Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
praticare la differenza:
Gli incontri dei migranti con i servizi
e la società italiana
La possibilità di accedere a diritti sono influenzate dalle
visioni (stigmatizzanti o compassionevoli) che gli operatori
elaborano dei cittadini migranti
Non è raro che si costruiscano delle categorizzazioni in
base alle quali alcuni gruppi sono più stigmatizzati di altri,
che si traducono in atteggiamenti discriminatori verso
chi è rappresentato come un utente poco «meritevole»
Diversi operatori addetti agli sportelli informativi tendono ad
avanzare giudizi e stabilire gerarchie tra gli utenti in base
all'appartenenza etnica e culturale dei migranti
Con primo [figlio] in Marocco nessuno problema… Mio marito faceva… tipo
ingegnere. Lavoro era tanto ma era tanto anche la famiglia. […] era un po’ che
dipendeva da momento. Chi poteva, faceva. Non era tu fai questo e io faccio
quello. […] Poi eravamo anche tanti nella casa… miei genitori erano in casa,
anche fratello di mia mamma e sua famiglia […] Qua tutto cambia. Per seconda,
quella piccola, lui tanto tempo è per lavoro… fa tante ore… è così qua… deve
tenere lavoro! E io… io faccio per la casa. Faccio per bambini. Per tutto. Lui dice
sempre: “fai tu come vuoi”…così per scuole, per nido di Farah [Hanifa, 36 anni].
• Posizionamenti fluidi e forme ibride che si iscrivono nel
corpo (incorporazione)
• Spesso proprio attraverso il corpo sfidano gli essenzialismi di
senso comune che li categorizzano come stranieri all’infinito,
come mostrano le più giovani generazioni
Figli della migrazione