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La violazione della disciplina in materia urbanistico - edilizia in senso stretto può determinare illeciti sia
penali sia amministrativi, che tra loro concorrono (art. 44, c. 1, T.U.).
Le fattispecie della lett. a), art. 44, T.U. (già art. 20 L.Q.)
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal Titolo IV del T.U.
Questa fattispecie si configura soltanto nei casi di opere soggette a "permesso"/super - d.i.a. e dovrebbero
ritenersene escluse sia le norme, prescrizioni e modalità esecutive, imposte dal T.U., che non riguardino il
"permesso" sia quelle che non facciano riferimento diretto all' attività edilizia.
Difformità parziali dal "permesso"
Si tratta di una categoria "di risulta", che comprende tutto ciò che non rientra, da un lato, nella nozione di
"lavori effettuati senza permesso di costruire ", "in totale difformità o in varia.:ione essenziale", e, dall' altro
lato, in quella di "varianti in corso d'opera"" (CS, sez. V. n. 5926/2001). Quando si tratti di opere relative ad
immobili o zone vincolati, questi interventi sono considerati come eseguiti in variazione essenziale (infra par.
1.3.2), con altre più gravi conseguenze (art. 32, c. 3, T.U.([2]) già art. 8, l. n. 47/1985).
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dai regolamenti edilizi e dagli
strumenti urbanistici
Non tutte le violazioni ai regolamenti dovrebbero essere sanzionate dalla lett. a) in esame, ma soltanto
quelle direttamente afferenti all' attività edilizia (CP, sez. 1II, n. 1527/90), mentre lo sono tutte quelle relative
agli altri strumenti urbanistici (piani).
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal "permesso"
Si tratta delle prescrizioni/condizioni/clausole (ulteriori rispetto a quelle imposte da legge/strumenti
urbanistici! che il dirigente/responsabile del competente ufficio comunale inserisce nel "permesso" (CP, sez.
1II, 17 febbraio 1981). Il reato in esame, però. ricorre soltanto in caso di inosservanza di modalità esecutive
che riguardino ipotesi del tutto marginali e lievi: negli altri casi si applicheranno le più "pesanti" lett. b) o c)
dello stesso art. (CP, sez. III, n. 2176/82).
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dalle leggi regionali
Il riferimento è a prescrizioni ad integrazione o modifica delle norme per il controllo dell' attività urbanistici -
edilizia (CP, sez. 1II, n. 1428/ 94). Se, invece, si tratta delle norme di legge regionale che stabiliscono le
variazioni essenziali (art. 32, T.U. già art. 8, L. 47/1985), la loro violazione configurerà il reato, più grave,
delle lett. c) o b), art. 44, T.U., a seconda che l'intervento sia su immobile o area vincolati ovvero non.
Modificazione di destinazione d'uso senza opere (cd funzionale), quando non vi sia legge regionale in materia" :
rinvio
SANZIONI: Per tutte le fattispecie sopra elencate, in concorso con la lett. a), art. 44, T.U., si applica la
sanzione amministrativa dell'art. 34, T.U. ([3]) (già art. 12, L.Q.): demolizione/rimozione {sanzione
pecuniaria se la demolizione/rimozione non possa avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in
conformità).
Mancata esposizione del cartello di cantiere
Tale omissione costituisce reato soltanto se l'obbligo di esposizione sia prescritto dal regolamento edilizio
oppure dal "permesso" (CP, sez. un., 29 maggio 1992).
Mancata esibizione in cantiere del "permesso" e dei suoi allegati
Tale comportamento costituisce reato solamente se l'obbligo sia prescritto dal regolamento edilizio oppure
dal "permesso" (idem).
SANZIONI: Per le due fattispecie sopra elencate, in concorso con la lett. a), art. 44, T.U., si applica la
sanzione amministrativa prevista dal regolamento comunale violato. Essendo dubbio se il reato si configuri
nel caso di opere soggette soltanto a d.i.a. (mentre dovrebbe rimanere prefigurabile nel caso dì opere
realizzate con super - d.i.a), il consiglio è di richiedere istruzioni alla Procura della Repubblica di riferimento.
Interventi edilizi in variazione essenziale in zone non vincolate
Per la nozione di variazione essenziale, si veda (Interventi edilizi in variazione essenziale nelle zone
sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale)
SANZIONI: In concorso con 1a lett. a), art. 44, T.U., sì applica la sanzione amministrativa dell'art. 31. T.U.
(già art. 7, L.Q); demolizione/ripristino, o, in caso di inottemperanza, acquisizione di diritto e gratuitamente al
patrimonio del Comune.
Le fattispecie della lett. b), art. 44, T.U. (già art. 20 L.Q.)
Opere eseguite senza "permesso"/super - d.i.a."
Sono tali non soltanto quelle eseguite senza che il "permesso" sia mai stato richiesto/rilasciato
(rammentando che, al di fuori della super - d.i.a. non esistono titoli equipollenti al "permesso"), ovvero la
super - d.i.a. sia stata presentata, ma anche quelle realizzate con titolo annullato o decaduto (CS, sez. V, n.
597/2000), ovvero con permesso di tipo diverso da quello specificamente previsto (es. permesso di
ristrutturazione "pesante" in luogo di quello di nuova costruzione). Con riferimento alla ultimazione dei lavori
dopo la scadenza, l'art. 15, c. 3, T.U., innovando rispetto alla disciplina previgente, che assoggettava tutti gli
interventi eseguiti a titolo scaduto al titolo previsto per l'opera nel suo complesso, stabilisce che “La
realizzazione della parte dell'intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di nuovo
permesso o per le opere ancora da eseguire, salvo che le stesse non rientrino tra quelle realizzabili
mediante denuncia di inizio attività.”
Opere eseguite in totale difformità da "permesso"/super - d.i.a "
La esecuzione in totale difformità si configura soltanto se venga realizzato un organismo edilizio
integralmente diverso da quello risultante dai progetti approvati, per caratteristiche:
tipologiche
planovolumetriche
di utilizzazione (quando l'opera, cioè, risulti completamente diversa per conformazione, strutturazione,
destinazione, ubicazione), oppure in caso di
realizzazione di volumi oltre i limiti del progetto approvato (purché il "volume aggiunto" presenti il duplice
requisito della a) autonoma utilizzabilità dia luogo, cioè, ad una struttura precisamente individuabile e
suscettibile di un uso indipendente: es. sottotetto trasformato in mansarda) e b)specifica rilevanza (abbia,
cioè, in concreto una consistenza di significativa entità).
SANZIONI.: Per le fatti specie sopra elencate, in concorso con la lett. b), art. 44, T.U., si applica:
per le nuove costruzioni, la sanzione amministrativa dell' art. 31,T.U. (già art. 7, L.Q.):
demolizione/ripristino, e, in caso di inottemperanza, acquisizione gratuita di diritto al patrimonio del Comune
per le ristrutturazioni "pesanti", la sanzione amministrativa dell' art. 33, T.U. (già art. 9, L.Q):
demolizione/ripristino o, se impossibili, sanzione pecuniaria.
Inosservanza dell' ordine di sospensione dei lavori emesso dal dirigente
L'ordine di sospensione dei lavori è il provvedimento cautelare, adottato nell' immediatezza della
comunicazione di violazione urbanistico ¬ edilizia, che consente al dirigente/responsabile del competente
ufficio comunale di operare le dovute valutazioni in ordine ai fatti accertati, per la emissione, nei successivi
45 giorni, degli appropriati provvedimenti amministrativi (art. 27, c. 3, ([4]) T.U.). È da ritenersi non
applicabile, sia in forza del principio di specialità sia perché non si tratta di provvedimento dato per ragioni di
giustizia, l'art. 650 c.p.. Il termine di 45 giorni per l’adozione dei provvedimenti definitivi sarebbe, secondo la
giurisprudenza più recente, soltanto ordinatorio se si tratti di opere iniziate senza titolo (CP, sez. III, n.
6329/99), con la conseguenza che anche dopo la scadenza dei 45 giorni sarebbe vietato proseguire i lavori;
sarebbe invece perentorio, in caso di violazioni più lievi, con la conseguenza che dopo la scadenza i lavori
potrebbero proseguire legittimamente: il consiglio, nel dubbio, è di richiedere istruzioni alla Procura della
Repubblica di riferimento. Se sullo stesso immobile insistano sia l'ordine di sospensione dei lavori
(amministrativo) sia un sequestro penale, in caso di prosecuzione dei lavori si avranno, in concorso, due
violazioni della lett. b) (costruzione abusiva e inottemperanza all' ordine), oltre alla violazione dell' art. 349
c.p. -Violazione di sigilli.
Inosservanza dell' ordinanza di sospensione del "permesso" da parte del giudice amministrativo
La prosecuzione dei lavori dopo l'intervenuta notificazione (o comunque dopo la conoscenza effettiva) dell'
ordinanza di "sospensiva", emessa dal giudice amministrativo, di parte o di tutto il "permesso", integra il
reato di esecuzione dei lavori senza "permesso" (art. 44, lett. b) o c), T.U., già art. 20, stesse lett., L.Q.) (CP,
sez. III, n. 9154/2000).
Opere eseguite con permesso di costruire illegittimo
Il "permesso" è illegittimo se rilasciato in violazione di legge o degli strumenti urbanistici. La giurisprudenza
non è ancora consolidata sulla sanzionabilità di tali interventi, anche se quella più recente (C P, sez. III, n.
11716/2001) ritiene, comunque, che il giudice penale non può limitarsi a verificare l'esistenza in sé del titolo,
ma deve riscontrarne la legittimità, anche se l'elemento soggettivo, in caso di titolo illegittimo, va valutato con
estremo rigore, non potendosi sottoporre a sanzione penale chi, senza colpa, abbia confidato nell'atto
amministrativo (poi ritenuto) illegittimo: anche in questo caso il consiglio è quello di richiedere istruzioni alla
Procura della Repubblica di riferimento.
I rapporti tra le lett. a) e b) dell'art. 44, T.U.
Non è ammissibile il concorso: per il principio di specialità, si applicherà soltanto la lett. b). E’ invece
ammissibile il concorso tra le due fattispecie della lett. b) (costruzione abusiva e inottemperanza all'ordine di
sospensione lavori).
[2] 3. Gli interventi di cui al comma 1, effettuati su immobili sottoposti a vincolo storico, artistico,
architettonico, archeologico, paesistico ed ambientale, nonché su immobili ricadenti sui parchi o in aree
protette nazionali e regionali, sono considerati in totale difformità dal permesso, ai sensi e per gli effetti degli
articoli 31 e 44. Tutti gli altri interventi sui medesimi immobili sono considerati variazioni essenziali.
[3] Art. 34 (L) - Interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 12; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Gli interventi e le opere realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire sono rimossi o demoliti a
cura e spese dei responsabili dell'abuso entro il termine congruo fissato dalla relativa ordinanza del dirigente
o del responsabile dell’ufficio. Decorso tale termine sono rimossi o demoliti a cura del comune e a spese dei
medesimi responsabili dell'abuso.
2. Quando la demolizione non può avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in conformità, il dirigente
o il responsabile dell’ufficio applica una sanzione pari al doppio del costo di produzione, stabilito in base alla
legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata in difformità dal permesso di costruire, se ad
uso residenziale, e pari al doppio del valore venale, determinato a cura della agenzia del territorio, per le
opere adibite ad usi diversi da quello residenziale.
2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3, eseguiti in parziale difformità dalla denuncia di inizio attività
[4] 3. Ferma rimanendo l'ipotesi prevista dal precedente comma 2, qualora sia constatata, dai competenti
uffici comunali d’ufficio o su denuncia dei cittadini, l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità di cui
al comma 1, il dirigente o il responsabile dell’ufficio, ordina l'immediata sospensione dei lavori, che ha effetto
fino all'adozione dei provvedimenti definitivi di cui ai successivi articoli, da adottare e notificare entro
quarantacinque giorni dall'ordine di sospensione dei lavori.
[6] 3. Gli interventi di cui al comma 1, effettuati su immobili sottoposti a vincolo storico, artistico,
architettonico, archeologico, paesistico ed ambientale, nonché su immobili ricadenti sui parchi o in aree
protette nazionali e regionali, sono considerati in totale difformità dal permesso, ai sensi e per gli effetti degli
articoli 31 e 44. Tutti gli altri interventi sui medesimi immobili sono considerati variazioni essenziali.
Responsabili dei reati edilizi
Sommario
1 Responsabili diretti
2 Responsabili in concorso
2.1 Il proprietario (ed i comproprietari) dell'immobile
2.2 Il subappaltatore ed il subappaltante
2.3 Il fornitore di prefabbricati
2.4 Prestatori di lavoro subordinato
2.5 Il locatore ed il conduttore
2.6 Gli acquirenti dell'immobile o del lotto abusivo
2.7 Il tecnico
2.8 Il notaio
2.9 Le persone giuridiche
Quelli edilizi sono reati propri, salvo naturalmente il concorso (art. 110, c.p.), ed è dunque opportuno
distinguere tra responsabili diretti (del reato proprio) e responsabili in concorso.
Responsabili diretti
I responsabili diretti possono essere:
a) il titolare del "permesso"
b) il committente
c) il costruttore
-art. 29, c. 1 e 2, T.U.)-della conformità delle opere: 1) alla normativa urbanistica; 2) alle previsioni di piano;
3) alle previsioni del "permesso"; 4) alle modalità esecutive dal medesimo stabilite
e) il progettista-(art. 29, c. 3, T.U.)-per dichiarazioni non veritiere connesse alla d.i.a., (ma può anche
rispondere in concorso del reato di costruzione abusiva, se non si limiti a redigere grafici e progetto, ma
documenti, dolosamente, che si tratti di intervento soggetto a semplice d.i.a. CP, sez. V, n. 10515199)
a) Il titolare del "permesso" è colui a cui è rilasciato il titolo (ad esso riterrei vada equiparato chi presenti la
super - d.i.a.)
b) Committente è colui che affida ad altri, anche verbalmente, l'esecuzione dei lavori.
e) Costruttore è chi, materialmente, esegua i lavori, qualunque sia la dimensione della sua impresa, anche
irregolare, e/o l'entità dei lavori eseguiti (anche impresa individuale e/o artigiana).
d) Direttore dei lavori è chi, di fatto e/o di diritto (in tal caso, anche se si sia del tutto disinteressato, di fatto, ai
lavori: CP, sez. III, n. 460/98), dirige l'esecuzione dell'opera e sovrintende ad essa. Egli, però, non è
responsabile se denuncia la situazione agli altri interessati ed alla autorità. In particolare, di solito, gli sarà
sufficiente contestare agli altri soggetti la violazione delle prescrizioni del "permesso", con esclusione delle
varianti in corso d'opera, ed informare, contestualmente e motivatamente, il dirigente comunale. Nei casi più
gravi, però (totale difformità o variazione essenziale), deve anche rinunciare all'incarico contestualmente alla
comunicazione inoltrata al dirigente comunale (art. 29 ([1]), c. 2, T.U.). Al direttore dei lavori (normalmente:
di fatto) che non possieda gli adeguati titoli abilitativi potrà anche essere contestato l'esercizio abusivo di una
professione (art. 348 ([2]), c.p.).
e) Progettista è, nel caso che ci interessa, chi ha sottoscritto la relazione a sostegno della d.i.a./super d.i.a.,
considerato persona esercente un servizio di pubblica necessità ai sensi del codice penale, responsabile, in
caso di dichiarazioni non veritiere nella relazione, del reato di falsità ideologica (art. 481 ([3]), c.p.), in
concorso con il committente che ha firmato la domanda, oltre alle sanzioni disciplinari per l'irrogazione delle
quali l'Amministrazione darà comunicazione al competente ordine professionale.
Responsabili in concorso
Il proprietario (ed i comproprietari) dell'immobile
Il proprietario non è tra i soggetti elencati all'art. 29, T.U. (già art. 6, L.Q.), e dunque non gli è addebitabile il
reato "proprio", ma, naturalmente, se egli sia anche committente/esecutore/direttore dei lavori, risponderà
del reato "proprio" in tali vesti. Nella recente giurisprudenza della Cassazione penale si sono affermate
diverse posizioni:
una, secondo la quale l'accertamento della (com)proprietà è elemento idoneo a fondare la
responsabilità, pur con possibilità di prova contraria (sez. III, n. 9168/2000), poiché, in caso di disponibilità
giuridica e di fatto dell'immobile, anche la semplice tolleranza di chi sa e può intervenire genera
responsabilità in concorso (sez. III, n. 7314/ 2000);
un'altra, secondo la quale il (com)proprietario non ha alcun obbligo giuridico di impedire la commissione
dell'abuso edilizio (sez. III, n. 40699/2003); né è punibile la mera tolleranza senza che vi sia stata
partecipazione attiva; né, senza tale partecipazione, è sufficiente la adesione alla realizzazione dell'abuso
(sez. 11, n. 1028412000), poiché il (com)proprietario, in quanto tale, non è destinatario diretto del precetto
penale, non essendo tra i soggetti dell'art. 29, TU. Il titolo di proprietà, insomma, anche se indizio grave a
suo carico, non è, da solo, sufficiente a ritenere responsabile un soggetto, senza dimostrarne il diretto
interessamento, anche se sub specie di concorso meramente morale (tra gli elementi indiziari, es.: i rapporti
di parentela/affinità tra esecutore e proprietario (CP, sez. III, n. 3819312002) e le loro eventualmente diverse
situazioni economiche (CP, sez. 11, n. 5476/99); la sua presenza in loco o la eventuale presenza di una
precedente richiesta comune di titolo abilitativo (CP, sez, III, n. 9479/95); la circostanza di risiedere
stabilmente nel luogo dove si è edificato e/o il comune interesse all'edificazione per soddisfare esigenze
familiari (CP, sez. III, n. 38193/2002))
Presupposto della responsabilità è, in ogni caso, che il (com)proprietario abbia, comunque, la disponibilità
giuridica e di fatto dell'immobile (idem), il che non avviene quando abbia affittato/locato l'immobile, poiché in
questo caso la disponibilità è del conduttore/affittuario (CP, sez. III, n. 11062/93) (salvo il caso,
naturalmente, in cui il proprietario/locatore si sia in qualche modo ingerito, anche in forma di concorso
morale, nella realizzazione dei lavori).
Il subappaltatore ed il subappaltante
Il subappaltatore è sicuramente responsabile, per i lavori commessigli, del reato urbanistico, perché ha
l'obbligo di controllare che i lavori affidatigli siano legittimi. Il subappaltante che si ingerisca concretamente
nella realizzazione delle opere edilizie, deve rispondere, quantomeno a titolo di concorso, del reato
urbanistico, tranne il caso in cui il subappaltatore lavori in situazione di assoluta autonomia. Entrambi sono a
tutti gli effetti "costruttori".
Il fornitore di prefabbricati
Nel caso in cui i prefabbricati siano da considerare nuove costruzioni, non precarie o pertinenziali, il
venditore in quanto tale non va incontro a responsabilità penali, a meno che egli o chi per lui presti la
propria assistenza tecnica per il montaggio del prefabbricato (personale specializzato e macchinari), perché,
in questi casi, si ritiene abbia l'obbligo di accertarsi che l'acquirente avesse ottenuto il titolo necessario (CP,
sez. III, n. 580/88).
Prestatori di lavoro subordinato
La giurisprudenza edita al riguardo è assai esigua, ma anche il prestatore di lavoro subordinato, proprio
perché i reati edilizi sono (tranne quello di lottizzazione abusiva) colposi, è stato ritenuto responsabile, in
caso di accertamento non soltanto della sua materiale collaborazione alla realizzazione dell'illecito, ma
anche e soprattutto della sua piena consapevolezza dell'abusività dei lavori (CP, sez. III, n. 7626/99), e
salva, dunque, la buona fede (CP, sez. III, n. 1630/88). In sostanza, si tratta di verificare se sia ragionevole,
anche in relazione al ruolo ricoperto ed alle circostanze del caso concreto, che al lavoratore debba farsi
carico dell'obbligo di controllare la regolarità dei lavori affidatigli. (n.b.: gli artigiani (o cd tali) e le ditte
individuali non sono ovviamente da considerare prestatori di lavoro subordinato, ma "costruttori" a tutti gli
effetti).
Il locatore ed il conduttore
In caso di locazione, il proprietario/locatore non è responsabile per la costruzione senza "permesso"
realizzata dal conduttore, poiché questi ha acquisito l'autonoma disponibilità dell'area interessata ed il
relativo titolo per richiedere il "permesso", a meno che, naturalmente, il proprietario/ locatore si sia ingerito
in qualunque modo, anche sotto forma di concorso morale nella esecuzione dei lavori.
Gli acquirenti dell'immobile o del lotto abusivo
Relativamente alla ipotesi della lett. b), art. 44 ([4]), T.U. (già art. 20, L.Q.), immobile abusivo, il notaio va
incontro a gravi responsabilità se roghi senza la dichiarazione di regolarità edilizia ed urbanistica e ciò, in
linea di massima, dovrebbe limitare le ipotesi di responsabilità dell'acquirente. Per la ipotesi della lett. c), art.
44, T.U. lotto abusivo, gli acquirenti di singoli lotti non concorrono nel reato di lottizzazione abusiva per il
solo fatto dell'acquisto, ma soltanto se siano consapevoli dell'abusività dell'intervento (CP, sez. III, n.
10061/95), ciò che si verifica in particolare se al momento dell'acquisto il programma lottizzatorio abbia
iniziato a delineare i propri aspetti materiali sul territorio (CP, sez. III, n. 12989/2000). La configurazione del
reato è possibile anche in presenza di semplice contratto preliminare di alienazione dei singoli lotti, se si
collochi in un contesto indiziario che riveli in modo inequivoco la finalità edificatoria (CP, sez. III, n.
3668/2000). Si rammenti altresì che la giurisprudenza ritiene necessario, per questa fattispecie, il dolo, e non
la semplice colpa (cap. X, par. 1).
Il tecnico
Salvo quanto visto sopra a proposito del direttore dei lavori e del progettista, è stato altresì ritenuto
responsabile del reato di lottizzazione abusiva (lett. c), art. 20 L.Q., ora, art. 44, T.U.), essendone stato
dimostrato il dolo:
il tecnico (nella specie: geometra) che ha predisposto il piano di lottizzazione, di cui ha richiesto ed
ottenuto l'approvazione da parte dell'UTE (ora, Ufficio del territorio) (CP, sez. III, n. 1279/87) (violando anche
la legge professionale, poiché la redazione di tali piani non rientra nella competenza del geometra) (CS, sez.
IV, n. 4620/2001);
il tecnico che abbia operato l'ulteriore frazionamento di particelle già frazionate, comprese anch'esse
nella maggiore estensione della proprietà originaria (CP, sez. III, n. 10061/95).
Il notaio
Se il notaio non ottemperi a quanto disposto dall'art. 30 ([5]), T.U., e roghi una compravendita senza il
relativo certificato di destinazione urbanistica (salvo il caso di terreni che costituiscano pertinenze di edifici
censiti nel n.c.e.u., se la superficie complessiva dell'area di pertinenza medesima sia inferiore a 5.000 mq)
potrebbe configurarsi il reato dell'art. 361 ([6]), c.p. Con riferimento, poi, al] a ipotesi della
lett. c), art. 44, T.U. (lottizzazione abusiva), non può concorrervi il notaio che si sia limitato alle autentiche
degli atti (CP, sez. un., n. 1/90): può invece concorrervi se si possa desumere (es. da: dimensione
complessiva strutturale di ogni singolo atto; sistema negoziale predisposto per eludere specifiche
prescrizioni degli strumenti urbanistici (es. minima unità colturale); stipulazione diluita nel tempo di vari atti
da parte degli stessi venditori per il medesimo terreno) che abbia coscientemente e volontariamente
partecipato al piano lottizzatorio (CP, sez. III, n. 12989/2000).
Le persone giuridiche
La responsabilità penale è strettamente personale e per fatto proprio, ed una persona giuridica, in quanto
tale, non può essere incriminata. Senza affrontare il delicato problema della efficacia delle deleghe di
responsabilità, due sono i principi di carattere generale che è necessario contemperare:
il responsabile delle eventuali violazioni commesse nell'ambito dell’attività di impresa è la persona fisica
che ne ha la rappresentanza legale e per essa agisce, ma
occorre sempre accertare anche l'effettivo contegno tenuto da ciascuna persona/organo in relazione
ai poteri in concreto esercitati.
[1] Art. 29 (L) - Responsabilità del titolare del permesso di costruire, del committente, del costruttore e del
direttore dei lavori, nonché anche del progettista per le opere subordinate a denuncia di inizio attività
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 6; d.l. 23 aprile 1985, n. 146, art. 5-bis, convertito con modificazioni, in
legge 21 giugno 1985, n. 298; d.l. 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, comma 12, convertito con modificazioni
dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Il titolare del permesso di costruire , il committente e il costruttore sono responsabili, ai fini e per gli effetti
delle norme contenute nel presente capo, della conformità delle opere alla normativa urbanistica, alle
previsioni di piano nonché, unitamente al direttore dei lavori, a quelle del permesso e alle modalità esecutive
stabilite dal medesimo. Essi sono, altresì, tenuti al pagamento delle sanzioni pecuniarie e solidalmente alle
spese per l'esecuzione in danno, in caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che
dimostrino di non essere responsabili dell'abuso.
2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri soggetti la violazione delle
prescrizioni del permesso di costruire , con esclusione delle varianti in corso d'opera, fornendo al dirigente o
responsabile del competente ufficio comunale contemporanea e motivata comunicazione della violazione
stessa. Nei casi di totale difformità o di variazione essenziale rispetto al permesso di costruire , il direttore dei
lavori deve inoltre rinunziare all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al dirigente. In caso
contrario il dirigente segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza la violazione in cui è
incorso il direttore dei lavori, che è passibile di sospensione dall'albo professionale da tre mesi a due anni.
3. Per le opere realizzate dietro presentazione di denuncia di inizio attività, il progettista assume la qualità di
persona esercente un servizio di pubblica necessità ai sensi degli articoli 359 e 481 del codice penale. In
caso di dichiarazioni non veritiere nella relazione di cui all'articolo 23, comma 1, l'amministrazione ne dà
comunicazione al competente ordine professionale per l'irrogazione delle sanzioni disciplinari.
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato e ferme le sanzioni amministrative, si applica:
a) l'ammenda fino a 10.329 euro per l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste
dal presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal
permesso di costruire;
b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale
difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione;
c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 15.493 a 51.645 euro nel caso di lottizzazione abusiva di terreni a
scopo edilizio, come previsto dal primo comma dell'articolo 30. La stessa pena si applica anche nel caso di
interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in
variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.
2. La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione abusiva, dispone la
confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per effetto della confisca i
terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la
lottizzazione. La sentenza definitiva è titolo per la immediata trascrizione nei registri immobiliari.
2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi suscettibili di realizzazione
mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza o in totale
difformità dalla stessa
[5] Art. 30 (L) - Lottizzazione abusiva
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 18; d.l. 23 aprile 1985, n. 146, artt. 1, comma 3-bis, e 7-bis; d.lgs. 18
agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Si ha lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio quando vengono iniziate opere che comportino
trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni stessi in violazione delle prescrizioni degli strumenti
urbanistici, vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la prescritta
autorizzazione; nonché quando tale trasformazione venga predisposta attraverso il frazionamento e la
vendita, o atti equivalenti, del terreno in lotti che, per le loro caratteristiche quali la dimensione in relazione
alla natura del terreno e alla sua destinazione secondo gli strumenti urbanistici, il numero, l'ubicazione o la
eventuale previsione di opere di urbanizzazione ed in rapporto ad elementi riferiti agli acquirenti, denuncino
in modo non equivoco la destinazione a scopo edificatorio.
2. Gli atti tra vivi, sia in forma pubblica sia in forma privata, aventi ad oggetto trasferimento o costituzione o
scioglimento della comunione di diritti reali relativi a terreni sono nulli e non possono essere stipulati né
trascritti nei pubblici registri immobiliari ove agli atti stessi non sia allegato il certificato di destinazione
urbanistica contenente le prescrizioni urbanistiche riguardanti l'area interessata. Le disposizioni di cui al
presente comma non si applicano quando i terreni costituiscano pertinenze di edifici censiti nel nuovo
catasto edilizio urbano, purché la superficie complessiva dell'area di pertinenza medesima sia inferiore a
5.000 metri quadrati.
3. Il certificato di destinazione urbanistica deve essere rilasciato dal dirigente o responsabile del competente
ufficio comunale entro il termine perentorio di trenta giorni dalla presentazione della relativa domanda. Esso
conserva validità per un anno dalla data di rilascio se, per dichiarazione dell'alienante o di uno dei
condividenti, non siano intervenute modificazioni degli strumenti urbanistici.
4. In caso di mancato rilascio del suddetto certificato nel termine previsto, esso può essere sostituito da una
dichiarazione dell'alienante o di uno dei condividenti attestante l'avvenuta presentazione della domanda,
nonché la destinazione urbanistica dei terreni secondo gli strumenti urbanistici vigenti o adottati, ovvero
l'inesistenza di questi ovvero la prescrizione, da parte dello strumento urbanistico generale approvato, di
strumenti attuativi.
5. I frazionamenti catastali dei terreni non possono essere approvati dall'agenzia del territorio se non è
allegata copia del tipo dal quale risulti, per attestazione degli uffici comunali, che il tipo medesimo è stato
depositato presso il comune.
6. I pubblici ufficiali che ricevono o autenticano atti aventi per oggetto il trasferimento, anche senza
frazionamento catastale, di appezzamenti di terreno di superficie inferiore a diecimila metri quadrati devono
trasmettere, entro trenta giorni dalla data di registrazione, copia dell'atto da loro ricevuto o autenticato al
dirigente o responsabile del competente ufficio del comune ove è sito l'immobile.
7. Nel caso in cui il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale accerti l'effettuazione di
lottizzazione di terreni a scopo edificatorio senza la prescritta autorizzazione, con ordinanza da notificare ai
proprietari delle aree ed agli altri soggetti indicati nel comma 1 dell'articolo 29, ne dispone la sospensione. Il
provvedimento comporta l'immediata interruzione delle opere in corso ed il divieto di disporre dei suoli e
delle opere stesse con atti tra vivi, e deve essere trascritto a tal fine nei registri immobiliari.
8. Trascorsi novanta giorni, ove non intervenga la revoca del provvedimento di cui al comma 7, le aree
lottizzate sono acquisite di diritto al patrimonio disponibile del comune il cui dirigente o responsabile del
competente ufficio deve provvedere alla demolizione delle opere. In caso di inerzia si applicano le
disposizioni concernenti i poteri sostitutivi di cui all'articolo 31, comma 8.
9. Gli atti aventi per oggetto lotti di terreno, per i quali sia stato emesso il provvedimento previsto dal comma
7, sono nulli e non possono essere stipulati, né in forma pubblica né in forma privata, dopo la trascrizione di
cui allo stesso comma e prima della sua eventuale cancellazione o della sopravvenuta inefficacia del
provvedimento del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale.
10. Le disposizioni di cui sopra si applicano agli atti stipulati ed ai frazionamenti presentati ai competenti
uffici del catasto dopo il 17 marzo 1985, e non si applicano comunque alle divisioni ereditarie, alle donazioni
fra coniugi e fra parenti in linea retta ed ai testamenti, nonché agli atti costitutivi, modificativi od estintivi di
diritti reali di garanzia e di servitù.
Vincoli
Sommario
1 I vincoli in senso stretto
1.1 Le conseguenze
2 I vincoli in senso ampio
Ogni norma in materia urbanistico-edilizia pone, in effetti, vincoli, nel senso ampio di: limitazioni, all' esercizio
del diritto di edificare. Tecnicamente, però, quando si parla di "vincoli", pur in senso ampio, si fa riferimento a
limiti posti da discipline di carattere più settoriale e specifico, tra le quali spiccano, per essere quelle più
frequentemente riscontrabili nel corso dei controlli edilizi, quelle elencate nei paragrafi che seguono.
Gli standards urbanistici/il carico urbanistico. Il carico urbanistico è l'effetto... prodotto dall'insediamento
primario come domanda di strutture ed opere collettive, in dipendenza del numero delle persone insediate su
di un determinato territorio. Si tratta di un concetto non definito dalla vigente legislazione, ma che è in
concreto preso in considerazione in vari standards urbanistici di cui al decreto ministeriale 1444/1968 che
richiedono l'inclusione, nella formazione degli strumenti urbanistici, di dotazioni minime di spazi pubblici per
abitante a seconda delle varie zone (A - centro storico, B – di completamento, C - residenziale di
espansione, D - industriale di espansione, E - agricola, F - attrezzature ed impianti di interesse generale, cui
si aggiungano le Zone bianche, senza specifica destinazione (cui si applicano comunque i vincoli di distanza
ed altezza previsti dal cod. civ. e dai regolamenti edilizi e le misure di salvaguardia previste dall'art. 9, T.U.
(già art. 41. n. 10/1977), e le Zone di recupero (artt. 27 e 28, l. n. 457/1978), n.d.a.); CP, sez. un., n.
12878/2003
[1] Art. 31 (L) - Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni
essenziali
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 7; d.l. 23 aprile 1985, n. 146, art. 2, convertito, con modificazioni, in
legge 21 giugno 1985, n. 298; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Sono interventi eseguiti in totale difformità dal permesso di costruire quelli che comportano la
realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche,
planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del permesso stesso, ovvero l'esecuzione di volumi
edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica
rilevanza ed autonomamente utilizzabile.
2. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l'esecuzione di interventi in
assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, determinate ai
sensi dell’articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile dell’abuso la rimozione o la demolizione,
indicando nel provvedimento l’area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.
3. Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine
di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti
prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto
gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte
la complessiva superficie utile abusivamente costruita.
4. L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al comma 3, previa
notifica all'interessato, costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri
immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente.
5. L'opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio
comunale a spese dei responsabili dell'abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari
l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l'opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici
o ambientali.
6. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di
inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, si verifica di
diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull'osservanza del vincolo. Tali
amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a
spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso dei vincoli, l'acquisizione si verifica a favore del
patrimonio del comune. (per la repressione nelle zone protette si veda l'art. 2 legge 9 dicembre 1998, n. 426)
7. Il segretario comunale redige e pubblica mensilmente, mediante affissione nell'albo comunale, i dati
relativi agli immobili e alle opere realizzati abusivamente, oggetto dei rapporti degli ufficiali ed agenti di
polizia giudiziaria e delle relative ordinanze di sospensione e trasmette i dati anzidetti all'autorità giudiziaria
competente, al presidente della giunta regionale e, tramite l’ufficio territoriale del governo, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti.
8. In caso d'inerzia, protrattasi per quindici giorni dalla data di constatazione della inosservanza delle
disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 27, ovvero protrattasi oltre il termine stabilito dal comma 3 del
medesimo articolo 27, il competente organo regionale, nei successivi trenta giorni, adotta i provvedimenti
eventualmente necessari dandone contestuale comunicazione alla competente autorità giudiziaria ai fini
dell'esercizio dell'azione penale.
9. Per le opere abusive di cui al presente articolo, il giudice, con la sentenza di condanna per il reato di cui
all'articolo 44, ordina la demolizione delle opere stesse se ancora non sia stata altrimenti eseguita.
9-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3
[2] Art. 33 (L) - Interventi di ristrutturazione edilizia in assenza di permesso di costruire o in totale difformità
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 9; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Gli interventi e le opere di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 10, comma 1, eseguiti in assenza di
permesso o in totale difformità da esso, sono rimossi ovvero demoliti e gli edifici sono resi conformi alle
prescrizioni degli strumenti urbanistico-edilizi entro il congruo termine stabilito dal dirigente o del
responsabile del competente ufficio comunale con propria ordinanza, decorso il quale l'ordinanza stessa è
eseguita a cura del comune e a spese dei responsabili dell'abuso.
2. Qualora, sulla base di motivato accertamento dell'ufficio tecnico comunale, il ripristino dello stato dei
luoghi non sia possibile, il dirigente o il responsabile dell’ufficio irroga una sanzione pecunaria pari al doppio
dell'aumento di valore dell'immobile, conseguente alla realizzazione delle opere, determinato, con riferimento
alla data di ultimazione dei lavori, in base ai criteri previsti dalla legge 27 luglio 1978, n. 392 e con riferimento
all'ultimo costo di produzione determinato con decreto ministeriale, aggiornato alla data di esecuzione
dell'abuso, sulla base dell'indice ISTAT del costo di costruzione, con la esclusione, per i comuni non tenuti
all'applicazione della legge medesima, del parametro relativo all'ubicazione e con l'equiparazione alla
categoria A/1 delle categorie non comprese nell'articolo 16 della medesima legge. Per gli edifici adibiti ad
uso diverso da quello di abitazione la sanzione è pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile,
determinato a cura dell'agenzia del territorio.
3. Qualora le opere siano state eseguite su immobili vincolati ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999,
n. 490, l'amministrazione competente a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva l'applicazione di altre
misure e sanzioni previste da norme vigenti, ordina la restituzione in pristino a cura e spese del responsabile
dell'abuso, indicando criteri e modalità diretti a ricostituire l'originario organismo edilizio, ed irroga una
sanzione pecuniaria da 516 a 5.164 euro.
4. Qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche non vincolati, compresi nelle zone omogenee A,
di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il dirigente o il responsabile dell’ufficio richiede
all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la
restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria di cui al precedente comma. Qualora il
parere non venga reso entro novanta giorni dalla richiesta il dirigente o il responsabile provvede
autonomamente.
5. In caso di inerzia, si applicano la disposizione di cui all'articolo 31, comma 8.
6. È comunque dovuto il contributo di costruzione di cui agli articoli 16 e 19.
6-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi di ristrutturazione edilizia di cui
all'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza di denuncia di inizio attività o in totale difformità dalla stessa.
[8] Art. 31 (L) - Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni
essenziali
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 7; d.l. 23 aprile 1985, n. 146, art. 2, convertito, con modificazioni, in
legge 21 giugno 1985, n. 298; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Sono interventi eseguiti in totale difformità dal permesso di costruire quelli che comportano la
realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche,
planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del permesso stesso, ovvero l'esecuzione di volumi
edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica
rilevanza ed autonomamente utilizzabile.
2. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l'esecuzione di interventi in
assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, determinate ai
sensi dell’articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile dell’abuso la rimozione o la demolizione,
indicando nel provvedimento l’area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.
3. Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine
di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti
prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto
gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte
la complessiva superficie utile abusivamente costruita.
4. L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al comma 3, previa
notifica all'interessato, costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri
immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente.
5. L'opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio
comunale a spese dei responsabili dell'abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari
l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l'opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici
o ambientali.
6. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di
inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, si verifica di
diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull'osservanza del vincolo. Tali
amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a
spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso dei vincoli, l'acquisizione si verifica a favore del
patrimonio del comune. (per la repressione nelle zone protette si veda l'art. 2 legge 9 dicembre 1998, n. 426)
7. Il segretario comunale redige e pubblica mensilmente, mediante affissione nell'albo comunale, i dati
relativi agli immobili e alle opere realizzati abusivamente, oggetto dei rapporti degli ufficiali ed agenti di
polizia giudiziaria e delle relative ordinanze di sospensione e trasmette i dati anzidetti all'autorità giudiziaria
competente, al presidente della giunta regionale e, tramite l’ufficio territoriale del governo, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti.
8. In caso d'inerzia, protrattasi per quindici giorni dalla data di constatazione della inosservanza delle
disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 27, ovvero protrattasi oltre il termine stabilito dal comma 3 del
medesimo articolo 27, il competente organo regionale, nei successivi trenta giorni, adotta i provvedimenti
eventualmente necessari dandone contestuale comunicazione alla competente autorità giudiziaria ai fini
dell'esercizio dell'azione penale.
9. Per le opere abusive di cui al presente articolo, il giudice, con la sentenza di condanna per il reato di cui
all'articolo 44, ordina la demolizione delle opere stesse se ancora non sia stata altrimenti eseguita.
9-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3
Illeciti edilizi in senso stretto con conseguenze amministrative in concorso con quelle
penali
Violazione Sanzione
Opere senza permesso"su aree con vincolo di inedificabilità Demolizione/ripristino (art. 27 ([10] ), T.U., già
assoluta art. 4, L.Q.)
Opere senza "permesso" su aree destinate ad edilizia
residenziale pubblica
Opere senza "permesso" in contrasto con strumenti
urbanistici adottati/approvati
Opere senza "permesso- su aree soggette ad usi civici Demolizione/ripristino, previo avviso autorità tutori
Opere senza "permesso" su aree con vincolo idrogeologico prevista una procedura particolare per le aree natu
Opere senza "permesso" su aree con vincolo Storico – costiera amalfitana, con competenza del Ministro d
culturale … /naturale- ambientale … (art. 2, 1. n. 42611998)
Opere senza "permesso", o in totale o parziale difformità, su Demolizione/ripristino, previa diffida e con
suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici comunicazione all'Ente proprietario (art.
35 ([11]), T.U., già art. 14, L.Q.)
Nuove costruzioni senza "permesso" Rimozione/demolizione previa ingiunzione con acq
Violazione Sanzione
Nuove costruzioni in totale difformità dal "permesso" inottemperanza (art. 31 ([12]), T.U., già art. 7, L.Q.)
Nuove costruzioni con variazioni essenziali rispetto al "
permesso”
Ristrutturazioni "pesanti" senza "permesso" Rimozione/demolizione previa ingiunzione con dem
Ristrutturazioni in totale difformità dal "permesso" inottemperanza: se impossibile, sanzione pecuniar
nota 135
Ristrutturazioni senza "permesso" su immobili con vincolo Ripristino e sanzione pecuniaria (art. 33 ( ), T.U
storico/artistico
Ristrutturazioni in totale difformità dal "permesso" su
immobili con vincolo storico – artistico
Ristrutturazioni senza "permesso" in immobili centro storico
Ristrutturazioni in totale difformità dal "permesso" in immobili
centro storico (previo parere vincolante richiesto alla
Amministrazione competente e non ricevuto dopo 120 giorni)
Opere in parziale difformità dal permesso Rimozione o demolizione previa ingiunzione con de
inottemperanza: se impossibile, sanzione pecuniar
Opere eseguite con “permesso” in seguito annullato Rimozione, se impossibile: sanzione pecuniaria (ar
Lottizzazioni abusive Acquisizione gratuita dopo sospensione 90 gg. (art
Altri illeciti amministrativi attinenti alla materia edilizia
Utilizzazione di edifici senza agibilità (artt. 24 e 25 TU.)
L' illecito consiste sia
nella utilizzazione di un immobile o di parti di esso, anche se destinato ad usi diversi da quelli abitativi,
senza aver prima ottenuto/legittimamente richiesto il certificato di agibilità,
nella mancata richiesta in termini del certificato stesso, che viene rilasciato dal dirigente/responsabile
del competente ufficio comunale con riferimento ai seguenti interventi:
nuove costruzioni
ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali;
interventi sugli edifici esistenti che possano influire sulle condizioni di cui al comma 1 (sussistenza delle
condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi
installati, n.d.a.).
Con riferimento a detti interventi, il titolare del "permesso" o il soggetto che ha presentato la d.i.a., o i loro
successori o aventi causa, sono tenuti a chiedere il rilascio del certificato di agibilità, a pena di incorrere in
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 77 a euro 464 (art. 24, c. 2 e 3 ([17]), T.U.).
E’ però possibile che il certificato, materialmente, non esista, perché gli stessi effetti del rilascio si hanno:
dopo 20 giorni dal deposito della domanda, nel caso sia stato rilasciato il prescritto parere dell'ASL;
dopo 60 giorni in caso di autodichiarazione (art. 25, c. 3 e 4 ([18]), T.U.).
In ogni caso, è salvo l'art. 222, T.U.L.S. in forza del quale il Sindaco, sentito l'ufficiale sanitario o su richiesta
del medico provinciale può/deve dichiarare inabitabile una casa o parte di essa per ragioni igieniche e
ordinarne lo sgombero.
L'illecito è permanente: sussiste sino al momento in cui sopravviene l'autorizzazione oppure cessa la
condotta (CP, sez. III, n. 364/98), ed il rilascio di permesso, anche in sanatoria (TAR Emilia Romagna, PR, n.
325/2000) non comporta il rilascio automatico della agibilità, poiché rimane salva ogni valutazione di
carattere igienico sanitario (TAR Lombardia, BS, n. 1105/2002)
Autorità competente è il Sindaco. è ammesso il pagamento in misura ridotta.
Collocamento pericoloso di cose (art. 675 ([19]), c.p.)
Chiunque, senza le debite cautele, pone o sospende cose, che, cadendo in un luogo di pubblico transito, o
in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, possano offendere o imbrattare o molestare persone, è
punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 619.
E’ illecito di pericolo.
Autorità competente è il Sindaco. E’ ammesso il pagamento in misura ridotta.
La erogazione indebita di servizi pubblici (art. 48, TU.)
1) E’ vietato a tutte le aziende erogatrici di servizi pubblici somministrare le loro forniture per l'esecuzione
di opere prive di permesso di costruire, nonché ad opere in assenza di titolo iniziate dopo il 30 gennaio 1977
e per le quali non siano stati stipulati contratti di somministrazione anteriormente al 17 marzo 1985.
2) ... il funzionario della azienda erogatrice, cui sia imputabile la stipulazione del contratto stesso, è
soggetto ad una sanzione pecuniaria da 2.582 a 7.746 euro. ....
3) bis Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi suscettibili di
realizzazione mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza della
stessa.
L'apparato sanzionatorio degli abusi edilizi in senso stretto
Tabella riepilogativa
Violazione Sanzione
Inosservanza delle norme prescrizioni e modalità esecutive previste dal T.U. Penale. Art. 44, lett. a), T.U., già lett. a
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal T.U. Penale. Art. 44, lett. a), T.U., già lett, a
Inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dai Penale. Art. 44, lett. a), T.U., già lett. a
regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal "permesso" Amministrativa per violazione regolam
Mancanza cartello di cantiere, se prescritto dal regolamento edilizio o dal Penale. Art. 44, lett. a), T.U., già lett. a
"permesso" Amministrativa per violazione regolam
Mancata esibizione in cantiere del "permesso", se prescritto dal regolamento Penale. Art. 44, lett. a), T.U., già lett. a
edilizio o dal "permesso" Amministrativa per violazione regolam
Costruzione in assenza di "permesso", in zone non vincolate Penale. Art. 44, lett. b), T.U., già lett. b
Amministrativa. Art. 31, T.U., già art. 7,
Costruzione con "permesso" annullato o decaduto, in zone non vincolate Penale. Art. 44, lett. b), T.U., già lett. b
Amministrativa. Art. 31, T.U., già art. 7
Costruzione in totale difformità dal "permesso", in zone non vincolate Penale. Art. 44, lett. b), T.U., già lett. b
Amministrativa. Art. 31, T.U., già art. 7
Costruzione in variazione essenziale dal "permesso" in zone non vincolate Amministrativa. Art. 31, T.U., già art. 7
Prosecuzione dei lavori nonostante l'ordine di sospensione dei lavori Penale. Art. 44, lett. b), T.U., già lett. b
Lottizzazione abusiva Penale. Art. 44, lett. c), T.U., già lett. c)
Amministrativa. Art. 30, T.U., già art. 1
sospensione/acquisizione/demolizione
[1] 2. Non possono ritenersi comunque variazioni essenziali quelle che incidono sulla entità delle cubature
accessorie, sui volumi tecnici e sulla distribuzione interna delle singole unità abitative.
[2] 2. Quando la demolizione non può avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in conformità, il
dirigente o il responsabile dell’ufficio applica una sanzione pari al doppio del costo di produzione, stabilito in
base alla legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata in difformità dal permesso di costruire,
se ad uso residenziale, e pari al doppio del valore venale, determinato a cura della agenzia del territorio, per
le opere adibite ad usi diversi da quello residenziale.
[5] 5. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 23, comma 6, la denuncia di inizio di attività
spontaneamente effettuata quando l’intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di
sanzione, della somma di 516 euro.
Salvo quanto previsto dai commi seguenti, l'opposizione di cui all'articolo 22 si propone davanti al giudice di
pace.
L'opposizione si propone davanti al tribunale quando la sanzione è stata applicata per una violazione
concernente disposizioni in materia:
a) di tutela del lavoro, di igiene sui luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni sul lavoro;
b) di previdenza e assistenza obbligatoria;
c) urbanistica ed edilizia;
d) di tutela dell'ambiente dall'inquinamento, della flora, della fauna e delle aree protette;
e) di igiene degli alimenti e delle bevande;
f) di società e di intermediari finanziari;
g) tributaria e valutaria.
L'opposizione si propone altresì davanti al tribunale:
a) se per la violazione è prevista una sanzione pecuniaria superiore nel massimo a lire trenta milioni;
b) quando, essendo la violazione punita con sanzione pecuniaria proporzionale senza previsione di un limite
massimo, è stata applicata una sanzione superiore a lire trenta milioni;
c) quando è stata applicata una sanzione di natura diversa da quella pecuniaria, sola o congiunta a
quest'ultima, fatta eccezione per le violazioni previste dal regio decreto 21 dicembre 1933, n. 1736, dalla
legge 15 dicembre 1990, n. 386 e dal decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Restano salve le competenze stabilite da diverse disposizioni di legge (1).
(1) Articolo aggiunto dall'art. 98, d.lg. 30 dicembre 1999, n. 507.
[8] 1. La realizzazione di interventi edilizi di cui all’articolo 22 commi 1 e 2, in assenza della o in difformità
dalla denuncia di inizio attività comporta la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale
dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi e comunque in misura non inferiore a 516
euro.
[9] 5. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 23, comma 6, la denuncia di inizio di attività
spontaneamente effettuata quando l’intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di
sanzione, della somma di 516 euro.
4. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito
il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta
violazione urbanistico-edilizia, ne danno immediata comunicazione all'autorità giudiziaria, al competente
organo regionale e al dirigente del competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la
regolarità delle opere e dispone gli atti conseguenti.
[11] Art. 35 (L) - Interventi abusivi realizzati su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 14; d.l. 13 maggio 1991, n. 152, art.17-bis, convertito in legge 12 luglio
1991, n. 203; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti diversi da quelli di cui all’articolo 28, di
interventi in assenza di permesso di costruire , ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli
del demanio o del patrimonio dello Stato o di enti pubblici, il dirigente o il responsabile dell’ufficio, previa
diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell'abuso la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi,
dandone comunicazione all'ente proprietario del suolo.
2. La demolizione è eseguita a cura del comune ed a spese del responsabile dell'abuso.
3. Resta fermo il potere di autotutela dello Stato e degli enti pubblici territoriali, nonché quello di altri enti
pubblici, previsto dalla normativa vigente.
3-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3, eseguiti in assenza di denuncia di inizio attività, ovvero in totale o parziale difformità dalla stessa.
[12] Art. 31 (L) - Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni
essenziali
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 7; d.l. 23 aprile 1985, n. 146, art. 2, convertito, con modificazioni, in
legge 21 giugno 1985, n. 298; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Sono interventi eseguiti in totale difformità dal permesso di costruire quelli che comportano la
realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche,
planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del permesso stesso, ovvero l'esecuzione di volumi
edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica
rilevanza ed autonomamente utilizzabile.
2. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l'esecuzione di interventi in
assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, determinate ai
sensi dell’articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile dell’abuso la rimozione o la demolizione,
indicando nel provvedimento l’area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.
3. Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine
di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti
prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto
gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte
la complessiva superficie utile abusivamente costruita.
4. L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al comma 3, previa
notifica all'interessato, costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri
immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente.
5. L'opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio
comunale a spese dei responsabili dell'abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari
l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l'opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici
o ambientali.
6. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di
inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, si verifica di
diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull'osservanza del vincolo. Tali
amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a
spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso dei vincoli, l'acquisizione si verifica a favore del
patrimonio del comune. (per la repressione nelle zone protette si veda l'art. 2 legge 9 dicembre 1998, n. 426)
7. Il segretario comunale redige e pubblica mensilmente, mediante affissione nell'albo comunale, i dati
relativi agli immobili e alle opere realizzati abusivamente, oggetto dei rapporti degli ufficiali ed agenti di
polizia giudiziaria e delle relative ordinanze di sospensione e trasmette i dati anzidetti all'autorità giudiziaria
competente, al presidente della giunta regionale e, tramite l’ufficio territoriale del governo, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti.
8. In caso d'inerzia, protrattasi per quindici giorni dalla data di constatazione della inosservanza delle
disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 27, ovvero protrattasi oltre il termine stabilito dal comma 3 del
medesimo articolo 27, il competente organo regionale, nei successivi trenta giorni, adotta i provvedimenti
eventualmente necessari dandone contestuale comunicazione alla competente autorità giudiziaria ai fini
dell'esercizio dell'azione penale.
9. Per le opere abusive di cui al presente articolo, il giudice, con la sentenza di condanna per il reato di cui
all'articolo 44, ordina la demolizione delle opere stesse se ancora non sia stata altrimenti eseguita.
9-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3
[13] Art. 33 (L) - Interventi di ristrutturazione edilizia in assenza di permesso di costruire o in totale difformità
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 9; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Gli interventi e le opere di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 10, comma 1, eseguiti in assenza di
permesso o in totale difformità da esso, sono rimossi ovvero demoliti e gli edifici sono resi conformi alle
prescrizioni degli strumenti urbanistico-edilizi entro il congruo termine stabilito dal dirigente o del
responsabile del competente ufficio comunale con propria ordinanza, decorso il quale l'ordinanza stessa è
eseguita a cura del comune e a spese dei responsabili dell'abuso.
2. Qualora, sulla base di motivato accertamento dell'ufficio tecnico comunale, il ripristino dello stato dei
luoghi non sia possibile, il dirigente o il responsabile dell’ufficio irroga una sanzione pecunaria pari al doppio
dell'aumento di valore dell'immobile, conseguente alla realizzazione delle opere, determinato, con riferimento
alla data di ultimazione dei lavori, in base ai criteri previsti dalla legge 27 luglio 1978, n. 392 e con riferimento
all'ultimo costo di produzione determinato con decreto ministeriale, aggiornato alla data di esecuzione
dell'abuso, sulla base dell'indice ISTAT del costo di costruzione, con la esclusione, per i comuni non tenuti
all'applicazione della legge medesima, del parametro relativo all'ubicazione e con l'equiparazione alla
categoria A/1 delle categorie non comprese nell'articolo 16 della medesima legge. Per gli edifici adibiti ad
uso diverso da quello di abitazione la sanzione è pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile,
determinato a cura dell'agenzia del territorio.
3. Qualora le opere siano state eseguite su immobili vincolati ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999,
n. 490, l'amministrazione competente a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva l'applicazione di altre
misure e sanzioni previste da norme vigenti, ordina la restituzione in pristino a cura e spese del responsabile
dell'abuso, indicando criteri e modalità diretti a ricostituire l'originario organismo edilizio, ed irroga una
sanzione pecuniaria da 516 a 5.164 euro.
4. Qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche non vincolati, compresi nelle zone omogenee A,
di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il dirigente o il responsabile dell’ufficio richiede
all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la
restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria di cui al precedente comma. Qualora il
parere non venga reso entro novanta giorni dalla richiesta il dirigente o il responsabile provvede
autonomamente.
5. In caso di inerzia, si applicano la disposizione di cui all'articolo 31, comma 8.
6. È comunque dovuto il contributo di costruzione di cui agli articoli 16 e 19.
6-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi di ristrutturazione edilizia di cui
all'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza di denuncia di inizio attività o in totale difformità dalla stessa.";
[14] Art. 34 (L) - Interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 12; d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)
1. Gli interventi e le opere realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire sono rimossi o demoliti a
cura e spese dei responsabili dell'abuso entro il termine congruo fissato dalla relativa ordinanza del dirigente
o del responsabile dell’ufficio. Decorso tale termine sono rimossi o demoliti a cura del comune e a spese dei
medesimi responsabili dell'abuso.
2. Quando la demolizione non può avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in conformità, il dirigente
o il responsabile dell’ufficio applica una sanzione pari al doppio del costo di produzione, stabilito in base alla
legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata in difformità dal permesso di costruire, se ad
uso residenziale, e pari al doppio del valore venale, determinato a cura della agenzia del territorio, per le
opere adibite ad usi diversi da quello residenziale.
2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi di cui all'articolo 22,
comma 3, eseguiti in parziale difformità dalla denuncia di inizio attività.
[17] 3. Con riferimento agli interventi di cui al comma 2, il soggetto titolare del permesso di costruire o il
soggetto che ha presentato la denuncia di inizio attività, o i loro successori o aventi causa, sono tenuti a
chiedere il rilascio del certificato di agibilità. La mancata presentazione della domanda comporta
l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 77 a 464 euro.
4. Alla domanda per il rilascio del certificato di agibilità deve essere allegata copia della dichiarazione
presentata per la iscrizione in catasto, redatta in conformità alle disposizioni dell'articolo 6 del regio decreto-
legge 13 aprile 1939, n. 652 e successive modificazioni e integrazioni.
[18] 3. Entro trenta giorni dalla ricezione della domanda di cui al comma 1, il dirigente o il responsabile del
competente ufficio comunale, previa eventuale ispezione dell’edificio, rilascia il certificato di agibilità
verificata la seguente documentazione:
a) certificato di collaudo statico di cui all’articolo 67;
b) certificato del competente ufficio tecnico della regione, di cui all’articolo 62, attestante la conformità delle
opere eseguite nelle zone sismiche alle disposizioni di cui al capo IV della parte II;
c) la documentazione indicata al comma 1;
d) dichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa vigente in materia di accessibilità e
superamento delle barriere architettoniche di cui all’articolo 77, nonché all’articolo 82.
4. Trascorso inutilmente il termine di cui al comma 3, l’agibilità si intende attestata nel caso sia stato
rilasciato il parere dell’ASL di cui all’articolo 5, comma 3, lettera a). In caso di autodichiarazione, il termine
per la formazione del silenzio assenso è di sessanta giorni.