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Conduzione – versione 26.11.

13

7. CONDUZIONE

Introduzione
La conduzione termica è quel meccanismo di trasmissione del calore causato dall’interazione
delle molecole di una sostanza dotate di maggior energia dovuta alla più alta temperatura rispetto
ad altre adiacenti. Nei fluidi la conduzione è dovuta alle collisioni delle molecole durante il loro
moto caotico e alla diffusione termica molecolare. Nei solidi alle vibrazioni delle molecole
all’interno del reticolo cristallino e allo scambio d’energia dovuto agli elettroni liberi.
Si consideri una sostanza costituita da materiale omogeneo ed isotropo (proprietà costanti in tutte
le direzioni) in fase solida, liquida o gassosa, comunque in quiete rispetto ad una terna di
riferimento inerziale, nella quale siano presenti zone a diversa temperatura. È possibile
individuare internamente alla sostanza delle superfici isoterme che hanno la caratteristica di non
intersecarsi mai. Dall’esperienza è noto che attraverso il meccanismo della conduzione s’innesca
un trasferimento di energia termica, Q, dalla zona più calda a quella più fredda della sostanza e
che tale energia viaggia ortogonalmente a tali superfici. Queste ultime per definizione sono
quindi superfici di scambio termico (essendo isoterme e perpendicolari alla direzione del flusso).

70°C
100°C 40°C
10°C

In un generico punto della sostanza, il flusso


superficie
isoterma termico conduttivo definito come l’energia
q
trasmessa per unità di tempo e di superficie,
z
n q [W/m2], è valutabile attraverso la legge di
Fourier, ricavata sperimentalmente dello
y
w scienziato francese Joseph Fourier nel 1822.
v
Le sue osservazioni portarono alla
u
x conclusione che tale flusso termico è un

7.1
Conduzione – versione 26.11.13

vettore avente la direzione ortogonale alla superficie isoterma passante per quel punto, il verso
delle temperature decrescenti ed il modulo proporzionale al gradiente della temperatura nella
stessa direzione:

dT
q  k (7.1)
dn

dove: n è il versore normale alla superficie isoterma e k [W/mK] è una costante dimensionale di
proporzionalità di cui si parlerà in seguito. Scomponendo tale vettore lungo gli assi di un sistema
di riferimento cartesiano ortogonale, i cui versori sono rispettivamente u , v e w , si ha:

q  u q x  v q y  w q z (7.2)

dove:
T T T
q x  k q y  k q z  k (7.3)
x y z

Lastra piana senza generazione


Si consideri il semplice caso, al quale sono comunque riconducibili molte situazioni di pratico
interesse, di trasmissione del calore attraverso una lastra (o parete) piana in regime stazionario ed
in assenza di generazione interna d’energia termica (è
tradizionalmente ed impropriamente chiamata così la
conversione, all’interno del materiale, di energia elettrica,
T1 T2
chimica o nucleare in energia termica). Sia tale lastra di
materiale omogeneo, isotropo e molto estesa (spessore piccolo
A
rispetto alle altre due dimensioni della lastra). Supponendo

Q x che le superfici estreme siano isoterme alle temperature T1 e
T2, con ad esempio T1 > T2, si ha che tutte le superfici
isoterme interne alla lastra sono piane e parallele a queste
L
ultime. Per il sistema di riferimento riportato in figura e per le
x ipotesi considerate, flusso termico monodimensionale
( q  q (x)), le suddette superfici piane essendo perpendicolari
al flusso sono tutte di scambio termico e la temperatura è funzione della sola coordinata spaziale
 , è quindi pari a:
“x”, (T = T(x)). Per la legge di Fourier la potenza termica, Q

7.2
Conduzione – versione 26.11.13

Q   q A   k A dT
 Q (7.4)
x x
dx

Si noti che se la lastra non fosse, come da ipotesi, molto estesa non sarebbero trascurabili gli
effetti di bordo. Questi ultimi sono quelli che si generano nelle vicinanze dei bordi della lastra
dove in realtà il flusso non può essere considerato monodimensionale (componenti lungo “y” e
“z” non nulle) e la temperatura non risulta uniforme sulle superfici estreme e su quelle interne
alla lastra ad esse parallele (T è funzione anche di “y” e “z”). Si noti ancora che il segno meno
nell’eq. (7.4) è necessario volendo Q positiva e visto che la temperatura diminuisce nel verso
delle “x” crescenti. Separando le variabili si ha:

 dx   k A dT
Q (7.5)

Si noti che, al variare dell’ascissa “x”, in assenza di generazione, la potenza termica resta
costante in quanto l’energia è una grandezza conservativa e l’analisi è condotta nell’ipotesi di
regime stazionario (è nullo il termine d’accumulo o quello di sottrazione di calore) e flusso
monodimensionale. Nel caso in esame, anche l’area A, della generica superficie di scambio
termico è costante lungo “x”. Pertanto integrando l’equazione differenziale (7.5) tra gli estremi
delle relative variabili (per x = 0 →T = T1 e per x = L → T = T2), si ha:

L T2

Q  dx  k A  dT (7.6)
0 T1

 L  k A T  T 
Q (7.7)
1 2

ovvero:
k A
 
Q T1  T2  [W] (7.8)
L

dove L è lo spessore della lastra. Si noti infine che, per la suddetta ipotesi di
monodimensionalità, tutte le superfici parallele al flusso termico risultano adiabatiche.

7.3
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Resistenza termica
Per analogia con la legge di Ohm l’eq. (7.8) può essere posta nella forma:

  T1  T2 
Q (7.9)
R
con:
L
R (7.10)
k A

dove R [K/W] è detta resistenza termica conduttiva della lastra piana


R
T1 T2
definita dal rapporto tra lo spessore della parete e il prodotto tra la

 conducibilità termica del materiale e l’area della superficie di scambio.


Q
Nell’analogia tra la legge di Fourier e quella di Ohm la potenza termica
corrisponde ad una corrente elettrica, la differenza di temperatura ad una differenza di potenziale
elettrico e la resistenza termica appena descritta ad una resistenza elettrica. Tale analogia, che
permette l’adozione del circuito termico equivalente schematizzato in figura, oltre ad essere di
tipo formale assume in questo caso carattere anche fisico, infatti se un materiale è un buon
conduttore termico, tranne eccezioni come alcuni cristalli (diamante), risulta anche un buon
conduttore elettrico.
Analogamente se un corpo è immerso in un fluido e con esso scambia calore per convezione e
irraggiamento, per la legge di Newton e la suddetta analogia elettrica, si ha rispettivamente:

T1  T2  1
conv  h conv A T1  T2  

Q R conv  (7.11)
R conv h conv A

  h A T  T   T1  T2 
Q R irr 
1
(7.12)
irr irr 1 2
R irr h irr A

dove A è l’area della superficie esterna di scambio termico del corpo immerso nel fluido,
h conv [W/m2K] e h irr [W/m2K] sono rispettivamente le conduttanze termiche medie unitarie
superficiali per la convezione e l’irraggiamento ed Rconv [K/W] e Rirr [K/W] sono le
corrispondenti resistenze termiche superficiali.

7.4
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Conducibilità termica
Una delle grandezze da cui dipende la resistenza termica conduttiva del sistema è la
conducibilità termica k del materiale. È una proprietà intrinseca della sostanza in esame e può
essere vista come l’attitudine
k [W/mk]
che ha quest’ultimo a
solidi
liquidi condurre il calore.
aeriformi
I materiali aventi un’elevata
10 3 diamanti
conducibilità termica sono
rame detti conduttori, mentre sono
alluminio detti viceversa isolanti quelli
102
in cui k è bassa.
platino
ferro I valori della conducibilità
ossido termica variano molto da
10 d’alluminio
sostanza a sostanza. Nella
figura al lato e nella
vetro pirex successiva tabella a sinistra
10 0
sono riportati gli ordini di
acqua elio grandezza di k. Questi ultimi

-1
passano da 10-2 per le
10
vapore sostanze in fase aeriforme a
aria 103 per alcuni cristalli non
metallici come il diamante o
10-2
la grafite. Il valore di k nella
200 400 600 800 1000 T [K] trattazione teorica della
conduzione è ritenuto costante semplificandone notevolmente i relativi passaggi matematici. In
realtà quest’ipotesi è valida solo in ristretti intervalli di temperatura. In generale infatti, in misura
più o meno sensibile al variare del materiale, la conducibilità risulta dipendere dalla temperatura,
crescendo o decrescendo, a seconda ancora del materiale, al variare di quest’ultima (vedi figura
precedente e l’esempio riportato nella successiva tabella di destra). Si noti infine che, per alcune
sostanze, la conducibilità termica mostra una dipendenza significativa anche dall’umidità del
materiale stesso. In appendice sono riportati i valori della conducibilità termica relativi alla
temperatura media di 20,0°C per alcuni materiali di utilizzo comune.

7.5
Conduzione – versione 26.11.13

Ordine di grandezza di k [W/mK]


Materiale T [K]
k [W/mK] Rame Uranio
aeriformi 1·10-2 ÷ 1·10-1 200 413 25,1
isolanti 1·10-2 ÷ 1·100 273 401 27,0
liquidi 1·10-1 ÷ 1·10 400 392 29,6
solidi non metallici 1·10-1 ÷ 1·102 600 383 34,0
leghe metalliche 1·10 ÷ 1·102 800 371 38,8
metalli puri 1·10 ÷ 5·102 1000 357 43,9
cristalli non metallici 1·10 ÷ 1·103 1200 342 49,0

Profilo di temperatura
Nel caso della lastra piana in regime stazionario ed in assenza di generazione, data la costanza
della potenza termica e delle aree relative alle superfici di scambio, si ha che anche il flusso
termico rimane costante. Dall’eq. (7.4) si nota quindi che anche il gradiente di temperatura
all’interno del materiale rimane costante e che dunque nella lastra il profilo della temperatura è
lineare al variare di “x”. Vista la monodimensionalità del flusso lungo “x”, (assenza di fenomeni
fisici lungo “y” e “z”) è lecito e comodo riportare sull’asse delle ordinate la temperatura. Ciò
permette la rappresentazione grafica del profilo di temperatura riportata nella seguente figura per
il caso in cui: T1 > T2.

T1 > T2 T1

T2

Q x

A
L

Integrando l’equazione differenziale (7.5) tra la superficie alla temperatura T1 ed una generica
superficie isoterma alla temperatura T(x) si ricava la legge di variazione della temperatura con
l’ascissa “x”:

7.6
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x T x 

Q  dx  k
0
A 
T1
dT (7.13)

 x  k A T  T(x)
Q (7.14)
1

Sostituendo alla potenza termica l’espressione precedentemente ricavata nell’eq. (7.8), si ha:

T
T1  T2
x  T1  T(x) (7.15)
T1 L/kA
kA
Ti T2

Q x T1  T2
T(x)  T1  x (7.16)
L
A
x
L’eq. (7.16) permette il calcolo della temperatura in ogni
L x punto del materiale costituente la lastra.

Pareti composte da più materiali


Si consideri ora una parete composta da due strati continui di diverso materiale, “a” e “b”, di
spessori La ed Lb e di conducibilità termiche ka e kb. Siano i due strati disposti come in figura,
siano T1 e T2 le temperature, uniformi, delle superfici
T
estreme del sistema, con ad esempio T1 > T2, e sia Ti la

T1 A
temperatura della superficie di separazione dei due strati.

Ti
Con riferimento al materiale “a” si ha:
T2
S.C.
  T1  Ti ;
Q Ra 
La
(7.17)
a
Ra ka A

Q k, x

La Lb
Mentre per il materiale “b” si ha:
a b
x

  Ti  Tb ;
Q Rb 
Lb
(7.18)
b
Rb kb A

7.7
Conduzione – versione 26.11.13

Dal bilancio d’energia sul volume di controllo a cavallo della superficie di separazione tra i due
strati si ha che la potenza termica che attraversa i materiali “a” e “b”, vista l’ipotesi di
stazionarietà, risulta costante:

 Q
Q  Q
 (7.19)
a b

Due o più strati attraversati dalla stessa potenza termica e sottoposti a differente variazione di
temperatura sono detti in serie. Per analogia elettrica, assimilando come già detto in precedenza,
 la corrente elettrica, al salto totale di temperatura tra le superfici estreme
alla potenza termica Q
della parete multistrato la differenza di potenziale elettrico e alle resistenze termiche Ra ed Rb
quelle elettriche, si ha che l’equazione (7.19) impone che nel circuito elettrico equivalente Ra ed
Rb siano collegate in serie.

Ra Rb
T1 Ti T2

Q

Dalle (7.17) e (7.19) si ha:

 R
T1  Ti  Q (7.20)
a

 R
Ti  T2  Q (7.21)
b

Sommando le equazioni (7.20) e (7.21) membro a membro si ottiene:

  T1  T2  T1  T2 ;
Q R eq  R a  R b (7.22)
Ra  Rb R eq

dove Req è la resistenza equivalente per il tipo di circuito in esame, pari in questo caso alla
somma delle singole resistenze. L’andamento della temperatura in questo tipo di parete è

7.8
Conduzione – versione 26.11.13

caratterizzato da una spezzata: la pendenza sarà maggiore nello strato che ha più bassa
conducibilità termica (maggior salto di temperatura). La temperatura all’interfaccia tra i due
strati di diverso materiale è valutabile attraverso le eq.

T (7.20) e (7.21):

T1  R T Q
 R
Ti  T1  Q a 2 b (7.23)

T2
Più in generale per pareti costituite da molteplici strati
in serie, con T1 e T2 temperature delle superfici
A 
Q estreme del sistema, conservandosi costante la potenza
x
La Lb termica, si ha:
a b
x
  T1  T2 ;
Q R eq   R i (7.24)
R eq

Si consideri ora una parete di spessore L composta da due strati di diverso materiale, “a” e “b”,
di conducibilità termiche ka e kb, le cui superfici di scambio (perpendicolari quindi alla direzione
della potenza termica) abbiano aree Aa e Ab. Siano i due strati disposti come in figura e siano T1
e T2 le temperature delle superfici estreme della parete,

T con ad esempio T1 > T2. Con riferimento allo strato di


materiale “a”, si ha:
T1 a
Aa

L
  T1  T2 ;
Q Ra  (7.25)
T2 a
Ra ka Aa
S.C.


Q k, x
b Per il materiale “b” si ha invece:

L Ab
L
  T1  T2 ;
Q Rb  (7.26)
x b
Rb kb Ab

Dal bilancio d’energia, sul volume di controllo a cavallo di una delle due superfici estreme del
sistema, si ha che la potenza termica totale che attraversa la parete è data dalla somma delle
potenze termiche che attraversano ciascuno strato:

7.9
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 Q
Q   Q
 (7.27)
a b

Due o più strati attraversati da potenze termiche diverse e sottoposti alla stessa differenza di
temperatura sono detti in parallelo.
Per la suddetta analogia elettrica si ha che l’equazione (7.27) impone che, nel circuito elettrico
equivalente, Ra ed Rb siano collegate in parallelo.

Ra


Q
T1 a T2
Rb


Q b

Sommando le equazioni (7.25) e (7.26) membro a membro si ha:

 Q
 Q  T1  T2 ; Ra Rb
Q a b R eq  (7.28)
R eq Ra  Rb

dove Req è la resistenza equivalente per il tipo di circuito in esame.


Nel caso di circuito in parallelo può risultare comodo operare con la conduttanza termica, C
[W/K], definita in generale come il reciproco di una resistenza termica:

1
C (7.29)
R
L’eq. (7.28) diventa:

   C  C  (T  T )
Q (7.30)
1 2 1 2

Si noti che in questo caso si tratta di conduttanze conduttive. Nel caso che gli strati in parallelo
siano più di due, si può valutare la potenza termica come prodotto tra la differenza di
temperatura esistente tra le due facce estreme del sistema e la conduttanza equivalente, che in
questo caso è la somma delle conduttanze dei singoli strati:

7.10
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  C T  T 
Q eq 1 2 Ceq   Ci (7.31)

Un tipico esempio di meccanismo in parallelo è costituito, come visto nel capitolo introduttivo,
dallo scambio termico che si ha tra un corpo la cui temperatura superficiale è Ts ed un fluido alla
temperatura T in cui tale corpo è immerso. In questo caso la trasmissione del calore avviene in
generale (se uno dei due meccanismi non è trascurabile rispetto all’altro) per convezione e
irraggiamento in parallelo. Dalla legge di Newton e per quanto detto in precedenza si ha:

  h A T  T   C T  T 
Q (7.32)
s  eq s 

Ceq  Cconv  Cirr  h conv A  h irr A  h A (7.33)

dove Cconv, Cirr e Ceq sono rispettivamente la conduttanza convettiva, la conduttanza radiativa e
la conduttanza superficiale equivalente (spesso detta anche conduttanza superficiale globale). La
grandezza:

h  h conv  h irr (7.34)

è detta viceversa conduttanza unitaria superficiale globale o coefficiente d’adduzione, [W/m2K].


Per alcune tipologie di pareti tipiche delle strutture edilizie i valori di h sono riportati sulle
norme UNI. Attraverso le equazioni (7.29) e (7.33) si definisce resistenza superficiale esterna
del corpo il rapporto:

1
R est  (7.35)
hA

Una parete che si affaccia su due ambienti, lambita su entrambi i lati da aria è in generale
caratterizzata, se la differenza di temperatura fra gli ambienti è non nulla, da convezione ed
irraggiamento in parallelo su ambo le facce. L’effetto globale su ciascuna superficie di tali
fenomeni, e quelli di conduzione nei vari strati di cui è composta la parete sono viceversa in
serie. Per fissare le idee si supponga ad esempio che i due ambienti siano uno quello interno “i”
ad un sistema e l’altro quello esterno “e”. Per quanto detto, nell’ipotesi che T ,i  T ,e , la potenza

7.11
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termica trasmessa dall’ambiente interno all’esterno attraverso la suddetta parete di confine, è:

T ,i  T ,e
 
Q  U A  T ,i  T ,e  (7.36)
R est,i + R  + R  + R +....+ R est,e

con: T ,i e T ,e temperature dell’ambiente interno ed esterno; R , R , R  resistenze termiche

conduttive dei vari strati; A area di scambio della parete. Nella (7.36) U [W/m2K], detta
trasmittanza unitaria o coefficiente globale di trasmissione termica della parete, è pari a:

1
U  (7.37)
1 L L L 1
+ + + +.......+
h i k  k  k  he

dove L e k sono rispettivamente gli spessori e le conducibilità dei materiali di cui è composta la
parete multistrato. In generale la trasmittanza unitaria, spesso utilizzata nelle nome UNI,
rappresenta fisicamente la potenza termica che nelle condizioni di regime stazionario passa da un
fluido ad un altro attraverso una parete per unità di superficie e di differenza di temperatura tra i
due fluidi.

Geometria cilindrica senza generazione


Si consideri ora il caso di una struttura cilindrica cava, ovvero di uno strato di materiale
omogeneo ed isotropo delimitato da due superfici cilindriche concentriche di raggi
rispettivamente r1 ed r2, (il tipico esempio è un tubo). Siano L e k rispettivamente la lunghezza e
la conducibilità termica del materiale del cilindro cavo, siano T1 e T2, le temperature uniformi
delle superfici interna ed esterna di quest’ultimo, con ad esempio T1 > T2, e siano assenti
fenomeni di generazione interna al materiale.

r1

r2
L

Si assuma un sistema di riferimento in coordinate cilindriche: r, , z. A meno delle zone nelle


vicinanze delle basi del cilindro cavo, le superfici cilindriche, aventi per asse quello del sistema

7.12
Conduzione – versione 26.11.13

in esame, risultano isoterme ed il flusso termico conduttivo è monodimensionale avendo quale


unica componente quella nella direzione radiale ( q  q (r)). Se si suppone che la lunghezza L sia
sufficientemente maggiore di r2 si possono ritenere trascurabili gli effetti di bordo presenti a
ridosso delle suddette basi ove in generale non si verifica quanto appena descritto. Per cilindri
cavi sufficientemente stretti e lunghi la temperatura è indipendente dall’angolo azimutale “”, e
dalla distanza assiale “z”, dipendendo solo dal raggio “r” (T = T(r)).

Nelle suddette ipotesi, essendo nulli i gradienti della temperatura nella direzione azimutale e
lungo quella parallela all’asse del cilindro, per la legge di Fourier si ha:

Q   q (r) A(r)   k A(r) dT  k 2πrL dT


 Q (7.38)
r
dr dr

T2 Si noti che in questo caso la superficie di scambio non è costante


essendo funzione di “r”. Separando le variabili, si ottiene:
T1


Q Q dr
r
  dT (7.39)
k 2πL r

Integrando tale equazione differenziale tra gli estremi delle relative variabili (per r = 0 →T = T1
e per r = r2 → T = T2), si ha:

r2  dr T2
Q
 k 2πL r    dT (7.40)
r
1 T 1

Da cui:

Q r 
ln 2   T1  T2  (7.41)
k 2πL  r1 

La potenza termica conduttiva che attraversa il cilindro cavo è quindi pari a:

7.13
Conduzione – versione 26.11.13

  T1  T2 
Q (7.42)
lnr2 r1 
k 2πL

Anche in questo caso dall’analogia elettrica si ottiene:

  T1  T2 ; ln r2 r1 
Q R (7.43)
R k 2πL

Profilo di temperatura
Integrando l’equazione differenziale tra la superficie interna alla temperatura T1 ed una generica
superficie isoterma alla temperatura T(r) si ricava la legge di variazione della temperatura con
l’ascissa “r” e quindi il profilo di temperatura:

r
Q dr T(r)
 k 2πL r    dT (7.44)
r1 T1

Q r
ln   T1  T(r) (7.45)
k 2πL  r1 

Sostituendo alla potenza termica l’espressione precedentemente ricavata, si ha:

T
T1 T1  T2
ln r2 r1  k 2πL  r 
ln   T1  T(r) (7.46)
k 2πL  r1 
T2

T1  T2
r
T(r)  T1  ln r r1  (7.47)
ln r2 r1 

L’eq. (7.47) permette il calcolo della temperatura in ogni punto del materiale costituente il
cilindro cavo. Nella precedente figura è riportato il profilo di temperatura per T1 > T2. Dall’eq.
(7.47) si nota che l’andamento al variare di “r” è in questo caso logaritmico. Si osservi infine che

7.14
Conduzione – versione 26.11.13

per tale geometria il flusso termico non è costante ma varia al variare di “r”. Infatti spostandosi
dall’interno verso l’esterno del sistema, l’area della superficie isoterma di scambio termico
aumenta mentre essendo costante la potenza termica, il flusso diminuisce.

Cilindri multistrato
Per la parete cilindrica composta da più strati di spessori e materiali diversi disposti in serie, si
ripetono le stesse considerazioni fatte per l’omologo caso relativo alle lastre piane: la potenza
termica è valutabile come rapporto tra la differenza di temperatura esistente tra la superficie
interna e quella esterna del cilindro cavo multistrato ed una resistenza termica equivalente pari
alla somma delle resistenze termiche dei vari strati:

  T1  T2 ;
Q R eq   R i (7.48)
R eq

Se ad esempio gli strati sono due, si ha:

T3
T2
r3 T1
b
  T1  T3
r1 a Q (7.49)
ln r2 r1  ln r3 r2 
r2

k a 2πL k b 2πL

Conduzione in regime transitorio


Finora sono stati analizzati alcuni casi in cui la trasmissione del calore per conduzione, attraverso
geometrie semplici, avviene in regime stazionario (o permanente). Si ricorda che in quest’ipotesi
la temperatura del sistema è indipendente dal tempo variando solo con la posizione all’interno
del sistema stesso. Qualora viceversa si è all’interno di un regime transitorio il tempo diventa
anch’esso una variabile. In quest’ipotesi l’analisi del campo della temperatura all’interno del
sistema è in generale possibile nei seguenti casi:
a) temperatura variabile nel tempo ma uniforme nel sistema;
b) temperatura variabile nel tempo e dipendente nel sistema da un’unica coordinata spaziale
(sistemi monodimensionali);
c) temperatura variabile nel tempo e dipendente nel sistema da due o tre coordinate spaziali

7.15
Conduzione – versione 26.11.13

(sistemi bi- o tri-dimensionali).


Nell’ambito di questa trattazione saranno analizzati i soli casi a) e b).
Si consideri pertanto un solido di volume V, area superficiale esterna A, conducibilità termica k,
densità , calore specifico c, inizialmente alla temperatura uniforme Ti. Improvvisamente, al
tempo  = 0, tale corpo è posto in un ambiente a temperatura uniforme e costante T, con Ti ≠
T. Sia inoltre h la conduttanza unitaria superficiale globale che regola il trasferimento
d’energia termica tra il corpo ed il fluido circostante.
Si definisce numero di Biot il seguente rapporto adimensionale:

hV
Bi  (7.50)
kA

Biot < 0,10


Quando il numero di Biot risulta minore di 0,10, l’ipotesi di uniformità della temperatura
all’interno del corpo, può essere avanzata commettendo un errore minore del 5% (cioè le
differenze tra le temperature dei vari punti del corpo sono al massimo pari al 5% della differenza
tra la temperatura di un qualunque punto del corpo e la temperatura del fluido).
Se si indica con  il rapporto V/A (lunghezza caratteristica per la geometria del corpo in esame)
e ricordando le espressioni delle resistenza conduttiva interna e di quella superficiale esterna, si
ottiene:


h   k  A R int
Bi    (7.51)
k 1 R est
hA

Il numero di Biot rappresenta quindi il rapporto tra la resistenza conduttiva interna (eq. (7.10)) e
la resistenza superficiale esterna (eq. (7.35)). Quando il numero di Biot è minore di 0,10 si ha
che la resistenza superficiale esterna è talmente grande, rispetto alla resistenza conduttiva
interna, da controllare da sola il processo di scambio termico. Equivalentemente ciò significa che
la resistenza conduttiva interna è talmente piccola rispetto a quella superficiale che può essere
trascurata rispetto a quest’ultima comportando che nel sistema la temperatura possa considerarsi,
a meno di piccole differenze, sostanzialmente uniforme. Questa ipotesi è ben verificata nel caso
di corpi piccoli con conducibilità termica elevata e, ancora meglio, quando questi ultimi sono

7.16
Conduzione – versione 26.11.13

immersi in un aeriforme in quiete, come l’aria.


Per ricavare la legge di variazione della temperatura col tempo si consideri il bilancio d’energia
sulla superficie di controllo che racchiude il corpo (sistema chiuso), nell’ipotesi che ad esempio
sia Ti > T, tra gli istanti  e + d

S.C. 
Q h
Ti T
 dθ
dE  Q (7.52)
Ti > T

L’eq. (7.52) dice che nell’intervallo di tempo dla variazione di energia interna del sistema
(ritenendo nulle le relative variazioni d’energia cinetica e potenziale) è pari all’energia termica
scambiata (ceduta nell’esempio considerato) tra il sistema e l’ambiente. Si tenga presente che
 dipenderà dal tempo. Nell’ipotesi che
non essendo in condizioni stazionarie anche il valore di Q
il sistema sia costituito da una sostanza a comportamento incomprimibile, si ha:

dE  ρ c V dT (7.53)

L’energia termica scambiata tra il sistema e l’ambiente nel generico intervallo di tempo d in cui
il sistema è alla generica temperatura T, è per la legge di Newton:

 dθ   h A T  T  dθ
Q (7.54)

Il segno meno in tale espressione si spiega tenendo presente che se T > T la potenza termica
sarà in uscita dal sistema (ceduta dal sistema all’ambiente) e quindi negativa in base alla
convenzione adottata nella scrittura del bilancio d’energia. Nel caso contrario, in cui è viceversa
in ingresso al sistema, risulta ovviamente positiva. Sostituendo le equazioni (7.53) e (7.54) nel
bilancio di energia (eq. (7.52)) si ottiene la seguente equazione:

ρ c V dT   h A T  T  dθ (7.55)

che, separando le variabili, diventa:

7.17
Conduzione – versione 26.11.13

dT h A
 dθ (7.56)
T  T ρ c V

o ciò che è lo stesso considerando che T è costante:

dT  T  h A
 dθ (7.57)
T  T ρ c V

Integrando l’equazione differenziale (7.57) tra l’istante iniziale = 0, nel quale T(0) = Ti ed un
generico istante  nel quale T() = T, notando che h , A, , c, V sono costanti, si ottiene la
desiderata legge di variazione nel tempo della temperatura del corpo:

d T  T 
Tθ θ
h A
 T  T  
ρ c V  dθ (7.58)
Ti 0

 T  T  h A
ln θ    θ (7.59)
 Ti  T  ρ c V

Tθ   T  h A 
  θ
 exp θ   exp   (7.60)
Ti  T  ρ c V   τ
 
con:
ρcV M
τ  (7.61)
hA hA

Il parametro, [s] è detto costante di tempo del sistema e rappresenta il rapporto tra la capacità
termica del sistema, M =  c V, e la conduttanza superficiale globale tra sistema e ambiente, h A,
(eq. (7.33)). Quanto maggiore è il valore di  tanto più il transitorio è prolungato. Durante il
transitorio la temperatura del corpo si avvicina esponenzialmente a quella dell’ambiente in cui è
immerso; all’inizio la temperatura del corpo varia rapidamente e successivamente più
lentamente. Nella successiva figura è riportato, a titolo d’esempio, l’andamento temporale della
temperatura di un corpo sferico con Bi < 0,10 quando quest’ultimo viene estratto da un forno alla

7.18
Conduzione – versione 26.11.13

temperatura di 120°C ed immerso in un ambiente alla temperatura di 20°C per due diversi
materiali in differenti condizioni di raffreddamento.
La grandezza, a = k/(c) [m2/s], che prende il nome di diffusività termica, è la proprietà del
materiale che caratterizza la velocità di propagazione del flusso termico conduttivo causato dalla
variazione nel tempo della temperatura. Quanto più elevato è il valore della diffusività termica,
tanto più breve è il tempo perché l’effetto di propagazione penetri in profondità nel mezzo. La
-8 2
diffusività termica passa da valori dell’ordine di 10 m /s per solidi non metallici a valori
2
dell’ordine di 10-4 m /s per solidi metallici. In appendice sono riportate le diffusività termiche
per alcuni materiali comuni.

ti = 120
sfera metallica
t [°C] M = 11,4 J/K
100 h A = 0,05 W/K
sfera argilla
M = 5,7 J/K
80
h A = 0,05 W/K

60  crescenti sfera metallica


M = 11,4 J/K

40 h A = 0,5 W/K

t = 20

0
0 100 200 300 400 500
 [s]

Biot > 0,10


Si consideri ora il caso di Bi > 0,10 con flusso termico monodimensionale. In quest’eventualità
la resistenza interna non è più trascurabile e all’interno del corpo, in regime termico transitorio,
la temperatura non risulta più uniforme ma dipendente oltre che dal tempo anche dalla generica
ascissa spaziale “x”: T = T(x, ). La legge che descrive il fenomeno è in questo caso l’equazione
della diffusione dell’energia termica che per uno strato di materiale omogeneo soggetto ad un
flusso termico monodimensionale è:

 2 T T
a 2  (7.62)
x θ

7.19
Conduzione – versione 26.11.13

Ove, come detto, x è la direzione di propagazione del flusso termico e  è il tempo. La (7.62) è
un’equazione differenziale omogenea del secondo ordine per la cui risoluzione è in generale
necessario conoscere le condizioni al contorno e quella iniziale. Per quanto riguarda le
condizioni al contorno in generale deve essere nota la temperatura oppure il flusso termico in un
punto del corpo che subisce il transitorio oppure è necessario imporre la continuità del flusso
termico all’interfaccia corpo – fluido circostante. Per quanto riguarda la condizione iniziale si
deve conoscere l’uniforme temperatura del corpo nell’istante iniziale del regime variabile.
Ci si riferisca quindi al tipico caso per il quale siano note: la temperatura dell’ambiente T ove il
corpo considerato subisce il transitorio; la conduttanza unitaria superficiale globale esterna h
che regola il trasferimento d’energia termica tra il corpo ed il fluido circostante; la temperatura
iniziale del corpo Ti supposta uniforme nello stesso (con Ti ≠ T). La trattazione è limitata ai casi
di lastra piana, cilindro e sfera nell’ipotesi di flusso termico monodimensionale e simmetria
termica. Quest’ultima ipotesi implica, ad esempio, che nel caso della lastra quest’ultima sarà
lambita da un fluido la cui temperatura T è la stessa su entrambe le sue superfici estreme di
scambio e che il suo piano di simmetria geometrica risulterà adiabatico. In figura, per questo
particolare caso, è riportato qualitativamente il profilo della temperatura all’interno del sistema al
variare del tempo.
Per Bi > 0,10, in base all’eq. (7.62) e alle relative condizioni al contorno ed iniziale, la
temperatura del corpo durante il transitorio dipende dai seguenti molteplici parametri:
 la coordinata spaziale lungo la quale è ipotizzata la
T
variazione del flusso: x (lastra), r (cilindro e sfera) [m];
 il tempo all’interno del transitorio:  [s];

T = Ti  la diffusività termica del materiale: a [m2/s];



  la nuova lunghezza caratteristica della geometria
 del corpo: L [m] (distanza tra la superficie esterna di

scambio e il piano di simmetria termica per la lastra e
raggio esterno per il cilindro e la sfera);
T = T  la conduttanza unitaria superficiale globale esterna
del corpo: h [W/m2K];
 la temperatura iniziale del corpo: Ti [K];
 la temperatura del fluido circostante: T [K].
x=0
x=L x

7.20
Conduzione – versione 26.11.13

Cioè: T = T(x, , a, L, h , Ti, T) (7.63)

Volendo tener conto simultaneamente di tutte queste grandezze, il calcolo sarebbe quanto mai
complesso. Per semplificarlo, si fa ricorso a dei particolari numeri adimensionali che
raggruppando le variabili in gioco ne riducono il numero da considerare. In seguito vengono
introdotti e descritti tali gruppi:

 temperatura valutata rispetto a quella del fluido ed adimensionalizzata rispetto al valore


iniziale:

T(x, θ) - T¥
T* = (7.64)
Ti - T¥

 ascissa adimensionalizzata rispetto alla lunghezza caratteristica della geometria in esame:

x
x* = (7.65)
L

 tempo adimensionalizzato, detto anche numero di Fourier (Fo) avente il significato fisico di
 cond, trasferita per conduzione attraverso il corpo di lunghezza
rapporto tra la potenza, Q
 acc (vedi figura successiva):
caratteristica L e quella ivi accumulata Q

a ⋅θ Q cond
θ* = Fo = = (7.66)
L2 Q acc


Q  cond
Q
Valori elevati di Fo indicano una veloce trasmissione

Ti < T del calore attraverso il corpo.


riscaldamento
 acc
Q

 nuovo numero di Biot (Bi) per il sistema in esame (per la lastra risulta pari a quello calcolato
in precedenza per individuare la tipologia di transitorio):

7.21
Conduzione – versione 26.11.13

h⋅L
Bi = (7.67)
k

Attraverso l’approccio appena descritto il complesso problema descritto dall’equazione (7.63) si


semplifica diventando del tipo:

T* = T*(x*, Fo, Bi) (7.68)

Per la lastra, il cilindro e la sfera la soluzione del problema descritto dall’eq. (7.68) è riportata in
allegato in forma grafica in funzione delle variabili che in essa compaiono. In particolare, per
ciascuna delle suddette geometrie sono riportati sei diagrammi ognuno dei quali è riferito ai
seguenti valori discreti di x*: 0, 0,2, 0,4, 0,6, 0,8, 1. In tali diagrammi la variabile indipendente
Fo figura in ascissa, la grandezza 1/Bi è riportata come parametro mentre la variabile dipendente
T* figura in ordinata.
In allegato è riportato anche un diagramma la cui variabile indipendente in ascissa è Bi2Fo, dove
Bi è scelto come parametro, e dove in ordinata come variabile dipendente figura il rapporto fra
l’energia dissipata o accumulata nel sistema al tempo  ed il valore massimo di riferimento Qmax
pari a:

Qmax = mc (T - Ti,) = Vc (T - Ti,) (7.69)

Tale valore si ottiene quando lo scambio termico fra il corpo e l’ambiente avviene in un tempo
infinito (in pratica finché il transitorio non si esaurisce). L’energia scambiata viceversa nel
transitorio al tempo  la si ottiene moltiplicando il valore della variabile dipendente relativa
anch’essa al tempo  per Qmax.

7.22
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

Esercizi svolti

Esempio 1 In condizioni di regime stazionario, le temperature della faccia interna e di quella


esterna di un vetro da finestra misurano, rispettivamente, 24,0°C e 24,5°C. Valutare la potenza
termica trasmessa sapendo che il vetro ha uno spessore di 5,00 mm e che la finestra è larga 50,0
cm ed alta 1,00 m.

Dati
t 1 = 24,0°C, t 2 = 24,5°C;
L = 5,00 mm;
A = 50,0 cm, B = 1,00 m.
Svolgimento

Per la lastra piana senza generazione in regime stazionario si ha:

  T1  T2
Q R
L
R k A

R
T1 T2
Dalle tabelle in appendice si ricava: kvetro = 0,81 W/m K


Q
3
5,0  10 K
R  1,23  10 2
0,81 1,0  0,50 W

  24,5  24,0  40,7 W


Q
1,23  10 2

Esempio 2 Una cella frigorifera è schematizzabile come un cubo di 2,00 m di lato; le pareti
sono realizzate con uno spessore di 5,00 mm di alluminio ricoperto da uno strato, spesso 10,0
cm, di poliuretano espanso. In condizioni di regime stazionario, le temperature delle superfici
esterna e di quella interna misurano, rispettivamente, t1 = 20,0°C e t2 = -5,00°C. Valutare la
potenza termica trasmessa attraverso le pareti della cella e la temperatura all’interfaccia
alluminio-poliuretano espanso.

7.23
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

Dati
A = B = C = 2,00 m;
Lal = 5,00 mm, Lsu = 10,0 cm;
t1 = 20,0°C, t2 = -5,00°C.
Svolgimento

Dalle tabelle in appendice si ricava:

kalluminio = 236 W/mK


kpoliuretano espanso = 0,0320 W/mK

Per la lastra piana senza generazione in regime stazionario si ha:

L al 5,00  10 3 K
R1    5,30  10 6
k al A 236  2,00  2,00 W

Lsu 10,0 102 K


R2    7,81 101
k su A 0,0320  2,00  2,00 W

Essendo il meccanismo in serie si ha che la potenza


termica che attraversa una sola delle sei facce è:
esterno interno

  T1  T2
Q
al su
R1  R 2

  20,0  (5,00)
Q  32,0 W
5,30 106  7,81 101

Considerando che la cella è supposta


R1 R2
cubica la potenza termica entrante è:
T1 Ti T2

 6 Q
Q   6  32,0  192 W
tot
Q

7.24
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

La temperatura all’interfaccia alluminio-poliuretano espanso è:

 R  20, 0  32,0  5,30 106  20, 0C


t i  t1  Q oppure:
1

 R  5, 00  32,0  7,81 101  20, 0C


ti  t 2  Q 2

Si osservi che nei precedenti calcoli la resistenza termica dello strato di alluminio poteva essere
trascurata essendo molto piccola rispetto a quella del poliuretano espanso (la conducibilità
termica dell’alluminio è 104 volte maggiore di quella del poliuretano espanso ed inoltre lo
spessore dell’alluminio è un ventesimo rispetto a quello del poliuretano). Per tale motivo
all’interfaccia alluminio-poliuretano espanso la temperatura è praticamente coincidente con
quella della superficie esterna dell’alluminio.

Esempio 3 L’evaporatore di un ciclo frigorifero è costituito da un tubo di acciaio dal diametro


interno di 4,00 mm e dallo spessore di 1,00 mm; all’interno evapora del fluido refrigerante,
R134a. La temperatura superficiale esterna del tubo è di -10,0°C. Il tubo è rivestito da uno strato
di gomma dura spesso 0,500 cm ed è immerso in un ambiente alla temperatura di 20,0°C.
Valutare la potenza termica trasferita attraverso la parete del tubo in condizioni di regime
stazionario ed assumendo una conduttanza unitaria superficiale globale pari a 10,0 W/m2K ed
una lunghezza del tubo pari a 1,00 m.

isolante
Dati
D = 4,00 mm, stubo = 1,00 mm; r1

Q
t est = -10,0°C, sgomma = 5,00 mm;
t  = 20,0°C; h = 10,0 W/m2K;
L
L = 1,00 m.
r2

Svolgimento
Risolante Rest
T1 T2 T
Dalle tabelle in appendice si ricava:

Q

7.25
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

kgomma = 0,163 W/m K

Per la geometria cilindrica senza generazione in regime stazionario la resistenza dell’isolante e


quella esterna sono rispettivamente:

ln(r2 r1 ) ln(8,00 3,00) K


R isolante    0,958
2π k L 6,28 0,163 1,00 W

1 1 K
R est    1,99
2π r2 L h 6,28  0,00800  1,0  10,0 W

Essendo il meccanismo in serie si ha:

Q 
T  T1   20,0 - - 10,0   10,2 W
Q
R isolante  R est 0,958  1,99

Se si raddoppia lo spessore della gomma le suddette resistenze e la potenza termica trasferita


attraverso la parete del tubo diventano:

ln(r2 r1 ) ln(13,0 3,00) K


R isolante    1,43
2π k L 6,28 0,163 1,00 W

1 1 K
R est    1,22
2π r2 L h 6,28  0,0130  1,0  10,0 W

20-(-10)
Q = = 11,3 W
1,43 + 1,22

Si osservi che malgrado si sia aumentato (raddoppiandolo) lo spessore dell’isolante in gomma la


potenza termica trasferita attraverso la parete del tubo è, contrariamente a quanto ci si poteva
aspettare, aumentata. Ciò è dovuto al fatto che la resistenza termica equivalente totale, Rtot =
Risolante + Rest, è diminuita.
Pur essendo aumentata con lo spessore la resistenza termica conduttiva dello strato di gomma,
Risolante, (con legge logaritmica), la resistenza termica superficiale, Rest, è diminuita (con legge
iperbolica), essendo inversamente proporzionale all’area di scambio e quindi allo spessore. Nel

7.26
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

caso di isolamento termico di superfici cilindriche non è possibile prevedere a priori cosa accade
alla resistenza totale.
Nel seguente diagramma sono riportati qualitativamente gli andamenti delle resistenze termiche
interna, esterna e totale in funzione del rapporto r2/r1 = (ris/rtubo)esterno. Si comprende che esiste un
valore critico del raggio r2, e quindi dello spessore di isolante, in corrispondenza del quale la
resistenza termica assume un valore minimo (e la potenza termica trasmessa un valore massimo).
Nel caso dell’esempio numerico ci si trovava a sinistra di tale valore critico. Aumentando lo
spessore ci si sposta verso destra ottenendo una resistenza totale minore di quella del caso
iniziale.

R [K/W]

Rtot

Risolante

Rest

0
1 r2,crit/r1 r2/r1

Il raggio critico d’isolamento, r2,crit, può essere valutato calcolando la derivata della resistenza
termica totale rispetto ad r2, ed uguagliandola a zero:

 R tot   ln( r2 r1 ) 1    ln r2 ln r1 1 
       0
 r2  r2  2π k is L 2π r2 L h   r2  2π k is L 2π k is L 2π r2 L h 

1 1 1 1 k is
- =0  2 r2,crit 
r2 2π k is L 2π r22 L h r2 k is r2 h h

Esempio 4 Una termocoppia è impiegata per misurare la temperatura dell’aria. La forma


geometrica della giunzione è assimilabile ad una sfera di 1,00 mm di diametro. Si assumano per
il materiale della giunzione le seguenti proprietà:  = 8500 kg/m3, c = 320 J/kg K, k = 35,0

7.27
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

W/mK. Calcolare dopo quanto tempo la differenza tra la temperatura della termocoppia e quella
dell'ambiente è pari all' 1% della differenza tra la temperatura iniziale della termocoppia e quella
dell'ambiente, nel caso di:
aria stagnante (conduttanza termica superficiale h = 40,0 W/m2K)
aria in moto forzato (conduttanza termica superficiale h = 400 W/m2K)

Dati
fili elettrici
D = 1,00 mm,  = 8500 kg/m3;
c = 320 J/kg K, k = 35,0 W/mK;
a) 40,0 W/m2K;
b) 400 W/m2K.
Svolgimento
termocoppia
Fra i due casi il Bi maggiore si ha nel caso b):

h  V h  4 / 3 πr 3 400  0,000500
Bi     0,00190  0,10 ; si ha quindi:
kA k  4πr 2 35,0  3

T  T  h A   θ ρ c V
 exp  θ   exp    con: τ 
Ti  T  ρ c V   τ h A
 

T  T
Deve essere:  0,01
Ti  T

8500  320  5,23  10 10


aria stagnante τ  11,3 s
40,0  3,14  10 6

0,01  exp ( θ τ)  exp ( θ 11,3)

θ  52,0 s

7.28
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

8500  320  5,23  10 10


aria in moto forzato τ  1,13 s
400  3,14  10 6

0,01  exp ( θ τ)  exp ( θ 1,13)

θ  5,20 s

Esempio 5 Una lastra di acciaio al nichel-cromo (80 Ni, 15 Cr) è riscaldata in un forno fino
alla temperatura di regime pari a 1050K. Successivamente è lasciata raffreddare in aria a 27,0°C.
La lastra è spessa 25,0 cm e notevolmente estesa nelle altre due dimensioni. La conduttanza
unitaria superficiale globale, h , è 120 W/m2K. Si valuti:
a) il tempo necessario affinché il piano mediano raggiunga 900K;
b) quale’è in quell’istante il flusso termico superficiale trasmesso all’ambiente esterno;
c) l’energia dissipata dalla lastra verso quest’ultimo per unità di superficie fino a quell’istante.

Dati

Ti = 1050K, T = 300K, TM = 900K;


s = 0,250 m, h =120 W/m2K.

Dalle tabelle si ricava:


A

kacc = 17 W/mK;
aacc = 0,444·10-5 m2/s; L
3
acc = 8522 kg/m ;
cacc = 460 J/kgK.
s

Bi = h V/k(2A) = h s/2k = 120·0,250/2·17 = 0,882 > 0,10

Si noti che l’area di scambio è costituita dalle due facce della lastra.

Nella lastra d’acciaio il campo di temperatura non risulta quindi uniforme durante il transitorio
termico. La soluzione grafica proposta per risolvere il problema con Bi > 0,10, utilizzabile nel
caso di simmetria termica, si riferisce alla lastra di semispessore L. Il numero di Biot per tale

7.29
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

geometria risulta ancora Bi = h L/k = 120·0,125/17 = 0,882. La temperatura adimensionalizzata


vale:

T(x, θ) - T¥ 900 - 300


T* = = = 0,800
Ti - T¥ 1050 - 300

mentre: 1/Bi = 17/(120·0,125) = 1,13

Per rispondere al primo quesito bisogna considerare l’ascissa adimensionalizzata in mezzeria alla
lastra, x* = 0.

Dal primo dei diagrammi (x* = 0) relativi al campo di temperatura adimensionalizzato per lastra
piana si ricava per il valore di T* e 1/Bi appena calcolati: Fo = 0,51 ed essendo per definizione:

a ⋅θ
θ* = Fo =
L2

si ricava dopo quanto tempo la lastra raggiunge in mezzeria la temperatura TM = 900K:

 = Fo L2/a = 0,51 (0,125)2/0,444·10-5 = 1795 s

Per rispondere al secondo quesito bisogna considerare l’ascissa adimensionalizzata sulla


superficie esterna della lastra, x* = 1. Dall’ultimo dei diagrammi (x* = 1) relativi al campo di
temperatura adimensionalizzato per lastra piana entrando con Fo = 0,51 ed ancora 1/Bi = 1,13 si
ricava: T* = 0,52. Per cui:

T(x, θ) - T¥ T - 300
T* = = 0,52 = S TS = 690K
Ti - T¥ 1050 - 300

Il flusso termico che attraversa la singola superficie esterna della lastra in quell’istante sarà
quindi:

q = h (TS - T¥ ) = 120 (690 – 300) = 46,8 kW/m2

7.30
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11

Per rispondere infine al terzo quesito bisogna considerare Bi2Fo = (0,882)2·0,51 = 0,397 e Bi =
0,882. Entrando con questi ultimi due valori nel diagramma relativo all’energia dissipata
adimensionalizzata in transitorio termico per la lastra si ricava: Q/Qmax  0,3. Essendo l’energia
massima dissipata per unità di superficie da una delle due facce della lastra (durante l’intero
transitorio) pari a:

Q max V/2
= ρc (Ti - T¥ ) = ρcL (Ti - T¥ ) = 8522·460·0,125·(1050 – 300) = 368 MJ/m2
A A

Si ha che l’energia termica dissipata attraverso una delle due superfici esterne della lastra al
tempo  precedentemente calcolato risulta:

Q/A = 0,3·368 = 110 MJ/m2

L’energia dissipata dall’intera lastra per unità di superficie al tempo  risulta quindi pari a:

2·Q/A = 220 MJ/m2

7.31
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08

Esercizi non svolti

Es.1 Valutare il rapporto percentuale tra il flusso termico trasmesso attraverso una struttura a
doppio vetro,costituita da due lastre di 4,00 mm di spessore ed un’intercapedine di 6,00 mm di
aria, e quello trasmesso dal vetro singolo, a parità di temperature degli ambienti interno ed
esterno. Si assuma che l'aria nell'intercapedine sia completamente ferma e che la sua temperatura
media sia di 27,0°C. Inoltre, si assumano le conduttanze superficiali unitarie complessive
(convezione + irraggiamento) pari a 14,0 e 8,50 W/m2K, rispettivamente per l’esterno e l’interno.
(45 %)

Es.2 La parete di un forno è costituita da due strati:


- 25,0 cm di mattoni di argilla refrattaria (strato interno);
- 12,5 cm di mattoni isolanti di malta di gesso (strato esterno).
La temperatura della superficie interna del forno è di 1650°C; la temperatura dell’aria esterna al
forno è di 27,0°C; la conduttanza superficiale esterna complessiva (convezione + irraggiamento)
è di 10,0 W/m2K; la conducibilità termica dei mattoni di malta di gesso è di 0,485 W/mK, quella
dei mattoni refrattari è di 1,48 W/mK. Calcolare:
a) il flusso termico disperso;
b) la temperatura della superficie di separazione mattoni refrattari-mattoni isolanti;
c) la temperatura della superficie esterna.
Disegnare qualitativamente l’andamento delle temperature per il sistema in esame.
(3,08·103 W/m2; 1,13·103°C; 335°C)

Es.3 Un conduttore elettrico di raggio ri = 1,00 mm è isolato uniformemente in modo da


formare un elemento a simmetria cilindrica di raggio re = 1,50 mm. Il conduttore che è percorso
da una corrente di 50,0 A, è posto in un ambiente alla temperatura di 20,0°C. Determinare il
valore minimo della conduttanza unitaria superficiale totale per lo scambio isolante - aria, tale
che la temperatura all’interfaccia conduttore – isolante non superi il massimo valore consentito
per l’isolante, che è di 60,0°C. Le caratteristiche del conduttore e dell’isolante, costanti per i
valori di temperatura di esercizio sono rispettivamente:
- resistenza elettrica del conduttore R = /S = 3,50·10-3 /m;
- conducibilità termica dell'isolante k = 0,200 W/mK.
Si ricorda che la potenza termica da smaltire corrisponde a quella dissipata per effetto Joule,
ovvero: R·I2, e che 1W·1A = 1W.

7.32
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08

[25 W/m2K]

Es.4 Calcolare la potenza termica, che attraversa una parete (6,0 m x 3,0 m) di mattoni pieni,
spessa 12·10-2 m ed avente una conducibilità termica di 0,35 W/mK, le cui superfici estreme
sono alla temperatura di 15°C e 6,0°C.
(472 W)

Es.5 Determinare la temperatura della superficie fredda di una parete in calcestruzzo avente
una conducibilità termica pari a 1,2 W/mK ed uno spessore di 25 cm, attraversata da una potenza
termica per unità di superficie di 93 W/m2, ed avente la superficie calda a 15°C.
(-5 °C)

Es.6 Determinare la potenza termica dispersa per unità di superficie attraverso una parete
costituita (esterno -interno) dai seguenti strati:
- intonaco di calce e gesso: spessore = 3,0 cm, conducibilità termica 1,4 W/mK;
- muratura di mattoni forati: spessore 12 cm, conducibilità termica 0,30 W/mK;
- intonaco di gesso: spessore 2,0 cm, conducibilità termica 0,35 W/mK.
Le temperature sulle superfici estreme sono di 18°C e 4,0°C.
(30 W/m2)

Es.7 Una parete multistrato è costituita (esterno - interno) da :


- intonaco di cemento: spessore = 4,0 cm, conducibilità termica 1,4 W/mK;
- muratura di mattoni pieni: spessore 12 cm, conducibilità termica 0,59 W/mK;
- intonaco di gesso : spessore 2,0 cm, conducibilità termica 0,35 W/mK.
Le temperature sulle superfici esterne sono di 15°C e 5,0°C.
Si calcoli :
a) la potenza termica dispersa dalla parete per unità di superficie;
b) lo spessore di materiale isolante, costituito da un pannello rigido di fibra di vetro
(conducibilità termica 0,038 W/mK), da aggiungere alla struttura perché la potenza termica
dispersa sia un decimo del valore precedentemente calcolato, a parità di temperatura sulle
superfici estreme.
(35 W/m2; 9,8 cm)

Es.8 Una parete multistrato è costituita da:

7.33
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08

- pannello in calcestruzzo (spessore = 0,12 m, k = 0,800 W/mK);


- lastra in acciaio inossidabile (spessore = 0,0030 m, k = 17,0 W/mK);
- pannello in calcestruzzo (spessore = 0,12 m, k = 0,800 W/mK).
Assumendo una differenza di temperatura interno-esterno = 20°C, si calcoli la potenza termica
dispersa. Si ripeta il calcolo ipotizzando che sulla lastra metallica si aggiunga un pannello di
materiale isolante (spessore = 1,0 cm, k = 0,032 W/mK).
(400 kW, 1,80 kW)
esterno

interno
3m

2.00 m 1.20 m 2.00 m

Es.9 Determinare la potenza termica che attraversa la parete di un tubo di ferro a sezione
circolare lungo 5,0 m ed avente diametro interno ed esterno rispettivamente di 23,0 mm e 25,4
mm, nell'ipotesi che le temperature delle superfici interna ed esterna siano 80°C e 79,5°C.
Si determinino inoltre la conduttanza termica interna della tubazione nuda e quella che si ottiene
coibentandola con una strato spesso 50 mm di lana di vetro, avente una conduttività di 0,041
W/mK.
(12,7 kW; 25,3 kW/K; 0,807 W/K)

Es.10 Determinare la conduttanza interna di un tubo a sezione circolare in acciaio inossidabile


(Tipo 304) lungo 5,0 m avente un diametro interno di 23 mm ed uno spessore di 3,0 mm.
Determinare il valore della conduttanza interna qualora il tubo sia coibentato con uno strato di 10
mm di lana di vetro avente conduttività pari a 0,041 W/mK.
(2,3 kW/K; 2,5 W/K)

Es.11 Una parete di cemento di 30 cm di spessore è inizialmente alla temperatura uniforme di


38°C. A partire da un certo istante una faccia della parete viene esposta ad una corrente d’aria
proveniente da un forno alla temperatura di 870°C, la conduttanza unitaria superficiale globale,
h , è 24 W/m2K. L’altra faccia della parete è perfettamente coibentata (adiabatica). Valutare:

7.34
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08

a) il tempo necessario perché la temperatura della faccia termicamente isolata raggiunga


260°C;
b) la distribuzione della temperatura nella parete in quell’istante.
(14 h. Per x = 6 cm: t = 2,7·102°C, per x = 12 cm: t = 3,3·102°C, per x = 18 cm: t = 4,6·102°C, per
x = 24 cm: t = 5,5·102°C, per x = 30 cm: t = 7,9·102°C)

Es.12 Un cilindretto di acciaio inox (k = 17 W/mK, a = 0,015 m2/h) lungo 80 cm e di 10 cm di


diametro viene riscaldato fino alla temperatura uniforme di 600°C prima del processo di
piegatura. Quanto tempo il cilindretto può restare esposto all’aria a 30°C se per tale lavorazione
nessun punto può scendere sotto i 430°C. La conduttanza unitaria superficiale globale, h , è in
questo caso 87 W/m2K.

Es.13 Due sfere una di alluminio, l’altra di argilla (k = 1,28 W/mK, a = 0,568·10-6m2/s) aventi
un diametro di 30 cm ed inizialmente alla temperatura uniforme di 20,0°C vengono immerse in
un fluido alla temperatura di 150°C. La conduttanza unitaria superficiale globale, h , è per
entrambi i corpi di 58 W/m2K. Determinare la temperatura nel centro delle due sfere dopo 1, 1,5
e 2 ore. Disegnare i profili di temperatura nel tempo per i due corpi.
(alluminio: per  = 1 h: t = 127°C, per  = 1,5 h: t = 140°C, per  = 2 h: t = 146°C
argilla: per  = 1 h: t = 40 C, per  = 1,5 h: t = 66°C, per  = 2 h: t = 85°C)

7.35
Generazione – versione 20.11.06

Lastra piana con generazione


Sull’improprietà del termine generazione di energia termica si è già discusso in precedenza. Si è
detto infatti che è tradizionalmente ed impropriamente chiamata così la conversione, all’interno
del materiale, in energia termica di altre forme di energia come quella elettrica, nucleare o
chimica. La generazione si verifica ad esempio nelle resistenze elettriche percorse da corrente,
all’interno di materiali in cui s’innescano reazioni nucleari oppure a causa di reazioni chimiche
esotermiche.
Per un sistema chiuso in quiete in presenza di generazione e nell’ipotesi di lavoro nullo la prima
legge della termodinamica si scrive impropriamente:

dU
Q e + Q gen = Q u + (7.70)

In tale bilancio il termine Q gen , viene detto generazione ed è calcolato come integrale (sul

volume ove il fenomeno avviene) della generazione di potenza termica per unità di volume,
u ¢¢¢ [W/m3]:

Q gen = U
 =
ò u ¢¢¢dV (7.71)
V

In questa trattazione u ¢¢¢ sarà considerata uniforme all’interno del materiale, per cui:

Q gen = U
 = u ¢¢¢V
tot (7.72)

T
Si consideri ora il caso di una lastra piana di materiale
T1, 1 2 isotropo in regime stazionario e flusso monodimensionale
lungo la direzione “x”. Esaurito il transitorio iniziale, la
A
temperatura che inizialmente era aumentata in tutto il corpo
u ¢¢¢
conserverà un profilo regolare con un massimo in

q 1 corrispondenza di una zona lontana dalla superficie esterna.


q x
Si consideri una generica superficie di ascissa “x” all’interno
della lastra e si suppongano inizialmente noti il flusso
V.C.
termico q 1 e la temperatura T1 sulla superficie 1 (vedi
0 x L

7.36
Generazione – versione 20.11.06

figura). Dal bilancio di energia sul volume di controllo compreso tra 0 ed “x” si ha:

u ¢¢¢ ⋅ x ⋅ A  q 1 ⋅ A + q x ⋅ A (7.73)

dT
u ¢¢¢ ⋅ x = q 1 - k (7.74)
dx

dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - (7.75)
dx k k

dove q x rappresenta il flusso conduttivo attraverso la superficie della lastra di ascissa “x”.
Separando le variabili ed integrando si ha:

T(x) x
æ q 1 u ¢¢¢ ⋅ x ö÷
ò dT = ò çççè k -
k ÷ø
÷⋅ dx (7.76)
T1 0

q 1 u ¢¢¢ 2
T ( x ) - T1 = x- x (7.77)
k 2k

u ¢¢¢ 2 q
T (x ) = - x + 1 x + T1 (7.78)
2k k

L’equazione (7.78) rappresenta il campo di temperatura


T
al variare di x. Si noti che il relativo profilo è parabolico
con concavità rivolta verso il basso. La massima
Tmax
temperatura Tmax viene raggiunta dove il gradiente di
T1
temperatura, cioè la sua derivata prima rispetto ad x, si

u ¢¢¢ A annulla. Dall’eq. (7.75) si ha:

q 1
dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - =0 (7.79)
T2 dx k k

0 x(Tmax) L x

7.37
Generazione – versione 20.11.06

q 1
x (Tmax ) = (7.80)
u ¢¢¢

La massima temperatura si ricava dall’eq. (7.78) con x = x  Tmax  . Esaminiamo meglio le

precedenti equazioni (7.75) e (7.78):

dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - (7.75)
dx k k

u ¢¢¢ 2 q 1
T (x ) = - x + x + T1 (7.78)
2k k

Si noti che q 1 /k e T1 sono due costanti che permettono di riscrivere tali equazioni nelle seguenti
forme che generalizzano il caso precedentemente esaminato:

dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - + C1 (7.81)
dx k

u ¢¢¢ 2
T (x ) = - x + C1 ⋅ x + C 2 (7.82)
2k

Le costanti C1 e C2 vanno calcolate, in generale, in base alle condizioni al contorno che di volta
in volta si hanno a disposizione per risolvere il problema. Nel caso precedente queste erano il

T flusso q 1 e la temperatura T1 sulla superficie 1. Si


riporta in seguito qualche altro caso significativo:
Tmax = T1
 se una superficie, ad esempio la 1 alla
temperatura T1 è adiabatica, si ha per x = 0: i)
u ¢¢¢ A
dall’eq. (7.81) dT/dx = 0 e quindi C1 = 0; ii)
dall’eq. (7.82) C2 = T1. Le precedenti equazioni
diventano:
T2

0 = x(Tmax) L x

7.38
Generazione – versione 20.11.06

dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - (7.83)
dx k

u ¢¢¢ 2
T (x ) = - ⋅ x + T1 (7.84)
2k

Poiché il gradiente di temperatura si annulla in questo caso per x = 0 si ha che x(Tmax) = 0 e


max   (vedi figura precedente);

 se sono assegnate entrambe le temperature sul confine della lastra, cioè: per x = 0, T(x = 0) =
T1 e per x = L, T(x = L) = T2, sostituendo entrambe tali condizioni nell’eq. (7.82) si ha:

T1 = C2 (essendo x = 0) (7.85)

u ¢¢¢ 2
T2 = - L + C1 ⋅ L + C 2 (7.86)
2k

Sottraendo membro a membro si ottiene:

u ¢¢¢ 2
T1 - T2 = C2 + L - C1 ⋅ L - C2 (7.87)
2k
da cui:
u ¢¢¢ T -T
C1 = L- 1 2 (7.88)
2k L

Sostituendo quanto ricavato per C1 e C2 nelle equazioni (7.81) e (7.82) si ha:

dT u ¢¢¢ ⋅ x u ¢¢¢ T -T
=- + L- 1 2 (7.89)
dx k 2k L

u ¢¢¢ 2 æç u ¢¢¢ T -T ö
T (x) = - x + ç L - 1 2 ÷÷÷ x + T1 (7.90)
2k çè 2k L ø

7.39
Generazione – versione 20.11.06

Si noti che: i) i flussi sulle superfici 1 e 2 si ottengono dall’eq. (7.89), infatti per x = 0 si ha:

dT æç u ¢¢¢ T -T ö u ¢¢¢ T -T
q 1 = k = ç L - 1 2 ÷÷÷ k = L- 1 2 k (7.91)
dx èç 2k L ø 2 s

mentre per x = L si ottiene:


dT æ u ¢¢¢ T -T u ¢¢¢ ÷ö u ¢¢¢ T -T
q 2 = -k = - çç L - 1 2 - L÷÷⋅ k = L + 1 2 ⋅k (7.92)
dx çè 2k L k ø 2 L

Tmax
ii) in questo caso x(Tmax) e Tmax si ottengono
rispettivamente dalle equazioni (7.89) e (7.90)

T1 applicando le condizioni per l’esistenza di un massimo


T2
u ¢¢¢ (dT/dx = 0); iii) il profilo della temperatura è ancora di
tipo parabolico; iv) nel caso di simmetria termica, T1 =
T2, il massimo valore della temperatura si ottiene in
mezzeria (x = L/2, vedi figura al lato);

0 x(Tmax) L x

 se viene assegnata la temperatura T del fluido che lambisce una della due superfici della
lastra, ad esempio la 1 della quale si conosce la temperatura T1 ed inoltre è nota h
( h = h conv + h irrag ), si ha per T1 > T:

dT
k = h  T1 - T  (7.93)
dx

Questa condizione, che esprime la continuità del flusso dal materiale che costituisce la parete
verso l’ambiente a T, va sostituita nell’eq. (7.81) dalla quale si ottiene per x = 0:

h
 T1 - T  = C1 (7.94)
k

7.40
Generazione – versione 20.11.06

T
Dall’eq. (7.82) per x = 0 si ha invece: T1 = C2.
Sostituendo quanto ricavato per C1 e C2 nelle equazioni
(7.81) e (7.82) si ha il gradiente e il campo di
temperatura nel caso in esame:
T1
u ¢¢¢
T dT (T - T ) u ¢¢¢ ⋅ x
= h 1 ¥ - (7.95)
dx k k

u ¢¢¢ 2 ( T - T )⋅ x
T (x) = - x + h 1 ¥ + T1 (7.96)
0 x
2k L
L

se viene viceversa assegnata la temperatura del fluido T che lambisce la superficie della lastra,
alla temperatura T2 ed inoltre è ancora nota h si ha si ha per T2 > T:

dT dT h
-k = h (T2 - T¥ ) = (T2 - T¥ ) (7.97)
dx dx k

Questa condizione, che esprime la continuità del flusso dal materiale che costituisce la parete
verso l’ambiente a T, va sostituita nell’eq. (7.81) dalla quale si ottiene per x = L:

(T2 - T¥ ) u ¢¢¢ u ¢¢¢ (T - T )


-h = C1 - L C1 = L-h 2 ¥ (7.98)
k k k k

æ u ¢¢¢ ö
T2 = -
u ¢¢¢ 2
L+ çç L - h (T2 - T¥ )÷÷ L + C ; C = u ¢¢¢ L2 - u ¢¢¢ L2 + h (T2 - T¥ ) L + T (7.99)
2k ççè k k ÷÷ 2 2
2k k k
2
ø

Sostituendo quanto ricavato per C1 e C2 nelle equazioni (7.81) e (7.82) si ricava rispettivamente
il gradiente e il campo di temperatura nel caso in esame, (vedi figura successiva):

dT u ¢¢¢ T -T u ¢¢¢
= L-h 2 ¥ - x (7.100)
dx k k k

7.41
Generazione – versione 20.11.06

æ u ¢¢¢ ö
T (x) = -
u ¢¢¢ 2
x + çç L - h (T2 - T¥ )÷÷ x - u ¢¢¢ L2 + h (T2 - T¥ ) + T (7.101)
2k ççè k k ÷÷ k k
2
ø

T Attraverso questi esempi si può concludere che le due


equazioni che esprimono il gradiente e il profilo di
temperatura:

T2 dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - + C1 (7.81)
u ¢¢¢ dx k
T

u ¢¢¢ 2
T (x ) = - x + C1 ⋅ x + C 2 (7.82)
2k

0 L x vanno risolte ricavando C1 e C2 attraverso due


condizioni al contorno delle seguenti tipologie:
1) è nota la temperatura sul confine del sistema (condizione al contorno del primo tipo):

T  0  = T1 e/o T  L  = T2 (7.102)

Tale tipo di condizione va sostituita nell’eq. (7.78);


2) è noto il flusso sul confine del sistema (condizione al contorno del secondo tipo):

dT dT
q 1 = k e/0 q 2 = -k (7.103)
dx dx

Tale tipo di condizione va sostituita nell’eq. (7.81);


3) è nota la T relativa all’ambiente adiacente al confine del sistema ed il valore di h (da
ritenersi cotante). Inoltre fra il sistema e l’ambiente circostante c’è flusso termico per convezione
e irraggiamento. Va allora espressa la continuità del flusso da conduttivo a convettivo e radiativo
(condizione al contorno del terzo tipo):

dT dT
k = h (T1 - T¥ ) e/o -k = h (T2 - T¥ ) (7.104)
dx dx

7.42
Generazione – versione 20.11.06

Tale tipo di condizione va sostituita nell’eq.(7.81).


Si noti che sulla lastra piana con generazione il flusso termico e la potenza termica che
attraversano ciascuna sezione non sono costanti ma dipendono linearmente dall’ascissa (vedi
equazione (7.81)).

Simmetria cilindrica con generazione


Si consideri il caso relativo ad un cilindro pieno di lunghezza L, volume V, superficie esterna
(basi escluse) A e di raggio esterno re. Sia il solido costituito da materiale isotropo e sede di
uniforme generazione u ¢¢¢ . Si consideri l’ipotesi di regime stazionario e sia la geometria
sufficientemente lunga e snella da potersi considerare il
L flusso termico monodimensionale lungo il raggio “r”. La
potenza termica “generata” dal solido viene prima
trasmessa per conduzione all’interno del cilindro stesso e
u ¢¢¢ poi per convezione ed irraggiamento, con conduttanza h ,
re
verso l’ambiente esterno. Per la conservazione
dell’energia deve essere:

u ¢¢¢ ⋅ V = h ⋅ A (Tre - T¥ ) (7.105)

Dall’eq. (7.101) la temperatura della superficie esterna del cilindro risulta pari a:

u ¢¢¢ ⋅ V u ¢¢¢ ⋅ re
Tre = + T¥ Tre = + T¥ (7.106)
h⋅A h⋅2

Si consideri la generica superficie cilindrica di ascissa “r” all’interno del cilindro pieno. Dal
bilancio di energia sul volume di controllo anulare
Vre , r compreso tra il generico raggio r e quello
u ¢¢¢ ⋅ Vre , r
esterno si ha:
re r
hA (Tre -T¥ )

dT
dT -k ⋅ A + u ¢¢¢ ⋅ Vre , r = h ⋅ A (Tre - T¥ ) (7.107)
kA dr
dr

V.C.
da cui:

7.43
Generazione – versione 20.11.06

dT
-k ⋅ 2πrL + u ¢¢¢ ⋅ πL (re2 - r 2 ) = h ⋅ 2πre L (Tre - T¥ ) (7.108)
dr

Sostituendo nell’eq. (7.108) la (7.106) ed eseguendo le possibili semplificazioni si ha:

dT u ¢¢¢ ⋅ re2 u ¢¢¢ ⋅ r 2 æ u ¢¢¢ ⋅ re ö


-k ⋅ r + - = h ⋅ re çç + T¥ - T¥ ÷÷÷ (7.109)
dr 2 2 çè h ⋅ 2 ø

dT u ¢¢¢ ⋅ r
-k = (7.110)
dr 2

Separando le variabili ed integrando si ottiene:

Tre re
u ¢¢¢ ⋅ r
-ò k ⋅ dT = ò ⋅ dr (7.111)
T(r) r
2

æ r2 r2 ö
-k (Tre - T(r)) = u ¢¢¢ çç e - ÷÷÷ (7.112)
çè 4 4 ÷ø

Attraverso l’eq. (7.112) si ricava il campo di temperatura al variare di “r”:

r2 r2
T(r) = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + Tre (7.113)
4k 4k

r2 re2 r
T(r) = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + T¥ (7.114)
4k 4k 2h

Il profilo di temperatura è descritto da un paraboloide, di equazione (7.113) e (7.114) con l’asse


coincidente con quello del cilindro (vedi figura seguente). Il luogo ove la temperatura è massima
si ottiene dall’eq. (7.110) attraverso la condizione: dT/dr = 0. Come si intuisce tale luogo di punti
è in corrispondenza dell’asse del cilindro, r = 0. La temperatura massima si ottiene con tale
condizione dalle equazioni (7.113) e (7.114):

7.44
Generazione – versione 20.11.06

re2
Tmax = T(r = 0) = - u ¢¢¢ + Tre (7.115)
4k

re2 r
Tmax = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + T¥ (7.116)
4k 2h

Tmax

Tre Tre

T T

La potenza e il flusso termico in funzione del raggio del cilindro sono infine rispettivamente pari
a:

Q = u ¢¢¢ ⋅ V = u ¢¢¢ ⋅ πr 2 L (7.117)

Q u ¢¢¢ ⋅ r
q = = (7.118)
A 2

7.45
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09

Proprietà a 20°C (293K)


Metalli solidi puri  cp k a·106
[kg/m3] [J/kgK] [W/mK] [m2/s]
Alluminio 2702 896 236 97,5
Argento 10500 234 427 173,8
Berillio 1850 1750 205 63,3
Bismuto 9780 124 7,9 6,51
Boro 2500 1047 28,6 10,9
Cadmio 8650 231 97 48,5
Cesio 1873 230 36 83,6
Cromo 7160 440 91,4 29,0
Cobalto 8862 389 100 29,0
Ferro 7870 452 81,1 22,8
Litio 534 3391 77,4 42,7
Magnesio 1740 1017 156 88,2
Manganese 7290 486 7,78 2,2
Mercurio 13546 - - -
Molibdeno 10240 251 138 53,7
Nichel 8900 446 91 22,9
Oro 19300 129 316 126,9
Piombo 11340 129 35,3 24,1
Platino 21450 133 71,4 25,0
Potassio 860 741 103 161,6
Rame 8933 383 399 116,6
Rodio 12450 248 150 48,6
Silicio 2330 703 153 93,4
Sodio 971 1206 133 113,6
Stagno 5750 227 67,0 51,3
Titanio 4500 611 22,0 8,0
Tungsteno 19300 134 179 69,2
Uranio 19070 113 27,4 12,7
Vanadio 6100 502 31,4 10,3
Zinco 7140 385 121 44,0
7.46
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09

Proprietà a 20°C (293K)


leghe metalliche Composizione
solide percentuale  cp k a·105
[kg/m3] [J/kgK] [W/mK] [m2/s]

Acciaio 1C 7801 473 43 1,172


al carbonio 1,5 C 7753 486 36 0,970
1 Cr 7865 460 61 1,665
Acciaio 5 Cr 7833 460
al cromo 40 1,110
10 Cr 7785 460 31 0,867

Acciaio 15 Cr, 10 Ni 7865 460 19 0,526


al cromo - nichel 20 Cr, 15 Ni 7833 460 15,1 0,415
10 Ni 7945 460 26 0,720

Acciaio 20 Ni 7993 460 19 0,526


al nichel 40 Ni 8169 460 10 0,279
60 Ni 8378 460 19 0,493

Acciaio 80 Ni, 15 Cr 8522 460 17 0,444


al nichel - cromo 40 Ni, 15 Cr 8073 460 11,6 0,305

Acciaio 1 Mn 7865 460 50 1,388


al manganese 5 Mn 7849 460 22 0,637

Acciaio 1 Si 7769 460 42 1,164


al silicio 5 Si 7417 460 19 0,555

Acciaio 304 7817 461 14,4 0,387


inox 307 7817 461 14,3 0,387

Acciaio 1W 7913 448 66 1,858


al tungsteno 8073 435
5W 54 1,525
Bronzo all’alluminio 95 Cu, 5 Al 8666 410 83 2,330
Bronzo 75 Cu, 25 Sn 8666 343 26 0,859
Costantana 60 Cu, 40 Ni 8922 410 22,7 0,612

Duralluminio 94-96 Al, 3-5 Cu,


tracce Mg 2787 833 164 6,676

Ottone rosso 85 Cu, 9 Sn, 6 Zn 8714 385 61 1,804


70 Cu, 30 Zn 8522 385 111 3,412
Ottone
62 Cu, 15 Ni, 22 Zn 8618 394 24,9 0,733

7.47
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09

Proprietà a 20°C (293K)


Non metalli
(isolanti e materiali da costruzione)  cp k a·105
[kg/m3] [J/kgK] [W/mK] [m2/s]
Amianto 383 816 0,113 0,036
Argilla (49 % umidità) 1545 880 1,26 0,101
espansa in granuli 280 921 0,092 0,0357
Ardesia 2700 837 2,00 0,0885
Asfalto 2120 921 0,698 0,0357
Basalto 2800 837 3,50 0,149
Bitume 1200 921 0,170 0,0154
Calcestruzzo (secco) cellulare da autoclave 800 837 0,300 0,0448
con aggregato naturale 2400 879 1,91 0,049
di argilla espansa 1000 921 0,300 0,0326
di inerti espansi vulcanici 1200 837 0,470 0,0468
di perlite e vermiculite 400 837 0,140 0,0418
generico 1900 837 1,06 0,0667
Calcare 2100 837 1,60 0,0910
Carbone (antracite) 1370 1260 0,238 0,0137
Cartone compatto 1100 1256 0,140 0,0101
bitumato 1100 1047 0,230 0,0200
catramato 1600 1047 0,500 0,0298
Cartongesso 900 837 0,210 0,0279
Cemento 2300 720 0,800 0,048
duro - - 1,047 -
Ceramica per piastrelle 2300 837 1,00 0,0519
Dolomite 2700 837 1,80 0,0796
Ghiaccio (0°C) 913 1830 2,22 0,124
Gomma buna 1250 - 0,465 -
dura 1150 2009 0,163 0,0062
porosa 224 - 0,055 -
Granito 2750 837 3,2 0,139
Intonaco di calce 1800 837 0,900 0,0597
di calce e gesso 1400 837 0,700 0,0597
di cemento 2000 837 1,40 0,0836
di gesso 1200 837 0,350 0,0348
Kapok 25 - 0,035 -
Lana organica 200 - 0,038 -
di legno 400 2100 0,065 0,00774
di roccia 70 840 0,045 0,0765
Lava 2200 837 2,90 0,157
Legno, abete (fibre perpendicolari al flusso) 450 2720 0,120 0,00980
compensato 590 2093 0,109 0,00883
quercia (fibre perpendicolari al flusso) 850 2390 0,220 0,0108
segatura 215 - 0,071 -
sughero (pannelli) 150 1880 0,042 0,0149
sughero espanso 120 1880 0,036 0,0160
Linoleum 535 - 0,081 -
Marmo 2700 837 3,00 0,133

7.48
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09

Mattoni carborundum (50% SiC) 2200 - 5,82 -


da muratura 1700 837 0,658 0,046
magnesite (50% MgO) 2000 - 2,68 -
silicio (95% SiO2) 1900 - 1,07 -
zirconio (65% ZrO2) 3600 - 2,44 -
Mica 2900 - 0,523 -
Perlite espansa 100 837 0,066 0,0789
Plexiglas 1180 - 0,195 -
Pomice naturale 400 837 0,096 0,0287
Policarbonato 1150 1382 0,230 0,0145
Polietilene espanso 33 2093 0,048 0,0695
Polistirene espanso 30 1250 0,036 0,0960
Polistirolo espanso 15 1250 0,054 0,288
Poliuretano espanso 40 1250 0,032 0,0640
Sabbia, asciutta - - 0,582 -
umida 1640 - 1,13 -
Terreno argilloso (28% umidità) 1500 880 1,51 0,114
sabbioso (8% umidità) 1500 - 1,05 -
Tufo leggero 1500 1300 0,63 0,0323
pesante 2300 1300 1,70 0,0569
Vermiculite espansa 80 1250 0,082 0,082
Vetro, fibra 100 837 0,035 0,418
lana 50 - 0,037 -
per finestre 2800 851 0,81 0,034

7.49
Conduzione - appendice

Campo di temperatura adimensionalizzato per una lastra in transitorio termico


7.50
Conduzione - appendice

Campo di temperatura adimensionalizzato per un cilindro in transitorio termico


7.51
Conduzione - appendice

Campo di temperatura adimensionalizzato per una sfera in transitorio termico


7.52
Conduzione - appendice

Q/Qmax

Lastra

Q/Qmax

Cilindro

Q/Qmax

Sfera

Energia dissipata adimensionalizzata in transitorio termico

7.53

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