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1.

Significato della Promessa


2. Cos’è la Promessa
3. Il coraggio di vivere la Promessa
4. Un po’ di storia…
5. Cos’è la Partenza
6. Cos’è la Partenza
7. Come arrivare alla Partenza
8. Dalla Promessa i “valori” della Partenza
9. Esperienze
10. Domande per riflettere

1. Significato della Promessa


Promessa Scout
" Con l'aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio:
• per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;
• per aiutare gli altri in ogni circostanza;
• per osservare la Legge Scout".

La Promessa costituisce l'adesione alla Legge scout e ai valori da essa indicati. Essa
esprime l'appartenenza alla fraternità mondiale dello scoutismo e del guidismo. Nei
successivi passaggi di branca essa non sarà rifatta ma piuttosto rinnovata per esprimere
l'adesione alla nuova comunità di crescita. La promessa pronunciata in età R/S manifesta
l'adesione allo scoutismo e conclude la fase della conoscenza. Promettere, o rinnovare la
Promessa è aderire ad uno stile di vita, scelto consapevolmente, che si esprime nel rispetto
della Legge e nello spirito del Motto. In questo momento "forte" il Rover, la Scolta e la
comunità tutta sono stimolati alla riscoperta adulta e matura dei valori della Legge.

2. Cos’è la Promessa
Dal regolamento metodologico
Art. 9.
PROMESSA
La Promessa pronunciata in età R/S manifesta l’adesione allo scautismo e conclude la fase
della conoscenza.
Promettere, o rinnovare la Promessa, è aderire ad uno stile di vita, scelto consapevolmente,
che si esprime nel
rispetto della Legge e nello spirito del motto.
In questo momento “forte” il rover e la scolta e la Comunità tutta sono stimolati alla
riscoperta adulta e matura dei valori
della Legge.Il saluto richiama alla scolta e al rover i tre punti della propria Promessa.
Dal regolamento metodologico
Art. 9.
Art. 20 - Educazione al servizio
L’intera proposta educativa scout ha il suo fine ultimo nella scelta adulta di servire, ad
imitazione di Gesù, impegno assunto con la Promessa e maturato con la Partenza,
conseguendo così la propria felicità procurandola agli altri.
Art. 21 - Vita comunitaria
Lo scautismo è una proposta di vita comunitaria, in cui ciascuno sviluppa la propria
identità e ha un suo ruolo, e in cui l’impegno e la responsabilità del singolo sono
indispensabili per la crescita della comunità.
In particolare l’esperienza comunitaria insegna: il metodo democratico nell’assunzione e
nell’esecuzione delle decisioni, tramite il coinvolgimento di tutti i membri della comunità;
la conoscenza dei punti di vista altrui, il confronto con i propri, la ricerca di punti di vista
comuni, alla luce dei valori della Legge, della Promessa e del Motto; la progressiva
assunzione di impegni e responsabilità attraverso il graduale sviluppo dei ruoli, degli
incarichi e delle funzioni.
Art. 10 - Pedagogia scout nell’educazione alla fede
La pedagogia scout è ispirata ad un modello di uomo, che si esprime negli orientamenti
della progressione personale, dalla Promessa alla Partenza, originando uno specifico spirito
e stile di vita, i cui valori sono sintetizzati efficacemente nella Promessa, nella Legge e nel
Motto
Art. 15 – Linguaggio simbolico
Sono espressione del linguaggio simbolico:
- il saluto scout: segno con cui tutti gli scout e le guide del mondo si riconoscono
reciprocamente; ricorda l’impegno della
Promessa;
Art. 26 - Autoeducazione
Aderendo liberamente alla proposta dello scautismo si intraprende un cammino di
autoeducazione che rende protagonisti il ragazzo e la ragazza della propria crescita. Tale
percorso si sviluppa attraverso una graduale e consapevole progressione, vivendo
esperienze e riflettendo criticamente su di esse nello spirito della Legge, della Promessa e
del Motto.
Art. 28 - Progressione personale: finalità
La partenza si riconosce in chi ha fatto proprio lo “stile” enunciato nei valori della
Promessa e della Legge scout.
Art. 34 - Verifica della progressione personale e ruolo della comunità di unità
Essa educa a ricercare i significati profondi delle esperienze vissute cogliendo, nel
cammino percorso e nel confronto con la Legge e la Promessa, indicazioni utili per il
cammino ancora da fare.
3. Il coraggio di vivere la promessa

“Ho ricevuto una lettera da mio fratello Camillo, che presta servizio militare in artiglieria.
Nella lettera c'erano due regali che la rendono più gradita: una fotografia, che lo mostra
notevolmente ingrassato (si vede che la «naja» gli fa bene); ed alcune parole che, se ce ne
fosse bisogno, mi spingono a riflettere sulla bellezza e sulla serietà del pronunciare
solennemente la mia promessa (e queste mi fanno capire, una volta di più, quanto Camillo
sappia comprendermi nel mio intimo e quanto mi voglia bene).
Il grande giorno è venuto. Domani è festa di S. Giorgio. Noi monzesi siamo presenti a
Canonica del Lambro, in quindici, cioè quasi al completo; la maggior parte sono partiti
oggi alle quattro del pomeriggio, mentre io, Isella, Merati e Veronesi siamo partiti dopo
cena, verso le nove. Arrivati noi al campo tutto era già pronto, e subito ebbe inizio il
bivacco, che durò fino alla una e mezza e nel quale si esibirono, in ridicole e belle scenette,
i piccoli di Monza con a capo Peppino, e i Milanesi compreso Uccellini e il «vecio» Binelli.
Terminato il fuoco, noi della prossima promessa, siamo stati trattenuti per un quarto d'ora
di meditazione, mentre Binelli ci ha poi spiegato il grande passo che stavamo per compiere.
Al mattino verso le sette, sveglia, lavaggio, indi ci rechiamo a Gerni per la S. Messa,
celebrata da don Ghetti, con don Aldo e padre Bonati.
Nel pomeriggio….si inizia subito la cerimonia dell'investitura; ed ecco che fra un quadrato
di circa quaranta persone, io, Isella, Nobili, Peppino e Walter (di Milano) siamo accanto ai
nostri padrini, e cioè per me Morgan, per Isella Hati, per Peppino Mowgli e per l'altro
Cicca.
Primo a pronunciarla sono io, e non so spiegare quale commozione provo nello stendere
questo mio braccio pronunciando quella promessa che tanto ho desiderato, per entrare
anch'io nell'immenso numero della famiglia Scoutistica. È poi la volta degli altri e tutti con
lo stesso entusiasmo ci dichiariamo pronti a seguire quelle leggi sante e quelle promesse
incancellabili nel cuore di un vero cristiano.
È questo il «rito» dell'ammissione alle Aquile Randagie.”
Val Codera Aquile Randagie

4. Un po’ di storia…
Robert Baden Powell (detto BP) nasce a Londra il 22 febbraio 1857. Suo padre è un
tranquillo professore e pastore anglicano; la mamma invece, Henriette Grace, è una donna
energica e sportiva.
BP fa la carriera militare ma è sempre diverso dagli altri per la bravura che ha nel fare cose
poco abituali: sa disegnare e scrivere con la mano sinistra e la destra, suona, danza, imita le
voci degli uomini e degli animali, sa recitare.. In poche parole, impara un po’ di tutto e sa
sbrigarsela bene in ogni cosa.
1899: B.P. comanda la cittadina di Mafeking, in Sudafrica, dove con 1000 uomini resiste
agli attacchi di 9000 uomini bianchi dei Boeri. BP è incredibilmente abile nell’inventare
stratagemmi ingegnosi per trarre in inganno gli assedianti ma il suo colpo di genio è quello
di organizzare i ragazzi: essi portano gli ordini a piedi e in bicicletta con un’astuzia ed una
rapidità incredibile. BP osserva tutto e pensa: se ai ragazzi si dà fiducia, loro non ne
approfittano ma si divertono a mantenere la parola data.
Finalmente Mafeking è liberata, dopo 218 giorni di assedio. BP torna a Londra dove è
osannato come un eroe: a 43 anni occupa i vertici della carriera nell’esercito più potente
del mondo. È ricco e famoso; potrebbe pensare solo a se stesso quando…
Un giorno vede dei ragazzi seduti sulle sponde del Tamigi: fumano, bevono, urlano,
bestemmiano, sporcano. BP li vede e, invece di lavarsene le mani, pensa: ”Cosa posso fare
io per loro, perché smettano di comportarsi così?” Come non detto, decide di stare con i
ragazzi più poveri e di mettere a loro disposizione tutta la sua celebrità e i suoi denari.
Nel 1907 BP sbarca nell’isola di Brownsea dove, con 20 ragazzi di ogni quartiere, vive i 10
giorni più importanti della sua vita: è il primo campo scout della storia. Una persona
importantissima di 50 anni suonati si diverte a giocare insieme a ragazzi che non aveva mai
visto. È nato lo scoutismo: il trionfo della generosità più allegra e simpatica,
un’associazione mondiale di oltre 30 milioni di persone dove la regola d’oro è : SERVIRE.
In Italia lo scoutismo arriva molto presto ma la data che interessa a noi della AGESCI è il
1916. In quell’anno un nobile romano di origine marchigiana, il Mario Conte di Carpegna,
ricchissimo e stimatissimo, malgrado avesse già 60 anni,si butta con l’entusiasmo di un
giovanotto nella impresa di fondare lo scoutismo cattolico ASCI (Associazione Scoutistica
Cattolica Italiana) da cui nascerà poi, nel 1974, l’AGESCI (ASCI più AGI = Associazione
Guide Italiane). Nella città di Carpegna (provincia di Pesaro-Urbino) si può ammirare il
monumento a questo generoso nobile romano che si è dedicato ai ragazzi senza pensare a
se stesso.
5. Cos’è la Partenza?

o momento di scelta
o uomini e donne che scelgono di giocare secondo i valori dello scoutismo
o volontà e capacità verso- verità – bene e bello
o annunciare il Vangelo
o membri vivi e attivi della Chiesa (noi Chiesa)
o impegno di servizio
Dal regolamento metodologico

ART. 3 PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDE


L’educazione alla fede si attua con gradualità e continuità, lungo la progressione personale
del lupetto e della coccinella, nella prospettiva unitaria del cammino di crescita verso la
Partenza.
ART. 20 - EDUCAZIONE AL SERVIZIO
L’intera proposta educativa scout ha il suo fine ultimo nella scelta adulta di servire, ad
imitazione di Gesù, impegno assunto con la Promessa e maturato con la Partenza,
conseguendo così la propria felicità procurandola agli altri. L’educazione al servizio del
prossimo si attua progressivamente lungo tutto il cammino scout, iniziando
ART. 28 - PROGRESSIONE PERSONALE: FINALITÀ
La P.P. è unitaria, in quanto punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si
caratterizza come momento della scelta a compimento dell’iter educativo proposto
dall’Associazione.
Art. 33 PARTENZA
Tra i 20 e i 21 anni le scolte e i rover chiedono che i capi e l’assi stente ecclesiastico della
comunità riconoscano che per essi è giunto il momento di abbandonare il clan/fuoco ed
attuare al di fuori della comunità R/S le proprie scelte di vita, rispondendo in tal modo alla
propria vocazione.
Termina così l’itinerario educativo proposto dallo scautismo e comincia quello di
educazione permanente dell’adulto (assunzione piena della responsabilità). La coerenza
con le scelte di vita (quali ad esempio nell’ambito politico, nella fede, nel servizio) e
l’acquisizione di un sufficiente livello di autonomia vanno verificate con l’aiuto dei capi e
della Comunità R/S sulla base di uno stile di vita, che sia confermato da scelte concrete. Se
la scolta e il rover scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dallo
scautismo, di voler essere uomini e donne che indirizzano la loro volontà e tutte le loro
capacità verso quello che hanno compreso come la verità, il bene e il bello, di annunciare e
testimoniare il angelo, di voler essere membri vivi della Chiesa, di voler attuare un proprio
impegno di servizio, allora l’uscita dal clan/fuoco prende il nome di “Partenza”.
Coloro che hanno fatto scelte diverse lasciano il clan/fuoco circondati dalla fraternità di
tutta l’unità, con le modalità che volta per volta stabilisce la Comunità stessa.
La Partenza, va maturata durante tutto il cammino in branca per aiutare il rover e la scolta a
focalizzare le scelte per un futuro progetto di vita, riflettendo sul Servizio e sul suo ruolo di
cittadino.
Durante l’ultimo anno di clan/fuoco il rover e la scolta avranno un rapporto privilegiato col
capo e l’assistente ecclesiastico, con un’attenzione alla preghiera personale, alla ricerca di
momenti di solitudine (hike, deserto), alla lettura dei testi, alla riflessione, alla
partecipazione a momenti di confronto con altri “partenti” e di formazione sociale.
La Partenza della scolta e del rover è un’occasione di riflessione e di verifica per tutta la
Comunità.

ART 35 IL PUNTO DELLA STRADA


I punti della strada devono affermare insieme la loro esemplarità e limitatezza, essere
semplici e gestibili dal giovane, essere percepiti come momenti di vera progressione,
essere occasioni di confronto, proporre esplicitamente l’orientamento alla Partenza, porsi
come perno attorno al quale si organizza la consapevolezza della propria identità attraverso
le esperienze vissute dentro e fuori lo scautismo.

ALLEGATO
ROSS La Route d’orientamento alle scelte diservizio.

• di vivere una forte esperienza di sintesi del cammino scout percorso;
• di valutare la possibilità, nell’ottica della Partenza..

6. Come arrivare alla Partenza

Tutto il cammino scout porta alla partenza!


Dal Lupetto al rover si percorre la progressione personale per arrivare alla partenza.
Possiamo scandire i tempi della Branca R/S.
Il tempo del noviziato, quindi della scoperta, poi quello della condivisione, dell'impegno. Il
tempo della partenza non è un attimo, un istante. E' una fase della vita del rover e della
scolta nel quale ci si prepara più da vicino. E' il momento in cui insieme alla comunità R/S
e insieme al capo clan e l’A.E. si raccolgono le idee. Se il tempo della partenza è il tempo
della grande scelta, come si fa a prepararsi a questa scelta?
L'unico modo che si può preparare a fare delle scelte è fare delle scelte, già da subito,
prima ancora della partenza. L'unico modo per essere coraggiosi è fare cose coraggiose.
L'unico modo per amare gli altri, per imparare a pregare è farlo ora. Questo è il tipico della
pedagogia scout "learning by doing"
Cominciamo ora in clan a sperimentare, in modo che la partenza non diventi un momento
lacerante, un momento difficile perché arriveremo alla partenza avendo già vissuto
esperienze, momenti… della partenza.
La partenza non è un momento di distacco nè tanto meno l'inizio di fare qualcosa di
diverso, ma la partenza è il momento in cui il grano matura, la spiga è cresciuta ed è il
momento del raccolto, il momento della pienezza di un itinerario compiuto.

7. Dalla Promessa i “valori”della Partenza


Quali sono i valori base delle scelte della Partenza? Chi li stabilisce?
Va ricordato innanzitutto che i valori e le scelte di fondo sono indicati in modo chiaro nella
stessa Promessa scout. Essi sono precisamente:
ƒ Il servizio (aiutare gli altri in ogni circostanza)
ƒ La fede (compiere il nostro dovere verso Dio)
ƒ L’impegno civile (compiere il nostro dovere verso il nostro Paese)
ƒ Tutto questo vissuto in uno stile e secondo i principi della Legge scout ( osservare
la legge scout)
Da “Manuale della Branca Rover e Scolte, La Partenza”

8. Esperienze [file Esperienza Promessa.doc]

9. Domande per riflettere


− Che ruolo gioca la scelta di Servire per tutta la vita con i punti della Promessa?
− Ci sentiamo accompagnati in questo cammino (dalla Promessa alla Partenza)
dalla presenza di Gesù?
Qual è stato il legame fra Promessa e Partenza?

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