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Come organizzare l’orto:

ATTREZZI ESSENZIALI

 VANGA - Conviene attenersi ai modelli in uso nella zona, a garanzia del fatto che sono adatti al tipo di
terreno del luogo.

 ZAPPA - Conviene scegliere un modello adeguato al proprio braccio e alla propria forza, e poi affiancare la
zappa principale, per gli usi generali, con una zappetta leggera a lama piatta per i lavori rapidi e superficiali e
una zappetta a punta per tracciare i solchi.

 FORCONE - Serve a sminuzzare le zolle, ad arieggiare. Deve avere rebbi curvi e forti, preferibilmente in
acciaio temprato.

 RASTRELLO - Per l’orto serve solo il modello in ferro, di larghezza limitata (30-60 cm) e con rebbi brevi.

 TRAPIANTATOIO - È la consueta paletta per tutti i lavori di giardinaggio, compresi quelli nell’orto. Deve
essere di ottima qualità, con lama spessa e manico ergonomico.

 CARRIOLA 

 FORBICI - Nell’orto non servono modelli sofisticati e costosi, perché l’uso è marginale. Tuttavia conviene
sceglierne un paio con lame robuste per i lavori generici.

 SARCHIATORE O ERPICATORE MANUALE - Ha 3 denti curvi che, passati sul terreno come una zappetta,
rimuovono velocemente le erbacce e arieggiano le zolle tra gli ortaggi.

PROGETTAZIONE

Questo è un esempio piuttosto comune, ma si può crearlo a proprio piacimento. Durante la fase di progettazione
bisogna tenere conto dei servizi indispensabili per la gestione ottimale dell’orto. È già presente una presa d’acqua o
occorre provvedere con annaffiatoi o tubi in gomma?
Se l’appezzamento da destinare a orto non è mai stato coltivato, è necessario seguire un ordine preciso nelle
operazioni.
La prima operazione è ripulire il terreno dai sassi superficiali e rimuovere la copertura di vegetazione spontanea
(erbacce).
LA PREPARAZIONE DEL TERRENO

Con la vanga è necessario rivoltare le zolle grossolanamente sino a 25-30 cm di profondità per far affiorare ciottoli,
sassi e radici a fittone. Deve essere un lavoro accurato, altrimenti dopo poco tempo si riformano piante infestanti quali
la carota selvatica e il tarassaco o soffione, che entrano in competizione con gli ortaggi e possono prendere il
sopravvento. In questa fase si lavora tenendo al fianco la zappa, per aiutarsi a sminuzzare le zolle quando serve, e la
carriola, nella quale versare tutti i materiali rimossi dal terreno, rifiuti vegetali e inerti. Quanto maggiore è la cura
iniziale, tanto minori saranno gli interventi di diserbo e di pulizia durante la coltivazione dell’orto.

LA CONCIMAZIONE

Gli ammendanti possono migliorare la struttura della terra, ma non la sua fertilità. Ecco allora che si deve aggiungere
sostanza organica, quale letame maturo o compost di ottima qualità. Il letame ha però una percentuale bassa di sali
minerali, ecco allora la necessità di aggiungere alla terra queste sostanze sotto forma di fertilizzante
granulare o in polvere, preferibilmente in una formula equilibrata per esempio NPK 10-10-10 seguendo le
indicazioni riportate sulla confezione.

POMODORO

CLIMA: il pomodoro è una pianta tipicamente mediterranea. In Italia, le aree di maggior sviluppo della coltura sono
quelle del Meridione, dove è possibile raggiungere buone produzioni anche senza l’utilizzo di serre o tunnel. È infatti
il freddo il fattore climatico che limita la coltivazione del pomodoro. Temperature prossime a 0°C portano alla morte
della pianta, mentre temperature sopra i 32°C causano una scarsa allegagione e provocano decolorazioni e ustioni alle
bacche.

TERRENO: il pomodoro non è una pianta molto esigente. Preferisce terreni profondi, ricchi di sostanza organica,
anche compatti ma ben drenati, allo scopo di evitare il ristagno d’acqua, molto dannoso soprattutto nelle delicate fasi
del trapianto e del post-trapianto. Il pomodoro richiede che tutte le lavorazioni preparatorie siano eseguite con la
massima cura, per assicurare un buon effetto diserbante, un buon drenaggio e un interramento dei concimi organici.

POSIZIONAMENTO: nel momento della piantagione a dimora si devono inoltre predisporre tutori in bambù,
plastica o metallo, ai quali le piante possano appoggiarsi. Durante la crescita di tanto in tanto è necessario legare la
vegetazione con legacci di rafia o plastica.

Messa a dimora delle piantine

Impalcatura a fili per il sostegno di piante di pomodoro


I getti laterali che crescono tra le impalcature delle foglie vanno eliminati prima che superino i 3 cm di lunghezza. Questa
operazione prende il nome di scacchiatura.

Una prima cosa che devi sapere sull’irrigazione dei pomodori è che ci sono dei momenti in cui l’acqua è
particolarmente importante. Il momento in cui il seme germina e la piantina deve svilupparsi è da curare con grande
attenzione: la pianta giovane ha radici esili e corte, quindi non è in grado di cercare l’acqua in profondità. Per questo
bisogna irrigare con regolarità e non lasciar mai che il suolo secchi. Anche quando inizia la fioritura è utile una più
frequente irrigazione, visto che fruttificare comporta un dispendio idrico maggiore.

BAGNARE POCO E SPESSO

Irrigare i pomodori è molto utile, ma bisogna sapere anche che irrigazioni sbagliate sono anche una delle maggiori
cause di malattia della pianta. Le malattie del pomodoro, come peronospora, fusarium e muffa grigia, infatti
proliferano nell’umidità eccessiva. In particolare quando le temperature sono miti bisogna evitare eccessi d’acqua. Per
questo conviene bagnare piuttosto di frequente ma mai esagerare con le quantità d’acqua. Inoltre non si devono
bagnare le foglie ma sempre il terreno vicino al fusto.

RICONOSCERE GLI ERRORI DI IRRIGAZIONE

Se si irriga troppo poco si può notare la sofferenza della pianta, bisogna quindi intervenire bagnando più spesso, ma
senza eccessi. Anche troppa acqua può dare problemi, è una delle possibili cause del marciume apicale del pomodoro,
anche in questo caso se si nota il problema bisogna ridurre l’apporto idrico.

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