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Pensiero personale circa il senso di umanità e giustizia nei

confronti dei carcerati.


Ogni individuo ha il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua
persona. Questo è ciò che afferma la Dichiarazione Universale dei diritti
sull’uomo, che vale quindi per qualsiasi essere umano, anche per i carcerati. Io
penso che tutti abbiamo una dignità da rispettare, al fine di rispettare prima di
tutto noi stessi. Questa dignità però può essere compromessa a causa di eventi
non giusti e quindi può essere “persa”, ma ognuno di noi deve avere la
possibilità di recuperarla. In questo caso le persone prese in causa sono i
carcerati, i quali sono definiti con questo termine per un motivo ben preciso,
ovvero che non hanno rispettato ciò che impone la legge perdendo anche la
loro dignità. Ma come detto in precedenza possono “riscattarsi” e recuperarla,
o costruirne una nuova migliore. Anche se hanno compiuto azioni sbagliate
devono rendersi conto dell’errore e non rifarlo.
Art. 27 della Costituzione italiana:
“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e
devono tendere alla ri-educazione del condannato. Non è ammessa pena di
morte.”
E’ una tutela democratica il concetto di responsabilità personale nel processo
penale e la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. Il
deputato necessita di un processo riabilitativo, in cui l’individuo si rende conto
di ciò che ha compiuto e uscito dal periodo di detenzione possa condurre una
vita secondo le norme imposte dalla legge.
Penso sia il mezzo giusto al fine di aiutare una persona, non serve pena di
morte o torture. Semplicemente un percorso personale compiuto dal
carcerato al fine di tornare a vivere al meglio.
Sono esseri umani e devono essere considerati come tutte le altre persone,
senza discriminazioni, ma semplicemente hanno bisogno di tempo per capire il
motivo per cui hanno fatto determinate azioni e porre rimedio.

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