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179
ANNO XXXVI
MARZO - APRILE 2009
In caso di mancata consegna inviare all’Ufficio C.M.P. di Firenze per la restituzione al mittente,
che s’impegna a versare la dovuta tassa.
ESPERIENZE E PROGETTI
CENTRO STUDI ED ESPERIENZE SCOUT
BADEN-POWELL
QUOTE 2009
I versamenti vanno effettuati sul c/c postale n. 11043403 intestato a Centro Studi ed
Esperienze Scout Baden-Powell, Via Monte Rocca 1/17, 40069 Zola Predosa BO.
Coordinate bancarie:(IBAN) IT 81 E 07601 02400 000011043403
codice BIC: BPPIITRRXXX
Indicare chiaramente la causale del versamento (quota dell’anno…) e il nominativo.
Fulvio JANOVITZ
Via Masaccio, 112 – 50132 Firenze – Tel. 055-244097
e-mail: fulvio@janovitz.it
Inutile dire che noi del Centro Studi B.-P. siamo tutti entusiasti dell’idea
che si svolga per la prima volta in Italia la più importante manifestazione
internazionale, anzi mondiale, dello Scautismo che riunisce ogni 4 anni
giovani di tutte le nazioni e religioni, razze e continenti in un clima di
fratellanza universale e di pace, come auspicava B.-P. ideatore dell’evento.
Naturalmente ciò comporta una modifica al nostro piano uscite che sarà
così:
• numero 179 – speciale per il Jamboree 2019 - MARZO / APRILE;
• numero 180 – MAGGIO / GIUGNO;
• speciale annuale ROVERISMO – LUGLIO / AGOSTO.
3
Nel Numero 180 troverete alcuni argomenti principali e precisamente :
• notizie sui lavori svolti nel bellissimo seminario svoltosi a Soviore il 28/ 2
e 1/3 e le decisioni prese nel quadro del nostro piano triennale
2009/2011;
• aggiornamenti sui nostri due nuovi Comitati ,quello storico per il
Centenario e quello scientifico per le attività e pubblicazioni del Centro,
coordinati da Giovanni Morello.
vostro
FULVIO
4
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
B.-P. E IL JAMBOREE
Mentre la prima guerra mondiale era ancora in corso, B.-P. ebbe l’idea di
organizzare, al termine di essa, un incontro degli Scout di tutto il mondo per
celebrare il ritorno della pace. B.-P. decise di chiamare questo incontro col
nome di Jamboree, che nella lingua inglese significava fino ad allora “allegra
riunione”, “baldoria”, e richiama il termine jam, “marmellata”. Quando
qualcuno gli chiese perché chiamarlo così, la caratteristica risposta di B.-P.
fu: “E quale altro nome vorresti dargli?”.
5
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
Questo Jamboree – il primo sotto forma di campo – rimane nella storia per le
gare (alcune di tipo olimpico, ma la maggioranza di tecnica scout) previste
dal programma e per l’ospitalità post-campo presso famiglie scout del luogo.
Altra novità fu il “change”, scambio di distintivi e ricordi tra Scout di paesi
diversi.
6
4° Jamboree Mondiale – Gödöllö, Ungheria,
1933
Partecipanti: 25.800 da 48 paesi.
Tra i partecipanti alcune “Aquile Randagie”.
Gli Scout ebbero la sorpresa di vedere B.-P. accompagnato dal Capo Scout
ungherese visitare l’intero terreno di campo, nella splendida foresta reale, su
un bel destriero marrone. La scoperta del folclore nazionale fu
un’innovazione di questo Jamboree (i siriani portarono un cammello!).
Nel bel parco sulle rive della Senna si svolse il “Jamboree della Pace”,
organizzato tra enormi difficoltà materiali per segnare il ritorno della pace e
fraternità in Europa. Un trenino, sempre in moto e in cui si saliva in corsa,
collegava tutti i sottocampi. Il programma fu basato su imprese e incontri di
squadriglie.
7
7° Jamboree Mondiale – Bad Ischl, Austria,
3-13 agosto 1951
Partecipanti: 12.900 da 61 paesi. Italiani, 563.
8
10° Jamboree Mondiale – Mount Makiling,
Laguna, Filippine, 17-26 luglio 1959
Partecipanti: 12.200 da 44 paesi. Tre soli Scout
italiani partecipanti.
9
13° Jamboree Mondiale – Asagiri Heights,
Fujinomiya, Giappone, 2-10 agosto 1971
Partecipanti: 23.800 da 87 paesi.
Aperto da re Olaf V, il Nord Jam ’75 fu organizzato insieme dai cinque paesi
scandinavi (donde il suo motto, “Cinque dita, una mano”, e la forma del
campo, che riproduceva le cinque dita di una mano. Attività tradizionali, ma
anche tecniche moderne. Hikes di squadriglia di 48 ore. Ospitalità post
campo.
10
15° Jamboree Mondiale – Kananaskis
Country, Canada, 4-16 luglio 1983
Partecipanti: 14.800 da 106 paesi.
Tenuto a pochi chilometri dalla linea di demarcazione con la Corea del Nord.
Secondo tradizione, il Jamboree si aprì con la pioggia e subì una parziale
inondazione. Replica del campo di Brownsea costruita dagli Scout inglesi.
Cerimonie di apertura e chiusura spettacolari di stile olimpico.
Motto: “Molti paesi, un mondo”.
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18° Jamboree Mondiale – Dronten, Flevoland,
Olanda, 1-11 agosto 1995
29.000 da 166 paesi.
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
1. I precedenti
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c) A seguito di ciò, nell’autunno 1984 il Comitato Centrale discusse di un
possibile invito al Jamboree del 1991 (poi andato alla Corea del Sud) La
maggioranza a favore formatasi al mattino divenne minoranza nel
pomeriggio, quando emerse l’esistenza di un precedente impegno italiano a
sostenere la candidatura olandese (poi rimasta soccombente).
e) Alla fine di ottobre 1989 l'Assemblea Generale del Cngei approvò, con
118 voti a favore, 31 contro e 20 astenuti, una mozione (vincolante) a favore
della tenuta di un Jamboree in Italia.
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- di presentare, in caso positivo, appena possibile un invito per un Jambo-
ree in Italia;
- di riferire via via sui passi compiuti e sulle possibilità che si presentano”.
2. La presente proposta
Molti Capi hanno portato la proposta nelle Comunità Capi, nei Gruppi,
nelle Assemblee di Zona e di Regione. Nel giro di un mese dieci Regioni
Agesci (Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria,
Lombardia, Marche, Puglia, Veneto) hanno approvato un progetto di
mozione rivolto al Consiglio Generale (allegato 1), il Trentino-Alto Adige ha
approvato una raccomandazione nello stesso senso, oltre 3.000 persone
hanno visitato il sito della proposta (http://jamboree2019.massarinet.it) , e si
sono avute oltre 5.000 manifestazioni di interesse su Facebook.
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
I vantaggi in generale
Il Jamboree è anche una fucina di idee: esso mette insieme tanti ragazzi, ma
anche tanti Capi. Alcune idee importanti del mondo scout sono nate
informalmente ai Jamboree.
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I benefici per lo Scautismo italiano
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
LE CARATTERISTICHE ODIERNE
DEL JAMBOREE.
Qualche aspetto:
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questi aspetti sono in atto da anni. Il contingente del paese organizzatore
non può superare il 20% del totale dei partecipanti, e nessun altro
contingente può essere superiore al 10%.
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c) il personale esterno di appoggio, non scout (es. polizia e carabinieri, ditte
varie, personale del Villaggio dello Sviluppo Globale ecc.), che devono però
operare in armonia con lo spirito scout del Jamboree.
20
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
21
2. Deve anche avere un ulteriore terreno di 200-300 ettari nelle vicinanze,
per attività fisiche sul posto, come tornei o uscite.
3. Deve essere facilmente accessibile da un aeroporto continentale, con un
massimo di 3 ore di viaggio in autobus.
4. Deve essere situato in una regione in cui il clima durante il periodo
scelto, di solito l’estate (coincidente se possibile con i mesi di luglio e
agosto), sia piacevole ed asciutto.
5. Deve essere possibile interrare condutture idriche e cavi elettrici; fonti di
elettricità, acqua, fognature e smaltimento dei rifiuti debbono essere
disponibili in prossimità del posto. La capacità di tutti questi servizi
pubblici deve essere sufficiente per provvedere ai bisogni di una città
provvisoria (per la durata di due settimane) di 30.000 abitanti.
6. Dovrebbe, possibilmente, essere situato in un ambiente naturale bello e
in una regione che possa offrire un’ampia gamma di possibilità per
attività extra-sito (ad es. luoghi che consentano di scoprire il retaggio
culturale, progetti di servizio comunitario, ecc.: 80 località o siti da
utilizzare simultaneamente) tutti in un raggio massimo di un’ora di
viaggio con bus.
c) l'impatto ambientale
L’impatto ambientale andrà valutato con molta cura, in relazione alle
caratteristiche del posto individuato e alle indicazioni delle autorità della
Regione interessata. Va notato anche che una risoluzione votata dall’ultima
Conferenza mondiale (Corea 2008), la 25/08, raccomanda che, in futuro, le
Organizzazioni scout nazionali che presentino la propria candidatura ad
22
eventi regionali e mondiali sottopongano alla Conferenza Mondiale un piano
di impatto ambientale in occasione della votazione sulla candidatura.
Lo Scautismo italiano ha un’ottima serie di precedenti nel lasciare i posti
meglio di come li ha trovati: così è successo per la Route Nazionale R/S
Agesci ai Piani di Pezza nel 1986, e per i Piani di Verteglia, che hanno
ospitato ben tre eventi in successione (la Route delle Comunita` Capi nel
1997, il Campo Nazionale E/G dell'Agesci nel 2003 e il Campo Nazionale del
Cngei nel 2004), i cui terreni sono ancora in ottime condizioni.
d) le risorse finanziarie
Secondo l’OMMS, il bilancio totale di un Jamboree è valutabile in circa 25
milioni di dollari. Circa il 50-55% di questo bilancio può essere coperto dai
proventi delle quote Jamboree (va tenuto presente che, come si è detto, il
2,5% delle quote va utilizzato per il Fondo di Solidarietà). La vendita di
oggetti-ricordo e pubblicazioni, se ben gestita e se vi è una sufficiente
promozione anticipata, può raggiungere i 2,5-3 milioni di dollari. Un altro
mezzo milione di dollari può essere procurato dalla vendita dei biglietti o
dalle offerte dei visitatori.
Il rimanente del bilancio deve essere coperto da contributi pubblici e da
sponsor privati.
Per quanto concerne il contributo del Governo e delle Regioni, esso
potrebbe consistere, per quanto concerne l’Italia, nell’offerta in servizi per la
creazione delle infrastrutture (collegamenti idrici ed elettrici, sistema
fognario, sistema di smaltimento dei rifiuti, collegamento Internet): servizi il
cui costo è valutabile in 5-6 milioni di dollari. L’aiuto sarebbe collegato alla
dichiarazione del Jamboree come “grande evento di importanza nazionale”,
fatta dalla Presidenza del Consiglio con proprio decreto, secondo una
procedura consolidata basata su una precisa normativa in vigore (D.L. 7
settembre 2001 n° 343 convertito in Legge con modifiche il 9 novembre
2001 n° 401). E’ la normativa utilizzata, ad esempio, per gli aiuti pubblici alla
Giornata Mondiale della Gioventù (15-20 agosto 2000, 2 milioni e mezzo di
giovani).
Per quanto concerne il ricorso a sponsor privati, va rilevato che esistono
norme mondiali che impongono criteri etici stringenti in questa materia.
La FIS si è data a sua volta criteri ancor più rigorosi: eticità dello sponsor
privato, rispetto dell'ambiente, lotta al commercio di armi, rispetto della
dignità della persona, lotta alla pena di morte, e così via, e in questo senso
possiamo servire d’esempio al mondo scout. È chiaro che, anche
nell’organizzazione di un evento significativo come il Jamboree, occorrerà
rimanere fedeli a tali criteri. Ciò nonostante siamo convinti che più di una
Fondazione italiana sarebbe pronta ad aiutare: non ci mancano i contatti né
le ragioni, e poi c’è tutto un settore corporate che cerca sbocchi etici. C’è
poi il richiamo eccezionale del Jamboree. Il tempo per i contatti non manca:
non dobbiamo trovare i fondi in pochi mesi.
23
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
LA CANDIDATURA DELL'ITALIA.
JAMBOREE QUANDO?
a) Le norme mondiali
E’ necessario, anzitutto, conoscere le norme mondiali per la
presentazione della candidatura. Esse sono basate sulla distinzione tra
paese “postulante” e paese “candidato”. Un paese non decide di esser
candidato: può decidere di presentare domanda (diventando così
“postulante”), ma non diventa candidato finché l’Ufficio mondiale non lo
dichiara tale sulla base dell’esame delle sue risposte ad un questionario,
nonché di un accurato sopralluogo.
I vari passi sono i seguenti:
- Il Bureau mondiale invia a tutte le OSN una circolare per sollecitare
candidature per il Jamboree [NB: tale circolare non è ancora pervenuta
alla FIS per il Jamboree 2019].
- L’Organizzazione Nazionale Scout interessata (FIS per l’Italia) invia al
Bureau mondiale una dichiarazione di intenzioni: da questo momento
l’ONS diviene paese postulante (non ancora candidato).
- A questo punto l’ONS riceve, con le guidelines ecc., anche un
questionario molto dettagliato (riprodotto qui sotto), che in pratica la
obbliga a formulare già un “progetto Jamboree”.
- Il Bureau mondiale visita ogni postulante. Questa visita avviene a spese
del postulante per due membri del personale del Bureau: la relativa
spesa (viaggio, vitto, alloggio e trasporti) va quindi compresa nel bilancio
necessario per la presentazione della candidatura.
- L’ONS risponde al questionario e tale risposta costituisce un rapporto di
fattibilità.
- Il Comitato mondiale, sulla base del rapporto del Bureau sulle visite,
delle risposte ai questionari/rapporti di fattibilità dei vari paesi postulanti,
decide quali sono i paesi da considerare paesi candidati Solo allora
questi ultimi possono cominciare la loro campagna elettorale vera e
propria.
- I paesi candidati confermano la loro candidatura e inviano la lettera di
impegno del loro Governo a consentire l’ingresso dei partecipanti al
Jamboree da tutti i paesi membri dell’OMMS/WOSM.
- La Conferenza mondiale sceglie con votazione tra le varie candidature.
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
QUESTIONARIO TECNICO
1. Introduzione
Quali sono le principali motivazioni della vostra ONS nell’ospitare il
Jamboree?
Che cosa qualifica la vostra ONS per ospitare un Jamboree (capacità e
risorse)?
La vostra ONS possiede l’esperienza per ospitare eventi internazionali?
Quale sarebbe l’impatto di tale evento sullo Scautismo nel vostro paese e
nella Regione?
3. Sito
3.1 Dove si trova il principale posto del campo da voi proposto (collocazione
e accesso)?
3.2 Perché avete scelto un tal posto? In che modo esso si presta ad
accogliere un Jamboree (ambiente, capacità, impianti, condizioni climatiche,
allestimenti di sicurezza)?
3.3 L’infrastruttura del principale posto del campo da voi proposto necessita
di essere sviluppata? Se sì, indicate cos’è necessario fare (strade, edifici,
elettricità, acqua, collegamento Internet, piante).
3.4 Come vi proponete di minimizzare l’impatto ambientale negativo di un
simile evento (risorse, rifiuti, rumore, inquinamento)?
3.5 Vi sono rischi naturali potenziali?
3.6 Se sono in programma attività extra-campo, dove potrebbero essere
previste? Perché tali siti si presterebbero?
Da accludere:
una carta del territorio con il principale luogo di campo proposto e possibili
siti per attività extra-campo;
una carta del principale luogo di campo proposto.
4. Bilancio
4.1 In che modo potete facilitare la partecipazione delle ONS?
4.2 In che modo potete massimizzare le opportunità per i partecipanti e fare
in modo che la quota Jamboree sia equa?
4.3 Potete valutare quale sarà la quota Jamboree (in dollari USA)?
25
4.4 Come strutturereste il vostro bilancio (quote Jamboree e risorse/spese
esterne, in dollari USA)?
4.5 Le autorità nazionali o locali potrebbero appoggiarvi finanziariamente? E
il settore privato?
4.6 Avete una stima approssimativa delle vostre entrate e delle vostre uscite
(in dollari USA)?
5. Date
5.1 Quali sono le date proposte per il Jamboree?
6. Analisi SWOT
6.1 Potete effettuare da voi un’analisi SWOT della vostra stessa proposta, e
fornire tre Punti di forza (S=Strengths), tre Punti deboli (W=Weaknesses), tre
Opportunità (O=Opportunities) e tre Rischi (T=Threats)?
b) I tempi
Circa i tempi della candidatura per il Jamboree 2019 non vi è ancora una
certezza assoluta, ma – stante anche la fase di riorganizzazione in cui si
trova l’Ufficio mondiale – sembra molto probabile che la decisione sulla
candidatura non sarà presa dalla Conferenza mondiale del gennaio 2011 (a
Curitiba, in Brasile), ma da quella del luglio 2014, la cui ubicazione sarà
decisa dalla stessa Conferenza di Curitiba. Ciò non muta il numero di anni
che ci separano dal Jamboree 2019, ma lascia un maggiore respiro per la
preparazione della candidatura italiana.
In tal caso, ad esempio, sarà possibile consultare in modo più disteso i
paesi europei, al fine di ottenerne l’indispensabile appoggio. A tal proposito
si potrà utilizzare la prossima Conferenza europea, in programma in Belgio
nel luglio 2010.
c) La campagna promozionale
La campagna promozionale non può essere improvvisata, ma va
condotta da persone competenti. La contesa per la candidatura si vince (o
si perde) alla Conferenza mondiale, ma le possibilità di vincere si
costruiscono ben prima, nelle relazioni con le dirigenze delle associazioni e
nella presenza agli eventi scout mondiali ed europei. La campagna, va
ricordato, è orientata a convincere degli adulti, dirigenti di associazioni: non
dobbiamo "educare" dei ragazzi.
Vanno contattati in anticipo "grandi elettori" e paesi-chiave, ma non va
lasciato perdere nessun paese: in Conferenza il Nepal ha gli stessi voti degli
USA. La partecipazione alla Conferenza mondiale va preparata con cura e
senza risparmi inutili. E’ prassi presentare la candidatura con un video o,
meglio ancora, con uno spettacolo, che va preparato da un regista
26
professionista. Occorre una numerosa delegazione, giacché i voti vanno
raccolti a tappeto fino all’ultimo minuto. Alla Conferenza c’è sempre un 30%
di incerti che poi di fatto decide le sorti della gara.
27
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
1
“Domande frequentemente rivolte” (ai promotori della proposta).
28
raccomandazione adottata dall’Assemblea nazionale del Cngei parlano, non
di 2019, ma di "primo Jamboree possibile").
29
Il problema organizzativo non sembra davvero superiore alle possibilità
dello Scautismo italiano.
In effetti in Italia non sono state organizzate Route nazionali R/S dal
1986, ma non a causa del Jamboree, visto che neppure è stato organizzato
alcun Jamboree. Comunque una Route R/S sarebbe possibile anche prima
del Jamboree, se così decidesse l’Agesci.
In effetti, una volta scelto il luogo e accettata internazionalmente la
candidatura, è prassi costante organizzare un evento internazionale (o
nazionale, ma con buona partecipazione internazionale) di grandi
dimensioni, sul terreno stesso del futuro Jamboree. Ecco quindi l’occasione
per tenere sul medesimo terreno almeno la parte fissa della Route.
30
Uniti: l’appello della Conferenza mondiale per una limitazione delle spese
per le campagne promozionali delle candidature relative ad eventi mondiali
(cfr. la ricordata risoluzione 25/08).
La storia delle candidature mostra comunque che c’è un vantaggio a
mettersi in fila (l’Olanda perse nel 1991, ma vinse nel 1995): se non ce la
facciamo nel 2019, possiamo farcela nel 2023, ma dobbiamo esser stati in
corsa nel 2019. Per questo non sarebbe consigliabile puntare fin d’ora sul
2023.
Gli ultimi due Jamboree tenuti in Europa (le esperienze di altri continenti
sono difficilmente applicabili all’Italia) hanno prodotto un attivo di bilancio. In
Olanda (1995) l’attivo fu tale (3,5 milioni di euro su un totale di spese di 28
milioni) che maturò un orientamento del Bureau mondiale a chiedere che, da
allora in poi, un eventuale attivo fosse spartito con il bilancio
dell’OMMS/WOSM. In Gran Bretagna (2007) si è avuto un attivo di 50.542
sterline, circa 60.000 Euro, interamente re-investito per lo Scautismo.
A questa cifra vanno aggiunte donazioni per circa 25.000 sterline, girate
al Jamboree 2011. Inoltre il bilancio ufficiale non tiene conto di altre voci
(proventi dei visitatori ed Operation one world) che hanno prodotto introiti
per una cifra che si aggira intorno alle 275.000 sterline, né del
merchandising (cifra non nota ma assai rilevante, superiore al milione di
sterline). Vedi per queste cifre il rapporto finale britannico
(scout.org.uk/documents/jamboree/2007WSJReport.pdf). Non esiste quindi
alcuna “legge ferrea del deficit” per un Jamboree: anzi, a Ginevra assicurano
che è più facile che un passivo si produca per una Conferenza Mondiale che
per un Jamboree.
31
Nella fase 1 (preparazione della candidatura) la FIS dovrebbe istituire un
gruppo di lavoro che, pur interferendo il meno possibile con l’attività delle
Associazioni, lavori sotto lo stretto controllo delle loro dirigenze e del
Consiglio federale.
Spetterebbe a tali organi esecutivi – che verrebbero regolarmente
informati dal gruppo di lavoro, tra l’altro attraverso il regolare invio dei verbali
- approvare ogni scelta politica relativa all’organizzazione del Jamboree.
Nella fase 2 (organizzazione del Jamboree) le grandi scelte politiche
sarebbero state già assunte, e vi sarebbe solo un robusto lavoro
organizzativo procedente su direttrici ormai tracciate.
Di competenza delle dirigenze associative e federale rimarrebbero i
contatti con il governo e gli altri enti pubblici ed i grandi sponsor privati,
nonché l’approvazione di tutti i contratti. Non si vede quindi alcun rischio di
gerarchia parallela.
32
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
CONCLUSIONE
33
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – ALLEGATI
Allegato 1
PROGETTO DI MOZIONE SUL
JAMBOREE IN ITALIA
34
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – ALLEGATI
Allegato 2
RACCOMANDAZIONE SUL
JAMBOREE IN ITALIA
Adottata all’Assemblea Nazionale del CNGEI del 29 e 30
Novembre 2008 a Rocca di Papa – Roma
35
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – APPENDICI
1° Jamboree mondiale
(Olympia, Londra, 1920)
Fratelli scout,
vi chiedo di fare una scelta solenne. Esistono fra i vari popoli
del mondo differenze di idee e di sentimenti, così come ne esistono nella
lingua e nell'aspetto fisico. La guerra ci ha insegnato che se una nazione
cerca di imporre la sua egoistica volontà alle altre, è fatale che ne seguano
crudeli reazioni. Il jamboree ci ha insegnato che se facciamo prova di mutua
tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l'armonia
sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma
decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri
ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, così da poter
contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona
volontà fra gli uomini.
3º Jamboree mondiale
(Arrowe Park, Birkenhead, Gran Bretagna, 1929)
Nella cerimonia di chiusura gli scouts non si raggrupparono per nazione, ma
si mescolarono e formarono 21 linee raffiguranti i raggi di una ruota
gigantesca, nel centro della quale si teneva, in piedi, B.-P. Seppellendo
un'ascia in un barilotto di frecce di legno dorate, il Chief disse:
36
Questa è l'ascia della guerra, dell'inimicizia, della animosità, che io ora
seppellisco ad Arrowe Park. Da tutti gli angoli del mondo siete venuti ad
Arrowe rispondendo al richiamo della fraternità. Ora vi invio nuovamente alle
vostre patrie, muniti del segno della pace, della buona volontà e della
comunità che lega tutti gli uomini. Da ora in poi il simbolo della pace e della
buona volontà è una freccia dorata. Portatela con voi ovunque, cosicché tutti
possano ricevere questo messaggio di fraternità tra tutti gli uomini.
Debbo ringraziarvi tutti per esser venuti qui al nostro felice jamboree dalle
più lontane parti del mondo. Sembra soltanto ieri che ci siamo incontrati nel
fango, ed oggi ci separiamo, ma splende il sole. Ed il sole splende nei nostri
cuori oltreché in cielo. Sono felice di avere incontrato tutti voi. Ho molte cose
di cui ringraziarvi. Desidero che torniate via da qui nelle vostre nazioni nelle
diverse parti del mondo tenendo presente alla mente la nuova idea di avere
fratelli in ogni nazione. Li avete incontrati ed ora li conoscete personalmente.
Spero che voi che siete venuti da altre terre abbiate goduto il vostro
soggiorno qui, e mi auguro che abbiate scoperto che l'Inghilterra non è poi
un brutto posto come potevate pensare. Desidero che portiate in patria una
buona impressione della Gran Bretagna, di tutti i ragazzi che avete
incontrato qui e della gente che ha cercato di essere gentile con voi.
Certamente chiunque è buono a vedere i punti cattivi di un popolo o di un
Paese, ma un buon scout cercherà negli altri quello che hanno di buono.
Desidero che voi ricordiate i nostri lati buoni e dimentichiate quelli cattivi.
Dite ai vostri amici, nelle vostre rispettive nazioni, tutto il bene che potete
di noi, in modo che noi tutti possiamo pensare meglio l'uno dell'altro.
Allontanatevi da qui come ambasciatori di buona volontà e di amicizia.
Ognuno di voi scouts, non importa se giovane o di modesta condizione, può
diffondere una buona parola sulla nostra patria e su coloro che ha incontrato
qui.
Ora posso soltanto dirvi: «Arrivederci a tutti, e buon viaggio». Spero che
verrete ancora al nostro prossimo jamboree, quanti più possibile, per farne
un successo come avete fatto questo. Cercate nel frattempo di portare
avanti il vostro lavoro di scouts. Cercate di diventare voi stessi migliori
scouts, cercate di aiutare altri ragazzi, specialmente i più poveri, ad entrare
nel Movimento per essere cittadini felici, pieni di salute ed utili al prossimo
come lo siete voi.
37
4° Jamboree
(Gödöllö, Ungheria, 1933)
Restiamo per un momento in silenzio perché ciascuno di noi possa nel
suo intimo ringraziare Dio di averci riunito come una famiglia felice qui a
Gödöllö.
[Dopo il minuto di silenzio, B.-P. riprese:]
38
5° Jamboree mondiale
(Vogelensang, Olanda, 1937)
Siamo arrivati alla fine del nostro jamboree. Sembra come fosse solo ieri
che l'abbiamo inaugurato, ed è già alla fine. Ma sono molto contento che
durante questi pochi brevi giorni tutti voi scouts riuniti qui da ogni parte del
mondo abbiate sfruttato al massimo l'occasione offertavi di farvi degli amici.
Del resto era questo lo scopo principale del jamboree: farvi quanti più amici
possibile fra i ragazzi degli altri Paesi.
Siamo stati chiamati la Crociata dei Ragazzi, la Crociata della Pace e
questa è una definizione quanto mai appropriata della nostra fraternità
scout.
Giovani di tutti i Paesi rappresentati al jamboree si sono riuniti e si sono
votati alla crociata dell'amicizia e della buona volontà. Vi ricorderete come ai
tempi delle crociate i grandi sforzi per conquistare alla cristianità la Città
Santa di Gerusalemme fallirono. Allora, quando i ragazzi videro che i loro
padri avevano fallito nei loro sforzi, si unirono insieme e si impegnarono ad
intraprendere loro una crociata per continuare l'impresa dei loro padri.
Purtroppo il loro tentativo non riuscì per mancanza della necessaria
organizzazione e di adeguata preparazione. Ma fu in ogni modo un
magnifico tentativo volto ad una grande causa.
La fraternità dello scautismo è simile sotto molti aspetti a quella crociata.
Voi scouts vi siete riuniti qui da tutte le parti del mondo come ambasciatori di
buona volontà, e vi siete fatti amici l'un l'altro, abbattendo qualsiasi barriera
di razza, di religione e di classe sociale. Questa è certamente una grande
crociata. Vi consiglio ora di continuare questo buon lavoro, perché sarete
uomini e se contese dovessero sorgere tra qualche nazione, è su di voi che
ricadrà il fardello della responsabilità.
39
A questo punto B.-P. consegnò ai capi contingente una speciale
riproduzione dell'insegna del jamboree;quindi riprese:
40
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – APPENDICI
I peli dritti
Caro Mario,
mi guardo le braccia mentre le dita corrono veloci come non
mai sulla tastiera: ho i peli dritti!
Non potevi farmi regalo più bello! Gioia che si tramuta in commozione.
Sì, come te sto sognando da tempo un Jamboree in Italia e so quanto tu
in anni passati lo abbia sognato. Allora cominciamo a dare ali al sogno, con
tutta la nostra energia, con la nostra forza, mettendoci anche dentro un
pizzico di azzardo, di sconsideratezza se vuoi, perché se molti di noi hanno
superato gli... 'anta (e magari qualcosa di più - io, per la cronaca tra amici
sono del '47) dentro di noi conserviamo e sappiamo alimentare il nostro
animo bambino, quello che quando portavamo i calzoni corti ci faceva
arrampicare sugli alberi, più su! più su!, nonostante i divieti e la
preoccupazione delle nostre madri.
LUCIO COSTANTINI
Le chenilles di Moisson
Caro Mario,
I conteggi che ha fatto Lucio mi hanno fatto un po' sorridere, ma
anche riflettere. Quando lui si esercitava nei primi vagiti, io ero a Moisson,
vice capo delle Antilopi del Lazio 2.
Ma anche riflettere, sulla capacità dello scautismo di annullare ogni
barriera, compresa quella del tempo.
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Chi come me si avvia a compire il quarto ventennio, ha il privilegio di
avere un filo diretto con la schiera non più quantificabile di Capi e compagni
di Strada che si sono sistemati nella Casa. Ed allora cosa di meglio di
andare ad avvisarli della tua iniziativa?
Pensi che un Ferruccio Mugnai possa restare indifferente? O Gino
Armeni, Salvatori e la miriade degli altri...
Temo che per avere il sostegno di don Sergio Pignedoli dovremo
assicurargli che nei boschi del Jamboree italiano non ci siano quelle terribili
chenilles1 che l'hanno torturato a Moisson!
Scherzi a parte mi avvio al Jamboree camminando verso i 90 anni, di qua
o di là. Non so cosa possa fare io per aiutare la realizzazione di questo
sogno che abbiamo condiviso per tanto tempo. Forse raccontare i miei
quattro Jamboree, nel bene e nel male; forse chiedere alla pattuglia che ci
precede di far rivivere agli scouts di oggi il profumo dei mille fuochi accesi a
cucinare il pranzo, o far loro ascoltare, nell'ora del primo mattino, il silenzio
che man mano si riempie dei cento canti sommessi che si alzano, diversi, a
lodare e ringraziare il Signore?
MIMMO SORRENTINO
1
Bruchi.
42
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – APPENDICI
IL JAMBOREE DI MOISSON
Di Nando Paracchini, capo storico del Roverismo ASCI e AGESCI,
riproduciamo un dettagliato e simpatico ricordo sullo storico Jamboree
della Pace di Moisson. Dopo il forzato isolamento del periodo dello
scioglimento (la “giungla silente”, per dirla col Cngei), il Jamboree di
Moisson rappresentò una svolta decisiva dello scautismo italiano
verso gli orientamenti collaudati all’estero, e soprattutto in Francia,
negli anni precedenti: si consolidò il sistema delle
pattuglie/squadriglie, si comprese la necessità del Gruppo scout, si
prese la strada “latina” della Branca R/S in contrapposizione a quella
anglosassone. Dirà don Sergio Pignedoli per l’ASCI: “Il Jamboree di
Moisson non ci ha svelato un metodo, ha fatto molto di più: ci ha
mostrato i risultati meravigliosi del metodo. Ci ha fatto vedere il tipo
dello scout che è sulla strada e la percorre. E questo ci ha messo
addosso l’argento vivo. Al ritorno, abbiamo iniziato con fiducia
fervorosa il cammino” (“Estote Parati”, n. 4 del 1947, p. 4).
RICORDI PERSONALI
DEL JAMBOREE DI MOISSON
Questi ricordi sono volutamente definiti personali, proprio in quanto
intendo raccontare la mia esperienza di Zeta (v. più avanti il significato di
questo termine), escludendo quegli aspetti che già altri hanno descritto o
che sono comunque presenti nelle cronache dell'avvenimento.
All'epoca avevo giusto 20 anni e, quale figlio di emigranti del secondo
periodo (l'emigrazione italiana in Francia si suddivide generalmente in tre
periodi: il primo tra la fine del '800 e l'inizio di questo secolo, il secondo degli
anni venti e trenta, il terzo dopo la seconda guerra mondiale), abitavo in
Francia. Avevo saputo della rinascita dello scautismo in Italia da mio cugino
Livio che era entrato nell'ASCI subito dopo la Liberazione, e poi anche da
uno scout italiano di Fino Mornasco, certo Teo Cavadini, ex Aquila
Randagia, emigrato in Francia (all'inizio del terzo periodo) per scelta
personale più che per necessità, che avevo incontrato per caso su un
autobus parigino, riconoscendolo come scout italiano perché portava il giglio
dell'ASCI al risvolto della giacca.
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La preparazione
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Dopo i primi incontri collegiali il gruppo venne diviso per lingue e nazioni
presso le quali doveva avvenire il nostro servizio di Zède. Della pattuglia
italiana facevano parte in totale, compresi Teo ed io, una decina di persone
provenienti dai vari Clan di Parigi e della Regione circostante, l'Ile de
France. Dopo più di cinquant'anni i loro nomi non mi sono più presenti alla
memoria, ma ricordo che vi erano alcuni figli o nipoti di nostri emigranti e
qualche francese che sapeva la nostra lingua. In particolare ricordo uno che
era protestante e un altro il cui padre era un fuoruscito politico che era poi
stato ucciso dai fascisti italiani in Francia; sua madre, forse in compenso,
faceva parte del personale dell'ambasciata italiana di Parigi.
Gli incontri di questa pattuglia iniziarono diversi mesi prima della data di
inizio del Jamboree; avvenivano, credo di ricordare, un paio di volte al mese
e avevamo da prepararci su diversi argomenti. Ciò avveniva
prevalentemente tramite scambi tra di noi, a mo' di capitoli rover, oppure
anche con interventi di specialisti esterni. Furono affrontati, seppur
brevemente, argomenti quali notizie attuali sulla società italiana (geografia,
storia recente, economia, situazione politica, religione ecc.) e informazioni
sullo scautismo locale, nel qual campo l'amico Teo ebbe la possibilità di
parlare dell'ASCI, dello scioglimento da parte del regime fascista e delle
Aquile Randagie.
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Distintivi e fazzoletti
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Zeta, i servizi generali (Direzione, Delegazioni, Contingenti, Sottocampi,
Arrivo e ricevimento, Attività, Servizi vari, regole da osservare, Polizia ecc.),
le attività previste e le manifestazioni "generali", la vita nel quadro del
sottocampo, usi e costumi dei Paesi accolti, le religioni al raduno, lo Zeta
nell'accoglimento e nell'ospitalità, i servizi pubblici al Jamboree, le
personalità che sarebbero venute in visita ecc. In quella occasione ci fu
consegnata un’edizione provvisoria ciclostilata del Manuale dello Zeta.
Il week-end terminava con una visita illustrata del terreno del Jamboree
in cui ci furono mostrate le localizzazioni dei vari sottocampi, della Direzione,
dell'arena per le manifestazioni, dell'ospedale da campo, del porto per i
nautici, del campo d'aviazione (erano previsti, novità dell'epoca, anche gli
scout dell'aria) e di tutte le principali installazioni. Infine avvenne un'ultima
sessione intitolata “Il "mestiere" di Zeta”. Il tutto inframmezzato con
dimostrazioni pratiche, ambientato in un clima scout e con attività tipiche
(alzabandiera, Messa, bagno nella Senna, la sera bivacco ecc.).
Tengo a precisare che la partecipazione a questo fine settimana era a
spese nostre (conservo ancora la ricevuta di 200 franchi di allora), così
come lo era quella al Jamboree per tutti i Rover e Guide in servizio, che era
di 3.000 franchi.
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l'epoca erano notevoli, sopratutto perché appositamente create e
provvisorie. E sicuramente ne dimentico. Senza contare ovviamente tutte le
tende e i tendoni destinate alla direzione del Jamboree e a quelle di ogni
sottocampo, oltre alle varie costruzioni rappresentative (portali, pennoni per
bandiere, altre costruzioni per specifici giochi, luoghi di culto ecc.), che
sarebbero state montate nelle ultime settimane prima del raduno.
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Durante il viaggio non ho presenti particolari ricordi se non che potemmo
iniziare a fare reciproca conoscenza con i Capi della delegazione e con i
ragazzi dei vari Reparti che la componevano. Ricordo però in particolare che
assistemmo ad una Messa detta nel corridoio del vagone mentre il treno
andava, con gli scout affacciati alle porte degli scompartimenti. E, dettaglio
di colore, alle fermate nelle stazioni l'assalto ai servizi e alle fontanelle per
dissetarsi e fare provvista di acqua da bere.
La delegazione italiana
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lombardi, emiliani e toscani tra i quali ricordo i nomi di Armando Pellati di
Modena, Aldo Nardi di Mantova, Francesco Iusvardi ... ma anche qui la
memoria mi fa difetto.
Un aneddoto umoristico: l'insolita denominazione di Zeta era rimasta
nell'orecchio del Baden che in un primo tempo credeva che fosse il mio
nome o sopranome. La cosa non durò perché in seguito e per un altro breve
tempo, pregava per la mia conversione credendomi protestante! C'era infatti
tra i nostri uno Zeta di Reparto, francese e protestante, col quale mi aveva
confuso. Lui stesso, negli anni seguenti, faceva delle grandi risate
raccontando questi fatti.
Anche tra i piemontesi ricordo nomi famosi: l'allora regionale Lovera e
anche Carbonara che gli avrebbe poi succeduto. Vi ho conosciuto allora
anche Alfredo Francioni di Grignasco, forse l'unico novarese presente, che
era Aiuto Capo del Riparto di formazione del Piemonte e che era stato nel
1945 co-fondatore e, per lunghi anni Capo, del Reparto di Grignasco in
provincia di Novara (oggi diventato un grosso Gruppo). Ho poi fatto
scautismo con Alfredo in varie occasioni quando, tornato in Italia dai luoghi
dell'emigrazione, ho fatto il capo del Reparto di Castelletto Ticino nella
stessa provincia, e siamo rimasti amici per lunghi anni fino a quando è
“tornato alla Casa del Padre" circa una decina di anni fa.
Alfredo mi cercò subito per dirmi che mio cugino Livio, quasi mio
coetaneo e quasi mio fratello, entrato nello scautismo subito dopo la
liberazione, era venuto in bicicletta fino a Bardonecchia da Castelletto in
provincia di Novara, nella speranza di incontrarmi dopo i lunghi anni della
guerra. Purtroppo non lo lasciarono passare alla frontiera (eravamo nel
primo dopoguerra e gli spostamenti non erano facili come lo sono ora) e
dovette ritornare a casa senza esserci incontrati. Con lui ho avuta poi la
fortuna di fare molto scautismo, siamo amici più che parenti e ora siamo
ancora nella stessa Comunità del MASCI.
Il servizio di Zeta
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che si era dato ammalato all'ultimo momento e pertanto dovevo colmare
questa lacuna coprendo il vuoto), mentre noi Zeta di contingente
dipendevamo dal Capo del nostro Sottocampo.
I compiti degli Zeta, che dovevamo svolgere con una certa discrezione e
senza interferire nei compiti e nelle responsabilità dei Capi della delegazione
e dei Reparti, come li ricordo si possono riassumere nei seguenti quattro
grandi raggruppamenti:
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Per altro usciva giornalmente un quotidiano che si comperava alle edicole e
di cui conservavo la raccolta completa che però non ho fin'ora ritrovato.
Altri ricordi alla rinfusa. Il terreno del raduno, la brughiera della Forêt de
Moisson, era piuttosto vario, a rari tratti coperti da alberi d'alto fusto come
nella zona del Sottocampo Champagne, a tratti brullo con cespugli e cospar-
so di erica come nel Sottocampo Bretagne. E siccome, per tutta la durata
del Jamboree, non ha mai piovuto, divenne rapidamente molto polveroso. Il
gran caldo di quei giorni unito al sudore della nostra vita attiva, facevano si
che la polvere ci si appiccicava addosso. E' un aspetto di colore che non
ricordo di aver mai letto riferito dalle cronache, come invece sono stati
ricordati altri Jamboree piovosi, fangosi e perfino ventosi. Per fortuna erano
installate in ogni Sottocampo delle batterie di docce che sfruttavamo
frequentemente, anche diverse volte al giorno.
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Andammo poi al centro di Parigi, l'antica Lutèce, per vedere Notre-Dame
e anche Saint-Julien-le-Pauvre, l'unica chiesa di Parigi di autentico stile
romanico. Facemmo anche un salto a Montmartre a vedere il Sacré-Coeur.
Prendemmo poi l'autobus (sempre per vedere l'aspetto della città) per
andare, su richiesta di Baden che aveva sentito parlare del Canonico
Cornette detto “Le Vieux Loup” (fondatore e organizzatore del Lupettismo in
Francia e primo Assistente Nazionale SdF), al cimitero di Père Lachaise
sulla sua tomba, che è una grande lapide di pietra rosa, sulla quale spicca
scolpita in risalto una grande croce di Gerusalemme, noto distintivo degli
scout francesi e internazionalmente degli Assistenti.
Una conclusione
NANDO PARACCHINI
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – APPENDICI
Chi è stato al Jamboree questa realtà l’ha toccata con mano, ha respirato
un’aria “mondiale”, ha capito o anche semplicemente intuito che la pace fra i
popoli sarebbe possibile se tutti fossero un pochino più… scout.
Questa pubblicazione, che si ispira al 15° Jamboree svoltosi a Calgary in
Canada, vuole essere non soltanto una rievocazione per quanti hanno avuto
la fortuna di vivere questa splendida avventura, ma anche e soprattutto un
contributo perché tutti possano apprezzare il fenomeno Jamboree in tutta la
sua importanza e perché tutti scoprano il valore enorme dello scautismo
come movimento mondiale.
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Questo libretto ha poi un’altra pretesa, più modesta forse, ma
estremamente utile e concreta: quella di diventare uno strumento di lavoro
per i Capi e uno stimolo per i ragazzi ad affrontare la dimensione
internazionale dello scautismo non soltanto in occasione o per il Jamboree,
ma cogliendo e creando tutte le opportunità per uscire all’esterno, e per
vivere il nostro essere “cittadini del mondo” così come Baden-Powell ci ha
chiesto e insegnato
CHIARA OLIVO
Capo Scout Cngei
Messaggio dell’Agesci
Jamboree! Parola magica che fa vibrare il cuore di ogni scout,
specialmente di quelli che hanno avuto la fortuna di parteciparvi, almeno una
volta. Occorre rinnovare la nostra ammirazione per B.-P. che ha inventato
questa straordinaria assemblea quadriennale e ne ha iniziato la tradizione.
L’aspetto del Jamboree si è certamente modificato nel tempo ed è ben
difficile definire i caratteri specifici: è un incontro? una festa? un’esibizione?
un mercato? una gara?
OTTAVIO LOSANA
Capo Scout Agesci
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DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA – APPENDICI
DUE ARTICOLI
SUL JAMBOREE DEL CENTENARIO
Come si è detto, il Jamboree del Centenario (agosto 2007) ha visto
una partecipazione record da parte dello scautismo italiano. Già da
vari anni la fascia di età del Jamboree è stata fissata a 14-18. Questa
fascia esclude gli scout dei primi due anni nel Reparto, mentre apre il
Jamboree alla partecipazione dei R/S più giovani (per l’Agesci, i
noviziati). Questa partecipazione si è realizzata per la prima volta su
larga scala al Jamboree del Centenario, come ci racconta Luca
Paternoster.
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Intanto approfitto di questo spazio per iniziare il confronto proponendo la
mia esperienza di Maestro dei Novizi come primo e parziale osservatorio. I
noviziati di formazione erano molto eterogenei, nei ragazzi è stato forte il
desiderio di scoprirsi e conoscersi ma le aspettative e le ambizioni di tutti
sono state chiare fin dalla nostra prima uscita, erano elettrizzati e concentrati
a vivere un’esperienza indimenticabile che li avrebbe accostati a tanti altri
scout provenienti da ogni angolo del mondo. Al campo, a Hylands Park, il
ritmo e le attività erano dettate in eguale misura per tutte le unità, quindi per
la nostra struttura associativa indiscriminatamente per reparti e noviziati;
questa è stata certo una preoccupazione che ha investito subito gli staff che
hanno elaborato evidentemente dei percorsi di accompagnamento dei
novizi/e dentro l’esperienza, dentro le situazioni che piano piano si
concretizzavano ed evolvevano.
Con gli altri Capi dello staff abbiamo ritenuto di adeguarci alla vita di
campo (che non poteva essere vita di una comunità in strada), dando però
accento alle occasioni di incontro e scambio (non solo di distintivi, che pure
sono stati un’ottima esca per rompere l’imbarazzo iniziale) con la realtà
internazionale che stava intorno a noi.
L’intraprendenza e le motivazioni dei ragazzi hanno spinto il contatto con
l’altro così da non sottolineare più le distanze ma le vicinanze: ben presto
non c’erano differenze di colore, lingua, religione, c’era solo il vicino, l’altro
che ricercava e donava la stessa gioia dell’incontro.
Le attività erano molto diversificate e distribuite, caratterizzate
generalmente da un sano dinamismo, non sono mancate occasioni di
informazione e riflessione. Ai ragazzi la possibilità e l’abilità di interpretare le
proposte alla luce della loro maturità; ai Capi il compito di accompagnare e
sollecitare l’elaborazione delle esperienze.
Essere riusciti a cogliere le continue occasioni è stato per i ragazzi
patrimonio e bagaglio, anche culturale, che oggi possono orgogliosamente
rivendicare nel loro cammino quotidiano: la lunga contrattazione per avere
un basco polacco, l’invito a cena da parte dei ragazzi coreani, la partita a
calcio con gli inglesi, i bans insieme ai cileni durante la lunga attesa del bus,
la corte spietata dei ragazzi pakistani, i disegni che introducono le religioni e
tanto altro.
I giovani oggi generalmente appaiono, agli occhi dell’adulto, tutti uguali,
uniti e facili alla comunicazione, così non è, non conoscono la parola e sono
spesso estranei tra loro... il jamboree è stato uno stimolante banco di prova
e i ragazzi potranno confermarsi ambasciatori se l’esperienza li avrà
cambiati e le persone che incontreranno riconosceranno questa nuova luce,
questa nuova forza.
I rover e le scolte hanno vissuto il Jamboree con un approccio
chiaramente diverso, ma con lo stesso entusiasmo di ogni partecipante.
Correvano instancabili per il campo offrendo un saluto e un sorriso a tutti,
li incontravamo nelle botteghe e nelle diverse attività, sempre gentili e
precisi. I Capi clan/fuoco con i quali ho avuto modo di scambiare qualche
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parola mi hanno riferito di un grande impegno e dedizione nel servizio che
era loro affidato; spesso si rendevano utili a Casa Italia anche dopo aver
terminato il loro servizio. Un modo generoso di vivere l’avventura unica del
Jamboree.
Lo stile di tanti Capi e ragazzi è stato riconosciuto e apprezzato da tutti
con sincera gratitudine.
Prima di concludere, dando magari l’arrivederci in Svezia nel 2011, un
profondo ringraziamento allo staff di contingente, ai capi e ai ragazzi che
hanno reso concreto il messaggio di pace e fratellanza proprio delle parole
di B.-P.
Buona strada
LUCA PATERNOSTER
Incaricato nazionale di Branca R/S dell’Agesci
(da "Proposta Educativa" n. 5 - 2007)
“Credo che sia questo lo scopo del Jamboree: oltre a essere ragazzi, ad
appartenere a paesi diversi, ad avere fedi diverse, siamo tutti scout che
hanno raccolto il seme piantato da B.-P. cento anni fa’.
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Per chi non lo aveva capito prima e per chi qui ha concretizzato le sue
teorie, questo Jamboree può essere l’inizio di un nuovo stile di vita, dove si
vede il mondo con occhi diversi”.
Jessica (guida del reparto Bartolomeo Cattaneo)
Con gli occhi della fratellanza, dello scambio, del sorriso. Questo è quello
che emerge durante un Jamboree: la scoperta di mondi nuovi, la voglia di
sperimentarsi in un rapporto di comprensione e di condivisione con persone
diverse da noi, lo stimolo a proseguire con questo stile nella vita quotidiana.
Il tutto attraverso esperienze concrete, secondo lo stile scout
dell’imparare facendo. Un piccolo mondo in miniatura, con tutte le sue
caratteristiche, i suoi aspetti positivi e anche ovviamente con le sue piccole
contraddizioni.
Ma vale anche per gli adulti o è un’esperienza che tocca solo i ragazzi?
Luca (reparto Camillo Golgi): non l’avevo fatto da ragazzo. Avevo voglia
di sperimentare questa dimensione internazionale ed è stata un’esperienza
di apertura utilissima per il mio ruolo di Capo.
Quale giudizio date alle attività che sono state proposte, e come hanno
partecipato i ragazzi delle vostre unità?
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I ragazzi non dimostrano di avere molte aspettative, ma poi comunque si
fanno coinvolgere nelle attività. Mancano però di spirito di iniziativa anche
nell’entrare in contatto con le persone. Conoscono poco l’inglese nonostante
frequentino prevalentemente licei e anche per questo non si lanciano.
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affrontare il loro ruolo e parlarne. L’impressione è che molti si siano dati da
fare indipendentemente dai loro Gruppi di provenienza.
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panoramica e con la presentazione del prossimo Jamboree che hanno fatto
in modo veramente scout alla cerimonia di chiusura.
LUCIANA BRENTEGANI
(da "Proposta Educativa" n. 5 - 2007)
62
Lo Scautismo
non è una scienza…
ma chi lo ama lo studia!
I numeri speciali di Esperienze e Progetti sono un’ ottimo strumento per
approfondire la conoscenza dello Scautismo e del suo metodo educativo.
Guardate l’elenco, sicuramente almeno uno vi interessa!
SOMMARIO
LETTERA DEL PRESIDENTE FULVIO JANOVITZ 3
DOSSIER JAMBOREE IN ITALIA
B.-P. E IL JAMBOREE 5
I JAMBOREE DEL PASSATO 6
COM’È NATA LA PROPOSTA “JAMBOREE IN ITALIA” 13
I VANTAGGI E BENEFICI DEL JAMBOREE 16
LE CARATTERISTICHE ODIERNE DEL JAMBOREE 18
I NODI DEL JAMBOREE 21
LA CANDIDATURA ITALIANA. JAMBOREE QUANDO? 24
FREQUENTLY ASKED QUESTIONS (FAQ) 28
CONCLUSIONI 33
ALLEGATI
MOZIONE PRESENTATA AL CONSIGLIO GENERALE
34
DELL’AGESCI 2009 DA DIECI REGIONI
RACCOMANDAZIONE ADOTTATA DALL’ASSEMBLEA
35
NAZIONALE DEL CNGEI IL 30 NOVEMBRE 2008
APPENDICI
I DISCORSI DI B.-P. AI JAMBOREE 36
DUE REAZIONI ALL’APPELLO PER UN JAMBOREE LUCIO COSTANTINI
41
IN ITALIA MIMMO SORRENTINO
IL JAMBOREE DI MOISSON NANDO PARACCHINI 43
DUE MESSAGGI SUL SIGNIFICATO DEL JAMBOREE AGESCI / CNGEI 54
UN BANCO DI PROVA STIMOLANTE LUCA PATERNOSTER 56
JAMBOREE 2007 – IL MONDO INTERO IN MINIATURA LUCIANA BRENTEGANI 58
I NUMERI SPECIALI DI ESPERIENZE E PROGETTI 63