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Nicolino Lombardi

Dalla scoperta di un complesso teatro-tempio


della Civiltà del Volturno
alle proposte operative per la Scuola e per il Territorio
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Nicolino Lombardi

Teatro chiama Teatro


Dalla scoperta di un complesso teatro-tempio
della Civiltà del Volturno
alle proposte operative per la Scuola e per il Territorio

Libri di Arte Scienza e Cultura della


Banca Capasso Antonio S.p.A.
IV
Anno 2001 - Teatro chinina lenirò

N uove pr o s p e t t iv e d i r ic er c a a r c h eo lo g ic a
A PlETRAVAIRANO

Il territorio degli attuali comuni di Vairano Patenora e Pietravairano, nell'Alto Ca­


sertano, risulta caratterizzato dalla diffusa presenza di centri fortificati e apprestamen­
ti difensivi di età sannitica*1, posti sulla dorsale carbonatica che si innalza, ora con bru­
sche rotture di pendenza (Monte Sant'Angelo o Montauro, Monte Caievola o Catrevu-
la), ora con più dolci declivi (Monte San Nicola, Monte Urlano), sulla sottostante pia­
nura.
Si tratta di fortificazioni, di varia tipologia e grandezza, realizzate con mura in ope­
ra poligonale assegnabili alla cosiddetta I e II maniera del Lugli234,che si dispiegano sul­
la sommità e lungo le pendici di rilevi posti a quote comprese fra i 300 e 600 m di alti­
tudine. Arroccate su posizioni elevate, esse dovevano, di certo, rappresentare l'ele­
mento più caratterizzante del paesaggio antico, per lo meno in epoca preromana.
Alcune di queste fortificazioni, come ad esempio, quella di Monte Sant'Angelo o
Montauro2, nella quale si è proposto di identificare il principale nucleo insediativo del­
l'antica Austicula\ assumono una struttura complessa e documentano una stabile oc­
cupazione dei siti, connessa alle esigenze di sfruttamento e di sorveglianza del territo­
rio e delle vie di comunicazione5. Altre, per loro caratteristiche, parrebbero, invece, ave­
re avuto una semplice funzione di postazione di avvistamento, di osservatorio6. In più

* Questo breve contributo è stato redatto nello spazio di pochi giorni, a seguito dell'invito rivoltomi da N.
Lombardi, e sulla base dell'esame della documentazione fotografica e aerofotografica prodotta dallo stesso
Lombardi e degli esiti di una prima, preliminare ricognizione condotta sul Monte San Nicola in data
14.11.2001, assieme a Lombardi. Il rilievo della scoperta, unitamente alla cortese insistenza di Lombardi, è ta­
le da indurmi a svolgere alcune considerazioni al riguardo, in attesa di darne più adeguata e circostanziata
comunicazione in una opportuna sede scientifica. E, altresì, evidente come le osservazioni in esso contenute
abbiano carattere del tutto provvisorio e siano, ovviamente, suscettibili di precisazione e/o variazione. Tale
contributo, peraltro, non si propone alcuna finalità descrittiva né tanto meno analitica, ma solo quella di for­
nire le prime coordinate per un possibile inquadramento storico-culturale delle evidenze archeologiche in­
dividuate. Un ringraziamento particolare va al Soprintendente S. de Caro, che, con la consueta liberalità, ha
acconsentito alla pubblicazione di questa breve nota. Le abbreviazioni utilizzate per i periodici sono quelle
dell'Archàologische Bibliographie o si uniformano ad esse.
1 Su tali centri vedi in particolare: G. Conta Haller, Ricerchii su alcuni centri fortificati in opera poligonale in
area campano sannitica, Napoli 1978, pp. 31-35; D. Caiazza, Archeologia e storia antica del Mandamento di Pietra-
melara e del Montemaggiore, I, Preistoria ed età sannitica, Pietramelara 1986, pp. 107-217; S.P. Oakley, The Hill-
forts o f thè Samnites, London 1995, pp. 41-44.
2 G. Lugli, La tecnica edilizia romana con particolare riguardo a Roma e Lazio, I-II, Roma 1957, p. 51 ss.
3 Conta Haller, op. cit. (supra nt. 1), pp. 31-35; S. De Caro, A. Greco, Campania, Roma-Bari 1981, p. 238;
Caiazza, op. cit. (supra nt. 1), pp. 107-144; Oakley, op. cit. (supra nt. 1), pp. 41-43.
4 Menzionata da Liv. 23.39.6. La proposta dell'identificazione con l'antica Austicula è avanzata da A. La
Regina, I Sanniti, in AA.VV., Italia omnium terrarum parens, Milano 1989, p. 425.
5 Sulla vocazione agricola dell'area e sulla sua importante funzione come via di collegamento in età anti­
ca: D. Caiazza, Archeologia e storia aulica del Mandamento di Pietramelara e del Montemaggiore, II, Età romana, Pie­
tramelara 1995, p. 447 ss.; cfr. anche A. Panarello, La piana di Patenaria nello scenario dellTtalia meridionale anti­
ca, ovvero la "centralità" di un luogo periferico, Vairano Scalo 1997, pp. 12-13.
6 Tale è con ogni probabilità da considerarsi, ad es., la piccola cinta fortificata presente sul Monte Catre-
vula: Caiazza, op. cit. (supra nt. 1), pp. 179-180; Oakley, op. cit. (supra nt. 1), p. 44.

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Nìcol ino Lombardi

di un caso, praticamente anzi in tutti, si ha, poi, l'impressione che tali fortificazioni sia­
no poste in reciproca connessione, al fine di assicurare un effettivo ed efficace control­
lo su tutto il comprensorio; che esse, insomma, siano parte di un organico sistema di
gestione e controllo del territorio, la cui genesi e il cui sviluppo, se non determinati dal­
le vicende delle guerre sannitiche, furono da esse di certo sollecitati e comunque ad es­
se collegati7.
In tale contesto, era da tempo nota l'esistenza, in prossimità dell'estremità occiden­
tale del Monte San Nicola, di una cinta fortificata preromana, cui sono riferibili lunghi
tratti di mura in opera poligonale della I maniera del Lugli, disposti a differenti quote
altimetriche, con andamento allungato, sul versante del monte rivolto verso l'odierno
abitato di Pietravairano. La presenza di tale cinta, già segnalata da studiosi di ambito
locale8, è stata in anni più recenti messa bene in luce da D. Caiazza9102, ripreso poi da S.P.
Oakley'0.
Spetta ora a N. Lombardi, docente nelle scuole medie e appassionato di volo, il me­
rito di avere fornito un ulteriore, importante contributo alla conoscenza archeologica
di questo sito. All'intraprendenza e alla sagacia di Lombardi si deve, infatti, la sicura
identificazione, all'interno della cinta di Monte San Nicola, in prossimità dell'altura
contrassegnata dalla quota 409 m s.l.m., di un monumentale e scenografico impianto
architettonico, incentrato su un complesso costituito da un tempio e da un teatro, po­
sti in asse, su terrazze collocate a differenti livelli e probabilmente tra loro collegate.
La documentazione fotografica realizzata da Lombardi nel corso delle sue, ripetu­
te, escursioni aeree sulla zona del Monte San Nicola e riprodotta nel volume che qui si
presenta, nella sua straordinaria leggibilità in chiave di fotointerpretazione aerea delle
evidenze archeologiche", lascia poco o nessuno spazio a incertezze relative all'effetti­
va presenza e funzione delle strutture ivi individuate, che si collocano, peraltro, in uno
scenario naturale di grande bellezza e suggestione, dalle forti valenze ambientali e pae­
saggistiche. L'esistenza di tali strutture, in parte già segnalata ma non intesa nella sua
reale consistenza e pertinenza1-, trova infatti piena conferma, per quanto l'attuale sta­
to dei luoghi consente di asserire, già a una prima e del tutto preliminare ricognizione
in situ.
Questa, oltre ad attestare il dato di una diffusa frequentazione antica dell'area del
Monte San Nicola e delle zone limitrofe, permette infatti, tuttora, di verificare senza
troppe difficoltà, sul terreno, la presenza delle strutture individuate dall'alto, tanto in
riferimento àll’nedes sommitale quanto al sottostante teatro.
Per quanto riguarda il tempio, questo si pone nel punto più elevato dell'altura, al
centro di una terrazza artificiale grosso modo quadrata, che ne ha regolarizzato il pro-

7 La Regina, art. cit. {supra nt. 4), p. 362 ss.; Oakley, op. cit. {supra nt. 1), pp. 131-134; G. Tagliamonte, I San­
niti. Caudini, Irpini, Pentri, Carticini, Frentani, Milano 1997, p. 173 ss.
8 Si veda in tal senso il testo dattiloscritto di R. Cifonelli, R Bilotti, Vcstigia del passato nell'agro del Comune
di Pietravairano in Terra di Lavoro, Roma 1973, pp. 4-5.
9 Caiazza, op. cit. (supra nt. 1), pp. 191-207.
10 Oakley, op. cit. {supra nt. 1), p. 44.
11 Costituisce in tal senso una condizione favorevole il fatto che l'area sommitale del Monte San Nicola
sia caratterizzata, tranne non frequenti presenze arboree, dalla prevalenza di vegetazione arbustiva e pa­
scolo.
12 Cfr. Cifonelli, Bilotti, op. cit. {supra nt. 8), p. 5, con tavola all'allegato A; Caiazza, op. cit. {supra nt. 1), p. 198.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

filo e che appare delimitata su tutti i lati da un muro di sostruzione; su questo, nel la­
to rivolto al teatro, si innestano setti murari in opera incerta, pertinenti forse a una si­
stemazione in forme monumentali dell'accesso all'edificio sacro. Dell'alzato del tem­
pio non rimane praticamente nulla, ma la planimetria interna dcW'aedes risulta ancora
ben leggibile.
Del teatro, il settore meglio riconoscibile è rappresentato dall'edificio scenico. Que­
sto, conservato a livello di iposcenio, è comunque tuttora caratterizzato dalla presenza
dei paraskènia: di essi, uno è ancora in buona misura preservato in elevato per una rag­
guardevole altezza, mentre dell'altro rimane in piedi solo un tratto del muro posterio­
re. Quanto alla cavea, è abbastanza agevole poter distinguere e seguire l'andamento de­
gli analèmmata, ovvero dei muri di sostegno e contenimento della stessa, specie di
quelli frontali, rettilinei, mentre più problematica appare l'eventuale individuazione
delle gradinate; la cavea, a forma di emiciclo, si presenta, ad ogni modo, addossata al
pendio, di cui sfrutta l'inclinazione. La tecnica edilizia impiegata nel teatro sembra es­
sere un'opera incerta, realizzata con scapoli di calcare locale, di grosse e medie dimen­
sioni, appena sbozzati, uniti da tenace malta, con non rari inclusi (per lo più, da recu­
pero: frammenti laterizi e qualche scheggia di tufo). Nelle murature dell'edificio sceni­
co le pietre calcaree utilizzate vengono però disposte su filari quasi orizzontali.
Come nel caso del santuario pentro di Pietrabbondante, peraltro più volte richia­
mato a confronto dall'A., ci troviamo dunque dinanzi a uno scenografico impianto ar­
chitettonico, di gusto ellenistico, disposto a terrazze, in posizione dominante. Di di­
mensioni e monumentalità certo minori rispetto all'impianto del Calcatello13, esso ap­
pare chiaramente improntato al medesimo schema architettonico, che vede associati, in
un rapporto che non è solo topografico e spaziale ma anche e soprattutto funzionale e
simbolico, un edificio sacro e una struttura teatrale o teatriforme, collocati sul medesi­
mo asse. Di tale schema, già riportato da J.A. Hanson14 alla definizione di Roman Thea-
ter-Temple, conosciamo diverse e importanti realizzazioni, dagli accentuati caratteri
scenografici, riscontrabili nell'architettura religiosa di età tardo-repubblicana, specie in
quella di ambiente "medio-italico"15. Studi recenti e autorevoli ne hanno indagato la
genesi, evidenziando la derivazione di tale schema da modelli di schietta tradizione

13 Si vedano in particolare, M.J. Strazzulla, B. Di Marco, II santuario satinitico di Pietrabbondante, Roma


19732, specie p. 18 ss.; A. La Regina, Il Sannio, in P. Zanker (hrsg.), Hellenismus in Mittelitaìien, Kolloquium in
Gdttingen (5.-9. Juni 1974), Gòttingen 1976, p. 219 ss.; V. Cianfarani, L. Franchi dell'Orto, A. La Regina, Cul­
ture adriatichc antiche di Abruzzo e Molise, Roma 1978, p. 449 ss.; AA.VV., in Sannio Pentri e Frentani dal VI al
I sec. a.C., catalogo della mostra, Roma 1980, p. 130-131, 167 ss.; S. Capirli, Il santuario di Pietrabbondante, in
Samnium. Archeologia del Molise, a cura di S. Capini, A. Di Niro, Roma 1991, pp. 113-114. Indubbie sono le
analogie e le identità riscontrabili, a vario livello, tra il santuario di Pietrabbondante e quello di Pietravaira-
no: su di esse non è certo questo il momento né la sede adatta per soffermarsi. Va, comunque, fin da ora ri­
levata la presenza di elementi di difformità costituiti, oltre che dalle minori dimensioni e monumentalità del
complesso, ad es., dal fatto che nel santuario del Calcatello l'edificio scenico è del tipo senza paraskènia, al
contrario di quello che è attestato a Pietravairano; da verificare, inoltre, come già detto, se la planimetria del­
l'edificio di culto riproponga effettivamente, come a Pietrabbondante, lo schema a triplice cella.
14 J.A. Hanson, Roman Thenter-Temples, Princeton 1959.
15 Ad es., F. Rakob, Hellenismus in Mittelitaìien. Bautypen und Bautecìmik, in Zanker, op. cit. (supra nt. 13), pp.
366-376; P. Gros, Architecture et Société à Rome et en Italie centro-meridionale anx deux derniers siècles de la Répu-
blique, Bruxelles 1978, p. 43 ss.; H. Lauter, Bemcrkungen zar spdthellenistischen Baukunst in Mittelitaìien, in Jdl 94,
1979, pp. 390-459; F. Coarelli, I santuari del Lazio in età repubblicana, Roma 1987, p. 11 ss.; P. Gros, Varchitectu­
re romainedu début du III siede av. ].-C. à la fin du Haut-Empire, 1. Les monuments publics, Paris 1996, pp. 136-140.

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Nicoli}io Lombardi

romana, in particolare da quello del comitium diffuso nelle colonie latine16. D'altra par­
te, le innovazioni tecniche messe in atto, gli elementi formali e i motivi stilistici esibiti
nella realizzazione e nella decorazione dei complessi monumentali che riproducono
siffatta tipologia architettonica rinviano palesemente a modelli ellenistici di elabora­
zione campana e latina, dei quali pure si sono messe in luce le caratteristiche1718.
Alle testimonianze già note si aggiunge, dunque, ora quella, assolutamente inedita,
del Monte San Nicola di Pietravairano. Tale testimonianza induce, fra l'altro, a guar­
dare con maggiore attenzione e fiducia a quanto documentato archeologicamente nel
vicino centro fortificato di Roccavecchia di Pratella, identificato con l'antica Callifae1S,
dove, sul Monte Cavuto, nella parte centrale dell'area acropolare si riscontra la pre­
senza di un edificio di tipo teatrale, con la cavea ricavata nel banco calcareo e la scena
in muratura, simile a quello ora noto a Pietravairano; e, soprattutto, a valutare con
maggiore ottimismo l'ipotesi, formulata da D. Caiazza19, di una possibile associazione
del teatro di Roccavecchia a un edificio sacro, posto a monte dello stesso e presumibil­
mente connesso a una vicina cisterna a pianta circolare.
Quantunque, ogni inferenza sia al momento del tutto prematura e da vagliare alla
luce delle indicazioni di carattere diacronico che emergessero dal progredire delle ri­
cerche e degli studi sui due centri appena menzionati, sulla base delle evidenze forni­
te dalle attestazioni di Pietravairano (certa) e Roccavecchia di Pratella (probabile) dif­
ficilmente si può sfuggire alla tentazione di vedere in tali centri tappe del percorso di
diffusione verso le aree appenniniche interne di una tipologia architettonica, per l'ap­
punto quella del Roman Theater-Tempìe, attestata sino a Pietrabbondante. In tal senso,
parrebbe, dunque, delinearsi, una direttrice interna di penetrazione di schemi e mo­
delli architettonici e compositivi, di natura diversa, che si snoda lungo un itinerario che
dalla Campania settentrionale, in particolare dall'agro sidicino (Teano), volge verso le
interne regioni del Sannio, attraversando la piana di Pietramelara e Pietravairano, per­
corsa dalla via pnblica Teanum-Allifae (Pietravairano, loc. Monte San Nicola), per poi im­
boccare l'alta valle del Volturno (Roccavecchia di Pratella), in direzione del cuore del
Sannio pentro (Pietrabbondante). Sarà compito delle ricerche e degli studi futuri inda­
gare e precisare, ove possibile, i tempi e le modalità in cui tale penetrazione deve es­
sersi attuata, e indicarne eventuali, ulteriori tappe20.

16 Ad es., F. Coarelli, A. La Regina, Abruzzo, Molise, Roma-Bari 1984, p. 254; La Regina, nrt. cil. (supra ut.
4), p. 304, 422; F. Coarelli, Legio Lìnteata. L'iniziazione militare nel Sannio, in La Tavola di Agitone nel contesto ita­
lico, Atti del convegno di studio (Agnone, 13-15 aprile 1994), a cura di L. Del Tutto Palma, Firenze 1996, pp.
4-7.
17 Ai contributi citt. (supra nt. 15) aggiungi anche La Regina, art. cit. (supra nt. 13), pp. 219-244; H. Lauter,
Die Architektur des Hellenismus, Darmstadt 1986; trad. it., L’architettura dell'Ellenismo, Milano 1999, p. 160.
18 L'oppidum, citato da Livio (8.25.4), sarebbe stato conquistato dai Romani nel 326 a.C., insieme a Rufrae
ed Allifae. L'identicazione con il sito di Roccavecchia di Pratella è stata proposta da Caiazza, op. cit. (supra nt.
1), p. 332 ss., seguito poi da La Regina, art. cit. (.supra nt. 4), pp. 374-375; cfr. anche D. Caiazza, Il territorio ali-
fano in età saunitica, in II territorio alifauo. Archeologia, arte, storia, a cura di L. Di Cosmo e A.M. Viliucci, Atti
del Convegno (S. Angelo d'Alife, 26 aprile 1987), Minturno 1990, p. 39; Id., Il territorio tra Matese e Volturno.
Note di topografia storica, in II territorio tra Matese e Volturno, Atti del I Convegno di studi sulla storia delle fo­
rame della diocesi di Isernia-Venafro. La forania di Capriati al Volturno (Capriati al Volturno, 18 giugno
1994), a cura di D. Caiazza, Castellammare di Stabia 1997, p. 21 ss, specie 23.
19 Caiazza, op. cit. (supra nt. 1), p. 315.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

L'individuazione del complesso santuariale di Pietravairano costituisce per molte


ragioni un'acquisizione di particolare interesse per la conoscenza storica di questo ter­
ritorio in epoca antica. Indubbiamente, essa apre nuove, e per certi versi inattese, pro­
spettive di ricerca archeologica in un comprensorio finora poco indagato e studiato2021;
prospettive, per la verità, già in qualche modo dischiuse dalle indicazioni emerse, pur
nella loro episodicità e apparente modestia, dalle indagini e dagli scavi di emergenza
condotti in anni recenti nell'ambito delle istituzionali attività di tutela svolte dalla So­
printendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta22.
Per quanto riguarda specificamente l'impianto monumentale del Monte San Nico­
la, è evidente che al momento, in assenza di qualunque altro tipo di documentazione
che non sia quella aerofotografica e in attesa del necessario e auspicabile avvio di si­
stematiche indagini e campagne di rilevamento e scavo delle strutture, possa apparire
velleitaria, e comunque fuor di luogo, ogni eventuale considerazione che travalichi i li­
miti consentiti dalla fotolettura e dalla fotointerpretazione delle immagini rilevate. È
altrettanto evidente, pertanto, che, in un'ottica di ricerca scientifica, il pregio principa­
le del volume che qui si presenta risiede essenzialmente nel suo valpre documentario,
soprattutto per quanto riguarda l'eccezionale dossier aerofotografico prodotto. An­
dranno, dunque, valutate con cautela e necessariamente soggette a verifica sul campo
le annotazioni e le ipotesi interpretative espresse dall'A., talora in modo troppo disin­
volto o azzardato, nel corso della sua trattazione. Una trattazione, questa, che si di­
spiega sulle ali - impiegando una metafora in questo caso particolarmente appropria­
ta alla circostanza - di un entusiasmo e di una passione sani, genuini, arricchita di ri­
svolti di carattere autobiografico e rivelatrice dell'impegno sociale proprio del vero
educatore, ma certo non esente da imprecisioni e ingenuità, e ancorata a una prospet­
tiva troppo influenzata dal canone vitruviano, che, è bene ricordarlo, è e resta un mo­
dello, un riferimento teorico ideale23. Cionondimeno, oltre al merito (sicuramente,
grande) di avere reso nota la presenza dell'importante complesso monumentale, va ri­
conosciuto che talune delle osservazioni fatte dall'A. appaiono pertinenti o verosimili.
Al di là delle opportune, indispensabili anzi, cautele imposte dalla situazione, è, ad
ogni modo, da rilevare come sin da ora alcune acquisizioni appaiano praticamente cer­
te. Tale va considerata, solo per citare uno degli aspetti più significativi e di più im­
mediata evidenza che emerge dalla nuova scoperta, la presenza, al di sopra della stim­
ma cavea del teatro (cui potrebbe presumibilmente essere collegata), di una aedes che,
nella sua planimetria, si ispira al modello del tempio "tuscanico" a triplice cella (mu­
tuato dal mondo romano). Resta da verificare se essa davvero riproduca tale canonico
modello, la cui migliore e più nota esemplificazione nel Sannio è costituita dal tempio

20 Importanti siti, posti lungo l'alta valle del Volturno, come ad es. Monte San Paolo, su cui ha di recente
richiamato l'attenzione S. Capini, L'insediamento di Monte San Paolo a Colli a Volturno e la guerra nel Sannio nel
293 a.C , in BdArch 16-18, 1992, pp. 33-42, appaiono potenzialmente suscettibili di fornire nuove indicazioni
al riguardo.
21 Va ascritto a merito di D. Caiazza l'avere fornito un primo censimento e inquadramento storico-cultu­
rale delle evidenze archeologiche presenti nella zona: Caiazza, op. cit. (supra nt. 5), pp. 265-278.
22 Dapprima sotto la direzione e il controllo della dott.ssa C. Passare, poi di chi scrive.
23 Per tali aspetti sarà sufficiente qui rinviare alla bella introduzione redatta da P. Gres, Vitruvio e il suo
tempo, nell'edizione italiana del De architectura di Vitruvio, da lui stesso curata, Torino 1997,1, p. IX ss., spe­
cie p. LII ss.

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Nicolino Lombardi

B di Pietrabbondante24, o se piuttosto riproponga la variante a cella unica con aloè late­


rali che, riferita ad edifici prostili, esastili, con secondo allineamento di colonne latera­
li nel pronao, risulta attestata già nel III sec. a.C., a quanto pare, in area irpina, nel tem­
pio di Macchia Porcara, presso Casalbore25, e poi, nel tardo II sec. a.C., in un contesto
ormai decisamente romanizzato, nel tempio di Macchia di Circello (II fase)26, principa­
le luogo di culto dei Ligitres Baebiani. Sicuro parrebbe invece, stando alle prime misu­
razioni effettuate sul terreno, il fatto che, nel rapporto tra ambiente centrale e laterali,
l'edificio si adegui alle dispositiones tuscanicae, riproponendo esso la sequenza 3:4:3 (3
partes alle celle laterali, 4 a quella centrale) prescritta da Vitruvio.
Per quanto concerne l'edificio teatrale, sin da questo momento si può dire che esso,
per le sue caratteristiche strutturali, vada ascritto a quella categoria di teatri cosiddet­
ti "greco-romani"27, chiaramente ispirati all'architettura greca dell'Italia meridionale28,
di cui abbiamo diversi e significativi esempi in Campania e nel Sannio29. E che, nel­
l'ambito di tale categoria, esso riproduca la tipologia più comune, ovvero quella che
presenta l'edificio scenico munito di paraskènia30. Sembrerebbe, inoltre, di potere ipo­
tizzare che l'area del teatro, forse già oggetto di un qualche rimaneggiamento in epoca
successiva alla sua realizzazione, sia stata in modo stabile rioccupata in un'età che al
momento parrebbe potersi genericamente definire medievale. A tale epoca potrebbe ri­
salire, per la tecnica edilizia impiegata, la costruzione di quattro torrette di contraffor­
te, a pianta semicircolare, addossate, con funzione di vero e proprio barbacane, al pro­
spetto posteriore dell'edificio scenico, rivolto alla vallata sottostante; tale rafforzamen­
to potrebbe, pertanto, fare supporre che nel teatro, o quanto meno nell'edificio sceni­
co, sia stata ubicata una struttura fortificata a carattere difensivo. Se così fosse, la cosa
non costituirebbe certo motivo di particolare sorpresa, vuoi per il diffuso fenomeno di
rioccupazione e rifunzionalizzazione di edifici antichi per spettacoli (teatri, anfiteatri)
attuato a fini difensivi e militari in età medievale (di cui non mancano esempi nella
stessa Campania)31, vuoi per l'indubbia funzione strategica del sito, posto a controllo
della vie di comunicazione fra il territorio sidicino e le più interne regioni del Sannio
pentro, campano e molisano. Una funzione, quest'ultima, che, del resto, sembrerebbe

24 Cfr. supra nt. 13.


25 Da ultimi, W. Johannowsky, Circello, Cnsnlborc e Flumeri nel quadro della romanizzazione dell'Irpinia, in La
Romanisation du Samnium aux IIr et I" siècles av. j.-C., Actes du colloque (Naples, 4-5 novembre 1988), Naples
1991, pp. 60-68; R. Bonifacio, Il santuario sannitico di Casalbore e il suo materiale votivo, in AA.VV., Studi'sull'I-
talia dei Sanniti, Roma 2000, pp. 33-35.
26 Johannowsky, art. cit. (supra nt. 25), pp. 77-82.
27 Secondo la terminologia adottata in P. Ciancio Rossetto, G. Pisani Sartorio (edd.), Teatri greci e romani.
Alle origini del linguaggio rappresentato. Censimento analitico, Roma 1994, p. 68 e passim.
28 Un aspetto, questo, già bene evidenziato da H. Lauter, Die helìenistischen Theater der Samnìten und Lati­
ner in ihrer Bezieìumg ztir Theaterarcliitektur der Griechen, in Zanker, op. cit. (supra nt. 13), pp. 413-422 e ribadi­
to in anni più recenti, ad es., da K. Mitens, Teatri greci e teatri ispirati all’architettura greca in Sicilia e nell'Italia
meridionale c. 350-50 a.C. Un catalogo (AnalRomlnstDan., Suppl. XIII), Roma 1988, pp. 30, 45-46.
29 Si vedano al riguardo W. Johannowsky, La situazione in Campania, in Zanker, op. cit. (supra nt. 13), pp.
267-288; Lauter, art. cit. (supra nt. 28), pp. 416-418; Mitens, op. cit. (supra nt. 28), passini, ma specie pp. 153-174.
30 Mitens op. cit. (supra nt. 28), pp. 40, 46.
31 Si pensi, solo per citare un esempio geograficamente vicino all'area qui considerata, alla fortezza me­
dievale insediatasi nell'anfiteatro dell'antica Capua: da ultima, V. Sampaolo, L'Anfiteatro Campano, in L. Spi­
na, L'Anfiteatro Campano di Capua, Napoli 1997, p. 19.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

testimoniata ancora in epoche relativamente recenti, come attesta, in tutta l'area del
complesso, il frequente rinvenimento di schegge e frammenti di granate e missili, rife­
ribili a episodi bellici del secondo conflitto mondiale, che dovettero avere il loro scena­
rio proprio sul Monte San Nicola, in particolare nella zona dell'impianto individuato32.
In rapporto a quest'ultima va ancora detto che la documentazione aerofotografica
e la ricognizione dei luoghi rivelano la sicura o possibile esistenza di strutture e ap­
prestamenti accessori, posti a breve distanza dal tempio-teatro. Tra queste certa appa­
re la presenza di una cisterna, del resto già segnalata da D. Caiazza33, in probabile rap­
porto diretto con Yaedes. Tutta da verificare, ma di particolare interesse, se confermata,
quella di un'altra, più piccola, struttura teatriforme, a emiciclo, ipoteticamente riferibi­
le a un edificio del genere bouleutèrion/odèion, di cui nella fotografia aerea parrebbero
scorgersi le tracce nella zona più a valle dell'impianto, a sud di esso, ma di cui tuttavia
al momento non sembrerebbero cogliersi significativi segni sul terreno, circostanza
questa che potrebbe aprire la strada a eventuali spiegazioni alternative, alle quali in
questa sede non è neppure il caso di fare cenno. Ulteriori resti di strutture, solo in par­
te già evidenziati, parrebbero peraltro presenti all'interno dell'area delimitata dalla
cinta muraria del Monte San Nicola.
Va, inoltre, annotato che proprio la presenza dei cospicui resti murari e lapidei del­
la cinta muraria e del complesso monumentale del Monte San Nicola potrebbe spiega­
re la nascita del toponimo Pietravairano, che designa il paese moderno e che, nella
forma Petra, risulta attestato già da epoca normanna3435, considerata anche la valenza an-
tonomastica assunta da tale forma, per lo meno nell'ambito toponomastico locale. In
tale prospettiva, andrà presumibilmente posto il rapporto con l'analoga denomina­
zione di Pietrabbondante33, che a questo punto si inserisce in un quadro di coinciden­
ze difficilmente valutabili come casuali.
A fronte di tali acquisizioni sono una serie di domande, che si pongono a catena, e
alle quali in questa sede si farà solo cenno. In primo luogo, quella dell'effettivo inqua­
dramento cronologico del complesso individuato e della possibile o probabile esisten­
za di più fasi edilizie (di cui, peraltro, non sembrerebbero mancare indizi) dell'im­
pianto, che al momento parrebbe presentarsi in una veste genericamente definibile co­
me tardo-repubblicana. Quella, poi, del rapporto topografico e funzionale intercorren­
te fra il centro fortificato del Monte San Nicola, con il suo scenografico complesso san-
tuariale, e il territorio e la viabilità circostanti, ancora troppo poco indagati. E, inoltre,
quella relativa a una eventuale identificazione del sito antico di Pietravairano, che do­
vrà confrontarsi con le proposte già avanzate36 e che, inevitabilmente, finirà col mette-

32 Giustamente Lombardi sottolinea (p. 32) come proprio ai combattimenti che nell'ottobre del 1944 vi­
dero contrapposte le truppe tedesche, arroccate sul Monte San Nicola, a quelle americane, posizionate nelle
località di Quattro Venti e San Felice, possano essere fatti risalire parte dei danneggiamenti subiti dall'edifi­
cio scenico, dei quali tuttora si colgono forse le tracce.
33 Caiazza, op. cit. (suprn nt. 1), p. 198.
34 Se ne ha la più antica testimonianza per l'anno 1070: Caiazza, op. cit. (supra nt. 5), pp. 484-486.
35 Sulle attestazioni del toponimo nelle fonti di età medievale: A. Di Iorio, Curiosità toponomastiche di ieri e
di oggi: il caso del sannitico Boviamtm e della moderna Pietrabbondante, in Samninm 65, 1992, pp. 131-149.
36 La Regina, art. cit. (snpra nt. 4), p. 365 propone di riconoscere ai piedi del Monte San Nicola la statio di
Aebntiana menzionata nella Tabula Peutingeriana; cfr. anche Caiazza, op. cit. (snpra nt. 5), p. 471.

11
Nicolino ion i fardi

re in gioco il nome di una delle tante località sannitiche, note dal resoconto liviano o
da altre fonti, ancora in attesa di una certa ubicazione, prima fra tutte Fistelia37. E, poi,
i problemi, ancora tutti da porre e da esplorare, relativi all'effettiva pertinenza, in epo­
ca preromana, del comprensorio di Pietravairano al territorio dei Sanniti Pentri, di cui
esso parrebbe rappresentare un'estrema propaggine occidentale, e alla sua probabile
annessione allo stato romano nel periodo 272-268 a.C.; nonché quelli pertinenti alle
forme e i modi in cui quel processo di trasformazione dell'assetto territoriale, dell'or­
ganizzazione socio-economica e del sistema culturale che si è soliti definire con il ter­
mine di "romanizzazione" si sia manifestato in tale contesto, anche in rapporto all'i-
potizzata affermazione di estesi fenomeni di centuriazione che avrebbero interessato
questo comprensorio38.
A queste e ad altre domande, che con facilità potrebbero moltiplicarsi, non è possi­
bile al momento dare risposta, anche tenuto conto del primordiale stato delle cono­
scenze finora acquisite; né, del resto sarebbe stato lecito attenderne dal libro di Lom­
bardi, che certo non si prefiggeva tali scopi e che rappresenta il giusto riconoscimento
dell'impegno e dell'entusiasmo profusi dall'A. Soltanto l'avvio, in un futuro che si au­
spica quanto mai vicino, di programmatiche ricerche archeologiche nella zona in que­
stione potrà consentire di acquisire elementi utili alla conoscenza storica di un sito di
cui probabilmente si continuerà a parlare nei prossimi anni, per lo meno in ambito
scientifico.

Alife, 21.11.2001
Gianluca Tagliamonte
Soprintendenza per i Beni Archeologici
delle Province di Napoli e Caserta

37 Un utile richiamo alla cautela con la quale occorre valutare la possibilità di correlare i dati toponoma­
stici noti dalla tradizione antica, in primo luogo da Livio, con quelli archeologici è contenuto in Oakley, op.
cit. (supra nt.l), p. 131 ss., che bene evidenzia le difficoltà e le aporie insite in tentativi di puntuali identifica­
zione dei siti basati solo su questo genere di documentazione.
38 G. Chouquer, M. Clavel-Lévèque, F. Favory, J.-P. Vallat, Structures agraires en Italie centro-meridionale. Ca-
dastres et paysage ruraux, Rome 1987, p. 156 ss.; cfr. anche Caiazza, op. cit. (supra nt. 5), p. 448 ss.

12
Anno 2001 Tc/ihv ehimiin teaIrò

Il sa lu to d el S in d a c o di P ietrava iran o

La pubblicazione di un libro è sempre un avvenimento speciale, Teatro chiama Tea­


tro, è però un evento unico, irripetibile, un'emozione forte, un regalo fatto ai cittadini
di Pietravairano, un'occasione da non perdere ...
Un evento irripetibile perché arriva come un fulmine a ciel sereno, perché un teatro
non si scopre tutti i giorni, perché è un libro già scritto, nel senso che le tecniche di co­
struzione utilizzate e le geometrie degli edifici sono descritte in un volume pervenuto­
ci ad oltre 2000 anni dalla sua stesura (vedi De architectura di Marco Vitruvio Pollione).
Rientravo dalle vacanze estive quando ho ricevuto la telefonata di Nicolino Lombar­
di, che chiede di incontrarmi. Ci vediamo dopo qualche giorno a Pietravairano e sor­
seggiando un caffè mi mette a conoscenza delle scoperte e del suo articolato progetto,
che non si limita alla pubblicazione del presente volume, ma promuove eventi nella
scuola e suggerisce azioni di accompagnamento alle Amministrazioni che sapranno
raccogliere, insomma utilizza la scoperta come trampolino di lancio per le iniziative
suggerite.
E proprio questo aspetto che ho trovato estremamente interessante; lo stesso titolo
del volume, "Teatro chiama Teatro, dalla scoperta di un complesso teatro-tempio della Ci­
viltà del Volturno alle proposte operative per la scuola e per il territorio", che non lega la sco­
perta ad un territorio limitato (in questo caso al comune di Pietravairano) ma alla ci­
viltà del Volturno, lascia trasparire la visione globale, aerea, che l'autore ha del territo­
rio.
È a nome dei Consiglieri tutti e di tutti i Cittadini di Pietravairano che ringrazio l'au­
tore per le emozioni e le opportunità che la scoperta ha offerto al nostro villaggio, che
da oggi è candidato a piccola città.

Dario Rotondo
Sindaco di Pietravairano

13
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

A mio padre

"...Mano a mano che l'opera in pietra tornava a rivedere la luce, ripigliando d ’essa la sua
primitiva maestà, ci rivelava un maestoso androne, destinato a dar l'accesso a qualche nobile
edificio

Al senso naturale di curiosità, si aggiunse quello della meraviglia, quando, dopo tre giorni
di lavoro, lo scavo fè manifesto che alla sinistra dell'androne s'andava innestando una costru­
zione soda, massiccia, della stessa qualità di pietra dell'androne, la quale, correndo in senso se­
micircolare, si palesava per spaziosa gradinata d'un luogo destinato a pubblici spettacoli...

1 Girolamo Rossi, La scoperta del Teatro (di Ventimiglia), 8 dicembre 1877.

15
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

CAPITOLO 1

Le pr em e sse

1-1 La scoperta Lo trovo dietro casa, in un momento e


in un luogo in cui non lo sto cercando, in
Un teatro l'ho cercato a Bojano, a pratica mi ci imbatto, lo incontro.
Montesarchio, a Caiazzo, a Sant'Agata Il metodo di ricerca che ho sempre uti­
de' Goti, a Isernia... non so perché ma ero lizzato, seppure sistematico3, mi ha con­
sicuro che il volo2 mi avrebbe consentito sentito di portare avanti ricerche a tutto
di scoprirne uno. campo, senza condizionamenti e senza
In alcuni casi ho creduto di averlo tro­ preconcetti, nel senso che ho sempre stu­
vato, in altri casi mi sono fatto un'idea diato la bibliografia esistente sull'argo­
che è rimasta tale in quanto difficilmente mento o sulle strutture, solo quando la ri­
verificabile, in altri casi ancora ho preso cerca cui mi stavo dedicando si trovava
delle grosse cantonate. in una fase avanzata, in pratica quando
Dove lo trovo? ero già pervenuto a convincimenti perso­
nali sull'argomento. È proprio per questo
motivo che, anche in questa occasione, il
percorso cui costringerò il lettore potrà
apparire bizzarro e poco lineare, ma, cre­
detemi, è venuto naturale far convivere la
scoperta archeologica con le proposte
operative per la Scuola e per il Territorio.
Ero già stato su questo versante del
monte Urlano, per visitare la cinta mega­
litica che percorre la cresta del monte San
Nicola e avevo già fotografato i ruderi del
complesso tempio - teatro in un momen­
Alvignano 5 gennaio 1999, i recinti per le greggi e le
mangiatoie, ima volta smontati, hanno lasciato al suolo to in cui si presentavano nudi a causa di
segni puramente artificiali. un incendio, ma la mia attenzione era sta­

2 II decreto del Presidente della Repubblica n° 367 del 29 settembre 2000 avente per oggetto: "Regolamen­
to recante norme per la semplificazione dei procedimenti relativi a rilevamenti e riprese aeree sul territorio nazionale
..." abroga la norma che vietava l'utilizzo di apparecchiature fotografiche a bordo di aerei ultraleggeri e di
fatto consente l'utilizzo e la pubblicazione delle foto, aprendo frontiere nuove a quanti hanno la passione per
il volo e lo studio del paesaggio e competenze minime di fotointerpretazione.
3 In realtà, la ricerca, diretta a tutti i luoghi d'altura dove c'erano cisterne scavate nella roccia, era mirata
al ritrovamento di templi antichi, spesso legati all'esistenza di una cisterna.

17
Nicoli no Lombardi

ta carpita dalla regolarizzazione della ci­ in una mattinata come quella del quattro
ma a mt 326, la nghianatella, immediata­ di febbraio4 dell'anno 2000, una di quelle
mente a monte della frazione Sant'Eremo mattinate come ce ne sono poche in un
di Pietravairano e poi, francamente, non anno, di quelle senza vento ma luminose,
avrei mai pensato, che addirittura un tea­ fredda, adatta al volo ed alla foto, con la
tro, spesso evidente, potesse essere sfug­ nebbia distribuita a strati livellati sui
gito all'attenzione dei frequentatori del meandri del Fiume, una mattinata con un
posto, sebbene disinteressati a queste po' di tempo libero e tante cose da fare.
strutture e poco allenati a vederle. Quella mattina volevo fotografare
È un periodo in cui non riesco a dedi­ Marzanello, la chiesa di Santa Mennea a
care più molte energie al volo e solo di Gioia ed una frana in partenza, sempre a
tanto in tanto mi reco al campo, più che al­ Gioia, sulle colline argillose che si trova­
tro per non perdere il contatto con gli no a sud dell'abitato.
amici e la familiarità con la macchina vo­ Anche questa volta, nel sorvolare la
lante, ma non si può certo restare a casa zona di Pietravairano, guardo al monte

Pietrnvnirnno, monte San Nicola: nell'area dell'edificio tempio-teatro, fotografata in data 31 dicembre 1996, dopo un in­
cendio, si nota il muro megalitico sul versante settentrionale.

4 II 4 di febbraio nasce a New York Charles Lindbergh (1902-1974), che il 20 di maggio del 1927 riesce ad
effettuare in solitaria la prima trasvolata dell'Atlantico, coprendo la distanza da New York a Parigi in 33,5
ore.

18
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

Urlano, soprattutto per cercare di capire 1-2 Introduzione


l'andamento del muro megalitico che
percorre il versante sud della montagna, Le limitate conoscenze nel campo del­
in località San Nicola e osservo i ruderi le comunicazioni e l'arretratezza delle
del teatro, ma con scarso interesse, in tecnologie legate alla mobilità, consenti­
quanto per il passato mi ero fatto l'idea vano alle civiltà antiche di conservare tra­
che appartenessero ad un edificio di età dizioni, cultura e abitudini, molto più a
medioevale. Questa volta, però, la sym- lungo che non oggi. Ciò nonostante, gli
metria salta immediatamente all'occhio e scambi culturali che facevano seguito ai
in un baleno è tutto chiaro: il tempio e il traffici commerciali e alle conquiste belli­
teatro mi sembra addirittura di vederli, che erano comunque fiorenti e pertanto le
col colonnato ancora in piedi e le ampie mode, le religioni, l'architettura, le noti­
gradinate colme di spettatori. Ci torno e zie, le forme di governo.... venivano co­
ci ritorno sopra per fare foto a diverse al­ munque esportate e, anche in questo pe­
tezze e ogni cosa è sempre più chiara. A riodo, seppure con tempi diversi da quel­
casa poi, vado immediatamente a rispol­ li odierni, raggiungevano ogni angolo del
verare le foto prese in altre occasioni e, continente e forse della terra.
proiettandole, mi chiedo come ho fatto a Intorno all'VIII sec. a. C. ebbe inizio il
non capire prima. fenomeno della colonizzazione greca del­
Il giorno successivo l'indagine parte: a l'Italia Meridionale e delle coste sicule,
proposito, non ha niente a che vedere con che vede la fondazione di numerose città
il teatro il nome di un noto ristorante di da parte di coloni greci e la creazione di
Pietravairano, la Caveia, che ha rappre­ una grande civiltà che passerà alla storia
sentato la prima tappa della mia ricerca. come quella della Magna Grecia. Messi­
na, Siracusa, Crotone, Napoli (Neapolis
sta per città nuova), Cuma5, vengono fon­
date in questo periodo da coloni greci. Pi­
tagora, Archimede e tanti altri filosofi,
scienziati e legislatori contribuirono a
formare quella cultura che ancora oggi è
alla base delle conoscenze e della civiltà
europea e mondiale. Questi grandiosi fe­
nomeni di spostamenti di gente e culture,
di idee e arti, di tecniche e religioni, per­
Una frana in partenza sulle colline argillose di Gioia durarono fino al V sec., arricchendo ed
Sannitica. integrando le conoscenze delle popola­

5 La leggenda vuole che le spiagge dell'antica città greca di Cuma, fondata nell'VIII secolo avanti Cristo
da coloni ellenici provenienti dall'isola d'Eubea, nel mare Egeo, siano state calcate dal piede di Enea.

19
Nicolino Lombardi

zioni locali con nuove forme di architet­ ra si percepisce dal modo in cui tempio e
tura e letteratura, insomma con i modi di teatro sono stati pensati, in relazione allo
pensare propri della civiltà ellenica, una spazio naturale che li circonda, armonio­
delle più grandi civiltà antiche. samente inseriti nel paesaggio. Infine c'è
Le stirpi colonizzatrici furono soprat­ da dire che è l'esistenza di due templi,
tutto doriche e ioniche. Gli Ioni in parti­ uno a ridosso del teatro ed un altro sulla
colare, colonizzarono anche le coste del cima della nghianatella, a caricare di sa­
Tirreno e giunsero fino in Corsica e a cralità la struttura ed il luogo.
Marsiglia. I templi di Hera, quello di Ce­ Anche se tutto è ancora da studiare, le
rere e quello di Nettuno a Paestum, par­ acropoli del m. S. Nicola e di Roccavec­
ticolarmente fiorente fra il 600 ed il 400 a. chia di Pratella dicono chiaramente che i
C., ed i templi in stile dorico di Agrigen­ modelli dell'architettura greca sono pe­
to, sono i monumenti che rappresentano netrati anche nelle zone più interne della
quest'epoca, quelli che il mondo ci invi­ penisola, magari con un po' di ritardo ri­
dia. spetto alla colonizzazione delle coste.
Importantissimi per la vita civile, so­ Non sono eccessivamente fantasiosi
ciale e religiosa sia dei Greci che dei Ro­ Trogo e Giustino quando "... riferiscono,
mani, furono il tempio e il teatro. che i Greci abbiano gran parte dell'Italia te­
Nel caso di Pietravairano queste due nuto, e molte Città siano state da essi edifica­
strutture della Civiltà del Mediterraneo, te, e che i Sanniti siano in buona parte disce­
denunziate dall'affioramento di tracce di si da qu ei, che vennero da Lacedonia detta per
muratura, le ritroviamo insieme, proba­ altro nome Sparta..."6.
bilmente pensate insieme e quindi fuse in Lo storico Domenico Caiazza fa nota­
un unico edificio, razionale e carico di re che: "i nomi tramandatici dall'epigrafia
senso religioso e perfettamente inserite confermano l'immissione di genti nuove in
nel contesto della natura circostante. For­ epoca romana nel territorio del mandamento
se un odeon e, poco distante dal tempio, di Pietramelara ... e, sopratttuto nomi di ori­
la cisterna e i resti del caseggiato, un po' gine greca...''7.
come a Roccavecchia di Pratella, sulla Si vedrà che Conduce in Grecia lo
sponda opposta del fiume Volturno. stesso toponimo Urlano.
La razionalità del complesso si mani­ Fra l'altro, radici greche sono riscon­
festa nell'ordine rispettato dalle strutture trabili anche nella toponomastica, infatti,
leggibili, nelle simmetrie, e nelle propor­ in comune di Vairano, a pochi Km. da
zioni fra ogni singolo elemento e l'intera Pietravairano, esiste la frazione Greci, ri­
struttura, per il momento leggibile o ipo­ portata anche sulle carte I. G. M. e proba­
tizzabile nella pianta. Il senso della natu­ bilmente fondata da un nucleo originario

6 Gio. Vincenzo Ciarlanti, Memorie Istoriche del Sannio, voi. 1, Campobasso, 1823.
7 Domenico Caiazza, Archeologia e storia antica..., Banca Popolare di Ancona, 1995.

20
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

appunto di questa nazione. Infine, nella Si vedrà che la pianta del tempio ri­
"Descrizione di Vairano" riferita all'anno porta a modelli etruschi ripresi in epoca
1660, si fa riferimento a vari toponimi romana e quindi diventa indispensabile
(Padule, Casale, Fontana,...) dei Greci. ricordare che, fin da tempi molto antichi,

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La frazione Greci, in comune di Vairano e l'area dell'acropoli de! monte San Nicola a Pietravairano.

21
Nicolino Lombardi

gli Etruschi avevano vasti possedimenti pareti e orli e manici di grossi vasi e olle;
in Campania "... coloni etruschi si insedia­ - un frammento di antefissa osservato
rono sin dal VII secolo a.C., dapprima nel li­ in prossimità del tempio, rimanda al pe­
torale del Golfo di Salerno, e poi espansero il riodo ellenistico;
loro controllo all'intera pianura campana, al­ - la pianta del tempio si rifà a modelli
le spalle delle colonie greche del Golfo di Na­ etruschi successivamente ripresi in epoca
poli. Arricchite dai traffici commerciali sor­ romana;
sero floride città, di cui la più importante fu - il teatro, così come concepito, è di
Capita. età ellenistica9;
Il confronto commerciale e militare con le - la pianta del teatro, stando al noto
colonie greche deU'Italia meridionale si pro­ manuale dell'architetto romano Vitruvio
trasse a lungo senza vinti né vincitori, finché Pollione, si direbbe romana;
la flotta siracusana nel 474 a.C. inflisse una - l'area del Calcatello a Pietrabbon-
dura sconfitta a quella etnisca nei pressi di dante, sulla quale insiste un complesso
capo Miseno. teatro - tempio di fatto ascrivibile al pe­
Perso il controllo del mare, i traffici delle riodo 120 - 90 a. C. ed assimilabile sotto
città etnische della Campania crollarono rapi­ vari aspetti a quello osservato sul monte
damente, e con essi la loro ricchezza economi­ San Nicola, risulta frequentata principal­
ca. ... Di lì a poco l'Etruria campana sarebbe mente fra il V ed il I sec a. C.;
stata definitivamente sopraffatta delle popola­ - a Venafro, il complesso teatro -
zioni sannitiche locali. Nel 430 a.C. con la ca­ odeon, anch'esso in qualche modo assi­
duta di Capita finì il dominio etrusco sulla re­ milabile a quello osservato a Pietravaira-
gione."8 no, presenta rifacimenti ascrivibili all'età
Premesso che sarà la Soprintendenza dei Flavi (69 - 96 de.) ma l'impianto origi­
ai Beni Archeologici ad occuparsi della nario del teatro è probabilmente di età el­
precisa collocazione nel panorama stori­ lenistica;
co del complesso ritrovato, mediante gli - qualora i resti appartengono alla
scavi e la datazione dei materiali, nonché città di Phistelia, le monete in argento, ri­
mediante un competente esame delle trovate un po' ovunque nella vallata del
strutture, riguardo alla datazione bisogna Medio Volturno, rimandano al periodo
ricordare che: 380 - 350 a. C.;
- esiste una cinta megalitica, forse di - se i resti appartengono alla città di
età sannitica, che racchiude l'area in og­ Callifae, bisogna ricordare che quest'ulti-
getto; ma fu distrutta nell'anno 327 a. C. dai
- in tutta l'area, con particolare riferi­ consoli romani Lucio Cornelio e Pubblio
mento a specifici punti, si può osservare Filone10;
terracotta a vernice nera, resti di tegoloni e

8 http://www.agmen.com/etruscans/pag_ita/museum/land.htm
9 II periodo ellenistico va dal 323 a. C. fino alla battaglia di Azio (31 a.C.) ed è caratterizzato dallo svilup­
po dall'architettura monumentale sia in Grecia che in Italia.
10 " Tria oppida in potestatem venerimi, Allifae, Callifae, Rufrium ..." Tito Livio V ili, 25, 4.

22
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

- se i resti appartengono alla città di riportata sulla Tabula Peutingeriana" , que-


Cubulteria è da tener presente che questa st'ultima e forse anche il complesso tem­
era ancora in vita nell'anno 119, quando pio - teatro, sarebbe esistita in epoca im­
l'imperatore Adriano rifece le mura al­ periale, epoca alla quale si fa risalire l'ori­
l'intera città; ginale della carta summenzionata.
- qualora si tratti della Aebutiana Statio

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La città di Roma in ima riproduzione della Tabula Peutingeriana.1

11 È una carta rappresentante il mondo conosciuto nell'età antica ... disegnato sopra una striscia di per­
gamena lunga m. 6.83 e larga m 0.34 ... la carta vuol essere un sommario delle grandi strade dell'Impero ro-
mano, e delle stazioni situate lungo di esse come delle distanze che le separavano. Le città sono segnate da
piccole case o torri; quelle più importanti da mura turrite.
Si ritiene che la Tavola Peutingeriana sia copia di altra più antica, nella quale già mancasse il primo seg­
mento, dove dovrebbe apparire la parte occidentale della Spagna; i segmenti superstiti sono undici. Chi sia
l'autore e in quale epoca la carta sia stata disegnata è incerto. Gli studiosi sono comunque dell'avviso che l'o­
riginale sia da collocarsi nell'età imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV secolo d.C., altri nel III
d.C., altri ancora nel II dopo Cristo. Sembra di notevole significato per la cronologia dell'opera il fatto che sul­
la Tavola Peutingeriana sono indicati egualmente templi pagani e cristiani. Le fonti usate dall'autore sono sta­
te secondo certuni la carta preparata ai tempi di Augusto da Vipsanio Agrippa e gli Itinerari imperiali; se­
condo altri le rappresentazioni greche del mondo antico ( fonte: http://www.henry-davis.com/MAPS/).

23
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

CAPITOLO 2

I LUOGHI E LE OPERE

2-1 Le montagne sacre Proprio sulla cima di due di queste stra­


tegiche montagne - colline, fra il Matese
Prima che il Volturno cominci a mo­ ed i monti Trebulani, in posizione simme­
strarsi stanco ed a serpeggiare nella piana trica rispetto al corso del Fiume, due tea­
alifana, attraversa una valle singolare, ca­ tri, entrambi con un tempio retrostante,
ratterizzata da montagne non troppo alte, entrambi rivolti a sudovest, entrambi con
che raccordano il Massiccio del Matese una grossa cisterna alla loro sinistra. In
alla piana che si sviluppa all'interno del entrambi i luoghi sono ancora visibili re­
profondo graben12 di Terrà di Lavoro. sti di caseggiato, di terracotta, delle mura

Le acropoli di Roccavecchia di Pratella e quella del monte San Nicola, per molti versi simili fra loro, occupano posizio­
ni simmetriche rispetto al corso del Volturno.

12 Di uso internazionale, graben è un termine della lingua tedesca usato per indicare una fossa tettonica,
una depressione dovuta allo sprofondamento della zona compresa tra due sistemi di faglie parallele.

25
Nicotina Lombardi

perimetrali dell'area di frequentazione, to o di frontiera, il presunto invasore, che


del porticato che affacciava a valle, realiz­ in questo caso le popolazioni indigene si
zato per sfruttare scenograficamente il aspettavano penetrasse nei loro territori
luogo, ecc. risalendo il corso del Volturno.

13 Agosto 2001, l'acropoli del monte San Nicola-Urlano di Pietravairano e, sullo sfondo, l'acropoli di Roccavecchia di
Pratella. Il Volturno separa le due aree.

Non è ancora chiaro il messaggio che II messaggio, però, era forse di acco­
gli edifici del monte San Nicola e Rocca­ glienza, in tal caso i grossi edifici sareb­
vecchia di Pratella, luoghi ai quali ancora bero stati realizzati per lasciarsi ammira­
bisogna dare un nome e una collocazione re e per dare il benvenuto a chi stava en­
precisa nel tempo e nella storia, volessero trando in una città o nel territorio di per­
trasmettere. Forse volevano intimorire o tinenza di una città diversa da quella che
ammonire, come una sorta di sbarramen- si stava lasciando. Infine può darsi che

26
Anno 2001 Teatro chiama teatro

volessero salutare chi si allontanava da 2-1-1 l'acropoli del monte San Nicola
una città per entrare in un'altra che in­
contrerà successivamente o che semplice- Vari spezzoni di mura megalitiche,
mente si rivolgessero alle persone che realizzate in modo, a dire il vero, poco cu­
percorrevano la via Publica Allifae - Tea- rato, ben conservate sul versante nordo­
num o la Allifae - Venafrum vest della montagna e spesso crollate o
In ogni caso, però, la città è sicuramen­ sopravvissute solo nei massi basilari sul
te vicina, o si sviluppa intorno alle acro­ pendio di sudest, racchiudono la cresta
poli che ospitavano questi edifici sacri. del monte San Nicola, una appendice del
monte Urlano13.
Le mura, che raggiungevano altezze
sicuramente maggiori di quelle che pos­
siamo osservare oggi, internamente for­
mavano un terrapieno, che regolarizzava
l'area dell'acropoli e la rendeva quasi
pianeggiante e agevole. Il terrapieno da­
va modo di formare un'area di frequenta­
zione che poteva essere sfruttato anche
come area di frequentazione e come po­
sto di combattimento per colpire da una
posizione di privilegio l'invasore e quin­
di per difendere la città e l'area sacra in
particolare.
Sui fianchi del monte Urlano si posso­
no osservare dei terrazzamenti, forse cor­
rispondenti alla viabilità antica, che si
manifesta con due ripidi sentieri sul ver­
sante nordovest e due, forse tre terrazza-
menti diritti e paralleli, in lieve penden­
za, che corrono sulla fiancata sudovest
del monte San Nicola. Questi sentieri,
Pìetravairano 24 agosto 1996, monte Sem Nicola: l'area realizzati sostenendo il terreno a valle
della cresta recintata (sulla foto evidenziata in celeste) è con pietre deposte a secco, vennero pro­
lunga circa mt 800, larga mediamente 80 metri ed ha una babilmente realizzati per consentire lo
superficie di circa 56.000 mq.
sfruttamento della montagna e l'accesso
All'interno della cinta due piccole aree risultano ulterior­
mente cintate, quasi come a formare delle piccole acropoli alle abitazioni che sorgevano immediata­
alte. Il teatro si trova all'interno dell'area cintata. mente a valle dell'area sacra, oltre che per

13 II Monte Urlano potrebbe avere con il Monte Boria (Bominaco, Aquila) e col Monte Burrano (San Feli­
ce a Cancello, Caserta), toponimi di altre cime simili, una comune origine del nome, forse legata alla esposi­
zione di questi luoghi al forte vento di bora e starebbe ad indicare un luogo ventilato, ventoso. Il toponimo
riporta alla torre dei venti di Atene ed alla bella raffigurazione di Boreas riportata. Non si può, però, del tut­
to escludere l'ipotesi che il toponimo Monte Urlano possa derivare dal latino Mons Urbanus (Monte urbano,
cittadino).

27
Nicoliuo Lombardi

raggiungere con facilità l'acropoli stessa. dell'acropoli che occupa tutta la cresta e ,
Il sentiero più prossimo alla cresta, infatti, come già accennato, si presenta percorsa
parte dalla piana immediatamente anti­ in tondo da una ampia fascia pianeggian­
stante Pietravairano e, sempre esternamen­ te. I resti di muratura antica, di tufo nero,
te alle mura megalitiche esistenti o presun­ e poi i soliti tegoloni, la terracotta a ver­
te, raggiunge la nghianatella, l'area del tea­ nice nera ed acroma, qualche frammento
tro e prosegue fino ad oltrepassare la picco­ a vernice rossa, pareti di grosse olle, la
la area regolarizzata della cima a mt 480. grossa cisterna scavata nella roccia che si
La nghianatella14 è il nome che i locali possono osservare proprio su questa ci­
hanno dato all'area anulare regolarizzata ma, lasciano pensare ad una frequenta­
che circonda la cima a mt 326 del monte zione del luogo legata alla presenza di
San Nicola. edifici aventi carattere religioso, forse un
Questa piccola cima è l'area più bassa tempio, la cui esistenza è indiziata pro-

Pietravairano 10 ottobre 1996, monte Snn Nicola, le mura megalitiche sul versante meridionale dell'area di cresta cin­
tata.

Pietravairano 10 ottobre 1996, monte San Ni­


cola, le mura megalitiche sul versante setten­
trionale della cresta.

28
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

prio dalla presenza della cisterna. In som­ mo e percorrendo il sentiero che si iner­
mità, il breve tratto di muratura antica pica sul fianco meridionale del monte
osservabile sul versante esposto a sudest, San Nicola o quello che, sul versante set­
probabilmente di pertinenza di un antico tentrionale del monte, parte da una conca

Pietramirano 25 febbraio 2000, monte San Nicola: l'area dell'acropoli bassa (mi 320 slm) del monte San Nicola, come
in molti altri casi nella Valle del Volturno, presentava una doppia cinta a sostegno del terrapieno sn cui sorgevano prin­
cipalmente edifici religiosi.

tempio, ha andamento dissonante con i interna, dalla località Tramonti, in comu­


resti di muratura che è possibile osserva­ ne di Vairano Patenora.
ne proprio sulla cima, dove i soliti van­ Raggiunta la cresta, dopo aver lascia­
dali hanno intrapreso scavi abusivi. to la nghianatella, i resti del teatro e del
La cresta racchiusa dalla cinta si può tempio, si raggiunge la cima a mt 480.
raggiungere con facilità partendo dalla Qui le mura, a tratti megalitiche ed a
frazione di Pietravairano detta Sant'Ere-14 tratti realizzate con pietre di piccola ta­

14 Foglio IGM 172 IV NO; lat. 41° 19' 57" ; long. 01° 43' 00"; mt 362 slm.

29
Nicotina Lombardi

glia, parzialmente conservate solo per rea di sommità restituisce ceramica a ver­
brevi tratti, circondano la cima del mon­ nice nera e terracotta antica e proprio sul­
te, formando la solita area pianeggiate di la cima si possono osservare, brevi tratti
sommità che si presenta come una picco­ di fragile muratura sulla quale è davvero
la acropoli. Il terrapieno che circonda l'a­ difficile esprimere giudizi inerenti l'età.

Pietravairano, monte San Nicola: forse un piano di calpestìo del tempio dell'acropoli bassa (mt 320 slm).

30
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

2-1-2 La terracotta pio e frammenti di mattoni della muratu­


ra e dei pavimenti sia del tempio che del
Sul monte S. Nicola si possono osser­ teatro;
vare grosse quantità di terracotta che è - all'interno del teatro è capitato di os­
diversa a seconda del luogo in cui ci si servare grossi chiodi in ferro battuto del­
trova: la lunghezza di circa 7 cm;
- nella piccola acropoli di sommità, in - un frammento di antefissa con deco­
prossimità della chiusura in alto delle ro che sicuramente doveva evolvere a
mura megalitiche a mt 480 slm e sulla conchiglia, conferma quello che già il
doppia spianata a mt 362 slm sono state complesso tempio - teatro, la posizione in
ritrovate anche piccole quantità di cera­ cui il teatro è stato realizzato e lo sfrutta­
mica a vernice nera; mento del pendio per la realizzazione del
- immediatamente a sud dell'edificio teatro avevano lasciato pensare. Tutto
teatrale e nella vallecola a sud della dop­ sembra portare al periodo ellenistico (IV
pia spianata si rinvengono grosse quan- sec. a. C. - 1 sec. a. C.);

Pietravairano 30 marzo 1996, monte San Nicola: resti di Pietravairano 30 marzo 1996, monte San Nicola: resti di
terracotta consistenti in tegoloni, pareti, orli e manici di terracotta consistenti in manici e fondi di grosse anfore e
grosse olle, si rinvengono in grosse quantità in una val- frammenti di vasellame anche a vernice nera opaca, sono
lecola posta poco più in basso della nghinnatella. stati rinvenuti immediatamente a valle del teatro. Si no­
tino le impronte lasciate con le dita su un frammento di
terracotta.

tità di cocci di anforoni; - su tutta la costa, insieme alla terra­


- in prossimità dell'edificio tempio - cotta, si possono osservare al suolo nu­
teatro si possono osservare al suolo gran­ merosi frammenti metallici delle bombe e
dissime quantità di frammenti di tegole dei proiettili derivanti dai violenti canno­
del manto di copertura del tetto del tem­ neggiamenti eseguiti dall'esercito ameri-

31
Nicol ino Lombardi

cano la sera del 25 ottobre del 1944. In ta­ pe americane che si trovavano presso i
le occasione, l'esercito tedesco, dopo che Quattro Venti ed in località San Felice. Ta­
il 12 ottobre aveva abbattuto buona parte le bombardamento sicuramente contribuì
del paese, da Pietravairano mosse in di­ alla demolizione ulteriore della scena del
rezione di Vairano, mentre dal monte teatro.
San Nicola teneva sotto controllo le trup­

Pietravairano 30 marzo 1996, monte


San Nicola: resti di terracotta consi­
stenti in pareti e orli di vasellame an­
che a vernice nera opaca, tegoloni e
terracotta delle decorazioni del tem­
pio (forse un'antefissa) sono stati rin­
venuti in prossimità del complesso
tempio-teatro. Nell'area del teatro so­
no reperibili un po’ ovunque fram­
menti di tufo nero e schegge di bombe
della seconda guerra mondiale.

32
Alino 2001 - Teatro chinimi teatro

2-2 II teatro, l'odeon, i templi. pre sul fianco di una collina e sotto il pro­
filo architettonico si presentava costitui­
2-2-1 Generalità sui teatri to da tre parti fondamentali: la gradinata
(kdilon), l'orchèstra e la scena (skené). Il
Il teatro, ovvero la struttura destinata kóilon (cavea per i Romani) era la serie di
ad accogliere spettacoli di prosa, musica gradinate destinate ad accogliere il pub­
e danza, e ad ospitare il relativo pubblico, blico. Disposte a pianta semicircolare e
nella Grecia antica era in primo luogo un quasi sempre addossate a un pendio na­
edificio religioso legato al culto di Dioni­ turale, erano divise dai diazomi (praecinc-
so15. Durante queste feste, che si svolge­ tìones per i Romani) in settori orizzontali
vano in primavera, gli abitanti di Atene e da scalette (kh'makes) in settori radiali -
formavano delle processioni che faceva­ verticali (kerktdes).
no terminare con un sacrificio, davanti al­ Ricavata nella piana sottostante al
l'altare del santuario della divinità, dove pendio ritroviamo l'orchèstra, che si pre­
eseguivano canti ditirambici. sentava come uno spazio circolare riser­
vato alle evoluzioni del coro, al suo cen­
tro si innalzava di solito un altare. La
skené, (in greco skené sta per tenda) che si
presenta come il prospetto verticale da­
vanti al quale agivano gli attori, era una
costruzione rettangolare, utilizzata come
deposito ed era separata dal kdilon (gradi­
nata) da due passaggi detti pdrodoi.
Gli attori recitavano su una pedana
(loghéion) dapprima in legno, quindi in
pietra, posta tra la skené e l'orchèstra e li­
Campochiaro, ima chiesetta a cielo aperto allestita hi re­ mitata ai lati dai parasceni. Tra i numero­
cente in prossimità heI santuario italico recuperando par­ si teatri della Grecia propriamente detta
te hel selciato hei inarciapiehi rimossi nelle strade del pae­
se, si mostra come una struttura ibrida, nel senso che ri­
(Atene, Pireo, Corinto, Delfi), della Sicilia
corda sia il luogo di culto che quello di spettacolo. (Siracusa, Segesta, Taormina) e dell'Asia
Minore (Pergamo, Priene), il più antico e
Tutte le notizie che si hanno sull'origi­ il più famoso è quello di Dioniso ad Ate­
ne del teatro greco vengono tratte dai re­ ne, che risale al sec. IV a. C.; quello me­
sti archeologici, dalla pittura vascolare e glio conservato è il teatro di Epidauro del
dalle fonti scritte dagli autori del tempo. sec. IV a. C.
Tale edificio era costruito quasi sem­ Nella Grecia antica i soggetti rappre-

15 Aristotele nella sua opera Poetica (330 a. C.) sostiene che la tragedia, fiorita e codificata come genere let­
terario tra VI e V secolo a. C., si sviluppò dai ditirambi, inni corali in onore del dio Dioniso.

33
Nicolino Lombardi

sentati nei teatri erano ricavati dal patri­ sistema di gallerie, che si presentavano
monio mitico e tutti i ruoli erano inter­ nella facciata esterna come una serie di
pretati da uomini, che indossavano ma­ ordini sovrapposti di arcate e, general­
schere e recitavano con l'accompagna­ mente, veniva realizzato in pieno centro
mento di musica. urbano. I magistrati sedevano nella gra­
Gli attori del teatro greco indossavano dinata, costituita da proedria, i cavalieri
una tunica lunga dal collo fino alle cavi­ occupavano la ima cavea e i cittadini co­
glie, con le maniche lunghe fino alle ma­ muni i settori superiori del teatro. Una
ni, ornata con figure simboliche vivace­ serie di gallerie anulari, rampe e corridoi
mente colorate e un mantello. I vivacissi­ consentiva agli spettatori di raggiungere i
mi disegni e i colori degli abiti dovevano posti a sedere.
servire ad esprimere lo stato d'animo del "... L'orchestra si era ridotta a un semi­
personaggio rappresentato. Natu­ cerchio (conistra) in quanto tutta l'azione si
ralmente il re portava una svolgeva sulla scena e la cavea
corona, i vecchi si si era saldata all'edificio sce­
appoggiava- nico, con conseguente co­
pertura delle pàrodoi. Al di
sopra delle pàrodoi si trova­
vano i tribunalia, terrazze
dove sedevano i magistrati
che presiedevano agli spet­
tacoli. Il palcoscenico
(pulpitum) era separato
dalla cavea da un muro e la
Urbisaglia (Marche), frons scaenae (il fondale sceni­
ricostruzione ideale del teatro ro­ co}, che nei primi teatri di età au-
mano (tratta da: Teatri romani delie
Marche, Archeoclub dTtalia-sede di Mace­
gustea era a un solo piano, in età im­
rata) La scena del teatro del monte San Nicola, periale aumentò in altezza e si articolò
qualora fosse stala alta quanto la summa cavea, in più ordini di colonne e di nicchie. In età
avrebbe dovuto raggiungere i 10 metri di altezza. tardo - antica, infine, l’orchèstra di diversi
teatri si trasformò in un bacino a tenuta d'ac­
no ad un bastone e così via altri accesso­ qua per gli spettacoli dei tetimimi. Il primo
ri, per caratterizzare i personaggi. teatro stabile di Roma fu quello eretto da
Pur uniformandosi al modello greco - Pompeo nel 55 a. C. ,.."’6
ellenistico, il teatro in ambiente romano In Italia le più alte concentrazioni di
subì notevoli modifiche. Esso sosteneva edifici di spettacolo si possono rilevare
le gradinate della cavea con un grandioso16 nella Toscana meridionale, nel Lazio, in

16 Fonte: Gedea, CD-ROM Istituto Geografico De Agostini 96/97.

34
Atuw 2001 - Tentro chiama teatro

Umbria, nelle Marche, nell'Abruzzo, in 2-2-2 II teatro di Pietravairano


Campania ed in Sicilia, e nel settore nor­
dorientale dell'Italia settentrionale. Il pa­ Mentre per le città romane di Isernia,
trimonio archeologico dei teatri antichi Venafro, Teano, Alife, Telese, Caiazzo,
italiani, poi, è estremamente vario dal Cales e Capua, da sempre le principali re­
punto di vista tipologico, in quanto, per gioni della civiltà del fiume Volturno, è
ciò che attiene all'architettura, coesistono evidente o prevedibile l'esistenza di un
forme tipiche del mondo greco, tipologie teatro e di un anfiteatro, per le aree del
proprie del mondo romano e tipologie di monte Urlano di Pietravairano e Rocca­
transizione tra i teatri greci e quelli roma­ vecchia di Pratella era difficilmente ipo­
ni (teatri di tipo greco - romano, costruiti tizzabile l'esistenza di strutture del gene­
tra il II ed il I sec. a.C., nell'Italia centrale re. La concezione di queste "città" è infat­
e meridionale). ti più antica di quelle anzidette e nella co­
Sia in Grecia che a Roma l'ingresso a struzione degli edifici teatrali e religiosi,
teatro era spesso gratuito, infatti gli spet­ più che al fasto (vedi teatro di Teano, an­
tacoli erano pagati dai cittadini delle clas­ fiteatro di Capua), si è riservava molta at­
si abbienti e da uomini politici. tenzione alla scelta della posizione che
questi dovevano andare ad occupare e
che doveva essere, in primo luogo, sceno­
grafica e panoramica. Ovviamente, non
ritroveremo in questi luoghi l'anfiteatro
(doppio teatro), essendo quest'ultima
una costruzione prettamente romana e
quindi di epoca successiva.
L'edificio riconosciuto17 sul monte Ur­
lano si suppone essere un complesso uni­
co, nel quale si possono individuare il
teatro ed il tempio fusi in un'unica strut­
tura, probabilmente realizzata in più ri­
prese. La pianta del complesso teatro -
tempio di Pietrabbondante, ci aiuta a ca­
pire quale possa essere la pianta dei ru­
deri che è possibile osservare sul monte
Urlano di Pietravairano, dove tutto è
però più piccolo. Anche il primo impian­
to del teatro di Teano, successivamente

17 Foglio IGM 116 III SE; lat. 41° 20' 08" long. 01° 43' 02"; mt 409 slm, mt 300 dalla piana sottostante.
Nicolino Lombardi

interessato da rifacimenti e ampliamenti, sua volta, caricava di sacralità la struttu­


avrà avuto una struttura simile a quella ra ed il luogo. Dunque il teatro si svilup­
che è stata individuata a Pietravairano. pa ai piedi del tempio (l'orchestra ed il
Come in molti altri teatri all'aperto, piano di scena si trovano circa 15 metri
anche sul monte San Nicola di Pietravai­ più in basso del piano di calpestio del
rano ci sarà stato un rapporto ravvicinato tempio) ma non ci è dato sapere molto
tra l'evento scenico e il pubblico, che si dell'organizzazione della gradinata, in
disponeva tutt'attorno agli attori e nello quanto quest'ultima oggi si presenta
spazio antistante il tempio. Il tempio, a completamente ricoperta da materiali di

Pietravairano, monte San Nicola: il teatro, il tempio e la cisterna.

36
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

crollo. L'area dell'orchestra del teatro si volta. Stando a quanto asserisce Vitruvio,
presenta abbastanza ampia, in quanto si potrebbe ipotizzare che sette gradinate
riempita e in parte sollevata da detriti di radiali ripartivano in 6 cunei il primo set­
roccia e da materiali di crollo. tore orizzontale della cavea ma, ovvia­
Probabilmente l'orchestra poggia diret­ mente, questa è solo una ipotesi. Fra l'al­
tamente sulla roccia, cosi come potrebbe tro è solo una interruzione nella conti­
essere per parte della cavea, che alle estre­ nuità del piano inclinato della cavea a far
mità, poi, in prossimità delle pàrodoi, pog­ supporre l'esistenza di una praecinctio che
gia su riempimenti e non su costruzioni a divide la gradinata in ima e media cavea,

Teatro di Pietravairano
Foglio IGM 1 1 6 III SE
C om une di P ietrav airan o
Lat. N. 4 1 ° 2 0 '0 8 "
Long. E. 1° 4 3 '0 2 "
m. 4 0 9 s l m

Nord

/
mO m. 5 m.10 m .lS m. 20

Pianta del complesso teatro - tempio di Pietravairano.


La pianta del complesso teatro-tempio, ipoteticamente ricostruita in alcuni particolari (suddivisione in ima, inedia e stim­
ma cavea; posizione delle scalette radiali; posizione del colonnato del tempio; posizione dei podi delle divinità ...), è pro­
babilmente incompleta. Su alcune foto sono infatti evidenti segni assimilabili ad un odeon, segni riferibili a parte della
scena, la recinzione dell'area e la muratura di sostruzione del tempio non riportata per motivi di chiarezza grafica.
Restituzione grafica Infolabs di Stenio D'Allestro.

37
Nicolilio Lombardi

rispettivamente con 8 - 9 e con 7 - 8 ordi­ delle scena deve essere il doppio del diametro
ni di gradini e sono le tracce di un muro dell'orchestra ..." possiamo essere certi
a far pensare all'esistenza di una summa che il diametro dell 'orchestra del teatro di
cavea, probabilmente coperta, con 4 - 5 or­ Pietravairano dovrà misurare circa 11
dini di gradini. metri e cioè la metà dei 22 metri corri­
Come già detto, la suddivisione della spondenti alla misura della scena misura­
gradinata in ima, media e stimma cavea è ta esternamente ai due parasceni.
solo una ipotesi e pertanto il teatro po­ Se poi è vero che "... Le gradinate degli
trebbe aver avuto un aspetto compieta- spettatori, dove si dispongono i sedili, non
mente diverso. debbono essere alte meno di un piede e sei di­
ta (35 cm circa), la loro larghezza non deve
essere maggiore di due piedi e mezzo nè mi­
nore di due (60 - 70 cm circa)", tolte le aree
utilizzate per realizzare le praecinctio e
quelle impegnate dai muretti di protezio­
ne, nei circa 14 metri di raggio utile per le
gradinate del teatro, ci stanno circa 20
gradinate. Anche a voler fare i conti in
modo diverso, e cioè considerando i circa
8 metri di dislivello che intercorrono fra il
piano dell'orchestra e l'ultima gradinata
della cavea alta, ci stanno pressappoco 20
alzate e cioè 20 gradinate.
Il teatro greco - romano di Cassino in un disegno rico­ Forse un portico correva in sommità,
struttivo ideale di Francesco Corni.
Non si esclude che il teatro di Pietreavairano possa avere
un aspetto simile a questo.
(http://www.cassino2000.comlcult/archeo/cassino/tea-
tro/dxl.html)

Il semicerchio disegnato dalla prae-


cinctio che separa i due settori orizzontali
più bassi ha diametro pari alla lunghezza
della scena misurata esternamente ai pa-
rasceni e quindi un diametro di circa mt 22.
Alcuni passi di Vitruvio aiutano a ca­
pire il nostro edificio, nel senso che se è Pietravairano 6 marzo 2000, monte San Nicola: un para-.
vero che nel teatro latino "... la lunghezza scenio del teatro.

38
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

coprendo anche la praecinctio più alta e circa 15 metri di dislivello) fossero comu­
un muro a semicirconferenza (circa 40 nicanti o se i due edifici si raggiungesse­
metri di diametro), costituito da due ali ro da ingressi separati.
che chiudevano in prossimità del basa­ Certamente attraverso i due aditus gli
mento del tempio, limitava esternamente spettatori raggiungevano l'orchestra e
l'area del teatro. Difficile per il momento quindi le scalette che consentivano di
dire con certezza se un portico fosse pre­ prendere posto sulla gradinata. Forse
sente nell'area immediatamente sotto­ dall'esterno del teatro era raggiungibile
stante la scena del teatro, come lasciano la praecinctio più alta e questa consentiva
pensare deboli tracce evidenti sulle foto di accedere ai posti a sedere della cavea.
aeree. Nei primi anni di vita l'edificio era de­
Ancora da scoprire se il tempio ed il stinato ad accogliere spettatori della città
teatro (fra il piano di calpestio del tempio stessa, quelli dei villaggi vicini e, al mas­
e quello dell 'orchestra del teatro passano simo, cittadini dell'alitano, in quanto

Pietravairano 6 marzo 2000, monte San Nicola: il muro del fronte della cavea che affaccia sulle paradoi declina verso
l'orchestra. Si noti il muro lacerato dai cannoneggiamenti della seconda guerra mondiale.

39
Nicolino Lombardi

Roccavecchia probabilmente già aveva, sostenere a valle il fronte e probabilmen­


un teatro e forse anche a Teano e a Vena- te l'elevato della scena.
fro era stato già realizzato tale edificio. Difficile dare giudizi sull'altezza del
Pér poter prospettare ipotesi sulla ca­ complesso scenico, anche perché, qualora
pienza del teatro di Pietravairano biso­ questa risalga al periodo romano, la sua
gnerà aspettare uno studio più dettaglia­ altezza doveva per certo superare i 10
to, anche se una prima idea possiamo far­ metri, per raggiungere l'altezza del porti­
cela considerando che per uno dei teatri cato. La scena probabilmente non faceva
romani fra i più piccoli conosciuti, quello corpo unico con la cavea, cosa questa che
di Siracusa, con un diametro di m. 21, si lascerebbe pensare ad un teatro di tipo
ipotizza, forse esagerando, una capienza greco o greco - romano.
di 4000 - 5000 persone. Nel nostro caso,
tenendo presenti le indicazioni che Vitru-
vio dà per la realizzazione della gradina­
ta (60 - 70 cm per la pedata e 35 cm per
l'alzata), si è cercato di ricostruire l'anda­
mento della cavea, che, nei circa 800 metri
di sviluppo lineare non poteva avere una
reale capienza superiore ai 2000 posti a
sedere18.
Solo lo scavo dirà se ci fossero, oltre
alla muratura in pietra e laterizio, ele­
menti in pietra ad impreziosire la gradi­
nata e di che materiale fossero pavimen­
tate l'orchestra e le praecinctiones e solo in
linea di massima è possibile ricostruire
l'andamento e l'elevato dell'edificio sce­
nico, che sembra presentare rifacimenti
proprio nelle mura più elevate.
L'area di scena, di forma rettangolare,
si sviluppa fra due parasceni (paraskertia),
anch'essi rettangolari e posti lateralmen­
te. Immediatamente alle spalle della sce­
na c'è un corridoio di retroscena in parte Pietravairano, monte San Nicola: dietro il fronte scenico
occupato da quattro torrette rotondeg­ quattro torrette coniche del diametro di circa due metri,
gianti realizzate in muratura piena per in parte incernierate con la muratura e forse funzionali
anche all'elevato della scena, sostengono il muro a valle.

18 Nel teatro oggetto di studio si è ipotizzata una gradinata con pedata di 70 cm e alzata di 40 cm. E' chia­
ro che la capienza dell'edificio aumenta se si riduce l'ampiezza della pedata.

40
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

Il teatro come tanti altri teatri ellenisti­ in tondo fino a disegnare una semicircon­
ci fu probabilmente soggetto a graduali ferenza. Stesso discorso vale per le pre­
trasformazioni specialmente nell'edificio sunte praecinctiones, indiziate dalle inter­
della scena. Tali trasformazioni sono le­ ruzioni nella continuità del piano inclina­
gate all'evoluzione che subisce il teatro to della cavea. Anche in questo caso si può
antico con l'esaurirsi della tragedia e l'af­ ipotizzare che tali passerelle disegnassero
fermarsi della commedia. Forse anche delle semicirconferenze, dividendo la
qui quello che era stato il fulcro del tea­ gradinata in tre settori orizzontali, il più
tro più antico, l'orchestra, è andata per­ alto dei quali, forse, coperto con un porti­
dendo sempre più della sua importanza a co. I resti di muratura osservabile nel set­
favore dell'edificio della scena, dove gli tore che si trova sul lato sinistro della sce­
attori su un apposito palco (pulpitum), na, fanno infatti ipotizzare che la parte
svolgevano la loro azione. più alta della gradinata, in pratica il set­
A valle del corridoio che si trova die­ tore orizzontale più alto, si presentasse
tro il fronte scenico, oltre il muro di retro­ coperto con un portico e che il colonnato
scena, dovevano esistere altre strutture, poggiasse proprio sul breve tratto di mu­
sicuramente un altro corridoio e, ancora ro che affiora.
più a valle, altri edifici, forse adibiti ad Anche se al suolo non se ne riconosco­
abitazione, con pianta a maglia irregolare no più le opere, ci si può spingere sicura­
e senza i giochi di simmetria osservati nel mente oltre nella interpretazione dei se­
complesso tempio - teatro. gni che traspaiono dalle foto. Sembra in­
Le simmetrie dell'edificio consentono fatti possibile chiudere la scena proiettan­
di conoscere più cose di quelle realmente do il muro semicircolare più esterno del
osservabili. Questo è vero soprattutto per teatro verso valle, proprio come nella
la scena, dove resta parzialmente in piedi pianta di molti altri teatri antichi.
solo un parascenio, che doveva sicura­ Le tracce evidenti sulla foto, interpre­
mente avere il suo omologo sul lato op­ tabili come muratura con andamento
posto, e per l'altezza del fronte scenico, perpendicolare o parallelo allo sviluppo
che di sicuro doveva superare l'altezza della scena, avvalorano Tipotesi che alle
(circa 3,50 metri) del breve tratto di mu­ spalle della scena esistesse un porticato.
ratura sopravvissuta. Riguardo alla cavea, Oltre all'esistenza dell'ipotetico odeon,
che probabilmente era divisa in ima, me­ che se non fosse apparso nelle foto non
dia e stimma cavea, nel settore che si trova sarebbe entrato proprio nella discussio­
sul lato destro della scena si riesce ed in­ ne, in quanto a terra non si riconoscono
dividuare muratura con andamento cir­ opere significative che consentano certez­
colare, forse corrispondente ad un breve ze, esisteva sicuramente un muro peri­
tratto di gradinata, che di certo prosegue metrale a racchiudere l'area tempio - tea­

41
Nicolino Lombardi

tro il cui andamento è tuttora individua­ brica con le mura del fronte scenico, in­
bile dall'alto. sieme alle quali forse potrebbero essere
Nella parte più profonda della zona di state erette in un secondo momento in
retroscena, le mura hanno uno spessore una fase di rivisitazione dell'intera scena.

Pietravairano, monte San Nicola: l'area dell'edificio tempio-teatro mostra segni della recinzione antica, in parte anco­
ra oggi disegnatile.

che raggiunge i 90 cm e passano con una Nel nostro teatro, c'è da dire che quattro
risega alla muratura superiore, quella triangoli equilateri calzano perfettamente
della scena, che ha uno spessore inferiore. nel cerchio disegnato dall'orchestra e che
Le torrette realizzate alle spalle del fronte questi contribuiscono a disegnare la sce­
scenico in muratura piena, con forma leg­ na dell'edificio per cui, stando a quanto
germente conica e funzione principale di asserisce Vitruvio, ci troviamo di fronte
sostegno, nella parte bassa non sembrano ad un teatro che, almeno sotto questo
essere incernierate con la muratura, men­ aspetto, è romano.
tre fanno parte di un unico corpo di fab-

42
Alino 2001 - Teatro chiama teatro

Non è del tutto escluso che le tracce che avrebbe fatto seguito, appunto, al
individuate immediatamente a valle del­ passaggio dalla tragedia alla commedia.
l'edificio scenico possano essere interpre­ A tal proposito, dalla scena del teatro
tate come una fase precedente, che vede- si può osservare che anche in prossimità

Sepino, agosto 1996. II teatro della città romana si presenta perfettamente conservato nella gradinata della cavea ima.
Una cortina di abitazioni corona la gradinata, correndo sulle mura che sostenevano la cavea media e stimma. Ester­
namente alla cortina di abitazioni c'è un corridoio che dava accesso alle varie praecinctiones e quindi alle gradinate e
che si mostrava esternamente come un porticato. Su parte della scena insiste un edificio, oggi adibito a museo.
Si noti come l'edificio scenico del teatro si prolungasse dietro il fronte della scena, forse la stessa cosa succedeva a Pie-
travairano.

va la scena del teatro più arretrata rispet­ del terrapieno sul quale sorge il tempio
to a quella che attualmente vi si può rico­ c'è un attacco di due corpi di fabbrica
noscere. In questo caso il teatro avrebbe (forse simmetrico) che fa ipotizzare
subito una totale rivisitazione nell'edifi­ un'aggiunta o a un restauro postumo.
cio della scena e cioè una romanizzazione Altri allineamenti sono osservabili fra

43
Nicotina Lombardi

le mura perimetrali del tempio e quelle che gli attori durante lo spettacolo non si
della scena del teatro: in pianta, infatti, allontanassero mai troppo dal fondo del­
l'area occupata dal complesso sembra la scena, perdendo cosi l'effetto di rinfor­
avere una definizione rettangolare. zo della voce, dovuto alla superficie ri­
Prima i Greci (Pitagora 570 - 497 a. C.) flettente. Non è escluso che accorgimenti
e successivamente i Romani svilupparo­ di questo tipo fossero messi in atto anche
no approfondite conoscenze legate all'a­ nel teatro di Pietravairano.
custica dei luoghi di spettacolo all'aperto Anticamente, in molti teatri si dispo­
e sicuramente, per quanto attiene all'acu­ nevano vasi di bronzo alloggiati secondo
stica del teatro del monte Urlano, gli ar­ una teoria musicale in apposite celle rea­
chitetti si saranno attenuti alla direttive lizzate fra le gradinate, avendo l'accor­
sintetizzate, forse successivamente, da tezza di appoggiarli su cunei senza che
Vitruvio in un raffinato manuale di archi­ questi toccassero le pareti e di rivolgerli
tettura: " La voce è un soffio mobile di aria con l'apertura verso l'orchestra. Date le
che colpendo l'orecchio viene da questo perce­ modeste dimensioni del teatro è però im­
pito. Si muove formando infiniti cerchi con­ probabile che questo succedesse anche a
centrici, nello stesso modo in cui, gettando un Pietravairano. E ancora Vitruvio, nel vo­
sasso nell'acqua di uno stagno, si generano lume spesso citato, a dare indicazioni cir­
innumerevoli onde circolari che crescono a ca la scelta del luogo in cui realizzare il
partire dal centro allargandosi sempre più e teatro e l'orientamento che l'edificio
propagandosi ... la voce deve giungere all'o­ avrebbe dovuto avere: "... Costruito il foro,
recchio dolcemente e rimbalzando senza veni­ bisogna scegliere il sito del teatro, per le rap­
re ostacolata, deve trasmettere parole chiare. presentazioni dei giochi nelle feste in onore
Vi sono alcuni luoghi che per natura impedi­ degli dei immortali e questo deve essere il più
scono il propagarsi della voce, come quelli dis­ salubre possibile ... Bisognerà cercare dunque
sonanti ... i circumsonanti ... i risonanti ... i un sito non esposto a mezzogiorno. Infatti,
consonanti19... " 20 quando il Sole riempirà la cavea del teatro,
Oltre alla forma ad emiciclo, che con­ l'aria racchiusa dalla curvatura non avendo
correva ad aumentare ed a favorire la so­ la possibilità di circolare, rigirandosi su se
norità dell'ambiente, in genere, all'acusti­ stessa, si riscalda col calore del Sole, brucia e
ca dei teatri, si rendevano indispensabili cuoce i corpi, privandoli delle forze ..."
profonde fosse scavate sotto il palco, che Ed è sempre Vitruvio a spiegarci le
insieme con la pedana formavano una tecniche di costruzione di un teatro e le
vera e propria cassa di risonanza. differenze fra la struttura del teatro greco
Anche la limitatissima larghezza del e quella del teatro latino:
palcoscenico è attribuita alla necessità " La forma del teatro latino si definisce nel

19 Gli equivalenti moderni per i termini dissonanza, cìrcumsonanza, risonanza e consonanza sono: interfe­
renza, riverbero, eco e assonanza.
20 Marco Vitruvio Pollione, De Architettura, Libro V, a cura di F. Bassolino Ediz. Kappa 1988.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

modo seguente: data la misura del perimetro le porte laterali e i due alle estremità indiche­
della parte pili bassa del sito scelto, collocata ranno i passaggi dietro le quinte. Le gradina­
l'asta del compasso nel mezzo, si tracci una te degli spettatori, dove si dispongono i sedili,
circonferenza e in essa si inscrivano quattro non debbono essere alte meno di un piede e sei
triangoli equilateri, che a distanze uguali, dita, la loro larghezza non deve essere mag­
tocchino la circonferenza;... Preso il triangolo giore di due piedi e mezzo né minore di due.
il cui lato è il più vicino alla scena, nel punto La copertura del portico che si troverà nella
dove taglia la circonferenza si stabilisce il parte più alta della gradinata, sarà alta quan­
fronte della scena; da quel punto si conduce to la scena, in modo che la voce salendo arrivi
una linea parallela passante per l'asta con uguale potenza ai gradini più alti
che divide il palcoscenico dal­ e alla copertura. Se invece non
l'area dell'orchestra. ... sarà allo stesso livello, ma
L'altezza del palco- sarà più in basso, la voce
scenico non deve essere colpendola prima si di­
maggiore di cinque sperderà a quell'altez­
piedi, in modo che za. Si prende poi la
chi sta seduto nel­ sesta parte del dia­
l'orchestra possa metro dell'orchestra
vedere i gesti di e si tagliano con
tutti gli attori. I quella misura e per­
settori del teatro ri­ per realizzare un teatro romano si inscrivono all'interno p en d ic o la rm en te,
servati al pubblico, dell'area dell’orchestra quattro triangoli equilateri, posi­ alle due estremità,
zionandoli in modo che i vertici risultino equidistati
devono essere divisi gli ingressi alle gradi­
fra loro. Questi disegneranno la posizione del
in modo che i vertici fronte scenico, delle porte, delle scalette radiali nate dalla parte inter­
dei triangoli, che stanno ... Nel teatro romano il perimetro della na; e il taglio definirà il
sulla circonferenza, indi­ cavea non va oltre il semicerchio. bordo superiore dei passag­
chino la posizione delle salite al gi. In questo modo le volte
primo corridoio e delle scale situate avranno una altezza sufficiente. La
tra i settori; invece i settori centrali superiori lunghezza della scena deve essere il doppio del
debbono essere divisi da passaggi alternati al­ diametro dell'orchestra. L'altezza del podio
le scale. I vertici che indicano la direzione del­ dal livello del palco fino alia cornice compresa
le scale, saranno in numero di sette; gli altri la cimasa, sarà la dodicesima parte del diame­
cinque definiranno la composizione della sce­ tro dell'orchestra.
na e soltanto a quello centrale corrisponderà Sul podio, ci saranno colonne alte la quar­
la porta regia, mentre quelli che stanno a de­ ta parte del diametro dell'orchestra, compresi
stra e a sinistra indicheranno la posizione del­ i capitelli e le basi; gli architravi e i fregi sa­

45
Nicolino Lombardi

ranno la quinta parte dell'altezza delle colon­ ti, per i quali si è necessariamente costretti ad
ne; il pluteo superiore, compresa la cimasa e la allontanarsi dalle regole della symmetria, per­
cornice sarà la metà di quello inferiore; al di ché non venga impedito l'uso.... Anche le sce­
sopra del pluteo si troveranno delle colonne la ne hanno regole precise per cui le porte cen­
cui altezza sarà uguale a quella delle colonne trali vengono adornate come quelle di un'au­
inferiori, detratta la quarta parte; l'architrave la regia, mentre quelle a destra e a sinistra so­
e il fregio di quelle colonne saranno la quinta no riservate agli ospiti e nel retro ci sono de­
parte dell'altezza delle colonne.... Non in tut­ gli spazi destinati ai materiali scen ici.... Im­
ti i teatri tuttavia le symmetriae possono sod­ mediatamente dietro questi locali ci sono del­
disfare tutte le esigenze e offrire tutte le solu­ le quinte sporgenti che formano gli ingressi
zioni; l'architetto dovrà considerare con quali alla scena, uno dal foro, l’altro dall'esterno
rapporti si dovrà ottenere la symmetria e della città..... Nei teatri greci non tutto viene
adattarli alla natura del sito e alla grandezza fatto con i medesimi criteri. Nel teatro latino,
dell'opera. Ci sono infatti delle parti che, sia innanzi tutto, all'interno del cerchio che si de­
in un teatro piccolo che in uno grande, debbo­ scrive nella parte più bassa del sito prescelto,
no avere la stessa dimensione, per rispondere ci sono quattro triangoli; in quello greco inve­
alle esigenze, ad esempio, quelle dei gradini, ce ci sono tre quadrati i cui vertici stanno sul­
dei corridoi, dei plutei, dei passaggi, delle sca­ la circonferenza, e il lato del quadrato pili vi­
le, dei palchi, delle tribune, e di altri elemen­ cino alla scena che la taglia definisce il limite

Per realizzare un teatro greco sì inscrivono all'interno dell'area dell'orchestra tre quadrati, posizionandoli in modo
che ì vertici risultino equidistati fra loro. Questi disegneranno la posizione del fronte scenico, delle porte, delle scalet­
te radiali... Nel teatro greco il perimetro della cavea si spinge oltre il semicerchio.

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Anno 2001 - TeaIrò chiama teatro

del proscenio. Al di sotto e parallelamente a m). I gradini delle scale disposte tra i settori
questo si traccia una linea tangente alla cir­ del pubblico e i posti riservati debbono essere
conferenza e su questa si stabilisce il fronte orientati verso i vertici dei quadrati, fino al
della scena; poi si traccia un'altra linea pa­ corridoio del primo livello; a partire da questo,
rallela al proscenio passante per il centro del­ e al centro dei settori così definiti si metterà
l'orchestra e si segnano i punti di intersezio­ un'altra scala; il numero delle scale infatti de­
ne della linea con la circonferenza, a destra e ve aumentare in relazione al numero dei cor­
a sinistra del semicerchio. Fissata l'asta del ridoi. Gli impianti geom etrici dei teatri
compasso nel punto di destra si descrive un avranno tra loro queste differenze: quelli che
arco di circonferenza dalla parte sinistra del si basano sui quadrati, seguono la tradizione
proscenio; allo stesso modo, fissata l'asta a si­ greca, quelli basati sui triangoli equilateri, la
nistra si descrive un arco di circonferenza tradizione latina.
verso la parte destra del proscenio.... L'altez­ Così chi vorrà servirsi di queste regole rea­
za del palcoscenico non deve essere minore di lizzerà teatri perfetti"21
dieci piedi (2,96 m) e non più di dodici (3,55

21 Marco Vitruvio Pollione, De Architettura, Libro V, cap. 6, a cura di F. Bassolino Ediz. Kappa 1988.

47
Nicolino Lombardi

2-2-3 L'odeon pronta nella roccia disegna una semicir­


conferenza, ben evidente in alcune foto
Poco distante dal complesso teatro - aeree. Per cercare di capire di cosa possa
tempio di Pietravairano, leggermente trattarsi, bisogna raggiungere Venafro,
spostato più a sud e più a valle, una im­ dove accanto al teatro, rispettando pres-

______ ___ _ _ ________________________


Nell'area del complesso teatro-tempio di Pietravairano, ipoteticamente ricostruita in alcuni particolari (suddivisione in
ima, media e stimma cavea; posizione delle scalette radiali, posizione del colonnato del tempio, posizione dei podi delle
divinità ...), oltre al complesso, sono evidenti la recinzione dell'area, la cisterna, una impronta che ricorda un odeon, se­
gni riferibili a parte della scena del teatro, la muratura di sostruzione del tempio ...

Restituzione grafica lnfolabs di Sterno D'Allestro.

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Anno 2001 - Teatro chioma teatro

Pietravairano, monte Stili Nicolo: In semicirconferenza evidente stille foto aeree, accanto al teatro, rispetta le stesse di­
sposizione in pianta del complesso teatro-odeon di Venafro e lascia ipotizzare l'esistenza di tale edificio o che se ne fos­
sero iniziati i lavori.
C'è però da precisare, che al suolo non è stato possibile osservare segni di muratura.

49
Nicolino Lombardi

sappoco la stessa disposizione in pianta al teatro.


di quanto osservato sul monte S. Nicola L'odeon più antico, risalente alla metà
di Pietravairano, notiamo un piccolo del V sec. a. C., sorse in Atene, dove nel
odeon. Ovviamente, per quanto riguarda 442 era stato innalzato anche l'odeon di
Pietravairano, non essendo rilevabile al Pericle, in strutture prevalentemente li­
suolo alcuna opera significativa, quanto gnee. L'odeon fu molto diffuso soprattut­
asserito resta solo una ipotesi. Probabil­ to in ambiente romano, dove venne detto
mente ci troviamo di fronte allo scavo, theatrum tectum: nel 75 a. C. sorse a Pom­
appena intrapreso e non portato a termi­ pei; a Roma sorse l'odeon di Domiziano e
ne, teso a realizzare la gradinata interna di Traiano ed altri ne furono realizzati in
di tale edificio. molte località della Grecia, dell'Oriente e
L'odeon, il cui termine italiano deriva dell'Africa; imponenti sono le rovine del­
dal greco odèion (ode, canto), era un edifi­ l'odeon di Erode Attico sulle pendici del­
cio riservato agli spettacoli musicali e al­ l'acropoli di Atene (160 d. C.)
le letture pubbliche, era coperto ed affine

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

2-2-4 Generalità sui templi te frontale ed era eretto su un alto basa­


mento in pietra, il podio, che lo protegge­
"Come c'è una proporzione fra le membra va dall'umidità e gli dava slancio. Ad es­
di un corpo umano ben formato, così le parti so si accedeva attraverso una scalinata
di un tempio devono essere proporzionate non .posta solo sul lato anteriore. La pianta era
soltanto fra loro ma con l'insieme della co­ generalmente quasi quadrata e l'interno
struzione". Cosi Vitruvio si esprimeva sul­ si componeva di due parti distinte: la pars
le proporzioni degli elementi di un tem­ antica o pronao, con più file parallele di
pio. quattro colonne, molto distanziate tra lo­
Di fatti, gli architetti, cosi come nella ro, e la pars postica, o cella.
realizzazione di un teatro partivano dalla La cella occupava tutta la larghezza
definizione del cerchio che racchiudeva del tempio e presentava all'interno tre
l'area dell'orchestra, spesso, nella costru­ ambienti, dei quali quello centrale più
zione di un tempio, prendevano come ampio, dedicati probabilmente a una tria­
unità di misura il diametro della colonna de divina. Per gli Etruschi, infatti, esiste­
misurata alla base e da questo valore, va un misterioso consiglio di Dei superio-
moltiplicato o diviso, ricavavano l'altez­ res et involuti, a cui era sottoposta la tria­
za del tempio, la sua lunghezza, la di­ de di divinità principali: Tinia (Giove),
stanza fra le colonne ... ed in tal modo Uni (Giunone) e Menerva (Minerva). I
realizzavano una costruzione armoniosa templi dedicati a questa triade dovevano
e proporzionata. essere collocati nelle città in excellentissi-
Ma nella realizzazione dei templi ogni mo loco nei tre punti cardinali principali o
epoca storica e ogni popolo ha seguito in un unico punto e in un solo tempio a
mode diverse, per cui, oltre che per le mi­ tre celle.
sure e per le proporzioni rispettate, i tem­ I tetti di legno erano a doppio spio­
pli si distinguono anche per i materiali vente, coperti da coppi e tegole, sostenu­
messi in cantiere e per le tecniche di co­ ti da travi decorate da lastre di terracotta
struzione utilizzate, per le pratiche reli­ policrome impreziosite da bassorilievi.
giose o civili che vi si tenevano... Antefisse, qualche volta a forma di figure
Per ricostruire la struttura dei templi, mitiche, altre volte a conchiglia, poste al
spesso gli studiosi si sono avvalsi di mo­ termine delle file di coppi o tegole, tratte­
dellini fittili e della descrizione che ne ha nevano la copertura del tetto.
lasciato Vitruvio nella sua opera De Ar- I Greci, nell'arco di pochi secoli, crea­
chitectura. no un'arte che per immaginazione e for­
Presso gli Etruschi il tempio era carat­ me legate a leggi costanti di proporzioni,
terizzato da un ampio sviluppo della par­ assume un carattere di tale equilibrio e di

51
Nicoliuo Lombardi

armonia, da costituire per secoli l'unico selva di colonne che servivano a sostegno
modello di perfezione. del tetto.
I templi dei Sanniti "...si ergevano su al­
ti podia a cui si accedeva mediante una gradi­
nata, e avevano un lungo vestibolo sul da­
vanti, mentre non c'era vestibolo sul retro.
Sembra che il tipo più comune fosse quello co­
stituito da un'unica ampia cella: il tempio re­
lativamente più tardo recentemente scoperto
a Pietrabbondante e costituito da tre celle può
spiegarsi con l'influenza romana. La larghez­
za delle tre celle rispetta la proporzione classi­
ca 3-4-3, ,.."22

I templi greci hanno, in genere, forma


rettangolare e sono composti da due par­
ti principali: il pronao o vestibolo e il naos
o cella, a cui talvolta si aggiunge un pro­
nao posteriore detto oplstodomo. I templi si
distinguono secondo la disposizione del­ In alto a sinistra: Pianta tipica del tempio etrusco
le colonne attorno la cella e secondo il nu­
Sopra: Piante e categorie formali di templi greci elencati
mero delle colonne frontali. da Vitruvio (immagine ex De Architettura a cura di
I Greci, poiché consideravano il tem­ Pierre Gros ...). I templi greci presentavano un'unica cel­
pio solo la casa della divinità, non co­ la e prendevano il nome dalla disposizione delle colonne
davanti e intorno alla cella: 1) in antis; 2) prostilo; 3) an-
struirono grandi spazi coperti in cui rac­
fìprostilo; 4) periptero; 5) pseudodiptero; 6) diptero; 7)
cogliersi, ma brevi spazi occupati da una ipetro.

22 E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1996.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

Secondo la tradizione, i Romani ap- strade e fognature, l'uso dell'arco e della


presero dagli Etruschi la costruzione di volta, l'architettura del tempio a tre celle...

Campochiaro, agosto 2000: il podio del tempio italico. Si notino le colonne in legno disposte dalla Soprintendenza du­
rante gli scavi, nell'intento di evidenziare la disposizione del colonnato del tempio preesistente.

53
Nìcolino Lombardi

2-2-5 II tempio di Pietravairano, la ri e mutevole nelle tinte nel corso dell'an­


disposizione no, era di forma rettangolare e probabil­
mente presentava un colonnato nella par­
Il tempio del quale si ipotizza resi­ te anteriore.
stenza era situato a mt 409 slm ed a circa Vitruvio nella sua opera dice che "...Le
mt 300 dalla pianura sottostante percorsa regioni del cielo verso le quali debbono essere
dal fiume Volturno, poco distante dalla rivolti i sacri templi degli dei immortali, deb­
strada Allifae - Teanum, l'antica Via Publi- bono essere stabilite in modo tale che, se non
ca (oggi Via Polveca). A sud offriva una ci sono impedimenti e si può scegliere libera­
veduta bellissima, interrotta solo dal ba­ mente, la facciata e la statua che sarà colloca­
stione montuoso del monte Maggiore ed ta nella cella, debbono essere rivolti ad occi­
affacciava su un paesaggio saturo di colo­ dente, in modo che coloro che giungono all'al-

Pietravairano 21 ottobre 1996, in primo piano il monte Urlano e sullo sfondo il monte Catrevola e poi Marzanello. Il
borgo medioevale si distingue dall’abitato odierno, che si sviluppa ai piedi della montagna.
Sulla cresta del monte San Nicola, quasi per intero cintata, nasce il complesso tempio teatro.

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Anno 2001 - Teatro chiama teatro

tare a compiere sacrifici, guardando la statua si possa vedere la più gran parte della città. Se
che è nel tempio si rivolgano all'oriente; così, il tempio sarà edificato lungo i fiumi, come in
mentre compiono la funzione, guardano in­ Egitto lungo il Nilo, è opportuno che guardi
sieme il tempio e l'oriente ..Z'23 verso le rive del fiume, come pure, se i templi
Ovviamente non è questo il caso del saranno costruiti lungo le strade pubbliche,
tempio di Pietravairano, che rivolgeva la dovranno essere disposti in modo che i pas­
facciata principale a sudovest e, pertanto, santi possano rivolgere alla divinità il loro sa­
la soluzione va cercata nel passo di Vitru- luto reverente stando ad essi di fronte..."
vio, che asserisce: "...se la natura del luogo Una strada rurale di Pietravairano,
porrà degli ostacoli bisognerà cambiare l'o­ forse l'antica strada che da Alife portava
rientamento, in modo che dai templi degli dei a Teano, ancora oggi si chiama Via Polve-
ca24 e come tale è ripor­
tata al F. 25 della map­
pa catastale di Pietra­
vairano25 conservando
pressoché intatto il no­
me antico di età latina
di Via Publica.
Ebbene, il tempio
del monte San Nicola
di Pietravairano rivol­
geva la facciata princi­
pale proprio a questa
importante strada.
È chiaro che lo stes­
so discorso potrebbe
essere fatto per Rocca­
vecchia di Pratella, do­
ve le facciate dei templi
erano rivolte, oltre che
al corso del fiume Vol­
turno, anche alla im­
portante strada di tran­
sito Alife - Venafro, al
Sulla cartografia del Trutta, anche se in maniera molto schematica, sono segnate ed sole nascente, alla pia­
evidenziate le strade che anticamente collegavano la città di Alife con Venafro e Tea­ na sottostante...
no e le aree dei teatri del monte San Nicola e di Roccavecchia di Pratella. Il tempio, però, co­

23 Marco Vitruvio Pollione, De Architettura, Libro IV, cap. 5, a cura di F. Bassolino, Ediz. Kappa 1988.
24 A. Gentile, La romanità dell'agro campano alla luce dei suoi nomi locali... Napoli 1975.
25 D. Caiazza, Archeologia e storia antica ...Voi II edizione B. P. di Ancona, 1995 pag 138, nota 38.

55
Nicolino Lombardi

me in più occasioni verrà ribadito, non si 2-2-6 La pars an tica, la parts p o stic a e
presentatecene una struttura a sé stante le celle del tempio
ma come parte integrante del complesso
teatro-tempio. Anche se non tutte, molte delle regole
E proprio per essere proporzionato al suggerite dall'architetto romano Marco
teatro, rispetto al quale peraltro in pianta Vitruvio Pollione nel capitolo 4° del Libro
sembra leggermente sfalsato (spostato IV del più volte citato volume De Archi­
verso sud), il tempio, del cui elevato re­ tettura*, risultano applicate anche nel
stano scarsissimi resti, non poteva che tempio che si trova a ridosso del teatro
presentare le mura parallele o perpendi­ del m. San Nicola di Pietravairano.
colari a quelle della scena di quest'ultimo. Dalle misurazioni fatte, risulta che la

Pietravairano 25 febbraio 2000, monte San Nicola: il tempio che sovrasta l'edificio teatrale.26

26 Dedicato ad Augusto, scritto tra il 27 e il 23 a.C., e diviso in dieci libri, il De Architectura è al tempo stes­
so un libro di bottega, un riferimento teorico ideale, un canone incontrastato del classicismo architettonico,
che fonde nella sua trattazione elementi tratti dalle discipline più svariate: aritmetica, geometria, disegno,
musica, astronomia, ottica, medicina, giurisprudenza, filosofia.
La sua fortuna fu immensa. Apprezzato da Plinio il Vecchio, venne utilizzato dagli architetti fino all'età
carolingia, e conobbe l'apogeo della sua fama in epoca rinascimentale, ispirando Leon Battista Alberti, Raf­
faello e il Palladio.

56
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

pianta del tempio del m. San Nicola ri­ colà vi saranno altri vani, a questi, le altre
spetta le regole del tempio tuscanico27 de­ quattro siano attribuite al tempio posto al
scritto in ogni dettaglio nell'opera appe­ centro. Lo spazio che si troverà innanzi alle
na citata: celle nel pronao, sia disposto per le colonne in
"... Ora parlerò delle disposizioni tuscani- modo che le angolari siano collocate innanzi
che di come sia opportuno siano istitidte. alle ante, in corrispondenza dei muri estremi,
Avendo la sede, nella quale si costruirà il due mediane siano dislocate in modo da tro­
tempio, in lunghezza sei parti, tolta una l'e­ varsi in corrispondenza dei muri tra le ante e
stensione che rimarrà si dia alla larghezza. La il tempio dimezzo, altre siano disposte tra le
lunghezza invece sia divisa in due parti e ante e le colonne anteriori a distanza interme­
quella che sarà più interna sia assegnata agli dia sugli stessi allineamenti. Siano tutte col
spazi delle celle, quella che sarà più vicina al­ diametro inferiore corrispondente a 1/7 del­
la fronte, sia riservata alla disposizione delle l'altezza, l'altezza sia un terzo della larghezza
colonne. Analogamente la larghezza sia divi­ del tempio, e la colonna alla sommità risulti
sa in 10 parti. Di queste le tre parti a destra e contratta di un quarto di diametro rispetto a
a sinistra siano riservate alle celle minori o se quello inferiore.

Pianta e alzato di un tem­


pio tuscanico vitruviano con le
consuete tre celle riservate ad una tria­
de di divinità. Questo modello di tempio (etru­
sco), fu ampiamente ripreso in epoca romana,
(immagine ex De Architettura a cura di Pierre Gros ...)

27 L'esatto valore del termine tuscanicus è stato molto dibattuto, infatti molti studiosi, basandosi sul fatto
che Varrone, la principale fonte di Vitruvio per quanto attiene ai templi tuscanici, distinguesse i Tusci dagli
Etruschi, ritengono che i primi occupassero il territorio in questione già prima che divenisse degli Etruschi.

57
Nicolino Lombardi

Le loro basi siano fatte con un'altezza cor­ con l'apofisi. Sopra le colonne siano imposte
rispondente alla metà del diametro. Le loro travi congiunte, così, con quei moduli di al­
basi abbiano il punto a forma circolare alto la tezza che saranno richiesti dalla grandezza
metà dell'altezza della base, il toro al di sopra dell’impianto.
con l'apofisi sia alto quanto il plinto. L'altez­ E tali travi congiunte siano poste in modo
za del capitello sia la metà del diametro. La da avere tale spessore, quanto sarà l’ipotra-
larghezza dell'abaco sia corrispondente al dia­ chelio alla sommità della colonna, e siano con­
metro inferiore della colonna. E l’altezza del giunte con caviglie e code di rondine in modo
capitello sia divisa in tre parti, delle quali una da avere per la commessura uno spazio di due
sia data al punto che coincide con l'abaco, la dita.
seconda all’echino, la terza all'ipotrachélio Poiché quando si toccano tra loro e non la-

Pietravairano, monte San Nicola: le mura del podio su cui sorge il tempio.

58
Anno 2001 - Teatro chiamo teatro

sciano passare il soffio del vento, si riscaldano che generalmente si attestavano sulla
assai e marciscono in fretta. Sopra le travi e metà del tempio o si proiettavano poco
sopra i muri sporgano le traverse dei mutuli più avanti, si prolungavano fino a rag­
per 1/4 dell'altezza della colonna, inoltre sul­ giungere la prima delle due file di colon­
le loro fronti siano fissati i rivestimenti, e so­ ne che il tempio presentava nella parte
pra ciò sia posto il timpano del frontone in anteriore. Le celle laterali del tempio ave­
muratura o in legno, e sopra tale frontone vano facciate leggermente arretrate ri­
debbono essere collocate la trave maestra, le spetto a tali ante o erano prive di facciate.
travi oblique e le travi longitudinali, cosi che Sempre stando a Vitruvio possiamo
la gronda costituisca un terzo dell'intero tet­ ipotizzare che il tempio avesse un'altezza
to."2* A differenza dei templi di matrice pari 1/3 dei 12 mt di larghezza e che cioè
greca, sempre esplicitamente rettangola­ si innalzasse fino a raggiungere 4 metri.
ri, in quelli tuscanici il rapporto fra lun­ Possiamo ancora dire che le colonne
ghezza e larghezza è 6 a 5 per cui ne ri­ avessero un diametro di base di circa 60
sultano dei templi di pianta quasi qua­ cm. (pari a 1/7 dei 4 mt di altezza del
drata. A Pietravairano il tempio misura in tempio) e un diametro alla sommità di
pianta poco meno di mt 14 x 12, rispet­ circa 45 cm ( 60 cm diminuiti di 1/4 ).
tando la proporzione descritta in prece­ Se si prende in considerazione tutto il
denza e la larghezza delle celle rispetta la complesso (tempio e teatro), allora si può
sequenza di 3 + 4 + 3 (tre partes alle celle notare che l'area regolarizzata che ospita
laterali, quattro a quella centrale), se­ il tempio sembra allineata con la scena
quenza che si ritrova anche in molti altri del teatro e che in pianta tutto il comples­
templi tuscanici dell'ellenismo medioita­ so tempio - scena del teatro, forma un ret­
lico (Pietrabbondante ...)2 829. tangolo nel quale la lunghezza doppia
Il tempio, dunque, aveva tre celle, di pressappoco la larghezza.
cui quella centrale destinata ad abitazio­ Ovviamente l'ingresso si trovava sulla
ne della divinità principale e le altre a di­ facciata principale, quella rivolta a sudo-
vinità minori.3031 vest, al teatro, alla città da proteggere ed
Inoltre nel tempio "... lo spessore delle al territorio che le apparteneva e la cella
mura della cella sarà stato dimensionato in principale del tempio, quella centrale,
proporzione alla grandezza del tempio, men­ forse poggiava su un piano rialzato.
tre lo spessore delle ante sarà stato uguale al Generalmente al popolo non era con­
diametro delle colonne..."3' cesso di vedere l'immagine della divinità,
Cosi come in quasi tutti i templi tu­ che veniva custodita nella cella chiusa e
scanici di età ellenistica, probabilmente l'altare era posto spesso esternamente,
anche in quello di Pietravairano, le ante, davanti al porticato.

28 Vitruvio, De Architettura a cura di Pierre Gros, Einaudi editore 1997.


29 La suddivisione della larghezza in dieci parti potrebbe spiegarsi con la considerazione del dieci come
numero perfetto nella cultura pitagorica, particolarmente rinomata in ambito romano-italico.
30 Forse sarà stato un po' come nelle attuali chiese, dove si possono osservare cappelle ed edicole dedica­
te a santi diversi da quello a cui è dedicata la chiesa, o come per il popolo Etrusco, dove le tre celle erano de­
dicate ad una triade di divinità principali (Giove, Giunone e Minerva).
31 Marco Vitruvio Pollione, De Architettura, Libro IV, cap. 4, a cura di F. Bassolino Ediz. Kappa 1988.

59
Nicolino Lombardi

Sulle colonne32, forse in marmo o in Non ci è dato sapere per il momento


semplice muratura di laterizio, e sulle se si trattasse di colonne di ordine dorico,
mura della pars postica del tempio pog­ ionico o corinzio e di conseguenza è diffi­
giava il tetto, forse abbellito dalla trabea­ cile ipotizzare anche quale potesse essere
zione e dai frontoni. la trabeazione del tempio, che sicuramen­
te presentava dei fregi e una cornice.
Il valore posizionale (controllo, inti­
midazione, riferimento religioso per i fe­
deli ...) che gli edifici e i monumenti reli­
giosi per tutto il Medioevo hanno conser­
vato, anche nel caso del tempio di Pietra­
vairano era molto elevato. Il tempio, seb­
bene realizzato per guardare ed essere
guardato dalla Via Publica Teano - Alife,
era difatti visibile da lunghissima distan­
za da entrambi i lati e nella facciata non
era oscurato dalla scena del teatro che si
sviluppa su un livello più basso, né dagli
edifici che sorgevano più in basso , né
dalle mura megalitiche perimetrali che
racchiudevano il tutto.
È ovvio che tutte le cerimonie si svol­
gevano all'aria aperta, in continuo contat­
to con la luce e col cielo, in quanto il tem­
pio di per sé non presentava, come le at­
tuali chiese e moschee, sale riservate ai fe-
Pietravairano, monte San Nicola, le mura nello spiazzo
antistante il tempio, forse le fondamenta dell'edificio o
semplicemente una fase più antica del complesso.

Pietravairano, monte San Nicola. Dalla scena del teatro


si può notare che il muro di sostegno del tempio, nella
facciata che rivolge al teatro, si mostra composto da due
corpi di fabbrica.

32 In comune di Baia e Latina, proprio davanti alla chiesa dell'Annunziata, si può osservare un capitello
ionico con volute a spirale ma è forse sproporzionato per il tempio di Pietravairano.

60
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

deli. In questo contesto, il teatro rivestiva giosa, dai sacerdoti addetti al tempio.
un ruolo di prim'ordine e come in Grecia, Come già visto nel teatro, il gioco del­
era in primo luogo un edificio religioso. le simmetrie con il quale venne progetta­
Probabilmente i tetti del tempio erano to il tempio, ci permette di ipotizzare
spioventi e presentavano grondaie per quale possa essere la pianta del settore
raccogliere l'acqua piovana, successiva­ nord, illeggibile dalle foto....La prima co­
mente convogliata nella grossa cisterna a sa che salta all'occhio sul lato sud del
nordovest dell'edificio, acqua poi utiliz­ complesso, è l'allineamento della scena
zata, forse, per chissà quale funzione reli­ del teatro con le mura perimetrali del ter­

s o li Felice di Pietravairano, 6 febbraio 2000, i resti di un convento medioevale a pianta quadrata e con cortile interno.

61
Nicolino Lombardi

rapieno sul quale risulta eretto il tempio. la gradinata che consentiva di accedere al
Non è del tutto escluso che questo succe­ teatro immediatamente sottostante.
desse anche per l'ala di nordest del gros­ Non è escluso che i moduli e la sezio­
so edificio. In tal caso, in questo settore ne aurea che risultano applicati alla pla­
dell'area sacra, forse si trovavano altre nimetria del tempio grande di Pietrab-
stanze, magari destinate all'accoglienza, bondante si possano riconoscere anche
all'amministrazione o ai servizi o, forse, nel tempio di Pietravairano.
filili]

Nella pianta del complesso teatro tempio di Pie-


200 piedi trabbondante (immagine ex Appunti di F. Valente
per Meeting ...05/12/99) è stata riconosciuta l'ap­
plicazione della regole geometriche della sezione
aurea e del rapporto aureo.
Sezione aurea è il segmento AB, medio proporzio­
nale fra il segmento intero AC e la differenza AC­
AB.
Rapporto aureo è il rapporto fra un segmento e la
sua sezione aurea, in pratica AC/AB=1,618.
Questo numero, fin dai tempi della Grecia classi­
ca, è stato sempre inteso come simbolo di armonia,
tale da essere definito numero d'oro e da essere uti­
lizzato, oltre che nella architettura, anche nella
200 piedi scultura e nella pittura.

62
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

2-2-7 Le cisterne

A pochi metri dal complesso tempio -


teatro, come in moltissimi altri luoghi si­
mili, si può osservare una grossa cisterna
avente diametro di circa mt 7 e profon­
dità attuale di mt 5, la cui esistenza risul­
ta legata al tempio.
Anche se è ancora da capire bene la
precisa funzione rivestita da queste
profonde fosse scavate nella viva roccia e che in fase di realizzazione delle opere le
spesso intonacate internamente per im­ cisterne venissero utilizzate per cuocere
permeabilizzarne il fondo e le pareti (ve­ la pietra e farne calce, successivamente
di Airola, Roccavecchia, monte Cagliola - per contenerla e solo nell'ultimo momen­
Castellone...) è presumibile che servissero to come serbatoi. Sulla nghianatella, in
come serbatoi per contenere l'acqua, for­ prossimità della sella che si ritrova a nord
se l'acqua che proveniva esclusivamente della piccola cima, è possibile osservare
dal tetto del tempio, è anche probabile un'altra cisterna, ad indicare la passata
■ presenza di un al­
tro tempio andato
irrim ediabilm ente
perduto. Qui resta­
no al suolo i tego-
loni del manto di
copertura dell'edi­
ficio sacro, i resti
della terracotta of­
ferta o utilizzata
dai fedeli che fre­
quentavano il luo­
go per i riti religiosi
che vi si tenevano, i
resti di mura anti­
che a monte della
Le cisterne dei templi si presentano oggi come delle buche scavate nella roccia. Nei casi incisione anulare
in cui sono state scavate si sono dimostrate profonde anche più di 10 metri. Le foto mo­
della cima, sul ver­
strano la cisterna di Roccavecchia di Pratella e quella dell'acropoli bassa di Pietravnira-
no (foto in basso). sate sud est...

63
Nicol ino Lombardi

2-3 La città Oggi come un tempo, più una città è


ricca e importante, più imponente e mo­
Fondamentalmente le città33 antiche numentale si presenta il suo patrimonio
erano molto simili a quelle odierne e dal edilizio. I numerosi templi, dedicati a va­
punto di vista urbanistico alcune di esse rie divinità, oggi sono rappresentati dai
risultavano organizzate secondo una tanti luoghi di culto, il commercio e le
suddivisione funzionale tra le aree sacre, botteghe possiamo dire che esistono oggi
pubbliche e private già nel terzo - quarto come sempre, le grosse aziende, che in
millennio a. C. epoca romana sorgevano in pianura con
L'acropoli, quasi sempre presente nel­ gli acquedotti e i depositi per le derrate,
le città antiche, oggi non ha più ragione ..., oggi, nella piana del Volturno, prendo­
di esistere e corrisponde quasi sempre al no il nome di Torcino, Boscarelli, San Si­
centro, distinto dalla periferia per la pre­ meone ... con i propri impianti di irriga­
senza di uffici importanti e di servizi effi­ zione, i propri capannoni, le stalle ...
cienti. Tanti paesi e frazioni, proprio come

II territorio di pertinenza dell'ipotetica città, era forse rappresentato dalla conca Pietravairano-Roccaromana-Pietrame-
lara-Riardo. 3 marzo 2000.

33 II termine città deriva dal latino civitas, e designa la comunità sociale e politica dei cittadini (rives) ri­
spettosi di un insieme di diritti e doveri riconosciuti come espressione della convivenza e della vita sociale
dell'uomo in quel dato luogo e in quel momento storico. Città sono pertanto sia Roma che Venafro o Alife.
Gli stessi borghi medioevali e tutti i piccoli abitati disseminati nella piana del Volturno sono da intendersi
come piccole città.

64
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

una volta, fanno ancora oggi riferimento stante, costellata di piccoli villaggi, dove
alla città principale per la presenza di uf­ si trovavano le residenze della gente co­
fici e servizi. mune, le botteghe artigiane... Ovviamen­
Sul monte Urlano di Pietravairano ed te più queste città accrescevano il loro be­
a Roccavecchia di Pratella, la struttura­ nessere economico, più divenivano forti
zione della città non doveva distinguersi dal punto di vista militare, fortificando la
molto dai modelli greci della polis, proba­ sola acropoli e quindi difendendo gli edi­
bilmente questi piccoli centri erano una fici legati alle principali funzioni religio­
sorta di città - stato, vissuti e difesi da uo­ se, civili e militari o racchiudendo parte
mini con ideali, divinità ed interessi co­ dell'abitato all'interno delle mura e quin­
muni. All'interno di queste città vi si po­ di difendendo anche civili abitazioni.
teva distinguere l'acropoli, che era una A Pietravairano, le mura con certezza
sorta di centro spirituale ed il fulcro della racchiudevano la cresta della montagna
vita quotidiana, con gli edifici pubblici e per una superficie che si presenta stretta
religiosi principali e la campagna circo­ (mediamente 85 mt) e lunga (circa 850

Pietravairano 31 dicembre 1996, monte San Nicola: davanti ni teatro sembra di poter individuare al snolo una maglia
abbastanza regolare che potrebbe corrispondere alle fondamenta o a parte della muratura di un caseggiato, forse di un
abitato o strutture pertinenti all'edificio teatro-tempio.

65
Nicolino Lombardi

metri) e che misura complessivamente momento dire se si trattasse di edifici


56.000 mq, (che sono più della attuale pubblici legati al tempio o di civili abita­
estensione del borgo medioevale della zioni, anche se l'irregolarità della maglia
città). Una serie di terrazzi realizzati sul e l'assenza di simmetrie inducono a pen­
versante orientale della montagna am­ sare che siamo in presenza di edifici di un
pliava l'area della frequentazione. Sul abitato, che per quanto piccolo possa es­
monte San Nicola, come pure a Roccavec­ sere stato, sicuramente occupava parte
chia di Pratella, molto probabilmente non del pendio.
ci troviamo in presenza del semplice luo­ Anche se in questo punto la cinta me­
go di culto realizzato in posizione sceno­ galitica che racchiudeva la cresta del
grafica con templi e teatro, ma alla pre­ monte San Nicola è andata compieta-
senza di una vera e propria piccola città, mente distrutta, si può ipotizzare il suo
città della quale è ancora interpretabile la andamento, semplicemente proiettando
terra murata e parte del caseggiato. A Pie- il tratto esistente a monte del teatro, fino
travairano, a valle del teatro, infatti, a raggiungere i brevi tratti che ancora si
guardando attentamente la foto, si riesce possono osservare a valle dello stesso,
a riconoscere una rete che potrebbe corri­ nella sottostante località "nghìanatella" ,
spondere alle fondamenta di edifici, sep­ l'area regolarizzata dell'acropoli che
pure rasi al suolo e quindi appena inter­ ospitava un altro tempio.
pretabili a causa dell'età, della accentuata Ebbene, il caseggiato individuato si
ripidità del pendio, della instabilità del sviluppa all'interno della cinta megalitica
terreno su cui poggiavano e soprattutto e probabilmente non si limitava alla pic-
della fragilità che ne derivava dalle tec­
niche di costruzione utilizzate e dai ma­
teriali scadenti messi in cantiere.
La probabilità che si tratti di resti di
edifici è reale anche perché le tracce os­
servate conservano l'orientamento delle
mura del tempio e del teatro. La perlu­
strazione dei luoghi, permette di avere la
certezza di quanto osservato sulle foto
aeree solo nell'area a valle ed immediata­
mente prossima al retroscena del teatro,
dove si possono osservare, nonostante le
erbacce e le grosse quantità di pietrisco, Pietrnvairano 31 dicembre 1996, l'abitato, fra il monte
chiari segni di muratura. Difficile per il San Nicola e il monte Catrevola.

66
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

cola area individuata ma si estendeva a .ne, fra l'altro la stessa realizzazione del­
monte ed a valle del grosso tempio, su l'edificio teatrale è intesa come segno di
tutta l'area, infatti, si rinvengono cospi­ accresciuto prestigio e benessere di una
cue quantità di terracotta. comunità ed il teatro è rappresentativo
D'altronde, l'impegno economico che della vita culturale della città stessa, città
ha richiesto la realizzazione delle opere34 che da qualche parte doveva pur esistere
(templi, cisterne, teatro, mura perimetra­ fisicamente.
li, livellamenti di aree di sommità...), og­ Sempre su questo versante della mon­
gi appena individuabili sul monte San tagna, fuori dalle mura, in una valle sot­
Nicola, probabilmente non è proporzio­ tostante la nghianatella, si possono osser­
nato alle risorse di una comunità locale vare, frammisti a tegoloni, grosse quan­
costituita da un esiguo numero di perso- tità di robusti orli e pareti di olle distri-

Pietravairano 6 marzo 2000, il borgo medioevale visto dall'acropoli a int 320 del monte San Nicola.

34 Edifici e opere simbolo di civiltà che qualche politico potrebbe aver commissionato in proprio o con sol­
di dello stato.

67
Nicol ino Lombardi

buiti all'interno di una vasta area che la­ che si estendeva sulla destra orografica
scia pensare ad un ulteriore ampliamento del fiume Volturno, controllato ottica­
dell'abitato o alla sua necropoli. mente e costellato di piccoli villaggi, gli
Ebbene, la città che sto immaginando, attuali paesi, che pur nella loro autono­
se mai questa è esistita in questi luoghi, è mia locale, forse, obbedivano, per le cose
una città - territorio, una città diffusa, una più importanti ai comandamenti che ve­
comunità non del tutto urbanizzata con nivano dall'acropoli.
una sorta di centro direzionale e/o ceri­ Anche in campo archeologico le sco­
moniale (l'acropoli del monte San Nicola) perte gettano scompiglio nel modo in cui
che rappresentava il riferimento politico - sono state ordinate le conoscenze: là c'è
religioso - economico, perimetrato e forse Alife, poco distante Cubulteria..., da quel-
difeso e con un territorio di pertinenza l'altra parte Venafro, là Telese...

L’ciren della cresta recintata sul monte San Nicola è lunga circa mt 850, larga mediamente 85 metri ed ha una superfi­
cie di circa 56.000 mq.
All'interno della cinta due piccole aree ulteriormente cintate, il teatro, il tempio, le cisterne, resti di terracotta ...

68
Anno 2001 - Teatro chiamo teatro

Si! Ma a quale città appartennero il


teatro e i templi del monte Urlano? A
quale divinità erano dedicati i templi che
vi si possono riconoscere?35
E se su questo luogo insisteva una
città, quale era il suo nome?
Phistelia, Callifae, Rufrae, Cubulteria,
Longula, Plistia, Austicola... sono città cita­
te da autori antichi (soprattutto da Tito
Livio) che non hanno ancora una precisa
collocazione sul territorio, città alle quali,
nonostante gli autorevoli e circostanziati
pareri espressi dai validi studiosi che se
ne sono occupati, è stato assegnato un
territorio ed una sistemazione solo mo­
mentanea, che ogni nuovo elemento o
scoperta rimette in discussione.
Esistono anche numerosi siti archeolo­
gici che non conservano memoria del no­
me antico, monete senza una città, città
senza sede, necropoli, resti di templi e
teatri, ville ...
"Una moneta i argento emessa i diversi
tipi, a volte anepigrafe ed a volte recante l'i­
scrizione Phistelia, in lingua osca o nella tra­
duzione greca, viene ritrovata con una certa
facilità un poco ovunque nel Sannio (nella ne­
cropoli di Alife, a Telesa, a Piedimonte, a
Campobasso...).
Si riportano le immagini di alcune monete emesse dalle
Non ci sono certezze sulla localizzazione
città di Cubulteria, Allifae, Phistelia e poi la moneta sta­
della città che ha emesso gli oboli e il didram­ tale del Sannio emessa nel periodo della guerra sociale (91-
ma ma l'iscrizione bilingue porta a pensare 87 a.C.) sulla quale compare la scritta ITALIA per la pri­
che la città si trovasse fra il Sannio e le Cam­ ma volta. La coniazione dei popoli italici, limitata a singo­
le città o comunità, ha inizio intorno al 1V-I11 sec. a. C. e
pania per cui la moneta viene associata alle
le monete prodotte vanno ad affiancarsi alla già esistente
mire espansionistiche ed al commercio dei monetazione d'argento di origine greca e, nel 300 a. C., al­
Sanniti con i Campani"36 lo stabile inserimento ed utilizzo della moneta romana.

35 "... Distribuite le strade e localizzate le piazze, si debbono scegliere le aree da destinare alle funzioni civili, agli
edifici religiosi, al foro e agli altri edifici di pubblica utilità. ...L e aree destinate agli edifici del culto, soprattutto degli
dei protettori della città e di Giove, Giunone e M inava, si scelgano nel punto più alto da cui sia visibile gran parte del­
la città. L'area destinata al tempio di Mercurio si scelga nel foro, o nell'Emporio, come per Iside e Serapide; per il tem­
pio di Apollo e del dio Bacco, vicino al teatro; per il tempio dedicato ad Ercole, nelle città dove non ci siano né palestre
nè anfiteatri..." (Marco Vitruvio Pollione, De Architettura, Libro I, cap. 7).
36 N. Lombard, Le Sedi Umane in territorio Caudino, CD-ROM Ed. Infolabs 1999.

69
Nicol ino Lombardi

Pìiistelin potrebbe essere esistita sul vizioso, bisogna avere il coraggio di ri­
monte San Nicola. mettere tutto in discussione e cercare di
Sul monte S. Nicola prova indiretta risolvere il puzzle tenendo fermi solo po­
dell'esistenza di una città potrebbe essere chi elementi, quelli certi: la Allifae sanniti-
lo stesso toponimo Monte Urlano. Come ca e poi romana non può essere che la at­
già detto, infatti, può apparire fantasiosa, tuale Alife, allo stesso modo in cui le an­
ma non è possibile escludere del tutto l'i­ tiche città di Venafrum e Tulosium non
potesi che l'origine del toponimo Monte possono che corrispondere alle attuali
Urlano, la montagna che torreggia sull'a­ aree di Venafro e Telese.
rea dei ritrovamenti di Pietravairano, 1Bisogna inoltre avere il coraggio di ri­
possa derivare dal latino Mons Urbanus mettere in discussione l'affidabilità dei
(Monte urbano, della città). documenti antichi: la tavola peutingeria-
Nel nostro caso, per uscire dal circolo na che non sempre si è mostrata affidabi-

Alvignano 05/01/99, gli scavi portati avanti dalla Soprintendenza sull'area retrostante il cimitero e la chiesa di San Fer­
dinando. E' in questo zona che è stata ritrovata, alcuni anni or sono, una targhetta in bronzo con scritte in osco-latino,
oggi in via di pubblicazione.

70
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

le, potrebbe indurre anche in questo caso È chiaro che il luogo potrebbe anche
a commettere errori. Stando a questo do­ aver avuto una funzione puramente reli­
cumento, infatti, i ruderi ritrovati sul giosa o politico - religiosa ed in tal caso
monte San Nicola potrebbero corrispon­ sarebbe da intendere come un santuario o
dere alla Aebutiana Statio, il che non è af­ un centro cerimoniale.
fatto escluso, ma quest'ultima d>al punto E visto che si gioca d'azzardo, convie­
di vista etimologico è molto vicina ad Al- ne ricordare che, come detto in premessa,
vignano e potrebbe essere esistita proprio il territorio oggetto di studio è apparte­
nell'area Dragoni - Alvignano. Bisogna nuto anche agli Etruschi e che " ...fra le di­
un po' rivedere l'idea che ci siamo fatti vinità etnische Vairone indica in Vertumno
della estensione territoriale della città di (identificabile con il Voltumna delle iscrizioni
Alife, la cui centuriazione con ogni pro­ etnische) il dio supremo,...
babilità continuava anche oltre il corso Una volta ogni anno i rappresentanti dei
del Volturno, nel territorio delle attuali popoli etruschi si incontravano presso il Fa-
Alvignano e Dragoni, territorio spesso ri­ num Voltumne, un luogo sacro rimasto anco­
portato come appartenente a Cubulteria. ra sconosciuto, nel territorio della città di
In questo nuovo scenario, Pietravàira- Volsinii (l'attuale Orvieto). Qui i rappresen­
no e i centri vicini potrebbero essere quel­ tanti della dodecapoli trattavano gli affari po­
lo che resta della città di Cubulteria. litici ed economici, e onoravano gli dei comu­
A proposito della piana di Alvignano ni. In concomitanza delle celebrazioni religio­
e Dragoni, G. F. Trutta nelle sue Disserta­ se e delle assemblee politiche si svolgeva un
zioni dice: ".'..E degno era per certo un tal importante mercato che richiamava genti da
luogo di ftarvi edificata una bella città perché tutti i territori circostanti ..."39
rilevato, ed aprico, che difcuopre tutto il con­ Se poi immaginiamo di partire dalla
torno fenza effere impedito da macchie o da città di Alife e di seguire la viabilità anti­
colli...'37'' ma qualora Cubulteria fosse esi­ ca, indiziata dai ponti che consentivano
stita dove quasi tutti gli storici la riporta­ di oltrepassare il Volturno (Ponte degli
no, la distribuzione spaziale degli inse­ Anici verso Caiatia, Ponte dell'Inferno
diamenti farebbe riscontrare qualche verso Cubulteria e Teano, Ponte Latrane
anomalia, nel senso che Allifae e Cubulte­ verso Venafro ...) e focalizziamo la nostra
ria in età sannitico - romana verrebbero a attenzione sul tratto della Via Latina che
trovarsi troppo vicine38 e tutta la piana di da Alife muove verso Teano, notiamo in­
Pietravairano - Pietramelara - Riardo, nanzitutto l'imponenza dei resti del Pon­
lontana sia da Alife che da Teano e Vena- te dell'Inferno, ancora perfettamente con­
fro, non avrebbe avuto una città di riferi­ servato in una spalla di appoggio dell'ar­
mento nelle immediate vicinanze. cata. Le pietre ben rifinite e connesse e

37 Gianfrancesco Trutta, Disseriazioni istoriche delle antichità alifane, Napoli 1776.


38 La progressiva saturazione di un territorio con nuovi punti di aggregazione urbana (città) segue pres­
sappoco la stessa legge che generalmente regola il progressivo riempimento di un pulman: se il primo pas­
seggero siede davanti, il secondo va a sedersi dietro, probabilmente in fondo, il terzo, a sua volta, siede a
mezza strada fra i due e cosi via.
39 http://www.sussidiario.it/arte/architettura/etrusca/citta/

71
N i c o /i m o Lombardi

mantenute nelle reciproche posizioni con la - Urlano, dove possiamo ancora trova­
staffe sigillate con piombo, la presenza di re i paesi (Pietravairano, Pietramelara...)
numerose ville lungo il suo tracciato... che potrebbero addirittura aver ereditato
Ebbene, fra Alife e Teano, dove oggi il nome40 (Pietra da teatro), è possibile che
possiamo osservare resti di una estesa nascesse una città. Che si sia chiamata
acropoli con due o più templi, un teatro, Cubulteria, Phistelia, Callifae, Rufrae, Austi-
resti di caseggiato, di due cisterne, di una cola, Aebutiana statio, Fanum Voltumne o in
cinta megalitica che racchiudeva il tutto, altro modo è ancora da accertare, in
di grosse quantità di terracotta dissemi­ quanto prove dirette e definitive non ve
nate su buona parte della pendice espo­ ne sono.
sta ad oriente, di aree archeologiche di di­ Ad ogni modo, se il sito considerato
versa natura ai piedi dei monti San Nico­ era l'acropoli, o meglio, il riferimento re-

25 febbraio 2000, in prossimità rii Baia Latina tuttora esistono i resti rielle imponenti spalle di appoggio del Ponte del­
l’Inferno, un tempo parte integrante della importante strada di collegamento fra Alife e Teano.

40 Le radici del termine italiano teatro (in greco theatron ed in latino theatrum) hanno origine dal verbo gre­
co theaomai che ha significato di vedere, osservare. Non è escluso che il termine stesso Pietra, per il passato
utilizzato per indicare l'attuale Pietravairano, possa derivare per corruzione dal termine theatron o theatrum
ed essere una ulteriore prova dell'effettiva esistenza di un teatro in parte sepolto dalle macerie.
Fra l'altro andrebbe approfondita la singolare coincidenza del prefisso Pietra nei nomi dei centri di Pie-
trabbondante e Pietravairano, due centri prossimi a teatri antichi ed a luoghi elevati e fortificati dai quali è
appunto possibile vedere, osservare ...

72
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

ligioso, civile e militare di una città che le 4) i frammenti di terracotta di età anti­
sorgeva immediatamente intorno o diffu­ ca sulla cima di castello rotondo;
sa nella valle sottostante, allora assumo­ 5) i ritrovamenti tombali della vallata;
no significato: 6) le mura megalitiche del Monte Ca-
1) la centuriazione del territorio im­ stellone, nei pressi del monastero della
mediatamente antistante l'abitato di Pie- Ferrara;
travairano e Pietramelara; 7) le piccole aree regolarizzate sulle ci­
2) le grosse quantità di terracotta (resti di me dei Monti Catrevola, Cesima ... per­
grossi anforoni) e tufo nero reperibili in mia ché sedi di piccoli luoghi di culto e forse
vallecola esposta a sud immediatamente parte del sistema di avvistamento e quin­
sottostante la doppia spianata della nghiana- di difensivo della città stessa;
telìa; 8) il grosso complesso delle grotte di
3) le ville ed i ritrovamenti della vallata; Seiano a Pietramelara ...

Baia Latina, 25 aprile 2001. Fra la superstrada e il corso del fiume Volturno, in prossimità del ponte dell'Inferno, la so­
lita differenza nella rigogliosità della vegetazione disegna l'andamento regolare della muratura di strutture sepolte, for­
se una villa romana. Al suolo si possono osservare i resti della muratura e del manto di copertura dell'edificio.

73
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

CAPITOLO 3

I CONFRONTI

Per capire cosa possa nascondere il 3-1 II tempio e il teatro di Pie­


monte San Nicola andiamo a rivedere i trabbondante
siti archeologici di Pietrabbondante, Ve-
nafro e Roccavecchia di Pratella, già noti Il confronto fra le strutture scoperte e
e per alcuni versi simili. il complesso teatro - tempio di Pietrab­
Infatti la reciproca posizione del tem­ bondante si rende indispensabile in
pio e del teatro e la pianta del complesso quanto in pianta si notano analogie so­
tempio - teatro di Pietrabbondante, cosi prattutto nella reciproca disposizione del
come la reciproca posizione del teatro e
tempio e del teatro.
dell'odeon e la pianta del complesso tea­ È chiaro che il tipo di muratura del
tro - odeon della città romana di Venafro teatro e del tempio di Pietravairano, la
e la distribuzione pianimetrica degli edi­ povertà dei materiali messi in cantiere,
fici della città - santuario di Roccavecchia l'assenza di elementi architettonici41 di
di Pretella, concorrono a chiarire struttu­ particolare interesse o valore, fanno pen­
ra e funzioni dei ruderi del monte San Ni­ sare ad un tempio e ad un edificio teatra­
cola ed offrono elementi di confronto per
le semplice, di non eccessive pretese,’ e
la datazione del complesso oggetto di quindi meno importante di quello di Pie­
studio. trabbondante, che sorge ad oltre 1000 me­
tri di altezza:" Né mancava una splendida
vista. Situato a più di mille metri d'altezza, il
teatro è il più alto d'Italia, e getta una luce in­
solitamente vivida su quale dovesse essere il
grado di civiltà dei Sanniti durante gli ultimi
giorni della loro "indipendenza".
Il teatro e i templi adiacenti, allineati lun­
go una prospettiva assiale, costitidvano un

41 L'assenza di elementi architettonici quali colonne o capitelli potrebbe derivare anche dallo spoglio e
quindi non deve indurre in errore. A poca distanza dal teatro ai piedi della montagna, sul versante di set­
tentrione, in prossimità del monastero di Santa Maria in Cingla, proprio davanti ad una masseria privata, si
possono osservare resti di colonne in granito e blocchi di marmo con scritte forse di epoca romana. Ebbene,
se questi materiali non sono di pertinenza di qualche tempio esistente nelle immediate vicinanze si potreb­
be ipotizzare che derivino proprio dal tempio o dal teatro del monte San Nicola.

75
Nicolino Lombardi

complesso di edifici che doveva formare un ed in alto il secondo (dislivello di circa 9 me­
santuario"42. tri), e sono orientati sul corso del sole, nel
La descrizione del complesso teatro - senso est/sudest, in modo da trovarsi in asse
tempio di Pietrabbandate calza in parte con il punto in cui sorge il sole nel solstizio
anche a quello di Pietravairano: "L'opera, d'inverno, prescindendo quindi dalla strada
(il teatro - tempio di Piatrabbondante) impo­ pubblica antistante proveniente da nord e di­
nente per dimensioni e composizione architet­ retta a sudest della penisola.
tonica, occupa un'area rettangolare di m. Il teatro, alla testa del complesso, si pre­
55x90, con nella parte anteriore il teatro ed in sentava con due ingressi a cielo aperto ricava­
quella posteriore il tempio affiancato da due ti tra due ambienti di servizio sui lati esterni
edifici per servizi di amministrazione ed acco­ e l'edificio scenico al centro: quest'ultimo su
glienza. Teatro e tempio sono posti sullo stes­ due livelli, piano terra e primo piano, lungo
so asse ma a quote diverse, in basso il primo metri 37,30 e largo 10,20, compreso il prosce-

Pietrabbondante: il teatro eri il tempio (fonte: Sannio, Pentri e Frentani... Guida alla mostra di Napoli del 1981, a
cura della Soprintendenza A. B. A. A. A. S. del Molise).
Se si paragona questa pianta con quella del complesso teatro-tempio di Pietravairano, si noteranno analogie nella reci­
proca disposizione dei teatri rispetto ai templi e nelle piante dei templi, entrambi con tre celle riservate ad una triade
di divinità.

42 E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1996.

76
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

nio dì metri 3,50 con fronte decorata da semi­ globo. Lo spazio riservato agli spettatori è di­
colonne ioniche e da cornici, come nel prosce­ viso in due parti, quella superiore in terra
nio ellenistico di Epidauro (Grecia), e con die­ battuta e la inferiore attrezzata con sedili di
ci colonne lignee a ridosso della stessa fronte pietra su tre file, ciascuna delimitata alle due
per gli scenari mobili dipinti, come nel pro­ estremità da braccioli decorati con zampa di
scenio di Priene (Asia Minore). Due eleganti grifo alata. I sedili sono tutti rifiniti come re­
archi di pietra legavano l'edificio scenico con gali seggi di pietra ricavati ciascuno da un so­
la cavea: peculiarità architettonica senza lo blocco, con il dorsale elegantemente sago­
eguali nei teatri antichi! mato e rigettato all'indietro; l'acceso è assicu­
La cavea, a forma di emiciclo, è costituita rato da eleganti scale semicircolari. Il teatro
da un terrapieno delimitato da muri di conte­ sorge sui resti del tempio ionico, attivo nel III
nimento costruiti in bellissima opera poligo­ secolo a.C., distrutto da Annibaie nel 217
nale che nelle sue pareti rettilinee frontali a.C., e di cui sono ancora evidenti i segni del
(analèmmata) terminano con due sculture di colonnato ai lati dell'attuale cavea. La regalità
Atlanti inginocchiati in atto di sorreggere il dei seggi di pietra, la solennità del proscenio

Pietravairano 4 febbraio 2000, monte San Nicola: l'area del teatro, del tempio e del probabile odeon.

77
Nicotine Lombardi

per imponenza e decorazioni le rifiniture con più su il tetto a capriate rinforzate al centro
cura dei dettagli sono i segni distintivi del­ reggeva il tavolato, protetto dalla lamina di
l'alta funzione del teatro quale sede di riunio­ piombo sulla quale correvano le grandi tego­
ne del Senato sannita e delle assemblee gene­ le di circa 50 chili ciascuna. Ai bordi del tet­
rali (comitium e concilia). Questa finalità del to le antefisse avevano funzione decorativa e
teatro e le tre celle del tempio riflettono i mo­ di difesa delle testate lignee dalle insidie at­
delli latini. La parte superiore della cavea in mosferiche. Tra le pecidiarità significative
terra battuta veniva attrezzata in occasione spiccano almeno due: l'autonomia statica di
dell' affluenza popolare con sedili mobili pro­ colonne e celle, dotate di proprie fondamenta,
babilmente di legno. con conseguente funzione meramente decora­
Il Tempio si erge alle spalle del teatro. In tiva del muro di cinta del podio; il prolunga­
primo piano si trovano due delle tre are di mento del podio stesso di alcuni metri rispet­
pietra ai piedi della scala che sale al pronao. to alla misura canonica etrusco - italica per
Non si conoscono ancora le tre divinità cui ottenere lo spazio richiesto dal colonnato elle­
era dedicato il tempio, ma le tre are rifinite da nistico, creando così quello che Amedeo
cornici decorate con motivi floreali e teste di Maiuri, noto archeologo, ha definito “il più
ariete sono indicative di una triade divina. felice connubio tra struttura italica ed archi­
Dietro le are, l'alto podio (m. 3,35) di forma tettura greca. Gran parte della spesa per la
triangolare (m.22x35) con cornice di base, tre costruzione del podio venne sostenuta dagli
filari di blocchetti in parete liscia e cornice di Staii, personaggi locali, come è scritto sulla
coronamento sporgente, faceva da supporto parete di sudest in carattere osco (G.Stazio
al colonnato del pronao e alle tre celle retro­ Claro figlio di Lucio, meddix tuticus? a sue
stanti. Sui capitelli corinzi correva il peristi­ spese, ordinò di costruire il podio lungo 60
lio di legno rivestito di terrecotte decorate;43 piedi)."™

43 http://www.moliseweb.com/il teatro di pietrabbondante.htm


Anno 2001 - Teatro chiama teatro

3-2 II teatro e l'odeon di Vena- Il teatro, comprendente ima e media ca­


fro vea separate da una praecinctio e sormon­
tate da un portico, negli anni fu interessa­
Il teatro di Venafro, che nella sua pri­ to da ampliamenti e rifacimenti ricono­
ma realizzazione si presentava molto scibili per la tecnica e per i materiali mes­
semplice, come una gradinata incassata si in cantiere "... si tratta infatti di un'opera
nella collina, è un altro importante termi­ reticolata molto regolare, di piccoli scapoli di
ne di paragone. Sono la presenza di un tufo: in qualche punto, questi si alternano a
odeon che si affianca al teatro e che po­ scapoli di calcare, formando semplici decora­
trebbe essere ipotizzata anche per il mon­ zioni geometriche, non rare nell'opera retico­
te San Nicola e la posizione del teatro nei lata, anche se poi venivano comunque coperte
riguardi dell'abitato, fuori dalle mura ma dall'intonaco. Questo ampliamento compren­
rispettoso dell'orientamento delle strade de la costruzione dei tribunalia, delle relative
immediatamente a valle dello stesso, a scale di accesso e dell'intera summa cavea, la
chiamare in causa queste strutture. Il pri­ cui gradinata poggiava su poderose strutture
mo impianto del teatro di Venafro dovet­ murarie, innalzate a questo scopo. Per la tec­
te essere di poco posteriore alla sistema­ nica usata, non può essere datato oltre l'età
zione urbanistica della città, portata a dei Flavi (69 - 96 d e .)... I lavori, tuttavia, eb­
compimento in epoca triumvirale e rap­ bero altre fasi successive: il piazzale occiden­
presentava il suo coronamento monu­ tale venne occupato da un portico su colonne
mentale. ioniche di stucco, ma l'intervento di maggior
A Venafro il teatro "... Venne costruito a rilievo fu senz'altro la costruzione, in epoca
monte dell'abitato, immediatamente all'ester­ antonina (II secolo) dell'emiciclo adiacente. Si
no del nuovo impianto urbanistico ortogona­ tratta di una costruzione in laterizi che si in­
le al quale è comunque strettamente collegato nesta direttamente sidle strutture del teatro,
poiché ne rispetta l'orientamento, aprendosi della quale è visibile il tratto superiore della
sull'asse stradale più a monte. Il suo sposta­ monumentale parete che si appoggia alla
mento verso il margine occidentale dell'area montagna, movimentata da nicchie e lesene
urbana appare giustificato dalla presenza, più ...L'ultimo intervento che ha interessato le
ad est, del santuario ellenistico; in questo mo­ strutture del teatro di Venafro è stata la mo­
do, tutta la parte alta della città veniva ad es­ difica del settore occidentale per la realizza­
sere inquadrata da una serie di edifici monu­ zione di giochi d'acqua nell'orchestra" 45
mentali, con un effetto scenografico che risul­ Lo scavo del teatro intrapreso nei pri­
tava amplificato dall'andamento a terrazze al mi anni del 1900, ha portato alla luce, ac­
quale obbligava il pendio su cui era costruita catastati in alcuni ambienti localizzati
la città ..."** nell'area immediatamente antistante l'e-

44 IRSSM "V. Cuocco" e Soprintrendenza Archeologica del Molise, Venafro, Cosmo Iannone Editore 1996.
45 IRSSM "V. Cuocco" e Soprintendenza Archeologica del Molise, Venafro, Cosmo Iannone Editore 1996.

79
Nìcoìino Lombardi

lì teatro di Pietravairano e il complesso teatro odeon di Venafro, foto e pianta.


Il complesso Teatro-Odeon di Venafro mostra analogie con le strutture scoperte sul monte San Nicola, dove, accanto
al teatro, un arco di circonferenza evidente sulle foto aeree lascia pensare all'esistenza di un odeon.

80
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

dificio teatrale, ornati architettonici, capi­ ca nella loro prima realizzazione, non so­
telli, cornici...e due grandi statue virili no stati portati a compimento nel teatro
appartenenti alle medesime serie di altri di Roccavecchia nè in quello del monte
elementi ritrovati nel corso dello scavo San Nicola.
degli anni recenti. Nella città di Venafro è presente anche
Gli archeologi ritengono che si tratti un anfiteatro romano, realizzato successi­
di materiale smontato e riposto successi­ vamente al teatro, ma ancora nell'ambito
vamente al violento terremoto del 346 del I secolo d. C., come di consueto, im­
d.C., nella speranza della ricostruzione mediatamente fuori dalle mura della
dell'edificio, peraltro mai avviata. città.
E ovvio che gli ampliamenti e i restau­ La cortina di abitazioni innalzate sulle
ri antichi che hanno interessato i teatri di rovine dell'edificio, disegna l'andamento
Venafro e Teano'16, di concezione ellenisti­ del perimetro dello stesso.

Venafro, S giugno 1996: una cortina di abitazioni realizzate sui resti dell'anfiteatro disegna l'andamento della gradi­
nata dell'antico edificio romano.

46 II teatro di Teano, come quello di Venafro, si presenta addossato ad una collina, e, almeno nella sua fa­
se più antica, si presentava sormontato da un tempio, pressappoco come nel teatro del monte San Nicola di
Pietravairano e come in quello di Pietrabbondante.

81
Nicolino Lombardi

3-3 L'acropoli di Roccavecchia riflette un po' le tendenze greche ad ar­


di Pratella monizzare le caratteristiche degli edifici
con l'ambiente. Anche in questo caso, il
teatro, che aveva origini religiose e sicu­
L'altra città con la quale confrontiamo ramente un importante ruolo politico e
le strutture del monte Urlano è Roccavec­ sociale, non poteva essere molto lontano
chia di Pratella47 per la similare disposi­ dalla città o dai villaggi dei quali era rife­
zione monumentale degli edifici lungo la rimento. Anche a Roccavecchia, probabil­
cresta della montagna, con un effetto sce­ mente la città si sviluppava intorno a
nografico che sicuramente non - passa questi edifici sacri.
inosservato. Gli studi sulle mura megalitiche di
Come sul monte Urlano anche a Roc­ Roccavecchia di Pratella, già segnalate da
cavecchia l'organizzazione dello spazio Marrocco (1964) e dalla guida del T.C.I.

Roccnvecchia di Pratella, sulla cima del monte Cavato (area centrale della foto).

47 Foglio IGM 161 III SE; lat. 41° 24' 00" long. 01° 42' 00"; mi. 660 slm.

82
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

(1981), sono stati portati avanti da Dome­ Forse l'intera collina era cintata e le
nico Caiazza, che scopre l'esistenza di un mura andavano a raccordarsi con quelle
teatro nel 1989. che si sviluppano in prossimità dell'acro­
Il rilievo mostra che le mura sono pre­ poli, dove si possono osservare numerosi
senti in più punti e che con buona proba­ resti di edifici, una grossa cisterna scava­
bilità le stesse facevano parte di un'unica ta nella roccia, il terrapieno che sosteneva
struttura, forse urbana. Le mura meglio il podio di un tempio, un teatro in parte
conservate si rinvengono sul Colle Sara­ ricavato tagliando la roccia: "...Vi è infatti
cino, racchiuso sul versante di nordovest una gradinata a pianta semicircolare, con la
da una cortina di megaliti di circa 400 base a sud, intagliata nel calcare. Sono rico­
metri di lunghezza, realizzata a pochi noscibili con certezza 12 gradini con una al­
metri dalla cima. zata di cm. 32/40 circa ed una pedata di cm.

Roccavecchia di Pratella, l'acropoli con i resti del teatro, dei templi, del caseggiato... e dell'abitato medioevale.

83
Nìcolino Lombardi

A sinistra: Roccavecchia di Pratella, le mura megalitiche che sostengono il terrapieno sul quale sorgeva uno dei templi
dell'acropoli.
A destra: Roccavecchia di Pratella, nel teatro un gradino con misure sottomultiple della gradinata della cavea indica la
posizione di una delle scalette radiali che consentivano di raggiungere i posti a sedere all'interno dell'edificio.

75 che si dilata a cm. 87 negli ordini più bas­ La forma ad emiciclo e la regolarità del-
si. Dopo un sommario rilievo si possono indi­ Timpianto, la cura prestata nel conservare i
care in circa m. 16.60 le dimensioni del dia­ livelli ed i profili dei vari piani verticali ed
metro del semicerchio descritto dal I gradino orizzontali dei gradini, la perfezione del rac­
rilevabile (ve ne dovrebbe essere sepolto alme­ cordo tra le gradinate mediante un levigato
no un altro). Tale misura si dilata fino a m. 53 angolo retto smussato, consentono di afferma­
del ricostruibile diametro dell'ultimo gradino re che siamo in presenza della cavea ima e me­
riconoscibile senza dubbio...48 dia di un teatro scavato nella roccia...”™
Resti di terracotta si rinvengono sul
versante sudest di Colle Saracino e nell'a­
cropoli, dove sono presenti grosse quan­
tità di frammenti a vernice nera opaca.
Forse solo perché meglio riparato dal
vento freddo di bora o perché si rivolge
alla luce del sole, forse solo per essere
ammirato dalla vallata sottostante o a
controllo della antica via Alife - Venafro,
il teatro di Roccavecchia si apre verso su-
dovest, esattamente come quello di Pie-
travairano, come quello di Pietrabbon-
Roccavecchia di Pratella: frammenti di terracotta di età dante e come la maggior parte dei teatri
varia, molti a vernice nera. antichi all'aperto.

48 Domenico Caiazza, Archeologia e storia antica del Mandamento..., Voi I, Banca Popolare di Ancona

84
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

A Rocca vecchia, come a Pietravairano, da mura megalitiche della terza maniera


sulla desta del teatro c'è una cisterna. Il del Lugli, sempre sulla cresta della cima
tempio che a Pietravairano fa corpo uni­ che ospita l'acropli della città antica, pro­
co col teatro forse esisteva anche a Roc­ prio come a Pieravairano.
cavecchia, come lascia pensare la regola­ Anche qui tutti i templi guardavano a
rizzazione dell'area immediatamente a sudovest come a Pietravairano, forse vo­
monte del teatro ed il tempio che a Pie­ lutamente rivolgevano le facciate alla
travairano si trovava sulla cima della strada Alife - Venafro allo stesso modo in
nghinnnfella e che risulta attualmente in­ cui quelli di Pietravairano affacciavano
diziato dalla presenza di una cisterna e sulla strada Alife - Teano
da resti di muratura, a Roccavecchia tro­ Il caseggiato che a Pietravairano è
va il suo omologo nel tempio indiziato quasi completamente sparito a causa del­
dalla sopravvivenza del podio, sostenuto la ripidità del pendio, a Roccavecchia è

Roccavecchia di Pratella, i resti delia cavea ima e media e della scena del teatro: foto e pianta a confronto (grafico ex Caiazza).

85
Nicolino Lombardi

invece ancora interpretabile negli edifici e fragile da lasciare pochissimi segni (una
pièrsolidi, quelli a carattere pubblico o re­ cinta e il breve riutilizzo di alcuni edifici
ligioso che si sviluDpavano nell'area del­ antichi), non consente distinzioni nette
l'acropoli. fra le due città.
Anche la rioccupazione medioevale Se poi consideriamo Pietravairano
dei due siti, che a Pietravairano è avve­ erede dell'antico insediamento del monte
nuta in un luogo poco distante dalla città San Nicola, allo stesso modo, Pratella lo è
antica e a Roccavecchia è stata così breve di Rocca vecchia.

Roccavecchia di Pratella: i resti del teatro e della cisterna Roccavecchia di Pratella: l'ingresso all’abitato medioevale.
del tempio, oggi completamente distrutto.

Roccavecchia di Pratella: i resti del caseggiato che occu­ Roccavecchia di Pratella: il podio di un tempio, sorretto
pava la cresta dell'acropoli. da mura poligonali ben connesse.

86
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

CAPITOLO 4

I PROGETTI

Con la diffusione del Cristianesimo, ne e sincronizzazione del sonoro (1926 -


mentre le chiese prendevano il posto dei 1931), getta le fondamenta del cinema
templi, si procedeva alla demolizione de­ moderno e infligge un duro colpo al tea­
gli edifici che in qualche modo riportava­ tro.
no ai culti pagani. La Televisione, poi, nata intorno al
Per tutto il Medioevo il teatro risulta 1940 come mezzo per portare direttamen­
legato soprattutto alla Chiesa e quindi a te nelle case i film che erano proiettati an­
manifestazioni e/o funzioni religiose. che al cinema, il varietà, i notiziari e le
"...Come dunque potevan fuffiftere Teatri, forme di conversazione già presenti nella
e Circhi, ed Anfiteatri, e giuochi Circenfi , e radio, progressivamente diventa il mezzo
fcenici, e gladiatori in Città, divenute già cri- di comunicazione di massa più potente
fliane? come accoppiar fi poteano i culti idola­ del Novecento e se da una parte mortifi­
tri con quello del vero Dio? Tali indegni fpet- ca ulteriormente il teatro, dall'altra porta
tacoli non facean rei folamente i rapprefenta- nelle case le varie forme di spettacolo.
tori di effi, ma il popol tutto, che vi affifteva Difatti il teatro non muore né come
prendendo piacere delle crudeli, fuperftiziose, luogo fisico né come funzione ed il fatto
ed infami rapprefentanze, e domandandole e che ancora oggi i politici si riuniscano a
comandandole ancora con altiffinie grida.."" Kombennion4950 in edifici del tutto simili ai
Con un grande salto arriviamo al di­ teatri antichi (vedi Camera dei Deputati,
cembre 1895, quando Jean Louis e Augu­ Parlamento...) e che i più seguiti spettaco­
ste Lumière, con le proiezioni su uno li televisivi si svolgano in studi che ripro­
schermo per un ampio pubblico al Salon ducono nella forma e nella funzione gli
Indien del Grand Café nel Boulevard des edifici teatrali, ci fa capire quanto il teatro
Capucines di Parigi, decretarono la nasci­ sia ancora attuale.
ta del cinema, la nuova arte per le masse. Oltre che in Italia e in Grecia, teatri
L'invenzione di un sistema di registrazio­ greci e romani sono presenti in molte na­

49 Gianfrancesco Trutta, Dissertazioni Istoriche delle Antichità Alifnne, MDCCLXXVI.


50 Pare che le comunità locali delle popolazioni sannitiche si riunissero periodicamente in parlamenti col­
legiali (Kombennion) in occasione di guerre, di eventi di particolare rilevanza oltre che per le decisioni di in­
teresse generale. Non è escluso che si riunissero proprio negli edifici teatrali.

87
Nicol ino Lombardi

zioni d'Europa e del Bacino del Mediter­ C assino (Prosinone, Italia): Teatro Ro­
raneo: in Francia, Turchia, Spagna, Porto­ mano, "Viviamo la Città" (Concerti, rappre­
gallo, Gran Bretagna, Germania, Austria, sentazioni teatrali e cinematografiche. Perio­
Svizzera, Mediterraneo Occidentale, Eu­ do: luglio - agosto)
ropa Orientale e, moltissimi, nel Mediter­ G ubbio (Perugia, Italia): Teatro Romano,
raneo Meridionale (in Tunisia, in Libia, in "Rassegna di Spettacoli Classici" (Periodo:
Algeria, in Marocco) in genere conservati luglio - agosto)
magnificamente grazie alle condizioni P atti (Messina, Italia): Teatro di Tindari,
climatiche particolarmente favorevoli. "Tindari Estate" (Spettacoli teatrali e musi­
Molti di questi antichi edifici di spet­ cali. Periodo: luglio - agosto)
tacolo (teatri ed anfiteatri) vengono anco­ Taormina (Italia): Teatro Greco - Roma­
ra oggi utilizzati per rappresentazioni no, "Taormina Arte" (Rappresentazioni tea­
teatrali, festival e spettacoli vari. trali e cinematografiche, concerti e balletti.
Solo a titolo di esempio ne vengono Periodo: luglio - settembre)
menzionati alcuni: U rbisaglia (Macerata, Italia): Anfiteatro
F o la (Croazia): Arem (concerti, rappre­ Romano, “Rassegna di teatro classico antico"
sentazioni cinematografiche. Periodo: luglio - (Periodo: luglio - agosto)
agosto) Verona (Italia): Teatro Romano, "Estate
O range (Francia): Teatro Romano,- Teatrale Veronese" (Rappresentazioni teatra­
"Chorègies d'Orange" (concerti di musica li­ li, balletti. Periodo: luglio - agosto)
rica, opere. Periodo: luglio - agosto) Teatri della v alle del Volturno: Italia
Atene (Grecia): Odeon di Erode Attico, "Teatri di Pietra" (Rappresentazioni teatrali;
"festival di Atene" (Tragedie e rappresenta­ Periodo: luglio - agosto - settembre)
zioni teatrali varie, concerti. Periodo: giugno Il teatro vive oggi momenti di rinno­
- settembre) vato interesse e cosi, mentre la Comunità
P atrasso (Grecia): Teatro, "Festival In­ Europea investe miliardi per riportare al­
ternazionale di Patrasso” (Periodo: luglio - la luce i resti delle antiche scene nelle
agosto) città che possono vantare l'esistenza nel
Iraklion (Creta): Teatro, “Estate di Irak- loro territorio di un teatro o di un anfi­
lion" (Tragedie e rappresentazioni teatrali va­ teatro, nelle scuole di ogni ordine e grado
rie. Periodo: luglio - agosto) il teatro diviene materia di studio, di for­
M erida (Spagna): Teatro Romano, "Fe­ mazione, di recupero...
stival de Teatro Clasico de Merida" (Periodo: In questo capitolo viene proposta una
luglio) panoramica dei progetti già avviati o
B en even to (Italia): Teatro Romano, possibili in campo culturale - ricreativo -
"Città Spettacolo" (Periodo: settembre) ambientale, in campo scolastico e in cam­

88
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

po urbanistico, per dare modo di riflette­ 4-1 Un rinnovato interesse per


re sulle esperienze fatte e per fornire il teatro: iniziative e progetti in
spunti a quanti si ripropongono iniziati­
ve culturali, economiche od edilizie da
atto
avviare in campo archeologico o urbani­
Prende avvio il progetto D yonisos per
stico nell'area oggetto di studio. A tal
la tutela dei teatri antichi
proposito si riportano una rassegna stam­
L'Unione Europea ha approvato lo stan­
pa delle iniziative finalizzate alla rivita-
ziamento di un miliardo e 800 milioni di lire
lizzazione o alla ristrutturazione di alcu­
per il progetto euromediterraneo "Dyonisos".
ni teatri e anfiteatri antichi italiani in par­
L'iniziativa, che gode dell'adesione di 14 Pae­
te presi dal sito Internet " http://archeo-
si, 10 Ministeri dei Beni Culturali e 40 part­
logia italiana.com", una serie di circolari
ner fra cui l'Unesco, si propone di perseguire
indirizzate al personale della scuola,
i seguenti obiettivi: stabilire i criteri di con­
qualche idea - progetto spendibile nell'a­
servazione dei teatri antichi, valorizzandone
rea ...
le potenzialità in un contesto turistico - eco­
nomico; programmare il calendario di produ­
zioni artistiche e di rappresentazioni teatrali
da ospitare a rotazione in questi siti; organiz­
zare una rete di relazioni che promuova tali
iniziative nel mondo, sotto gli aspetti cultu­
rali ed archeologici; creare nuova occupazio­
ne. Sono 23 i teatri sino ad ora prescelti, in
Italia quelli di Segesta, Taormina, Siracusa,
Tindari, Morgantina e l'anfiteatro di Santa
Maria Capua Vetere in Campania.51

A l via lavori di scavo e restauro di


teatro e tem pio dell'antica Cales
Sono iniziati i lavori di scavo e primo re­
stauro del teatro romano (Il - 1 sec. a.C.) e del
tempio di Augusto (I sec. d.C.) dell'antica
città romana di Cales, presso la moderna Cal­
vi Risorta (Caserta). Molto atteso è il restau­
ro del teatro: la sua cavea poggia su un siste­
ma di arcate che presenta una particolarità
unica, non riscontrata finora su altri edifici

51 Agenzia Asca. 26 ottobre 1998.

89
Nicol ino Lombardi

teatrali antichi. Ognuna delle dodici arcate nione Europea, sid teatro romano dell'antica
interne, alla metà circa dello sviluppo delle Teanum Sidicinum, l'odierna Teano (Caser­
strutture, si sdoppia in modo da formare 24 ta), sono ultimati. L'intervento ha interessato
arcate sul prospetto esterno. Molto atteso è una metà dell'edificio scenico, in vista della
anche lo scavo nell'area del Tempio, poiché futura ricostruzione della scena e della porta
qui si trovavano gli edifici più rappresentati­ principale d'ingresso, in origine composta da
vi dell'antica città di Cales (conquistata dai tre file di colonne sovrapposte, alte complessi­
romani nel 335 a.C.).52 vamente 24 metri.
È stata inoltre rinvenuta un'iscrizione de­
Conclusa la prim a fa s e di scavo e re­ dicata ad Apollo commissionata dai magistra­
stauro del teatro rom ano di Teano ti cittadini.
La prima fase dei lavori di scavo e restau­ Per il proseguio dei lavori e la definitiva
ro, diretti dalla Soprintendenza archeologica e sistemazione dell'impianto antico si attendo­
finanziati con oltre 800 milioni di lire dall'U­ no ora nuovi finanziamenti.53

Cales (Calvi Risorta), il teatro romano dopo la prima fase degli interventi di scavo e restauro portati avanti dalla So­
printendenza.

52 Fonte: Il Mattino. 12 gennaio 1998.


53 Fonte: Il Mattino. 9 febbraio 1999.

90
Anno 2001 - Teatro chiama-teatro

Per i restauri a Teano, Sessa e C alvi tici gioielli del patrimonio archeologico del­
nove m iliardi ai teatri rom ani, e il lotto l'Alto Casertano.
paga. Il Ministero dei Beni Culturali, utilizzan­
Grazie al gioco della smorfia sarà possibi­ do i fondi del lotto, ha, infatti, assegnato nove
le completare il restauro e rendere fruibili al miliardi per il completamento dei lavori di re­
pubblico, anche attraverso rappresentazioni stauro e valorizzazione, da parte della Soprin­
teatrali e manifestazioni culturali, tre auten­ tendenza Archeologica, dei Teatri Romani di

Cnles (Calvi Risorta), iì teatro romano dopo gli ultimi interventi di scavo e restauro portati avanti dalla Soprintendenza.

91
N jco/jho Lombardi

Teano, Sessa Aurunca e Calvi Risorta. Il Sarà riportato in Ilice l'anfiteatro d el­
maggiore, cinque miliardi, è ad appannaggio l'antica Trebula M utuesca
del primo, mentre per gli altri due, sono stati Un finanziamento di circa 1 miliardo di
concessi, rispettivamente tre e un miliardi. lire, stanziato dall'Unione Europea, consen­
Il Teatro Romano di Teano, risalente al II tirà il recupero dell’anfiteatro romano dell'an­
secolo avanti Cristo ... attualmente risulta tica città di Trebula Mutuesca, in località
essere stato scavato per metà, ma grazie al Monteleone Sabino (Rieti).
cospicuo finanziamento concesso ora sarà I primi saggi archeologici svolti Testate
possibile completare lo scavo e realizzare i la­ scorsa sul posto faciliteranno ora i lavori del­
vori per renderlo fruibile in modo ottimale al la Soprintendenza archeologica del Lazio.
pubblico. II sito comprendente l'anfiteatro si trova
Un primo assaggio c'è stato Tanno scor­ ora sotto l'area occupata da un piccolo campo
so, quando, dopo più di mille anni, le gradi­ sportivo, che verrà presto smantellato e rico­
nate dell'imponente monumento sono torna­ struito altrove.
te a gremirsi di spettatori in occasione di Notevoli appaiono al momento le prospet­
una rassegna teatrale che ha visto la presen­ tive di costituire in Monteleone un polo turi­
za anche di attori famosi a livello nazionale. stico - storico - archeologico di notevole inte­
Con questi ed altri fondi, che verranno resse, comprendente, oltre all'anfiteatro, l'an­
erogati dalla Regione, ... sarà possibile com­ tica chiesa, terme e templi antichi, oltre ad
pletare anche la ricostruzione dell'edificio un'interessantissima esposizione museale.55
scenico, il più importante degli analoghi mo­
numenti esistenti in Italia con i suoi ben 24 N ovecento m ilion i per riportare alla
metri di altezza, che conobbe il suo massimo luce l'anfiteatro di Trebula M utuesca
splendore nel II - III sec. D. C. grazie ai la­ Ai due miliardi già stanziati per gli scavi
vori commissionati dallo stesso imperatore. nel parco archeologico di Trebula Mutuesca,
Per quanto riguarda il Teatro Romano di si aggiungono ora altri fondi, quasi tre mi­
Sessa Aurunca, risalente al I secolo a. C. , i liardi, per interventi sid territorio ... I primi
tre miliardi stanziati verranno utilizzati in 900 milioni serviranno per completare i lavo­
particolare per renderlo fruibile al pubblico ri, già in fase avanzata, diretti a riportare
dal momento che i lavori di scavo sono stati completamente alla luce l'anfiteatro: per ora
già ultimati. sono visibili le mura perimetrali in opera reti­
Anche quello di Calvi Risorta è stato in­ colata, 25 m delle gradinate e uno scorcio pa­
teramente riportato alla luce, per cui il mi­ ri a 60 per 50 m dell'arena.
liardo stanziato sarà impiegato per prosegui­ A partire dal 10 aprile a Monteleone Sabi­
re i lavori di restauro e renderlo fruibile al no (Rieti) sarà inoltre allestita una mostra
pubblico.54 nazionale sulla cultura antica.56

54 Fonte 11 Multino, Domenica 6 maggio 2001.


55 Fonte: li Messaggero. 22 dicembre 1998.
56 Fonte: Il Messaggero 23 marzo 1999.

92
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

A l via lo scav o dell'antico an fiteatro A Ferentino due m iliardi per rip orta­
rom ano di M ediolanum re alla luce il teatro rom ano
Sono partiti i lavori presso il cantiere ar­ A Ferentino (Frosinone) si vivono in que­
cheologico nell'area contenente i resti dell'an­ sti giorni momenti di euforica trepidazione; il
tico anfiteatro romano del I - II sec. d.C., sco­ consiglio regionale del Lazio, infatti, è inter­
perto oltre settanta anni fa a Milano, tra via venuto per dare una mano agli amministrato­
Arena, via De Amicis e via Conca del Navi­ ri civici e alla Soprintendenza archeologica
glio. L'area interessata comprende circa il 20 del Lazio, entrambi impegnati nella ripresa
per cento dell'edificio romano, e a lavori con­ dei lavori per la messa in luce del teatro ro­
clusi sarà destinata a parco archeologico. Il mano del II sec. d.C., sospesi alla fine degli
cantiere sarà aperto al pubblico in giorni sta­ anni Settanta: sono stati stanziati 1.500 mi­
biliti per consentire ai cittadini di osservare i lioni. A tale cifra, poi, deve aggiungersi il mi­
lavori in corso.57589 liardo messo a disposizione dal comune di Fe­
rentino e i contributi di alcune aziende che
Visite a l Teatro di M on ten egrotto operano nel territorio; anche il ministero dei
(Padova) Beni Culturali, inoltre, ha assunto degli im­
L'Assessorato alla Cultura e la Soprinten­ pegni in questa faccenda ... Secondo i redatto­
denza del Veneto organizzano una serie di vi­ ri della bozza del progetto ... vi sono due im­
site guidate alle strutture delle antiche terme pedimenti immediati: il primo riguarda l'ab­
romane nei pressi di Montegrotto (Padova). battimento di alcune abitazioni private che
Fra i monumenti visitabili sono degni di nota occupano parte della scena e del proscenio
il teatro, tre vasche monumentali e gli impian­ pensile, il secondo il recupero della zona so­
ti idrici che servivano a rifornire le terme. Nei vrastante il teatro, dove sono necessari scavi
periodi dal 24 Aprile al 12 Giugno, e dal 4 Set­ per mettere a punto il passaggio pedonale e ri­
tembre al 25 Ottobre, ogni Sabato dalle 9,00 pristinare l'impianto fognario e di scarico.
alle 12,00, sarà possibile effettuare gratuita­ La professoressa B. Valeri, assessore al
mente escursioni nella zona archeologica per Giubileo e alle grandi opere, ha accolto i con­
gruppi di 25 persone. La guida delle visite sarà tributi messi a disposizione dalla regione La­
curata dalla archeologa Cinzia Tagliaferro, zio con grande entusiasmo, soprattutto per­
coadiuvata da interpreti di lingua tedesca e ché, a quanto ha detto, il ripristino del teatro
francese. Dall'Assessorato alla Cultura si at­ romano restituirebbe decuro al quartiere di
tende un buon numero di visitatori, viste an­ Santa Lucia e renderebbe a Ferentino lo splen­
che le esperienze degli anni passati, quando per dore culturale del passato.53
la stessa iniziativa sono state raggiunte circa
2000 presenze, la maggior parte delle quali
provenienti dagli alberghi termali della zona.53

57 Fonte: Corriere delia Sera. 11 febbraio 1999.


58 Fonte: Il Mattino di Padova. 21 aprile 1999.
59 Fonte: Il Messaggero. 4 gennaio 2000.

93
Nicoìino Lombardi

A life: 8.670.000.000 di lire per an fitea­ dovranno essere spesi nel Parco Archeologico
tro, mura, criptoportico ... Alifano per la messa in luce dell'anfiteatro ro­
"La delibera della Giunta Regionale della mano, per sterrare il criptoportico esistente
Regione Campania è del 4 maggio 2001 ma a all'interno della città e per il restauro di par­
monte di tutto c'è il Protocollo d'Intesa siglato te della cinta muraria; gli altri 3.170.000.000
il 4 di aprile del 2001 da 12 comuni dell'Alto di lire per la riqualificazione del cardo e del
Casertano (Comune di Alife capofila) con il decumano della città stessa, mediante arredo,
quale si aderisce al P.l.T. Parco Archeologico lastricati, sostituzione delle zanelle ...
dell'Alto Casertano proposto dalla Soprinten­ Queste somme si vanno ad aggiungere ai
denza Archeologica di Napoli e Caserta. 500.000.000 di lire, finanziati con la legge 64,
In realtà degli 8.170.000.000 di lire asse­ in pratica procurati contraendo un mutuo, e
gnati con i POR Campania alla Soprinten­ finalizzati alla messa in sicurezza delle mura
denza Archeologica per Alife, 5.000.000.000 perimetrali della città."60

L'anfiteatro di Alife, in parte sepolto sotto In attuale strada di accesso alla citta, in parte sotto civili abitazioni, si rende
evidente solo in alcuni mesi dell'anno.

60 Notizie cortesemente fornite dal prof. Alessandro Parisi, assessore al Patrimonio Storico Archeologico
della città di Alife.

94
A)ino 2001 - Teatro chiama teatro

4-2 Un rinnovato interesse per 4-2-1 Teatro chiama parco (un proget­
il teatro: iniziative e progetti pos­ to per il monte San Nicola)

sibili Pietrabbondante, un piccolissimo cen­


tro del Molise, che, oltre alla presenza di
Una scoperta archeologica, per quan­ un teatro, ha con Pietravairano in comu­
to importante possa essere il ritrovamen­ ne il prefisso Pietra nel nome, ha costrui­
to, rimane cosa sterile se non diventa oc­ to la sua fortuna (si salverà dallo spopo­
casione per promuovere iniziative ed lamento) sui ritrovamenti e sulla valoriz­
eventi culturali. zazione di un sito archeologico che è di­
È per questo motivo che si propone di venuto meta del turismo internazionale.
utilizzare la scoperta del teatro e del tem­ Nell'area archeologica, fra impiegati ad­
pio come trampolino di lancio per una se­ detti alla biglietteria, guide e operai im­
rie di iniziative: pegnati nella pulizia e manutenzione del­
- in campo culturale - ricreativo - am­ l'area, lavorano decine di persone.
bientale si potrebbe pensare alla proposta È chiaro che qualsiasi progetto pensa­
di un Parco, una sorta di palestra didattica, to per il monte San Nicola di Pietravaira­
un orto archeologico naturalistico nell'area a no, a partire dall'organizzazione dello
cavallo del corso del Volturno compren­ scavo, fino allo sfruttamento dell'area a
dente le due acropoli antiche di Pietravai- fini didattici, culturali ed economici, va
rano e Roccavecchia e i centri di Pietra- affrontato in maniera globale, senza pe­
vairano, Pretella, Vairano, Marzanello, raltro doversi inventare nulla di nuovo,
Ailano visto che già per molti altri siti simili so­
- in campo scolastico si potrebbe pro­ no stati redatti progetti.
muovere con mggiore forza le attività Se si riuscirà a introdurre il luogo in
teatrali nelle scuole, peraltro già sollecita­ un circuito turistico, l'area potrebbe sicu­
te con circolari, protocolli d'intesa e diret­ ramente ricevere una forte spinta in cam­
tive. po economico oltre che in quella di im­
- in campo urbanistico si potrebbe magine.
perseguire un ambizioso progetto finaliz­ Le Associazioni e gli Amministratori
zato alla realizzazione di una cavea a Pie- del Comune di Pietravairano nei prossi­
travairano o in qualsiasi altro piccolo cen­ mi anni saranno chiamati a misurarsi sul
tro della valle. tema della valorizzazione del sito e sicu­
ramente saranno impegnati nel convince­
re la Soprintendenza a effettuare gli sca­

95
Nicotine Lombardi

vi, nel reperimento dei fondi indispensa­ "Il recupero dei siti archeologici del monte
bili per il restauro e la valorizzazione del San Nicola e di Roccavecchia, il restauro e il
sito ed a legare la sua valorizzazione allo riutilizzo dei teatri: lo sfruttamento a fini di­
sviluppo ed al recupero del bellissimo dattici, e l'inserimento dei siti in un circuito
centro storico del paese, altrimenti desti­ di spettacoli e turismo internazionale; il repe­
nato all'abbandono. Il comune di Pietra- rimento dei fondi indispensabili per le opere"
vairano potrebbe portare avanti un pro­ Successivamente si potrebbe pensare
getto di area insieme al comune di Pratel- di affidare ai vincitori del concorso lo stu­
la (che ha un sito ed un teatro, per molti dio di fattibilità dell'idea progetto.
versi simile, in località Roccavecchia) ol­ Il restauro dei teatri, che non potrà li­
tre che per economia di risorse e di bilan­ mitarsi ad un fatto statico, presuppone il
cio, anche per un fatto di simmetria: i due ripristino dei sentieri che consentono di
luoghi, che per quanto diversi presentano raggiungere i siti ed il riutilizzo (anche
moltissime analogie, occupano posizioni solo occasionale) delle strutture per spet­
simmetriche rispetto al corso del fiume tacoli estivi di valenza culturale e folclo­
Volturno e alla Valle e possono essere let­ ristica oltre che l'inserimento delle loca­
ti come un'opera pensata in un momento lità negli itinerari delle visite guidate di
storico unico o come una moda o un mo­ comitive di turisti e di scolaresche. La ri­
dello architettonico di un certo periodo qualificazione dei luoghi ed il restauro a
storico o semplicemente come le acropoli rudere delle strutture darà sicuramente
di due città - stato a volte rivali a volte al­ un valore aggiunto alla vista paesaggisti­
leate. ca e le strutture stesse assumeranno un
I due teatri potrebbero stare a simbo­ forte valore didattico per i visitatori e per
leggiare proprio la rivalità fra le due città gli studiosi.
- stato ipotizzate o una sorta di plagio di Nel caso specifico di Pietravairano,
una città nei confronti della sua rivale o per accedere all'area sarebbe preferibile
alleata, qualora i templi ed i teatri doves­ percorrere la cresta della montagna che
sero risultare di età differenti. dal quartiere Sant'Eremo sale fino all'a­
I due comuni, pertanto, potrebbero rea della struttura tempio - teatro, in mo­
provvedere alla creazione di un consorzio o do da poter godere di una bella vista del
di un comitato o di un gruppo di studio che centro storico del paese.
vagli quanto emergerà da un concorso di Pertanto, si rende indispensabile:
idee (che sfrutti soprattutto le nuove tecno­ - perimetrare l'area comprendente il
logie) indetto per gruppi di giovani archi­ monte San Nicola, Rocavecchia, e la par­
tetti, archeologi, naturalisti, studiosi, società te dalla Valle del Volturno compresa fra il
di ingegneria e ... non solo italiani, dal tema: ponte dei Quattro Venti e il ponte per Vai-

96
A) ino 2001 - Teatro eh inma teatro

Le acropoli del monte San Nicola c Roccavecchia di Pretella, occupano posizioni simmetriche rispetto al a! corso de! fiu ­
me Volturno. Sulla carta sono state evidenziate le aree di immediata influenza delle due acropoli.

97
Nicoliuo Lombardi

rano, per definire un parco culturale, una - rilevare i manufatti;


sorta di orto archeologico - naturalistico - reperire i fondi indispensabili alle
all'interno del quale sia possibile orga­ opere essenziali tramite progetti integrati
nizzare campi scuola, svolgere visite gui­ sovracomunali;
date, fare lezione, redigere e leggere pian­ - restaurare a rudere almeno il com­
tine, dipinti, ricostruzioni del passato che plesso teatro - tempio di Pietravairano e il
riaffiora e del presente facendo uso so­ teatro di Roccavecchia da utilizzare per le
prattutto delle nuove tecnologie ... lezioni all'aperto e per gli spettacoli;

La carta mostra una ipotetica delimitazione di un'area di interesse culturale a cavallo del Volturno (Parco delle acro­
poli), comprendente le acropoli di Roccavecchia di Pratella e quella del monte San Nicola, gli abitati di Pratella, Vaira-
no e Pietravairano, un tratto del fiume Volturno, i resti del convento di Santa Maria in Gingia, il monastero della Fer­
rara ...

98
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

- la sistemazione dei viottoli, in parte pioppeta, la bufala ...); l'urbanistica me­


intagliati nella roccia in parte sorretti a dievale; le fortificazioni; i luoghi di spet­
valle, che conducono nelle sulle due acro­ tacolo; i luoghi di preghiera ...;
poli; - la formazione di guide e la loro orga­
- la creazione di una segnaletica ap­ nizzazione in forma cooperativa per ac­
propriata; compagnare gli eventuali visitatori, per
- la creazione di varici nelle strette organizzare il turismo scolastico ...;
stradine che portano alle acropoli, varici - favorire la nascita in quest'area, che
da destinare a parcheggio o ad aree per le tuttora conserva la sua vocazione agrico­
manovre di inversione di marcia attual­ la, il sorgere di aziende agrituristiche per
mente impossibili; soddisfare i bisogni dei visitatori (ristora­
- la creazione di un museo con una zione, recettività, organizzazione di visite
piccola palestra didattica dove intrattene­ guidate all'area ...);
re i gruppi di studenti... - la creazione di un gruppo archeolo­
- valorizzare e rendere fruibili i ruderi gico - naturalistico che adotti l'area, an­
del monastero della Ferrara, il castello di che per salvaguardarla dagli incendi e
Vairano e quant'altro c'è di bello nell'area...; dai tombaroli;
- individuare all'interno di questo mi­ - la creazione di un sistema di avvista­
crocosmo le tematiche essenziali da svi­ mento e di comunicazione a distanza fra
luppare, che potrebbero essere: il fiume e l'acropoli del monte San Nicola e quella
l'acqua; la terra, le colture e le aziende (la di Roccavecchia di Pratella che consenta
a gruppi di turisti e di studenti
che contemporaneamente visi­
tino i due siti archeologici, di
giocare o dialogare in qualche
modo fra loro;
- inserire i borghi medioe­
vali di Pietravairano, Pratella,
Vairano, Marzanello e Ailano
negli itinerari;
- avviare a Pietravairano o
altrove nell'area, un progetto
del tipo "Da Villaggio a Città"
sinteticamente illustrato in un
altro capitolo di questo volu­
Il monastero della Ferrara, a poca distanza dal teatro, in comune di Vai­
rano Patenora. me.

99
Nicolino Lombardi

Agli itinerari scolastici e turistici con­ le catene montuose separate dal corso del
sueti se ne potrebbero affiancare altri, con fiume; bisogna immaginare che antica­
grado di difficoltà maggiore. mente un asse stradale portava a Venafro,
Per esempio, visto che il riconosci­ facendo pressappoco lo stesso percorso
mento del teatro è avvenuto dall'alto, per della attuale strada Alife - Pratella - Ve­
consentire di entrare nella logica propo­ nafro e che un'altra strada, da Alife por­
sta e rendere esplicito quanto si tenta di tava a Teano, scavalcando il Volturno al­
esporre con fatica in questo volumetto si l'altezza di Baia Latina e percorrendo la
potrebbero proporre itinerari di volo in piana antistante Pietravairano. Volando
ultraleggero o in mongolfiera vincolata. sempre alla quota di circa m 400 slm, si fa
Quello che sorprenderà, oltre all'aria rotta verso il monte San Nicola dove si
sacrale che in questi luoghi aleggia, sa­ potranno osservare i resti dell'acropoli e
ranno i giochi di simmetria che si posso­ quelli del complesso tempio - teatro (lat.
no riconoscere negli edifici monumentali N 41° 20 13" long. E 1° 43 00".) e poi, sa­
e nelle rispettive collocazioni geografiche lendo di ancora 100 metri, si attraversa la
delle montagne sacre e delle acropoli del Valle del Volturno, fino a raggiungere
monte San Nicola e di Roccavecchia ri­ Roccavecchia di Pratella, dove sono anco­
spetto al corso del fiume Volturno. ra visibili i resti della cavea ima e media
Gli appoggi logistici in tal senso non di un teatro (lat. N 41° 24' 00" long. E 1°
mancano, nel senso che numerosi piccoli 42' 00"), mura megalitiche e numerosi re­
campi di volo privati tempestano la Valle: sti di caseggiato e templi....
Alife, Pietravairano, Faicchio, Piana di Si avrà subito chiaro tutto quanto si è
Caiazzo, Vitulazio, Sant'Agata dei Goti, tentato di esporre e nasceranno sponta­
Castelvolturno. nee le domande:
È consigliabile fare il percorso in in­ Città, santuari o fortezze?
verno inoltrato o in primavera, in quanto Rivali o alleate?
la scarsa vegetazione lascia intravedere Coeve o vissute in momenti storici di­
molte più cose che in estate e poi perché versi?
si vola quasi sempre in sicurezza, in A quali divinità erano dedicati i tem­
quanto è più facile trovare atterraggi di pli?
emergenza nella pianeggiante valle che Quando venivano utilizzati i teatri?
costeggia il Volturno. In ultraleggero sa­ Da chi? ...?
rebbe preferibile percorrere la Valle del Ovviamente il tema dell'itinerario po­
Volturno in controcorrente, cioè risalendo trebbe essere diverso, magari inerente i
il corso del Fiume, con decollo da Alife. borghi e i castelli, le colture della Valle, la
Già da Alife si vedranno le due picco­ viabilità ...

10 0
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

4-2-2 Teatro chiama scuola Fondo Europeo di Sviluppo Regionale


L'Autonomia Scolastica consente il (FESR) e mira a costituire un forte stru­
decremento orario di ciascuna disciplina mento per sostenere lo sviluppo e l'inno­
e attività entro il limite del 15% del relati­ vazione del sistema scolastico con l'inten­
vo monte orario annuale in favore delle to di migliorare l'occupabilità dei giovani
discipline e delle attività liberamente e degli adulti e promuovere lo sviluppo
scelte dalle singole Istituzioni Scolasti­ economico e sociale del mezzogiorno me­
che, per cui il teatro è oggi materia di stu­ diante l'ampliamento delle competenze
dio in molte scuole e le attività di dram­ delle sue risorse umane.
matizzazione, spesso finalizzate alla pre­ Le linee strategiche e di intervento
venzione della dispersione scolastica o propongono un forte raccordo fra politi­
alla preparazione delle recite legate alle che nazionali di sviluppo del sistema di
festività natalizie e alla manifestazione di istruzione e strategie europee per la cre­
fine anno scolastico, impegnano alunni scita delle risorse umane a livello comu­
ed insegnanti per molte ore la settimana. nitario.
Il M. P. I. coinvolgendo il mondo della La Misura 3, Azione 3.1 è l'unica che si
scuola e gli addetti ai lavori del teatro con rivolge alla scuola di base e mira alla: Pre­
accordi, protocolli d'intesa e circolari, venzione e al recupero della dispersione scolasti­
spinge alle attività legate al teatro, che ca di alunni della scuola di base nelle aree a mas­
spesso si concretizzano con la partecipa­ simo rischio di esclusione culturale e sociale.
zione delle scolaresche a festival di rap­ L'azione prevede: " l'elaborazione di iti­
presentazioni teatrali, visite guidate a siti nerari di individuazione e recupero degli
archeologici con teatro o anfiteatro. svantaggi, di promozione delle capacità e de­
gli orientamenti, rivolti a gruppi di alunni in
4-2-2-1 II teatro contro la dispersione situazioni scolastiche di particolare disagio, a
scolastica sostegno delle attività auricolari di formazio­
Il Programma Operativo Nazionale ne e di lotta alla dispersione”.61
"La Scuola per lo Sviluppo" è un program­ II progetto si rivolge a un gruppo di
ma integrato elaborato dal Ministero del­ genitori ed a tre gruppi di alunni e si ar­
la Pubblica Istruzione per il sostegno al­ ticola in quattro moduli di 60 ore, preve­
l'innovazione del sistema scolastico del de momenti di socializzazione intesi co­
Mezzogiorno. Il PON utilizza due fondi me mensa, visite guidate, l'intervento di
strutturali, in pratica gli strumenti d'in­ esperti esterni affiancati da tutor interni
tervento prioritari dell'Unione Europea all'Istituzione Scolastica.
in favore della coesione economica e so­ Gli alunni possono iscriversi al per­
ciale: il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il corso di informatica, a quello ambientale

61 Fonte: C.M. n° 6538 del 4 agosto 2000, Complementi di Programmazione al PON “La scuola per lo sviluppo".

101
Nicolino Lombardi

o a quello psicomotorio espressivo, zioni per la promozione di diritti ed opportu­


ciascuno di 60 ore; i genitori fanno 20 ore nità per l'infanzia e Vadolescenza" sono na­
di ciascuno dei tre percorsi precedenti. te una infinità di iniziative: "Si legge Ca-
Ad ogni modo, si consiglia che per trin e sta per Centro Audiovisivi Teatro Ra­
uno dei tre moduli che si rivolgono agli gazzi Incontro a Napoli, progetto finanziato
alunni e per 20 ore del modulo genitori, con la legge 285. Iniziativa educativa territo­
siano previste attività psicomotorio - riale per "andare laddove si trova il bisogno"
espressive. In pratica si riconosce all'atti­ attivondo educatori capaci di proporre occa­
vità teatrale e alla danza un ruolo di pri­ sioni di incontro, secondo la strategia dell'a­
mo piano nella prevenzione della disper­ dozione sociale. L''associazione promotrice è
sione scolastica oltre che nel rafforzamen­ l'Arcimovie. Gli operatori del Progetto Catrin
to della personalità dell'alunno. ... ingaggiano una battaglia quotidiana per
Le scuole alle quali viene approvato il strappare bambini e ragazzi ai videogiochi dei
progetto possono contare su un finanzia­ circoli ricreativi e alla strada, offrendo, in al­
mento europeo di circa 110.000.000 di lire. ternativa, laboratori sui linguaggi cinemato­
Il PON "La scuola per lo sviluppo" non è grafici e teatrali.
la sola iniziativa nella scuola che indica Insieme all'Arcimovie, operano diverse
nel teatro la strada per la persecuzione di realtà presenti nel territorio: parrocchie e as­
obiettivi formativi. sociazioni sportive e di volontariato, unite
Nell'ambito della Legge 285 del 28 dall'intento comune di trasformare questa pe­
agosto 1997 avente per oggetto: " Disposi­ riferia di casermoni in un luogo vivibile."62

I3IIIUIU lumprensivd statale


CI DIA 5ANNITICA
Gioia Sannitica, nell'Istituto Comprensivo, gli alunni sono impegnati nelle recita iti fine anno scolastico.

62 Recito e teatro per combattere i videogiochi, II Sole 24 ore Scuola del 13/07/01.

102
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

4-2-2-2 Protocollo d'Intesa tra M.P.I., 4-2-2-3 Direttiva ministeriale n° 365


Ente Teatro, ... del 12/06/97.
Il 6 settembre 1995 la Presidenza del Il 12 giugno 1997 il presidente del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento Consiglio dell'epoca, Luigi Berlinguer, a
dello Spettacolo, il Ministro della Pubbli­ seguito di un Protocollo d'Intesa fra la
ca Istruzione e l'Ente teatrale Italiano Presidenza del Consiglio dei Ministri -
Dipartimento dello Spettacolo, il Mini­
CONSIDERATI: stro della Pubblica Istruzione e il Mini­
- la valenza educativa dell'approccio al stro dell'Università e della Ricerca Scien­
teatro; tifica e Tecnologica,
- l'esigenza primaria di assicurare anche
in Italia ... un livello di qualificazione europeo RITENUTO
per quanto riguarda la presenza del teatro nel che l'educazione ai linguaggi artistici e
processo formativo sin dalla prima infanzia; audiovisivi offre occasione per promuovere le
- la varietà e lo spessore delle esperienze iniziative degli studenti e contrastare il disa­
teatrali realizzate ... nelle scuole di ogni ordi­ gio giovanile ...
ne e grado;
- la necessità di approfondire la tradizione EMANA LA SEGUENTE DIRETTIVA,
e sviluppare i nuovi valori creativi del teatro; art.1-FINALITA'
Nel quadro dell'autonomia organizzativa
SI IMPEGNANO A: e didattica attribuita alle istituzioni scolasti­
- valorizzare l'educazione al teatro come che dalla legge n. 59/97, l'educazione alle ar­
una componente della formazione dei giovani; ti dello spettacolo è finalizzata ad integrare il
- favorire e sostenere l'integrazione delle modello auricolare con percorsi metodologici
attività teatrali scolastiche all'interno dei pro­ che sollecitino l'intelligenza critica, coniughi­
getti ... ; no il momento cognitivo con quello emotivo e
- individuare le modalità possibili per of­ consentano di cogliere la cultura contempora­
frire l'opzione dell'Educazione al Teatro agli nea, attraverso forme espressive peculiari del­
scolari e agli studenti di ogni ordine e grado; la nostra tradizione ...
- favorire la formazione degli operatori art.2-AZIONI
della scuola e del teatro; A livello nazionale:
- predisporre conseguenti proposte legisla­ sono promossi progetti pilota, piani di for­
tive ...63 mazione e di ricerca metodologico - discipli­
nare;
sono attuati programmi di monitoraggio e
di valutazione degli interventi, allo scopo di
diffondere i risultati delle esperienze d'eccel­

63 Protocollo d'Intesa relativo alla Educazione al teatro stipulato fra la Presidenza del Consiglio di Mini­
stri - Dipartimento dello Spettacolo, il Ministero della Pubblica Istruzione, e l'Ente Teatrale Italiano il 6 set­
tembre 1995.

103
Nicol ino Lombardi

lenza nonché promuovere azioni di sostegno dalle trasmissione televisive;


alle aree svantaggiate. promuovono la partecipazione critica del­
A livello provinciale: le varie forme di spettacolo da parte degli stu­
i Provveditori agli studi promuovono in­ denti;
tese con gli enti locali e con altri soggetti isti­ indicano i criteri per favorire la connessio­
tuzionali del territorio per il raggiungimento ne tra i linguaggi non verbali e i saperi disci­
degli scopi specifici della presente direttiva plinari, in modo da rendere effettiva l'integra­
nonché accordi con professionisti delle arti zione degli itinerari metodologico - didattici
dello spettacolo con reti televisive, enti teatra­ proposti e conferire unitarietà e coerenza ai
li e lirici, orchestre, compagnie teatrali e di curricoli
danza, produttori ed esercenti cinematografi­ prevedono specifiche azioni formative de­
ci, per facilitare l'organizzazione da parte del­ stinate al personale scolastico di scuole singo­
le scuole di. azioni formative destinate al per­ le o tra loro associate. 64
sonale scolastico e di attività studentesche
previste nella programmazione di istituto.
A livello di istituto: 4-2-2-4 Giornata nazionale del teatro.
le scuole, singolarmente o tra loro associa­ Nel febbraio 2001 la sezione di Coor­
te, nella loro programmazione: dinamento e Gestione delle Attività' per
individuano percorsi artistici specifici ido­ gli Studenti, dell'Ispettorato per l'Educa­
nei a favorire il successo scolastico nelle aree e zione Fisica e Sportiva, in una circolare
per gli allievi deprivati e/o svantaggiati inviata ai Provveditori agli Studi, ai So­
facilitano, anche attraverso visite guidate vrintendenti Scolastici, ai Presidenti delle
da esperti, la conoscenza dei luoghi fisic i, do­ consulte studentesche provinciali,... indi­
ve abitualmente si svolgono manifestazioni ce per il 20 febbraio 2001 la Giornata na­
artistiche. zionale del teatro:
attivano scambi di esperienze tra classi , "Prendendo a modello le giornate della
scuole e gruppi di studenti che realizzano ini­ musica (5 maggio 2001) e dell'arte e creati­
ziative nel campo delle arti individuate, in vità studentesca (4 aprile) già inserite nel ca­
rassegne e luoghi specializzati, al fine di lendario scolastico, questo Ministero, in colla­
diffonderne la pratica ed analizzarne i risulta­ borazione con il Ministero per i beni e le atti­
ti artistici, culturali, didattici; vità culturali - Dipartimento dello spettacolo,
incentivano la comunità scolastica alla ha indetto per il 20 febbraio p.v. la "Giornata
creazione di gruppi musicali e corali, di com­ nazionale del teatro" e per il 20 marzo la
pagnie teatrali e di danza, nonché circoli cul­ "Giornata del cinema".
turali per la selezione di film e per la discus­ Queste manifestazioni vogliono sottoli­
sione sul significato dei messaggi veicolati neare il riconoscimento di un potenziale arti­

64 Direttiva ministeriale n. 365 del 12/06/1997.

104
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

stico ed espressivo che attraverso linguaggi educazione sta assumendo un ruolo sempre
diversi è cresciuto in questi anni contribuen­ più importante e determinante: infatti la do­
do ad arricchire il quotidiano fare scuola. manda di conoscenza ed espressività è in con­
Per quanto riguarda il teatro, in particola­ tinua crescita ed i sistemi scolastici sono chia­
re, le numerose iniziative legate all'espressio­ mati a dare risposte sempre pili adeguate.
ne teatrale presenti su tutto il territorio na­ E' evidente che il contesto sociale partico­
zionale hanno evidenziato le valenze educati­ larmente evolutivo si fonda su nuove motiva­
ve di questa forma artistica e la sua capacità zioni e modalità operative percorrendo le tap­
di dare risposte alle esigenze individuali, alla pe della trasformazione comunicativa; quindi
comunicazione interpersonale e alla creatività l'istituzione scolastica diventa veicolo di ri­
degli studenti. cerca continua.
Il 20 febbraio ogni scuola à invitata a dare Il progetto di intervento teatro - scuola,
spazio, nelle forme che riterrà più idonee, ad propone di offrire ad ogni allievo partecipante
attività teatrali: spettacoli, laboratori, stages, l'opportunità di conoscere le proprie capacità
letture, seminari, visite a teatri, incontri con comunicative ed espressive, esso impegnerà
autori ed attori..., a far conoscere anche all'e­ non solo gli allievi, ma anche i docenti re­
sterno il suo enorme patrimonio e/o a parteci­ sponsabili del progetto.
pare ad iniziative in atto sul territorio. Il progetto di intervento teatro - scuola
mirerà al raggiungimento dei seguenti obiet­
4-2-2-5 Laboratori teatrali; Festival tivi:
del Teatro. - saper stare insieme agli altri;
A livello locale si potrebbero riorga­ - saper lavorare in gruppo ed autonoma­
nizzare le cose che già si fanno regolar­ mente;
mente nella scuola, individuando un Isti­ - acquisire capacità mimica e conoscenza
tuto capofila che organizzi un Festival del del proprio corpo;
Teatro ed una Amministrazione disposta - intervenire con tempestività e proprietà
ad ospitare la manifestazione. di linguaggio
Solo a titolo di esempio si pubblica un - arricchimento del proprio bagaglio lessi­
progetto di intervento teatro - scuola re­ cale;
datto dall'Associazione Teatrale "I Re­ - caratterizzazione del personaggio;
frattari" per le scuole del territorio e un - educazione all'ascolto;
bando tipo, per l'organizzazione di un - tecnica di fonetica e di dizione;
Festival del Teatro. - realizzazione di uno spettacolo scelto in­
PROGETTO DI INTERVENTO sieme agli allievi partecipanti.
TEATRO - SCUOLA L'impegno dell'associazione teatrale "I
Nella società avanzata il problema della Refrattari" è nell'ottica di collaborare alla

10 5
Nicolino Lombardi

realizzazione di un rapporto interattivo con è un'altra iniziativa che potrebbe mettere


l'Istituzione Scolastica nel compito di educa­ in primo piano la Scuola nell'organizza­
re al teatro, ... zione della vita culturale di un paese.
Si fa presente che le lezioni tecnico - pra­ Il Festival ha lo scopo di stimolare e
tiche saranno tenute da un consulente della valorizzare la presenza dell'esperienza
suddetta associazione che curerà l'intero per­ teatrale all'interno della scuola, in quanto
corso del laboratorio ... che la suddetta Asso­ attività formativa capace di intrecciare di­
ciazione è referente teatrale per la "Settimana verse discipline e sviluppare le capacità
dello Studente" organizzata dal Provvedito­ espressive e relazionali dei ragazzi ed è
rato agli Studi di Caserta ed ha già effettuato finalizzato a dare occasioni e visibilità ai
laboratori teatrali in scuole delle provincie di giovani autori, ai giovani attori e alla loro
Caserta e Benevento " 65 creatività, agli Istituti che vi partecipano,
L'idea di un Festival della Recita, della alle Amministrazioni locali, alle Associa­
Comunicazione e dello Spettacolo nella scuo­ zioni...
la, inteso come importante momento di Un bando tipo potrebbe essere il se­
incontro tra esperienze di teatro - scuola, guente:

FESTIVAL DELLA RECITA, DELLA COMUNICAZIONE


E DELLO SPETTACOLO NELLA SCUOLA
(Edizione an n o ....... )

BANDO
Art. 1 IL FESTIVAL, I PREMI
E indetta la Ia edizione del Festival della Recita, della Comunicazione e dello Spet­
tacolo nella Scuola, aperto a tutte le scuole d i ..................
Il premio ha una dotazione di Lit....................

Art. 2 LE ATTIVITÀ
Il Festival si articola nella presentazione di opere teatrali, cinematografiche e di
spettacolo realizzate dalle scuole e nell'organizzazione di incontri, mostre, scambi cul­
turali, laboratori aperti anche alle famiglie e agli insegnanti, corsi di formazione...
Il Festival propone:
- Rassegna del mattino aperta alle scuole del territorio, che visioneranno e contri­
buiranno a selezionare le opere in concorso;
- Rassegna serale, che prevede la partecipazione delle scuole premiate e la messa
in scena delle opere, aperta a tutti e legata alla manifestazione di fine anno scolastico;

65 II Progetto, rivolto agli alunni ed alla comunità, riconosciuto valido dal Gruppo Progetti dell'Istituto,
sarà portato avanti nella Scuola Media di San Potito Sannitico nell'anno scolastico 2001-2002 nel rispetto del
Protocollo d'Intesa fra il M. P. I. e gli Enti Locali.

106
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

Art. 3 LE SEZIONI
Al Festival possono partecipare le scuole di tutto il territorio.............presentando
opere realizzate da studenti e insegnanti con la eventuale collaborazione di operatori
teatrali o altri esperti esterni. Le scuole potranno chiedere di partecipare in una delle
seguenti sezioni:
Sezione Young (età media compresa fra 3 e 13 anni)
Sezione Girls and Boys (età media compresa fra 13 e 18 anni)
Sezione Old (insegnanti ed alunni ultradiciottenni)
I lavori dovranno essere in uno o due atti e della durata massima in scena di 30 mi­
nuti primi.

Art. 4 TIPOLOGIA DELLE OPERE E TEMATICHE


Tipologia: commedia, film, documentario, spot, recital, spettacoli vari, ... (max 30
minuti, pena l'esclusione dalla gara) inerenti il tem a..............
Ciascuna scuola può partecipare per ogni sezione con una sola opera.

Art. 5 IL SUPPORTO
Le opere potrartno essere consegnate su supporto fotografico organizzato in fotoro­
manzo, su videocassetta, su CD-ROM, su DVD.

Art. 6 LA GIURIA, LA SELEZIONE DELLE OPERE


I lavori presentati verranno preventivamente esaminati da una Commissione interna
dell'Istituto, che selezionerà un massimo di 45 rappresentazioni (15 per ogni sezione).
Successivamente, nel corso della Rassegna del mattino, le opere potranno essere vi­
sionate dalle alunne e gli alunni e dai docenti delle Istituzioni viciniore, che sceglie­
ranno quelle da portare in Rassegna finale (3 per ogni sezione).
Nella serata finale è prevista la partecipazione diretta delle nove scuole finaliste e
la messa in scena delle opere.
Nella serata finale, una Giuria (composta da giornalisti ed esperti del settore tea­
trale...)selezionerà le tre scuole vincitrici, tenendo in conto l'originalità, la comunicati­
va del messaggio, l'innovazione tecnologica, ...

Art. 7 LA PREMIAZIONE
II premio sarà consegnato nella stessa giornata conclusiva. A tutti i partecipanti sarà
consegnato un attestato di partecipazione.

Art. 8 ADESIONE E INVIO DEI LAVORI


a) La partecipazione al concorso è interamente gratuita.

b) Ogni adesione, che dovrà essere inviata alla segreteria del Festival, presso la
scu o la..............., dovrà essere corredata dalle seguenti informazioni:
Nome, indirizzo, e-mail, telefono e fax della scuola;

107
Nicolina Lombardi

Insegnante/i referente/i;
Discipline, classi, numero alunni coinvolti;
Titolo dell'opera;
Descrizione sintetica dei contenuti e delle finalità del progetto;
Durata (in minuti);
Tecniche e materiali utilizzati;
Relativi allegati (testi, relazioni, disegni, documentazione fotografica, videocasset­
te, CD ROM, DVD ...);

c) Termini per la presentazione dell'adesione:.............


d) L'ammissione verrà comunicata alle scuole en tro ................;
e) Le scuole ammesse dovranno dare conferma di partecipazione entro i l .......................;
f) I testi, chiaramente dattiloscritti, devono pervenire in numero di due copie alla
segreteria del concorso entro i l .................... , all'indirizzo di cui in precedenza;
g) I plichi devono essere inviati per mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno (si
consiglia di affidare la spedizione alla Posta Celere);
h) Le opere, ammesse o respinte, non saranno restituite.

Art. 9 IMPEGNI DELLE PARTI


I concorrenti, con l'invio della scheda di adesione, accettano di fatto, senza eccezio­
ni, tutte le condizioni generali del concorso e il giudizio insindacabile delle giurie.
Le Istituzioni Scolastiche partecipanti, assumono, con la partecipazione al concor­
so, l'obbligo della concessione gratuita dell'esclusiva e dei diritti di messinscena delle
opere nell' eventualità della loro rappresentazione nell'ambito della Manifestazione.
Subito dopo la cerimonia conclusiva sarà inviato a tutti i partecipanti una nota su­
gli esiti del I Festival - concorso.

10 8
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

4-2-3 Da villaggio a città villaggio capace di proporre nuovi stimoli


culturali, creare confronti tra culture diverse,
L'attualità del teatro come struttura, la formare giovani di ogni paese ad attività crea­
dimostra il fatto che ancora oggi questi tive d'arte, di tecnica e d'artigianato, speri­
edifici, molto belli e qualificanti dal pun­ mentare nuovi modelli di comportamento so­
to di vista architettonico e buoni per ogni ciale".e?
evenienza (spettacoli, rassegne teatrali o "... Per la realizzazione di questa iniziati­
cinematografiche, recite scolastiche, as­ va, la N:EA avrà a disposizione quarantamila
semblee, discorsi politici, convegni di in­ metri quadri di terreno a San Potito Sanniti-
teresse generale o culturale...), soprattut­ co, un piccolo centro pedemontano del Mate­
to in quest'epoca che è tornata ad essere se orientale. Oltre alla Proloco di San Potito,
sensibile all'architettura, all'arte e alla al progetto partecipano anche la diocesi di
cultura, vengono progettati ex novo o Piedimonte Matese, la quale ha concesso gra­
riattati. tuitamente per trent'anni un terreno di sedi-
A Palermo, in Sicilia “Il "Via libera" ai cimila metri quadri, e il Comune di San Poti­
lavori è arrivato nei giorni scorsi dal Provve­ to, che ha messo a disposizione della N:EA
ditorato alle Opere Pubbliche che ha approva­ un'area di ventiquattromila metri quadri. Il
to il progetto esecutivo redatto dall'Ufficio villaggio si svilupperà intorno a sette piazze
Tecnico dell'Ateneo Palermitano. ... I lavori principali, ciascuna destinata allo svolgimen­
costeranno in tutto 17 miliardi e 169 milioni, to di determinate attività e all'approfondi­
che si vanno ad aggiungere ai 13 già spesi, mento delle tematiche che stanno particolar­
prima dello stop di cinque anni fa. Il comples­ mente a cuore all'associazione N:EA. Sulla
so che sarà a disposizione delle facoltà di via­ base di questo progetto, il villaggio sarà arric­
le delle Scienze, ospiterà dodici aule ad anfi­ chito dalla presenza di costruzioni edificate
teatro da 200 posti, un parcheggio a piano ter­ secondo i canoni della bioarchitettura, attra­
ra e un teatro a cielo aperto da 450 posti, sei verso il recupero di tecniche di costruzione
aule per seminari da 80 posti, aule per i pro­ tradizionali ""
fessori e gruppi igienici."66 In particolare, una delle piazze in pro­
Il progetto "Neagorà 7 piazze", nasce a getto, la n° 2, è la piazza dello spettacolo.
San Potito Sannitico, a pochi chilometri In prossimità di questa piazza si prevede
da Pietravairano, in seno ad una associa­ la realizzazione di un cinema-teatro, una
zione interculturale ed antirazziale fon­ sorta di cavea per circa 200 spettatori.
data in Italia nel 1987, la N:EA, (la sigla La pubblicazione dello stralcio del
sta per Napoli: Europa-Africa) e si prefig­ progetto è stato cortesemente concessa
ge "la realizzazione di un villaggio sperimen­ dagli architetti progettisti.
tale attrezzato per la ricerca e la creatività, un E una struttura che per concezione, si

66 ICknmpus.it
67 Fonte: Idea Progetto per la realizzazione di un villaggio sperimentale denominato "Neagorà 7 piazze (redatto da­
gli architetti Carola, Verdosa, Zucchi, Lettieri e Zana).
68 II Sole 24ore del 21-27 ottobre 2000.

109
Nicoìino Lombardi

affianca agli antichi teatri greci e romani, il progetto esecutivo "Lavori di Recupero dei
quella che più affascina, quella che avvi­ Ruderi di Cirella, I lotto funzionale" con la
cina questo villaggio al monte San Nicola realizzazione di un teatro all'aperto.
di Pietravairano ed a Roccavecchia di Il teatro, progettato dall'ingegnere
Pra fella, dove il tempio ed il teatro sono Francesco Cristofaro e dall'architetto
testimoni della fede e dell'amore per l'ar­ Paolo Genovese, presenta una cavea con
te, arte i cui modelli, come già detto, pro­ due settori orizzontali, l'orchestra par­
vengono da paesi lontani del Mediterra­ zialmente occupata da sedie, locali e ser­
neo, forse dalla Grecia. vizi seminterrati posti dietro la scena e ri­
In Calabria, a Diamante, in prossimità servati agli attori, quattro scalette radiali
del borgo antico di Cirella, nel 1994, nel­ che danno accesso alle gradinate e, più
l'ambito del Sottoprogramma al Turismo che incassato nel pendio, si presenta
dei POP Calabria, viene portato a termine affossato nel piano ...
Pur richiamandosi al modello greco
(incassato e in altura) il teatro di Cirella è
stato attualizzato in molti particolari: rea­
lizzando il sedile a rilievo rispetto al pia­
no di calpestio; dando alla gradinata pen­
denza molto debole; prevedendo impian­
ti elettrici per l'illuminazione e l'amplifi­
cazione; realizzando posti a sedere anche
nell'orchestra; ...
A Diamante, l'aria di mistero che aleg­
gia nel vicino borgo medioevale di Cirel­
la, in parte restaurato a rudere, l'altura e
la vista del mare, i piccoli santuari vicini

S. Potilo Somatico: Neagorà 7 piazze.


Lo piazzo n- 2, il cui costo complessivo dovrebbe aggirar­
si intorno ai 350.000 euro, risulta composta da:
Patio centrale di 10 metri di diametro (2);
Portico di mt 41 di lunghezza e profondo int 3;
Cinema teatro coperto e composto da palcoscenico e pla­
tea da 188 posti, per un totale di 320 mq (A);
Ufficio <2D) e camerini (2B) e (2C);
Aula suono (2E) e aula luci (2F);
Sala di musica e percussioni (2H) e sala registrazione (2G);
Toilette (2T1), (2T2), (2T3).

110
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

al teatro e il mito di Ulisse che ancora plice monumento.


pervade i porticcioli della costa, danno al Il teatro è, invece, un edificio legato al
luogo lo spessore storico-culturale indi­ concetto di città, un edificio del centro, e
spensabile ad ospitare un edificio teatra­ potrebbe essere un luogo di incontro e di
le, che però rischia di restare, per dove è vita, addirittura una piazza.
stato realizzato, un luogo isolato, un sem­ Anno 2000, 2000/5000 anime, a Pie-

zi sinistra: la foto mostra la planimetria quotata del tea­


tro realizzato nel 1994 a Cirella , una frazione del comu­
ne di Diamante (Cosenza, Calabria).
La copia parziale del progetto, redatto dall'ing. Francesco
Cristofaro e dalì'arch. Paolo Genovese è stata cortese­
mente fornita dall'Amministrazione Comunale del Co­
mune di Diamante e rappresenta uno stralcio del proget­
to esecutivo "Lavori di Recupero dei ruderi di Cirella, I °
lotto funzionale" realizzato nell'ambito del sottopro­
gramma al turismo dei POP Calabria.

A destra: Diamante, Cosenza. Particolare della


gradinata e di una scaletta radiale. Si noti co­
me la cavea sin stata attualizzata distinguendo
fra la pedata ed il sedile vero e proprio (in rilie­
vo rispetto al piano di calpestio), distanziando
le gradinate e dando una pendenza molto debo­
le alla cavea stessa.

Ili
Nico/jhoLombardi

travairano, a San Potito Sannitico, a Gioia teatro, dalla progettazione alla costruzio­
o in qualsiasi altro piccolo paese, distante ne (in pratica un progetto unico con pic­
poche centinaia di metri o di chilometri cole varianti da realizzare in più centri) e
dal complesso teatro - tempio di Pietra- che stringessero accordi anche per la sti­
vairano, un progetto speciale potrebbe pula di contratti con gruppi o compagnie
compiere una magia in campo urbanisti­ teatrali, che potrebbero avvicendarsi sui
co: far diventare il piccolo paese una pic­ diversi palchi nelle rassegne estive.
cola città con iniziative molto semplici e Per Pietravairano l'inserimento di una
spese estremamente limitate. cavea nel centro abitato risulta ancora più
Per quanto il termine città calzi ad interessante che altrove, in quanto il tea­
ogni sorta di abitato, i piccoli paesi di Pie­ tro sarebbe l'elemento, o meglio, l'anello
tra vairano, San Potito, Gioia ..., a diffe­ che unisce l'antico al vecchio e al nuovo,
renza di Alife, Venafro o Telese ..., non sia dal punto di vista della continuità cul­
hanno motivazioni storiche serie che con­ turale che sotto l'aspetto della distribu­
sentano loro di fregiarsi dell'appellativo zione spaziale, nel senso che l'area per la
di città. realizzazione di un teatro si potrebbe tro­
E per questo motivo che di essi si po­ vare proprio fra il borgo medioevale e
trà parlare come città di fondazione, come l'attuale abitato o in una posizione bari­
città di progetto o di elezione a città qualora centrica fra la città antica, il borgo me­
si riuscisse a mettere in atto le iniziative dioevale e l'abitato attuale.
suggerite. Gli adempimenti indispensabili a far
In breve, quella che si propone è una diventare il piccolo paese una piccola città
pagina ancora da scrivere, è la storia di potrebbero essere:
un piccolo paese che progetta la sua can­ - Delibera del Consiglio Comunale
didatura a città. In fondo bisogna anche che impone di utilizzare la dicitura città
essere pratici, nel senso che se un paese di Pietravairano, di San Potito, di Gioia ...
non ha la fortuna di avere un teatro da re­ per ogni atto amministrativo o deliberati­
staurare, una cavea può realizzarla ex no­ vo del Comune;
vo e investire nel futuro, con spese sicu­ - Concorso di idee dal tema "Da Vil­
ramente contenute e ritorno in immagine. laggio a città... ", aperto a team di giovani
Sarebbe interessante, soprattutto per architetti;
un fatto di economia, che le Amministra­ - Appropriata cartellonistica stradale
zioni dei Comuni interessati (ma anche i sulle principali strade d'accesso al paese,
privati) che intendono realizzare una ca­ avvicinando queste ultime alle porte di
vea, trovassero la forza di affrontare in­ una città; dare ad esse un nome;
sieme tutte le fasi della realizzazione del - Individuazione di un'area, possibil-

11 2
Anno 2001 - Teatro chiama teatro

La capienza del teatro di Pietravairano (poco più di 2000 posti a sedere) suggerisce la realizzazione di un edificio simi­
le in un qualsiasi pìccolo paese della Valle del Volturno. L'immagine mostra due grossolane proposte dì inserimento di
un teatro all'interno del nùcleo urbano di San Polito Sannitico (la localizzazione dell'edificio all'interno dell'abitato è,
ovviamente, puramente casuale).
Sarebbe auspicabile legare l'inserimento del teatro alla presenza di un luogo di culto per consentirne anche l'uso reli­
gioso e ed alla presenza di qualche ricca sorgente d'acqua per i giochi estivi che vi si potrebbero organizzare.

113
Nicol ino Lombardi

mente centrale, di proprietà del comune nelle due prime fasi è a costo zero;
o privata. Sarebbe interessante ottenere la - Organizzare un festival del teatro,
donazione o la disponibilità di qualche creando una rete fra le scuole, le Associa­
area di proprietà della Chiesa e quindi vi­ zioni culturali, la Proloco del paese,
cina ad un luogo di culto, fatto, questo, l'Amministrazione comunale, professio­
che riavvicinerebbe il teatro alle sue anti­ nisti dello spettacolo ...
che funzioni religiose; - Programmare gemellaggi con altri
- Realizzazione, possibilmente nel
centro del paese, di una cavea, preferibil­
mente di tipo greco o anche romano (ov­
viamente con scena estremamente sem­
plice) per le manifestazioni estive, per le
feste di piazza, per manifestazioni e riti
religiosi. La realizzazione del teatro, pro­
prio per il fatto che è una costruzione mo­
dulare, potrebbe essere portata avanti per
stadi di avanzamento successivi, preve­
dendo di portare a termine negli anni in­
teri settori orizzontali (gradinate), che
man mano amplino la capacità del teatro; Inserimento ambientale di un teatro nel centro storico di
- Far scaturire dagli studenti del paese San Potilo Sannitico.
dalle proposte per una possibile intitola­
zione; centri nei quali sia presente un teatro:
- Affiancare e possibilmente adattare e Il benessere diffuso che caratterizza la
rendere funzionale anche al teatro e vice­ nostra epoca fa si che si trovi nuovamen­
versa, la eventuale vicina chiesa, avendo te il tempo di apprezzare il divertimento,
a modello i complessi di Pietravairano e l'architettura e le opere monumentali.
Pietrabbondante; Asservire al teatro pic­ In pratica le condizioni necessarie alla
cole aree di parcheggio, distribuite all'in­ realizzazione ex novo di un teatro all'a­
terno o immediatamente all'esterno del perto inteso anche come piazza, luogo di
centro abitato, solo in occasioni di eventi ritrovo e di vita quotidiana e quelle per
significativi; far tornare la cavea a nuova vita ed a
- Reperire i fondi indispensabili a por­ nuove forme di espressione artistica e po­
tare avanti il progetto e le altre azioni di litica, ci sono tutte.
accompagnamento (Agenda 2000, Leggi È la motivazione e l'auspicio di questo
regionali, fondi comunali, privati ...) che lavoro.

114
INDICE
Anno 2001 - Teatro chinina teatro

Nuove prospettive di ricerca archeologica a Pietravairano pag. 5


Dott. Gianluca Tagliamonte

Saluto del Sindaco di Pietravairano pag. 13

1 - CAPITOLO 1 - Le Prem esse pag. 17


1-1 La scoperta pag. 17
1- 2 Introduzione pag. 19

2 - CAPITOLO 2 - 1 luoghi e le opere pag. 25


2- 1 Le montagne sacre pag. 25
2-1-1 L'acropoli del Monte S. Nicola pag. 27
2-1-2 La terracotta pag. 31
2-2 II teatro, l'odeon, i templi pag. 33
2-2-1 Generalità sui teatri pag. 33
2-2-2 II teatro di Pietravairano pag. 35
2-2-3 L'odeon pag. 48
2-2-4 Generalità sui templi. pag. 51
2-2-5 II tempio di Pietravairano, la disposizione pag. 54
2-2-6 La pars antica e la pars postica del tempio pag. 56
2-2-7 Le cisterne pag. 63
2- 3 La città pag. 64

3 - CAPITOLO 3 - 1 confronti pag. 75


3- 1 II tempio e il teatro di Pietrabbondante pag. 75
3-2 II teatro e l'odeon di Venafro pag. 79
3- 3 L'acropoli di Roccavecchia di Pretella pag. 82

4 - CAPITOLO 4 - 1 progetti pag. 87


4- 1 Un rinnovato interesse per il teatro: iniziative e progetti in atto pag. 89
4-2 Un rinnovato interesse per il teatro: iniziative e progetti possibili pag. 95
4-2-1 Teatro chiama parco pag. 95
4-2-2 Teatro chiama scuola pag. 101
4-2-2-1 II teatro contro la dispersione scolastica pag. 101
4-2-2-2 Protocollo d'Intesa tra M.P.I., Ente Teatro,... pag. 103
4-2-2-3 Direttiva ministeriale n° 365 del 12/06/97 pag. 103
4-2-2-4 Giornata nazionale del teatro pag. 104
4-2-2-5 Laboratorio teatrale; festival del teatro pag. 105
4-2-3 Da villaggio a città pag. 109

117
Finito di stampare nel Dicembre 2001 da
ikona
S.S. 158 dir sud - 81016 Piedimonte Matese (CE)
Tel. 0823 911353 - Fax 0823 785759

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