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Disturbi acustici

❖ E’ noto l’effetto della musica sullo stato psicofisico dell’uomo: a seconda


del tipo di musica ascoltata possono essere indotti effetti molto positivi, ma
anche purtroppo in alcuni casi effetti disastrosi.

Una musica armoniosa e rilassante può indurre tranquillità, pace, serenità,


ottimismo e voglia di vivere. Tale musica viene utilizzata, non a caso, durante
rilassamenti guidati, meditazioni ed ovunque si voglia creare un ambiente
positivo → MUSICOTERAPIA

Una musica molto disarticolata e disarmonica o piena di suoni molto forti, senza
pause, genera nervosismo nella maggior parte dei casi sempre seguito da una
sensazione di stordimento e di disarmonia che determina sovente un umore
instabile.

❖ L’uomo è in grado di percepire vibrazioni comprese tra i 20 Hz e i 16 KHz.


Una pressione sonora troppo forte, può causare danni alla membrana
timpanica.

Per ogni frequenza esiste un limite da cui l’uomo inizia a sentire ed uno che ne
segna la fine:
- il limite inferiore è definito soglia di sensibilità uditiva,
- quello superiore, con sensazioni fastidiose o addirittura dolore,
soglia del dolore.
-
L’esposizione prolungata a livelli sonori elevati, o a rumori nocivi, causa danni
permanenti più o meno gravi. In generale si può dire che questa esposizione
finisce per causare un deficit uditivo progressivo e permanente.

❖ La sordità da rumore è chiamata ipoacusia e si instaura quando muoiono


alcune delle cellule che trasmettono gli impulsi al cervello. Il danno
diviene in questo caso irreversibile e quindi nulla può ridare al
soggetto la facoltà uditiva precedente.

In genere inizialmente il deficit uditivo è a carico delle alte frequenze: non ci si


accorge di solito del danno che si sta subendo. Infatti, in questa fase, si riesce a
percepire quasi normalmente il parlato e si incontra qualche piiccola difficoltà
nell’udire il suono del telefono, il cinguettio di un uccello o rumori comunque
definiti ad alte frequenze. Se il soggetto dovesse continuare la sua esposizione a
quel rumore, la sordità si estenderebbe anche al campo della voce parlata,
rendendo inutile, a questo punto, qualunque terapia.

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