BY ist hic
rivista anarchica
anno 28 nr. 243 eo
marzo 1998
A Carrara senza i CC
di Giancarlo De Carlo
Architetto, urbanista, docente universitario. E anarchico. Carlo Dogtio (1914-
1995) é stata una figura originale ed importante in campo libertario. Ecco la
testimonianza di uno degli esponenti piit qualificati dell'architettura
contemporanea, che gli fu compagno e amico
To non ho preparato il mio intervento, anche perché ho immaginato che se Carlo Dogtio mi
avesse invitato a un suo seminario - come del resto ha fatto spesso - non si sarebbe mai
aspettato che io mi preparassi in anticipo. Vorrei aggiungere che non ho intenzione di
commemorarlo; prima di tutto perché & gid stato commemorato molto affettuosamente, da tut
quelli che mi hanno preceduto e poi perché io con Carlo Doglio ho sempre scherzato, con hui
mi sono fatto mote risate; ci siamo molto divertt insieme, sempre: percid ora mi sembrerebbe
strano, e anche irriverente nei suoi confront, di mettermi a commemorarlo, Preferisco
raccontare qualcosa di come Tho conosciuto e di come ci siamo frequentati; in fondo, fino a
poco tempo fa
Carlo tho conosciuto a Milano nel 1943. Io facevo parte diun gruppo antifascista che in quel
momento era impegnato nellarea milanese. E un giomo, nella casa dove avevamo base
nascosta, @ arrivato Carlo con sua moglie Diana. | due personaggi erano molto curiosi: hi
piuttosto ato, capelli motto Lunghi, aria motto intellttuale, diafano - a quel tempo era diafano.
Invece Diana era forte, vitale, sportiva, ¢ tra faltro campionessa nazionale di pallacanestro,
quindi donna di perfetta forma. I due personaggi insieme crano strani perché asimmetrici ma
complementari; opposti e corrispondenti
Fin da quando ci siamo visti a prima volta abbiamo cominciato a discutere, con la diffidenza
reciproca che in genere tuttie due avevamo in quelle circostarze. Poi abbiamo cominciato a
comunicare e¢ io sono rimasto colpito - del resto anche Giuliana, mia moglie - dalla vitalita che i
due nuovi personaggi portavano nel nostro gruppo; proprio perché erano diversi
Pid tardi ho potuto conoscere meglio le qualiti di Carlo e Diana Doglio, anche perché dopo un
primo periodo, nel quale ci vedevamo ma non di continuo, & sucesso che sia io che Giuliana
dovessimo prendere aria, uscire dal gruppo per qualche tempo perché ricercati dalla poli
nazifascista; percid ci siamo rifigiati in casa loro, in via Rutilia a Milano. La casa era in un
piccolo edificio di appartament in affitto e la stradina era nella estrema periferia, al limite di
Milano, dopodiché c'era campagna. La situazione era delle pil strambe perché noi eravamo
segreti, clandestini e dalfaltra parte della strada, proprio di fronte, c'era un bordello frequentato
da ufliciali tedeschie fascisti. Noi ci facevamo vedere il meno possibile e lo stesso facevano gli
uffciali che andavano e venivano dal bordello. Era una circostanza paradossale e per questo
anche divertente, come tutte le situazioni in cui mi sono trovato con Carlo durante il lingo
corso della nostra frequentazione.
Man mano che Tho conosciuto meglio, sono vemute fuori alcune delle sue particolariti, che io
continuo a considerare grandi qualita. Era un personaggio curioso, inquieto, sempre
insoddisfatto, insoddisfatto di quasi tutto. Cercava sempre di andare al di 8, di andare di
fianco, o sotto 0 sopra, perché le cose che cercava, quando stava per rageiungerle,smettevano di interessarlo, Era un personaggio un pd démodé, ma cosi era stato anche quando
aveva 25 anni, quando io Tavevo conosciuto. Aveva cadenze ottocentesche che un pé gli
erano congeniali e un pé le coltivava con autocompiacimento, Ci siamo fatti mole risate su
queste cadenze; quando tirava fuori parole e modi di dire che non avevano pii corso né senso.
Luicisi adagiava sopra e cosi diventavano occasioni di rdere di lui, che veniva gettato in un
divertito sgomento, Perché un altro dei suoi caratteri pit gradevoli era di avere spiccato senso
delfhumor: era pronto a ironizzare a ridere su quakiasi cosa si dicesse e tutto diventava
divertimento intellettuale, sottile divertimento intellettuale.
Irrequieti, non inquadrati
Oltre quelle che ho detto aveva altre qualiti che ho sempre considerato preziose. La prima &
che non aveva il pregiudizio dei confini disciplinari; e questo mi ha sempre interessato molto.
Laltra sua qualita era di avere il gusto di dire sempre le cose come stavano, il gusto terroristico
didire ka veriti. Sitratta di una virti singolare che in genere non porta successo. Molto &
amato chi dice mezze veriti, ma la verita intera, quelle poche volte che esce, appare proprio
insopportabile. A lui piaceva, proprio con gusto terroristico, di dire la verita, di scoprire le
situazioni cosi comlerano e poi diriderci sopra perché subito prevaleva il suo senso delf humor
Le qualita moto particolari del personaggio Carlo Dogtio mi hanno dunque molto interessato
per tutto il periodo che ci siamo ffequentati: un periodo hmgo; in certitratti anche molto denso,
inakti meno.
Quando é arrivato a Milano, facevo parte di un gruppo antifiscista clandestino di cui facevano
parte anche Pietro Spada, Delfino Insolera, Claudio Pavone, i due ffatellid’Angiolinie altri
Eravamo un pé tulti requieti, non eravamo inquadratiin nessuna delle grandi formazioni in cui
sidivideva allora Fantifascismo, Io venivo dal MUP, il Movimento di Unita Proketaria - il primo
approdo che avevo trovato quando avevo cominciato a lavorare nelfantifiscismo - quindi non
ero né comunista né socialista; ero, diciamo cosi, "di sinistra", II mio gruppo credeva nella
necessita di una profonda rivoluzione ed era in bilico fa una sua interpretazione marxista c una
sua interpretazione umanistica, vagamente riferita a aleuni scrittori ffancesi e anglosassoni che
leggevamo senza tuttavia riuscire a condividerne (¢ forse a capime) del tutto le proposte. Al
suo arrivo Carlo aveva portato nel gruppo il messaggio anarchico, che aveva interessato subito
sia me che Giuliana, forse perché era proprio in quella direzione che stavamo cercando,
Lui aveva Ietto gli scrittori anarchici ed era fra i pochi in Italia che erano arrivati alfanarchismo
per via intellettuale. Attraverso di lui ho conosciuto poco dopo alcune personaliti anarchiche
molto interessanti: per esempio Virgilio Galassi, che ora & qui con noi, Cesare Zaccaria, la
Giovanna Bemeri, Pio Turroni, Alfonso Failla e molt altri. Ciascuno di loro aveva una storia
singolare per intellgerza, intensiti di passioni, coraggio, indomabile avwersione della stupidita ¢
delfoppressione politica, Molt di oro erano appena tornati dalle prigioni francesi del Vernet,
dove erano stati rinchiusi quando si erano ritirati dalla Spagna incalzati dal ffanchismo e dal
fascism.
Avevo cominciato a frequentare questi eroici‘antieroi" e a capire che illoro amore per la
liberti e per la giustizia era il pit autentico ¢ libero che io avessi mai incontrato nel campo
delfantifscismo
Esperienza indimenticabile
Con Carlo sono andato al primo congresso anarchico che é stato tenuto a Carrara, Siamo
pattiti da Milano con una Cinquecento (allora attraversare il Bracco era una grande aventura
perché c'erano i banditi, sul Bracco, che assaltavano le macchine, per cui era necessario
andare in carovana). Su quella Cinquecento eravamo in sette, quindi molto pigiat; per di pit il
guidatore, che era giovanissimo, aveva un grave disturbo renale che lo costringeva a scenderedalla macchina ogni cinque minuti, per fare pipi Il viaggio é stato dunque kinghissimo e anche
picaresco: i banditi erano una cosa seria e, nei tre giomi che ci abbiamo messo a traversare il
Bracco, ogni cinque minuti avremmo potuto venir catturatinella macchina abbandonata sul
ciglio dela strada dal nostro giovane guidatore.
Quando siamo arrivati a Carrara ci siamo trovati di ftonte a un miracolo sorprendente. Gli
anarchici avevano chiesto garbatamente ai carabinieri della guamnigione di andarsene via dalla
citta e i carabinieri se rferano andati, Gli anarchiei avevano detto ai carabinier: "durante il
convegno pensiamo noi alfordine pubblico: niente carabinieri, niente prefetto, niente forza
publica, in citta; andate fuori ficendo finta di niente e tornate quando tutto sara finito”, Per
uno di quei miracoli che allora accadevano e ora sono inimmaginabili, i carabinieri e le autoriti
erano andatie avevano lasciato la citta agli anarchic, che avevano temuto fordine pubblico in
modo esemplare, non sulla base delfautoriti e delfoppressione, ma del consenso ¢ del mutuo
appoggio,
Nel Convegno Carlo si muoveva piuttosto bene perché
Cosieché, grazie a hi, ho potuto vivere un'esperienza indimenticabile nella quale ho cominciato
a conoscere la bont’ di cuore degli anarchiei e la loro chiarezza di idee. Di solito gli anarchici
sono descritti come cattivie confisi e invece a Carrara mi sono trovato nella pith concreta
dimostrazione che gli anarchici sono puri di cuore e chiari dimente. Poteva capitare che si
prendessero a seggiolate perché volevano arrivare a essere unanimi altrimenti nessuma
decisione poteva essere presa che fosse vincolante per tutti e spesso alla fine delle seggiolate
Taccordo arrivava. Ma poteva accadere che non arrivasse e allora si formavano minoranze,
che dichiaravano subito la loro determinazione di non fare niente di quello che era stato deciso
dalla maggioranza; ¢ la maggioranza li applaudiva perché era un diritto sacrosanto che le
minoranze conservassero le loro idee e fossero rispettate e lasciate libere di professarle
Questo era il vero miracolo.
Lanno dopo, anche con Giuliana, siamo andati a Canosa al secondo Convegno anarchico ed &
stata unfattra espericnza fondamentale, Partendo da queste esperienze ¢ discutendone a lungo
con Carlo ho potuto conoscere Fanarchismo e capire il suo grande potenzale politico e
culturale. Per avermelo rivelato io continuer®, finché potrd, a essere motto grato a Carlo,
conosceva molti anarchici di valore.
Soprattutto Kropotkin
A Milano, in un primo tempo, Carlo lavorava per la casa editrice Mondadori alla quale aveva
cominciato a suggerie libri da tradurre. Uno dei primi stato il Mumford (The Culture of
Cities), che aveva letto dopo averne sentito parlare da amici inglesi; ¢ lo ha fatto pubblicare.
Contemporaneamente ha sollecitato la ripubblicazione di alcuni scriti di Kropotkin, Discutendo
con lui di questa sua iniziativa e leggendo i libri che proponeva, anch'io ho scoperto
Kropotkine, che é poi diventato uno dei punti di riferimento tra i pi solidi della mia ricerca
urbanistica ¢ architettonica.
Lui conosceva molto bene anche altri anarchici, quelli pid legati alla tradizione italiana, Aveva
letto gli scritt di Bakunin e Malatesta e Cafiero e me ne parlava spesso come di esempi di
grande qualiti politica e culturale. Ma i mii interessi erano rivolti pil verso la corrente che era
derivata da Kropotkine e che si era sviluppata soprattutto in Inghilterra: per esempio Herbert
Read - che dopo essere stato nominato baronetto si é conservato anarchico e ha scritto libri
motto interessanti di critica d'arte - George Woodcock, Colin Ward (amico di moti qui con
noi oggi, che spesso viene in Italia a trovarli; John Tuer, Vero Richard e altri
Quel periodo milanese é stato particolarmente attivo per lo sviluppo delle idee di Carlo Dog,
Forse io faccio un pd di confusioni di date (e Diana, che & qui, potri correggermi), ma mi pare
che sia di quel periodo il suo saggio sulle Citta Giardino. Era stato bandito un concorso per una
dissertazione su quelfargomento e Carlo mi aveva proposto di fara insieme. Avevamocominciato ma presto, discutendone, avevamo visto che insieme non potevamo farla perché
avevamo idee moto diverse, Siamo rimasti amici, in quella citcostanza come in moke altre,
malgrado avessimo idee diverse; al punto dinon poter fare in nessun modo la dissertazione
sulle Citta Giardino insieme; dopotutto avevamo in commne, pit che le idee, le passioni e imodi
di trasformarle in comportamenti.
In simbiosi con Adriano Olivetti
Lui aveva vinto il concorso e aveva pubblicato il saggio in un libro intitolato "L'equivoco della
citta giardino". E' un libro molto interessante, che io continuo a non condividere, ma che
considero inteligente e ricco di spunti critici original. Ai giovani qui presenti consiglio di
leggerlo, con spirito critico e naturalmente - come Carlo Doglio stesso avrebbe raccomandato
- con difdenza.
Dopo quel periodo Carlo Doglo favevo visto poco, perché era andato in Inghitterra. Prima
era stato da Olivettia Ivrea e li era passato per i consueti amori-odi, attraverso i quali sempre
Iuipassava, Sono sicuro che ora, celebrandolo, si dita che quello era stato per hui un periodo
meravigtioso, che viveva in simbiosi con Adriano Olivetti, che andavano d'accordo come due
ffatell, Ebbene, non é vero niente, non é assolutamente vero, Carlo Doglio era costantemente
critico sia verso la fabbrica Olivetti che verso il famoso movimento di Comunita che gti
olivettiani avevano organizzato, Adriano Olivetti gli aveva dato da fare il giomale di fabbrica,
probabiimente pensando di cooptarlo: faceva il suo lavoro di grande industriale iltuminato e
mettere un anarchico a dirigere il giomale della sua fabbrica era un'idea intellgente e anche
abile; ma non abbastanza prudente, perché Carlo gli aveva fatto un bel giomale di fabbrica,
avanzato e svelto, perd quasi tutti gi articoli che pubblicava finivano per sobillre gli operai
contro il padrone. Cosieché Olivetti dopo alcuni mesi aveva pregato Carlo di andarsene in
Inghiterra. Gli aveva detto: "ti pago il viaggio, il soggiomo e una scuola di urbanistica a Londra.
Vai, studia e non farti vedere qui per un pezzo" (questa & la verith e mi diverte dirla come
avrebbe divertito Carlo). Questo ¢ accaduto ¢ cosi Olivetti - che non amava gli anarchici
proprio per niente, ma proprio per niente - sié liberato di Carlo Doglio offrendoglituttavia una
grande opportunita, da quel grande signore che era. A Carlo questa opportunita é servita
molto, Ha frequentato una scuola di urbanistica e contemporaneamente ha lavorato al London
County Council
‘Una volta ero andato a trovarlo, proprio al London County Council, ¢ ero rimasto sorpreso di
vedere come i seri fanzionari della pid importante agenzia di urbanistica britannica fossero
contenti di aver intorno un italiano che non finiva di divertirlie non solo per Tanglo-romagnolo
che parlava ma anche perché faceva proposte che sconvolgevano la loro compostezza, che li
buttavano su terreni ai quali non erano abituati.
Poi Carlo é tomato in Italia ed & andato in Sicilia, iniziando quel fertile periodo di cui ha parlato
Pasquale Culotta. Non Tho seguito molto in quel periodo ma ho letto i libri che aveva seritto
sulla Sicilia, dove risuonava Teco delf "Equivoco della citta giardino"; per cui anche que libri io
non ho condiviso del tutto: Iho trovati ricchi di spunti poetici e senza dubbio intelligenti, ma
rnon ne ho condiviso del tutto il contenuto. Penso che sarebbe contento di sentirmelo ripetere
ora pubblicamente perché eravamo abituatia essere liberi nella nostra amicizia e quindi sinceri.
Ci siamo visti molto invece quando ha insegnato a Venezia, dove ho insegnato anch'o. Aveva
‘una cattedra di urbanistica e quindi gl incontri che avevamo erano continu, Ora che vedo tra
noi Paolo Ceccareli, ne ricordo in particolare un incontro tenuto a Stresa per discutere la
riorganizzazione del nostro Istituto, che era quello appoggiato a Architettura; mentre Faltro,
quello di Astengo, si appoggiava a Pianificazione. Noi credevamo che non si dovesse separare
Turbanistica dalfarchitettura e sostenevamo il primato del progetto, Difendevamo questa
posizione senza fare battaglia contro Astengo e semmai proponendoci come alternativa al suocorrere verso la specializzazione, Allo stesso tempo perd ci proponevamo come altemativa al
formalismo che stava dilagando nelflstituto di Composizione. In quel frangente, che & stato
abbastanza lungo, si sono formati alcuni giovani interessanti- come Paolo Ceccareli, appunto -
che ora sono tra i pit attivi e sensibili protagonisti di quella generazione veneziana,
Anche durante il primo periodo del suo ritorno a Bologna, Carlo Tho visto spesso, soprattutto.
quando c'era ancora Delfino Insolera. Mi fermavo a Bologna andando a Urbino o a Roma, per
passare qualche ora con imiei due amici molto cari, Poi, dopo la morte di Delfino, Carlo Tho
visto meno ¢ ora di questo ho grande dispiacere. Perché la vita scorre e sempre si crede di
avere ancora molto tempo davanti c quindi molte oceasioni di incontrarsi, di parlare, di
confidarsi, di fare progetti, di viaggiare insieme, di commentare, diridere e ridere e ridere. Poi
succede il disastro: Carlo & morto e non ci sara pit nessuna occasione per me di godere della
sua affettuosa e stimolante compagnia.
Tl rapporto di vicinato
Ecco, questa é la storia che vi volevo raccontare; e non per commemorarlo ma solo per dirvi
chiera e cosa ha rappresentato Carlo Doglio per me. E anche per voi, che lo sappiate o meno.
Dopodiché viripeto che, visto che ci siamo incontrati per parlare di hi, in questa Facoltd che
mi sembra tra le pit interessant in Italia, all presenza di molt studenti che forse lo conoscono
appena, il migtior modo di dimostrare che Carlo Dogiio é stato un personaggio che non
dimenticheremo é di riprendere qui uno dei suoi argomentie discuterlo. E allora propongo di
dedicare il tempo che ci esta fino alla chiusura del nostro incontro a discutere del Movimento
delle Citta Giardino e delfinteresse che pud ancora avere per noi oggi.
Carlo Dogiio nel "Equivoco della citta giardino" aveva sostenuto che le proposte di Ebenezer
Howard e in particolare la teoria dei due magneti, essendo un tentativo di sanare Finconcitiabile
dicotomia cittt-campagna al di fuori di una visione ideologica e politica stabilizzata, finiva con
Tessere unfestrema astuzia del capitalismo anglosassone per dirottare nellempirismo il
problema del confltto che contrappone il territorio alla cittA. Io, invece, ¢ forse in modo meno
radicale, vedo la proposta di Ebnenezer Howard come un tentativo serio di spiegare le radici
del confitto tra citta e campagna e di tentame una sohvione spostandolo verso la reciproca
integrazione. Inolire - e qui quello che dico risente del mio essere architetto - lo vedo come un
tentativo di riorganizzare lo spazio fisico in modo da stabilire un rapporto pith equibrato tra
dominio edificato ¢ dominio naturale. Questa ricerca delfequilbrio tra naturale ed arfficiale nel
corso della mia vita & diventata sempre pii presente. Sempre di pi mi interessa la definizione
diuna "misura" dellambiente fisico che sia alla portata delfesperienza diretta degli individui e
dei gruppi sociali: perché fesperienza dello spazio non sia soltanto una questione intellettuale
ma anche, ¢ in primo luogo, una questione dei sensi, Unlaltro aspetto della proposta di Howard
che mi sembra interessante & a possibilita di recuperare il rapporto di vicinato che, ancora
oggi, pur assumendo connotazioni del tutto diverse da allora, continua a essere una delle
circostanze che rendono la vita nel territorio interessante oltre che confortevole, perché apre la
via alla comunicazione tra gli indiiduie tra i gruppi social
Ecco, io credo che saremmo tutti pit contenti se qualcuno volesse intervenire su questi
argomenti e aprisse uno scambio di idee sullo stato attuale delfurbanistica partendo dalle Citta
Giardino e dal giudizio che ne dava Carlo Doglio. Credo che questo sarebbe un buon modo di
ricordare Carlo Dogiio ¢ il ruolo che ha svolto nella sua vita con grande intelligenza e
inesaurbile passione.
(Relazione presentata al convegno su Carlo Doglio tenutosi I'l novembre 1995
presso la Facolta di Architettura dell'Universita di Ferrara).
Si ringrazia per la collaborazione Giampiero Landi
della Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" di Castelbolognese (Ra)