L E G N A M I
MANUALE TECNICO X-LAM
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Indice:
Presentazione 3
Vantaggi delle costruzioni in legno 5
Costruire in CasaClima 9
Blower Door Test 11
Glossario 12
Zone Sismiche 15
Manuale di Manutenzione 17
Sistema costruttivo X-LAM 21
CLT 22
Proprietà CLT 24
Dati tecnici 25
Qualità 26
Specifiche 29
Certificazioni 30
Costruzione e Descrizione Tecnica 31
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Fisica delle Costruzioni 42
Progettazione e Dettagli Tecnici 50
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Mornico Legnami S.r.l. nasce come azienda specializzata nella realizzazione di strutture e coperture in
legno, di qualsiasi dimensione e utilizzo. Una precedente e lunga esperienza nel taglio e nel trattamento dei
legnami, ha fornito all’impresa quella indispensabile conoscenza delle essenze e dei segreti del legno, che
era ed è alla base dell'arte della carpenteria e dei più creativi impieghi di questo affascinante materiale
nell'architettura.
Mornico Legnami S.r.l. fornisce realizzazioni chiavi in mano, dallo studio e progettazione fino alla posa in
opera, ma sa anche essere partner dei progettisti a cui offre una profonda conoscenza del materiale e delle
sue specifiche caratteristiche tecniche. Ogni realizzazione Mornico Legnami ha una storia di qualità, fatta di
scelte precise ed esperte. Scelte che cominciano nelle foreste austriache, con la ricerca dei migliori
esemplari di rovere, larice, abete rosso, continuano nella valutazione della materia prima ideale per ogni
elemento della struttura, nella scelta dei trattamenti, degli isolanti e di ogni accorgimento costruttivo.
Ugualmente precise sono le scelte di Mornico Legnami nell'approccio al mercato, dove si presenta come il
partner di progettisti e imprese costruttrici, capace di offrire la massima competenza, il più ampio range di
servizi, le soluzioni e i prodotti più innovativi, al miglior rapporto qualità/prezzo, ovvero con una qualità che,
ad un prezzo assolutamente concorrenziale, offre lavori garantiti nel tempo. Per far fronte al costante
aumento della richiesta, l’azienda ha inserito macchinari sempre più all’avanguardia: due centri taglio
Hundegger, una levigatrice – calibratrice Costa per la levigatura di tutta la produzione in lamellare e
macchinari per rusticare o piallare.
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Nel 2012 è nata la controllata Eco Habitat Srl, azienda che si occupa in esclusiva della progettazione e
realizzazione di edifici pubblici e privati a struttura portante in legno con tecnologia CLT del partner
MakBuilding-StoraEnso.
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Mornico Legnami S.r.l. è certificata UNI EN ISO 9001:2008 per l’attività di progettazione, costruzione e
installazione di tetti in legno, ha ottenuto l'Attestazione di Qualificazione alla esecuzione di Lavori Pubblici
rilasciata ai sensi del DPR 207/2010 dall'organismo Oprah S.O.A. utilizza materiali con certificazione di
conformità CE secondo la norma UNI EN 14080 e certificati PEFC. Ha provveduto ad istruire tra il personale
interno due tecnici di produzione per l’espletamento delle procedure richieste per la rintracciabilità dei
materiali utilizzati in conformità alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008 D.M. 14.01.2008). Ha
ottenuto la Qualificazione Ministeriale per la produzione e lavorazione di legno ad uso strutturale.
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S.O.A. OS32 Classe III
QUALIFICAZIONE MINISTERIALE
NTC 2008 - D.M. 14.01.2008
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meno. Questa enorme differenza deriva dal fatto che i mattoni necessitano di temperature molto elevate a
lunga durata che vengono generate con combustibili fossili. Il legno non è mai un rifiuto, ma è, e rimane, un
prodotto di pregio. Mentre i calcinacci minerali devono essere smaltiti in modo separato e costoso, il legno
può essere trasformato nuovamente in materiali derivati dal legno o semplicemente usato come combustibile
naturale. Anche rispetto alla sostenibilità, il legno non ha eguali: attualmente la ricrescita annuale è
nettamente più alta del fabbisogno (nelle foreste dell’Alto Adige una modesta casa di legno “ricresce” in una
sola ora)
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Statica e antisismica
Grazie alle nuove norme sismiche europee è possibile descrivere il comportamento delle strutture di legno in
maniera più realistica. L’edificazione in zone sismiche si configura pertanto molto più sicura. Antiche
costruzioni miste legno-pietra hanno dimostrato che possono
resistere comodamente anche a terremoti devastanti. Il legno
possiede inoltre un’altra proprietà molto importante: le sue
caratteristiche meccaniche aumentano al diminuire della durata
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dell’azione sollecitante. Questo fatto rende il legno
particolarmente adatto a resistere ad azioni di breve durata
proprio come sisma e vento. Nella maggior parte dei casi gli
elementi di legno sono collegati tra loro con connettori
deformabili. Questi tipi di connettori, se adeguatamente
dimensionati, permettono alle strutture di legno di raggiungere
quel comportamento duttile che è indispensabile per la
resistenza all’azione sismica. Se si confronta inoltre con le
costruzioni in muratura, tali strutture hanno una massa molto minore e pertanto risentono meno dell’azione
sismica. Le costruzioni in legno sono caratterizzate da un ottimo rapporto tra resistenza e peso proprio. Il
legno dispone di ottimi margini di sicurezza, che si sapranno apprezzare in caso di emergenza.
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Protezione antincendio
Viene spesso erroneamente affermato che il rischio di incendio nelle
case di legno è maggiore di quello delle costruzioni di muratura. Ci
sono però tanti vantaggi del legno che confutano questa scorretta
informazione nel caso d’incendio. Lo sanno tutti che un pezzo di legno
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è facilmente infiammabile solo quando le sue dimensioni sono piccole.
Però le costruzioni di legno sono tutt’altro che di piccole dimensioni!
Nella maggior parte dei casi non è il legno strutturale a bruciare per
primo, ma l’arredamento d’interni, come i tappeti, i mobili e le tende.
Qui non c’è nessuna distinzione rispetto alle costruzioni in muratura.
La bassa conducibilità termica del legno comporta che, in caso
d’incendio, l’acqua fuoriuscente crea uno strato di carbone, il quale protegge il legno sottostante dal fuoco.
Un altro vantaggio del legno in caso d’incendio é l’abilità di
preannunciare la sua perdita di capacità portante
scricchiolando prima di crollare; al contrario una struttura in
metallo cede imprevedibilmente. Il legno brucia senza
deformarsi come il metallo, ne fondersi come la plastica. In
tale maniera le vie di fuga rimangono sicure e non
costituiscono altri pericoli. Questo è quanto riconosciuto
anche da famose compagnie assicurative che offrono gli stessi
premi assicurativi per le case di legno e di muratura. Persino i
Vigili del Fuoco non trovano dubbi a costruire la propria
abitazione con una struttura di legno.
Durabilità e manutenzione
È ancora diffusa la presupposizione che la casa di legno non abbia la stessa durabilità di una in muratura.
Come si osserva però nei paesi nordeuropei ed in quelli nordamericani, il legno è un materiale amato e
largamente utilizzato da molte generazioni ed il numero di edifici di legno pubblici o privati è enorme,
aggirandosi nell'ordine dei milioni. In linea con le normative e disposizioni tecniche, la durata delle case di
legno è stata fissata in cinquant'anni. L'esperienza ci dimostra però che una costruzione di legno di
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Una CasaClima è caratterizzata da un altro grado di isolamento termico e da una struttura compatta. Il sole
ed il suo calore fanno parte del concetto edile di una CasaClima: l’energia solare viene conservata
soprattutto grazie a finestre isolanti che accolgono la luce, ma non permettono fuoriuscite di calore. Le
CasaClima sono contraddistinte da un’impiantistica ottimale, una realizzazione accurata e da grande comfort
abitativo.
L’obiettivo di CasaClima è coniugare risparmio, benessere abitativo e sostenibilità. Le categorie CasaClima
permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio. Esistono CasaClima Oro, CasaClima
A e CasaClima B.
Grazie all’isolamento, i costi di riscaldamento vengono ridotti radicalmente, per questo essa è la base della
tecnica edile CasaClima. Quasi il 70% dei costi energetici di una famiglia si devono al riscaldamento
Solo il fatto che l’impiantistica viene rinnovata già dopo 15 o 20 anni, mentre invece le pareti esterne
dell’edificio non vengono toccate per un periodo tra i 30 ed i 60 anni, induce ad utilizzare materiali di valore
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ed elementi isolanti efficaci. Le spese necessarie devono essere considerate come un investimento per il
futuro.
Il consumo di energia più basso è garantito da una CasaClima Oro, che richiede 10 KiloWattora per metro
quadro l’anno, il che si può garantire, in pratica, anche in assenza di un sistema di riscaldamento attivo. La
CasaClima Oro è anche detta “casa da un litro”, perchè per ogni metro quadro necessita di un litro di gasolio
o di un metro cubo di gas l’anno.
Le case con un consumo di energia inferiore ai 30 KiloWattora per metro quadro l’anno sono invece
classificate come CasaClima A, la cosiddetta “casa da 3 litri”, perchè per ogni metro quadro necessita di 3
litri di gasolio o di 3 metri cubi di gas l’anno.
CasaClima B è invece l’edificio che richiede un consumo di energia inferiore ai 50 KiloWattora per metro
quadro l’anno. In questo caso si parla di “casa da 5 litri”, perchè per ogni metro quadro necessita di 5 litri di
gasolio o di 5 metri cubi di gas l’anno.
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Chi si orienta verso una CasaClima di nuova costruzione o un risanamento secondo i criteri CasaClima può
contare su numerosi vantaggi che riguardano sia la qualità della vita che l’aspetto economico, perchè una
CasaClima ha costi energetici molto ridotti.
CasaClima è anche una risposta all’irrefrenabile fame di energia che caratterizza l’umanità intera, e che
comporta il consumo delle ultimi riserve fossili. CasaClima è infatti tutela quotidiana dell’ambiente, che porta
vantaggi al pianeta terra ed al portafoglio.
La riduzione dei consumi di energia e di emissioni inquinanti sono gli obiettivi alla base della direttiva
europea in materia di certificazione energetica degli edifici. La certificazione energetica degli edifici non è un
punto di arrivo al quale tendere per documentare il rispetto di una norma, ma un punto di partenza, uno
strumento strategico-gestionale in grado di supportare le scelte progettuali in vista di un miglioramento delle
prestazioni energetiche complessive del sistema edilizio.
Sono varie le ragioni per scegliere una CasaClima, perchè essa garantisce consapevolezza energetica,
comfort, tutela dell’ambiente e del clima, salute, risparmio, assenza di difetti edili ed una rivalutazione
dell’immobile.
Costo energetico:
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Valori standard CasaClima relativi a villa unifamiliare (superficie di circa 250 mq. - volume lordo
circa 650 mc.) :
Solaio contro terra e cantina 0,20 ÷ 0,30 0,25 ÷ 0,35 0,40 ÷ 0,60
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GLOSSARIO
Esempio: una parete che ha una U = 1,5 w/m2°K, di superficie di 10 mq., con una temperatura dell’aria
ambiente interno di 20°C (=°K in valore assoluto) e una temperatura esterna di -5°C, ha la seguente
dispersione: Q = 1,5 x 10 x (20-(-5)) = 375 w.
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Valori limite della trasmittanza termica utile “U” delle strutture componenti l’involucro edilizio, espressa in (W/
m2K), applicabili dal 1 gennaio 2010 (DM 11 marzo 2008):
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Esempio:
Coibentazione tetto con 18 cm di coibente in fibra minerale valore 0,040: fi = 5,9 ore.
Coibentazione tetto con 18 cm di coibente in fibra legno valore 0,040: fi = 13,7 ore.
Le fibre di legno possiedono, oltre ad un'ottima conduttività termica, (l = 0,037 per densità (ro)160 kg/m3
circa e l = 0,052 per densità (ro) 250 kg/m3), eccellenti proprietà di accumulo termico (capacità termica (c)
2100 J/kgK).
Il beneficio in termini di comfort nel periodo estivo è tanto maggiore quanto più elevati sono i valori di
sfasamento e di smorzamento del flusso termico.
La fibra di legno registra altissimi valori di sfasamento e di smorzamento dell'onda termica; queste capacità
combinate consentono l'ottimale protezione dalle escursioni termiche sia in estate che in inverno, garantendo
così il massimo comfort abitativo.
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Cosa è un PONTE TERMICO?
Per ponte termico si intendono tutte le discontinuità costruttive presenti in
qualsiasi struttura edile, sia essa costruita con tecniche tradizionali sia con
tecniche industrializzate.
Per discontinuità costruttiva si intende quella parte della struttura di un edificio
che presenta caratteristiche termiche significativamente diverse da quelle
circostanti.
Caratteristica peculiare dei ponti termici sono le potenze termiche disperse la cui
entità è molto più elevata di quella delle zone vicine.
Un ponte termico incide negativamente sull'isolamento di un edificio perché
costituisce una fuga privilegiata per gli scambi di calore da e verso l'esterno.
I principali effetti dei ponti termici sono il raffreddamento delle zone più
prossime, con conseguente creazione di condensa e di muffe; oltre ad una
notevole riduzione del potere isolante complessivo della parete.
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Per evitare il fenomeno della formazione di condensa è indispensabile che la temperatura della superficie del
materiale isolante sia almeno la stessa di quella del punto di condensazione, ricavata da un calcolo che
prende in considerazione anche il valore di conduttività termica del materiale, ed è per questo motivo che il
materiale deve assolutamente mantenere inalterate e stabili nel tempo le proprie caratteristiche, nelle
diverse condizioni.
Per poter quantificare la traspirabilità di uno strato di materiale edile, e non semplicemente quella del
materiale, non basta indicare il valore di resistenza alla diffusione µ. In questo caso, infatti, entra in gioco non
soltanto il tipo di materiale, ma anche lo spessore dello strato.
Un metodo semplice è moltiplicare il valore della resistenza alla diffusione per lo spessore dello strato. Nella
fisica delle costruzioni, pertanto, la misura della resistenza alla diffusione di uno strato di materiale è detta
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“spessore dello strato d’aria equivalente (Sd)”.
Sd = µ * d
Il valore Sd indica quanto dovrebbe essere spesso uno strato d’aria per avere la stessa resistenza
alla diffusione della porzione di edificio in oggetto.
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Zona 1: sismicità alta
Zona 2: sismicità media
Zona 3: sismicità bassa
Zona 4: sismicità molto bassa
Tra esse la zona 1 è quella di pericolosità più elevata, potendosi verificare eventi molto forti, anche di tipo
catastrofico. A rischio risulta anche la zona 2 (e zona 3S della Toscana), dove gli eventi sismici, seppur di
intensità minore, possono creare gravissimi danni. La zona 3 è caratterizzata da una bassa sismicità, che
però in particolari contesti geologici può vedere amplificati i propri effetti, come nel caso del terremoto di
Tuscania del 1971 (il comune è classificato in tale zona). Infine, la zona 4 è quella che nell'intero territorio
nazionale presenta il minor rischio sismico, essendo possibili sporadiche scosse che possono creare danni
con bassissima probabilità. La normativa precedente sulle costruzioni in zona sismica (D.M. LL.PP. 16
gennaio 1996) suddivideva il territorio nazionale nelle seguenti zone sismiche:
Il D.M. 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni) ha introdotto una nuova metodologia per
definire la pericolosità sismica di un sito e, conseguentemente, le azioni sismiche di progetto per le nuove
costruzioni e per gli interventi sulle costruzioni esistenti. Il territorio nazionale è stato suddiviso mediante una
maglia di punti notevoli, al passo di 10 km, per ognuno dei quali sono noti i parametri necessari alla
costruzione degli spettri di risposta per i diversi stati limite di riferimento (tra i quali, la già citata PGA).
Mediante un procedimento di interpolazione tra i dati relativi ai quattro punti del reticolo più vicini al sito in
esame, è possibile risalire alle caratteristiche spettrali specifici del sito stesso, necessari come dati di input
per la progettazione strutturale. Tra le critiche avanzate rispetto alla metodologia descritta, si evidenziano le
seguenti:
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eccessiva complessità del metodo, rispetto alla modellazione di un fenomeno che, ad oggi, è
caratterizzata da un elevato grado di aleatorietà e convenzionalità;
possibili incongruenze tra la "vecchia" classificazione (O.P.C.M. 3274), tuttora vigente ai fini
amministrativi, e la nuova metodologia di calcolo dell'azione sismica. Ad esempio, in alcuni comuni
precedentemente classificati in zona 4, la PGA calcolata secondo il D.M. 14 gennaio 2008 supera 0,05
g.
In seguito alla nuova classificazione, tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione della Sardegna, risulta
a rischio sismico; in tutto il territorio nazionale vige quindi l'obbligo di progettare le nuove costruzioni e
intervenire sulle esistenti con il metodo di calcolo semiprobabilistico agli stati limite e tenendo conto
dell'azione sismica. Limitatamente alle costruzioni ordinarie presenti nei siti ricadenti in zona 4, la norma
consente l'utilizzo della "vecchia" metodologia di calcolo alle tensione ammissibili di cui al D.M. 16 gennaio
1996, ma obbliga comunque a tenere conto dell'azione sismica con l'assunzione di un grado di sismicità
convenzionale S=5.
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MANUALE DI MANUTENZIONE
Di seguito un estratto del manuale di manutenzione che viene allegato alla progettazione di ogni struttura:
1) Premessa
Il presente manuale è stato estratto dal documento ufficiale di Assolegno Federlegno-Arredo e contiene le
specifiche tecniche generali relative alla movimentazione, alla posa in opera ed alla manutenzione di
manufatti in legno strutturale come definiti nel D.M. “Norme Tecniche per le Costruzioni” vigenti (di seguito
NTC).
La fabbricazione, preparazione, messa in opera e manutenzione degli elementi costruttivi deve conformarsi
alle prescrizioni dello specifico progetto esecutivo redatto secondo le Norme Tecniche vigenti.
Per le specifiche tecniche delle attrezzature e dei prodotti da utilizzare nelle operazioni di posa in opera si
rimanda al Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.).
Il presente manuale viene allegato ad ogni fornitura di legno strutturale per la quale sia prevista anche la
posa in opera in cantiere.
Il presente documento costituisce il Piano di Manutenzione delle sole strutture in legno relative alla
costruzione di un fabbricato ____________________________________________________
Scopo delle operazioni di manutenzione è quello di conservare in buono stato di sicurezza e di efficienza gli
elementi strutturali in questione, portanti e non.
Premesso che le operazioni di manutenzione devono essere eseguite da personale qualificato, questo deve
essere dotato di tutta l’attrezzatura di verifica e di controllo necessaria, nonché di quella parte di materiali
rientranti nella manutenzione programmata in modo temporale. L’impresa incaricata della Manutenzione
dovrà eseguire gli interventi di manutenzione di cui al presente piano, munita di P.O.S. per le opere da
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effettuare. Gli interventi saranno effettuati dal manutentore secondo un programma temporale definito; a
seguito di ciascun intervento, come normale procedura, verrà redatto relativo verbale.
La fornitura comprenderà solamente i benti e le lavorazioni specificati e descritti nel Contratto stipulato tra le
parti, nonché nei disegni esecutivi e nelle specifiche tecniche richiamate nel contratto; la Mornico Legnami
Srl non assumerà alcun altro onere ed impegno all’infuori di quelli ivi indicati.
All’atto della consegna in cantiere la Mornico Legnami Srl dovrà dichiarare l’origine dei materiali.
Successivamente dovrà qualificarli secondo quanto stabilito nelle NTC vigenti.
Trattandosi di prodotti industriali non di serie e ottenuti da un materiale, il legno, che, per sua natura è
anisotropo ed igroscopico, tutti gli elementi in legno strutturale possono presentare lievi asimmetrie,
sbrecciature, cretti da rititro, imbarcamenti, variazioni cromatiche, sacche di resina e nodi. Dette
caratteristiche della materia legno, nei limiti stabiliti dalle NTC, non pregiudicano l’esecuzione a regola d’arte
dei manufatti.
Le misure minime indicate per gli spessori e le sezioni del legno strutturale sono misure nominali, per le quali
sono ammissibili gli scostamenti disciplinati dalle norme relative ai rispettivi materili.
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Montaggio
L’assemblaggio degli elementi in legno strutturale dovrà sempre avvenire secondo quanto previsto dal
progetto esecutivo allegato alla fornitura e secondo le prescrizioni in esso contenute, tali da garantire in
opera il comportamento strutturale previsto.
In nessun caso dovranno essere apportati in cantiere tagli o sagomature tali da alterare il comportamento
dell’elemento strutturale rispetto a quanto previsto a progetto: ove necessario dovrà preventivamente essere
contattata la Mornico Legnami Srl per ottenere l’autorizzazione a procedere.
Il committente (o chi da esso delegato), prima della messa in opera degli elementi in legno strutturale, dovrà
verificare la corretta posa degli elementi metallici ed accessori vari predisposti nei getti strutturali
(contropiastre, tirafondi, etc.), ed il rispetto di misure, quote ed eventuali tolleranze indicate nei progetti
esecutivi della Mornico Legnami Srl, nonché l’esecuzione di travi e/o cordoli in c.a. e o comunque di strutture
di sostegno, con perfetto posizionamento dei piani di posa.
Le modalità di posa e le sequenze di montaggio degli elementi in legno strutturale vengono definite nei
documenti di cantiere predisposti dalla Mornico Legnami Srl ed allegati alla fornitura: P.O.S. e disegni
esecutivi. In questi ultimi dovranno essere chiaramente indicati i particolari costruttivi e le specifiche tecniche
relativi agli elementi di collegamento che saranno conformi alle prescrizioni delle NTC.
A solo titolo esemplificativo si riportano di seguito alcune prescrizioni relative ai principali tipi di connettori in
uso nelle strutture in legno strutturale:
I chiodi dovranno essere inseriti ad angolo retto rispetto alla fibratura e fino ad una profondità tale che le
superfici delle teste dei chiodi siano a livello della superficie del legno strutturale. Di regola si devono
utilizzare chiodi zigrinati per collegamenti di tipo strutturale.
Bulloni e viti dovranno essere stretti in modo tale che gli elementi siano ben serrati. L’eventuale successiva
manutenzione periodica prevederà, se necessario, di stringere ulteriormente i bulloni quando il legno avrà
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raggiunto il suo contenuto di umidità di equilibrio o per fenomeni di assestamento. Le rondelle poste sotto la
testa ed il dado dovranno appoggiare sul legno per tutta la loro superficie.
I connettori “a caviglia” dovranno essere inseriti a forza nei relativi alloggiamenti.
Quando si usano connettori a piastra dentata, i denti dovranno essere pressati fino al completo inserimento
del legno.
L’intero assemblaggio dovrà essere effettuato in modo tale che non si verifichino tensioni indesiderata non
previste nel progetto.
Ulteriori indicazioni relative la posa delle strutture in legno sono contenute nelle istruzioni di lavoro “Posa
coperture in legno” all’interno del manuale della Sistema di Qualità della Mornico Legnami Srl (IL-7.5-02 e IL
-8.2.4-01) di seguito allegate.
Varianti in opera
I disegni esecutivi e le relative specifiche di montaggio dovranno essere rispettati in ogni loro parte in modo
integrale; qualora sopravvenissero situazioni di cantiere od operative che rendessero necessarie varianti
sostanziali, corre l’obbligo al Committente di informare tempestivamente la Mornico Legnami Srl, per
valutare l’opportunità o meno di introdurre varianti rispetto a quanto previsto a progetto.
Eventuali forniture addizionali e prestazionali derivanti da qualsiasi aggiunta o modifica richiesta dal
Committente, per divenire esecutive, dovranno essere formalizzate per iscritto alla Mornico Legnami Srl, che
si riserva di accettarle.
Consegna dell’opera
La consegna dei beni e lavorazioni specificati e descritti nel contratto stipulato fra le parti verrà effettuata a
fine montaggio mediante redazione di apposito “Verbale di fine lavori”, sottoscritto dal Committente e dal
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rappresentante della Mornico Legnami Srl. Nel caso in cui il Committente non sottoscriva il “Verbale di fine
lavori” trascorsi 8 (otto) giorni dalla data del Verbale, senza che siano avanzate contestazioni, esso si riterrà
valido ed accettato.
Per tutte le opere in legno occorrerà effettuare un controllo di tipo visivo dello stato di conservazione da
svolgersi con cadenza annuale, facendo riferimento agli aspetti di seguito elencati.
Per le coperture andrà controllata l’efficienza del manto e di tutte le opere di lattoneria, verificando l'assenza
di perdite e/o ostruzioni che potrebbero causare infiltrazioni d'acqua verso le strutture portanti. Nel caso si
riscontrasse una situazione di infiltrazione potenziale o molto limitata (che si asciuga entro una settimana),
occorrerà intervenire ripristinando e/o riparando come necessario. Nel caso di presenza di infiltrazioni
occorrerà valutare l'eventuale stato di degrado della copertura mediante ispezione effettuata da uno
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strutturalista ed eventualmente intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado ed l'utilizzo di idonei
prodotti di protezione previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere di
consolidamento o sostituzioni nei casi più gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Per le opere in elevazione interne e/o protette (pareti e solai) dovranno essere controllate le sedi di appoggio
e verificata l’assenza di infiltrazioni, condensazione o ristagno d’acqua. Nel caso del verificarsi di questa
situazione occorrerà intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado e l'utilizzo di idonei prodotti di
protezione dai funghi previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere di
consolidamento o sostituzioni nei casi più gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Per le opere in elevazione esterne e/o non protette dovranno essere controllate le sedi di appoggio e le
superfici di contatto legno-legno nonché quelle tra il legno ed altri materiali (vedasi, ad esempio, acciaio) per
verificare l’assenza di ostruzioni al deflusso o di ristagno d’acqua. Nel caso del verificarsi di una situazione di
degrado, effettivo o potenziale, occorrerà intervenire con l’eliminazione delle cause di degrado e l'utilizzo di
idonei prodotti di protezione previa pulitura e asportazione dello strato soggetto a degrado, ovvero con opere
di consolidamento o sostituzioni nei casi piu gravi, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Parallelamente, su tutte le altre superfici esposte, dovrà essere controllato lo stato del trattamento
impregnante protettivo, che andrà ripetuto con cadenza annuale per i primi tre anni e poi successivamente
con cadenza triennale.
Inoltre, nel caso di eventi eccezionali, occorrerà seguire le seguenti indicazioni. Nel caso in cui si verifichi un
evento sismico di intensità uguale o maggiore al grado 6 della scala Richter occorrerà effettuare un controllo
puntuale di tutti gli elementi di connessione dei pannelli di legno alla struttura sottostante e dei giunti verticali
tra pannello e pannello. Se degli elementi di connessione risultassero danneggiati (chiodi, viti o piastre
metalliche) si dovrà procedere all'eventuale posizionamento di nuovi elementi accanto a quelli esistenti ad
opportuna distanza, comunque sulla base di una specifica progettazione.
Nel caso in cui si verifichi un incendio occorrerà effettuare un controllo accurato di tutte le sezioni residue
(togliendo completamente lo strato carbonizzato) e di tutte quelle apparentemente non interessate
dall’incendio fino ad una distanza di almeno 50 cm da quelle interessate, controllando anche l’eventuale
deformazione degli elementi di connessione. Occorrerà quindi intervenire con opere di consolidamento o
sostituzioni nei casi più gravi e provvedere, nel caso di elementi di connessione danneggiati (chiodi, viti e/o
piastre metalliche), all'eventuale posizionamento di nuovi elementi accanto a quelli esistenti ad opportuna
distanza e con lo stesso numero e tipologia di elementi di collegamento e comunque sulla base di una
specifica progettazione.
Nel caso di verificarsi di eventi piovosi eccezionali occorrerà effettuare un controllo globale di tutti gli
elementi strutturali verticali ed orizzontali per l'eventuale infiltrazione di acque meteoriche e nel caso
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Tutti gli interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che di sostituzione, sono a carico
del Committente.
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Il sistema trae origine dal prodotto “pannello di legno massiccio a strati incrociati” ideato e sviluppato per la
prima volta in Germania nella prima metà degli anni ’90. Esso ha conosciuto negli ultimi 10-15 anni un rapido
e crescente sviluppo in tutta Europa fino probabilmente a diventare, allo stato attuale, il sistema più utilizzato
nella realizzazione di edifici a struttura di legno. Il pannello a strati incrociati è un prodotto formato dalla so-
vrapposizione di strati di tavole di legno massiccio disposte ortogonalmente fra loro e collegate mediante
colla. Le tavole che compongono il pannello sono tavole di legno massiccio (generalmente di abete – classe
C24) di spessore variabile dai 15 ai 40 mm che, come detto in precedenza, sono assemblate in strati disposti
ortogonalmente fra loro in numero dispari (3,5,7 strali) ed incollate a freddo con colle poliuretaniche (senza
rilascio di formaldeide) o con colle a base di melammina-urea-formaldeide (a basso rilascio di formaldeide). I
pannelli cosi composti possono avere spessori variabili dai 70 ai circa 400 mm e vengono giuntati in lun-
ghezza in modo da formare vere e proprie pareti portanti o lastre di solaio dal momento che risultano degli
elementi costruttivi molto rigidi e resistenti.
Un edificio a pannelli portanti è sostanzialmente una struttura scatolare in cui le pareti sono formate da dia-
frammi costituti dai suddetti pannelli di legno massiccio molto rigidi e resistenti che vengono uniti fra loro me-
diante collegamenti meccanici. I pannelli per le pareti vengono prefabbricati in stabilimento attraverso tagli
computerizzati effettuati con macchine a controllo numerico in modo da arrivare in cantiere pronti per il mon-
taggio (arrivano in cantiere già dotati di aperture per porte e finestre).
Naturalmente, iI processo costruttivo parte dal montaggio delle pareti sopra il “piano di fondazione” andando,
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per prima cosa, a posizionare uno strato di guaina bituminosa da risvoltare sulla “sottostruttura” (non sulla
parete di legno) in modo da evitare la creazione ristagni d’umidità sulla parete. Oltre alla guaina viene posi-
zionato un ulteriore strato di gomma con la duplice funzione di impedire il passaggio dell'aria attraverso le
zone di contatto e di lavorare come smorzatore acustico; quest’ultimo viene utilizzato anche in tutte le zone
di contatto fra pareti ortogonali e fra pareti e solaio. (Nel caso in esame, trattandosi di sopraelevazione, si
considerano intrinsecamente risolte le problematiche legate all’eliminazione dell’umidità pertanto si procede-
rà con il posizionamento di radici in larice direttamente collegate alla struttura in c.a.).
Una volta posata la radice in larice collegata alla struttura in c.a. mediante apposite barre filettate con anco-
rante chimico, vengono posate le pareti che vengono collegate alle strutture sottostanti mediante piastre an-
golari di presidio al sollevamento (i cosiddetti “hold-down”).
Gli “hold-down” sono piastre metalliche angolari allungate che vengono posizionate in corrispondenza dei
limiti estremi delle pareti ed in prossimità delle aperture. Essi vengono collegati alle pareti di legno con chiodi
a rilievi tronco-conici ed alla “sottostruttura” con delle barre filettate d’acciaio inserite in fori sigillati con malta
epossidica (resina chimica). I diametri delle barre filettate e dei chiodi, le loro posizioni, gli interassi degli ele-
menti di collegamento e le dimensioni delle piastre angolari sono tutti parametri specificati nelle relative se-
zioni della presente relazione e nelle tavole di progetto.
La funzione di presidio allo scorrimento viene svolta invece da un duplice collegamento; in particolare, esso
viene realizzato mediante il posizionamento di un cordolo di legno massiccio di larice collegato ad un cordolo
in c.a. con barre filettate inserite in fori sigillati con resina epossidica sopra cui vengono posizionate le pareti
che verranno collegate al cordolo con viti auto-foranti inclinate inserite sui due lati della parete.
Per quanto riguarda il collegamento fra pareti ortogonali, esso viene effettuato con viti autoforanti disposte
ad interasse ravvicinato per assicurare la realizzazione di un collegamento rigido.
Una volta completato il montaggio delle pareti e dei solai si prevede il posizionamento delle travi di copertura
in legno lamellare.
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CLT
Cross Laminated Timber
“Le immagini, le tabelle e le schede descrittive sono tratte dal documento Building innovation. Building life della Stora Enso,
disponibile dagli indirizzi web clt.info e makbuilding.eu”
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Gli elementi in legno massiccio CLT della Stora Enso: per costruire e realizzare con la forza
dell’innovazione. Materiali pregiati, versatilità d’impiego, produzione rispettosa dell’ambiente e tecniche di
posa in opera semplicissime permettono di concretizzare progetti rispondenti ai più alti requisiti costruttivi.
Il CLT viene realizzato sovrapponendo ed incollando a strati incrociati pannelli singoli di assi. Questa
speciale tecnica permette di ottimizzare le caratteristiche fisiche del materiale ai fini costruttivi e di ottenere
una migliore tenuta delle componenti.
L’assenza di giunti conferisce al prodotto qualità più vantaggiose in termini di ermeticità, passaggio del
calore, diffusione del vapore, insonorizzazione e resistenza al fuoco.
L’incollaggio avviene per mezzo di colle ecologiche, prive di formaldeide.
La stabilità della forma è garantita dalla struttura incrociata degli strati longitudinali ed orizzontali, che
permette di ridurre al minimo i fenomeni di rigonfiamento e ritiro.
Gli elementi in CLT vengono utilizzati principalmente per pareti, solai e tetti e, a seconda delle finalità d’uso,
vengono realizzati in qualità a vista o non a vista. In entrambi i casi le superfici sono levigate.
Grazie alle loro ampie dimensioni (max. 2,95 × 16 m) gli elementi CLT permettono una messa in opera
veloce e riducono il numero di giunti. Nello stabilimento ogni singolo pezzo viene rifinito pronto per il
montaggio e poi caricato per essere prelevato ed impiegato immediatamente.
Oltre a praticare le luci per porte e finestre, sono realizzate anche fresature varie e fori per il passaggio delle
condutture delle installazioni. Gli elementi grezzi sono privi di punti metallici e chiodi.
Ricavato con metodi sostenibili, trasformato con cura e lavorato a regola d’arte questo materiale raggiunge
livelli di qualità decisamente superiori.
La classificazione delle superfici degli elementi in legno lamellare a strati incrociati CLT segue la
suddivisione operata nella norma europea EN 13017-1 per i pannelli stratificati in legno massiccio;
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classificazione in base all’aspetto delle superfici.
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Proprietà CLT
Semplici nell’uso e di fattura pregiata
Elementi di grande formato fino a dimensioni di 2,95 mt. X 16,00 mt.
La struttura a pannelli monostrato prefabbricati sovrapposti assicura l’incollaggio completo di ogni giunto
Assoluta facilità di lavorazione in cantiere
Tempi di montaggio e messa in opera minimi
Costruzione a secco con elementi prefabbricati
Ecologici e Sostenibili
Collanti privi di formaldeide
Clima ambiente sano: il legno massiccio regola il clima ambiente e le sostanze nocive presenti nell’aria
Gli standard della casa passiva sono facilmente realizzabili
Ricavati in maniera sostenibile, questi elementi offrono un ottimo bilancio energetico e della CO2
Versatili e Ineccepibili
Praticamente esenti da alterazioni di assestamento
Assolutamente compatibili con materiali edilizi di natura minerale
Di norma non richiedono barriere o briglie al vapore: aperti alla diffusione, questi elementi non richiedono
l’impiego di pellicole o nastri adesivi
Maggiore massa di termoaccumulazione rispetto alle costruzioni con telaio in legno, d’estate questa
proprietà permette al CLT di contrastare l’eccessivo riscaldamento e d’inverno di accumulare molto bene
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il calore della costruzione
Superfici levigate sia nella qualità a vista che non a vista
Innovativi e Sicuri
Assoluta tenuta d’aria e vento
Predestinati per le zone a rischio sismico
Chiara divisione tra strati portanti e strato isolante
Protezione dal fuoco: il CLT ha un contenuto d’umidità pari al 12%. Prima che il legno bruci è necessario
che l’acqua in esso contenuta evapori. La carbonizzazione della superficie protegge gli strati interni dei
pannelli in CLT cosicchè, a differenza delle costruzioni in acciaio o in cemento, le strutture in legno
massiccio si carbonizzano, ma non crollano
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Qualità a vista, a vista industriale e non a vista; in tutti i casi le superfici sono
Qualità estetiche
levigate
5,0 kN/m³ come da DIN 1055-1:2002, per calcoli statici; per il calcolo del peso di
Peso proprio
trasporto ca. 470 kg/m³
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all’intervallo di saturazione delle fibre:
Alterazioni della forma in
Nel piano del pannello: variazione di lunghezza pari allo 0,02% per ogni 1% di
caso di variazione
modifica nell’umidità del legno
dell’umidità
Perpendicolare al piano del pannello: variazione di lunghezza pari allo 0,24%
per ogni 1% di modifica dell’umidità del legno
Coefficiente di resistenza
alla diffusione del vapore Come da norma EN 12524 → tra 20 e 50
acqueo µ
Capacità di conduzione
Come da perizia dell’SP svedese del 10.07.2009 → 0,11 W/(mK)
del calore ƛ
Inerzia termica, calore
Come da norma EN 12524 → 1.600j/(kgK)
specifico cp
Gli elementi CLT sono prodotti utilizzando pannelli monostrato per cui
presentano una notevole ermeticità. La misurazione del grado di ermeticità di un
Ermeticità
pannello Clt a tre strati e dei giunti tra pannelli condotta in base alla norma EN 12
114 ha rilevato volumi di corrente d’aria inferiori all’intervallo misurabile.
Classi / possibili impieghi Utilizzabili per le classi 1 e 2 in conformità alla norma EN 1995-1-1
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Classi
Caratteristiche VI IVI NVI
Ammessi singoli giunti aperti Ammessi singoli giunti aperti Ammessi singoli giunti aperti
Incollaggio
fino a max. 1 mm di larghezza fino a max. 1 mm di larghezza fino a max. 1 mm di larghezza
Ammessa leggera alterazione
Azzurramento Non ammesso Ammesso
cromatica
Alterazioni cromatiche
Non ammesso Non ammesso Ammesso
(imbrunimento…)
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Tarlatura Non ammessa Non ammessa
sporadici fino a 2 mm
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VI Qualità a Vista
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NVI Qualità Non a Vista
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C - Elementi
Spessore Nomen- Strati Largh. Pannelli Lungh. Pannelli
Disposizione delle lamelle
nominale clatura [—] Standard Standard
C L C L C L C X Y
60 C3s 3 20 20 20 245;275;295 1.600
80 C3s 3 30 20 30 245;275;295 1.600
90 C3s 3 30 30 30 245;275;295 1.600
100 C3s 3 30 40 30 245;275;295 1.600
120 C3s 3 40 40 40 245;275;295 1.600
L - Elementi
Spessore Nomen- Strati Largh. Pannelli Lungh. Pannelli
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Disposizione delle lamelle
nominale clatura [—] Standard Standard
C L C L C L C X Y
60 L3s 3 20 20 20 245;275;295 1.600
80 L3s 3 30 20 30 245;275;295 1.600
90 L3s 3 30 30 30 245;275;295 1.600
100 L3s 3 30 40 30 245;275;295 1.600
120 L3s 3 40 40 40 245;275;295 1.600
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Specifiche CLT
Stoccaggio in cantiere
Una volta scaricati in cantiere i pannelli vanno protetti dagli agenti atmosferici, dalla forte esposizione ai
raggi solari e dal contatto con l’acqua. Fondamentalmente gli elementi in CLT andrebbero posti in opera
subito dopo alla consegna.
Posa in opera
Durante la movimentazione bisogna prestare particolare attenzione alle aree più delicate, quali spigoli e
scanalature, evitando che i pezzi riportino ammaccature, entrino in contatto con sporco o impurità, ecc. Per
le superfici che in seguito resteranno a vista è consigliabile e opportuno provvedere ad un’adeguata
copertura con teli, cartone o simili per tutta la durata dei lavori.
Fessurazioni da ritiro
Il legno assorbe l’umidità contenuta nell’aria e cede umidità all’aria. Questa proprietà si accompagna a
fenomeni di rigonfiamento e ritiro. Di conseguenza può, per esempio, accadere che, a causa dell’umidità
della costruzione (proveniente dal calcestruzzo, dal massetto, ecc.) si rigonfino gli strati di copertura e la
superficie possa temporaneamente risultare ondulata. Il tutto torna alla normalità non appena si sia
ripristinato l’equilibrio igroscopico con l’ausilio di deumidificatori o accendendo gradualmente il
riscaldamento. L’abbassamento dell’umidità dovuto a particolari condizioni di esercizio, soprattutto nella
stagione fredda quando sono in funzione i riscaldamenti, può generare fessurazioni da ritiro nei pannelli in
CLT. Allo stesso modo possono aprirsi crepe lungo le commessure fra le tavole. La presenza di crepe e
fessurazioni non ha alcuna conseguenza sulla capacità di carico o sulle caratteristiche fisico-costruttive del
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CLT. Essa costituisce, anzi un fenomeno normale in pannelli che, come il CLT, sono costituiti di legno
massiccio non trattato e non rappresenta, pertanto, un difetto.
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CERTIFICAZIONI CLT
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PEFC “Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes”
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COSTRUZIONE E DESCRIZIONE TECNICA
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Descrizione tecnica
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Connessioni che in un edificio a pannelli devono essere dotate di
sovraresistenza (quelle evidenziate in rosso) al fine di garantire il
funzionamento della scatola strutturale.
Invece, le connessioni fra elementi che sono devolute alla dissipazione di energia attraverso un
comportamento duttile, e che pertanto vanno puntualmente progettate garantendo sufficienti riserve di
resistenza per le relative azioni di progetto, sono le seguenti:
In accordo con il criterio della gerarchia delle resistenze è necessario che questi elementi siano progettati
per resistere alle azioni sismiche di competenza senza effettuare sovradimensionamenti. E’ quindi
importante che la resistenza alle azioni orizzontali sia maggiore ai piani bassi e diminuisca ai piani alti
proporzionalmente alla variazione in altezza del taglio di piano.
In altri termini, và evitato il sovradimensionamento di queste unioni o, quantomeno, è opportuno adottare un
fattore di sovradimensionamento unico a tutti i piani (in linea teorica, bisogna progettare in modo che, a tutti i
piani, le unioni meccaniche si plasticizzino contemporaneamente).
Questo aspetto è importante al fine di garantire il necessario livello di duttilità e di dissipazione all'intero
organismo strutturale oltre che per evitare il sovradimensionamento di queste connessioni rispetto
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a quelle devolute al mantenimento del comportamento scatolare (quelle che, per questo motivo, devono
garantire effettivamente una maggiore resistenza).
A tal proposito è opportuno osservare come la resistenza delle connessioni con mezzi di unione a gambo
cilindrico (chiodi, spinotti, bulloni, viti) risenta fortemente dell'effetto della laminazione incrociata. Recenti
studi scientifici hanno evidenziato che le tavole incollate ortogonalmente alla direzione dello sforzo
scongiurano il pericolo dello "splitting" e cioè della prematura rottura per divaricazione delle fibre. E’ per
questo motivo che la resistenza di alcune connessioni può risultare maggiore del 50% rispetto a quella
calcolata secondo la teoria classica di Johansen descritta sull'Eurocodice 5; in particolare, questa
maggiorazione della resistenza è lecita qualora la connessione interessi una parte di pannello in cui è
presente l'effetto della laminazione incrociata. Tuttavia, in assenza di chiare indicazioni a riguardo, la
resistenza delle connessioni deve essere calcolata secondo le formule attualmente riportate nella normativa
vigente.
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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Autorizzazione Z 9.1-559
Pareti interne (senza pressione del vento) DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)
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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)
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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
Siccome l’oscillazione dipende oltre che dalla luce anche dalla massa, è possibile che pur avendo una luce inferiore il solaio risulti più
spesso.
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)
info@mornicolegnami.com
* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
Kdef = 0,6
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)
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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
Siccome l’oscillazione dipende oltre che dalla luce anche dalla massa, è possibile che pur avendo una luce inferiore il solaio risulti più
spesso. Il calcolo è stato effettuato considerando il carico utile su di una campata. Distribuendo i carichi utili su entrambe le campate è
possibile che lo spessore richiesto del solaio si riduca.
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Autorizzazione Z 9.1-559
Elemento portante ad una campata DIN 1052 (2008) ovvero EN 1995-1-1 (2006)
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* il peso proprio del CLT è già considerato nella tabella con un valora di ρ = 500 kg/m³ Classe di impiego 1, categoria utile A (ψ0 = 0,7; ψ1 = 0,5; ψ2 = 0,3)
Kdef = 0,6
Il calcolo è stato effettuato considerando il carico utile su di una campata. Distribuendo i carichi utili su entrambe le campate è possibile
che lo spessore richiesto del solaio si riduca.
La presente tabella indica gli spessori necessari per la misurazione a freddo (R0). Il colore di fondo indica la durata della resistenza al
fuoco che viene raggiunta con lo spessore specificato. Qualora sia richiesta una durata della resistenza al fuoco maggiore si dovrà
procedere ad un calcolo ad hoc.
La presente tabella è concepita per il mero predimensionamento e non può sostituire i calcoli statici.
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Tavola coprigiunto
Sulla faccia superiore di ciascuno degli elementi per solaio da unire si pratica una scanalatura, di norma di
misura di 27 mm x 50 mm. Come tavola coprigiunto si consiglia un pannello a tre strati oppure di
compensato impiallacciato dello spessore di 27 mm. A garanzia dell’ermeticità si inseriscono appositi nastri
di tenuta. Per la giuntura si possono usare viti, chiodi, graffe, ecc. avendo cura di scegliere il mezzo più
opportuno e la distanza giusta per soddisfare i requisiti statici.
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Incassatura a gradino
Di norma in questo caso il collegamento viene effettuato per mezzo di viti, avendo comunque cura di
scegliere il tipo di collegamento più opportuno e la distanza giusta per soddisfare ai requisiti statici. La
misura del gradino è pari alla metà dello spessore del pannello ed ha una profondità di 50 mm; negli
elementi a vista il lembo superiore viene ridotto di 2 mm per evitare una fuga aperta sul lato inferiore.
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FISICA DELLE COSTRUZIONI
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Esempio di confronto di valore U
CLT 3s + isolamento WLG 040
Valori di trasmittanza termica ipotizzata: Rsi = 0,13 m²k/W - Rse = 0,04 m²k/W
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Ermeticità
L’ermeticità all’aria e al vento dell’involucro esterno di un edificio come anche di due singole parti (pannelli
per pareti, solai e tetto) rappresenta un requisito essenziale che influenza variamente il clima ambientale, le
proprietà acustiche, l’integrità della struttura, il ricambio dell’aria e il bilancio energetico di un edificio.
Lo strato a tenuta d’aria (posto di norma all’interno) e quello ermetico al vento (sull’esterno) impediscono
congiuntamente che la costruzione sia soggetta a correnti.
Sono, inoltre, decisivi per la qualità e la conservazione dell’edificio nel tempo.
La particolare struttura a pannelli CLT crea uno strato ermetico all’aria che di norma non richiede
l’applicazione di un ulteriore membrana a tenuta d’aria posta internamente. Ciò si ripercuote positivamente
sui costi da preventivare per la realizzazione della struttura e contemporaneamente riduce il rischio di errori
e danni in fase di costruzione, nonché i tempi di realizzazione e di messa in opera.
Altri sistemi di edilizia in legno (per esempio quelli a telaio) necessitano di uno strato ermetico all’aria
aggiuntivo (che funga anche da freno al vapore, realizzato con guaine o pannelli a scaglie orientate con
giunti incollati).
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dall’interno verso l’esterno.
Mancando l’ermeticità all’aria si permette il passaggio dell’aria dall’interno all’esterno della costruzione. Ne
può conseguire che:
Si formi acqua di condensa nella costruzione;
Si riduca il potere coibentante;
Si abbassi la temperatura superficiale.
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Il rispetto di questi valori di n50 è fondamentale per la funzionalità dei rispettivi involucri degli edifici.
Il cosiddetto numero di ricambi d’aria si misura e si valuta attraverso il test “blower door test”.
Tale test è consigliato al cliente finale per far valutare la qualità di permeabilità e la corretta esecuzione dei
lavori di un edificio.
Oltre all’aspetto dell’ermeticità all’aria si presenterà anche brevemente il comportamento alla diffusione: i
pannelli CLT hanno ottime qualità che permettono la realizzazione di pareti traspiranti senza l’impiego di
membrane.
Se si decide di non impiegare membrane si dovrà fare in modo che la capacità di diffusione dei singoli strati
(isolamento termico, intonaco, ecc.) aumenti procedendo verso l’esterno (in linea di massima, lo strato più
esterno dovrebbe avere una capacità di diffusione fino a dieci volte superiore a quella dello strato interno).
Ciò permette di evitare la formazione di condensa nelle strutture di pareti, solai e tetti.
I valori che misurano il comportamento alla diffusione sono la resistenza alla diffusione del vapore acqueo
(µ) e lo spessore dello strato d’aria equivalente (sd).
Se una struttura non è ermetica all’aria, le correnti d’aria umida che passano per pareti, solai e tetti possono
generare quantità di condensa considerevolmente maggiori nelle varie parti dell’edificio rispetto a quelle che
si vengono a creare ad opera della sola diffusione.
In sintesi: per rispondere ai più alti criteri di qualità, un edificio in CLT deve essere ermetico ad aria e vento.
Nei diversi punti di giunzione bisogna prestare attenzione a creare un sistema ermetico continuo all’aria e al
vento, ovvero a far sì che tutte le misure sigillanti orizzontali e verticali formino un unico involucro ermetico.
Solo così sarà possibile evitare eccessive dispersioni di calore, con tutti i fenomeni che ne
conseguono, quali inumidimento della costruzione, formazione di muffe e simili.
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Umidità
Gli edifici e le loro parti non sono soggetti soltanto a sollecitazioni
termiche, ma anche igroscopiche.
A completamento dei lavori, le strutture degli edifici contengono
spesso ancora un’alta percentuale di umidità.
L’impiego di pannelli CLT ovvia questo problema, in quanto il
prodotto permette di realizzare strutture ampiamente asciutte.
Gli elementi costruttivi, tuttavia, vanno protetti da qualsiasi fonte
di umidità. Un’eccessiva presenza di umidità può ridurre la
resistenza e compromettere la coibentazione. Allo stesso tempo,
però il legno necessita di un minimo livello di umidità (in
particolare nel caso di pannelli a vista) per esempio per ridurre le
fessurazioni da asciugatura.
Siccome quando si impiegano i pannelli CLT la struttura portante
e gli elementi coibentanti sono separati, la costruzione può essere
considerata separatamente anche dal punto di vista statico e
fisico. Rispetto ad altri sistemi edilizi in legno, il CLT presenta
l’ulteriore vantaggio, che oltre alla funzione portante, ha anche
una più elevata massa di termoaccumulazione. Già a partire dalla
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struttura a tre strati i pannelli in CLT sono a tenuta d’aria.
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condizione di clima secco, in caso di clima umido ciò può determinare un’accelerazione dei processi di
trasporto dell’umidità. Questo fenomeno, tuttavia, dipende dal tipo di collante e dall’umidità relativa dell’aria.
Verso l’esterno il valore sd dovrebbe essere di 5-10 m più basso che non all’interno.
A partire da una struttura a tre strati, i pannelli CLT sono a tenuta d’aria, ma non impermeabili al vapore. Ciò
significa che il CLT è aperto alla diffusione del vapore acqueo e la barriera al vapore dello strato coibentante
è costituita dai giunti incollati. Come qualsiasi altro sistema costruttivo, anche il CLT va protetto dalla
costante azione dell’umidità.
Il CLT regola l’aria ambiente. In presenza di maggiore umidità il materiale l’assorbe, per poi cederla quando
l’umidità diminuisce.
Il CLT si può anche definire come una barriera al vapore ad umidità variabile. D’estate, in presenza di alte
temperature
Sicurezza Antincendio
Il legno massiccio è più resistente al fuoco di quanto comunemente non si creda. Il CLT ha un contenuto
d’umidità di circa il 12%. Prima che il legno bruci è necessario che l’acqua in esso contenuta evapori.
La carbonizzazione della superficie protegge gli strati interni dei pannelli in CLT cosicché, a differenza delle
costruzioni in acciaio o in cemento, le strutture in legno massiccio si carbonizzano, ma non crollano.
Per corroborare tale affermazione i pannelli CLT in legno massiccio sono stati sestati da un istituto
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accreditato, la Holzforschung Austria. I risultati parlano chiaro e superano addirittura aspettative.
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Proprietà antisismiche
Grazie alla loro alta resistenza statica ed elasticità, le costruzioni in pannelli di legno massiccio CLT sono
indicate anche per le zone a rischio sismico. Essendo il legno massiccio più leggero del cemento, le scosse
si trasmettono in misura decisamente inferiore alla struttura dell’edificio.
Negli ultimi anni in Giappone, sulla piattaforma di simulazione più grande del mondo, sono state testate le
caratteristiche antisismiche di edifici in legno massiccio a sei e sette piani, simulando terremoti di magnitudo
7,5 sulla scala Richter. Le costruzioni ne sono uscite praticamente indenni.
(Vedi anche il sito: http://www.progettosofie.it/ita/multimedia.html)
«Il comportamento alle scosse sismiche degli edifici a più piani che utilizzano il sistema costruttivo a
pannelli lamellari di legno massiccio a strati incrociati»
Su commissione della Stora Enso, il Politecnico di Graz ha redatto un’opera di 214 pagine, in cui si mette a
confronto il comportamento alle scosse sismiche di CLT, mattoni e cemento. Dal testo emerge chiaramente
anche come vada effettuato il calcolo statico (in applicazione dell’Eurocodice 8) relativo alle scosse
sismiche.
L’opuscolo informativo è scaricabile dal sito www.clt.info
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Sicurezza nell’adesivo
Stora Enso utilizza colle prive di formaldeide per l’incollaggio dei bordi, dei giunti a pettine e delle facce.
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Riferimenti:
Manuale “Building innovation. Building life.” Storaenso
www.clt.info
www.makbuilding.eu
www.agenziacasaclima.it
www.protezionecivile.gov.it
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