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a cura di
Ilaria Battiloro e Massimo Osanna
Osanna Edizioni
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NOTE SABRINA MUTINO
1
Grasso 2004; Poli 2006, pp. 239-246.
2
Adamesteanu, Dilthey 1992, p. 71, fig. 79. Ceramica a vernice nera
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In totale, con i frammenti di cui è impossibile determinare la forma di appartenenza, si
arriva a 513 vasi miniaturistici.
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é assente a Ruoti, poco rappresentata ad Ansanto e San Nicola di Albanella con rispet-
tivamente diciassette e ventiquattro esemplari, mentre a Roccagloriosa ne sono stati rinve-
nuti 115. Questi dati sono tratti da Horsnaes 2001, pp. 77-88, in particolare si veda il dia-
gramma in fig. 2, p. 80.
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Assimilabile alla serie 5411 di Morel, più precisamente al tipo 5411b (Morel 1981, p.
360).
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Rispettivamente appartenenti alla serie 2733, 2788 e 2424 a1di Morel (Morel 1981, p.
213, figg. 68, 74, p. 169, fig. 49).
7
Roccagloriosa I, p. 240, nn. 95a, 95b, 96.
8
Cipriani 1989, p. 64,
fig. 16, H 42.
9
Valle d’Ansanto, nn. 537-540.
10
Fabbricotti 1979, p. 359, n. 56.
L
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San Nicola di Albanella, Timmari, Oppido Lucano e Metaponto (confronti già ’analisi dei manufatti ceramici “a vernice nera” può offrire un contri
evidenziati in Di Noia 2005, p. 343). buto notevole allo studio del contesto santuariale di Rossano di Vaglio.
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Simili ad un esemplare proveniente dal santuario di Demetra a Policoro (Czysz 1996,
p. 170, n. 17) anche se, in quel caso, le prese sono forate. In particolare, l’osservazione dei dati di natura qualitativa, quantitativa
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Greco 1988, p. 51, tav. 14; Di Noia 2005, p. 342, tav. LX, nn. 480, 481, 482, 483. e distributiva fornisce indicazioni utili per puntualizzarne da un lato la crono-
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Grasso 2004, pp. 23-30, tav. 2. logia, dall’altro la specializzazione delle funzioni e l’inserimento entro circuiti
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Grasso 2004, cit. p. 76. Per i contesti da cui provengono crateri miniaturizzati si veda
la nota 33. di scambio e circolazione dei materiali nelle diverse fasi di frequentazione.
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A questo proposito si veda Cipriani 1989, p. 25, nota 13; Otto 2005, p. 8. In merito al primo punto è utile chiarire come, in passato, entro la stessa
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Dalle analisi dei resti carbonizzati all’interno di sei vasetti miniaturistici rinvenuti a denominazione siano state incluse produzioni molto differenti, che possono
Siris sono stati individuati resti di offerte cerealicole (Otto 2005, p. 14).
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Ekroth 2003, p. 36. quindi ritenersi classi ceramiche ben distinte, accomunate unicamente dalla
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Su 142 miniaturistici identificati come vaso contenitore biansato, cinquantasei presen- superficie nera o nerastra, convenzionalmente definita “vernice”1. Le caratteri-
tano un’ansa spezzata. stiche tecniche di lucentezza, compattezza ed impermeabilità consentono di
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Roccagloriosa I, p. 123, V51, V52; Roccagloriosa II, p. 46, AN117. Una quarantina di
thymiateria miniaturizzati sono attestati a Chiaromonte, come ricordato in Barra Bagnasco, individuare la specifica destinazione di questi vasi in eleganti servizi da mensa,
Russo Tagliente 1996, pp. 183-193, in particolare p. 188. realizzati prettamente per il contenimento, la mescita ed il consumo di cibi e
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Russo Tagliente 2000, p. 78. bevande.
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Adamesteanu, Dilthey 1992, p. 53, fig. 51b.
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Ekroth 2003, p. 36. Difficile, nell’ambito di questo studio, ricostruire in maniera puntuale i
contesti di rinvenimento e l’associazione con altri materiali2. Di conseguenza,
si riduce la possibilità di riconoscere la funzione rituale o votiva della ceramica
a vernice nera del santuario. I vasi venivano usati, infatti, per compiere libagioni
o per il consumo rituale di cibi o liquidi, ma potevano rappresentare/contene-
re delle vere e proprie offerte votive. La riscontrata presenza su alcune phialai
di ampie tracce di bruciato ed addirittura di ricottura, a Rossano non può
essere attribuita con certezza alla stessa causa che, in contesti “chiusi” meglio
conservati3, è stata individuata nel loro uso rituale, concluso con il gettare le