: trasferimento della proprietà di una cosa o di un'altro diritto reale (es. usufrutto) o di un
diritto di credito o di posizioni giuridiche complesse (es. azioni di società).
• effetti obbligatori: sorgere di una o più obbligazione in capo all'acquirente (pagare il prezzo del bene
e nel caso gli interessi) e al venditore (consegnare la cosa al compratore e fargli acquistare la proprietà
garantendogli dall'evizione e dai vizi della cosa).
Con la garanzia dei vizi il venditore garantisce al compratore che la cosa compravenduta non abbia dei
difetti che la rendano inidonea all'uso a cui essa è destinata.
Se le parti si accordassero per escludere questa garanzia per vizi, essa non ha alcun effetto se il
venditore ha taciuto in malafede i difetti della cosa compravenduta.
È anche possibile richiedere il risarcimento del danno che il venditore è tenuto a risarcire a meno che
provi che era ignaro dei vizi della cosa.
I termini per la denuncia dalla scoperta dei vizi del bene sono 8 giorni e i termini per la prescrizione delle
azioni sono di 1 anno.
I beni di consumo sono tutti i beni mobili e il venditore ha l'obbligo di consegnare beni mobili conformi
a quanto pattuito nel contratto. Nel caso in cui il bene consegnato è diverso da quello venduto, e quindi
vi è una mancata esecuzione dell’obbligazione da parte del venditore, si applica l’aliud pro alio (una
cosa per un’altra) che prevede regole diverse.
- azioni edilizie
I termini per la denuncia dalla scoperta dei vizi del bene sono 2 mesi e i termini per la prescrizione delle
azioni sono di 26 mesi.
LEZIONE 22
I CONTRATTI DI DISTRIBUZIONE
Il contratto di distribuzione è un contratto atipico tra un produttore e un rivenditore, il quale assume
l’obbligo di promuovere la vendita dei prodotti forniti dal produttore, in cambio di un guadagno.
concessione di vendita
Contratto atipico in base al quale un soggetto, detto concedente, concede ad un altro soggetto, detto
concessionario, il potere di distribuire i propri prodotti dopo averli acquistati.
Tecnica di aggregazione —> l’affiliante mette a disposizione degli affiliati le proprie conoscenze, sia
commerciali che tecnologiche, maturate sulla base dell’esperienza pregressa (know-how) e presta loro
l’assistenza necessaria per mettere a profitto tale patrimonio. Inoltre, concede ai rivenditori autonomi le
licenze d’uso dei beni immateriali (l’insegna, il marchio ed i brevetti) contro il pagamento di un
corrispettivo.
Nella maggior parte dei contratti di franchising viene inserita la clausola di esclusiva, con la quale
l’affiliato si obbliga a commerciare soltanto i beni e servizi prodotti dall’affiliante.
La legge 129 del 2004 prevede che il contratto di franchising deve obbligatoriamente ricoprire la forma
scritta per tutela del contraente più debole (a pena di nullità).
Per quanto riguarda la tutela dell’affiliato, l’affiliante deve avere già sperimentato la sua formula
commerciale sul mercato prima di proporla all’affiliato. Gli obblighi precontrattuali riguardano:
- trasparenza da entrambe le parti
- doveri reciproci di informazione
- una copia completa del contratto all’affiliato almeno 30 giorni prima della conclusione del contratto
Occorre garantire all'affiliato una durata minima sufficiente ad ammortare la spesa dell’investimento per
la nuova attività (non inferiore a tre anni).
LEZIONE 23
IL CONTRATTO DI TRASPORTO E ALTRI CONTRATTI PER IL TURISMO
Il contratto di trasporto prevede che una parte, detta vettore, si obbliga a trasportare persone o cose
da un luogo all’altro in cambio di un corrispettivo.
• danni del viaggiatore e delle cose che porta con sé, salvo che non provi che non era colpa sua.
Questa regola riguarda anche il trasporto gratuito, in quanto anche se il vettore non riscuote nulla lo fa
comunque per un suo interesse.
—> diligenza del vettore: basata sul principio del receptum; il vettore ha l’obbligo di tutelare il
trasportato adottando tutte le misure idonee per garantire l’incolumità della clientela.
Sono nulle le clausole che limitano la responsabilità del vettore riguardo il viaggiatore mentre sono
valide quelle che limitano o escludono la responsabilità riguardo le cose che porta con sé il viaggiatore.
- imprenditori pubblici e privati che esercitano l’attività accessoria di trasporto con mezzi propri per il
soddisfacimento delle esigenze legate all’attività principale.
- gli imprenditori che esercitano il servizio di trasporto di cose per conto terzi.
Il vettore ha responsabilità ex recepto ovvero è responsabile della perdita e dell’avaria delle cose
consegnateli per il trasporto a meno che non provi che sono state causate da caso fortuito, dalla natura
o dai vizi delle cose o dal loro imballaggio.
per quanto riguarda il trasporto ferroviario il vettore ha l’obbligo di tutelare il trasportato adottando
tutte le misure idonee per evitare sinistri; se il viaggiatore, durante la permanenza sui veicoli ferroviari,
subisce un danno alla persona l’amministrazione ne risponde, a meno che provi che l’incidente sia
avvenuto per causa ad essa non imputabile. Il vettore ferroviario è inoltre tenuto a garantire la
sicurezza delle aree destinate al transito dei viaggiatori.
Si dividono in:
• pacchetti turistici
• contratti di albergo
• contratti di multiproprietà
pacchetti turistici
Per pacchetto turistico s’intende la combinazione di almeno due elementi tra trasporto, alloggio e
servizi turistici non accessori al trasporto o all’alloggio.
• obblighi di informazione: il venditore deve fornire al cliente informazioni per iscritto di carattere
generale in materia di passaporto e visto, obblighi sanitari e di formalità per l’effettuazione del viaggio
e del soggiorno. E’ possibile avere un opuscolo informativo contenente materiale illustrativo.
• modifica del contratto: se l’organizzatore necessita di modificare uno o più elementi del contratto
deve avvisare immediatamente il turista per iscritto, indicando il tipo di modifica; il cliente può
decidere di recedere dal contratto a condizione di risarcire l’organizzatore secondo quanto stabilito
nelle clausole penali nel contratto.
• revisione del prezzo: il prezzo può essere modificato prima della partenza solo in via eccezionale al
verificarsi di determinate condizioni previste dalla legge; se il prezzo dovesse alzarsi più dell’8% il
cliente può recedere.
• recesso e annullamento del servizio: se prima della partenza il consumatore recede o il pacchetto
turistico viene cancellato per cause non imputabili al turista, egli ha diritto di usufruire di un altro
pacchetto turistico di qualità equivalente o superiore senza supplemento di prezzo, o di qualità
inferiore ma con la restituzione della differenza di prezzo. In caso contrario deve essergli rimborsata la
somma già pagata.
• responsabilità per danni alla persona: nel caso di danno alla persona, il viaggiatore ha diritto a
pretendere il risarcimento nei riguardi del venditore e dell’organizzatore nei limiti previsti: la domanda
per il risarcimento deve essere presentata entro 3 anni.
• reclamo: ogni mancanza nell’esecuzione del contratto deve essere denunciata senza ritardo affinché
l’organizzatore possa rimediarvi tempestivamente.
contratto d’albergo
Nel contratto di albergo una parte (albergatore) si obbliga, dietro pagamento di un corrispettivo, ad
alloggiare l'altra parte (cliente) in uno o più locali dell'albergo mobiliati e provvisti di servizi.
La responsabilità dell’albergatore è:
- illimitata per le cose che gli sono state consegnate in custodia e per quelle che ha rifiutato di ricevere
in custodia, pur avendo per legge l’obbligo di accettarle.
- limitata al valore di quanto sia deteriorato, distrutto o sottratto, sino all'equivalente di cento volte il
prezzo di locazione dell'alloggio per giornata.
L’albergatore non risponde del danno se è stato causato dal cliente, per forza maggiore o per natura
delle cose (vale anche per le imprese assimilate come ristoranti etc.)
contratto di multiproprietà
Il contratto di multiproprietà è un contratto di durata superiore ad un anno, nel quale una parte acquista,
pagando un prezzo, il diritto di godimento su uno o più alloggi da utilizzare periodicamente per un
tempo determinato.
Si basa sul concetto di pro indiviso, ovvero “proprietà indivisa” in quanto più soggetti (multiproprietari)
sono titolari di un diritto di proprietà sulla stessa cosa.