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Apprendimento Significativo e Ambienti dell’Apprendimento

Nel momento in cui al posto di un apprendimento meccanico si voglia


favorire un apprendimento significativo e, nel momento in cui, è la
comprensione che viene perseguita e non la memorizzazione, ecco che si
creano “gli ambienti di apprendimento”; essi costituiscono l’approccio
didattico adeguato quando si vuole promuovere un apprendimento
significativo.

La ricerca quindi delle metodologie in grado di stimolare


l’apprendimento e di renderlo efficace diventano in tale modo la vera
sfida della ricerca pedagogica.

Nella società della rivoluzione industriale alla scuola si richiede quindi la


capacità di formare studenti in grado di “imparare ad imparare” e che
sappiano utilizzare in maniera adeguata gli strumenti necessari per
affrontare il futuro.

L’Apprendimento Significativo
La ricerca ha mostrato che l’apprendimento è diventato un fatto sociale
poiché avviene durante uno scambio di relazione con gli altri quindi esso
stesso è uno scambio reciproco che fornisce allo studente la competenza
per imparare continuamente. L’insegnante quindi non è più centrale e non
è più considerato la fonte di sapere totale superando così il modello
incentrato sulla lezione frontale e preferendo una didattica partecipativa
finalizzata ad un apprendimento significativo. In sostanza
l’apprendimento significativo ha come obiettivo principale quello di
rendere autonomo il soggetto durante il suo percorso di formazione
conoscitiva.
Si può quindi affermare che l’apprendimento significativo è un processo
attivo che richiede la partecipazione dell’allievo nella conoscenza in
contesti significativi attraverso sperimentazione, manipolazione ed
interpretazione dei risultati. É appunto il Learning by doing che rende lo
studente protagonista del suo apprendimento.

Gli Ambienti dell’Apprendimento


Con l’espressione ambiente di apprendimento si intende un luogo fisico
o virtuale o anche uno spazio mentale e culturale valutato come contesto di
supporto all’apprendimento. Si può provare a definire l’ambiente di
apprendimento come un insieme di attività strutturate in maniera
intenzionale da parte dell’insegnante attraverso le quali l’insegnamento
viene organizzato. L’insegnante si muove affinché l’apprendimento
avvenga secondo le modalità attese e dove l’ambiente diventa quindi
spazio d’azione necessario per stimolare e sostenere la costruzione di
conoscenze, abilità, motivazioni e atteggiamenti. In tale spazio ci sono
scambi tra allievi e oggetti del sapere ed insegnanti affinché possano essere
raggiunti scopi e interessi comuni.

Secondo la definizione di Brent Wilson un ambiente di apprendimento


deve comprendere una persona isolata in un ambiente. È necessario
introdurre l’idea di comunità di apprendimento ovvero varie persone che
lavorano insieme su un progetto programmando la loro attività di
apprendimento e che si supportano e apprendono l’uno dall’altro.
L’ambiente di apprendimento è un luogo in cui gli apprendenti lavorano
insieme, usano una varietà di strumenti che permettono di accedere alle
informazioni e dove si definiscono gli obiettivi specifici di
apprendimento e si sviluppano attività mirate alla risoluzione di problemi
(problem solving).
L’apprendimento cooperativo (cooperative learning)

L’apprendimento cooperativo nasce intorno alla fine del 1700 e nel 1800
viene ripreso in tutti paesi europei. Ancora oggi il cooperative learning è
oggetto di studi poiché ritenuto essenziale all’interno dell’insistenza
scolastico e dell’intero sistema sociale. L’apprendimento cooperativo è
un insieme di processi che aiuta le persone ad interagire per
raggiungere un obiettivo specifico e per creare un prodotto finale.

Peer tutoring
È una metodologia didattica grazie alla quale alunni sicuri e maturi
insegnano a quelli che lo sono meno; il docente è il supervisore.

Reciprocal teaching
È la metodologia grazie alla quale si impara dagli altri membri facenti
parte dello stesso gruppo di lavoro; in questo modo lo studente si relaziona
meglio con gli altri e riesce ad interagire con essi esponendo le proprie
idee in maniera efficace. Lo studente si sforza, inoltre, di comprendere ed
ascoltare le idee altrui, cercando di accettare anche opinioni diverse dalle
sue; il docente è il mediatore.

La lezione partecipata
È una lezione che richiede da parte del docente una grande progettazione e
prevede che il docente sia sempre pronto a rispondere a qualsiasi richiesta;
si costruisce in itinere con gli alunni e dove l’insegnante assume il ruolo di
guida. Offre il vantaggio di permettere a tutti di partecipare.
Compito di Realtà

Per Compito di Realtà si intende una situazione problematica e nuova e


vicina il più possibile al mondo reale, che va risolta utilizzando
conoscenze e abilità fatte proprie dal discente e trasferendo procedure e
condotte cognitive in contesti e ambiti di riferimento diversi da quelli resi
familiari dalla pratica didattica.

Attraverso una prova oggettiva, come per esempio un compito con


domande aperte oppure chiuse o problemi, è possibile verificare
l’acquisizione di abilità e conoscenze da parte dello studente.

Alla fine di un percorso di apprendimento la verifica può essere fatta


tramite un compito autentico cioè simile al reale. Le prove autentiche
pongono problemi aperti a molteplici interpretazioni piuttosto che
risolvibili con l’applicazione di procedure note e offrono l’occasione di
esaminare i problemi da diverse prospettive. Gli studenti devono diventare
capaci di selezionare le informazioni cogliendo l’occasione di esaminare i
problemi da diverse prospettive ed utilizzando soluzioni alternative,
avendo inoltre la possibilità di collaborare. In definitiva lo studente deve
dimostrare ciò che sa fare con ciò che sa, la prestazione autentica accerta la
capacità dello studente di saper utilizzare un repertorio di conoscenze e di
abilità per risolvere un compito complesso e dà l’opportunità di ripetere,
praticare e consultare le fonti.
Gli insegnanti devono focalizzare l’apprendimento degli studenti
attraverso feedback. Lo studente dimostra di saper agire e senza dare
spiegazioni e senza fare interpretazioni applica conoscenze e abilità. In
pratica si sviluppa una conoscenza di sé e di ciò che sa e sa fare.

Il prodotto finale resta la valutazione di questi compiti autentici


attraverso le rubriche valutative. La rubrica consiste in una declinazione
di punteggi prefissati e di una lista di criteri che descrivono le
caratteristiche di ogni punteggio della scala. Si riconoscono diversi tipi di
rubriche valutative: la rubrica di tipo analitico e le rubriche di tipo olistico.
Le rubriche di tipo analitico permettono di assegnare il livello ad una certa
prestazione. Le rubriche di tipo olistico vengono utilizzate per i compiti
nei quali è difficile distinguere gli aspetti ed è preferibile esprimere un
giudizio globale sulla prestazione. I vantaggi delle rubriche valutative
sono innanzitutto che rappresentano uno strumento potente in mano
all’insegnante. Sono in grado di migliorare le prestazioni degli studenti e
sono una fotografia del progresso degli studenti stessi. Aiutano, inoltre, i
discenti a divenire più attenti nell’osservare i propri lavori e permettono di
lavorare con classi eterogenee.

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