Sei sulla pagina 1di 11

Che cos’è la psicologia

Partiamo col dire che la psicologia si fonda sul pensiero di vari intellettuali e studiosi di diversi
periodi storici ma il suo vero inizio lo possiamo attribuire a Wilhelm Wundt nel 1879 che fondò il
primo laboratorio che ebbe come oggetto di indagine i fenomeni psicologici. La psicologia è lo
studio scienti co del comportamento degli individui e dei loro processi mentali. Le parole chiave
——> scienti co, comportamento, individuo e mentale.

L’aspetto scienti co della psicologia richiede che le conclusioni a cui essa arriva siano basate
su prove raccolte con i principi del metodo scienti co (che sarebbero delle procedure per la
raccolta e l’interpretazione dei dati, che permette di limitare le fonti d’errore e trarre conclusioni
veri cabili). Il comportamento è l’insieme delle azioni attraverso cui gli organismi rispondono agli
stimoli interni e interagiscono con il loro ambiente (gli psicologi esaminano cosa fa l’individuo e
come l’individuo si comporta nel farlo ; sorridere, piangere, correre, parlare etc.) Nella maggior
parte dei casi l’oggetto di analisi psicologica sono gli esseri umani e per capire le loro azioni
bisogna capire anche i processi mentali, i meccanismi della mente.

Le basi della scienza psicologica

La psicologia scienti ca è u cialmente nata in Europa nella seconda metà dell’800. Essa inizia
nel pensiero classico dell’occidente ed è riconducibile alle prime domande che l’uomo si pose
sulla propria esistenza. In occidente uomini di scienza, loso e uomini di cultura si sono spesso
già occupati di tematiche “psicologiche”. Tra i loso dell’antica Grecia psychè (anima) ha
rappresentato una nozione molto importante e nella classicità spiccano in tale ambito i nomi di
Platone (che ha teorizzato la separazione tra anima e corpo, non fa coincidere l’anima con la
componente razionale) e Aristotele (che ritiene che l’anima sia inseparabile dal corpo e che la
sua essenza consista nella capacità di consentire all’organismo di sopravvivere). La separazione
tra anima e corpo sarà riproposta dal dualismo di Cartesio (per lui l’anima, res cognitans, e il
corpo, res extensa, sono unite nell’uomo da una ghiandola pineale, organo situato nel cervello)
Cartesio ha dato un contributo importante allo sviluppo della scienza moderna, così come lo ha
fatto Galileo Galilei che è stato considerato un riferimento importante. Per lui il metodo
scienti co è un intreccio di “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni”. Dal 600 in poi si
assiste ad una crescita dei lavori nell’ambito delle scienze empiriche (Insieme delle discipline
fondate sull'osservazione, l'esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri
viventi) e un progresso nei metodi d’indagine. A distanza circa di due secoli dagli esperimenti di
Galileo si avvertì l’esigenza di utilizzare il metodo sperimentale anche in psicologia e questo fu la
base della fondazione dei primi laboratori di psicologia sperimentale.

[ V secolo a.C.: Platone, Aristotele e altri interesse loso co per fenomeni psicologici

Tra il XIV e il XVII secolo: Rinascimento nisce il predominio del razionalismo ( loso a, ragione e
senso comune) e nascono l’empirismo e il metodo scienti co (conoscenza attraverso
osservazione e sperimentazione).

Tra il XVIII e il XIX secolo: studi siologici del sistema nervoso e dei meccanismi sensoriali.
Psicologia come scienza sperimentale analoga alla siologia sensoriale.

Ultimi decenni del XIX secolo: psicologia moderna, indipendente dalla loso a.]

1
fi
fi
fi
fi
fi
fi
?

ffi
fi

fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi

fi
Wundt e l’introspezione & lo strutturalismo
Nel 1879 Wilhelm Wundt iniziò nel suo laboratorio di Lipsia un programma di ricerche di
psicologia, la sua psicologia sperimentale applicava i metodi della siologia ai processi e ai
contenuti della coscienza umana. Nel suo laboratorio furono avviati esperimenti per l’analisi e la
misurazione delle sensazioni, esperimenti sui tempi di reazione per misurare la durata dei
processi mentali, sull’attenzione, sulla memoria e sull’associazione di idee. Per Wundt l’oggetto
di studio della psicologia era l’esperienza diretta (o immediata) e il metodo elettivo per rilevarla
era costituito dall’introspezione (metodo d’indagine usato per rilevare l’esperienza immediata,
sarebbe un’analisi o un’osservazione diretta della propria interiorità). L’introspezione ichiede:

• il controllo accurato dello stimolo che produce l’evento mentale oggetto d’osservazione

• la rielaborazione e la stesura di un resoconto subito dopo l’osservazione dell’evento elicitato.

• L’attendibilità è data dalla possibile riproduzione delle condizioni sperimentali.



Le linee guida di Wundt per garantire la validità scienti ca dell’introspezione:

• L’osservatore deve avere la possibilità di stabilire quando introdurre il processo, deve essere in
una condizione di sforzo attentivo e deve essere possibile ripetere diverse volte la medesima
osservazione.

La condizione sperimentale deve prendere in considerazione variazioni in termini di intensità e
di qualità della stimolazione. Secondo Wundt, il metodo sperimentale non è adatto allo studio
dei processi mentali di ordine superiore ma, il metodo dell’auto-osservazione sperimentale era
in grado di rivelare l’esistenza dei processi mentali come la volontà, le emozioni e
l’appercezione. Wundt mosse i primi fondamentali passi per legittimare la psicologia
scienti ca come disciplina scienti ca.

Lo strutturalismo è un approccio psicologico fondato sull’elementarismo e sul metodo


dell’introspezione. Edward B. Titchener (1898), allievo inglese di Wundt attivo negli Stati Uniti,
fece uno studio della coscienza (somma dei processi mentali in un dato momento) con metodo
scienti co, cioè individuando il cosa, il come e il perché; il primo passo era scoprire la struttura
della coscienza, scomponendola nei suoi elementi primari (sensazioni, immagini, sentimenti)

Egli utilizzava il metodo dell’introspezione con addestramento più rigoroso, indicò il concetto di
errore dello stimolo (confusione tra elementi sensoriali primari e oggetti dell’esperienza – ad
esempio: stimoli visivi ed esperienza percettiva - teoria della Gestalt). Per lo strutturalismo la
comprensione di tutte le esperienze mentali avviene attraverso la combinazione di componenti
di base. Critiche allo strutturalismo:

• riduzionista: la complessità dell’esperienza ridotta a semplici sensazioni;

• elementale: non c’è studio diretto della complessità o della totalità di un comportamento;

• mentalista: analisi solo dei resoconti verbali coscienti.

James e il funzionalismo & la prospettiva psicodinamic


Il funzionalismo era una psicologia “funzionale” e “descrittiva”, andava contro Wundt e
Titchener. William James (1890 negli Stati Uniti) a ermò questa psicologia come scienza della
vita mentale, dei suoi fenomeni e delle sue condizioni ; oggetto della psicologia è l’esperienza
immediata, i fenomeni, che non sono combinazioni di elementi svelati dall’introspezione; le
sensazioni come l’esito di un processo articolato di inferenza e di astrazione.

Secondo James inoltre: la coscienza come un usso continuo, condizionato dal cervello, lo
strumento d’indagine l’introspezione (soggettivo) ; il metodo comparativo (studio di diverse
popolazioni di soggetti) per compensare la soggettività dell’introspezione; i fenomeni psichici
come funzioni dell’organismo per adattarsi all’ambiente.

2
fi
fi
fi
fl
ff

fi
a

fi
La nascita della scuola funzionalista si fa coincidere con la pubblicazione dell’articolo di John
Dewey (1896): Il concetto di arco ri esso in psicologia. Dewey critica la distinzione fra stimolo e
risposta (elementismo, molecolarismo e riduzionismo): la spiegazione di un comportamento
deve considerare il contesto (l’ambiente) in cui il comportamento stesso si manifesta. Ci fu il
nuovo concetto di esperimento di laboratorio: oggetto d’indagine non più la coscienza, ma il
comportamento. Ci fu anche lo sviluppo dei primi test psicologici, prime applicazioni della
psicologia al lavoro, all’arte, alla storia etc.

I principi psicodinamici della motivazione furono sviluppati dal medico viennese Sigmund Freud
tra la ne del XIX secolo e gli inizi del XX secolo. Le sue idee furono sviluppate dal lavoro che
faceva con i pazienti mentalmente disturbati. Secondo l’approccio psicodinamico il
comportamento è guidato da potenti forze interiori, le azioni umane sono il risultato di impulsi di
natura. Secondo questo modello l’organismo torna in uno stato di equilibrio quando i suoi
bisogni sono soddisfatti. Il modello di Freud fu il primo a rilevare che la natura umana non è
sempre razionale e che le azioni possono essere il risultato di motivi inconsci. (Inoltre ha
sostenuto che la prima infanzia è il periodo in cui si forma la personalità). I principi psicodinamici
hanno e ettuato una grande in uenza su molte aree della psicologia. 


La psicologia della Gestalt & il comportamentismo (e neocomportamentismo


Il termine Gestalt (forma) fa riferimento a una con gurazione unitaria ed organizzata, fu
introdotto per la prima volta da Christian Von Ehrenfels quando a ermò che la combinazione di
elementi produce una qualità-insieme. La data di nascita della psicologia della Gestalt risale al
1912, i principali esponenti sono : Max Wertheimer, Kurt Ko ka e Wolfgang Köhler. (Gestalt : non
solo forma ma con gurazione unitaria e organizzata che si di erenzia dalla somma delle parti.)

Max Wertheimer evidenzia il movimento apparente detto stroboscopio che sta alla base del
movimento cinematogra co. Tale movimento è frutto dell’organizzazione degli elementi da cui è
costituito (l’organizzazione globale deve essere logicamente precedente rispetto ai singoli
elementi). In sintesi l’approccio gestaltista sottolinea tre aspetti fondamentali per spiegare i fatti
psicologici :

• il ri uto dell’elementarismo e preferenza per concetti di struttura e organizzazione
(procedimenti dall’intero alle parti, metodo fenomenologico)

• isomor smo: organizzazione degli eventi psicologici riconducibile alle proprietà strutturali degli
eventi neuro siologici corrispondenti

• processi siologici spiegati attraverso autodistribuzione dinamica di processi in un campo
cerebrale, secondo principi strutturali speci ci. La psicologia della Gestalt continua ad avere
una forte in uenza sullo studio della percezione.

Il comportamentismo nacque circa nel 1913 con la pubblicazione del manifesto del movimento
comportamentista di John B. Watson che a ermò che la psicologia non doveva occuparsi della
mente ma del comportamento osservabile (l’unica psicologia scienti ca possibile era quella
basta sull’indagine). Per il comportamentismo la mente era da considerarsi una scatola nera al
cui interno lo psicologo non poteva entrare, piuttosto il suo obiettivo era lo studio delle
associazioni S-R. / i principi del comportamento sono stati applicati agli esseri umani
sopratutto all’educazione e alla cura dei disordini comportamentali.


[ John B. Watson - metodo sperimentale:

• variabile indipendente (manipolata dallo sperimentatore) = stimolazioni ambientali

• variabile dipendente (misurata dallo sperimentatore) = comportamento

Organismo come scatola nera: gli stimoli ambientali (S) impattano sulla scatola nera,
l’organismo emette determinate risposte (R). ]

3
fi
fi
ff
fi
fl
fi
fi
fi
fi
fl
fl
ff
fi
fi
ff
ff
ff
fi
)

Tra il 1930 e il 1960 nasce il neocomportamentismo, basato su comportamentismo e


operazionismo (vincolo allo studio dei soli fenomeni osservabili). Edwin T. Guthrie espone la
teoria dell’apprendimento basata su associazioni tra stimolo e risposta in continuità spazio-
temporale: ciò che si apprende sono risposte muscolari minime. Edward Chace Tolman a erma:
Intervento di processi cognitivi tra lo stimolo antecedente e il comportamento conseguente
denominati variabili intervenienti ovvero aspettative sulla relazione fra segni e stimoli da una
parte, e signi cati, ricompense e obiettivi dall’altra. Clark Hull : Teoria logico-deduttiva sul
comportamento: il comportamento obbedisce a leggi universali e quantitative, simili alle leggi
della sica. Burrhus F. Skinner :

• descrizione del comportamento in modo eminentemente empirico, privo di qualsiasi variabile
ipotetica o interveniente, non osservabile 

• obiettivo primario della psicologia, ovvero stabilire relazioni funzionali tra lo stimolo e la
risposta con un controllo rigoroso della situazione sperimentale, per isolare tutte le variabili che,
di volta in volta, possono intervenire nel determinare il comportamento.

Il cognitivismo & la scienza cognitiva


L’orientamento cognitivista viene fatto risalire alla seconda metà degli anni cinquanta del 900
come sbocco di una serie di ricerche sopratutto neocomportamentali, ma la vera prospettiva
cognitivista avviene anni prima con diversi studiosi : Frederic C. Bartlett, Jean Piaget, Lev S.
Vygotskij e in particolare Noam Chomsky che sostenne, nelle sue opere scritte, che ogni lingua
naturale non è un copione di frasi sse ma un sistema in nito aperto alla creatività, quindi favorì
la nascita del cognitivismo, a di erenza di Burrhus Skinner che in Verbal Behavior riduce il
linguaggio a un insieme di apprendimenti S-R, una pura e banale ripetizione di sequenze verbali
già sentite. La piena consapevolezza del cognitivismo è stata molto lenta, George A. Miller,
Eugene Galanter e Karl Pribram scrissero un testo del cognitivismo pubblicato nel 1960 dove si
autode nirono comportamentisti soggettivi e dove, al centro del testo, fu sottolineato l’unità
TOTE (test operate test exit) una spiegazione circolare del comportamento : essa è formata da
frasi a retroazione (feedback, informazione che ritorna al soggetto sulle cose che sta facendo
nello stesso momento in cui le compie) dove l’uomo è un elaboratore d’informazioni. I
cognitivisti, oltre che a ricorrere al metodo introspettivo, condussero altri esperimenti facendo
uso della tecnologia dei computer, attraverso i quali fu possibile realizzare simulazioni del
comportamento.

La scienza cognitiva ha avuto origine nella seconda metà degli anni 60 del secolo scorso, due
eventi hanno segnato la data di nascita : la fondazione della rivista ‘cognitive science’ (1977 ad
opera di R. Schank, A.M. Collins e E. Charniak) e la costruzione della relativa società.
Nell’articolo ‘why cognitive science’ di Collins egli a erma che vi è un insieme di temi di ricerca
relativa all’intelligenza naturale e arti ciale su cui si uniscono interessi di ricercatori di diverse
aree disciplinari. I due paradigmi che hanno dominato all’interno della scienza della cognizione
sono : il modularismo (prospettiva secondo cui la mente è organizzata in moduli specializzati) e il
connessionismo (prospettiva che pone in relazione l’architettura biologica del cervello e
l’architettura funzionale dell’attività cognitiva). I modelli del funzionamento mentale della scienza
cognitiva sono divisi in : modelli computer-style (fondati sull’idea di utilizzare delle modalità di
funzionamento del computer per spiegare il processo di informazione da parte della mente
umana) e modelli Brain-style (a ermano che per formulare ipotesi sulla mente umana occorre far
riferimento al modo di operare del cervello umano ; questi modelli hanno una struttura base con
elementi semplici chiamati “neuroni arti ciali”.

4
fi
fi
fi
ff
ff
fi
fi
fi

ff
fi
ff
[ Dopo la costruzione dei primi computer digitali si iniziarono ad elaborare i primi programmi che
consentivano al computer di fornire prestazioni intelligenti nella processione delle informazioni.
Nacque così u cialmente l’intelligenza arti ciale (IA) in cui veniva proposta l’analogia fra
computer e mente umana. Così si può dire che la mente computazionale è una proprietà della
della mente caratterizzata, in relazione con il computer, da proposizionalità e composizionalità.
Si ipotizza che il sistema cognitivo dell’uomo sia caratterizzato da tre tipi di strutture : i
trasduttori, i sistemi di input e i processi centrali. I primi registrano informazioni sul mondo e
producono rappresentazioni degli stati ambientali, poi i prodotti verranno elaborati dai sistemi di
input costituiti da 5 sistemi percettivi più il linguaggio ed in ne i processi centrali hanno il
compito di collegare tra loro i prodotti dei singoli sistemi di input. ]

[ Oggi si parla di mente che sa adattarsi. Il connessionismo come detto pone in relazione
l’architettura biologica del cervello e l’architettura funzionale dell’attività cognitiva e fa riferimento a
modelli ispirati alla struttura neurale del cervello. Le reti neurali sono simulazioni che riproducono
in modo semplificato le proprietà e i processi di funzionamento del sistema nervoso. Secondo il
connessionismo le informazioni sono elaborate all’interno delle reti e ciò pone una concezione
attiva della mente. Oggi abbiamo diversi esempi rispetto all’ipotesi di una mente situata,
costantemente immersa nel contesto immediato ciò definisce la mente come una guida di
controllo del comportamento. Una mente situata è una mente radicata nel corpo, dove ogni
conoscenza ha il suo fondamento nell’esperienza e procede sulla base di delle informazioni tratte
da diversi sistemi sensoriali, immaginativi, linguistici etc. Così entrano in gioco le capacità di
riprodurre nuovi mondi possibili e ciò è definita mente simulativa. ]

[ La Psicologia Cognitivia - 1967 Ulric Neisser : è lo studio di tutti quei processi grazie ai quali
l’input sensoriale è trasformato, ridotto, immagazzinato, recuperato e usato. Lo studio dei processi
mentali non direttamente osservabili ma inferibili a partire dalle risorse comportamentali. ]

LA PSICOLOGIA SCIENTIFICA SERVE PER COMPRENDERE I LIMITI E LE POTENZIALITA’


DELLA MENTE UMANA, E’ FONDATA SU UN METODO SPERIMENTALE CON PROCESSI E
PASSAGGI PER VERIFICARE UN FENOMENO. PER UNA RICERCA SCIENTIFICA TROVIAMO
RICERCATORI CHE SI AFFIDANO AL METODO SCIENTIFICO, UN INSIEME DI PROCEDURE
CHE PERMETTONO DI VERIFICARE O NO DELLE IPOTESI.

La ricerca psicologica
Il processo di ricerca in psicologia applica il metodo scientifico alla propria indagine, illustrandone
gli effetti sul piano metodologico. Bisogna sottolineare l’importanza del metodo scientifico per
affrontare i tipici aspetti della vita quotidiana, allontanandosi dalle credenza della psicologia
ingenua o dal senso comune (ovvero ogni volta che si spiegano dei fatti attraverso qualcosa che
non è osservabile si costruisce la cosiddetta teoria ingenua).

Come nascono le domande dei ricercatori ? Grazie all’osservazione, agli aspetti contestuali e alle
informazioni raccolte sui fenomeni, questi sono elementi che contribuiscono alla formulazioni di
un’idea che porta alla creazione di teorie. LA TEORIA è un insieme organizzato di concetti che
spiegano un fenomeno o un insieme di fenomeni (alla base della maggior parte delle teorie
psicologiche c’è il concetto di determinismo, cioè l’idea che tutti gli eventi fisici, mentali o
comportamentali siano il risultato di specifici fattori casuali).

5
ffi

fi
fi
Quando viene formulata una teoria ci si aspetta che essa generi nuove ipotesi. LE IPOTESI sono
affermazioni provvisorie e verificabili sulla relazioni tra le cause e le conseguenze di fenomeni.
Ogni ipotesi per essere verificata deve essere formulata in maniera tale da poter essere falsificata.

I ricercatori si affidano al metodo scientifico per formulare ipotesi. Il metodo scientifico è un


insieme di procedure per la raccolta e l’interpretazione dei dati che permette di limitare le fonti
d’errore e di trarre conclusioni verificabili. A partire dal proprio oggetto d’indagine il ricercatore
deciderà quale METODO DI RICERCA utilizzare per verificare la sua ipotesi.

Le ricerche della psicologia scientifica si basano su dei dati che i ricercatori devono raccogliere. I
DATI vengono ottenuti attraversi procedure prestabilite, protocolli sperimentali, e possono essere
prodotti come prove a sostegno delle ipotesi. Ci sono due tipi di dati : dati comportamentali ( dati
collegati alla rilevazione del comportamento umano o animale) dati self-report (descrizioni libere
che le persone fanno su ciò che accade nella loro mente).

Una volta che i ricercatori hanno raccolto i DATI, procederanno alla loro analisi e alla successiva
discussione. L’analisi statistica contribuisce a verificare se le ipotesi sono corrette, e troviamo due
tipologie di statistiche : statistiche descrittive (procedure matematiche per descrivere e sintetizzare
dati numerici) e statistiche inferenziali (teorie probabilistiche per formulare previsioni e giudizi). Se i
ricercatori ritengono che i loro dati possano avere una qualche ricaduta scientifica allora si passa
alla DIVULGAZIONE, cioè all’invio di un articolo ad una rivista che lo pubblicherà. Dopo che i dati
sono stati resi noti la comunità scientifica esamina il lavoro e identifica le questioni rimaste irrisolte,
si ha quindi una discussione dei risultati e quando i dati non supportano un’ipotesi in modo
adeguato allora bisogna rimetterla in discussione aprendo un nuovo ciclo di ricerca, queste sono
le QUESTIONI APERTE.

ESEMPIO FINALE : Mi trovo a casa di un mio amico ed osservo che i bambini giocano in
maniera molto vivace, esclamo : “con tutti quegli zuccheri in corpo potrebbero saltare no al
so tto!” ; Pensando come uno psicologo potremmo dire che, in senso comune, un
consumo eccessivo di zuccheri provochi iperattività nei bambini, ma come si veri ca ciò?
Per esempio possiamo dividere i bambini che bevono una bevanda zuccherata e i bambini
che invece bevono una bevanda con dolci cante arti ciale e da cui fare “un esperimento”,
porsi domande, fare ipotesi (SE i bambini consumano molti zuccheri ALLORA è probabile
che manifestino comportamenti iperattivi), utilizzare un metodo e raccogliere dei dati che
possano a ermare o no la nostra idea iniziale sull’iperattività senza tener conto delle
aspettative comuni (cioè sul senso comune, le nostre esperienze personali).

I metodi della psicologia


L’osservazione è una della modalità principali per studiare le persone. I ricercatori possono
utilizzare l’osservazione secondo uno schema pianificato. Nell’osservazione naturalistica il
ricercatore osserva un comportamento che accade in natura senza cambiarlo o influenzarlo.
Nell’osservazione clinica, utilizzata soprattutto a scopi diagnostici e psicoterapeutici, l’osservatore
interagisce con la persona osservata.

L’obbiettivo del METODO SPERIMENTALE è quello della formulazione di leggi scientifiche sulle
relazioni casuali tra variabili (la variabile è una qualsiasi caratteristica che può assumere diversi
valori quantitativi o qualitativi). Quando il ricercatore utilizza il metodo sperimentale manipola una o
più variabili indipendenti (caratteristica manipolata dallo sperimentatore) e ne studia gli effetti su
una o più variabili dipendenti (caratteristica di cui lo sperimentatore studia gli effetti che ha su di
essa la manipolazione della variabile indipendente). Le conclusioni sono accurate se non sono
6
ffi
ff
fi
fi
fi
fi
state influenzate da distorsioni (bias, che possono essere : del ricercatore, dei soggetti
sperimentali o del disegno di ricerca). Per operare in condizioni controllate, uniformi e costanti è
necessario ricorrere ad una standardizzazione che significa proprio utilizzare procedure uniformi
in ogni fase della sperimentazione e per ogni partecipante e implica anche uniformità nella
valutazione dei dati. Esiste la standardizzazione delle procedure (utilizzo di procedure uniformi e
costanti in ogni fase della raccolta dati) e la standardizzazione delle norme (uniformità
nell’attribuzione dei punteggi e nella valutazione dati). La standardizzazione del significato di un
concetto implica darne una definizione operativa, ovvero formulare un concetto in termini di
operazioni specifiche o di procedure utilizzate per misurarlo o determinarne la presenza.

IN UN ESPERIMENTO, A OGNI VARIABILE DEVE ESSERE DATA UNA DEFINIZIONE


OPERATIVA :
. Bambini - Siccome non è possibile provare gli e etti degli zuccheri su tutti i bambini del
mondo, la nostra de nizione operazionale di “bambini" potrebbe essere”gli alunni che
frequentano la classe terza di una scuola primaria”

. Zuccheri - è necessario speci care che cosa si intende per “zuccheri" ossia la percentuale di
zuccheri contenuta nella bibita che intendiamo somministrare ai bambini.

. Iperattività - Supponiamo di dover valutare il comportamento dei bambini su una scala a 5


punti (nella quale 1 corrisponde a passivo e 5 a molto attivo). Se il nostro disegno sperimentale
include una condizione in cui ai bambini è somministrata una bevanda dolci cata con lo
zucchero e un'altra condizione in cui la bevanda contiene dolci canti arti ciali, potremmo
de nire operazionalmente l’"iperattività" come un incremento signi cativo nelle valutazioni

ESEMPIO 2 : io (psicologo) controllo lo stato di una


persona con demenza, controllo il funzionamento
cognitivo di quest’ultima e la “analizzo”, le assegno dei
compiti e una volta ottenuto i risultati li confronto con
dei campioni precedenti già veri cati e quindi sicuri.

Come già detto, in un esperimento ogni variabile ha una definizione operativa, l’obiettivo dei
ricercatori è di dimostrare l’esistenza di una relazione di causa-effetto tra le due variabili (variabile
ind. : fattore manipolato dallo sperimentatore, la parte causale nella relazione ; variabile dip. : ciò
che lo sperimentatore misurerà, l’effetto della relazione).

UN ESEMPIO, ESPERIMENTO DI LABORATORIO :


- ipotesi : i maschi si di erenziano dalle femmine nella
capacità di risolvere i problemi matematici.
- Partecipanti : 50 M e 50 F
- Variabile dip. : accuratezza delle risposte (percentuale di
problemi risolti)
- Variabile ind. : sesso, maschio o femmina
- Punteggio maschi : 81 su 100
- Punteggio femmine : 78 su 100

7
fi
fi
ff
fi
fi
ff
fi
fi
fi
fi
La confusione delle variabili è una delle maggiori minacce negli esperimenti, proprio perché
quando il comportamento dei partecipanti a un esperimento viene modificato da una o più variabili
si crea confusione nell’interpretazione dei dati. Questi elementi “non previsti” vengono chiamati
variabili confondenti e le due fonti principali di confusione sono : l’effetto dell’aspettativa
(effetto di Rosenthal, distorsione dei risultati provocata dall’aspettativa che lo sperimentatore o i
soggetti sperimentali hanno in merito ai risultati) l’effetto placebo (si verifica quando i partecipanti
a un esperimento modificano le loro risposte in assenza di manipolazione sperimentale. Questo
effetto era diffuso da tempo in ambito medico legato al miglioramento della salute grazie alla
convinzione dell’individuo sul suo trattamento efficace). Poi si hanno delle procedure di controllo
che sono strategie utilizzate dai ricercatori per mantenere costanti tutte le variabili e le condizioni
non legate all’ipotesi che deve essere verificata. Il modo migliore per eliminare le distorsioni
dell’effetto dell’aspettativa sarebbe far si che i partecipanti all’esperimento fossero inconsapevoli
delle condizioni sperimentali in cui si trovano (questa tecnica è chiamata controllo a singolo cieco),
se oltre i partecipanti anche lo sperimentatore non sa a quale soggetto è stata assegnata una
certa sperimentazione allora si ha un controllo a doppio cieco. Per controllare l’effetto placebo i
ricercatori inseriscono una condizione sperimentale in cui non viene somministrato il trattamento
(o non vi è una manipolazione della variabile ind.), questa tecnica è chiamata controllo placebo.

Per ridurre o eliminare il rischio di ipotesi alternative che minacciano la validità dell’indagine, il
ricercatore realizza un disegno di ricerca, ovvero una procedura scientifica che consente
un’interpretazione non ambigua dei risultati, escludendo a priori le interpretazioni alternative
dovute a possibili variabili confondenti. I ricercatori devono comunque stabilire quale disegno di
ricerca si adatti meglio ai loro obiettivi, abbiamo il disegno tra soggetti in cui i partecipanti sono
assegnati casualmente alla condizione sperimentale o alla condizione di controllo ;
l’assegnazione casuale è una strategia che attribuisce a ogni partecipante la stessa possibilità di
trovarsi nella condizione sperimentale o in quella di controllo, in questo modo si hanno gruppi
sperimentali e gruppi di controllo in base all’esposizione o no alle condizioni della variabile
dipendente. I ricercatori cercano di costruire un campione rappresentativo di un gruppo di
soggetti estratto da una popolazione attraverso procedure che garantiscano la generalizzabilità
dei risultati dell’intera popolazione ; per selezionare un campione rappresentativo si usa il
campionamento casuale, ovvero un campione che garantisca a ogni membro della popolazione
in esame la stessa probabilità di partecipare all’esperimento. Un altro tipo di disegno sperimentale
è il disegno entro i soggetti che utilizza ogni partecipante come controllo di se stesso (es: il
comportamento di un partecipante prima del trattamento potrebbe essere confrontato con il suo
comportamento dopo il trattamento).

Tutti i metodi di ricerca esposti fino ad ora richiedono la manipolazione della variabile indipendente
per verificarne gli effetti sulla variabile dipendente. In questo modo i ricercatori sicuramente
traggono conclusioni più certe, ma nonostante ciò troviamo delle critiche : il comportamento è
studiato in un ambiente artificiale e ciò può provocare distorsioni al corso naturale del
comportamento ; i partecipanti alla ricerca spesso sanno di trovarsi all’interno di un esperimento e
possono modificare il loro comportamento ; alcuni filoni di ricerca non possono essere
riconducibili a situazioni sperimentali per ragioni etiche.

Quando non sono soddisfatti i requisiti che definiscono il vero e proprio esperimento si parla di
quasi- esperimento : c’è un’ipotesi causale da verificare, la possibilità di manipolare la variabile
indipendente, la possibilità di confrontare due o più condizioni sperimentali, ma le deduzioni
basate sui dati di un quasi-esperimento non sono molto affidabili poiché non tengono sotto
controllo tutte le variabili confondenti.

8
Il METODO CORRELAZIONALE è un metodo che gli psicologi usano quando vogliono
determinare fino a che punto le variabili sono tra loro associate (indagare la misura in cui due
determinati eventi sono in relazione tra loro). Per individuare il grado di correlazione lineare
esistente tra due variabili, i ricercatori calcolano il coefficiente di correlazione r (è una misura
statistica per individuare con precisione il grado di correlazione esistente tra due variabili); questo
valore è compreso tra +1,0 e -1,0, dove +1,0 indica una perfetta correlazione positiva e -1,0 una
perfetta correlazione negativa mentre 0,0 indica l’assenza di correlazione. Inoltre la correlazione
non implica casualità, questo perché è associabile a molteplici nessi di causa-effetto che possono
coinvolgere una terza variabile sottostante che determina la correlazione.

ESEMPIO : c’è una relazione tra autostima e successo negli studi universitari ?
Qui si può misurare l’autostima di un gruppo di studenti e la si confronta con la media dei voti negli
esami; se all’aumentare dell’autostima aumenta anche la media dei voti allora la correlazione è
positiva, se all’aumentare dell’autostima la media diminuisce allora la correlazione è negativa.

Nella misurazione in psicologia misurare significa appunto assegnare un numero o un’etichetta alle
caratteristiche degli oggetti, in base a determinate regole. La misurazione deve essere il risultato
del confronto di un dato osservato con una posizione identificabile su una scala, per questo
esistono le scale di misurazione. Stanley S. Stevens (1951) ha distinto quattro tipi di scale di
misurazione : scale nominali (classificazioni sulla base della presenza o dell’assenza della qualità
considerata, senza fornire graduazioni); scale a intervalli (permettono graduatorie e l’intervallo tra
due posizioni successive resta costante per tutta l’estensione); scale ordinali (permettono
graduatorie, cioè delle relazioni di tipo maggiore/minore rispetto a una determinata qualità); scale
a rapporti (ha le proprietà di una scala a intervalli e permette di identificare anche una posizione
corrispondente allo zero assoluto). L’obiettivo della misurazione in psicologia è di generare risultati
che siano allo stesso tempo attendibili e validi ; l’attendibilità misura la ripetibilità del risultato, un
risultato è attendibile se a partire da condizioni simili si ripeterà in tempi differenti ; la validità
invece stabilisce se l’informazione prodotta dalla ricerca o dai test misura accuratamente la
variabile psicologica o la qualità che si intende misurare. Poi invece abbiamo anche delle misura
self-report (questionari) che sono risposte verbali, sia scritte sia orali, dei partecipanti a domande
poste dai ricercatori.

La statistica è un’insieme di procedure che hanno il compito di determinare se una differenza che
si osserva tra due sperimentazioni è vera o falsa. Abbiamo la statistica descrittiva ( procedure
statistiche che forniscono dati di sintesi su un insieme di punteggi) la statistica dei numeri
(qualcosa di provato e verificato) e la statistica sperimentale che ha più passaggi ed è detta
statistica inferenziale ( (procedure statistiche che permettono di stabilire se i risultati raccolti su un
campione possono essere estesi alla popolazione di riferimento, in poche parole mi dice se ciò
che io vedo è indice di una differenza statisticamente corretta).

I metodi per lo studio del comportamento e dei processi cognitivi sono :

. Psicofisica

. La cronometria mentale

. La neuropsicologia

. La neuroimmagine funzionale

. La simulazione

9
La psicofisica è lo studio della relazione sistematica tra la sensazione soggettiva e la stimolazione
fisica. I metodi psicofisici permettono di determinare, per esempio, la minima quantità di
stimolazione necessaria a evocare una sensazione o rilevarne un cambiamento di intensità.

Con la cronometria mentale vengono misurati valori come il tempo di relazione (tempo che
intercorre tra la comparsa dello stimolo e la pressione del tasto, latenza di risposta) per ottenere
informazioni sul funzionamento dei processi mentali.

La neuropsicologia studia le basi


ESEMPIO : EFFETTO STOP
Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori
neurali delle funzioni mentali. Il
stampate con inchiostro metodo neuropsicologico classico
colorato; il colore indicato dalla parola può essere congruente nasce nella metà del XIX secolo con
oppure incongruente con il colore dell’inchiostro lo studio della relazione tra i disturbi
del linguaggio e le lesioni di aree
Compito: denominare il colore dell'inchiostro ignorando la parola specifiche del cervello. Negli anni 70
scritta
del XX secolo nasce la
Risultato: i tempi di reazione sono signi cativamente più brevi per
gli stimoli congruenti rispetto a quelli incongruenti neuropsicologia cognitiva che studia
Conclusione: non siamo in grado di ignorare il signi cato di una il comportamento dei pazienti con
parola scritta perciò l'accesso al signi cato delle parole scritte è disturbi psicologici allo scopo di
un processo automatico capire meglio il funzionamento dei
processi mentali normali.

Il principale strumento di indagine della neuropsicologia cognitiva è la dissociazione (si ha quando


un pazienta mostra un danno selettivo a una particolare componente del sistema cognitivo.
L’esistenza di una dissociazione è interpretata come dimostrazione di un sistema specifico che
risponde solo a stimoli di una particolare classe).

La neuroimmagine funzionale invece studia in vivo le funzioni neurali nel cervello umano, si basa
su tecniche di scansione computerizzata e visualizzazione dell’attività celebrale. Queste tecniche
permettono di stabilire quali parti del
cervello si attivano maggiormente
durante l’esecuzione di un
determinato compito.

Infine abbiamo i modelli di


simulazione che sono delle funzioni
della mente umana espliciti dal punto
di vista computazionale (cioè
possono essere tradotti in un
programma per computer che
riproduca fedelmente il
comportamento umano) . Sono un
laboratorio sperimentale virtuale nel
quale osservare i fenomeni e
manipolare le variabili per osservarne
gli effetti. Un’importante classe di
modelli simulativi è costituita da reti
neurali artificiali, cioè sistemi di
elaborazione dell’informazione
ispirati al funzionamento del cervello.

10
fi
fi
fi
11

Potrebbero piacerti anche