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TICINO, GRIGIONI E INSUBRIA

"Si voleva preservare


l’incolumità di tutti"
Abbattimento di parte dell’ex Macello di Lugano: il
procuratore generale Andrea Pagani spiega i motivi che
hanno portato al decreto di abbandono

Ultima modifica:
10 dicembre 2021 12:04


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Ex Macello, il procuratore generale Andrea Pagani:


"Si è agito in stato di necessità"

“Per quanto riguarda il reato di abuso di autorità, è importante


sottolineare che (affinché si configuri, ndr.) bisogna avere l’intenzione di
abusare del proprio potere e bisogna fare un più: ovvero che ci sia
l’intento di recare danno a terzi. Quella sera, in quelle circostanze, non
c’era l’intento di recare danno a terzi ma l’intento di preservare
l’incolumità fisica di tutti: di polizia, manifestanti e terzi in generale”. Con
queste parole il procuratore generale ha motivato, ai nostri microfoni, il
decreto di abbandono confermato in merito ai fatti che, nella notte tra il
29 e il 30 maggio scorsi, culminarono nella demolizione di parte dell’ex
macello di Lugano, sede per quasi vent’anni del centro sociale
autogestito Il Molino.

Quella notte, la polizia aveva proceduto con lo sgombero della struttura


e le operazioni di erano concluse con la demolizione di una parte del
centro sociale.

“Ricostruiti i fatti minuto per minuto”

Pagani alla RSI spiega inoltre gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta


sono stati una trentina (“un record per una simile inchiesta”) e che sono
state condotte analisi chimiche (sui detriti, per rilevare la presenza di
amianto e i quantitativi, ndr.) ed è stata allestita una perizia tecnica,
ricostruendo “minuto per minuto i fatti a partire dalle 15.00 di
quell’ormai famoso 29 maggio”.

Il capo impiego dello stato maggiore e un ufficiale della polizia comunale


– ha proseguito Pagani – hanno chiesto alle 21.20 di sabato sera alla
Capo dicastero sicurezza di Lugano (la municipale Karin Valenzano
Rossi, ndr.) l’autorizzazione esclusivamente all’abbattimento del tetto
ed eventualmente di una parete. “Nei minuti successivi una
maggioranza del Municipio” ha avallato questa demolizione parziale;
“solo a quel momento, a sgombero ultimato, il capo dello stato
maggiore ha ordinato a un altro ufficiale di procedere col mettere in atto
le misure edilizie che quella sera, durante una situazione in evoluzione,
erano state ritenute corrette e opportune”.

Errore di comunicazione

“In quel momento – sottolinea il capo della procura – era stata decisa
una demolizione parziale”. Ma, “per un malinteso sotto il profilo
informativo, fra chi era attivo in seno allo stato maggiore a Bellinzona e
chi era attivo sul posto a Lugano, e che quindi doveva dare gli ordini alle
imprese edili, lo stabile è stato interamente distrutto”. In sintesi,
l’abbattimento totale di uno stabile facente parte del complesso dell’ex
Macello, dove vivevano alcuni autogestiti del centro sociale il Molino, si è
verificato per un errore di comunicazione.

Il procuratore generale ha quindi valutato la posizione soggettiva dei


membri dell’Esecutivo interpellati dalla polizia, di chi ha suggerito
l’abbattimento del tetto e di una parete e di chi ha dato l’ordine agli
operai di procedere con l’abbattimento integrale dell’edificio, senza però
ravvisare responsabilità penali

Pagani, ai nostri microfoni, ha ricordato che quella notte era fondato il


timore che gli autogestiti potessero rioccupare il Molino passando dal
tetto pericolante; non si può quindi sostenere che chi ha proposto e
approvato la demolizione parziale abbia agito con l’intento di recare
danno a terzi.: “Hanno agito in una situazione di crisi e d’urgenza con
l’intento di salvaguardare l’integrità fisica” di varie persone. Sono quindi
stati rispettati, a detta di Pagani, i requisiti “di proporzionalità e
sussidiarietà”. Se non si fosse proceduto con l’abbattimento, la polizia
avrebbe dovuto presidiare sine die l’area, “cosa che il Consiglio di Stato
aveva già escluso”.  La salvaguardia dell’integrità fisica delle persone,
conclude Pagani in riferimento al reato ipotizzato di abuso di autorità,
era quindi superiore a quella dei beni fisici andati distrutti. 

Ex Macello: "Non si pone il reato di violazione delle regole


dell'arte edilizia"

Notiziario delle 11.00 del 10.12.2021: abbattimento parte dell'ex


Macello, le spiegazioni del procuratore generale Andrea Pagani

Notiziario/Quotidiano/ludoC
Pubblicato il:
10 dicembre 2021, 12:00
Ultima modifica il:
10 dicembre 2021, 12:04

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