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Università degli Studi “G.

d’Annunzio”
Chieti-Pescara

Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio

Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

“Multipotenzialità e scelta di carriera”

Laureando
Antonio Papasergio Relatore
Prof.ssa Chiara Berti

Anno accademico 2017-2018


“Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro
sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame,
pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri”.

Rita Levi Montalcini


INDICE

Introduzione.........................................................................................................................1

Capitolo I. Multipotenzialità: un inquadramento concettuale …………………..….....5

1.1. Definizione e studi …………………………………………………..…...5

1.2. Multipotenzialità e plusdotazione ……………………………………......7

1.3. L’eclettismo tra ieri e oggi …………………………...………………......8

1.4. La multipotenzialità secondo Emilie Wapnick…………………….....…..9

Capitolo II. Multipotenzialità, formazione e career counseling………………..….......11

2.1. Plusdotazione e responsabilità educativa ………………...…….…...…..11

2.2. Strategie d’intervento per valorizzare la giftedness……….……………...12

2.3. Multipotenzialità e career counseling.......................................................16

Capitolo III. Multipotenzialità e specializzazione................................................….…..21

3.1. Specialisti e multipotenzialisti nello scenario attuale..............................21

3.2. Vantaggi e svantaggi di essere un Jack di tanti mestieri...........................23

3.3. Job hopping: illusione o reale opportunità?..............................................24


Capitolo IV. Qualità e criticità dei multipotenziali in riferimento alla
carriera.........................................................................................................26

4.1. Pensiero divergente e multipotenzialità………………........................…26

4.2. Possibili modelli di carriera per i soggetti con


multipotenzialità………………………………..………………...…......27

Conclusioni…………………………………………………………………………........30

Bibliografia e sitografia……………………………………………................................32

Ringraziamenti…...………………………………………..………………..……….......34
INTRODUZIONE

La scelta di affrontare la presente tematica è motivata dal mio personale interesse verso le dinamiche
che possono condurre a risultati favorevoli nel lavoro e nella vita dei singoli e della collettività.

Il lavoro non è un’attività qualsiasi ma espressione di tutta la persona, veicolo che permette
all’individuo di avere una vita dignitosa e libera, valore che fornisce modelli di comportamento che
ogni individuo dovrebbe accogliere per contribuire all’equilibrio e al benessere dell’intero sistema
sociale. Esso si svolge in un contesto di regole, vincoli e convenzioni che cambiano con il tempo, la
cultura e lo sviluppo economico.

Il modo in cui la nostra società attualmente si sta evolvendo induce il mondo del lavoro ad accettare Commentato [CB1]: Non deve mettere la virgola tra
soggetto e predicato
nuove sfide rimodulando i punti forza per riadattarli a nuove opportunità. Questo porta a una nuova
concezione della carriera che tende a configurarsi non più solo come un percorso lineare e definito,
ma anche come un’esperienza con diverse sfaccettature nella quale impiegare nuove energie e
sviluppare un certo ventaglio di competenze.

Di una siffatta carriera detta “versatile” non si parla sempre positivamente perché nella nostra cultura
è ancora fortemente radicata l’idea di un solo ruolo professionale per il quale si dovrebbe avere una
vocazione esclusiva, sin da giovani. Volenti o nolenti tuttavia, in ambito economico e tecnologico si
va sempre più diffondendo l’idea che il cambiamento sia un principio fondamentale nelle occupazioni
di oggi per cui oltre alle skill, cioè alle abilità e alle competenze acquisite per svolgere una determinata
mansione, contano anche le re-skill, ovvero le capacità di riuscire a trasferire queste ultime in contesti
sempre nuovi.

Risultano capovolti, in quest’ottica, i criteri che tradizionalmente hanno guidato la ricerca di una
carriera e di una vita di successo. Un contributo significativo in questo senso è stato offerto dalla
studiosa canadese Emilie Wapnick nel libro “Diventa chi sei. Una pratica per persone creative che
hanno molteplici passioni ed interessi” in cui l’autrice riprende la tesi già affermata nel suo intervento
al TED TALKS, il programma televisivo americano che si propone di divulgare nuove idee nel campo
scientifico, tecnologico e del design, basato sui contenuti messi a disposizione dal Technology
Entertainment Design (TED). L’autrice si definisce una multipotenziale a motivo della sua carriera,
estremamente versatile (di autrice, life coach ma anche di artista, filosofa e community leader) e

1
attribuisce l’aggettivo multipotenziale a persone che hanno tante vocazioni e tanti interessi da non
poter scegliere una strada unica per costruire il proprio percorso lavorativo.1 Commentato [CB2]: Questo brano risulta essere preso da
wikipedia: deve indicare l’ulr. Vale in tutti i casi in cui ha
usato brani scarucandoli dalla rete
Emilie Wapnick è diventata nota proprio per aver riportato all’attenzione il concetto di
multipotenzialità, e di aver spiegato che non si tratta di una limitazione o di un difetto ma di un “punto
di forza” che consente di poter ricavare molti vantaggi. 2

Il concetto si inspira alla renaissance soul, ovvero all’ “anima rinascimentale”, con un chiaro
riferimento alla molteplicità di competenze che caratterizzava molti personaggi del Rinascimento
italiano che, pertanto, venivano chiamati: “anime eclettiche”.

Nell’ambito del recruiting della multipotenzialità se ne parla da alcuni anni, utilizzando terminologie
diverse, ma facendo riferimento allo stesso significato3. La rivista Fast Company, autorevole voce
nel mondo dell’innovazione USA, ha identificato la capacità di adattamento come la competenza più
importante da sviluppare nel 21esimo secolo. Nel post si legge che il 2016 sarebbe stato l’anno
degli hybrid employees4 (impiegati ibridi) che hanno competenze non solo tecniche ma anche
trasversali: nelle arti, nelle scienze, nella comunicazione e così via.

In un mondo come questo, che cambia rapidamente e che presenta problemi di non univoca
risoluzione, impiegare le proprie energie in diversi contesti lavorativi potrebbe davvero rappresentare
un’occasione di realizzazione personale nonché un valido contributo di crescita economica ed
edificazione sociale. Tuttavia, non si può fare a meno di valutare i rischi che una scelta di questo tipo
potrebbe comportare perché significherebbe perdere tutte le sicurezze che di volta in volta una
persona ha faticosamente accumulato.

Mia intenzione in questo lavoro è quella di poter fare il punto sui fattori che orientano le persone con
multipotenzialità ad esplorare diversi campi di interesse al fine di poter ricercare le strategie che
possono rivelarsi efficaci nello scegliere un percorso di carriera conforme alle loro potenzialità, ai
loro molteplici interessi e alle loro passioni.

Il presente elaborato si compone di quattro capitoli.


Nel primo capitolo si cercherà di inquadrare il concetto di multipotenzialità nella sua doppia cornice
di riferimento: la psicologia e la pedagogia analizzando gli studi condotti in tali ambiti disciplinari

1
http://www.ted.com/talks/emilie_wapnick_why_some_of_us_don_t_have_one_true_calling/transcript?awesm=on.ted.c
om_8gfB&language=it
2 https://it.wikipedia.org/wiki/Multipotenzialit%C3%A0
3 www.manageritalia.it/files/21885/dir-7-8-2017-copertina-intervista-mura
4 www.fastcompany.com/3057619/why-2016-is-the-year-of-the-hybrid-job

2
con particolare attenzione alla plusdotazione cognitiva. Verranno presentati inoltre il fenomeno
dell’eclettismo (altro modo di indicare la multipotenzialità) e il pensiero espresso da Emilie Wapnick
su tale caratteristica.

Il secondo capitolo sarà dedicato agli apporti positivi che il processo formativo può fornire per
valorizzare le capacità dei soggetti intellettualmente dotati (che non sempre, ma spesso, presentano
multipotenzialità) negli ambiti scolastici ed extrascolastici. Una trattazione particolare sarà qui
condotta in merito alla gestione del fenomeno nell’ambito della career counseling.

Nel terzo capitolo si presenterà la multipotenzialità in un’ottica di comparazione con la


specializzazione che, secondo molti autori, costituisce il più grande ostacolo che un individuo
multipotenzialista si trova ad affrontare per poter perseguire i propri molteplici interessi.

Nel quarto e ultimo capitolo si illustreranno gli aspetti positivi e le criticità della multipotenzialità in
riferimento alla carriera, alla luce di quanto la letteratura esprime in merito, nel tentativo di poter
ricercare i possibili percorsi lavorativi nei quali i multipotenziali potrebbero investire con successo i
propri talenti.

L’ indagine bibliografica per la stesura della presente prova finale ha avuto come punto di partenza
lo studio di tre fonti in mio possesso che mi sono procurato spinto dalla curiosità di approfondire la
tematica sulla multipotenzialità appresa nel corso delle lezioni di Psicologia sociale. Le suddettte
fonti sono: “Diventa chi sei. Una pratica per persone creative che hanno molteplici passioni ed
interessi” di Emilie Wapnick, “Progettare la carriera” di Franco Fraccaroli e “Refuse to choose” di
Barbara Sher.

Per allargare la ricerca e avere un quadro semplificato ma globale dell’argomento, ho reperito articoli
e libri, attraverso il motore di ricerca Google, nell’edizione inglese dell’enciclopedia on line
Wikipedia. Per inquadrare il concetto in campo pedagogico e psicologico, di grande utilità mi sono
stati: lo studio di Tamara Fisher "Multipotential - unwrapping the gifted" reperito nel blog Education
Week Teacher e degli articoli accademici contenuti nel Journal of Counseling Psychology.
Un’idea chiara su come viene gestito il fenomeno della multipotenzialità nell’ambito della career
counseling mi è stata offerta dallo studio condotto da Paula Prober contenuto negli “Annals of
American Psychotherapy Association”.
La ricerca delle qualità possedute dai multipotenziali che ho intrapreso al fine di poter scoprire i
percorsi di carriera nelle quali queste ultime sono maggiormente richieste e apprezzate, mi è stata
facilitata dallo studio della monografia: “La creatività. Ricerche americane” a cura di Beadout.
3
La lettura di alcune riviste di economia come Manageritalia e Fast Company mi hanno premesso di
comparare la multipotenzialità alla specializzazione e di capire quali speranze nel campo
dell’occupazione possono avere i multipotenziali, in un mondo in cui ancora sembra prevalga la
seconda caratteristica.
La passione per la tematica infine mi ha reso attento, fin dall’inizio di questo percorso, alla visione
e all’ascolto di tutto ciò che poteva essere utile per organizzarne la trattazione in modo esaustivo per
cui, anche video presenti su You Tube e approcci radiotelefonici e televisivi, mi hanno indotto a
spaziare tra diverse teorie e a ricercare libri, riviste e quant’altro sia in formato cartaceo che
elettronico, nell’intento di conoscere il pensiero di quanti, come me, hanno nutrito interesse per
questo argomento.

4
Capitolo I

Multipotenzialità: un inquadramento concettuale

1.1 Definizione e studi

Multipotenzialità (dall’inglese multipotentiality) identifica la qualità e la capacità delle persone che


hanno più interessi e attività, una forte curiosità intellettuale, sono creative ed eccellono in più settori.
Queste persone sono definite multipotenziali5.
Contrapposta alla multipotenzialità, vi è la specializzazione ovvero l'acquisizione di una particolare
esperienza e capacità in un determinato settore di studio, di lavoro e di attività nel quale si diventa
estremamente competenti e preparati.
Il concetto multipotentiality affonda le radici negli studi relativi alla gitftedness, una capacità Commentato [CB3]: Decidere una volta per tutte se i
termini stranieri vengono indicati in corsico o tra virgolette:
cognitiva eccezionalmente superiore alla media. Per la precisione si tratta di una complessa quello che non va fatto, è usare contemporaneamente
entrambe le modalità, tranne nei casi in cui si desideri
costellazione di caratteristiche personali e comportamentali che si esprimono in modi differenti. Si mettere in evidenza un termine. Evitare il ricorso al
grassetto.
può parlare di precocità intellettiva con riferimento a soggetti in via di sviluppo (bambini, adolescenti)
mentre è preferibile la locuzione alto potenziale cognitivo (una caratteristica in potenza o latente non
necessariamente concretizzatasi) per riferirsi a individui già adulti, in cui lo sviluppo dell'intelligenza
ha raggiunto una dimensione stabile.

Nel 1972, R. H. Frederickson ha definito una persona multipotenziale come un individuo che riesce
sviluppare un certo numero di competenze ad alto livello se favorito da appropriate condizioni
ambientali.6

Nel 1990, Barbara Kerr, psicologa dell’educazione e docente di psicologia del counseling, ha espresso
il concetto di multipotenzialità in questi termini:

“La multipotenzialità è la capacità di selezionare e sviluppare un certo numero di opzioni di carriera


a causa di un'ampia varietà di interessi, attitudini, talenti e abilità. L'ampia gamma di opportunità
disponibili tende ad aumentare la complessità del processo decisionale e della definizione degli
obiettivi, e può effettivamente ritardare la selezione della carriera. La multipotenzialità è più
comunemente una preoccupazione per gli studenti con un QI moderatamente alto coloro che hanno

5 http: //blogs.edweek.org/teachers/unwrapping_the_gifted/2010/08/multipote
6
Fredrickson, R.H., (1972) “Career development and gifted” in N. Colangelo & R.T. Zaffrann., New Voices in Counseling
the Gifted. Dubuque, Kendall-Hunt, 1979, pp. 264-276.
5
talento accademico e coloro che hanno due o più abilità eccezionali ma molto diverse, come il
virtuosismo del violino e la precocità matematica”.7

Barbara Sher (2006), consulente di carriera e autrice di best seller, definisce gli individui con Commentato [CB4]: Data?

multipotenzialità col termine scanner e li considera persone creative che dirigono la loro attenzione
più sull’ampiezza che sulla profondità della conoscenza. Questa caratteristica consente loro di
stabilire connessioni tra mondi disparati che gli altri non possono vedere. Essi presentano mentalità
aperta, molta curiosità e velocità nell'apprendimento. Il mondo però non li comprende mentre
comprende bene i diver ovvero i “subacquei”, coloro che si specializzano “immergendosi” con quasi Commentato [CB5]: I termini stranieri non vogliono il
plurale, quando inseriti in un testo italiano
tutte le loro energie in un unico settore d’interesse. Alcuni esempi chiari di questi ultimi sono i
musicisti professionisti, gli scienziati, i matematici, gli atleti e così via. Queste persone possono
"rilassarsi" svolgendo un hobby, ma raramente sono appassionate di tutto.

Gli scanner, invece, non vogliono specializzarsi in nessuna delle cose che amano perché questo
significherebbe rinunciare a tutte le altre passioni. Alcuni pensano addirittura che essere un esperto
possa essere limitante e noioso. Inoltre gli scanner non sono tutti uguali e fondamentalmente possono
essere divisi in due gruppi: ciclici e sequenziali. I primi tornano spesso alle aree di interesse esplorate
in precedenza, i sequenziali invece si spostano sempre più avanti nell’esplorazione di aree successive8

Nel 1999, il termine multipotentiality appare nella dissertazione di dottorato di Laurie Diane Shute
intitolata: "Un'indagine sulla multipotenzialità tra gli studenti universitari”. L’autrice afferma che la
letteratura riguardante la career counseling associa la multipotenzialità al talento e che i soggetti
“dotati generalmente presentano multipotenzialità e possono ottenere il successo in molte professioni, Commentato [CB6]: Dove chiude questa citazione, visto
che ci sono le virgolette?
tuttavia alcuni di loro, quando si trovano davanti a più opportunità, possono provare confusione, ansia
e frustrazione perché temono di perdere qualcosa o prendere una decisione sbagliata.”9

Nel 2010, il termine è presente nell'articolo di Tamara Fisher nella Settimana dell’Educazione e la
multipotentiality viene intesa come la capacità di una persona di avere molti ed eccezionali talenti,
ognuno dei quali o la maggior parte, potrebbe offrirle la possibilità di intraprendere una brillante
carriera.10

7
Kerr B., (1990) “Career planning for gifted and talented youth”. Ericdigest.org
8 Sher B., (2006) “Refuse to choose”. New York. Rodale. pp. 5-9.
9 Shute, L. D., (1999) “An investigation of multipotentiality among university honors student”. University of Connecticut,

Doctoral Dissertations.
10 htpt: //blogs.edweek., ibidem

6
1.2. Multipotenzialità e plusdotazione

Il fenomeno della multipotenzialità, come si è accennato, è indagato nelle ricerche relative


alle capacità cognitive e in particolar modo negli studi relativi alla plusdotazione (giftedness).

Fisher in Education Week dice che i bambini “dotati” spesso (anche se ovviamente non sempre) hanno
multipotenzialità. Le loro avanzate capacità intellettuali e la loro intensa curiosità, li rendono i
candidati ideali per eccellere in molteplici aree.11

Il termine gifted è stato sempre riferito all’alto quoziente intellettivo di un individuo ma oggi la
comunità scientifica ha ampliato la definizione estendendola a una molteplicità di aspetti non sempre
facilmente misurabili, quali la creatività, la capacità di leadership, la motivazione, la perseveranza, in
definitiva fattori non squisitamente intellettivi. In questo senso la giftedness deve essere considerata
un costrutto multicomponenziale che per essere compresa dovrebbe essere concettualizzata nel
contesto sociale, storico e culturale in cui l’individuo ad alto potenziale vive e cresce. Diversi studiosi
hanno proposto numerosi modelli di giftedness. Recentemente Pfeiffer (2013) ha riferito la Commentato [CB7]: Data?

definizione di gifted non solo ai ragazzi che hanno elevate capacità cognitive e successo scolastico,
ma a tutti coloro che potrebbero eccellere o che avrebbero il potenziale per poterlo fare, in altre
dimensioni come la creatività, il problem solving, il desiderio di esplorare e conoscere.
Pertanto la giftedness può essere intesa anche come un costrutto sociale, che impone di intervenire
sui contesti di crescita degli individui. Secondo Pfeiffer la giftedeness si può identificare attraverso
tre diversi punti di vista o lenti: come “dotazione in termini di elevata intelligenza, come capacità
straordinaria di realizzazione (prodotti e performance) come espressione di un alto livello di
potenziale”. 12

Questa nuova lettura ci permette di sconfessare o di relativizzare il mito che per anni è stato dominante
e che è stato espresso in questi termini: "una volta dotato, sempre sei dotato”. Attualmente l’attenzione
si sposta, dalla capacità generale ad altre abilità e competenze specifiche: interessi, attitudini e
caratteristiche personali. Di qui scaturisce l’importanza di attribuire responsabilità e implicazioni
importanti agli addetti della formazione e dell’educazione: è necessario riconoscere e identificare
correttamente gli studenti superdotati e proporre loro percorsi finalizzati ad alimentare il loro
potenziale in modo da evitare situazioni di spreco di capitale umano. Commentato [CB8]: Questo spazio deve essere maggiore
dello spazio che c’è tra il titolo e il paragrafo da esso indicato

11 http://blogs.edweek., ibidem
12 https://qi.hogrefe.it/rivista/bambini-ad-alto-potenziale-gifted-children-imparia/
7
1.3. L’eclettismo tra ieri e oggi

Generalmente la persona multipotenziale viene definita anche eclettica o polimata;13 nei Paesi
anglosassoni si parla di renaissance soul (anime rinascimentali), riferendosi a quegli artisti del XIV
secolo che si interessavano di diversi argomenti. Pensiamo ad esempio a Leonardo da Vinci, che si
cimentava non solo con la pittura ma anche con la scultura, l’ingegneria, la meccanica, la medicina,
l’astronomia e molto altro ancora . Si tratta di soggetti che, in qualsiasi campo di attività, non
seguono rigorosamente un indirizzo o metodo, ma ne fondono diversi. Riferito a questa caratteristica
il termine oggi viene inteso molto spesso in senso oppositivo, considerando l’eclettico come colui
che mescola in modo incoerente elementi di provenienza diversa. Mentre nel Rinascimento le menti
eclettiche godevano di onori e riconoscimenti, nei tempi moderni, le persone “multipotenziali” non
sono sempre apprezzate e devono compiere sforzi molto rilevanti per individuare la strada che
vorrebbero perseguire affrontando ogni volta una via diversa. Sono spesso frustrati da questi diversi
tentativi con indirizzi discordanti, dai quali possono derivare ansie e nevrosi. 14 Queste conseguenze
estreme, sono causate dalla cultura che si riceve, che fa crescere con l’idea che occorre trovare al più
presto la propria vera vocazione e che indirizza verso una determinata carriera, come se questa fosse
l’unica strada possibile per il successo personale. Secondo Sher, i multipotenziali o scanner sono le
vittime di un cambio di moda nella storia:
“Alla metà degli anni '50, si era verificato un cambiamento radicale: quando la Russia ha lanciato
lo Sputnik, il primo satellite in assoluto ad essere lanciato nello spazio, gli Stati Uniti sono rimasti
scioccati. Immediatamente le nostre risorse sono state dedicate al recupero e al passaggio della
tecnologia russa, e tutto il resto è diventato secondario. Le facoltà universitarie si sono trasformate
in centri di formazione specializzati; la scienza e la tecnologia - il regno degli specialisti - regnavano
sovrani.
I dipartimenti della letteratura, le scienze umane, persino la storia erano considerati lussi
irrilevanti. E con quel calo di rispetto arrivò un cambiamento radicale nella statura di scanner. Non
più descritti come "a tutto tondo", "persone del Rinascimento" o "eruditi", da un giorno all'altro
erano considerati irrilevanti, sciocchi, irresponsabili. Ora, per quanto riguarda gli scanner, questo

13 Isis Jade osserva tuttavia che esiste una certa differenza tra il primo e gli altri due termini: mentre i termini eclettico e
polimata sono più o meno intercambiabili e si riferiscono ad un una persona che si distingue già per la sua maestria e
competenza in più campi, il termine multipotenziale si riferisce semplicemente a una persona che possiede solo il
potenziale per diventare eclettica (o polimata) (http://www.lawofdelight.com/isnt-polymath-and- multipotentiality-the-
same-thing/)
14 www.justbaked.it/2017/03/27/multipotenzialita-eclettismo-creativitasono-qualita-apprezzate/

8
cambiamento nel modo di pensare è completo. Quasi tutti nella nostra società la considerano una
verità ovvia - ovvio, semplice buon senso - che gli scanner stanno facendo qualcosa di sbagliato.”15

1.4. La multipotenzialità secondo Emilie Wapnick

Emilie Wapnick (2013) definisce multipotenziale “una persona con molti interessi e occupazioni Commentato [CB9]: Data?

creative”, che alcune ritengono penalizzata perché erroneamente vista come incapace di dedicarsi ad Commentato [CB10]: Quale?

un solo settore lavorativo.

La sua idea parte dal fatto che la domanda “Che cosa vuoi fare da grande?” non è solo antiquata o
inopportuna ma anche altamente dannosa perché molti non sono in grado di dare una risposta univoca
avendo talmente tante idee da non poterle incasellare in un’unica attività lavorativa.

L’autrice descrive il multipotenziale come una persona che ha tanti interessi, ha svolto tanti lavori e
che, grazie a questo intreccio di conoscenze e passioni, sviluppa un incredibile potenziale
multidisciplinare che riesce ad applicare con ottimi risultati in qualsiasi lavoro o sfida quotidiana.

Questo tipo di persona può contare sui seguenti tre punti di forza.

1. Sintesi di idee: combinare due o più campi e creare qualcosa di nuovo. A questo proposito l’autrice
cita l’esempio di Sha Hwang e Rachel Binx che, dai loro comuni interessi per la cartografia, la
matematica e il design, hanno attinto l’idea di fondare Meshu, una società che crea gioielli ispirati
alla geografia. Questo prova secondo Emilie che: “L’innovazione nasce nelle intersezioni” e che è da
“lì che vengono fuori le nuove idee”. 16

2. Apprendimento rapido: questo aspetto si collega all’abitudine dei multipotenziali ad essere


principianti per cui di fronte ai nuovi approcci essi non si spaventano mai anche perché, facendo
tesoro delle esperienze passate, riescono sempre a non partire da zero e ad uscire senza timori
dalla comfort zone ovvero da quel luogo virtuale nel quale ci si sente comodi, a proprio agio e al
sicuro; uno stato insomma confortevole nel quale stress e ansia sono ridotti al minimo, perché
sappiamo quello che accade e possiamo muoverci disinvolti, pianificare senza imprevisti.

15 Sher B., (2006) “Refuse to choose”. New York, Rodale, pag. 9.


16 Wapnick E., (2017) “Diventa chi sei.”. San Francisco, Harper Collins, pp. 31-38
9
3. Adattabilità: ovvero la capacità del multipotenziale di trasformarsi in qualsiasi cosa ci sia bisogno
di essere in una data situazione. Egli è apprezzato perché fa un buon lavoro, ma ancora di più perché
riesce assumere diversi ruoli a seconda delle esigenze del suo cliente. Secondo la Wapnick il mondo
economico sta cambiando così velocemente che devono essere gli individui e le organizzazioni ad
adattarsi per soddisfare i bisogni del mercato.

Tra i multipotenziali più famosi la Wapnick ricorda Leonardo da Vinci, Cartesio, Isaac Newton,
Aristotele, Oprah Winfrey, Steve Jobs.

Valorizzando la multipotenzialità Wapnick non intende comunque sottovalutare la specializzazione


anzi afferma che “i migliori team di lavoro sono costituiti dalla coppia perfetta: specialista
e multipotenzialista. Infatti, mentre lo specialista approfondisce e implementa le idee, il
multipotenzialista porta conoscenze poliedriche e innovative al progetto”.17

In conclusione il messaggio è quello di costruire vita e carriera in base al proprio modo di essere e
alle proprie passioni.

Il video del TEDxBend di Wapnick, dal provocatorio titolo “Perché alcuni di noi non hanno un’unica
vera vocazione” nella rete si è diffuso rapidamente e ad oggi ha quasi raggiunto due milioni e mezzo
di visualizzazioni. È stato tradotto in 30 lingue ed è stato ripreso da molti blog (anche italiani).

Molti si sono riconosciuti nella dimensione della multipotenzialità e si sono sentiti tranquillizzati sul
fatto che avere tanti interessi, cambiare tanti lavori, passare da un argomento all’altro, non sono difetti
ma punti di forza che permettono di sviluppare una conoscenza multidisciplinare che rappresenta una
grande risorsa per la persona che la possiede, per chi le sta intorno e per le aziende.

17 Wapnick E., ibidem.


10
Capitolo II

Multipotenzialità e formazione

2.1. Plusdotazione e responsabilità educativa

Nelle società di oggi e in particolar modo nelle società occidentali, gli individui sono diventati sempre
più responsabili della loro carriera e della loro formazione. Negli ultimi decenni sempre più spesso
sono chiamati in causa in prima persona per modificare la loro vita per andare incontro alla richiesta
di flessibilità del mondo produttivo. Questo il motivo per cui sin dall’infanzia, ognuno dovrebbe
essere messo nella condizione di misurarsi con le proprie capacità per poterle poi impiegare nella
maniera più congrua nelle scelte di vita e lavorative.

Se la multipotenzialità può essere una componente della plusdotazione, bisogna che quest’ultima sia
identificata e valorizzata nel processo educativo e formativo della persona.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Counselling Psychology (1996) quella di considerare Commentato [CB11]: Anno?

uno studente plusdotato in quanto bravo a scuola in tutte le materie, è solo un’illusione. I gifted non
sono necessariamente soggetti che conseguono risultati scolastici elevati: spesso si tratta di ragazzi
che non trovando le giuste risposte ai loro interessi e ai loro bisogni di conoscenza, vivono situazioni
di disagio emotivo e di esclusione dal gruppo di appartenenza. La causa è proprio la diversità che li
contraddistingue. Di frequente essi presentano comportamenti disturbanti, distrazioni, fatica ad
accettare le regole e gli schemi della scuola. Tali comportamenti vengono erroneamente intrepretati
come segnali di patologia anziché come espressione di intensità, creatività, curiosità, ecc. su cui
lavorare. Questo non solo impedisce di offrire al bambino/ragazzo la possibilità di far leva sui suoi
punti di forza intraprendendo nei suoi confronti un trattamento adeguato, ma può anche portare a
gravi conseguenze come: abbassamento dell’autostima e del senso di autoefficacia, senso di
inadeguatezza, abbassamento degli obiettivi di apprendimento e sociali, auto-colpevolizzazione,
disturbi comportamentali, aggressività auto o etero diretta, difficoltà familiari e sociali, rivalità,
insuccessi, underachievement.18

18Achter, J.A., Lubinski, D. & Benbow, C.P., (1996) “Multipotentiality among the intellectually gifted. It was never there
and already it’s vanishing”. Journal of Counseling Psychology, 43 (1) pp. 65-76.
11
Si tratta di situazioni problematiche richiedono l’attivazione di interventi speciali: il bambino
plusdotato svilupperà il suo potenziale solo se viene precocemente identificato e supportato durante il
suo percorso scolastico e formativo. Invece succede spesso che questi soggetti passino gli anni della
scuola senza che venga loro data la possibilità di misurarsi con livelli più alti di apprendimento. Di
qui la conseguenza di non sapere mai di cosa sono veramente capaci. Una condizione questa che
potrebbe protrarsi fino all’ età adulta.

2.2. Strategie di intervento per valorizzare la giftedness

Gli studenti con alto potenziale (AP) o di talento hanno bisogni speciali da un punto di vista cognitivo,
emotivo e sociale e richiedono un ambiente scolastico stimolante che possa costantemente alimentare
la loro sete di conoscenza, la loro creatività e la loro autostima. Il problema è aiutarli ad esprimere in
modo funzionale le loro caratteristiche innanzitutto attraverso un’adeguata individuazione.

Interessante a questo proposito è quanto ha scritto Karen Arnold (1995) in Lives of Promise: ciò che Commentato [CB12]: Data?

diventa dei diplomati delle scuole superiori-. L’autrice afferma che sin dalla tenera età bisogna
consentire l'esplorazione di un'ampia varietà di aree tematiche e attività, senza la pretesa che il
bambino si specializzi presto. La scelta di come partecipare spetta al bambino ma essenziale è rendere
disponibili molte opzioni, sia in aree di forza che in aree precedentemente inesplorate.

Riferendosi agli studenti delle scuole superiori la stessa autrice afferma che è necessario dare loro
indicazioni su quali siano le carriere più “a portata di mano” e su come arrivarci dalla scuola
frequentata. Infatti succede che gli studenti universitari di prima generazione spesso restringono
inutilmente le loro scelte verso carriere che per loro poi non si rivelano "profondamente,
intrinsecamente significative". Di qui l’importanza di mettere gli studenti nella possibilità di
conoscere il mondo del lavoro direttamente e nelle aree delle quali sono maggiormente interessati,
attraverso il tutoraggio formale o informale.

Alcune scuole superiori offrono programmi di mentorship o di tirocinio con professionisti e imprese
locali, ma in questo processo dovrebbero essere coinvolti anche i genitori cui spetta trovare
opportunità che si adattino agli interessi dei figli. A questo proposito Arnold cita l’esempio di una

12
ragazza i cui genitori hanno assecondato la sua passione per la scienza degli animali trovandole un
locale allevatore di cani, disposto a farle da mentore per poche ore alla settimana.

Nel processo della formazione non bisogna inoltre, incorrere nell’errore di pensare che quando un
bambino presenta un’abilità precoce in una determinata area sarà necessariamente quella ad
indirizzarlo nella scelta della carriera. “Il tuo bambino potrebbe trarre un saggio scritto da un esperto
senza molto sforzo ma non essere minimamente interessato a una carriera di scrittore.” Altro
suggerimento dato ai genitori è quello di condividere con i propri figli esempi tratti dalle loro stesse
vite, di come essi continuano a scoprire nuove passioni o anche nuove carriere, come tornano ai vecchi
interessi una volta abbandonati e come anche loro hanno dovuto lasciare andare alcune opportunità,
per abbracciarne altre che poi si sono rivelate soddisfacenti. 19

Fisher in “Unwrapping the Gifted” suggerisce che è bene che i bambini con AP mantengano un paio
di talenti come hobby, piuttosto che perseguirli come carriere. “Magari suonare nell'orchestra
sinfonica locale o dipingere le immagini per i tuoi amici come regali, magari scrivere canzoni da
cantare con i tuoi figli o creare un laboratorio di scienze nella tua cantina per quelle volte in cui ti
viene voglia di fare un esperimento. Mantenendo alcuni dei loro interessi come hobby, gli individui
multipotenziali si permettono di esplorare e sviluppare ancora quei talenti mentre fanno soldi con gli
altri talenti”.20

Negli anni Novanta Kerr ha indicato che le possibili strategie di intervento per la multipotenzialità a
diversi livelli educativi, includono quanto segue. Commentato [CB13]: Perché in corsivo questa parte?

SCUOLA ELEMENTARE

a. Fornire un'esposizione realistica al mondo del lavoro attraverso la condivisione dei genitori e
l'esposizione ai luoghi di lavoro dei genitori.

b. Incoraggiare le fantasie di carriera attraverso l'abbigliamento e le commedie.

c. Incoraggiare le attività di concentrazione come i progetti di classe o il conseguimento di distintivi


di merito scout, che richiedono la definizione degli obiettivi e il follow - through.

d. Utilizzare le biografie di persone eminenti come materiale di educazione professionale primario.

19 https://www.psychologytoday.com/us/blog/creative-synthesis/201107/multipotentiality-when-high-ability-leads-too-
many-options
20 http://blogs.edweek., ibidem

13
e. Come insegnanti o genitori, valutare attentamente le abilità, i talenti e gli interessi al fine di
aiutare i bambini a comprendere le possibili aree di maggior interesse.

MEDIE

a. Discutere il significato e il valore del lavoro.

b. Discutere i valori della famiglia e della comunità relativi al lavoro.

c. Fornire un lavoro volontario leggero in diverse aree di interesse.

d. Fornire esperienze di shadowing in cui gli studenti trascorrono la giornata con un adulto che
lavora in un'area di massimo interesse.

e. Scoraggiare il coinvolgimento eccessivo in attività sociali e ricreative per motivi di


coinvolgimento; dare la priorità e decidere su alcuni coinvolgimenti extracurricolari.

SENIOR ALTO

a. Cercare esami vocazionali appropriati da un professionista dell'orientamento o uno psicologo.

b. Incoraggiare le visite a lezioni universitarie e universitarie in alcune aree di interesse.

c. Fornire un lavoro di volontariato più ampio.

d. Esplorare le possibilità di stage retribuiti con professionisti.

e. Insistere su un solido curriculum di corsi al fine di assicurare contro la preparazione inadeguata


per una scelta di carriera successiva.

f. Fornire una guida basata sul valore, che enfatizzi la scelta di una carriera che soddisfi valori
profondamente condivisi.

g. Scoraggiare le scelte di carriera conformiste e stereotipate.

h. Esporre gli studenti a modelli di carriera atipici.

STUDENTI DEL COLLEGE E GIOVANI ADULTI

a. Cercare un orientamento professionale comprendente la valutazione di interessi, bisogni e valori.

b. Iscriversi a un corso di pianificazione della carriera.

c. Incoraggiare un'attenta selezione del corso.

14
d. Evitare le scelte principali conformiste e stereotipate.

e. Cercare un mentore.

f. Impegnarsi nell'impostazione e pianificazione degli obiettivi a lungo termine.21

Per quanto riguarda le giftedness riferite all’infanzia, degno di nota è uno studio condotto presso il
Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del potenziale, Talento e Plusdotazione dell’Università di
Pavia (Labtalento). In base a questo studio il percorso educativo e didattico dovrebbe iniziare con
l’individuazione dei cosiddetti piccoli geni. «Se il bambino appare emotivamente instabile e
compensa la noia con l’iperattività, non per questo ci deve essere una diagnosi di Asperger o di
disturbo dell’apprendimento Spesso si ragiona così: sono plusdotati? Sono super intelligenti?
Possono farcela da soli. Non è così. Anzi è esattamente il contrario. Se non sono accompagnati, ben
gestiti, se la plusdotazione viene considerata dalla scuola un disturbo, se si fa l’errore di livellare il
loro apprendimento a quello del resto della classe, non si riconosce il loro bisogno speciale e si
disperdono talenti».

In sintesi i bambini con AP per crescere a scuola sereni e felici dovrebbero:

- trascorrere del tempo con i propri simili in modo da confrontarsi allo stesso livello;

- poter contare su programmi ed attività differenziate;

- poter contare sull’accelerazione dello svolgimento dei programmi e del cammino formativo su
base individuale;

- poter far parte di gruppi misti di cooperazione fra iperdotati e normodotati in rapporto allo
sviluppo delle abilità sociali.22

Come si evince da queste tesi, la scelta educativa e formativa ottimale per valorizzare i soggetti con
giftedeness, è quella di aiutarli a sperimentare in tutti i modi possibili le loro molteplici abilità,
interessi e passioni. Fondamentale è renderli consapevoli delle loro potenzialità in modo che essi le
possano sviluppare come meglio credono nelle carriere lavorative univoche o versatili che siano o,
anche negli hobby.

21 Kerr B., ibidem.


22 http://labtalento.unipv.it/?p=4607
15
2.3. Multipotenzialità e career counseling

Nei multipotenziali, il processo di scelta della carriera risulta molto complesso a causa dell’ampia
gamma di interessi che li contraddistingue. In Education Week, Fisher spiega che, per gli studenti con
multipotenzialità, avere un'abbondanza di scelte è nello stesso tempo," una “benedizione” e una
“maledizione". Si tratta di due diverse conseguenze, entrambe ugualmente potenti: una evidente forza
trascinatrice di esplorare nuovi campi d’interesse e, di contro, una tendenza a farsi bruciare da questa
eccitazione. Le aveva già teorizzate Freud in Eros e Thanatos. Abbracciata l’ultima avventura, il
multipotenziale si rende conto di essere diventato davvero bravo in quello che fa. A questo punto
interviene Thanatos: il multipotenziale è annoiato, affaticato, disinteressato, non ne vuole più sapere
e mette da parte questa passione. Anche Wapnick a questo proposito afferma che i multipotenziali Commentato [CB14]: Che differenza c’è tra
multipotenziale e multipotenzialista?
sono in grado di raggiungere il nocciolo delle materie in cui si immergono ma che, una volta
raggiunto, perdono lo stimolo a proseguire rivolgendo il loro interesse verso gli altri campi che li
appassionano.

Riguardo alle future carriere, Fisher afferma che i multipotenziali avrebbero l’opportunità di scegliere
tra una vasta gamma di opzioni ma di contro, alcuni dovranno lottare potentemente per poter di
decidere quale scelta fare. In particolare negli ultimi due anni di Scuola Superiore e nei primi due
anni di College, questa decisione fondamentale può essere fonte di debilitante stress: la scelta è
"estenuante e stressante".23

E’ questa una frustrazione che può continuare nell’età adulta poiché gli adulti con multipotenzialità
potrebbero ritrovarsi alla deriva da un lavoro all'altro considerata la loro incapacità di stabilirsi in
qualsiasi posto abbastanza a lungo da sapere se, questa condizione avrebbe potuto offrire loro la
possibilità di sentirsi soddisfatti e realizzati. Il pericolo è quello di percepire la vita e la carriera come
un miscuglio di tentativi falliti.24

Paula Prober (2008) esorta i terapeuti a "mostrare comprensione del peso del processo decisionale
con clienti che hanno la multipotenzialità”: si tratta di soggetti che vanno aiutati spiegando loro le
difficoltà che possono derivare dall'essere dotati, convalidando il loro dolore, indirizzandoli a trovare

23 http: //blogs.edweek., ibidem


24 http: //blogs.edweek., ibidem
16
i modi per far fronte alla loro sofferenza, sostenendo la loro ricerca di autenticità e significato. I
terapeuti possono guidare i clienti a progettare una carriera autonoma e indipendente basata sui loro
molteplici interessi, una carriera che ancora non esiste o ancora, incoraggiarli a cambiare carriera più
volte. 25

Per Sher bisogna innanzi tutto identificare lo scanner e distinguerlo da uno che lo sembra ma non lo
è: passare da un’idea all’altra può essere dovuto ad altri motivi; per esempio ci sono quelli che stanno
semplicemente cercando di prendere una decisione, e quando fanno la “scelta giusta", possono
facilmente rinunciare a tutte le altre idee che hanno considerato. Altri hanno paura ad impegnarsi in
ciò che sentono di voler fare e quindi evitano di farlo lasciandosi trasportare da un flusso costante di
idee alternative, altri ancora sono semplicemente persone con disturbo da deficit di attenzione (anche
gli scanner possono esserlo ma una volta compreso che uno scanner in buona fede non ha problemi
con la normale capacità di messa a fuoco, al contrario dell'iper-focus in stile ADD, la confusione con
deficit di attenzione di solito si risolve). Ci sono inoltre persone che hanno soltanto alcuni interessi
normali in aggiunta, come un avvocato che ama cucinare e viaggiare, o un direttore artistico
pubblicitario che raccoglie oggetti d'antiquariato. Ma c'è una differenza evidente tra qualcuno che
presenta una normale gamma di interessi e uno scanner. “Per gli scanner il mondo è come un grande
negozio di caramelle pieno di opportunità affascinanti e tutto ciò che vogliono è raggiungerle e
riempirsene le tasche”.26 Infine ci sono persone che soffrono di depressione che spesso commettono
l'errore di credere di essere scanner. Sher afferma che la depressione può creare una coscienza
frammentata che non permette di prestare attenzione a nulla a lungo, inducendo a credere che la causa
sia l’incapacità di trovare qualcosa di cui ci si può occupare intensamente. Ma di solito è vero il
contrario: ai depressi non importa nulla proprio perché sono depressi. Uno dei principali sintomi della
depressione è infatti l'incapacità di provare desiderio.” 27
Un vero scanner è infinitamente curioso e non vuole specializzarsi in nessuna delle cose che ama,
perché questo significherebbe rinunciare a tutto il resto. Il primo passo da fare per intraprendere un
percorso lavorativo è quindi, per Sher, accettare questo modo di essere, rifiutando il modo
convenzionale di pensare che si sta facendo qualcosa di sbagliato. Prendere coscienza di quello che
sono, per gli scanner significa far sparire la bassa autostima, la vergogna, la frustrazione, il senso di
inadeguatezza, l’indecisione e l’incapacità di entrare in azione. Nel suo libro “Rifiuta di scegliere”
l’autrice afferma che un valido aiuto può essere per loro, lo “scanner daybook” un libro bianco, una

25 Prober, P., (2008) ”Counseling Gifted Adults:a case study”. Annals of American Psychotherapy Association 11 (1)
pp. 10-15.
26 http://www.getmotivation.com/motivationblog/2017/04/barbara-sher-scanner/
27 Sher B., (2006) “Refuse to choose”. New York, Rodale, pp. 7-8.

17
sorta di diario senza righe dove appuntare liberamente i propri pensieri e le azioni di ogni giorno. Può
servire a catturare le buone idee o anche tutto ciò che allontana da queste. Si configura come un libro
di autoapprendimento nel quale non ci sono restrizioni per progettare o immaginare quello che si
vuole. Quanto più lo scanner darà sfogo alla propria fantasia nello scanner daybook, tanto più potrà
fare chiarezza nella sua mente, valutare se stesso, ridurre l’ansia.28
La più grande fatica di uno scanner è per l’autrice quella di trovare un lavoro che si adatti veramente
al suo stile di vita: i lavori abituali raramente soddisfano il suo bisogno di varietà A questo proposito
prima di scegliere un lavoro, l’autrice suggerisce una strategia che si sviluppa in quattro fasi e che si
chiama LTTL SYSTEM.
Le lettere indicano Learn, Try, Teach e Leave.
In base a questa strategia, nello scanner daybook, bisogna scrivere un piano per ogni carriera o
interesse che lo scanner sta considerando. Se si sta ad esempio indirizzando verso un lavoro come
supervisore in una grande azienda, egli dovrebbe scrivere così:

Impara: Per 6 mesi, imparerò come gestire l'ufficio centrale di un'azienda grafica nazionale,
inventando nuovi sistemi, ma solo su carta.
Prova: Dopo che la curva di apprendimento si è stabilizzata, cercherò di implementare i miei nuovi
sistemi, perfezionarli, assicurarmi che funzionino o costruire il prototipo per appianare tutti i
nodi. Questo potrebbe richiedere altri 2 mesi.
Insegna: Quando è chiaro che tutto ciò che ho progettato funziona brillantemente e l'azienda vuole
che io rimanga ed esegua, spiegherò che posso rimanere solo il tempo necessario per insegnare a
qualcun altro a fare il lavoro. Forse ci vorranno ancora alcuni mesi e quello che insegno ogni giorno
entrerà nel manuale dei dipendenti che ho organizzato per scrivere per l'azienda.
Invia: In questo giorno, avrò la mia festa d'addio, in cui riceverò addii in lacrime e riceverò un
pacchetto di separazione, che mi permette di vivere per 1 anno senza lavorare. Ho organizzato per
questo mostrando ai capi quanti soldi li avrei salvati. Durante il mio anno libero, perseguirò i miei
interessi e terrò d'occhio le opportunità di lavoro più interessanti in un campo completamente
diverso, durante il quale ripeterò l'intero processo”.
E’ difficile trovare aziende che permettano ai dipendenti di lavorare passando attraverso le fasi
suggerite da Sher nella strategia del LTTL SYSTEM ma quelle gestite da società come la Silicon
Valley e la Linkedin stanno invece diffondendo una mentalità ed espressione del lavoro improntate a
dinamiche più libere, autonome e flessibili rispetto a quelle delle aziende tradizionali.

28 Sher B., (2006) “Refuse to choice”. New York, Rodale, pp. 11-19.
18
Ad ogni modo, l’autrice consiglia che se lo scanner non dovesse trovare un lavoro all'interno di questa
cornice, potrebbe sempre fare lavori di consulenza o freelance che per loro stessa natura sono basati
su progetti. Indirizzare gli scanner a scegliere un lavoro che richiede solo esecutività e non
progettualità significa mortificare i loro talenti e questo “un buon capo lo sa”.29

Wapnick ha individuato quattro modelli di lavoro comunemente adottati dai multipontenziali,


dimostrando che è possibile guadagnare anche quando si coltivano interessi diversi e non ci si
concentra su un’unica specializzazione:

a. l’abbraccio di gruppo, ovvero unire molti interessi in un’unica professione o in un business


sfaccettato;
b. l’alternanza, quindi avere molti lavori e/o business part-time che si cambiano con regolarità;

c. l’approccio di Einstein, cioè avere un lavoro stabile e tranquillo durante il giorno che garantisca
i nostri bisogni economici ma che lasci abbastanza tempo libero ed energia per perseguire altre
passioni una volta terminato;

d. l’approccio della Fenice, che consiste nel gettarsi a capofitto in un settore per un numero di anni
e poi cambiare rotta e iniziare una carriera totalmente diversa in un nuovo campo e così via.

Questi quattro modelli possono essere sovrapposti e personalizzati, ma sono un buon punto di
partenza per progettare una vita e una carriera che permettano di esplorare nuovi ambiti e, allo
stesso tempo, di guadagnare.30
Si tratta di modelli che sicuramente rispecchiano come il mondo del lavoro sia cambiato in questi
anni e come si svilupperà nei prossimi. Un mondo dove si prevede abbiano sempre più spazio le
persone in grado di integrare e utilizzare diversi interessi nel proprio business, di rivolgersi a settori
differenti contemporaneamente (lateral freelancer), oppure di sviluppare le proprie passioni accanto
a un’occupazione principale, coltivando side-project che spesso si trasformano in business di
successo, grazie alla dedizione che i multipotenziali mettono in tutto ciò che fanno.
La realtà italiana è molto diversa: mancano risorse e modelli di riferimento ma la tesi di scoprire e
accettare la propria identità di multipotenzialisti, è ripresa in un certo senso da alcuni esperti. Tra
questi Silvia Mezzanatto che dal suo blog dichiara come l’impressione che ha un multipotenzialista Commentato [CB15]: inserire url

di dedicarsi a una cosa sola, possa dargli la percezione di vivere la vita a metà. Se da un lato possono
nascere connubi e soluzioni innovative e originalissime e talvolta geniali, dall’altro, tutto questo non
è proprio per niente intuitivo né semplice: la sensazione che si ha spesso è quello di trovarsi in una

29 Sher B., (2006) “Refuse to choice”. New York, Rodale, pp. 58-61.
30 Wapnick E., “Diventa chi sei.”. San Francisco, Harper Collins, pp. 65,83,97,109.
19
zattera in balìa delle onde. A questo proposito l’unica cosa da fare è a fare chiarezza dentro di sé,
imparare ad abbracciare l’incertezza, semplicemente “stare”, mantenendo la fiducia sul futuro. 31

Capitolo III

Multipotenzialità e specializzazione

3.1. Specialisti e multipotenziali nello scenario attuale

Il più grande ostacolo che un multipotenziale si trova a fronteggiare è quello di non essere compreso:
la società predilige la specializzazione e il mondo del lavoro di solito non considera prioritari aspetti
come la varietà e l’esplorazione di nuovi settori e attività.

Emersi nel periodo della Rivoluzione industriale, i concetti di carriera unica, lineare e stabile e di
specializzazione sono ancora ben radicati e valorizzati nella nostra cultura. E’ da allora in poi che il
modello più efficiente per ogni persona è stato ritenuto quello di occuparsi in maniera esclusiva di un
singolo compito, ricoprendo un ruolo immutabile, per poter essere un ingranaggio del sistema.
L’industria ha prosperato in questo modo e, col tempo, un percorso professionale lineare e definito è
diventato una norma sociale da non mettere in discussione e che è stata persino romanticizzata. Non
viviamo più nell’era industriale ma l’idea di essere destinati a fare un’unica cosa per tutta la vita è
ancora fortemente diffusa.

Il problema è che molte persone sono incuriosite da più settori e magari sono inclini a connetterli tra
loro, perché così si possono guardare i problemi da prospettive diverse.
Il mito della vera e unica vocazione però li incastra li fa sentire a disagio con loro stessi orientandoli
a rinnegare i loro talenti naturali e la curiosità.
L’era dell’economia della convergenza, l'età di Internet, la connettività, l'ascesa della classe creativa
e altri sviluppi moderni stanno tuttavia determinando il ritorno di un'opinione positiva riguardo i
multipotenziali.

Già a partire dagli anni Settanta, dalla letteratura americana emerge un certo apprezzamento per i
multipotenziali o generalisti.

A questo proposito già nel 1973 nel libro “Time Enough for Love” Robert A. Heinlein scriveva:

“Un essere umano dovrebbe essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione,
macellare un maiale, connettere una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, bilanci,

31 //silviamezzanatto.it/tag/multipotentialite/
20
costruire un muro, mettere un osso, confortare i morenti, prendere ordini, dare ordini, collaborare,
agire solo, risolvere equazioni, analizzare un nuovo problema, sparare letame, programmare un
computer, cucinare un pasto gustoso, combattere in modo efficiente, morire galantemente. La
specializzazione è per gli insetti.”32

Jake Chapman (2015) afferma:


“Gli economisti ci dicono che la storia del lavoro umano è una delle specializzazioni in continua
crescita. Ai tempi del cacciatore-raccoglitore, ogni membro della tribù avrebbe dovuto avere un
certo grado di competenza per ogni compito. Mentre avanzavamo lungo il continuum economico dal
cacciatore-raccoglitore attraverso l'economia agraria e industriale e ora nelle economie
postindustriali, la forza lavoro è diventata più frammentata, con lavoratori che hanno sempre più
competenze specializzate. ... Storicamente, la specializzazione è stata una via per la
prosperità. Sebbene la specializzazione abbia alcuni vantaggi economici, nell'era della convergenza
tecnologica, i generici ben istruiti saranno quelli che hanno più valore. È tempo del rinascere
dell’Uomo del Rinascimento" ... I pensatori del Rinascimento riconoscevano sia il potenziale degli
individui, sia l'enorme valore di essere a tutto tondo. Sfortunatamente, da qualche parte lungo la
strada l'idea di qualcuno che si dilettava in molti campi ha perso il suo fascino culturale e abbiamo
iniziato a elogiare coloro che cercavano una profonda competenza in una materia. Ora viviamo in
un mondo in cui le distinzioni tra settori precedentemente separati si stanno riducendo e le reali
opportunità di crescita sono dove le industrie si intersecano. Sfruttare queste opportunità del 21 °
secolo richiederà persone che sono jacks di tutti i mestieri.”33

Interessante è anche quanto dice Ferriss a proposito del valore dei “generalisti” nel tempo
dell’economia globale: “Poiché la tecnologia diventa una merce con la democratizzazione delle
informazioni, sono i generalisti di grandi dimensioni a prevedere, innovare e salire al potere più
rapidamente. C'è una ragione per cui i "generali" militari sono chiamati tali.34

In “Master of many trades” (2015), Robert Twigger si spinge fino a coniare la parola monopath che
riferisce a una persona con “una mente ristretta, un cervello con una sola traccia, una noia, un super-
specialista, un esperto senza altri interessi in altre parole, il modello di scelta della scelta nel mondo
occidentale."35. Un polimath, invece, com’è il personaggio principale del suo romanzo, il Dott.
Ragab’s, è bravo in molte cose e riesce a vedere le connessioni tra le cose.

32 https://en.wikipedia, ibidem
33 https://en.wikipedia, ibidem
34 https://en.wikipedia,.ibidem
35 Twigger, R., (2015) "Master of many trades". Aeon.Magazine.

21
Frederickson, scrivendo sul Journal of Counselling and Development, osserva che l’unicità dello
scopo non è la via giusta per affinare le capacità creative: la multipotenzialità si presenta come un
insieme di abilità potenzialmente preziose che sono destinate a svilupparsi in maniera limitata se il
talento e l’energia si impiegano tutte, al 100% solo in una determinata area. 36

Infine, secondo Tim Ferriss, Steve Jobs non era il migliore tra i top coder di Apple ma possedeva una
vasta gamma di abilità che gli ha permesso di vedere “l'invisibile interconnessione”. 37

3.2. Vantaggi e svantaggi di essere un “Jack di tanti mestieri”

Essere Jack di tanti mestieri è un’espressione di origine anglosassone (Jack of all traders) riferita a
una persona che vuole provare a fare tutto. Questo tipo di persona non eccelle particolarmente in
nessun campo: è infatti un “Jack di tanti mestieri ma maestro di nessuno”. Allan Patrick in “Life
hacker” riprende l’espressione e descrive Jack come una persona che sa come usare le conoscenze e
le abilità acquisite, in qualsiasi nuova attività. Egli è un individuo intraprendente che ama le sfide,
che sa adattarsi a qualsiasi situazione e che grazie alla sua curiosità e sete di conoscenza, sa come
“imparare ad imparare”. A differenza di Emilie Wapnick che sembra quasi esaltare la
multipotenzialità inducendo molti a considerarla quasi come un antidoto alla crisi che negli ultimi
anni ha investito l’economia globale, Allan Patrick sembra essere più realista e ne coglie anche gli
aspetti negativi. Infatti afferma che nell’ essere Jack di tutti i mestieri si nascondono molte insidie:
innanzitutto non essere considerato uno specialista (questo è un titolo che meritano solo coloro che
dedicano tutta la loro vita alla professione scelta).

Egli non può dimenticare che in alcuni settori lavorativi è richiesta la specializzazione e purtroppo si
troverà a fare i conti con questa sfortunata realtà:

“La specializzazione ha certamente una moltitudine di vantaggi innegabili, ma non è necessariamente


l'unico modo per trovare il successo nella vita. Non tutti credono che tu debba scegliere, o che essere
un Jack of All Trades abbia un costo così alto. Molte persone - me compreso - credono che essere un
Jack possa rendere più facile padroneggiare certe abilità.

James Liu, il fondatore di BoxCat Games, suggerisce che essere un Jack è una necessità:

36 Fredrickson, R.H., ibidem.


37 https://en.wikipedia., ibidem.
22
Durante i miei molti anni di apprendimento, iterazione e insegnamento, sono giunto alla conclusione
che il processo di apprendimento, come gli esseri umani, può essere abusato, sintonizzato e
ridimensionato facilmente. Arriva un punto specifico nella tua vita in cui puoi raggiungere o ottenere
quasi la padronanza di uno specifico argomento. Dopodiché, c'è una base di conoscenza su cui puoi
(e lo faranno) costruire analogie. In tal modo, si prende un settore e lo si rispecchia in un altro
settore. Vorrei sottolineare, non puoi essere un tuttofare senza essere un maestro di almeno
uno. Forse è l'abilità sociale, la creazione di bambole, la matematica, il linguaggio, la
consapevolezza emotiva: devi essere un maestro di almeno uno per essere uno di molti altri.”

A Jack of all traders potrebbe capitare di aver così tanta voglia di mettersi continuamente in gioco ed
esplorare altri campi di conoscenza, da sentirsi sopraffatto da tutto ciò che desidera fare ma potrebbe
porre rimedio a questo problema fissando bene gli obiettivi che vuole raggiungere e concentrandosi
su di essi, anche solo un po’ alla volta: la distrazione potrebbe nuocergli molto. Ma, la vera sfida per
un Jack di tutti i mestieri è il burnout: sapere come fare un sacco di cose non rende Jack un super
eroe: egli non può fare troppo e troppo in fretta; è importante che si prenda del tempo e pensi al suo
benessere personale.38

3.3. Job hopping: illusione o reale opportunità?

All’espressione “Jack di tanti mestieri”, in tempi molto recenti, si affianca, contro la specializzazione
a lungo termine, quella del Jobber hopping, riferita soprattutto ai Millennial ovvero alla generazione
del nuovo Millennio detta anche generazione Y. Si tratta dei soggetti nati tra la fine degli anni Ottanta
e il Duemila, caratterizzati da una maggiore familiarità con i media e le tecnologie digitali. Il Jobber
hopping è un individuo che tende a “saltare” da un posto di lavoro a un altro, un po’ perché costretto
dalla precarietà del mercato, un po’ perché ritiene stimolante cambiare ambienti, compiti e obiettivi.
Il giornale Il Foglio descrive il fenomeno riferito a questo tipo di persona, il Job hopping, come
“l’attimo magico dai mille vantaggi” che attualmente sta vivendo l’America e riporta testualmente
quanto ha scritto il quotidiano statunitense Wall Stret Journal: “Chi lascia il lavoro vince”.39 La
FourStars, una società specializzata nel settore della formazione, rivela che da alcune indagini, svolte

38https://lifehacker.com/the-surprising-benefits-and-pitfalls-of-being-a-jack-1689044626
39https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/07/06/news/lamerica-vive-lattimo-magico-del-job-hopping-dai-mille-vantaggi-
204113/
23
da appositi servizi professionali alle imprese, è emerso che i due terzi dei giovani intervistati abbia
dichiarato di non aspirare a lavorare tutta la vita nella stessa azienda e di voler cambiare lavoro nei
prossimi cinque anni.40 Secondo alcuni esperti, il fenomeno può avere risvolti positivi: far acquisire
molteplici abilità, affinare l’esperienza in ogni nuovo ambito, ampliare le competenze e il networking.
Se i multipotenziali si possono annoverare tra i jobber hopping, è un’incognita perché bisognerebbe
valutare i singoli casi, tuttavia il fenomeno del job hopping sta influenzando molto l’opinione
pubblica e per i multipotenziali potrebbe essere una prospettiva abbastanza incoraggiante soprattutto
laddove il sistema economico, come quello statunitense, riesce ad innescare meccanismi innovativi,
virtuosi e consolidati all’insegna della cultura della mobilità e della flessibilità.

40 https://www.4stars.it/blog/job-hopping/
24
Capitolo IV

Qualità e criticità dei multipotenziali in riferimento alla carriera

4.1. Pensiero divergente e multipotenzialità

Molti autori hanno evidenziato che le persone multipotenziali sono creative e che la loro
multipotenzialità si presenta come un complesso di abilità cognitive, curiosità, spinta alla perfezione
e alti gradi di originalità e flessibilità.

La società contemporanea attribuisce notevole valore alla creatività nelle sue molteplici
manifestazioni: nella ricerca scientifica, nell’espressione artistica, nella produzione di beni.

Per lungo tempo si sono attribuite alle personalità creative tratti stravaganti, bizzarri, eccentrici, quasi
patologici ma recenti studi scientifici hanno evidenziato che non è necessario possedere personalità
insolite per essere creativi. Da De Bono a Weisberg, da Gordon a Osborn,tutti i maggiori esponenti
delle teorie sulla creatività hanno posto come condizione essenziale del pensiero creativo, la capacità
dell’individuo di divergere rispetto a concetti acquisiti.41 Perciò potremmo dire che le personalità
creative sono per lo più personalità normali che, pur presentando in genere tratti di
anticonvenzionalità e indipendenza, possiedono un modo di usare la mente e di trattare le
informazioni in maniera innovativa, inducendola a ricercare approcci e punti di vista alternativi a
quelli già consolidati e stimolando un senso di curiosità e voglia di esplorazione. Ciò che le
caratterizza è quanto già presente nel pensiero espresso da Emilie Wapnick riguardo ai multipotenziali
ovvero coltivare un numero di interessi maggiore rispetto alla media ed essere in grado di connettere
le proprie conoscenze per mezzo della combinazione di queste anche, attraverso l’uso
dell’immaginazione. I suddetti studi sembrano dare fondatezza scientifica alla tesi sostenuta dalla
studiosa canadese: “Le nuove idee nascono dalla connessione” e inoltre, anche a quanto Steve Jobs
aveva intuito e dichiarato ad un giornalista: “creatività significa soltanto poter collegare le cose.” 42
Il concetto è espresso chiaramente da Cavallin con la seguente affermazione: “la creatività può essere
considerata come il frutto dell’abilità di connettere tra loro, in modo originale e utile, elementi che
solitamente sono concepiti come distanti e inconciliabili.”43

41 http://www.intelligenzaemotiva.it/Tesi/Tesi_Marta_Cristofani.pdf
42 Gallo, C., (2011) “Pensare come Steve Jobs”. Milano, Sperling § Kupfer Editori S.P.A. pag. 113.
43
Cavallin, F., (2015) “Creatività, pensiero creativo e metodo”. Padova, LibreriaUniversitaria.it, pag. 100.
25
Secondo Guilford il pensiero divergente è misurato da tre indici.

▪ Fluidità: parametro quantitativo basato sull'abbondanza delle idee prodotte.


▪ Flessibilità: capacità di cambiare strategia ed elasticità nel passare da un compito ad un altro che
richiede un diverso approccio.
▪ Originalità: capacità di formulare soluzioni uniche e personali che si discostano dalla
maggioranza44.

Essere creativi è una caratteristica che rende la persona più recettiva nelle relazioni perché, in qualche
modo, questa capacità è associata ad una mente aperta in grado di accettare altri punti di vista. I
multipotenziali hanno la capacità di passare da un modo di pensare ad un altro per cui sono in grado
di "parlare la lingua" delle persone che operano in diversi campi, farle comunicare tra loro e portarle
ad una visione più ampia della realtà. Nel suo libro, “Rifiuta di scegliere”, Barbara Sher usa l'esempio
del direttore d'orchestra e spiega che un conduttore deve saper parlare la lingua dei violinisti, in modo
che possa dire loro quale parte dell'arco usare durante certi passaggi in cui desidera una particolare
dinamica e intensità. Allo stesso tempo, il conduttore deve sapere come parlare la lingua dei timpani,
il che significa pensare in termini di consistenza e ritmo. Deve essere in grado di ingrandire per
comunicare con ogni singola parte, e ridurlo indietro per assicurarsi che nessuna voce superi gli altri
e che gli strumenti si uniscano perfettamente.45
Da queste ricerche si coglie facilmente una certa rispondenza tra i “punti di forza” attribuiti da Emilie
Wapnick alle persone con multipotenzialità e quanto la letteratura scientifica, sebbene in maniera
indiretta, esprime in merito.

4.2. Possibili modelli di carriera per i soggetti con multipotenzialità

La creatività (qualità basilare dei multipotenziali) potrebbe in alcuni casi, essere inibita. Amabile, Commentato [CB16]: Chi è?

Hadley e Kramer (2002) nelle loro ricerche sui possibili freni alla creatività sul lavoro hanno
individuato, raccolto e analizzato oltre 9000 diari da persone che stavano lavorando a progetti con Commentato [CB17]: Quando? Come?

alti livelli di creatività e hanno misurato la loro capacità di innovazione sotto vari livelli di pressione:

44 Guilford J.P., (1950) “La creatività” in A. Beaudot. La creatività/Ricerche americane, Torino, Loescher, 1977, pag.
303.
45 www.thinkulum.net/wiki/Reflections_on_Barbara_Sher 27s_Refuse_to_Choose.

26
il lavoro sotto sorveglianza, attività lavorative svolte in presenza di regole stringenti o che limitino
fortemente l’autonomia di scelta, il lavoro svolto solo per migliorare la valutazione che ne conseguirà.
E’ importante quindi che i manager considerino che conoscere e supportare gli interessi, le passioni
e le aspirazioni dei propri collaboratori può essere efficace quanto un aumento di stipendio.46 Quando
le persone con multipotenzialità avvertono di non poter impiegare tutte le conoscenze e le abilità che
possiedono, si sentiranno annoiate, depresse, tristi e cercheranno di trasferirsi in altri settori lavorativi
o addirittura lasciare la società per la quale lavorano.
Da alcuni anni si parla di “carriera senza confini”. Questa è stata esplorata per la prima volta in un
articolo apparso sul Journal of Organizzational Behavior nel 1994. Si tratta di un percorso di lavoro Commentato [CB18]: È questo ciò che desidera dire?

versatile e per lo più autodiretto tra diverse organizzazioni. Douglas T. Hall, uno dei più assidui
studiosi della carriera l’ha coniata con il termine di protean career per sottolineare il carattere di Commentato [CB19]: In generale?

continua evoluzione e cambiamento che la contraddistingue. Il riferimento è a Proteo, divinità dai Commentato [CB20]: Si dice così? verificare

molteplici aspetti. L’autore definisce anche le caratteristiche che devono possedere gli individui che
intendono costruire e autogestire un percorso di carriera versatile: persone disponibili
all’apprendimento continuo, costantemente aperte a nuove possibilità, disposte ad affrontare
un’avventura professionale esposta a continue transizioni. Svolgere nuovi compiti, interagire con
nuovi colleghi e gruppi di riferimento, richiede una qualità che gli individui con multipotenzialità
sembrano possedere: un’elevata flessibilità ma questo non basta: occorre dare senso e costanza alla
propria azione. Di qui discende la necessità che per intraprendere la protean career possiedano, al
contempo, altre due mega competenze: adattabilità e identità.
Adattabilità significa capacità e disponibilità a rispondere in modo flessibile alle richieste mutevoli
del contesto. Identità significa consapevolezza di sé, coscienza circa i propri desideri, progetti e
talenti, capacità di tradurli in comportamenti e scelte coerenti. Se non vi è la compresenza di queste
competenze gli esiti potrebbero essere rischiosi e insoddisfacenti per l’individuo, la prestazione
lavorativa solamente di tipo camaleontico, senza un’effettiva ricerca di autorealizzazione. Viceversa,
una forte identità senza adattabilità potrebbe portare alla paralisi, all’incapacità di agire nel vano
tentativo di ricercare le condizioni ottimali per autorealizzarsi. Altra qualità nella costruzione della
carriera senza confini è il saper coltivare una rete di relazioni (networking) e ciò dipende in buona
misura dall’estroversione, apertura culturale, capacità di ascolto e spirito di cooperazione del
soggetto, ovviamente, ad un contesto aperto, flessibile, non burocratizzato e anch’esso senza confini
(come il distretto della Silicon Valley dove non a caso, sono stati realizzati i primi studi sulla protean

46Amabile,T, M., Hadley,C.N. e Kramer,S.J., (2002) ”Creativity under the gun” Harvard Business Review, 80 (8) pp.
52-61.
27
career). Legata al networking vi è l’enactement ovvero la capacità delle persone di attivare e favorire
con la loro azione e il loro pensiero, lo sviluppo di se stessi e dell’organizzazione in cui operano. 47
Un siffatto profilo professionale potrebbe essere molto attraente per gli individui con
multipotenzialità a patto che siano veramente attrezzati delle su descritte risorse culturali,
professionali e psicologiche. Viceversa, questi soggetti potrebbero correre il rischio di non essere
qualificati e dunque marginalizzati.
Wapnick a proposito del percorso lavorativo degli individui con multipotenzialità suggerisce di
“indossare molti cappelli” riferendosi alle diverse attività che una persona può svolgere soprattutto
all’interno delle startup (neo piccole e medie imprese) nelle quali non esistono “job roles o job titles
ma dove ognuno può svolgere il lavoro che gli piace o spesso quello che serve in quel preciso
momento. In una piccola azienda, ognuno fa tutto il possibile per assicurarsi che la compagnia
sopravviva. Ciò richiede di indossare un cappello diverso a volte, più volte al giorno. Avendo a
disposizione una vasta gamma di competenze, i multipotenziali possono facilmente adattarsi a diversi
ruoli e a diverse realtà, in base a cosa e a chi hanno di fronte.” 48
Altri multipotenziali descrivono in maniera altrettanto dettagliata i modelli di carriera ideali che
individui come loro potrebbero intraprendere; tra questi Anupam Kundu:
“In questo futuro in rapida evoluzione, il successo per l'organizzazione di qualsiasi tipo sarà misurato
dalla sua capacità di rispondere ai cambiamenti nel mercato globale in modo sostenibile. Questo può
essere abilitato solo da una forza lavoro autorizzata e adattabile composta da team auto-organizzati,
collaborativi, decentralizzati e distribuiti a livello globale con un alto grado di adattabilità a nuovi
ruoli e sfide”. Egli auspica che per i multipotenziali vengano ideate organizzazioni “reticolari” nelle
quali il potere e il riconoscimento possano di fluire in ogni direzione creando diverse possibilità di
impiego delle energie, maggiore collaborazione e strutture personalizzate per ispirare la
partecipazione. Come esempi cita Spotify, la famosa compagnia di streaming musicale che ha creato
un modello per squadre di lavoro autonome e aziende tecnologiche “lungimiranti” come Valve
e Github che hanno già adottato versioni di strutture reticolari su misura, e hanno offerto ai loro
dipendenti tecnologici un ottimo modo per creare la propria carriera. 49

47 Fraccaroli F., (2006) “Progettare la carriera”. Milano, Raffaello Cortina Editore, pp. 86-90.
48 Wapnick E., (2017) “Diventa chi sei”. San Francisco, Harper Collins, pag. 70.
49 https://en.wikipedia., ibidem

28
CONCLUSIONI

Nel nostro tempo, caratterizzato da instabilità, insicurezza e fluidità, la scelta della carriera appare
sempre più non essere legata ai contesti organizzativi ma principalmente alla persona, chiamata ad
assumersi la responsabilità delle direzioni che prenderà la sua vita lavorativa ma anche personale.

Potremmo dire che costruire una carriera di successo è come intraprendere un viaggio personale.

Nell’orientamento professionale prevale l’idea che avere un obiettivo chiaro è la cosa più importante.
Si dice che bisogna avere un obiettivo specifico, misurabile e appropriato. Al colloquio di lavoro si
chiede: “Qual è il suo obiettivo?” “Dove si vede tra qualche anno? E inoltre ai bambini si domanda;
“Cosa vuoi fare da grande?”

Le persone che non sanno rispondere a queste domande perché non sentono di avere una sola
vocazione, credono che ci sia qualcosa di sbagliato in loro. La confusione viene vissuta con ansia, il
cambiare idea come un fallimento. Forse il problema è alla radice e sta nella domanda stessa. Prima
di chiedersi: - “Cosa voglio essere?” - una persona dovrebbe chiedersi: - “Chi sono? -

Quest’ultima domanda interpella il processo formativo fin dai primi anni di età. L’educazione, quella
scolastica in primis, dovrebbe svolgere un fondamentale ruolo di orientamento, fornendo ad ogni
soggetto in crescita, le occasioni per capire se stesso, per prendere consapevolezza delle sue
potenzialità e risorse, per progettare percorsi esperienziali e verificare gli esiti conseguiti in relazione
alle attese.

Maslow diceva infatti che le capacità sono bisogni e pertanto sono anche valori intrinseci della
persona. Così come abbiamo due braccia che “pretendono” di essere utilizzate, altrettanto dentro di
noi le nostre attitudini “cesseranno di protestare” solo quando verranno davvero adoperate in maniera
sufficiente.
Nel libro “Scopri i tuoi talenti”, Stefania Fierli suggerisce alcuni interessanti esercizi per individuarli.
Fra questi l’esercizio della ghianda, ispirato a Hillman, che va eseguito secondo queste indicazioni:
“scrivi o disegna all’interno e intorno della sagoma di una ghianda tutte le cose che ami fare, quali
argomenti ti incuriosiscono, su cosa punti l’attenzione mentre parli, cammini o viaggi, cosa pensi di
saper fare, cosa gli altri ti dicono che sai fare, concentrandoti soprattutto sulle piccole cose.”50
Altro esercizio quello della mongolfiera: “immaginati in volo a bordo di una mongolfiera sopra ai
tuoi sogni più utopistici, scrivi o disegna tutto ciò che vedi, bevendo la tua bevanda preferita.”51

50 Fierli S., (2015) “Scopri i tuoi talenti”. Milano, Franco Angeli/Trend, pag.16.
51 Fierli S., (2015) “Scopri i tuoi talenti”. Milano, Franco Angeli/Trend, pag. 21
29
Una volta conclusi si attendono alcuni giorni per meditare poi sul risultato.
Si parla quindi di tensione innata all’autorealizzazione di sé. Ciò che può aiutare una persona a
realizzare il proprio potenziale è la motivazione intrinseca, il vero motore interno, la volontà di
arrivare alla mèta, al di là degli ostacoli e delle difficoltà che può incontrare.
Se rimangono in un’area sconosciuta alla persona, o represse per lungo tempo, le potenzialità possono
creare disturbi, possono portare a condurre un’esistenza non realizzata; se invece vengono
individuate, allenate e sviluppate, grazie ad esempio, ad un percorso di Coaching, allora potranno
condurre ad una vita felice e permettere alla persona di esprimersi in pienezza.
Dire che ogni persona ha le sue potenzialità non vuol dire che in ognuno di noi si nasconde un genio.
E nemmeno che debba esistere per forza una sola strada giusta, una vocazione, una passione da
inseguire.

Per i multipotenziali, optare per una carriera lavorativa univoca, considerata la loro propensione ad
esplorare molteplici campi di interesse, è difficile, però se essi stanno vivendo quella situazione in
cui non sanno che decisioni prendere, essere coscienti di quali sono i loro punti di forza, rappresenta
senz’altro, un valido aiuto per aumentare la fiducia in se stessi e nel futuro. È probabile che un
domani, i confini tra i diversi aspetti della realtà cominceranno ad offuscarsi e le distinzioni tra le
varie discipline inizieranno a svanire, facendone sorgere di nuove. Non solo: il futuro potrebbe essere
fatto di persone che avranno più lavori, anche molto diversi tra di loro, e progetti che abbracceranno
più materie. In un mondo del genere, la capacità di apprendimento di un multipotenziale, che si
configura come continua, che permette di fare collegamenti che sono altrimenti ignorati e che si
realizza in ampiezza piuttosto che in profondità, può essere determinante per il successo.

Paolo Gallo (2016) responsabile delle Risorse Umane del World Economic Forum, nel suo libro “La
bussola del successo” addirittura incoraggia ad esercitare ciò che i multipotenziali desiderano:
apprendere continuamente e spaziare tra varie discipline evitando una specializzazione eccessiva.
Anche lui riporta a tale proposito, l’esempio di Steve Jobs i cui prodotti hanno un bel disegn perché
come l’imprenditore stesso ha rivelato, quando era studente ha frequentato un corso di calligrafia e
ha voluto tradurre questa bellezza artistica nei prodotti della sua azienda. Per riuscire a costruire un
futuro professionale sicuramente più felice l’’autore suggerisce un esercizio semplice ma che richiede
momenti di tranquillità: “Prenditi del tempo per te e te solo. Libera la mente da altri pensieri e rifletti
solo su di te e sulle cose che procurano gioia”. 52

52 http://www.progettodivita.it/?p=3058
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BIBLIOGRAFIA

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31
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www.manageritalia.it/files/21885/dir-7-8-2017-copertina-intervista-mura

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https://qi.hogrefe.it/rivista/bambini-ad-alto-potenziale-gifted-children-imparia/

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http://labtalento.unipv.it/?p=4607

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https://lifehacker.com/the-surprising-benefits-and-pitfalls-of-being-a-jack-1689044626

https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/07/06/news/lamerica-vive-lattimo-magico-del-job-hopping-dai-
mille-vantaggi-204113/

https://www.4stars.it/blog/job-hopping/

www.thinkulum.net/wiki/Reflections_on_Barbara_Sher 27s_Refuse_to_Choose.

http://www.intelligenzaemotiva.it/Tesi/Tesi_Marta_Cristofani.pdf

32
http://www.progettodivita.it/?p=30
RINGRAZIAMENTI
Vorrei ringraziare in primo luogo la professoressa Chiara Berti per la fiducia accordatami accettando
il ruolo di relatrice di questa prova finale. Gli sono veramente grato per il piacere ed il coinvolgimento
provati durante le sue lezioni oltre che per la disponibilità, la precisione e la pazienza dimostratemi
anche a distanza, durante tutto il lungo periodo di stesura del lavoro.

Un ringraziamento di cuore va alla mia famiglia che mi è stata sempre accanto e non mi ha fatto mai
mancare il suo sostegno sia economico, sia morale. Essere sicuro della semplice presenza dei miei
cari, anche a circa settecento chilometri di distanza, del loro spirito di sopportazione e pazienza nei
momenti di difficoltà e nelle situazioni di maggiore crisi che ho vissuto, mi è stato di grande conforto.

Sento il dovere di ringraziare anche i miei amici e coinquilini che hanno saputo ascoltare i miei sfoghi
più intimi, dato dei consigli da pari e fornito tutto il sostegno necessario per affrontare ogni ostacolo
incontrato in questo percorso e con la quale ho passato indimenticabili giornate: Marco, Comes, Luca,
Bob, Andrea, Michele, Alberto, Armando, Fabrizio e tanti altri ancora, che sono entrati ed usciti nella
mia vita brevemente poiché ognuno doveva rispettivamente inseguire i propri sogni, ma che mi hanno
lasciato un insegnamento, opinione e ricordo particolare. Infine un sincero grazie vorrei porgerlo a
Ilenia, mia compaesana, che mi ha accolto con affetto, ospitato nella sua casa e suggerito come
muovermi tra i luoghi della bella città di Chieti quando sono arrivato.

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