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13
7. CONDUZIONE
Introduzione
La conduzione termica è quel meccanismo di trasmissione del calore causato dall’interazione
delle molecole di una sostanza dotate di maggior energia dovuta alla più alta temperatura rispetto
ad altre adiacenti. Nei fluidi la conduzione è dovuta alle collisioni delle molecole durante il loro
moto caotico e alla diffusione termica molecolare. Nei solidi alle vibrazioni delle molecole
all’interno del reticolo cristallino e allo scambio d’energia dovuto agli elettroni liberi.
Si consideri una sostanza costituita da materiale omogeneo ed isotropo (proprietà costanti in tutte
le direzioni) in fase solida, liquida o gassosa, comunque in quiete rispetto ad una terna di
riferimento inerziale, nella quale siano presenti zone a diversa temperatura. È possibile
individuare internamente alla sostanza delle superfici isoterme che hanno la caratteristica di non
intersecarsi mai. Dall’esperienza è noto che attraverso il meccanismo della conduzione s’innesca
un trasferimento di energia termica, Q, dalla zona più calda a quella più fredda della sostanza e
che tale energia viaggia ortogonalmente a tali superfici. Queste ultime per definizione sono
quindi superfici di scambio termico (essendo isoterme e perpendicolari alla direzione del flusso).
70°C
100°C 40°C
10°C
7.1
Conduzione – versione 26.11.13
vettore avente la direzione ortogonale alla superficie isoterma passante per quel punto, il verso
delle temperature decrescenti ed il modulo proporzionale al gradiente della temperatura nella
stessa direzione:
dT
q k (7.1)
dn
dove: n è il versore normale alla superficie isoterma e k [W/mK] è una costante dimensionale di
proporzionalità di cui si parlerà in seguito. Scomponendo tale vettore lungo gli assi di un sistema
di riferimento cartesiano ortogonale, i cui versori sono rispettivamente u , v e w , si ha:
q u q x v q y w q z (7.2)
dove:
T T T
q x k q y k q z k (7.3)
x y z
7.2
Conduzione – versione 26.11.13
Q q A k A dT
Q (7.4)
x x
dx
Si noti che se la lastra non fosse, come da ipotesi, molto estesa non sarebbero trascurabili gli
effetti di bordo. Questi ultimi sono quelli che si generano nelle vicinanze dei bordi della lastra
dove in realtà il flusso non può essere considerato monodimensionale (componenti lungo “y” e
“z” non nulle) e la temperatura non risulta uniforme sulle superfici estreme e su quelle interne
alla lastra ad esse parallele (T è funzione anche di “y” e “z”). Si noti ancora che il segno meno
nell’eq. (7.4) è necessario volendo Q positiva e visto che la temperatura diminuisce nel verso
delle “x” crescenti. Separando le variabili si ha:
dx k A dT
Q (7.5)
Si noti che, al variare dell’ascissa “x”, in assenza di generazione, la potenza termica resta
costante in quanto l’energia è una grandezza conservativa e l’analisi è condotta nell’ipotesi di
regime stazionario (è nullo il termine d’accumulo o quello di sottrazione di calore) e flusso
monodimensionale. Nel caso in esame, anche l’area A, della generica superficie di scambio
termico è costante lungo “x”. Pertanto integrando l’equazione differenziale (7.5) tra gli estremi
delle relative variabili (per x = 0 →T = T1 e per x = L → T = T2), si ha:
L T2
Q dx k A dT (7.6)
0 T1
L k A T T
Q (7.7)
1 2
ovvero:
k A
Q T1 T2 [W] (7.8)
L
dove L è lo spessore della lastra. Si noti infine che, per la suddetta ipotesi di
monodimensionalità, tutte le superfici parallele al flusso termico risultano adiabatiche.
7.3
Conduzione – versione 26.11.13
Resistenza termica
Per analogia con la legge di Ohm l’eq. (7.8) può essere posta nella forma:
T1 T2
Q (7.9)
R
con:
L
R (7.10)
k A
T1 T2 1
conv h conv A T1 T2
Q R conv (7.11)
R conv h conv A
h A T T T1 T2
Q R irr
1
(7.12)
irr irr 1 2
R irr h irr A
dove A è l’area della superficie esterna di scambio termico del corpo immerso nel fluido,
h conv [W/m2K] e h irr [W/m2K] sono rispettivamente le conduttanze termiche medie unitarie
superficiali per la convezione e l’irraggiamento ed Rconv [K/W] e Rirr [K/W] sono le
corrispondenti resistenze termiche superficiali.
7.4
Conduzione – versione 26.11.13
Conducibilità termica
Una delle grandezze da cui dipende la resistenza termica conduttiva del sistema è la
conducibilità termica k del materiale. È una proprietà intrinseca della sostanza in esame e può
essere vista come l’attitudine
k [W/mk]
che ha quest’ultimo a
solidi
liquidi condurre il calore.
aeriformi
I materiali aventi un’elevata
10 3 diamanti
conducibilità termica sono
rame detti conduttori, mentre sono
alluminio detti viceversa isolanti quelli
102
in cui k è bassa.
platino
ferro I valori della conducibilità
ossido termica variano molto da
10 d’alluminio
sostanza a sostanza. Nella
figura al lato e nella
vetro pirex successiva tabella a sinistra
10 0
sono riportati gli ordini di
acqua elio grandezza di k. Questi ultimi
-1
passano da 10-2 per le
10
vapore sostanze in fase aeriforme a
aria 103 per alcuni cristalli non
metallici come il diamante o
10-2
la grafite. Il valore di k nella
200 400 600 800 1000 T [K] trattazione teorica della
conduzione è ritenuto costante semplificandone notevolmente i relativi passaggi matematici. In
realtà quest’ipotesi è valida solo in ristretti intervalli di temperatura. In generale infatti, in misura
più o meno sensibile al variare del materiale, la conducibilità risulta dipendere dalla temperatura,
crescendo o decrescendo, a seconda ancora del materiale, al variare di quest’ultima (vedi figura
precedente e l’esempio riportato nella successiva tabella di destra). Si noti infine che, per alcune
sostanze, la conducibilità termica mostra una dipendenza significativa anche dall’umidità del
materiale stesso. In appendice sono riportati i valori della conducibilità termica relativi alla
temperatura media di 20,0°C per alcuni materiali di utilizzo comune.
7.5
Conduzione – versione 26.11.13
Profilo di temperatura
Nel caso della lastra piana in regime stazionario ed in assenza di generazione, data la costanza
della potenza termica e delle aree relative alle superfici di scambio, si ha che anche il flusso
termico rimane costante. Dall’eq. (7.4) si nota quindi che anche il gradiente di temperatura
all’interno del materiale rimane costante e che dunque nella lastra il profilo della temperatura è
lineare al variare di “x”. Vista la monodimensionalità del flusso lungo “x”, (assenza di fenomeni
fisici lungo “y” e “z”) è lecito e comodo riportare sull’asse delle ordinate la temperatura. Ciò
permette la rappresentazione grafica del profilo di temperatura riportata nella seguente figura per
il caso in cui: T1 > T2.
T1 > T2 T1
T2
Q x
A
L
Integrando l’equazione differenziale (7.5) tra la superficie alla temperatura T1 ed una generica
superficie isoterma alla temperatura T(x) si ricava la legge di variazione della temperatura con
l’ascissa “x”:
7.6
Conduzione – versione 26.11.13
x T x
Q dx k
0
A
T1
dT (7.13)
x k A T T(x)
Q (7.14)
1
Sostituendo alla potenza termica l’espressione precedentemente ricavata nell’eq. (7.8), si ha:
T
T1 T2
x T1 T(x) (7.15)
T1 L/kA
kA
Ti T2
Q x T1 T2
T(x) T1 x (7.16)
L
A
x
L’eq. (7.16) permette il calcolo della temperatura in ogni
L x punto del materiale costituente la lastra.
T1 A
temperatura della superficie di separazione dei due strati.
Ti
Con riferimento al materiale “a” si ha:
T2
S.C.
T1 Ti ;
Q Ra
La
(7.17)
a
Ra ka A
Q k, x
La Lb
Mentre per il materiale “b” si ha:
a b
x
Ti Tb ;
Q Rb
Lb
(7.18)
b
Rb kb A
7.7
Conduzione – versione 26.11.13
Dal bilancio d’energia sul volume di controllo a cavallo della superficie di separazione tra i due
strati si ha che la potenza termica che attraversa i materiali “a” e “b”, vista l’ipotesi di
stazionarietà, risulta costante:
Q
Q Q
(7.19)
a b
Due o più strati attraversati dalla stessa potenza termica e sottoposti a differente variazione di
temperatura sono detti in serie. Per analogia elettrica, assimilando come già detto in precedenza,
la corrente elettrica, al salto totale di temperatura tra le superfici estreme
alla potenza termica Q
della parete multistrato la differenza di potenziale elettrico e alle resistenze termiche Ra ed Rb
quelle elettriche, si ha che l’equazione (7.19) impone che nel circuito elettrico equivalente Ra ed
Rb siano collegate in serie.
Ra Rb
T1 Ti T2
Q
R
T1 Ti Q (7.20)
a
R
Ti T2 Q (7.21)
b
T1 T2 T1 T2 ;
Q R eq R a R b (7.22)
Ra Rb R eq
dove Req è la resistenza equivalente per il tipo di circuito in esame, pari in questo caso alla
somma delle singole resistenze. L’andamento della temperatura in questo tipo di parete è
7.8
Conduzione – versione 26.11.13
caratterizzato da una spezzata: la pendenza sarà maggiore nello strato che ha più bassa
conducibilità termica (maggior salto di temperatura). La temperatura all’interfaccia tra i due
strati di diverso materiale è valutabile attraverso le eq.
T (7.20) e (7.21):
T1 R T Q
R
Ti T1 Q a 2 b (7.23)
T2
Più in generale per pareti costituite da molteplici strati
in serie, con T1 e T2 temperature delle superfici
A
Q estreme del sistema, conservandosi costante la potenza
x
La Lb termica, si ha:
a b
x
T1 T2 ;
Q R eq R i (7.24)
R eq
Si consideri ora una parete di spessore L composta da due strati di diverso materiale, “a” e “b”,
di conducibilità termiche ka e kb, le cui superfici di scambio (perpendicolari quindi alla direzione
della potenza termica) abbiano aree Aa e Ab. Siano i due strati disposti come in figura e siano T1
e T2 le temperature delle superfici estreme della parete,
L
T1 T2 ;
Q Ra (7.25)
T2 a
Ra ka Aa
S.C.
Q k, x
b Per il materiale “b” si ha invece:
L Ab
L
T1 T2 ;
Q Rb (7.26)
x b
Rb kb Ab
Dal bilancio d’energia, sul volume di controllo a cavallo di una delle due superfici estreme del
sistema, si ha che la potenza termica totale che attraversa la parete è data dalla somma delle
potenze termiche che attraversano ciascuno strato:
7.9
Conduzione – versione 26.11.13
Q
Q Q
(7.27)
a b
Due o più strati attraversati da potenze termiche diverse e sottoposti alla stessa differenza di
temperatura sono detti in parallelo.
Per la suddetta analogia elettrica si ha che l’equazione (7.27) impone che, nel circuito elettrico
equivalente, Ra ed Rb siano collegate in parallelo.
Ra
Q
T1 a T2
Rb
Q b
Q
Q T1 T2 ; Ra Rb
Q a b R eq (7.28)
R eq Ra Rb
1
C (7.29)
R
L’eq. (7.28) diventa:
C C (T T )
Q (7.30)
1 2 1 2
Si noti che in questo caso si tratta di conduttanze conduttive. Nel caso che gli strati in parallelo
siano più di due, si può valutare la potenza termica come prodotto tra la differenza di
temperatura esistente tra le due facce estreme del sistema e la conduttanza equivalente, che in
questo caso è la somma delle conduttanze dei singoli strati:
7.10
Conduzione – versione 26.11.13
C T T
Q eq 1 2 Ceq Ci (7.31)
Un tipico esempio di meccanismo in parallelo è costituito, come visto nel capitolo introduttivo,
dallo scambio termico che si ha tra un corpo la cui temperatura superficiale è Ts ed un fluido alla
temperatura T in cui tale corpo è immerso. In questo caso la trasmissione del calore avviene in
generale (se uno dei due meccanismi non è trascurabile rispetto all’altro) per convezione e
irraggiamento in parallelo. Dalla legge di Newton e per quanto detto in precedenza si ha:
h A T T C T T
Q (7.32)
s eq s
dove Cconv, Cirr e Ceq sono rispettivamente la conduttanza convettiva, la conduttanza radiativa e
la conduttanza superficiale equivalente (spesso detta anche conduttanza superficiale globale). La
grandezza:
1
R est (7.35)
hA
Una parete che si affaccia su due ambienti, lambita su entrambi i lati da aria è in generale
caratterizzata, se la differenza di temperatura fra gli ambienti è non nulla, da convezione ed
irraggiamento in parallelo su ambo le facce. L’effetto globale su ciascuna superficie di tali
fenomeni, e quelli di conduzione nei vari strati di cui è composta la parete sono viceversa in
serie. Per fissare le idee si supponga ad esempio che i due ambienti siano uno quello interno “i”
ad un sistema e l’altro quello esterno “e”. Per quanto detto, nell’ipotesi che T ,i T ,e , la potenza
7.11
Conduzione – versione 26.11.13
T ,i T ,e
Q U A T ,i T ,e (7.36)
R est,i + R + R + R +....+ R est,e
conduttive dei vari strati; A area di scambio della parete. Nella (7.36) U [W/m2K], detta
trasmittanza unitaria o coefficiente globale di trasmissione termica della parete, è pari a:
1
U (7.37)
1 L L L 1
+ + + +.......+
h i k k k he
dove L e k sono rispettivamente gli spessori e le conducibilità dei materiali di cui è composta la
parete multistrato. In generale la trasmittanza unitaria, spesso utilizzata nelle nome UNI,
rappresenta fisicamente la potenza termica che nelle condizioni di regime stazionario passa da un
fluido ad un altro attraverso una parete per unità di superficie e di differenza di temperatura tra i
due fluidi.
r1
r2
L
7.12
Conduzione – versione 26.11.13
Nelle suddette ipotesi, essendo nulli i gradienti della temperatura nella direzione azimutale e
lungo quella parallela all’asse del cilindro, per la legge di Fourier si ha:
Q Q dr
r
dT (7.39)
k 2πL r
Integrando tale equazione differenziale tra gli estremi delle relative variabili (per r = 0 →T = T1
e per r = r2 → T = T2), si ha:
r2 dr T2
Q
k 2πL r dT (7.40)
r
1 T 1
Da cui:
Q r
ln 2 T1 T2 (7.41)
k 2πL r1
7.13
Conduzione – versione 26.11.13
T1 T2
Q (7.42)
lnr2 r1
k 2πL
T1 T2 ; ln r2 r1
Q R (7.43)
R k 2πL
Profilo di temperatura
Integrando l’equazione differenziale tra la superficie interna alla temperatura T1 ed una generica
superficie isoterma alla temperatura T(r) si ricava la legge di variazione della temperatura con
l’ascissa “r” e quindi il profilo di temperatura:
r
Q dr T(r)
k 2πL r dT (7.44)
r1 T1
Q r
ln T1 T(r) (7.45)
k 2πL r1
T
T1 T1 T2
ln r2 r1 k 2πL r
ln T1 T(r) (7.46)
k 2πL r1
T2
T1 T2
r
T(r) T1 ln r r1 (7.47)
ln r2 r1
L’eq. (7.47) permette il calcolo della temperatura in ogni punto del materiale costituente il
cilindro cavo. Nella precedente figura è riportato il profilo di temperatura per T1 > T2. Dall’eq.
(7.47) si nota che l’andamento al variare di “r” è in questo caso logaritmico. Si osservi infine che
7.14
Conduzione – versione 26.11.13
per tale geometria il flusso termico non è costante ma varia al variare di “r”. Infatti spostandosi
dall’interno verso l’esterno del sistema, l’area della superficie isoterma di scambio termico
aumenta mentre essendo costante la potenza termica, il flusso diminuisce.
Cilindri multistrato
Per la parete cilindrica composta da più strati di spessori e materiali diversi disposti in serie, si
ripetono le stesse considerazioni fatte per l’omologo caso relativo alle lastre piane: la potenza
termica è valutabile come rapporto tra la differenza di temperatura esistente tra la superficie
interna e quella esterna del cilindro cavo multistrato ed una resistenza termica equivalente pari
alla somma delle resistenze termiche dei vari strati:
T1 T2 ;
Q R eq R i (7.48)
R eq
T3
T2
r3 T1
b
T1 T3
r1 a Q (7.49)
ln r2 r1 ln r3 r2
r2
k a 2πL k b 2πL
7.15
Conduzione – versione 26.11.13
hV
Bi (7.50)
kA
h k A R int
Bi (7.51)
k 1 R est
hA
Il numero di Biot rappresenta quindi il rapporto tra la resistenza conduttiva interna (eq. (7.10)) e
la resistenza superficiale esterna (eq. (7.35)). Quando il numero di Biot è minore di 0,10 si ha
che la resistenza superficiale esterna è talmente grande, rispetto alla resistenza conduttiva
interna, da controllare da sola il processo di scambio termico. Equivalentemente ciò significa che
la resistenza conduttiva interna è talmente piccola rispetto a quella superficiale che può essere
trascurata rispetto a quest’ultima comportando che nel sistema la temperatura possa considerarsi,
a meno di piccole differenze, sostanzialmente uniforme. Questa ipotesi è ben verificata nel caso
di corpi piccoli con conducibilità termica elevata e, ancora meglio, quando questi ultimi sono
7.16
Conduzione – versione 26.11.13
S.C.
Q h
Ti T
dθ
dE Q (7.52)
Ti > T
L’eq. (7.52) dice che nell’intervallo di tempo dla variazione di energia interna del sistema
(ritenendo nulle le relative variazioni d’energia cinetica e potenziale) è pari all’energia termica
scambiata (ceduta nell’esempio considerato) tra il sistema e l’ambiente. Si tenga presente che
dipenderà dal tempo. Nell’ipotesi che
non essendo in condizioni stazionarie anche il valore di Q
il sistema sia costituito da una sostanza a comportamento incomprimibile, si ha:
dE ρ c V dT (7.53)
L’energia termica scambiata tra il sistema e l’ambiente nel generico intervallo di tempo d in cui
il sistema è alla generica temperatura T, è per la legge di Newton:
dθ h A T T dθ
Q (7.54)
Il segno meno in tale espressione si spiega tenendo presente che se T > T la potenza termica
sarà in uscita dal sistema (ceduta dal sistema all’ambiente) e quindi negativa in base alla
convenzione adottata nella scrittura del bilancio d’energia. Nel caso contrario, in cui è viceversa
in ingresso al sistema, risulta ovviamente positiva. Sostituendo le equazioni (7.53) e (7.54) nel
bilancio di energia (eq. (7.52)) si ottiene la seguente equazione:
ρ c V dT h A T T dθ (7.55)
7.17
Conduzione – versione 26.11.13
dT h A
dθ (7.56)
T T ρ c V
dT T h A
dθ (7.57)
T T ρ c V
Integrando l’equazione differenziale (7.57) tra l’istante iniziale = 0, nel quale T(0) = Ti ed un
generico istante nel quale T() = T, notando che h , A, , c, V sono costanti, si ottiene la
desiderata legge di variazione nel tempo della temperatura del corpo:
d T T
Tθ θ
h A
T T
ρ c V dθ (7.58)
Ti 0
T T h A
ln θ θ (7.59)
Ti T ρ c V
Tθ T h A
θ
exp θ exp (7.60)
Ti T ρ c V τ
con:
ρcV M
τ (7.61)
hA hA
Il parametro, [s] è detto costante di tempo del sistema e rappresenta il rapporto tra la capacità
termica del sistema, M = c V, e la conduttanza superficiale globale tra sistema e ambiente, h A,
(eq. (7.33)). Quanto maggiore è il valore di tanto più il transitorio è prolungato. Durante il
transitorio la temperatura del corpo si avvicina esponenzialmente a quella dell’ambiente in cui è
immerso; all’inizio la temperatura del corpo varia rapidamente e successivamente più
lentamente. Nella successiva figura è riportato, a titolo d’esempio, l’andamento temporale della
temperatura di un corpo sferico con Bi < 0,10 quando quest’ultimo viene estratto da un forno alla
7.18
Conduzione – versione 26.11.13
temperatura di 120°C ed immerso in un ambiente alla temperatura di 20°C per due diversi
materiali in differenti condizioni di raffreddamento.
La grandezza, a = k/(c) [m2/s], che prende il nome di diffusività termica, è la proprietà del
materiale che caratterizza la velocità di propagazione del flusso termico conduttivo causato dalla
variazione nel tempo della temperatura. Quanto più elevato è il valore della diffusività termica,
tanto più breve è il tempo perché l’effetto di propagazione penetri in profondità nel mezzo. La
-8 2
diffusività termica passa da valori dell’ordine di 10 m /s per solidi non metallici a valori
2
dell’ordine di 10-4 m /s per solidi metallici. In appendice sono riportate le diffusività termiche
per alcuni materiali comuni.
ti = 120
sfera metallica
t [°C] M = 11,4 J/K
100 h A = 0,05 W/K
sfera argilla
M = 5,7 J/K
80
h A = 0,05 W/K
40 h A = 0,5 W/K
t = 20
0
0 100 200 300 400 500
[s]
2 T T
a 2 (7.62)
x θ
7.19
Conduzione – versione 26.11.13
Ove, come detto, x è la direzione di propagazione del flusso termico e è il tempo. La (7.62) è
un’equazione differenziale omogenea del secondo ordine per la cui risoluzione è in generale
necessario conoscere le condizioni al contorno e quella iniziale. Per quanto riguarda le
condizioni al contorno in generale deve essere nota la temperatura oppure il flusso termico in un
punto del corpo che subisce il transitorio oppure è necessario imporre la continuità del flusso
termico all’interfaccia corpo – fluido circostante. Per quanto riguarda la condizione iniziale si
deve conoscere l’uniforme temperatura del corpo nell’istante iniziale del regime variabile.
Ci si riferisca quindi al tipico caso per il quale siano note: la temperatura dell’ambiente T ove il
corpo considerato subisce il transitorio; la conduttanza unitaria superficiale globale esterna h
che regola il trasferimento d’energia termica tra il corpo ed il fluido circostante; la temperatura
iniziale del corpo Ti supposta uniforme nello stesso (con Ti ≠ T). La trattazione è limitata ai casi
di lastra piana, cilindro e sfera nell’ipotesi di flusso termico monodimensionale e simmetria
termica. Quest’ultima ipotesi implica, ad esempio, che nel caso della lastra quest’ultima sarà
lambita da un fluido la cui temperatura T è la stessa su entrambe le sue superfici estreme di
scambio e che il suo piano di simmetria geometrica risulterà adiabatico. In figura, per questo
particolare caso, è riportato qualitativamente il profilo della temperatura all’interno del sistema al
variare del tempo.
Per Bi > 0,10, in base all’eq. (7.62) e alle relative condizioni al contorno ed iniziale, la
temperatura del corpo durante il transitorio dipende dai seguenti molteplici parametri:
la coordinata spaziale lungo la quale è ipotizzata la
T
variazione del flusso: x (lastra), r (cilindro e sfera) [m];
il tempo all’interno del transitorio: [s];
7.20
Conduzione – versione 26.11.13
Volendo tener conto simultaneamente di tutte queste grandezze, il calcolo sarebbe quanto mai
complesso. Per semplificarlo, si fa ricorso a dei particolari numeri adimensionali che
raggruppando le variabili in gioco ne riducono il numero da considerare. In seguito vengono
introdotti e descritti tali gruppi:
T(x, θ) - T¥
T* = (7.64)
Ti - T¥
x
x* = (7.65)
L
tempo adimensionalizzato, detto anche numero di Fourier (Fo) avente il significato fisico di
cond, trasferita per conduzione attraverso il corpo di lunghezza
rapporto tra la potenza, Q
acc (vedi figura successiva):
caratteristica L e quella ivi accumulata Q
a ⋅θ Q cond
θ* = Fo = = (7.66)
L2 Q acc
Q cond
Q
Valori elevati di Fo indicano una veloce trasmissione
nuovo numero di Biot (Bi) per il sistema in esame (per la lastra risulta pari a quello calcolato
in precedenza per individuare la tipologia di transitorio):
7.21
Conduzione – versione 26.11.13
h⋅L
Bi = (7.67)
k
Per la lastra, il cilindro e la sfera la soluzione del problema descritto dall’eq. (7.68) è riportata in
allegato in forma grafica in funzione delle variabili che in essa compaiono. In particolare, per
ciascuna delle suddette geometrie sono riportati sei diagrammi ognuno dei quali è riferito ai
seguenti valori discreti di x*: 0, 0,2, 0,4, 0,6, 0,8, 1. In tali diagrammi la variabile indipendente
Fo figura in ascissa, la grandezza 1/Bi è riportata come parametro mentre la variabile dipendente
T* figura in ordinata.
In allegato è riportato anche un diagramma la cui variabile indipendente in ascissa è Bi2Fo, dove
Bi è scelto come parametro, e dove in ordinata come variabile dipendente figura il rapporto fra
l’energia dissipata o accumulata nel sistema al tempo ed il valore massimo di riferimento Qmax
pari a:
Tale valore si ottiene quando lo scambio termico fra il corpo e l’ambiente avviene in un tempo
infinito (in pratica finché il transitorio non si esaurisce). L’energia scambiata viceversa nel
transitorio al tempo la si ottiene moltiplicando il valore della variabile dipendente relativa
anch’essa al tempo per Qmax.
7.22
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
Esercizi svolti
Dati
t 1 = 24,0°C, t 2 = 24,5°C;
L = 5,00 mm;
A = 50,0 cm, B = 1,00 m.
Svolgimento
T1 T2
Q R
L
R k A
R
T1 T2
Dalle tabelle in appendice si ricava: kvetro = 0,81 W/m K
Q
3
5,0 10 K
R 1,23 10 2
0,81 1,0 0,50 W
Esempio 2 Una cella frigorifera è schematizzabile come un cubo di 2,00 m di lato; le pareti
sono realizzate con uno spessore di 5,00 mm di alluminio ricoperto da uno strato, spesso 10,0
cm, di poliuretano espanso. In condizioni di regime stazionario, le temperature delle superfici
esterna e di quella interna misurano, rispettivamente, t1 = 20,0°C e t2 = -5,00°C. Valutare la
potenza termica trasmessa attraverso le pareti della cella e la temperatura all’interfaccia
alluminio-poliuretano espanso.
7.23
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
Dati
A = B = C = 2,00 m;
Lal = 5,00 mm, Lsu = 10,0 cm;
t1 = 20,0°C, t2 = -5,00°C.
Svolgimento
L al 5,00 10 3 K
R1 5,30 10 6
k al A 236 2,00 2,00 W
T1 T2
Q
al su
R1 R 2
20,0 (5,00)
Q 32,0 W
5,30 106 7,81 101
6 Q
Q 6 32,0 192 W
tot
Q
7.24
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
Si osservi che nei precedenti calcoli la resistenza termica dello strato di alluminio poteva essere
trascurata essendo molto piccola rispetto a quella del poliuretano espanso (la conducibilità
termica dell’alluminio è 104 volte maggiore di quella del poliuretano espanso ed inoltre lo
spessore dell’alluminio è un ventesimo rispetto a quello del poliuretano). Per tale motivo
all’interfaccia alluminio-poliuretano espanso la temperatura è praticamente coincidente con
quella della superficie esterna dell’alluminio.
isolante
Dati
D = 4,00 mm, stubo = 1,00 mm; r1
Q
t est = -10,0°C, sgomma = 5,00 mm;
t = 20,0°C; h = 10,0 W/m2K;
L
L = 1,00 m.
r2
Svolgimento
Risolante Rest
T1 T2 T
Dalle tabelle in appendice si ricava:
Q
7.25
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
1 1 K
R est 1,99
2π r2 L h 6,28 0,00800 1,0 10,0 W
Q
T T1 20,0 - - 10,0 10,2 W
Q
R isolante R est 0,958 1,99
1 1 K
R est 1,22
2π r2 L h 6,28 0,0130 1,0 10,0 W
20-(-10)
Q = = 11,3 W
1,43 + 1,22
7.26
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
caso di isolamento termico di superfici cilindriche non è possibile prevedere a priori cosa accade
alla resistenza totale.
Nel seguente diagramma sono riportati qualitativamente gli andamenti delle resistenze termiche
interna, esterna e totale in funzione del rapporto r2/r1 = (ris/rtubo)esterno. Si comprende che esiste un
valore critico del raggio r2, e quindi dello spessore di isolante, in corrispondenza del quale la
resistenza termica assume un valore minimo (e la potenza termica trasmessa un valore massimo).
Nel caso dell’esempio numerico ci si trovava a sinistra di tale valore critico. Aumentando lo
spessore ci si sposta verso destra ottenendo una resistenza totale minore di quella del caso
iniziale.
R [K/W]
Rtot
Risolante
Rest
0
1 r2,crit/r1 r2/r1
Il raggio critico d’isolamento, r2,crit, può essere valutato calcolando la derivata della resistenza
termica totale rispetto ad r2, ed uguagliandola a zero:
R tot ln( r2 r1 ) 1 ln r2 ln r1 1
0
r2 r2 2π k is L 2π r2 L h r2 2π k is L 2π k is L 2π r2 L h
1 1 1 1 k is
- =0 2 r2,crit
r2 2π k is L 2π r22 L h r2 k is r2 h h
7.27
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
W/mK. Calcolare dopo quanto tempo la differenza tra la temperatura della termocoppia e quella
dell'ambiente è pari all' 1% della differenza tra la temperatura iniziale della termocoppia e quella
dell'ambiente, nel caso di:
aria stagnante (conduttanza termica superficiale h = 40,0 W/m2K)
aria in moto forzato (conduttanza termica superficiale h = 400 W/m2K)
Dati
fili elettrici
D = 1,00 mm, = 8500 kg/m3;
c = 320 J/kg K, k = 35,0 W/mK;
a) 40,0 W/m2K;
b) 400 W/m2K.
Svolgimento
termocoppia
Fra i due casi il Bi maggiore si ha nel caso b):
h V h 4 / 3 πr 3 400 0,000500
Bi 0,00190 0,10 ; si ha quindi:
kA k 4πr 2 35,0 3
T T h A θ ρ c V
exp θ exp con: τ
Ti T ρ c V τ h A
T T
Deve essere: 0,01
Ti T
θ 52,0 s
7.28
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
θ 5,20 s
Esempio 5 Una lastra di acciaio al nichel-cromo (80 Ni, 15 Cr) è riscaldata in un forno fino
alla temperatura di regime pari a 1050K. Successivamente è lasciata raffreddare in aria a 27,0°C.
La lastra è spessa 25,0 cm e notevolmente estesa nelle altre due dimensioni. La conduttanza
unitaria superficiale globale, h , è 120 W/m2K. Si valuti:
a) il tempo necessario affinché il piano mediano raggiunga 900K;
b) quale’è in quell’istante il flusso termico superficiale trasmesso all’ambiente esterno;
c) l’energia dissipata dalla lastra verso quest’ultimo per unità di superficie fino a quell’istante.
Dati
kacc = 17 W/mK;
aacc = 0,444·10-5 m2/s; L
3
acc = 8522 kg/m ;
cacc = 460 J/kgK.
s
Si noti che l’area di scambio è costituita dalle due facce della lastra.
Nella lastra d’acciaio il campo di temperatura non risulta quindi uniforme durante il transitorio
termico. La soluzione grafica proposta per risolvere il problema con Bi > 0,10, utilizzabile nel
caso di simmetria termica, si riferisce alla lastra di semispessore L. Il numero di Biot per tale
7.29
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
Per rispondere al primo quesito bisogna considerare l’ascissa adimensionalizzata in mezzeria alla
lastra, x* = 0.
Dal primo dei diagrammi (x* = 0) relativi al campo di temperatura adimensionalizzato per lastra
piana si ricava per il valore di T* e 1/Bi appena calcolati: Fo = 0,51 ed essendo per definizione:
a ⋅θ
θ* = Fo =
L2
T(x, θ) - T¥ T - 300
T* = = 0,52 = S TS = 690K
Ti - T¥ 1050 - 300
Il flusso termico che attraversa la singola superficie esterna della lastra in quell’istante sarà
quindi:
7.30
Esercizi svolti sulla conduzione – versione 15.12.11
Per rispondere infine al terzo quesito bisogna considerare Bi2Fo = (0,882)2·0,51 = 0,397 e Bi =
0,882. Entrando con questi ultimi due valori nel diagramma relativo all’energia dissipata
adimensionalizzata in transitorio termico per la lastra si ricava: Q/Qmax 0,3. Essendo l’energia
massima dissipata per unità di superficie da una delle due facce della lastra (durante l’intero
transitorio) pari a:
Q max V/2
= ρc (Ti - T¥ ) = ρcL (Ti - T¥ ) = 8522·460·0,125·(1050 – 300) = 368 MJ/m2
A A
Si ha che l’energia termica dissipata attraverso una delle due superfici esterne della lastra al
tempo precedentemente calcolato risulta:
L’energia dissipata dall’intera lastra per unità di superficie al tempo risulta quindi pari a:
7.31
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08
Es.1 Valutare il rapporto percentuale tra il flusso termico trasmesso attraverso una struttura a
doppio vetro,costituita da due lastre di 4,00 mm di spessore ed un’intercapedine di 6,00 mm di
aria, e quello trasmesso dal vetro singolo, a parità di temperature degli ambienti interno ed
esterno. Si assuma che l'aria nell'intercapedine sia completamente ferma e che la sua temperatura
media sia di 27,0°C. Inoltre, si assumano le conduttanze superficiali unitarie complessive
(convezione + irraggiamento) pari a 14,0 e 8,50 W/m2K, rispettivamente per l’esterno e l’interno.
(45 %)
7.32
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08
[25 W/m2K]
Es.4 Calcolare la potenza termica, che attraversa una parete (6,0 m x 3,0 m) di mattoni pieni,
spessa 12·10-2 m ed avente una conducibilità termica di 0,35 W/mK, le cui superfici estreme
sono alla temperatura di 15°C e 6,0°C.
(472 W)
Es.5 Determinare la temperatura della superficie fredda di una parete in calcestruzzo avente
una conducibilità termica pari a 1,2 W/mK ed uno spessore di 25 cm, attraversata da una potenza
termica per unità di superficie di 93 W/m2, ed avente la superficie calda a 15°C.
(-5 °C)
Es.6 Determinare la potenza termica dispersa per unità di superficie attraverso una parete
costituita (esterno -interno) dai seguenti strati:
- intonaco di calce e gesso: spessore = 3,0 cm, conducibilità termica 1,4 W/mK;
- muratura di mattoni forati: spessore 12 cm, conducibilità termica 0,30 W/mK;
- intonaco di gesso: spessore 2,0 cm, conducibilità termica 0,35 W/mK.
Le temperature sulle superfici estreme sono di 18°C e 4,0°C.
(30 W/m2)
7.33
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08
interno
3m
Es.9 Determinare la potenza termica che attraversa la parete di un tubo di ferro a sezione
circolare lungo 5,0 m ed avente diametro interno ed esterno rispettivamente di 23,0 mm e 25,4
mm, nell'ipotesi che le temperature delle superfici interna ed esterna siano 80°C e 79,5°C.
Si determinino inoltre la conduttanza termica interna della tubazione nuda e quella che si ottiene
coibentandola con una strato spesso 50 mm di lana di vetro, avente una conduttività di 0,041
W/mK.
(12,7 kW; 25,3 kW/K; 0,807 W/K)
7.34
Esercizi non svolti sulla conduzione – versione 29.10.08
Es.13 Due sfere una di alluminio, l’altra di argilla (k = 1,28 W/mK, a = 0,568·10-6m2/s) aventi
un diametro di 30 cm ed inizialmente alla temperatura uniforme di 20,0°C vengono immerse in
un fluido alla temperatura di 150°C. La conduttanza unitaria superficiale globale, h , è per
entrambi i corpi di 58 W/m2K. Determinare la temperatura nel centro delle due sfere dopo 1, 1,5
e 2 ore. Disegnare i profili di temperatura nel tempo per i due corpi.
(alluminio: per = 1 h: t = 127°C, per = 1,5 h: t = 140°C, per = 2 h: t = 146°C
argilla: per = 1 h: t = 40 C, per = 1,5 h: t = 66°C, per = 2 h: t = 85°C)
7.35
Generazione – versione 20.11.06
dU
Q e + Q gen = Q u + (7.70)
dθ
In tale bilancio il termine Q gen , viene detto generazione ed è calcolato come integrale (sul
volume ove il fenomeno avviene) della generazione di potenza termica per unità di volume,
u ¢¢¢ [W/m3]:
Q gen = U
=
ò u ¢¢¢dV (7.71)
V
In questa trattazione u ¢¢¢ sarà considerata uniforme all’interno del materiale, per cui:
Q gen = U
= u ¢¢¢V
tot (7.72)
T
Si consideri ora il caso di una lastra piana di materiale
T1, 1 2 isotropo in regime stazionario e flusso monodimensionale
lungo la direzione “x”. Esaurito il transitorio iniziale, la
A
temperatura che inizialmente era aumentata in tutto il corpo
u ¢¢¢
conserverà un profilo regolare con un massimo in
7.36
Generazione – versione 20.11.06
figura). Dal bilancio di energia sul volume di controllo compreso tra 0 ed “x” si ha:
u ¢¢¢ ⋅ x ⋅ A q 1 ⋅ A + q x ⋅ A (7.73)
dT
u ¢¢¢ ⋅ x = q 1 - k (7.74)
dx
dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - (7.75)
dx k k
dove q x rappresenta il flusso conduttivo attraverso la superficie della lastra di ascissa “x”.
Separando le variabili ed integrando si ha:
T(x) x
æ q 1 u ¢¢¢ ⋅ x ö÷
ò dT = ò çççè k -
k ÷ø
÷⋅ dx (7.76)
T1 0
q 1 u ¢¢¢ 2
T ( x ) - T1 = x- x (7.77)
k 2k
u ¢¢¢ 2 q
T (x ) = - x + 1 x + T1 (7.78)
2k k
q 1
dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - =0 (7.79)
T2 dx k k
0 x(Tmax) L x
7.37
Generazione – versione 20.11.06
q 1
x (Tmax ) = (7.80)
u ¢¢¢
dT q u ¢¢¢ ⋅ x
= 1 - (7.75)
dx k k
u ¢¢¢ 2 q 1
T (x ) = - x + x + T1 (7.78)
2k k
Si noti che q 1 /k e T1 sono due costanti che permettono di riscrivere tali equazioni nelle seguenti
forme che generalizzano il caso precedentemente esaminato:
dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - + C1 (7.81)
dx k
u ¢¢¢ 2
T (x ) = - x + C1 ⋅ x + C 2 (7.82)
2k
Le costanti C1 e C2 vanno calcolate, in generale, in base alle condizioni al contorno che di volta
in volta si hanno a disposizione per risolvere il problema. Nel caso precedente queste erano il
0 = x(Tmax) L x
7.38
Generazione – versione 20.11.06
dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - (7.83)
dx k
u ¢¢¢ 2
T (x ) = - ⋅ x + T1 (7.84)
2k
se sono assegnate entrambe le temperature sul confine della lastra, cioè: per x = 0, T(x = 0) =
T1 e per x = L, T(x = L) = T2, sostituendo entrambe tali condizioni nell’eq. (7.82) si ha:
T1 = C2 (essendo x = 0) (7.85)
u ¢¢¢ 2
T2 = - L + C1 ⋅ L + C 2 (7.86)
2k
u ¢¢¢ 2
T1 - T2 = C2 + L - C1 ⋅ L - C2 (7.87)
2k
da cui:
u ¢¢¢ T -T
C1 = L- 1 2 (7.88)
2k L
dT u ¢¢¢ ⋅ x u ¢¢¢ T -T
=- + L- 1 2 (7.89)
dx k 2k L
u ¢¢¢ 2 æç u ¢¢¢ T -T ö
T (x) = - x + ç L - 1 2 ÷÷÷ x + T1 (7.90)
2k çè 2k L ø
7.39
Generazione – versione 20.11.06
Si noti che: i) i flussi sulle superfici 1 e 2 si ottengono dall’eq. (7.89), infatti per x = 0 si ha:
dT æç u ¢¢¢ T -T ö u ¢¢¢ T -T
q 1 = k = ç L - 1 2 ÷÷÷ k = L- 1 2 k (7.91)
dx èç 2k L ø 2 s
Tmax
ii) in questo caso x(Tmax) e Tmax si ottengono
rispettivamente dalle equazioni (7.89) e (7.90)
0 x(Tmax) L x
se viene assegnata la temperatura T del fluido che lambisce una della due superfici della
lastra, ad esempio la 1 della quale si conosce la temperatura T1 ed inoltre è nota h
( h = h conv + h irrag ), si ha per T1 > T:
dT
k = h T1 - T (7.93)
dx
Questa condizione, che esprime la continuità del flusso dal materiale che costituisce la parete
verso l’ambiente a T, va sostituita nell’eq. (7.81) dalla quale si ottiene per x = 0:
h
T1 - T = C1 (7.94)
k
7.40
Generazione – versione 20.11.06
T
Dall’eq. (7.82) per x = 0 si ha invece: T1 = C2.
Sostituendo quanto ricavato per C1 e C2 nelle equazioni
(7.81) e (7.82) si ha il gradiente e il campo di
temperatura nel caso in esame:
T1
u ¢¢¢
T dT (T - T ) u ¢¢¢ ⋅ x
= h 1 ¥ - (7.95)
dx k k
u ¢¢¢ 2 ( T - T )⋅ x
T (x) = - x + h 1 ¥ + T1 (7.96)
0 x
2k L
L
se viene viceversa assegnata la temperatura del fluido T che lambisce la superficie della lastra,
alla temperatura T2 ed inoltre è ancora nota h si ha si ha per T2 > T:
dT dT h
-k = h (T2 - T¥ ) = (T2 - T¥ ) (7.97)
dx dx k
Questa condizione, che esprime la continuità del flusso dal materiale che costituisce la parete
verso l’ambiente a T, va sostituita nell’eq. (7.81) dalla quale si ottiene per x = L:
æ u ¢¢¢ ö
T2 = -
u ¢¢¢ 2
L+ çç L - h (T2 - T¥ )÷÷ L + C ; C = u ¢¢¢ L2 - u ¢¢¢ L2 + h (T2 - T¥ ) L + T (7.99)
2k ççè k k ÷÷ 2 2
2k k k
2
ø
Sostituendo quanto ricavato per C1 e C2 nelle equazioni (7.81) e (7.82) si ricava rispettivamente
il gradiente e il campo di temperatura nel caso in esame, (vedi figura successiva):
dT u ¢¢¢ T -T u ¢¢¢
= L-h 2 ¥ - x (7.100)
dx k k k
7.41
Generazione – versione 20.11.06
æ u ¢¢¢ ö
T (x) = -
u ¢¢¢ 2
x + çç L - h (T2 - T¥ )÷÷ x - u ¢¢¢ L2 + h (T2 - T¥ ) + T (7.101)
2k ççè k k ÷÷ k k
2
ø
T2 dT u ¢¢¢ ⋅ x
= - + C1 (7.81)
u ¢¢¢ dx k
T
u ¢¢¢ 2
T (x ) = - x + C1 ⋅ x + C 2 (7.82)
2k
T 0 = T1 e/o T L = T2 (7.102)
dT dT
q 1 = k e/0 q 2 = -k (7.103)
dx dx
dT dT
k = h (T1 - T¥ ) e/o -k = h (T2 - T¥ ) (7.104)
dx dx
7.42
Generazione – versione 20.11.06
Dall’eq. (7.101) la temperatura della superficie esterna del cilindro risulta pari a:
u ¢¢¢ ⋅ V u ¢¢¢ ⋅ re
Tre = + T¥ Tre = + T¥ (7.106)
h⋅A h⋅2
Si consideri la generica superficie cilindrica di ascissa “r” all’interno del cilindro pieno. Dal
bilancio di energia sul volume di controllo anulare
Vre , r compreso tra il generico raggio r e quello
u ¢¢¢ ⋅ Vre , r
esterno si ha:
re r
hA (Tre -T¥ )
dT
dT -k ⋅ A + u ¢¢¢ ⋅ Vre , r = h ⋅ A (Tre - T¥ ) (7.107)
kA dr
dr
V.C.
da cui:
7.43
Generazione – versione 20.11.06
dT
-k ⋅ 2πrL + u ¢¢¢ ⋅ πL (re2 - r 2 ) = h ⋅ 2πre L (Tre - T¥ ) (7.108)
dr
dT u ¢¢¢ ⋅ r
-k = (7.110)
dr 2
Tre re
u ¢¢¢ ⋅ r
-ò k ⋅ dT = ò ⋅ dr (7.111)
T(r) r
2
æ r2 r2 ö
-k (Tre - T(r)) = u ¢¢¢ çç e - ÷÷÷ (7.112)
çè 4 4 ÷ø
r2 r2
T(r) = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + Tre (7.113)
4k 4k
r2 re2 r
T(r) = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + T¥ (7.114)
4k 4k 2h
7.44
Generazione – versione 20.11.06
re2
Tmax = T(r = 0) = - u ¢¢¢ + Tre (7.115)
4k
re2 r
Tmax = - u ¢¢¢ + u ¢¢¢ e + T¥ (7.116)
4k 2h
Tmax
Tre Tre
T T
La potenza e il flusso termico in funzione del raggio del cilindro sono infine rispettivamente pari
a:
Q u ¢¢¢ ⋅ r
q = = (7.118)
A 2
7.45
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09
7.47
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09
7.48
Conduzione - appendice – proprietà termofisiche di alcuni materiali - versione 23.11.09
7.49
Conduzione - appendice
Q/Qmax
Lastra
Q/Qmax
Cilindro
Q/Qmax
Sfera
7.53