Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna e principe del Piemonte dal 1831 al 1849, veniva
soprannominato con il re “Tentenna” a causa del suo atteggiamento irresoluto e timoroso nei
confronti delle idee liberali e dei moti risorgimentali
Lo stato italiano più retrogrado era quello pontificio retto dal 1831 al
1846 da Papa Gregorio XVI. Dal punto di vista politico era un rigido
conservatore, avverso al liberalismo cattolico da lui condannato in
due encicliche (enciclica=è una lettera circolare con cui il papa
rende noto il suo pensiero su particolari argomenti riguardanti la
dottrina e l’organizzazione della Chiesa).
*cercare encicliche*
Mirari Vos
Libro di Papa Gregorio XVI
L'enciclica Mirari Vos è stata pubblicata da papa Gregorio XVI il 15 agosto 1832.
Con tale enciclica venivano condannati tutti i principi del liberalismo religioso e Papa Gregorio XVI
politico
***
*https://www.radiospada.org/2012/07/attualita-di-gregorio-xvi/ *
i moti liberali in Romagna e nelle Marche vennero repressi con con condanne ed esecuzioni degli
insorti. ciò inasprì il risentimento della maggior parte della popolazione, già esasperata dalla
corruzione della pubblica amministrazione e dal duro regime poliziesco introdotto dal governo
papale.
le cose cambiarono nel giugno 1846 con l’elezione al soglio pontificio di Pio IX (1846 -1878
il nuovo papa Pio IX nel 1848 avviò alcune riforme liberali, suscitando l’entusiasmo dei moderati
di tutta Italia e ponendosi a modello per gli altri sovrani della penisola: il progetto neoguelfo
sembrava realizzarsi.
un’amnistia generale, provvedimento adottato da un’autorità pubblica con cui si cancella un reato
e la pena corrispondente e comportava la scarcerazione delle persone detenute per quel reato e la
sospensione dei processi in corso, per i detenuti e i colpevoli di reati politici e il permesso di rientro
in patria ai fuoriusciti. tali atti provocarono un esplosione di entusiasmo che oltrepassò le intenzioni
del papa e in questi tutta Penisola iniziarono manifestazioni popolari al grido di “Viva Pio IX”.
inoltre il pontefice concesse una seppur limitata libertà di stampa e l’istituzione di una consulta di
Stato, un organo collegiale cui erano chiamati a far parte alcuni autorevoli cittadini con il compito
di proporre delle riforme.
Fu approvata l’istituzione della guardia civica, una milizia cittadina autonoma rispetto ai corpi di
polizia e all’esercito.
La guardia civica era una polizia “popolare” composta da volontari adibiti a mantenere l’ordine al
posto della polizia di mestiere.
dalla primavera del 1847 i sovrani degli altri stati italiani si trovarono costretti a seguire l’esempio
del papa.
il granduca di Toscana Leopoldo II (1824 - 1859)attenuò la censura, procedette alla riforma dei
codici civile e penale e istituì la guardia civica, imitato poco dopo da Carlo Alberto di Savoia.
*(cercare Statuto del regno “in Toscana Leopoldo II )*
Nel novembre 1847 i sovrani della Toscana e del Piemonte-Sardegna aderirono al progetto di lega
doganale promosso da papa Pio IX, che com’era accaduto in Germania con lo Zollverein (Parola
tedesca che significa “unione doganale”, cioè l’abbattimento delle barriere commerciali; identifica il
provvedimento preso dai vari governi tedeschi nel 1834 per stimolare la crescita economica),
potere avere effetti benefici per l’economia, ma anche un significato politico, quale prima passa
verso l’unificazione nazionale.
la lega non entrò mai in funzione per la resistenza degli atri stati della Penisola, in particolare del
Lombardo-Veneto e del regno delle Due Sicilie, le dee aree in cui le tensioni erano sempre più
forti.
Nel Lombardo-veneto la soffocante politica antiliberale attuata dagli austriaci aveva creato uno
stato di forte nervosismo e di insofferenza, nonostante l’opera di modernizzazione economica
avviata dal governo asburgico.
primi moti del quarantotto italiano
Quella del 1848 fu una rivoluzione che si accese quasi simultaneamente in molti paesi europei. Gli
obiettivi che contraddistinsero non furono ovunque gli stessi: in alcuni casi si limitavano all’ottenimento
di una Costituzione di tipo liberale; in altri casi si caratterizzavano invece per una spinta in direzione di
una più larga democrazia; in altri ancora, infine, includevano non soltanto la conquista della libertà
politica per i cittadini, ma anche la liberazione della propria nazione dal dominio straniero.
*La primavera dei popoli, conosciuta anche come rivoluzione del 1848 o moti del 1848, fu un'ondata di
moti rivoluzionari contro i regimi assolutisti, eredi dei moti del 1820-21 e del 1830-31, che sconvolsero
l'Europa, nel 1848-49*
Le prime agitazioni del 1848 scoppiarono in Sicilia, a Palermo, il 12 gennaio: dopo aspri combattimenti le
truppe borboniche vennero sconfitte dagli insorti democratici, i quali costituirono un governo provvisorio
e l’11 febbraio promulgarono una Costituzione liberale. L’esempio palermitano si propagò ben presto a
tutto il Mezzogiorno e da lì a molti altri stati italiani: nel timore che potessero scoppiare disordini
incontrollabili, anche Regno di Napoli, Granducato di Toscano e Stato della Chiesa concessero una Carta
costituzionale, sperando che tale conquista placasse gli anni dei liberali ed evitassero guai peggiori
Nel 1848 si ebbero una serie di moti rivoluzionari che cominciarono a gennaio con la rivoluzione siciliana
che portò Ferdinando II di Borbone a promulgare la costituzione (29 gennaio), seguito da analoghi
provvedimenti di Leopoldo II di Toscana (17 febbraio), Carlo Alberto re di Sardegna (statuto Albertino del 4
marzo) e di papa Pio IX (statuto del 14 marzo). Da marzo le rivolte divamparono anche nell’impero
austriaco dove Milano (le cinque giornate) e Venezia (la repubblica di San Marco) si ribellarono al potere
degli Asburgo.
I combattimenti furono particolarmente aspri a Milano, dove il comandante dell’esercito del Lombardo-
Veneto, il maresciallo austriaco Josef Radetzky, fu costretto ad abbandonare la città.
Il giorno dopo la conclusione delle cinque giornate di Milano, il 23 marzo 1848, il re di Sardegna Carlo
Alberto mosse guerra contro l’impero austriaco. Egli fu probabilmente spinto dal tentativo sia di evitare una
rivoluzione nel proprio stato, volendo apparire come un monarca liberale, sia di sfruttare quest’occasione
per ingrandire il proprio regno. Iniziò così quella che viene chiamata "prima guerra d’indipendenza".
La rivoluzione siciliana del 1848 iniziò il 12 gennaio 1848. Il moto siciliano fu il primo a scoppiare in un anno
colmo di rivoluzioni e rivolte popolari, avviando quell'ondata di moti rivoluzionari che sconvolse l'Europa e che
viene definita primavera dei popoli. La rivoluzione siciliana portò alla proclamazione di un "nuovo" Regno di
Sicilia[1] indipendente, che sopravvisse fino al maggio del 1849.
- nel regno di Sardegna, il 4 marzo da parte di carlo alberto che promulgò lo Statuto
Albertino
le carte costituzionali che essi promulgarono si ispiravano tutte a quella francese del
1830, di tipo liberale-censitario (con il diritto di voto assegnato soltanto ai cittadini più
abbienti(In condizioni economiche agiate)) all’inizio del 1848 buona parte dell’Italia era
divenuta “costituzionale”. le costituzioni del 1848 erano molto moderate, si presentavano
come concessioni accordate dal sovrano e contenevano molte limitazioni e restrizioni.
Anche in Piemonte, dove nel 1831 era salito al trono Carlo Alberto, il 4 marzo 1848 promulgò una
Costituzione: lo Statuto albertino.
La Carta presentava un iniziale elenco dei diritti di libertà per i cittadini; seguiva l’organizzazione
dello stato, con un Parlamento formato da due Camere: quella dei Deputati, eletta dai cittadini, e
quella dei Senatori, nominata dal re. Il diritto di voto era regolato da una legge elettorale che
prevedeva l’esclusione di tutte le donne e anche dei maschi che non avessero un reddito elevato.
Al re lo Statuto riconosceva poteri molto ampi: egli era a capo del potere esecutivo e sceglieva i
ministri, che rispondevano del loro operato solo a lui.
La giustizia era attuata in nome del re e le leggi, fatte dal Parlamento, non entravano in vigore se il
re non le approvava. Un potere così forte spiega anche il fatto che era stato il sovrano stesso a
decidere il contenuto dello Statuto (il quale era una Costituzione concessa).
Lo Statuto breve: era una costituzione breve, non perché fosse corta (era composta da 84
articoli), ma perché si limitava a indicare principi generali in materia di libertà individuali e di
competenze degli organi costituzionali, senza specificarli in modo dettagliato.
Esso venne annunciato sin dall’8 febbraio 1848, il testo dello statuto Albertino venne realizzato
in meno di un mese e prolungato il successivo 4 marzo. Si ispirava alla carta francese del
1814 e sarebbe rimasto in vigore fino al 1946 quando L’Italia, usciva devastata dalla Seconda
Guerra Mondiale, si espresse a favore della repubblica, aprendo la strada dell’attuale
Costituzione italiana.
Lo statuto era una Costituzione ottriata, ( "octroyée" dal francese) ossia concessa per volontà
del sovrano
1
2
1) Nel preambolo il re riafferma con chiarezza la propria sovranità, specificando la natura della
Costituzione che sta promulgando.
2)Anche se il cattolicesimo è indicato quale religione ufficiale del Regno, lo Statuto prevede che i
sudditi seguaci di altri culti possano praticarli.
3) I primi articoli si soffermano sul sistema di governo del Regno (una monarchia rappresentativa)
e sulla divisione dei poteri. I primi ventitre articoli dettavano le disposizioni relative alla Corona;
4)Glia articoli dal 24 al 32 riconoscono i diritti e doveri dei cittadini: i diritti “teoricamente” sanciti
dallo Statuto erano, oltre alla libertà religiosa , l’eguaglianza giuridica , la libertà individuale ,
inviolabilità del domicilio , libertà di stampa , diritto di proprietà privata , libertà di riunione. I cittadini
che di questi diritti godono grazie allo Stato, erano sono tenuti a contribuire al mantenimento dello
Stato stesso, attraverso il pagamento delle tasse.
nel Lombardo – Veneto la tensione diventava sempre più forte. Da tempo ormai l’opera di
modernizzazione che Vienna aveva comunque promosso, soprattutto in campo economico,
non compensava più la crescente ostilità verso il dominio straniero, improntato oltretutto a
una politica antiliberale.
la prima insorgere il 17 fu la popolazione di Venezia dove, La notizia che anche in Austria, a Vienna, è
scoppiata una rivolta contro il governo, spinge la popolazione a scendere in piazza e a chiedere la
liberazione di due "sovversivi" dell'epoca: il letterato Niccolò Tommaseo e l’avvocato Daniele Manin
arrestati solo un paio di mesi prima, ma il governatore esita ad acconsentirvi: il popolo si reca allora nelle
Prigioni sul Rio della Paglia liberando i prigionieri politici e portando a spalla, in trionfo, in Piazza San Marco,
l’avvocato Daniele Manin e Niccolò Tommaseo.
Pochi giorni dopo, una rivolta degli operai dell'Arsenale militare cui si unirono numerosi marinai e ufficiali
spinse il governatore austriaco ad abbandonare la città senza che ci fossero spargimenti di sangue. Il 23
marzo Manin divenne capo del governo provvisorio e proclamò la Repubblica veneta ( o di San Marco),
mentre in città veniva esposto il tricolore (il tricolore verde, bianco e rosso cominciò a essere utilizzato
come simbolo nazionale italiano all’epoca della prima campagna napoleonica, negli ultimi anni del
Settecento, quando fu dapprima adottato come vessillo dei reggimenti militari italiani che affiancavano le
truppe francesi, poi come bandiere della Repubblica cispadana,una delle repubbliche sorelle create da
Napoleone in Italia) italiano.
VENEZIA
la prima insorgere il 17 fu la popolazione di Venezia dove, La notizia che anche in Austria, a Vienna, è
scoppiata una rivolta contro il governo, spinge la popolazione a scendere in piazza e a chiedere la
liberazione di due "sovversivi" dell'epoca: il letterato Niccolò Tommaseo e l’avvocato Daniele Manin
arrestati solo un paio di mesi prima, ma il governatore esita ad acconsentirvi: il popolo si reca allora nelle
Prigioni sul Rio della Paglia liberando i prigionieri politici e portando a spalla, in trionfo, in Piazza San Marco,
l’avvocato Daniele Manin e Niccolò Tommaseo.
Pochi giorni dopo, una rivolta degli operai dell'Arsenale militare cui si unirono numerosi marinai e ufficiali
spinse il governatore austriaco ad abbandonare la città senza che ci fossero spargimenti di sangue. Il 23
marzo Manin divenne capo del governo provvisorio e proclamò la Repubblica veneta ( o di San Marco),
mentre in città veniva esposto il tricolore (il tricolore verde, bianco e rosso cominciò a essere utilizzato
come simbolo nazionale italiano all’epoca della prima campagna napoleonica, negli ultimi anni del
Settecento, quando fu dapprima adottato come vessillo dei reggimenti militari italiani che affiancavano le
truppe francesi, poi come bandiere della Repubblica cispadana,una delle repubbliche sorelle create da
Napoleone in Italia) italiano.
Il 23 marzo del 1848, dopo il termine delle Cinque giornate di Milano, la città era ormai
in mano ad un nuovo governo, il quale decise di aprire le sue porte ai simpatizzanti che
con decisione volontaria provenivano da altre città per dare man forte ai rivoltosi
milanesi. Il re Carlo Alberto, considerata la vittoria degli insorti milanesi, si decise a
dichiarare guerra all’Impero Austro-Ungarico, proclamando ai popoli lombardi e veneti
che sarebbe sceso con il suo esercito in aiuto degli insorti. Iniziava così, proprio il 23
marzo e grazie a questo proclama, la Prima guerra di indipendenza.
A Milano l'insurrezione iniziò il 18 marzo quando giunse la notizia della sommossa di Vienna. e si
protrò per cinque giorni, le celebri "cinque giornate milanesi". Borghesi e popolani combatterono
fianco a fianco sulle barricate contro il contingente austriaco; ma furono soprattutto gli operai e gli
artigiani a sostenere il peso degli scontri. La direzione delle operazioni fu assunta da un "consiglio di
guerra" composto prevalentemente da democratici e guidato da Carlo CattaneoAnche gli esponenti
dell'aristocrazia liberale, inizialmente favorevoli a un compromesso col potere imperiale, finirono per
appoggiare la causa degli insorti e diedero vita, il 22 marzo, a un governo provvisorio.
Il giorno stesso gli austriaci, preoccupati per l'eventualità di un intervento del Piemonte, decisero di ritirare
Il Consiglio di guerra e il governo provvisorio :Il 20 marzo si fonda un consiglio di guerra per
iniziativa di Enrico Cernuschi, Giulio Terzaghi, Giorgio Clerici e Carlo Cattaneo. Esso
prende il comando effettivo delle operazioni. Il generale austriaco Radetzky invia un’offerta
Il Generale Radetzky riunì la milizia per marciare contro la sede del Governo
Provvisorio, ma presto i militari dovettero fermarsi davanti alle barricate innalzate dal
popolo in rivolta: l'intera popolazione combatteva per le vie innalzando nuove barricate,
sparando dalle finestre e dai tetti, inviando messaggi agli abitanti delle campagne per
forte di 22.000 soldati comandata dal Maresciallo Radetzkygli viene cacciata fuori dalle
mura per ritirarsi nel "Quadrilatero" (la zona fortificata compresa fra le quattro città di
La lotta si concluse con la conquista di Porta Tosa (poi ribattezzata Porta Vittoria) da parte dei milanesi
guidati da Luciano Manara e gli austriaci dovettero abbandonare la città.
Nel frattempo anche a Modena e a Parma insurrezioni popolari costringevano i duchi alla fuga e portavano
alla formazione di governi provvisori.