Concordato= l'accordo tra la Santa Sede e lo Stato.
Il concordato è una convenzione
bilaterale stipulata fra la Santa Sede e uno Stato per regolare questioni di carattere sia religioso sia temporale di comune interesse. I più importanti concordati nella storia europea contemporanea sono il Concordato napoleonico del 1801, i Patti lateranensi del 1929 e il nuovo Concordato del 1984. Per antonomasia il Concordato è, in Italia, quello stipulato nel 1929 come parte integrante dei Patti lateranensi.
Il nuovo Concordato del 1984
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale si pone il problema della riforma dei Patti lateranensi, in particolare del loro rapporto con gli articoli 7 e 8 della Costituzione: qui si sostiene che Stato e Chiesa sono enti indipendenti e sovrani e che tutte le confessioni religiose sono considerate egualmente libere davanti alla legge che regola i loro rapporti con lo Stato sulla base di intese con le relative rappresentanze. Il nuovo Concordato, sottoscritto il 18 febbraio 1984 dal presidente del Consiglio Bettino Craxi e da papa Giovanni Paolo II, cancella il confessionismo di Stato (forte condizionamento dei precetti di una confessione religiosa nella vita di uno Stato). Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, il Concordato prevede la riforma della disciplina della proprietà e dell'organizzazione ecclesiastica, con la definizione di una nuova condizione giuridica e remunerativa del clero cattolico, e con l'instaurazione di nuove relazioni finanziarie tra Stato e Chiesa. Esso, inoltre, stabilisce le norme di attuazione in materia di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, il riconoscimento delle feste religiose, regola l'assistenza spirituale nell'ambito di strutture come ospedali, carceri e così via. Per quanto riguarda i rapporti finanziari, il Concordato prevede due forme di finanziamento per la Chiesa cattolica: uno privato e volontario (detraibile dalle imposte) e uno pubblico, con la destinazione annuale di una quota pari all'otto per mille del gettito complessivo IRPEF. Il cittadino però può scegliere, in alternativa, se destinare il suo otto per mille allo Stato o alle altre confessioni religiose.