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M O R N I C O

L E G N A M I
MANUALE TECNICO X-LAM

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Indice:
Presentazione 3
Vantaggi delle costruzioni in legno 5
Costruire in CasaClima 9
Blower Door Test 11
Glossario 12
Zone Sismiche 15
Manuale di Manutenzione 17
Sistema costruttivo X-LAM 21
CLT 22
Proprietà CLT 24
Dati tecnici 25
Qualità 26
Specifiche 29
Certificazioni 30
Costruzione e Descrizione Tecnica 31

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Fisica delle Costruzioni 42
Progettazione e Dettagli Tecnici 50

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Mornico Legnami S.r.l.

Mornico Legnami S.r.l. nasce come azienda specializzata nella realizzazione di strutture e coperture in
legno, di qualsiasi dimensione e utilizzo. Una precedente e lunga esperienza nel taglio e nel trattamento dei
legnami, ha fornito all’impresa quella indispensabile conoscenza delle essenze e dei segreti del legno, che
era ed è alla base dell'arte della carpenteria e dei più creativi impieghi di questo affascinante materiale
nell'architettura.

Mornico Legnami S.r.l. fornisce realizzazioni chiavi in mano, dallo studio e progettazione fino alla posa in
opera, ma sa anche essere partner dei progettisti a cui offre una profonda conoscenza del materiale e delle
sue specifiche caratteristiche tecniche. Ogni realizzazione Mornico Legnami ha una storia di qualità, fatta di
scelte precise ed esperte. Scelte che cominciano nelle foreste austriache, con la ricerca dei migliori
esemplari di rovere, larice, abete rosso, continuano nella valutazione della materia prima ideale per ogni
elemento della struttura, nella scelta dei trattamenti, degli isolanti e di ogni accorgimento costruttivo.
Ugualmente precise sono le scelte di Mornico Legnami nell'approccio al mercato, dove si presenta come il
partner di progettisti e imprese costruttrici, capace di offrire la massima competenza, il più ampio range di
servizi, le soluzioni e i prodotti più innovativi, al miglior rapporto qualità/prezzo, ovvero con una qualità che,
ad un prezzo assolutamente concorrenziale, offre lavori garantiti nel tempo. Per far fronte al costante
aumento della richiesta, l’azienda ha inserito macchinari sempre più all’avanguardia: due centri taglio
Hundegger, una levigatrice – calibratrice Costa per la levigatura di tutta la produzione in lamellare e
macchinari per rusticare o piallare.

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Nel 2012 è nata la controllata Eco Habitat Srl, azienda che si occupa in esclusiva della progettazione e
realizzazione di edifici pubblici e privati a struttura portante in legno con tecnologia CLT del partner
MakBuilding-StoraEnso.

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Certificazioni Mornico Legnami Srl

Mornico Legnami S.r.l. è certificata UNI EN ISO 9001:2008 per l’attività di progettazione, costruzione e
installazione di tetti in legno, ha ottenuto l'Attestazione di Qualificazione alla esecuzione di Lavori Pubblici
rilasciata ai sensi del DPR 207/2010 dall'organismo Oprah S.O.A. utilizza materiali con certificazione di
conformità CE secondo la norma UNI EN 14080 e certificati PEFC. Ha provveduto ad istruire tra il personale
interno due tecnici di produzione per l’espletamento delle procedure richieste per la rintracciabilità dei
materiali utilizzati in conformità alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008 D.M. 14.01.2008). Ha
ottenuto la Qualificazione Ministeriale per la produzione e lavorazione di legno ad uso strutturale.

UNI EN ISO 9001:2008

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S.O.A. OS32 Classe III

QUALIFICAZIONE MINISTERIALE
NTC 2008 - D.M. 14.01.2008

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I Vantaggi delle costruzioni in legno

Benessere e comfort abitativo


Il nostro benessere dipende dal clima dell’ambiente che si sviluppa nelle
nostre abitazioni.
Recenti ricerche dimostrano che materiali come legno, fibre di legno o
sughero risultano confortevoli già a temperatura ambiente, mentre quelli
come il cemento o la pietra diventano termicamente confortevoli soltanto
con temperature superficiali attorno ai 30°C. Virus, batteri e muffa
costituiscono un crescente rischio per la salute: il legno è antibatterico e
particolarmente adatto per persone che soffrono di allergie grazie al suo
effetto climatico ambientale. Il materiale legno ha le caratteristiche positive
della naturalezza, calore e intimità. Il legno regola il clima, accumula calore
e umidità e ci protegge nella stagione estiva dal surriscaldamento.

Ecocompatibilitá eccezionale – costruzioni sostenibili


Il bilancio ecologico di un materiale descrive il suo intero ciclo di vita: dall’estrazione, attraverso la
produzione e la lavorazione, fino all’utilizzazione e lo smaltimento. Il legno è l’unico materiale che necessita
solo di acqua, aria e sole per crescere e che mantiene il suo bilancio di CO2 equilibrato, ovvero il legno
assorbe la CO2 dannosa dall’aria e la restituisce solo dopo la combustione o il macero. Al momento del
recupero del legno si hanno pochissime emissioni e la sua lavorazione è possibile anche senza tecniche
impegnative e costose. Rispetto alle costruzioni in laterizio, il consumo di energia totale del legno è il 75% in

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meno. Questa enorme differenza deriva dal fatto che i mattoni necessitano di temperature molto elevate a
lunga durata che vengono generate con combustibili fossili. Il legno non è mai un rifiuto, ma è, e rimane, un
prodotto di pregio. Mentre i calcinacci minerali devono essere smaltiti in modo separato e costoso, il legno
può essere trasformato nuovamente in materiali derivati dal legno o semplicemente usato come combustibile
naturale. Anche rispetto alla sostenibilità, il legno non ha eguali: attualmente la ricrescita annuale è
nettamente più alta del fabbisogno (nelle foreste dell’Alto Adige una modesta casa di legno “ricresce” in una
sola ora)

Alta protezione termica – costruire senza ponti termici


Il legno spicca per la sua bassa conducibilità termica. Lo spessore di una parete di legno, in combinazione
con pregiati materiali termoisolanti, può essere ridotto in confronto ad altri materiali senza alterare il valore
prescritto dalle normative. Quindi il legno come
materiale edile non adempie solo a compiti costruttivi,
ma in gran parte funge anche da isolamento termico.
Oltre a ciò la maggiore temperatura superficiale del
legno crea un clima abitativo molto accogliente. Grazie
a queste proprietà, anche i provvedimenti per evitare i
ponti termici sono nettamente inferiori che nelle
costruzioni di muratura. Per ponte termico si intende
una parte di costruzione dove il comportamento
termico è considerevolmente differente rispetto a quelle
circostanti. L’accurata attenzione ad ogni particolare
insieme alle proprietà isolanti del legno consentono
una costruzione quasi senza ponti termici. Per questa
ragione ogni casa in legno diventa automaticamente
una CasaClima!

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Costruzione traspirante - protezione dall’umidità


Nella vita quotidiana vi sono tante attività, come cucinare o fare la doccia, che
producono vapore acqueo. Quando il vapore permea attraverso materiali edili
porosi dalla parte calda a quella fredda, si parla di diffusione. Il legno agisce da
regolatore di umidità, ovvero assorbe l’umidità sovreccedente e la restituisce
all’occorrenza. Queste proprietà igroscopiche del legno lo rendono ideale per le
costruzioni permeabili al vapore. Assieme a materiali idonei e a strati funzionali
disposti in modo corretto, la formazione di acqua di condensazione all’interno
dell’elemento strutturale può essere evitata. È importante che l’involucro della
struttura sia a tenuta d’aria, in modo che l’accumulo di umidità sia ridotto al
minimo. Oltre a ciò una costruzione traspirante è capace di espellere l’aria viziata e
mali odori all’esterno. In confronto alle costruzioni di muratura con il loro elevato contenuto d’acqua, le
costruzioni in legno traspiranti diminuiscono il rischio di formazione di muffa con il conseguente
deterioramento delle condizioni igienico ambientali e delle parti costruttive.

Statica e antisismica
Grazie alle nuove norme sismiche europee è possibile descrivere il comportamento delle strutture di legno in
maniera più realistica. L’edificazione in zone sismiche si configura pertanto molto più sicura. Antiche
costruzioni miste legno-pietra hanno dimostrato che possono
resistere comodamente anche a terremoti devastanti. Il legno
possiede inoltre un’altra proprietà molto importante: le sue
caratteristiche meccaniche aumentano al diminuire della durata

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dell’azione sollecitante. Questo fatto rende il legno
particolarmente adatto a resistere ad azioni di breve durata
proprio come sisma e vento. Nella maggior parte dei casi gli
elementi di legno sono collegati tra loro con connettori
deformabili. Questi tipi di connettori, se adeguatamente
dimensionati, permettono alle strutture di legno di raggiungere
quel comportamento duttile che è indispensabile per la
resistenza all’azione sismica. Se si confronta inoltre con le
costruzioni in muratura, tali strutture hanno una massa molto minore e pertanto risentono meno dell’azione
sismica. Le costruzioni in legno sono caratterizzate da un ottimo rapporto tra resistenza e peso proprio. Il
legno dispone di ottimi margini di sicurezza, che si sapranno apprezzare in caso di emergenza.

Prefabbricazione - sistema di costruzione a secco


Nel settore della prefabbricazione il legno è senza dubbio il numero uno. Il grado di prefabbricazione può
essere adeguato alle esigenze individuali. Grazie alla progettazione
dettagliata di ogni elemento, occorrono solo alcuni giorni per il
montaggio di una casa in legno, incluso il tetto. In questo modo
anche l’arco di finanziamento si accorcia nettamente. La
lavorazione eseguita in stabilimento è indipendente dalle condizioni
climatiche e ciò consente di ottenere livelli di qualità maggiori oltre
ad un continuo controllo della qualità stessa. In confronto ai
materiali a base minerale, le costruzioni di legno non necessitano
dei termini per il disarmo e dei tempi di asciugatura. Ciò ha come
vantaggio che tutte le case di legno sono immediatamente
abitabili!

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Isolamento acustico elevato


Le pareti non devono essere per forza pesanti e massicce. Le moderne strutture di legno combinano
costruzioni multistrato con materiali termoisolanti. Il
disaccoppiamento acustico e un accurato studio dei dettagli di
connessione consentono persino di rispettare i requisiti acustici più
severi. In questo modo le case di legno sono in grado di
raggiungere la stessa protezione contro il rumore aereo delle
costruzioni in muratura, addirittura con spessori e massa minori.
Anche il rumore da calpestio può essere limitato con un’accurata
scelta degli strati di sottofondo e di controsoffitto. Se vengono presi
in giusta considerazione tutti gli aspetti come l’orientamento
dell’edificio, una accurata divisione dello spazio, la separazione di
ambienti di quiete da quelli rumorosi, una casa di legno può essere
una vera oasi di pace e intimità.

Protezione antincendio
Viene spesso erroneamente affermato che il rischio di incendio nelle
case di legno è maggiore di quello delle costruzioni di muratura. Ci
sono però tanti vantaggi del legno che confutano questa scorretta
informazione nel caso d’incendio. Lo sanno tutti che un pezzo di legno

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è facilmente infiammabile solo quando le sue dimensioni sono piccole.
Però le costruzioni di legno sono tutt’altro che di piccole dimensioni!
Nella maggior parte dei casi non è il legno strutturale a bruciare per
primo, ma l’arredamento d’interni, come i tappeti, i mobili e le tende.
Qui non c’è nessuna distinzione rispetto alle costruzioni in muratura.
La bassa conducibilità termica del legno comporta che, in caso
d’incendio, l’acqua fuoriuscente crea uno strato di carbone, il quale protegge il legno sottostante dal fuoco.
Un altro vantaggio del legno in caso d’incendio é l’abilità di
preannunciare la sua perdita di capacità portante
scricchiolando prima di crollare; al contrario una struttura in
metallo cede imprevedibilmente. Il legno brucia senza
deformarsi come il metallo, ne fondersi come la plastica. In
tale maniera le vie di fuga rimangono sicure e non
costituiscono altri pericoli. Questo è quanto riconosciuto
anche da famose compagnie assicurative che offrono gli stessi
premi assicurativi per le case di legno e di muratura. Persino i
Vigili del Fuoco non trovano dubbi a costruire la propria
abitazione con una struttura di legno.

Durabilità e manutenzione
È ancora diffusa la presupposizione che la casa di legno non abbia la stessa durabilità di una in muratura.
Come si osserva però nei paesi nordeuropei ed in quelli nordamericani, il legno è un materiale amato e
largamente utilizzato da molte generazioni ed il numero di edifici di legno pubblici o privati è enorme,
aggirandosi nell'ordine dei milioni. In linea con le normative e disposizioni tecniche, la durata delle case di
legno è stata fissata in cinquant'anni. L'esperienza ci dimostra però che una costruzione di legno di

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cinquant'anni può resistere tranquillamente per ulteriori 50 anni,


presentando la stessa stabilità. Ma vista la velocità con cui
cambiano tecnica, livello di vita, questioni ecologiche ed eventi,
non pare desiderabile una durata fino all’eternità. Il progresso
continuo e le ricerche nel settore delle costruzioni di legno hanno
contribuito a scongiurare, con tecniche adeguate, il maggior
pericolo per il legno: l’acqua. In questo modo si garantisce la
durabilità nel tempo.

La pagoda Sakya del tempio Fogong, nella provincia dello


Shanxi, nel nord della Cina, è nota come “pagoda in legno
di Yingxian”. La sua costruzione iniziò nell’anno 1056,
durante la dinastia Liao, e terminò dopo 140 anni. Si erge
su un basamento in pietra alto 4 metri, con un’altezza di 70
metri e un diametro della parte inferiore di 30. Utilizza 3000
metri cubi di legno di pino coreano, con un peso totale di
3000 tonnellate

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Cosa è una casa CASACLIMA?

Una CasaClima è caratterizzata da un altro grado di isolamento termico e da una struttura compatta. Il sole
ed il suo calore fanno parte del concetto edile di una CasaClima: l’energia solare viene conservata
soprattutto grazie a finestre isolanti che accolgono la luce, ma non permettono fuoriuscite di calore. Le
CasaClima sono contraddistinte da un’impiantistica ottimale, una realizzazione accurata e da grande comfort
abitativo.
L’obiettivo di CasaClima è coniugare risparmio, benessere abitativo e sostenibilità. Le categorie CasaClima
permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio. Esistono CasaClima Oro, CasaClima
A e CasaClima B.
Grazie all’isolamento, i costi di riscaldamento vengono ridotti radicalmente, per questo essa è la base della
tecnica edile CasaClima. Quasi il 70% dei costi energetici di una famiglia si devono al riscaldamento
Solo il fatto che l’impiantistica viene rinnovata già dopo 15 o 20 anni, mentre invece le pareti esterne
dell’edificio non vengono toccate per un periodo tra i 30 ed i 60 anni, induce ad utilizzare materiali di valore

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ed elementi isolanti efficaci. Le spese necessarie devono essere considerate come un investimento per il
futuro.
Il consumo di energia più basso è garantito da una CasaClima Oro, che richiede 10 KiloWattora per metro
quadro l’anno, il che si può garantire, in pratica, anche in assenza di un sistema di riscaldamento attivo. La
CasaClima Oro è anche detta “casa da un litro”, perchè per ogni metro quadro necessita di un litro di gasolio
o di un metro cubo di gas l’anno.
Le case con un consumo di energia inferiore ai 30 KiloWattora per metro quadro l’anno sono invece
classificate come CasaClima A, la cosiddetta “casa da 3 litri”, perchè per ogni metro quadro necessita di 3
litri di gasolio o di 3 metri cubi di gas l’anno.
CasaClima B è invece l’edificio che richiede un consumo di energia inferiore ai 50 KiloWattora per metro
quadro l’anno. In questo caso si parla di “casa da 5 litri”, perchè per ogni metro quadro necessita di 5 litri di
gasolio o di 5 metri cubi di gas l’anno.

“Casa Passiva” Classe energetica ORO : <10 Kwh/mq annuo


= <1,5 litri gasolio/mq annuo

Classe energetica A : <30Kwh/mq annuo = <3 litri gasolio/mq


annuo

Classe energetica B : tra 31-50Kwh/mq annuo = 3,1-5 litri


gasolio/mq annuo

Classe energetica C : tra 51-70Kwh/mq annuo = 5,1-7 litri


gasolio/mq annuo

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Chi si orienta verso una CasaClima di nuova costruzione o un risanamento secondo i criteri CasaClima può
contare su numerosi vantaggi che riguardano sia la qualità della vita che l’aspetto economico, perchè una
CasaClima ha costi energetici molto ridotti.
CasaClima è anche una risposta all’irrefrenabile fame di energia che caratterizza l’umanità intera, e che
comporta il consumo delle ultimi riserve fossili. CasaClima è infatti tutela quotidiana dell’ambiente, che porta
vantaggi al pianeta terra ed al portafoglio.
La riduzione dei consumi di energia e di emissioni inquinanti sono gli obiettivi alla base della direttiva
europea in materia di certificazione energetica degli edifici. La certificazione energetica degli edifici non è un
punto di arrivo al quale tendere per documentare il rispetto di una norma, ma un punto di partenza, uno
strumento strategico-gestionale in grado di supportare le scelte progettuali in vista di un miglioramento delle
prestazioni energetiche complessive del sistema edilizio.
Sono varie le ragioni per scegliere una CasaClima, perchè essa garantisce consapevolezza energetica,
comfort, tutela dell’ambiente e del clima, salute, risparmio, assenza di difetti edili ed una rivalutazione
dell’immobile.

Costo energetico:

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Valori standard CasaClima relativi a villa unifamiliare (superficie di circa 250 mq. - volume lordo
circa 650 mc.) :

Elemento Costruttivo U [W/m²K] U [W/m²K] U [W/m²K]


Pareti Esterne 0,10 ÷ 0,20 0,15 ÷ 0,25 0,25 ÷ 0,40

Copertura 0,10 ÷ 0,20 0,15 ÷ 0,25 0,25 ÷ 0,35

Solaio contro terra e cantina 0,20 ÷ 0,30 0,25 ÷ 0,35 0,40 ÷ 0,60

Vetro Ug ˂ 0,9 ˂ 1,1 ˂ 1,3

Serramento Uw ˂ 1,3 ˂ 1,5 ˂ 1,6

Ventilazione meccanica con


Necessaria Non Necessaria Non Necessaria
recupero del calore (VMC)

CLASSE ENERGETICA CasaClima A CasaClima B CasaClima C

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Cosa è il Blower Door Test (test di tenuta all’aria)?


Un edificio dotato di involucro impermeabile all’aria non aiuta solo a risparmiare energia e denaro. Esso è
anche meno soggetto a danni strutturali e, al contempo, offre un migliore comfort abitativo. Naturalmente le
infiltrazioni e le dispersioni interessano anche gli edifici a tenuta d’aria, ma qui si mantengono quanto meno
entro limiti accettabili. In realtà il problema più frequente è ancora quello di una scarsa, piuttosto che di una
eccessiva ermeticità, laddove la circolazione di flussi d’aria indesiderati accresce la dispersione di energia e
il rischio di danni alle strutture.
L’impermeabilità di un involucro edilizio può essere accertata mediante il “blower-door-test”, che misura il
tasso di ricambio d’aria dovuto alle infiltrazioni. Eseguendo questo test durante i lavori di costruzione, si
possono adottare le eventuali misure correttive contro le dispersioni termiche, prevenendo così i danni agli
elementi costruttivi e i relativi costi di risanamento.
Una buona impermeabilità all’aria non è solo indice di qualità dei lavori eseguiti; tale caratteristica riduce
anche le dispersioni di calore e quindi i costi energetici, migliora il comfort abitativo, previene la formazione
di condensa negli elementi costruttivi, annulla l’effetto dei ponti termici, impedisce le infiltrazioni di radon
dalla cantina e migliora l’efficienza dell’impianto di ventilazione.

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GLOSSARIO

Cosa è la TRASMITTANZA TERMICA “U”?


La trasmittanza termica definisce la capacità isolante di un elemento. Dato
un fenomeno di trasmissione di calore in condizioni di regime stazionario
(in cui cioè il flusso di calore e le temperature non variano nel tempo) la
trasmittanza misura la quantità di calore che nell'unità di tempo attraversa
un elemento strutturale della superficie di 1 m² in presenza di una
differenza di temperatura di 1 grado tra l'interno e l'esterno.
La trasmittanza aumenta al diminuire dello spessore ed all'aumentare
della conducibilità termica. Strutture con bassissima trasmittanza termica
si caratterizzano per fornire un elevato isolamento termico.
Per la misura in opera della trasmittanza si deve seguire la norma ISO
9869. Il metodo descritto è quello delle medie progressive, lo strumento
usato è il termoflussimetro. La tecnica che studia la misurazione dei flussi
di calore è la termoflussimetria.

Esempio: una parete che ha una U = 1,5 w/m2°K, di superficie di 10 mq., con una temperatura dell’aria
ambiente interno di 20°C (=°K in valore assoluto) e una temperatura esterna di -5°C, ha la seguente
dispersione: Q = 1,5 x 10 x (20-(-5)) = 375 w.

La stessa parete se avesse una U = 0,46 w/m2°K avrebbe le seguenti dispersioni:


Q = 0,46 x 10 x (20-(-5)) = 115 w.
Le dispersioni sono diventate di 1/3.

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Valori limite della trasmittanza termica utile “U” delle strutture componenti l’involucro edilizio, espressa in (W/
m2K), applicabili dal 1 gennaio 2010 (DM 11 marzo 2008):

Strutture Strutture opache orizzontali o Finestre


Zona climatica opache inclinate comprensive di
verticali Coperture Pavimenti (*) infissi
A 0,56 0,34 0,59 3,9
B 0,43 0,34 0,44 2,6
C 0,36 0,34 0,38 2,1
D 0,30 0,28 0,30 2,0
E 0,28 0,24 0,27 1,6 (*) Pavimenti verso locali non
F 0,27 0,23 0,26 1,4 riscaldati o verso l’esterno

Cosa è la CONDUCIBILITA’ O CONDUTTIVITA’ TERMICA “ƛ” (W/M°k)?


La conducibilità o conduttività termica (indicata con λ o k) è il rapporto, in condizioni stazionarie, fra il flusso
di calore e il gradiente di temperatura che provoca il passaggio del calore. In altri termini, la conducibilità
termica è una misura dell'attitudine di una sostanza a trasmettere il calore e dipende solo dalla natura del
materiale, non dalla sua forma.
Valori di conducibilità termica di alcuni materiali:
diamante 1000-2600 quarzo 8
argento 430 vetro 1
rame 390 acqua distillata 0,6
oro 320 lana 0,05
alluminio 236 vermiculite 0,046
ottone 111 lana minerale 0,04
platino 70 polistirolo EPS 0,03
Anche in questo caso più è grande il valore più sono grandi le dispersioni di calore e quindi il materiale è
poco isolante.

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Cosa è lo SFASAMENTO O TEMPO DI FASE?


Lo sfasamento (fi) è l'arco di tempo (ore) che serve all'onda termica per fluire dall'esterno all'interno
attraverso un materiale edile. Maggiore è lo sfasamento, più lungo sarà il tempo di passaggio del calore
all'interno dell'edificio.
Lo sfasamento dunque è la differenza di tempo che intercorre tra l'ora in cui si ha la massima temperatura
all'esterno e l'ora in cui si ha la massima temperatura all'interno, e non deve essere inferiore alle 8/12 ore; lo
smorzamento esprime il rapporto tra la variazione massima della temperatura esterna deltaTe e quella della
temperatura interna deltaTi in riferimento alla temperatura media della superficie interna.

Esempio:
Coibentazione tetto con 18 cm di coibente in fibra minerale valore 0,040: fi = 5,9 ore.
Coibentazione tetto con 18 cm di coibente in fibra legno valore 0,040: fi = 13,7 ore.

Le fibre di legno possiedono, oltre ad un'ottima conduttività termica, (l = 0,037 per densità (ro)160 kg/m3
circa e l = 0,052 per densità (ro) 250 kg/m3), eccellenti proprietà di accumulo termico (capacità termica (c)
2100 J/kgK).
Il beneficio in termini di comfort nel periodo estivo è tanto maggiore quanto più elevati sono i valori di
sfasamento e di smorzamento del flusso termico.
La fibra di legno registra altissimi valori di sfasamento e di smorzamento dell'onda termica; queste capacità
combinate consentono l'ottimale protezione dalle escursioni termiche sia in estate che in inverno, garantendo
così il massimo comfort abitativo.

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Cosa è un PONTE TERMICO?
Per ponte termico si intendono tutte le discontinuità costruttive presenti in
qualsiasi struttura edile, sia essa costruita con tecniche tradizionali sia con
tecniche industrializzate.
Per discontinuità costruttiva si intende quella parte della struttura di un edificio
che presenta caratteristiche termiche significativamente diverse da quelle
circostanti.
Caratteristica peculiare dei ponti termici sono le potenze termiche disperse la cui
entità è molto più elevata di quella delle zone vicine.
Un ponte termico incide negativamente sull'isolamento di un edificio perché
costituisce una fuga privilegiata per gli scambi di calore da e verso l'esterno.

I ponti termici sono principalmente causati dalla presenza di materiali


eterogenei nell'organismo edilizio (per esempio fra muratura e struttura in
cemento armato) e discontinuità geometriche, sono. Un classico esempio sono
gli spigoli (ad esempio collegamenti tra parete e parete, l'innesco tra parete e
solaio, la connessione tra pareti e serramenti, ecc.).

I principali effetti dei ponti termici sono il raffreddamento delle zone più
prossime, con conseguente creazione di condensa e di muffe; oltre ad una
notevole riduzione del potere isolante complessivo della parete.

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Cosa è l’ INDICE DI PERMEABILITA’ AL VAPORE “μ”?


L’indice di permeabilità al vapore permette di rilevare la resistenza del materiale isolante alla diffusione del
vapore acqueo. Esso quindi è un coefficiente che esprime la capacità del materiale isolante di creare una
barriera nei confronti del passaggio di vapore acqueo.
L’indice di permeabilità al vapore è un parametro essenziale per stabilire lo spessore di materiale isolante da
utilizzare nell’isolamento, ad esempio, di impianti di refrigerazione e suoi componenti.
L’incapacità di un materiale isolante di porsi come barriera contro il vapore pregiudicherà la sua stessa
efficienza e limiterà la sua durata nel tempo.
In un isolante elastomerico la buona resistenza al vapore acqueo è determinata dai seguenti requisiti:
Struttura molecolare a cellule chiuse.
Piccole dimensioni delle celle.
Coesione tra le pareti delle celle.
Resistenza al vapore omogenea su tutto lo spessore.

Per evitare il fenomeno della formazione di condensa è indispensabile che la temperatura della superficie del
materiale isolante sia almeno la stessa di quella del punto di condensazione, ricavata da un calcolo che
prende in considerazione anche il valore di conduttività termica del materiale, ed è per questo motivo che il
materiale deve assolutamente mantenere inalterate e stabili nel tempo le proprie caratteristiche, nelle
diverse condizioni.
Per poter quantificare la traspirabilità di uno strato di materiale edile, e non semplicemente quella del
materiale, non basta indicare il valore di resistenza alla diffusione µ. In questo caso, infatti, entra in gioco non
soltanto il tipo di materiale, ma anche lo spessore dello strato.
Un metodo semplice è moltiplicare il valore della resistenza alla diffusione per lo spessore dello strato. Nella
fisica delle costruzioni, pertanto, la misura della resistenza alla diffusione di uno strato di materiale è detta

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“spessore dello strato d’aria equivalente (Sd)”.
Sd = µ * d
Il valore Sd indica quanto dovrebbe essere spesso uno strato d’aria per avere la stessa resistenza
alla diffusione della porzione di edificio in oggetto.

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ZONE SISMICHE ITALIANE


Oggi sono in vigore le nuove norme NTC 2008 che definiscono in maniera diversa la sismicità di ciascuna
zona d'Italia.

Con l'ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003,


aggiornata al 16/01/2006 con le indicazioni delle regioni,
venivano delegati gli enti locali ad effettuare la
classificazione sismica di ogni singolo comune, in modo
molto dettagliato, al fine di prevenire eventuali situazioni di
danni a edifici e persone a seguito di un eventuale
terremoto. Inoltre, in base alla zona di classificazione
sismica, i nuovi edifici costruiti in un determinato comune,
così come quelli già esistenti durante le fasi di
ristrutturazioni, devono adeguarsi alle corrispondenti
normative vigenti in campo edilizio.

Secondo il provvedimento legislativo del 2003, i comuni


italiani sono stati classificati in 4 categorie principali, in base
al loro rischio sismico, calcolato in base al PGA (Peak
Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo)
e per frequenza ed intensità degli eventi. La classificazione
dei comuni è in continuo aggiornamento man mano che
vengono effettuati nuovi studi in un determinato territorio,
venendo aggiornata per ogni comune dalla regione di
appartenenza.

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Zona 1: sismicità alta
Zona 2: sismicità media
Zona 3: sismicità bassa
Zona 4: sismicità molto bassa

Tra esse la zona 1 è quella di pericolosità più elevata, potendosi verificare eventi molto forti, anche di tipo
catastrofico. A rischio risulta anche la zona 2 (e zona 3S della Toscana), dove gli eventi sismici, seppur di
intensità minore, possono creare gravissimi danni. La zona 3 è caratterizzata da una bassa sismicità, che
però in particolari contesti geologici può vedere amplificati i propri effetti, come nel caso del terremoto di
Tuscania del 1971 (il comune è classificato in tale zona). Infine, la zona 4 è quella che nell'intero territorio
nazionale presenta il minor rischio sismico, essendo possibili sporadiche scosse che possono creare danni
con bassissima probabilità. La normativa precedente sulle costruzioni in zona sismica (D.M. LL.PP. 16
gennaio 1996) suddivideva il territorio nazionale nelle seguenti zone sismiche:

 zona di I categoria (S=12)


 zona di II categoria (S=9)
 zona di III categoria (S=6)
 zona non classificata.

Il D.M. 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni) ha introdotto una nuova metodologia per
definire la pericolosità sismica di un sito e, conseguentemente, le azioni sismiche di progetto per le nuove
costruzioni e per gli interventi sulle costruzioni esistenti. Il territorio nazionale è stato suddiviso mediante una
maglia di punti notevoli, al passo di 10 km, per ognuno dei quali sono noti i parametri necessari alla
costruzione degli spettri di risposta per i diversi stati limite di riferimento (tra i quali, la già citata PGA).
Mediante un procedimento di interpolazione tra i dati relativi ai quattro punti del reticolo più vicini al sito in
esame, è possibile risalire alle caratteristiche spettrali specifici del sito stesso, necessari come dati di input
per la progettazione strutturale. Tra le critiche avanzate rispetto alla metodologia descritta, si evidenziano le
seguenti:

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 eccessiva complessità del metodo, rispetto alla modellazione di un fenomeno che, ad oggi, è
caratterizzata da un elevato grado di aleatorietà e convenzionalità;
 possibili incongruenze tra la "vecchia" classificazione (O.P.C.M. 3274), tuttora vigente ai fini
amministrativi, e la nuova metodologia di calcolo dell'azione sismica. Ad esempio, in alcuni comuni
precedentemente classificati in zona 4, la PGA calcolata secondo il D.M. 14 gennaio 2008 supera 0,05
g.

In seguito alla nuova classificazione, tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione della Sardegna, risulta
a rischio sismico; in tutto il territorio nazionale vige quindi l'obbligo di progettare le nuove costruzioni e
intervenire sulle esistenti con il metodo di calcolo semiprobabilistico agli stati limite e tenendo conto
dell'azione sismica. Limitatamente alle costruzioni ordinarie presenti nei siti ricadenti in zona 4, la norma
consente l'utilizzo della "vecchia" metodologia di calcolo alle tensione ammissibili di cui al D.M. 16 gennaio
1996, ma obbliga comunque a tenere conto dell'azione sismica con l'assunzione di un grado di sismicità
convenzionale S=5.

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MANUALE DI MANUTENZIONE
Di seguito un estratto del manuale di manutenzione che viene allegato alla progettazione di ogni struttura:

1) Premessa
Il presente manuale è stato estratto dal documento ufficiale di Assolegno Federlegno-Arredo e contiene le
specifiche tecniche generali relative alla movimentazione, alla posa in opera ed alla manutenzione di
manufatti in legno strutturale come definiti nel D.M. “Norme Tecniche per le Costruzioni” vigenti (di seguito
NTC).
La fabbricazione, preparazione, messa in opera e manutenzione degli elementi costruttivi deve conformarsi
alle prescrizioni dello specifico progetto esecutivo redatto secondo le Norme Tecniche vigenti.
Per le specifiche tecniche delle attrezzature e dei prodotti da utilizzare nelle operazioni di posa in opera si
rimanda al Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.).
Il presente manuale viene allegato ad ogni fornitura di legno strutturale per la quale sia prevista anche la
posa in opera in cantiere.

Il presente documento costituisce il Piano di Manutenzione delle sole strutture in legno relative alla
costruzione di un fabbricato ____________________________________________________
Scopo delle operazioni di manutenzione è quello di conservare in buono stato di sicurezza e di efficienza gli
elementi strutturali in questione, portanti e non.
Premesso che le operazioni di manutenzione devono essere eseguite da personale qualificato, questo deve
essere dotato di tutta l’attrezzatura di verifica e di controllo necessaria, nonché di quella parte di materiali
rientranti nella manutenzione programmata in modo temporale. L’impresa incaricata della Manutenzione
dovrà eseguire gli interventi di manutenzione di cui al presente piano, munita di P.O.S. per le opere da

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effettuare. Gli interventi saranno effettuati dal manutentore secondo un programma temporale definito; a
seguito di ciascun intervento, come normale procedura, verrà redatto relativo verbale.

2) Arrivo del Legno Strutturale in cantiere

La fornitura comprenderà solamente i benti e le lavorazioni specificati e descritti nel Contratto stipulato tra le
parti, nonché nei disegni esecutivi e nelle specifiche tecniche richiamate nel contratto; la Mornico Legnami
Srl non assumerà alcun altro onere ed impegno all’infuori di quelli ivi indicati.
All’atto della consegna in cantiere la Mornico Legnami Srl dovrà dichiarare l’origine dei materiali.
Successivamente dovrà qualificarli secondo quanto stabilito nelle NTC vigenti.
Trattandosi di prodotti industriali non di serie e ottenuti da un materiale, il legno, che, per sua natura è
anisotropo ed igroscopico, tutti gli elementi in legno strutturale possono presentare lievi asimmetrie,
sbrecciature, cretti da rititro, imbarcamenti, variazioni cromatiche, sacche di resina e nodi. Dette
caratteristiche della materia legno, nei limiti stabiliti dalle NTC, non pregiudicano l’esecuzione a regola d’arte
dei manufatti.
Le misure minime indicate per gli spessori e le sezioni del legno strutturale sono misure nominali, per le quali
sono ammissibili gli scostamenti disciplinati dalle norme relative ai rispettivi materili.

Scarico e stoccaggio del materiale


Sarà cura del Committente l’individuazione di un’area adeguata, asciutta, pulita, accessibile e piana per lo
stoccaggio, la custodia dei beni della Mornico Legnami Srl e la loro adeguata protezione, fino a chiusura
lavori. I componenti dovranno essere opportunamente protetti dagli agenti atmosferici.

Movimentazione e sollevamento in quota


Si rimanda al Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.) per:
Le specifiche tecniche delle attrezzature e dei prodotti da utilizzare nelle operazioni di posa in opera.
Le indicazioni di dettaglio relative ai dispositivi di protezione ed ai mezzi di sollevamento impiegati durante
tali operazioni.
Le operazioni di movimentazione e di sollevamento in quota che dovranno essere coordinate dalla squadra
di montaggio addetta alla posa degli elementi in legno strutturale, che opererà a terra ed in quota.

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Montaggio
L’assemblaggio degli elementi in legno strutturale dovrà sempre avvenire secondo quanto previsto dal
progetto esecutivo allegato alla fornitura e secondo le prescrizioni in esso contenute, tali da garantire in
opera il comportamento strutturale previsto.
In nessun caso dovranno essere apportati in cantiere tagli o sagomature tali da alterare il comportamento
dell’elemento strutturale rispetto a quanto previsto a progetto: ove necessario dovrà preventivamente essere
contattata la Mornico Legnami Srl per ottenere l’autorizzazione a procedere.

Il committente (o chi da esso delegato), prima della messa in opera degli elementi in legno strutturale, dovrà
verificare la corretta posa degli elementi metallici ed accessori vari predisposti nei getti strutturali
(contropiastre, tirafondi, etc.), ed il rispetto di misure, quote ed eventuali tolleranze indicate nei progetti
esecutivi della Mornico Legnami Srl, nonché l’esecuzione di travi e/o cordoli in c.a. e o comunque di strutture
di sostegno, con perfetto posizionamento dei piani di posa.
Le modalità di posa e le sequenze di montaggio degli elementi in legno strutturale vengono definite nei
documenti di cantiere predisposti dalla Mornico Legnami Srl ed allegati alla fornitura: P.O.S. e disegni
esecutivi. In questi ultimi dovranno essere chiaramente indicati i particolari costruttivi e le specifiche tecniche
relativi agli elementi di collegamento che saranno conformi alle prescrizioni delle NTC.

A solo titolo esemplificativo si riportano di seguito alcune prescrizioni relative ai principali tipi di connettori in
uso nelle strutture in legno strutturale:
I chiodi dovranno essere inseriti ad angolo retto rispetto alla fibratura e fino ad una profondità tale che le
superfici delle teste dei chiodi siano a livello della superficie del legno strutturale. Di regola si devono
utilizzare chiodi zigrinati per collegamenti di tipo strutturale.
Bulloni e viti dovranno essere stretti in modo tale che gli elementi siano ben serrati. L’eventuale successiva
manutenzione periodica prevederà, se necessario, di stringere ulteriormente i bulloni quando il legno avrà

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raggiunto il suo contenuto di umidità di equilibrio o per fenomeni di assestamento. Le rondelle poste sotto la
testa ed il dado dovranno appoggiare sul legno per tutta la loro superficie.
I connettori “a caviglia” dovranno essere inseriti a forza nei relativi alloggiamenti.
Quando si usano connettori a piastra dentata, i denti dovranno essere pressati fino al completo inserimento
del legno.

L’intero assemblaggio dovrà essere effettuato in modo tale che non si verifichino tensioni indesiderata non
previste nel progetto.
Ulteriori indicazioni relative la posa delle strutture in legno sono contenute nelle istruzioni di lavoro “Posa
coperture in legno” all’interno del manuale della Sistema di Qualità della Mornico Legnami Srl (IL-7.5-02 e IL
-8.2.4-01) di seguito allegate.

Varianti in opera
I disegni esecutivi e le relative specifiche di montaggio dovranno essere rispettati in ogni loro parte in modo
integrale; qualora sopravvenissero situazioni di cantiere od operative che rendessero necessarie varianti
sostanziali, corre l’obbligo al Committente di informare tempestivamente la Mornico Legnami Srl, per
valutare l’opportunità o meno di introdurre varianti rispetto a quanto previsto a progetto.
Eventuali forniture addizionali e prestazionali derivanti da qualsiasi aggiunta o modifica richiesta dal
Committente, per divenire esecutive, dovranno essere formalizzate per iscritto alla Mornico Legnami Srl, che
si riserva di accettarle.

Opere di finitura e accessorie


Il committente dovrà verificare la tempestiva esecuzione di tutte le opere di completamente non a carico
della Mornico Legnami Srl quali: le eventuali impermeabilizzazioni, le tamponature e sigillature tra gli
arcarecci, le eventuali saldature da effettuarsi in opera, gli eventuali fori da effettuare per il montaggio di
finestre da tetto o impianti tecnologici, quali ad esempio le canne fumarie. Queste ultime dovranno essere
realizzate secondo le norme vigenti garantendo un efficace rivestimento coibente in modo che la
temperatura delle superfici esterne non sia in nessun punto mai superiore a 50° C.

Consegna dell’opera
La consegna dei beni e lavorazioni specificati e descritti nel contratto stipulato fra le parti verrà effettuata a
fine montaggio mediante redazione di apposito “Verbale di fine lavori”, sottoscritto dal Committente e dal

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rappresentante della Mornico Legnami Srl. Nel caso in cui il Committente non sottoscriva il “Verbale di fine
lavori” trascorsi 8 (otto) giorni dalla data del Verbale, senza che siano avanzate contestazioni, esso si riterrà
valido ed accettato.

3) Operazioni previste per la manutenzione dell’opera


Nelle comuni condizioni d’uso (elementi strutturali non esposti alle intemperie), il mantenimento in opera
della funzionalità, delle caratteristiche di qualità, dell’efficienza e del valore economico degli elementi in
legno strutturale previsti a progetto, potrà essere garantito attraverso una normale attività di manutenzione
ordinaria. Questa dovrà prevedere:
I. La verifica dell’integrità strutturale dell’opera attraverso la valutazione dello stato di conservazione dei
materiali e l’individuazione di eventuali danneggiamenti localizzati (es.: danni da infiltrazioni, attacchi
di funghi e insetti, corrosione dei metalli, etc.);
II. Il controllo e l’eventuale ripristino del grado di vincolo richiesto dai singoli collegamenti;
III. Il controllo e l’eventuale ripristino dei dispositivi accessori posti a protezione degli elementi in legno
strutturale;
IV. La rimozione dei materiali organici od inorganici depositati sulla struttura o su parti di essa;
V. La pulitura ed il ripristino dell’impregnazione sugli elementi in legno strutturale, ove necessaria.

Per tutte le opere in legno occorrerà effettuare un controllo di tipo visivo dello stato di conservazione da
svolgersi con cadenza annuale, facendo riferimento agli aspetti di seguito elencati.
Per le coperture andrà controllata l’efficienza del manto e di tutte le opere di lattoneria, verificando l'assenza
di perdite e/o ostruzioni che potrebbero causare infiltrazioni d'acqua verso le strutture portanti. Nel caso si
riscontrasse una situazione di infiltrazione potenziale o molto limitata (che si asciuga entro una settimana),
occorrerà intervenire ripristinando e/o riparando come necessario. Nel caso di presenza di infiltrazioni
occorrerà valutare l'eventuale stato di degrado della copertura mediante ispezione effettuata da uno

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strutturalista ed eventualmente intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado ed l'utilizzo di idonei
prodotti di protezione previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere di
consolidamento o sostituzioni nei casi più gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Per le opere in elevazione interne e/o protette (pareti e solai) dovranno essere controllate le sedi di appoggio
e verificata l’assenza di infiltrazioni, condensazione o ristagno d’acqua. Nel caso del verificarsi di questa
situazione occorrerà intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado e l'utilizzo di idonei prodotti di
protezione dai funghi previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere di
consolidamento o sostituzioni nei casi più gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Per le opere in elevazione esterne e/o non protette dovranno essere controllate le sedi di appoggio e le
superfici di contatto legno-legno nonché quelle tra il legno ed altri materiali (vedasi, ad esempio, acciaio) per
verificare l’assenza di ostruzioni al deflusso o di ristagno d’acqua. Nel caso del verificarsi di una situazione di
degrado, effettivo o potenziale, occorrerà intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado e l'utilizzo di
idonei prodotti di protezione previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere
di consolidamento o sostituzioni nei casi piu gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Parallelamente, su tutte le altre superfici esposte, dovrà essere controllato lo stato del trattamento
impregnante protettivo, che andrà ripetuto con cadenza annuale per i primi tre anni e poi successivamente
con cadenza triennale.
Inoltre, nel caso di eventi eccezionali, occorrerà seguire le seguenti indicazioni. Nel caso in cui si verifichi un
evento sismico di intensità uguale o maggiore al grado 6 della scala Richter occorrerà effettuare un controllo
puntuale di tutti gli elementi di connessione dei pannelli di legno alla struttura sottostante e dei giunti verticali
tra pannello e pannello. Se degli elementi di connessione risultassero danneggiati (chiodi, viti o piastre
metalliche) si dovrà procedere all'eventuale posizionamento di nuovi elementi accanto a quelli esistenti ad
opportuna distanza, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Nel caso in cui si verifichi un incendio occorrerà effettuare un controllo accurato di tutte le sezioni residue
(togliendo completamente lo strato carbonizzato) e di tutte quelle apparentemente non interessate
dall’incendio fino ad una distanza di almeno 50 cm da quelle interessate, controllando anche l’eventuale
deformazione degli elementi di connessione. Occorrerà quindi intervenire con opere di consolidamento o
sostituzioni nei casi più gravi e provvedere, nel caso di elementi di connessione danneggiati (chiodi, viti e/o
piastre metalliche), all'eventuale posizionamento di nuovi elementi accanto a quelli esistenti ad opportuna
distanza e con lo stesso numero e tipologia di elementi di collegamento e comunque sulla base di una
specifica progettazione.
Nel caso di verificarsi di eventi piovosi eccezionali occorrerà effettuare un controllo globale di tutti gli
elementi strutturali verticali ed orizzontali per l'eventuale infiltrazione di acque meteoriche e nel caso

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intervenire come sopra descritto.


Nel caso di eventi ventosi eccezionali andranno controllati attentamente tutti gli elementi di connessione
delle pareti e degli elementi strutturali della copertura, provvedendo alla loro sostituzione con nuovi elementi
nel caso di danni, sulla base di una specifica progettazione. Andrà inoltre adeguatamente controllata la
tenuta del manto di copertura e del suo collegamento alle strutture portanti, intervenendo come sopra
descritto nel caso di danneggiamento.

4) Frequenza delle operazioni di manutenzione


Per tutte le opere in legno è prevista un’ispezione annuale visiva in cui verificare l’integrità della struttura in
relazione a danneggiamenti, infiltrazioni d'acqua, formazioni di condensa. Nelle operazioni di manutenzione
bisognerà usare impregnanti a base di olio di lino cotto.
Nei parapetti e nelle balaustre, bisognerà effettuare il ripristino e/o la sostituzione degli elementi di
connessione dei corrimano e delle balaustre e verificare il corretto serraggio degli stessi, nonché la
sostituzione di eventuali parti mancanti. La riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici
dovrà avvenire mediante la rimozione della ruggine e l’applicazione di vernici protettive. La riparazione di
eventuali corrosioni e/o fessurazioni dovrà avvenire quando occorre mediante saldature in loco con elementi
di raccordo.
Nelle condizioni d’uso eccezionali (per esempio: strutture esposte, condizioni ambientali che permettano il
raggiungimento nel legno di umidità relativa superiore al 20%, travi esposte ai raggi solari, travi esposte
direttamente ad acqua meteorica o salmastra, etc.) il Committente dovrà commissionare ispezioni annuali
che individueranno caso per caso il tipo di manutenzione da effettuare.
Nelle condizioni d’uso eccezionali potranno essere necessari interventi straordinari costituiti da opere di
sostituzione di parti strutturali per le quali non sia stato possibile raggiungere uno o più degli obiettivi
preposti attraverso la sola attività di manutenzione.

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Tutti gli interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che di sostituzione, sono a carico
del Committente.

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Sistema costruttivo a pannelli ad assi incrociati X-LAM

Caratteristiche del sistema costruttivo e descrizione dell’organismo strutturale

Il sistema trae origine dal prodotto “pannello di legno massiccio a strati incrociati” ideato e sviluppato per la
prima volta in Germania nella prima metà degli anni ’90. Esso ha conosciuto negli ultimi 10-15 anni un rapido
e crescente sviluppo in tutta Europa fino probabilmente a diventare, allo stato attuale, il sistema più utilizzato
nella realizzazione di edifici a struttura di legno. Il pannello a strati incrociati è un prodotto formato dalla so-
vrapposizione di strati di tavole di legno massiccio disposte ortogonalmente fra loro e collegate mediante
colla. Le tavole che compongono il pannello sono tavole di legno massiccio (generalmente di abete – classe
C24) di spessore variabile dai 15 ai 40 mm che, come detto in precedenza, sono assemblate in strati disposti
ortogonalmente fra loro in numero dispari (3,5,7 strali) ed incollate a freddo con colle poliuretaniche (senza
rilascio di formaldeide) o con colle a base di melammina-urea-formaldeide (a basso rilascio di formaldeide). I
pannelli cosi composti possono avere spessori variabili dai 70 ai circa 400 mm e vengono giuntati in lun-
ghezza in modo da formare vere e proprie pareti portanti o lastre di solaio dal momento che risultano degli
elementi costruttivi molto rigidi e resistenti.
Un edificio a pannelli portanti è sostanzialmente una struttura scatolare in cui le pareti sono formate da dia-
frammi costituti dai suddetti pannelli di legno massiccio molto rigidi e resistenti che vengono uniti fra loro me-
diante collegamenti meccanici. I pannelli per le pareti vengono prefabbricati in stabilimento attraverso tagli
computerizzati effettuati con macchine a controllo numerico in modo da arrivare in cantiere pronti per il mon-
taggio (arrivano in cantiere già dotati di aperture per porte e finestre).
Naturalmente, iI processo costruttivo parte dal montaggio delle pareti sopra il “piano di fondazione” andando,

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per prima cosa, a posizionare uno strato di guaina bituminosa da risvoltare sulla “sottostruttura” (non sulla
parete di legno) in modo da evitare la creazione ristagni d’umidità sulla parete. Oltre alla guaina viene posi-
zionato un ulteriore strato di gomma con la duplice funzione di impedire il passaggio dell'aria attraverso le
zone di contatto e di lavorare come smorzatore acustico; quest’ultimo viene utilizzato anche in tutte le zone
di contatto fra pareti ortogonali e fra pareti e solaio. (Nel caso in esame, trattandosi di sopraelevazione, si
considerano intrinsecamente risolte le problematiche legate all’eliminazione dell’umidità pertanto si procede-
rà con il posizionamento di radici in larice direttamente collegate alla struttura in c.a.).
Una volta posata la radice in larice collegata alla struttura in c.a. mediante apposite barre filettate con anco-
rante chimico, vengono posate le pareti che vengono collegate alle strutture sottostanti mediante piastre an-
golari di presidio al sollevamento (i cosiddetti “hold-down”).
Gli “hold-down” sono piastre metalliche angolari allungate che vengono posizionate in corrispondenza dei
limiti estremi delle pareti ed in prossimità delle aperture. Essi vengono collegati alle pareti di legno con chiodi
a rilievi tronco-conici ed alla “sottostruttura” con delle barre filettate d’acciaio inserite in fori sigillati con malta
epossidica (resina chimica). I diametri delle barre filettate e dei chiodi, le loro posizioni, gli interassi degli ele-
menti di collegamento e le dimensioni delle piastre angolari sono tutti parametri specificati nelle relative se-
zioni della presente relazione e nelle tavole di progetto.
La funzione di presidio allo scorrimento viene svolta invece da un duplice collegamento; in particolare, esso
viene realizzato mediante il posizionamento di un cordolo di legno massiccio di larice collegato ad un cordolo
in c.a. con barre filettate inserite in fori sigillati con resina epossidica sopra cui vengono posizionate le pareti
che verranno collegate al cordolo con viti auto-foranti inclinate inserite sui due lati della parete.
Per quanto riguarda il collegamento fra pareti ortogonali, esso viene effettuato con viti autoforanti disposte
ad interasse ravvicinato per assicurare la realizzazione di un collegamento rigido.
Una volta completato il montaggio delle pareti e dei solai si prevede il posizionamento delle travi di copertura
in legno lamellare.

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CLT
Cross Laminated Timber

“Le immagini, le tabelle e le schede descrittive sono tratte dal documento Building innovation. Building life della Stora Enso,
disponibile dagli indirizzi web clt.info e makbuilding.eu”

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Il CLT - Cross Laminated Timber

Gli elementi in legno massiccio CLT della Stora Enso: per costruire e realizzare con la forza
dell’innovazione. Materiali pregiati, versatilità d’impiego, produzione rispettosa dell’ambiente e tecniche di
posa in opera semplicissime permettono di concretizzare progetti rispondenti ai più alti requisiti costruttivi.
Il CLT viene realizzato sovrapponendo ed incollando a strati incrociati pannelli singoli di assi. Questa
speciale tecnica permette di ottimizzare le caratteristiche fisiche del materiale ai fini costruttivi e di ottenere
una migliore tenuta delle componenti.
L’assenza di giunti conferisce al prodotto qualità più vantaggiose in termini di ermeticità, passaggio del
calore, diffusione del vapore, insonorizzazione e resistenza al fuoco.
L’incollaggio avviene per mezzo di colle ecologiche, prive di formaldeide.
La stabilità della forma è garantita dalla struttura incrociata degli strati longitudinali ed orizzontali, che
permette di ridurre al minimo i fenomeni di rigonfiamento e ritiro.
Gli elementi in CLT vengono utilizzati principalmente per pareti, solai e tetti e, a seconda delle finalità d’uso,
vengono realizzati in qualità a vista o non a vista. In entrambi i casi le superfici sono levigate.
Grazie alle loro ampie dimensioni (max. 2,95 × 16 m) gli elementi CLT permettono una messa in opera
veloce e riducono il numero di giunti. Nello stabilimento ogni singolo pezzo viene rifinito pronto per il
montaggio e poi caricato per essere prelevato ed impiegato immediatamente.
Oltre a praticare le luci per porte e finestre, sono realizzate anche fresature varie e fori per il passaggio delle
condutture delle installazioni. Gli elementi grezzi sono privi di punti metallici e chiodi.
Ricavato con metodi sostenibili, trasformato con cura e lavorato a regola d’arte questo materiale raggiunge
livelli di qualità decisamente superiori.
La classificazione delle superfici degli elementi in legno lamellare a strati incrociati CLT segue la
suddivisione operata nella norma europea EN 13017-1 per i pannelli stratificati in legno massiccio;

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classificazione in base all’aspetto delle superfici.

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Proprietà CLT
Semplici nell’uso e di fattura pregiata
 Elementi di grande formato fino a dimensioni di 2,95 mt. X 16,00 mt.
 La struttura a pannelli monostrato prefabbricati sovrapposti assicura l’incollaggio completo di ogni giunto
 Assoluta facilità di lavorazione in cantiere
 Tempi di montaggio e messa in opera minimi
 Costruzione a secco con elementi prefabbricati

Ecologici e Sostenibili
 Collanti privi di formaldeide
 Clima ambiente sano: il legno massiccio regola il clima ambiente e le sostanze nocive presenti nell’aria
 Gli standard della casa passiva sono facilmente realizzabili
 Ricavati in maniera sostenibile, questi elementi offrono un ottimo bilancio energetico e della CO2

Versatili e Ineccepibili
 Praticamente esenti da alterazioni di assestamento
 Assolutamente compatibili con materiali edilizi di natura minerale
 Di norma non richiedono barriere o briglie al vapore: aperti alla diffusione, questi elementi non richiedono
l’impiego di pellicole o nastri adesivi
 Maggiore massa di termoaccumulazione rispetto alle costruzioni con telaio in legno, d’estate questa
proprietà permette al CLT di contrastare l’eccessivo riscaldamento e d’inverno di accumulare molto bene

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il calore della costruzione
 Superfici levigate sia nella qualità a vista che non a vista

Innovativi e Sicuri
 Assoluta tenuta d’aria e vento
 Predestinati per le zone a rischio sismico
 Chiara divisione tra strati portanti e strato isolante
 Protezione dal fuoco: il CLT ha un contenuto d’umidità pari al 12%. Prima che il legno bruci è necessario
che l’acqua in esso contenuta evapori. La carbonizzazione della superficie protegge gli strati interni dei
pannelli in CLT cosicchè, a differenza delle costruzioni in acciaio o in cemento, le strutture in legno
massiccio si carbonizzano, ma non crollano

Che si tratti del sogno della propria casa, della costruzione di un


ponte o della realizzazione di strutture industriali del futuro, gli
elementi in legno massiccio CLT traducono in realtà le tue
visioni. L’assoluta flessibilità d’impiego e l’eccellente versatilità
in abbinamento a qualunque altro materiale da costruzione unite
ad un’eccezionale capacità di carico ne consentono l’impiego
non soltanto nel settore abitativo, sia esso unifamiliare,
bifamiliare o condominiale, bensì anche in quello industriale,
artigianale ed infrastrutturale. Anche per ponti, carport,
costruzioni di piccole dimensioni, solai in legno composito e in
molti altri settori il CLT rappresenta il materiale da costruzione
ideale.

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Dati Tecnici CLT

Fondamentale come elemento per parete, solaio e tetto nell’edilizia abitativa e


Impieghi
commerciale
Larghezza massima 2,95 mt.
Lunghezza massima 16,00 mt.
Spessore massimo 40 cm
Struttura degli strati Pannelli monostrato incollati e sovrapposti ad incrocio
Essenze Abete rosso (su richiesta anche pino e larice)
Classe C24 (altre classi di resistenza su richiesta)
Umidità del legno 12% ± 2%
Colle prive di formaldeide per l’incollaggio dei bordi, dei giunti a pettine e delle
Adesivo
facce

Qualità a vista, a vista industriale e non a vista; in tutti i casi le superfici sono
Qualità estetiche
levigate

5,0 kN/m³ come da DIN 1055-1:2002, per calcoli statici; per il calcolo del peso di
Peso proprio
trasporto ca. 470 kg/m³

Grado di rigonfiamento e riduzione come da norma DIN 1052:2008 inferiore

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all’intervallo di saturazione delle fibre:
Alterazioni della forma in
 Nel piano del pannello: variazione di lunghezza pari allo 0,02% per ogni 1% di
caso di variazione
modifica nell’umidità del legno
dell’umidità
 Perpendicolare al piano del pannello: variazione di lunghezza pari allo 0,24%
per ogni 1% di modifica dell’umidità del legno

In conformità alla decisione della Commissione 2003/43/CE


Classe di resistenza al
 Elementi costruttivi in legno eccetto pavimento → classe euro D-s2, d0
fuoco
 Pavimenti → classe euro Dfl-s1

Coefficiente di resistenza
alla diffusione del vapore Come da norma EN 12524 → tra 20 e 50
acqueo µ
Capacità di conduzione
Come da perizia dell’SP svedese del 10.07.2009 → 0,11 W/(mK)
del calore ƛ
Inerzia termica, calore
Come da norma EN 12524 → 1.600j/(kgK)
specifico cp

Gli elementi CLT sono prodotti utilizzando pannelli monostrato per cui
presentano una notevole ermeticità. La misurazione del grado di ermeticità di un
Ermeticità
pannello Clt a tre strati e dei giunti tra pannelli condotta in base alla norma EN 12
114 ha rilevato volumi di corrente d’aria inferiori all’intervallo misurabile.

Classi / possibili impieghi Utilizzabili per le classi 1 e 2 in conformità alla norma EN 1995-1-1

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Qualità delle Superfici CLT


Estratto dalla norma EN 13017-1, tabella 1 - Classi delle superfici per pannelli multistrato in legno massiccio

Classi
Caratteristiche VI IVI NVI
Ammessi singoli giunti aperti Ammessi singoli giunti aperti Ammessi singoli giunti aperti
Incollaggio
fino a max. 1 mm di larghezza fino a max. 1 mm di larghezza fino a max. 1 mm di larghezza
Ammessa leggera alterazione
Azzurramento Non ammesso Ammesso
cromatica
Alterazioni cromatiche
Non ammesso Non ammesso Ammesso
(imbrunimento…)

Tasche di resina Nessuna tasca, max. 5x50 mm max. 10x90 mm Ammesse

Inclusione di corteccia Ammessa se sporadica Ammessa se sporadica Ammessa

Spaccature da Ammesse sporadiche


Ammesse Ammesse
asciugatura spaccature superficiali
Ammesso se sporadico, fino a
Midollo Ammesso Ammesso
40 cm di lunghezza
Ammessi alcuni buchi

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Tarlatura Non ammessa Non ammessa
sporadici fino a 2 mm

Nodi - Sani Ammessi Ammessi Ammessi

Nodi - Neri Max. 1,5 cm Ø Max. 3 cm Ø Ammessi

Nodi - Buchi Max. 1 cm Ø Max. 2 cm Ø Ammessi

Superficie Levigata al 100% Levigata al 100% Porzione ruvida max. 10%

Difetti di lavorazione Ammesse piccole imperfezioni Ammesse imperfezioni Ammesse imperfezioni


della superficie sporadiche sporadiche sporadiche
Difetti dell’incollaggio Ammesse piccole imperfezioni Ammesse imperfezioni Ammesse imperfezioni
del filo e delle testate sporadiche sporadiche sporadiche
Smussatura dei
Si No No
pannelli a L
Smerigliatura a mano
Si No No
dei bordi tagliati
Sagomatura - Sega a
Non ammessa Ammessa Ammessa
catena
Larghezza delle
≤ 130 mm Max. 230 mm Max. 230 mm
lamelle

Umidità del legno Max. 11% Max. 15% Max. 15%

Combinazione di Ammessa tra abete bianco o


Non ammessa Non ammessa
essenze diverse rosso o pino

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Stora Enso offre tre diverse qualità di pannelli CLT:

VI Qualità a Vista

IVI Qualità Industriale a Vista

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NVI Qualità Non a Vista

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Qualità delle Superfici CLT

C - Elementi
Spessore Nomen- Strati Largh. Pannelli Lungh. Pannelli
Disposizione delle lamelle
nominale clatura [—] Standard Standard

[mm] [mm] [cm] [cm]

C L C L C L C X Y
60 C3s 3 20 20 20 245;275;295 1.600
80 C3s 3 30 20 30 245;275;295 1.600
90 C3s 3 30 30 30 245;275;295 1.600
100 C3s 3 30 40 30 245;275;295 1.600
120 C3s 3 40 40 40 245;275;295 1.600

100 C5s 5 20 20 20 20 20 245;275;295 1.600


120 C5s 5 30 20 20 20 30 245;275;295 1.600
140 C5s 5 40 20 20 20 40 245;275;295 1.600
160 C5s 5 40 20 40 20 40 245;275;295 1.600

L - Elementi
Spessore Nomen- Strati Largh. Pannelli Lungh. Pannelli

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Disposizione delle lamelle
nominale clatura [—] Standard Standard

[mm] [mm] [cm] [cm]

C L C L C L C X Y
60 L3s 3 20 20 20 245;275;295 1.600
80 L3s 3 30 20 30 245;275;295 1.600
90 L3s 3 30 30 30 245;275;295 1.600
100 L3s 3 30 40 30 245;275;295 1.600
120 L3s 3 40 40 40 245;275;295 1.600

100 L5s 5 20 20 20 20 20 245;275;295 1.600


120 L5s 5 30 20 20 20 30 245;275;295 1.600
140 L5s 5 40 20 20 20 40 245;275;295 1.600
160 L5s 5 40 20 40 20 40 245;275;295 1.600
180 L5s 5 40 30 40 30 40 245;275;295 1.600
200 L5s 5 40 40 40 40 40 245;275;295 1.600

160 L5s-2* 5 60 40 60 245;275;295 1.600

180 L7s 7 30 20 30 20 30 20 30 245;275;295 1.600


200 L7s 7 20 40 20 40 20 40 20 245;275;295 1.600
240 L7s 7 30 40 30 40 30 40 30 245;275;295 1.600

220 L7s-2* 7 60 30 40 30 60 245;275;295 1.600


240 L7s-2* 7 80 20 40 20 80 245;275;295 1.600

260 L7s-2* 7 80 30 40 30 80 245;275;295 1.600 * a 5 / 7 strati: strati esterni


composti da 2 strati longitudinali
280 L7s-2* 7 80 40 40 40 80 245;275;295 1.600

300 L8s-2** 8 80 30 80 30 80 245;275;295 1.600


** a 8 strati: strati esterni / interni
composti da 2 strati longitudinali
320 L8s-2** 8 80 40 80 40 80 245;275;295 1.600

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Specifiche CLT
Stoccaggio in cantiere
Una volta scaricati in cantiere i pannelli vanno protetti dagli agenti atmosferici, dalla forte esposizione ai
raggi solari e dal contatto con l’acqua. Fondamentalmente gli elementi in CLT andrebbero posti in opera
subito dopo alla consegna.

Posa in opera
Durante la movimentazione bisogna prestare particolare attenzione alle aree più delicate, quali spigoli e
scanalature, evitando che i pezzi riportino ammaccature, entrino in contatto con sporco o impurità, ecc. Per
le superfici che in seguito resteranno a vista è consigliabile e opportuno provvedere ad un’adeguata
copertura con teli, cartone o simili per tutta la durata dei lavori.

Fessurazioni da ritiro
Il legno assorbe l’umidità contenuta nell’aria e cede umidità all’aria. Questa proprietà si accompagna a
fenomeni di rigonfiamento e ritiro. Di conseguenza può, per esempio, accadere che, a causa dell’umidità
della costruzione (proveniente dal calcestruzzo, dal massetto, ecc.) si rigonfino gli strati di copertura e la
superficie possa temporaneamente risultare ondulata. Il tutto torna alla normalità non appena si sia
ripristinato l’equilibrio igroscopico con l’ausilio di deumidificatori o accendendo gradualmente il
riscaldamento. L’abbassamento dell’umidità dovuto a particolari condizioni di esercizio, soprattutto nella
stagione fredda quando sono in funzione i riscaldamenti, può generare fessurazioni da ritiro nei pannelli in
CLT. Allo stesso modo possono aprirsi crepe lungo le commessure fra le tavole. La presenza di crepe e
fessurazioni non ha alcuna conseguenza sulla capacità di carico o sulle caratteristiche fisico-costruttive del

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CLT. Essa costituisce, anzi un fenomeno normale in pannelli che, come il CLT, sono costituiti di legno
massiccio non trattato e non rappresenta, pertanto, un difetto.

Alterazione del colore delle superfici


L’azione della luce naturale, ed in particolare dei raggi UV, determina uno scurimento ed un ingiallimento
della superficie del legno di abete rosso. Per questo motivo, qualora risultino necessari interventi successivi
sul legno (per es. levigatura) è consigliabile procedere al più presto onde evitare la formazione di chiazze di
diverso colore.

Trattamento delle superfici


In linea di massima per il CLT possono essere utilizzate tutte le vernici specifiche del legno. Si fa presente
che i pannelli in CLT non sono concepiti per l’impiego in posizioni esposte all’azione diretta degli agenti
atmosferici o ad un’umidità dell’aria costantemente ed eccessivamente alta. Una decisione in senso
contrario avviene su responsabilità e a rischio dell’utente finale.

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CERTIFICAZIONI CLT

Istituto Tedesco per le Tecnologie Edilizie

L’istituto tedesco per le tecnologie edilizie (DIBt), in quanto ufficio di


omologazione, accorda i permessi generali per prodotti edili e
sistemi di costruzioni
Il benestare generale dell’istituto di omologazione regolamenta la
produzione e l’impiego del CLT e fornisce la base per l’attribuzione
del marchio di conformità Ü-Zeichen

Benestare Tecnico Europeo

L’ETA regolamenta la produzione e l’impiego del CLT nell’area


europea ed è basilare per l’ottenimento del marchio CE

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PEFC “Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes”

Il certificato PEFC contraddistingue i prodotti di carta e legno derivati


da silvicoltura socialmente, economicamente ed ecologicamente
sostenibile, durante tutta la catena di lavorazione.
Il PEFC segnala, dunque, al cliente che con l’acquisto del prodotto
che lo reca egli darà un contributo alla silvicoltura eco-compatibile.
Esso assicura, inoltre, che il prodotto è stato sottoposto a severi
controlli, dal momento del prelievo della materia prima dal bosco fino
alla realizzazione del prodotto finito. La Stora Enso ha ottenuto
questo certificato e si sottopone regolarmente a controlli da parte di

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COSTRUZIONE E DESCRIZIONE TECNICA

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Descrizione tecnica

Estratto dalla Relazione Tecnica:


Allo scopo di garantire il comportamento scatolare dell'intero organismo strutturale è necessario che non
intervengano dei cedimenti per perdita di geometria locale o globale; in altri termini, la scatola strutturale non
si deve mai aprire e deve restare connessa punto per punto.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario che alcune connessioni fra i diversi elementi strutturali siano
dotate di adeguate riserve di sovraresistenza in maniera tale che la struttura rimanga sempre in campo
elastico evitando eccessive deformazioni. In questo modo, in accordo con il criterio della gerarchia delle
resistenze, si consente agli elementi e alle connessioni a comportamento duttile di dissipare l'energia
trasferita dal sisma. Le connessioni che possiedono queste caratteristiche sono le seguenti:
• la connessione fra i vari pannelli di solaio: in questo modo si assicura la pressoché totale assenza di
scorrimento relativo fra pannelli e si garantisce l'ipotesi di diaframma rigido;
• la connessione fra il solaio e la parete sottostante: così facendo si ha che, ad ogni piano, è presente un
diaframma rigido al quale risultano rigidamente connesse le pareti sottostanti. Quindi, in questo modo si
realizza la cosidetta “cintura di piano”;
• la connessione verticale fra le pareti che si intersecano ortogonalmente (in particolare quelle poste agli
angoli dell'edificio): in questa maniera risulta sempre garantita sia la stabilità delle pareti stesse sia quella
dell'intera scatola strutturale.
In generale, la sovraresistenza delle unioni citate viene conferita adottando per esse un interasse dei mezzi
di unione ridotto almeno di “1/1.3”.

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Connessioni che in un edificio a pannelli devono essere dotate di
sovraresistenza (quelle evidenziate in rosso) al fine di garantire il
funzionamento della scatola strutturale.

Invece, le connessioni fra elementi che sono devolute alla dissipazione di energia attraverso un
comportamento duttile, e che pertanto vanno puntualmente progettate garantendo sufficienti riserve di
resistenza per le relative azioni di progetto, sono le seguenti:

• le connessioni verticali “pannello-pannello” (quando presenti per definire un’unica parete);


• le connessioni di “presidio al taglio” previste alla base delle pareti portanti;
• le connessioni di “presidio al sollevamento” (hold-down) previste alle estremità di ciascuna parete portante
ed in corrispondenza delle aperture.

In accordo con il criterio della gerarchia delle resistenze è necessario che questi elementi siano progettati
per resistere alle azioni sismiche di competenza senza effettuare sovradimensionamenti. E’ quindi
importante che la resistenza alle azioni orizzontali sia maggiore ai piani bassi e diminuisca ai piani alti
proporzionalmente alla variazione in altezza del taglio di piano.
In altri termini, và evitato il sovradimensionamento di queste unioni o, quantomeno, è opportuno adottare un
fattore di sovradimensionamento unico a tutti i piani (in linea teorica, bisogna progettare in modo che, a tutti i
piani, le unioni meccaniche si plasticizzino contemporaneamente).
Questo aspetto è importante al fine di garantire il necessario livello di duttilità e di dissipazione all'intero
organismo strutturale oltre che per evitare il sovradimensionamento di queste connessioni rispetto

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a quelle devolute al mantenimento del comportamento scatolare (quelle che, per questo motivo, devono
garantire effettivamente una maggiore resistenza).
A tal proposito è opportuno osservare come la resistenza delle connessioni con mezzi di unione a gambo
cilindrico (chiodi, spinotti, bulloni, viti) risenta fortemente dell'effetto della laminazione incrociata. Recenti
studi scientifici hanno evidenziato che le tavole incollate ortogonalmente alla direzione dello sforzo
scongiurano il pericolo dello "splitting" e cioè della prematura rottura per divaricazione delle fibre. E’ per
questo motivo che la resistenza di alcune connessioni può risultare maggiore del 50% rispetto a quella
calcolata secondo la teoria classica di Johansen descritta sull'Eurocodice 5; in particolare, questa
maggiorazione della resistenza è lecita qualora la connessione interessi una parte di pannello in cui è
presente l'effetto della laminazione incrociata. Tuttavia, in assenza di chiare indicazioni a riguardo, la
resistenza delle connessioni deve essere calcolata secondo le formule attualmente riportate nella normativa
vigente.

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STRUTTURA DEL CLT


Gli elementi in legno massiccio CLT sono costituiti da pannelli monostrato incollati e sovrapposti a strati in-
crociati.
La larghezza massima producibile è di 2,95 mt; la lunghezza massima di 16,00 mt.
ESEMPIO: Struttura di un pannello in legno massiccio CLT a 5 strati incrociati:

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Tabella di predimensionamento PARETE ESTERNA CLT

Pareti esterne (w = 1,00 kN/m²)

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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 V1,i = 0,63 mm/min.
a) Verifica dell’asta caricata di punta (pressione secondo il metodo dell’asta equivalente
V1,a = 0,86 mm/min.
b) Tensioni di taglio

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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Tabella di predimensionamento PARETE INTERNA CLT

Autorizzazione Z 9.1-559
Pareti interne (senza pressione del vento) DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)

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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 V1,i = 0,63 mm/min.
a) Verifica dell’asta caricata di punta (pressione secondo il metodo dell’asta equivalente
V1,a = 0,86 mm/min.
b) Tensioni di taglio

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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Tabella di predimensionamento PANNELLO CLT PORTANTE AD UNA CAMPATA


OSCILLAZIONE

Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)

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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Agibilità Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 a) Situazione di misurazione quasi continua
HFA = 2011
W fin amm = 250
a) Verifica delle sollecitazioni di tensoflessione
b) Situazione di misurazione rara V1 = 0,65 mm/min.
b) Verifica delle sollecitazioni di taglio W q,inst amm = 300
W fin amm - w g,inst = 200
c) Oscillazione
Oscillazione secondo EN 1995-1-1 e Kreuzinger & Mohr
(f1 > 8 Hz oppure f1 > 5 Hz dove a = 0,4 m/s², v < vlim, wef < 1 mm)
D = 2%, 5 cm pavimento in cemento, b = 1,2 · ϐ
Kdef = 0,6

Siccome l’oscillazione dipende oltre che dalla luce anche dalla massa, è possibile che pur avendo una luce inferiore il solaio risulti più
spesso.

La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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Tabella di predimensionamento PANNELLO CLT PORTANTE AD UNA CAMPATA


DEFORMAZIONE

Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)

info@mornicolegnami.com
* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Agibilità Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 a) Situazione di misurazione quasi continua
HFA = 2011
W fin amm = 250
a) Verifica delle sollecitazioni di tensoflessione
b) Situazione di misurazione rara V1 = 0,65 mm/min.
b) Verifica delle sollecitazioni di taglio W q,inst amm = 300
W fin amm - w g,inst = 200

Kdef = 0,6

La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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Tabella di predimensionamento PANNELLO CLT PORTANTE A DUE CAMPATE


OSCILLAZIONE

Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)

info@mornicolegnami.com
* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Agibilità Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 a) Situazione di misurazione quasi continua HFA = 2011
W fin amm = 250
a) Verifica delle sollecitazioni di tensoflessione b) Situazione di misurazione rara V1 = 0,65 mm/min.
b) Verifica delle sollecitazioni di taglio W q,inst amm = 300
W fin amm - w g,inst = 200
c) Oscillazione
Oscillazione secondo EN 1995-1-1 e Kreuzinger & Mohr
(f1 > 8 Hz oppure f1 > 5 Hz dove a = 0,4 m/s², v < vlim, wef < 1 mm)
D = 2%, 5 cm pavimento in cemento, b = 1,2 · ϐ
Kdef = 0,6

Siccome l’oscillazione dipende oltre che dalla luce anche dalla massa, è possibile che pur avendo una luce inferiore il solaio risulti più
spesso. Il calcolo è stato effettuato considerando il carico utile su di una campata. Distribuendo i carichi utili su entrambe le campate è
possibile che lo spessore richiesto del solaio si riduca.
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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Tabella di predimensionamento PANNELLO CLT PORTANTE A DUE CAMPATE


DEFORMAZIONE

Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)

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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)

Capacità di carico: Agibilità Resistenza al fuoco:


Kmod = 0,8 a) Situazione di misurazione quasi continua HFA = 2011
W fin amm = 250
a) Verifica delle sollecitazioni di tensoflessione b) Situazione di misurazione rara V1 = 0,65 mm/min.
b) Verifica delle sollecitazioni di taglio W q,inst amm = 300
W fin amm - w g,inst = 200

Kdef = 0,6

Il calcolo è stato effettuato considerando il carico utile su di una campata. Distribuendo i carichi utili su entrambe le campate è possibile
che lo spessore richiesto del solaio si riduca.
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.

La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.

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DETTAGLI: Giunzione fra gli elementi

Tavola coprigiunto
Sulla faccia superiore di ciascuno degli elementi per solaio da unire si pratica una scanalatura, di norma di
misura di 27 mm x 50 mm. Come tavola coprigiunto si consiglia un pannello a tre strati oppure di
compensato impiallacciato dello spessore di 27 mm. A garanzia dell’ermeticità si inseriscono appositi nastri
di tenuta. Per la giuntura si possono usare viti, chiodi, graffe, ecc. avendo cura di scegliere il mezzo più
opportuno e la distanza giusta per soddisfare i requisiti statici.

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Incassatura a gradino
Di norma in questo caso il collegamento viene effettuato per mezzo di viti, avendo comunque cura di
scegliere il tipo di collegamento più opportuno e la distanza giusta per soddisfare ai requisiti statici. La
misura del gradino è pari alla metà dello spessore del pannello ed ha una profondità di 50 mm; negli
elementi a vista il lembo superiore viene ridotto di 2 mm per evitare una fuga aperta sul lato inferiore.

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FISICA DELLE COSTRUZIONI

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COIBENTAZIONE degli elementi CLT


L’effetto coibentante di un elemento costruttivo dipende dal suo valore U, ossia dal suo coefficiente di
trasmissione del calore. Per poter calcolare tale valore è necessario conoscere la posizione, la struttura e la
conduttività termica ƛ dei materiali dell’elemento. La conduttività termica del legno viene fondamentalmente
influenzata dalla sua densità e dalla sua umidità.
Il valore ƛ del CLT è uguale a 0,110 W/mK.
La densità caratteristica del CLT è pari a 512 kg/m³.
Per quanto riguarda l’umidità si suppone un valore medio del 12%, anche se nel caso di una parete esterna
nei mesi invernali i valori dell’umidità saranno probabilmente inferiori. In presenza di un’umidità più bassa si
riduce di conseguenza anche il valore effettivo della conduttività del calore.

Valore U di un elemento CLT


Nella tabella di seguito è riportato il valore U degli elementi CLT non rivestiti.

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Valore U di un elemento CLT coibentato


valori U di pannelli CLT con spessore di 100 mm impiegati come parete esterna in funzione dello spessore
del materiale isolante (appartenente alla classe WLG 040)

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Esempio di confronto di valore U
CLT 3s + isolamento WLG 040
Valori di trasmittanza termica ipotizzata: Rsi = 0,13 m²k/W - Rse = 0,04 m²k/W

Spessore Materiale ƛ Spessore Spessore Valore U


[cm] [—] [W/m²K] Isolante Complessivo W/(m²K)
[cm] [cm]
A 10 CLT 0,11 0 9,7 0,95
B 4 - 24 WLG 040 0,04 4 14 0,48
0,04 6 16 0,39
0,04 8 18 0,32
0,04 10 20 0,28
0,04 12 22 0,25
0,04 14 24 0,22
0,04 16 26 0,20
0,04 18 28 0,18
0,04 20 30 0,16
0,04 22 32 0,15
Esterno Interno 0,04 24 34 0,14

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Ermeticità
L’ermeticità all’aria e al vento dell’involucro esterno di un edificio come anche di due singole parti (pannelli
per pareti, solai e tetto) rappresenta un requisito essenziale che influenza variamente il clima ambientale, le
proprietà acustiche, l’integrità della struttura, il ricambio dell’aria e il bilancio energetico di un edificio.
Lo strato a tenuta d’aria (posto di norma all’interno) e quello ermetico al vento (sull’esterno) impediscono
congiuntamente che la costruzione sia soggetta a correnti.
Sono, inoltre, decisivi per la qualità e la conservazione dell’edificio nel tempo.
La particolare struttura a pannelli CLT crea uno strato ermetico all’aria che di norma non richiede
l’applicazione di un ulteriore membrana a tenuta d’aria posta internamente. Ciò si ripercuote positivamente
sui costi da preventivare per la realizzazione della struttura e contemporaneamente riduce il rischio di errori
e danni in fase di costruzione, nonché i tempi di realizzazione e di messa in opera.
Altri sistemi di edilizia in legno (per esempio quelli a telaio) necessitano di uno strato ermetico all’aria
aggiuntivo (che funga anche da freno al vapore, realizzato con guaine o pannelli a scaglie orientate con
giunti incollati).

Importanza dell’ermeticità all’aria


L’ermeticità all’aria influisce sull’equilibrio termico e igroscopico della costruzione. Per “ermeticità all’aria” si
intende la proprietà di ostacolare i flussi convettivi, ovvero la penetrazione di aria nelle parti costruttive

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dall’interno verso l’esterno.
Mancando l’ermeticità all’aria si permette il passaggio dell’aria dall’interno all’esterno della costruzione. Ne
può conseguire che:
 Si formi acqua di condensa nella costruzione;
 Si riduca il potere coibentante;
 Si abbassi la temperatura superficiale.

I rischi connessi sono:


 Danni alla costruzione;
 Formazione di muffe;
 Correnti d’aria;
 Maggiore consumo energetico.

Importanza dell’ermeticità al vento


Un fattore altrettanto importante per l’involucro di un edificio è la sua ermeticità al vento. La sua mancanza
può generare fenomeni analoghi alla mancanza di ermeticità all’aria. Uno dei motivi è il raffreddamento dello
strato coibente.
L’isolamento al vento, posto sul lato esterno dell’edificio, impedisce all’aria di penetrare all’interno delle
componenti della costruzione, proteggendo lo strato coibente e preservando le caratteristiche isolanti.

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Vantaggi del CLT in termini di ermeticità all’aria


I pannelli di grande formato (fino a 2,95 mt x 16 mt) permettono di ridurre il numero di giunti e di
conseguenza anche dei punti da isolare.
Di norma non è necessaria l’applicazione di ulteriori guaine sul lato interno della costruzione.
Per isolare i giunti in maniera semplice ed efficace è sufficiente l’uso di nastri coprigiunto comprimibili.

Aspetti tecnici dell’ermeticità all’aria


Per misurare l’ermeticità all’aria di un edificio si usa il numero di ricambi d’aria (valore n50)
Spiegazione:
 Numero di ricambi d’aria: per quantificare la ventilazione si utilizza il numero di ricambi d’aria orario n.
questo indica quante volte il volume d’aria di una stanza si ricambi nell’arco di un’ora.
 Valore n50:: il valore n50 indica il numero orario di ricambi d’aria quando fra l’esterno e l’interno
dell’edificio si crea una differenza di pressione positiva o negativa di 50 Pascal.
Eseguendo a regola d’arte tutti i punti di raccordo (angoli, giunti longitudinali, finestre, ecc.), con il CLT si
possono raggiungere valori n50 pari a quelli di CasaClima (n50 = 0,6 1/h). La norma ÖNORM B 8110-1:2008
indica i numeri di ricambi d’aria ammissibili. A seconda del tipo di costruzione, si distinguono edifici privi di
impianti di ventilazione (n50 = 3 1/h), edifici dotati di impianti di ventilazione (n50 = 1,5 1/h) e edifici
CasaClima (n50 = 1,5 1/h). Per “impianto di ventilazione” si intende un dispositivo atto all’areazione
controllata dell’ambiente abitativo.

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Il rispetto di questi valori di n50 è fondamentale per la funzionalità dei rispettivi involucri degli edifici.
Il cosiddetto numero di ricambi d’aria si misura e si valuta attraverso il test “blower door test”.
Tale test è consigliato al cliente finale per far valutare la qualità di permeabilità e la corretta esecuzione dei
lavori di un edificio.
Oltre all’aspetto dell’ermeticità all’aria si presenterà anche brevemente il comportamento alla diffusione: i
pannelli CLT hanno ottime qualità che permettono la realizzazione di pareti traspiranti senza l’impiego di
membrane.
Se si decide di non impiegare membrane si dovrà fare in modo che la capacità di diffusione dei singoli strati
(isolamento termico, intonaco, ecc.) aumenti procedendo verso l’esterno (in linea di massima, lo strato più
esterno dovrebbe avere una capacità di diffusione fino a dieci volte superiore a quella dello strato interno).
Ciò permette di evitare la formazione di condensa nelle strutture di pareti, solai e tetti.
I valori che misurano il comportamento alla diffusione sono la resistenza alla diffusione del vapore acqueo
(µ) e lo spessore dello strato d’aria equivalente (sd).
Se una struttura non è ermetica all’aria, le correnti d’aria umida che passano per pareti, solai e tetti possono
generare quantità di condensa considerevolmente maggiori nelle varie parti dell’edificio rispetto a quelle che
si vengono a creare ad opera della sola diffusione.
In sintesi: per rispondere ai più alti criteri di qualità, un edificio in CLT deve essere ermetico ad aria e vento.
Nei diversi punti di giunzione bisogna prestare attenzione a creare un sistema ermetico continuo all’aria e al
vento, ovvero a far sì che tutte le misure sigillanti orizzontali e verticali formino un unico involucro ermetico.

Solo così sarà possibile evitare eccessive dispersioni di calore, con tutti i fenomeni che ne
conseguono, quali inumidimento della costruzione, formazione di muffe e simili.

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Umidità
Gli edifici e le loro parti non sono soggetti soltanto a sollecitazioni
termiche, ma anche igroscopiche.
A completamento dei lavori, le strutture degli edifici contengono
spesso ancora un’alta percentuale di umidità.
L’impiego di pannelli CLT ovvia questo problema, in quanto il
prodotto permette di realizzare strutture ampiamente asciutte.
Gli elementi costruttivi, tuttavia, vanno protetti da qualsiasi fonte
di umidità. Un’eccessiva presenza di umidità può ridurre la
resistenza e compromettere la coibentazione. Allo stesso tempo,
però il legno necessita di un minimo livello di umidità (in
particolare nel caso di pannelli a vista) per esempio per ridurre le
fessurazioni da asciugatura.
Siccome quando si impiegano i pannelli CLT la struttura portante
e gli elementi coibentanti sono separati, la costruzione può essere
considerata separatamente anche dal punto di vista statico e
fisico. Rispetto ad altri sistemi edilizi in legno, il CLT presenta
l’ulteriore vantaggio, che oltre alla funzione portante, ha anche
una più elevata massa di termoaccumulazione. Già a partire dalla

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struttura a tre strati i pannelli in CLT sono a tenuta d’aria.

Perché è necessario proteggere gli edifici dall’umidità?


 Agibilità degli spazi
Un ambiente deve rispondere a condizioni climatiche severamente definite, per questo motivo bisogna
prevenire un apporto incontrollato di umidità. I materiali da costruzione umidi possono essere fonti di
batteri e sostanze maleodoranti.

 Coibentazione degli stabili


La presenza di un’elevata umidità accresce il fabbisogno energetico per il riscaldamento di un edificio,
determinato dall’aumento della conduttività termica. Anche l’aspirazione dell’aria umida e dell’acqua
evaporata fa aumentare i consumi energetici.

 Tutela del complesso edilizio


Per preservare una costruzione è fondamentale contenere gli effetti incontrollati dell’umidità. Non a caso, la
maggior parte dei danni agli edifici avviene proprio per influsso dell’acqua.

Valore sd di un pannello CLT


Una perizia eseguita dalla Holzforschung Austria rivela che:
un pannello CLT 3 strati presenta lo stesso valore sd di un pannello in legno massello di pino dello stesso
spessore (+ 26 mm per il giunto collato del CLT).

 Dipendenza dall’umidità del materiale


In presenza di un clima più umido il valore µ del giunto collato diminuisce notevolmente. Nello strato di colla
si formano spazi porosi e si stabiliscono contatti capillari tra legno di testa e lunghezze. Rispetto ad una

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condizione di clima secco, in caso di clima umido ciò può determinare un’accelerazione dei processi di
trasporto dell’umidità. Questo fenomeno, tuttavia, dipende dal tipo di collante e dall’umidità relativa dell’aria.
Verso l’esterno il valore sd dovrebbe essere di 5-10 m più basso che non all’interno.
A partire da una struttura a tre strati, i pannelli CLT sono a tenuta d’aria, ma non impermeabili al vapore. Ciò
significa che il CLT è aperto alla diffusione del vapore acqueo e la barriera al vapore dello strato coibentante
è costituita dai giunti incollati. Come qualsiasi altro sistema costruttivo, anche il CLT va protetto dalla
costante azione dell’umidità.
Il CLT regola l’aria ambiente. In presenza di maggiore umidità il materiale l’assorbe, per poi cederla quando
l’umidità diminuisce.
Il CLT si può anche definire come una barriera al vapore ad umidità variabile. D’estate, in presenza di alte
temperature

Sicurezza Antincendio
Il legno massiccio è più resistente al fuoco di quanto comunemente non si creda. Il CLT ha un contenuto
d’umidità di circa il 12%. Prima che il legno bruci è necessario che l’acqua in esso contenuta evapori.
La carbonizzazione della superficie protegge gli strati interni dei pannelli in CLT cosicché, a differenza delle
costruzioni in acciaio o in cemento, le strutture in legno massiccio si carbonizzano, ma non crollano.
Per corroborare tale affermazione i pannelli CLT in legno massiccio sono stati sestati da un istituto

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accreditato, la Holzforschung Austria. I risultati parlano chiaro e superano addirittura aspettative.

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Proprietà antisismiche
Grazie alla loro alta resistenza statica ed elasticità, le costruzioni in pannelli di legno massiccio CLT sono
indicate anche per le zone a rischio sismico. Essendo il legno massiccio più leggero del cemento, le scosse
si trasmettono in misura decisamente inferiore alla struttura dell’edificio.
Negli ultimi anni in Giappone, sulla piattaforma di simulazione più grande del mondo, sono state testate le
caratteristiche antisismiche di edifici in legno massiccio a sei e sette piani, simulando terremoti di magnitudo
7,5 sulla scala Richter. Le costruzioni ne sono uscite praticamente indenni.
(Vedi anche il sito: http://www.progettosofie.it/ita/multimedia.html)

«Il comportamento alle scosse sismiche degli edifici a più piani che utilizzano il sistema costruttivo a
pannelli lamellari di legno massiccio a strati incrociati»
Su commissione della Stora Enso, il Politecnico di Graz ha redatto un’opera di 214 pagine, in cui si mette a
confronto il comportamento alle scosse sismiche di CLT, mattoni e cemento. Dal testo emerge chiaramente
anche come vada effettuato il calcolo statico (in applicazione dell’Eurocodice 8) relativo alle scosse
sismiche.
L’opuscolo informativo è scaricabile dal sito www.clt.info

«Verifica della sicurezza antisismica degli edifici in legno»


Stora Enso, inoltre, raccomanda uno studio condotto dalla Camera degli ingegneri della Renania
settentrionale-Palatinato con sede a Düsseldorf, molto informativo per quanto riguarda gli aspetti della
sicurezza antisismica degli edifici in legno. (Vedi il sito: www.ikbaunrw.de)

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Sicurezza nell’adesivo
Stora Enso utilizza colle prive di formaldeide per l’incollaggio dei bordi, dei giunti a pettine e delle facce.

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PROGETTAZIONE E DETTAGLI TECNICI

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PROGETTAZIONE

Esempio viste 3D

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DETTAGLI TECNICO-COSTRUTTIVI

Posa radice in larice

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Fissaggio parete - radice

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Fissaggio solaio – parete

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Fissaggio solaio – trave IPE

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Particolare parete - solaio / fondazione

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Particolare parete - solaio

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Stratigrafia parete esterna

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Esempio stratigrafia cappotto esterno:

 Isolante (fibra di legno)

 Rasatura

 Rete di armatura resistente agli alcali

 Finitura a spessore colorata

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Stratigrafia solaio a secco

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Connessione parete - copertura

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GUARNIZIONI

Guaina radice - parete

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GUARNIZIONI

Guaina antirumore parete - solaio

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GUARNIZIONI

Giunzione parete - parete

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Riferimenti:
Manuale “Building innovation. Building life.” Storaenso
www.clt.info
www.makbuilding.eu
www.agenziacasaclima.it
www.protezionecivile.gov.it

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24050 Mornico al Serio (BG)
Via Baraccone, 3
Tel. 035.844248- Fax 035.4428136
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