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Significato della parola sinestesia

La sinestesia può essere definita come un «modo eccezionale di percepire il mondo» quando la qualità di
uno specifico stimolo porta all’esperienza cosciente di una qualità aggiuntiva. Lo stimolo che induce
l’esperienza sensoriale e l’esperienza stessa possono appartenere a modalità sensoriali differenti, come nel
caso della “sinestesia cross-modale” oppure appartenere alla stessa modalità sensoriale, come avviene
nella “sinestesia unimodale” e che avviene quando stimolando una via sensoriale o cognitiva, vengono
attivate esperienze automatiche e involontarie in un altro percorso sensoriale o cognitivo .Esistono varie
forme di sinestesia. Una delle più diffuse è quella grafema-colore in cui una lettera appare in uno specifico
colore (es. la B potrebbe essere verde) oppure quella suono-colore detta anche cromoestesia, in cui una
nota evoca un certo colore (es. il la potrebbe essere bianco).
L’origine della sinestesia è da rintracciare in alcune cause prossimali e cause distali. Le cause prossimali
prendono in esame caratteristiche cerebrali strutturali e funzionali. Le cause distali, invece, considerano il
ruolo di fattori genetici e ambientali. Per prendere in esame le cause prossimali, si farà riferimento allo
studio di Bargary e Mitchell del 2008, i quali hanno riscontrato nei sinesteti un numero superiore alla
media di connessioni neurali. Tali collegamenti consentono una maggiore integrazione di informazioni
provenienti dagli organi sensoriali, dando origine a sensazioni simultanee e associate tra loro. Questa
capacità risulta limitata nei non sinesteti. Un numero maggiore di connessioni è riscontrabile nel giro del
fusiforme destro (posto vicino a regioni coinvolte nell’elaborazione di parole e colori), nel solco
intraparietale sinistro (posto sulla superficie laterale del lobo parietale) e nella corteccia frontale.
Lo studio della sinestesia non è escluso, però, da alcune critiche: la sua interpretazione in termini di
associazioni automatiche ha portato molti ricercatori a definire tale fenomeno come mediato da speciali
meccanismi cerebrali e da un’anormale connettività tra aree adiacenti, per contraddistinguere i sinesteti
dai non sinesteti. Sarebbe opportuno considerare il fenomeno della sinestesia in relazione alla cognizione
normale, ponendo l’accento sulle differenze individuali, non solo tra sinesteti e non sinesteti, ma anche tra
soggetti di diversa età e con diverse forme di sinestesia, nei processi di apprendimento e di immaginazione
visuospaziale e nelle diverse strategie adottate per portare a termine determinati compiti sperimentali.
Seguendo tale linea di pensiero, secondo Price e Mattingley, altri studi sulla sinestesia dovrebbero
verificare anche la capacità dei non sinesteti di intraprenere, in maniera controllata, le stesse strategie
utilizzate dai sinesteti per rispondere alle richieste dei ricercatori.

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