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CAPITOLO 2, DOMANDE

1) Perché la costruzione di un test comincia con la definizione del costrutto?


Per costruire un test che abbia la speranza di misurare ciò che desideriamo è necessario riuscire a
dare una definizione precisa del costrutto che il test si propone di misurare.

2) Che cos'è l'operazionalizzazione?


L'operazionalizzazione è il processo di individuazione dei comportamenti che ci permettono di
rilevare la presenza di una caratteristica psicologica in una persona. Operazionalizzare significa
legare i concetti scientifici a operazioni che chiunque può osservare ed eseguire. Le
operazionalizzazioni, quindi, sono gli indicatori osservabili di una variabile psicologica latente, il
costrutto. È grazie alla sua valutazione che siamo in grado di dire se una persona possiede o meno
una certa caratteristica psicologica.

3) Che cos'è il dominio di contenuto?


4) In quali modi è possibile arrivare a definire il dominio di contenuto di un costrutto?
Una volta definito il costrutto a livello teorico, il passo successivo è andare a delimitare, all'interno
dell'universo di tutti i comportamenti possibili, quelli che, coerentemente con la definizione,
possono rappresentare le operazionalizzazioni del costrutto. Questo insieme di
operazionalizzazioni è detto dominio di contenuto.
Il dominio di contenuto di un costrutto si definisce innanzitutto grazie al campionamento delle
operazionalizzazioni. Esso, però, viene definito in base ad una molteplicità di fonti.
Tra le varie procedure di elaborazioni ci sono:
-Logica delle co-occorenze: analisi delle frequenze e delle associazioni delle parole.
-Logica delle comparazioni: analisi delle somiglianze/differenze tra sottoinsiemi del testo eseguite
mediante analisi.

5) Che differenza c'è tra dominio e sfaccettatura?


Quando per definire un dominio nella sua totalità si fa riferimento ad altri costrutti, più che a
comportamenti osservabili si parla di sfaccettature del costrutto. Quando un costrutto è definibile
in base ad una serie di sfaccettature viene chiamato dominio.

6) Perché è importante definire da subito lo scopo e i destinatari del test?


7) Che differenza c'è tra test orientati al criterio e test orientati al costrutto?
In base allo scopo del test e al tipo di persone al quale si prevede di somministrarlo certi contenuti
possono rivelarsi più o meno adatti.
Lo scopo principale del test è quello di identificare particolari gruppi di soggetti in base al
punteggio; quindi si parla di test orientati al criterio. Quando, invece, si vuole valutare un costrutto
sulla base di presupposti teorici che poco potrebbero avere a che fare con un obbiettivo pratico,
occorre una precisa operazionalizzazione dei costrutti accuratamente definiti sul piano teorico. In
casi come questi si parla di test orientati al costrutto.

8) Che cos'è lo scaling?


Lo scaling è quel processo che ci permette di ottenere la misura quantitativa di una variabile
psicologica, e quindi non osservabile direttamente. Lo scaling ha come esito l'assegnazione a un
individuo di un numero che indichi il grado in cui lui o lei possiedono la caratteristica che un test si
propone di misurare.
9) Che cos'è un modello di misurazione?
Un modello di misurazione specifica la relazione fra variabile latente (costrutto) e indicatori (item).

10) Qual'è il presupposto fondamentale della teoria classica dei test?


La teoria classica dei test prevede che la variabile latente abbia un effetto causale sulle variabili
osservate, in grado di spiegare la maggior parte del punteggio osservato. La formula si compone
del punteggio vero, ossia l'effettivo contributo dell'effetto causale del costrutto nel determinare il
punteggio osservato; raccoglie tutte le possibili cause del punteggio osservato estranee al costrutto
ed è detto errore di misurazione.

11) Che differenza c'è tra reflective indicator model e formative indicator model?
Nel reflective indicator model gli indicatori riflettono la presenza del costrutto.

16) Quali sono le proprietà specifiche del modello di Rasch?


17) Come risolve Rasch il problema della concatenazione?
19) In cosa consiste una Curva caratteristica dell'Item?
L'obbiettivo che guidò il lavoro di Rasch era quello di ottenere una misura di una caratteristica
psicologica che avesse quattro specifiche proprietà:
-Oggettività specifica: le misure relative agli oggetti da misurare devono essere indipendenti dalle
misure degli oggetti utilizzati per misuare.
-Sufficienza: determina il livello degli individui nella caratteristica che si sta cercando di misurare e
il livello di difficoltà degli item.
-Separabilità: è possibile separare gli effetti dovuti alle persone e quelli dovuti agli item, in base al
comportamento di risposta osservato.
-Indipendenza locale: i punteggi degli indicatori osservabili sono fra loro indipendenti quando la
variabile latente viene mantenuta costante. (Tale proprietà non è specifica dei modelli di Rasch ma
è comune a tutti i modelli di misurazione di tratti latenti).
Rasch si pone il problema della concatenazione: dati due oggetti può essere possibile stabilire che
rispetto ad una certa proprietà uno è maggiore di un altro. Rasch stabilisce un rapporto fra la
probabilità che l'individuo risponda correttamente all'item e la probabilità che non risponda
correttamente all'item. La Curva caratteristica dell'item rappresenta la probabilità di risponde
correttamente a un item in funzione o della differenza fra abilità del soggetto e difficoltà dell'item.
La Curva caratteristica del test si ottiene sommando per uno stesso soggetto le probabilità di
risposta corretta associate a ogni item e dividendo per il numero di item.
Il logaritmo del rapporto fra la probabilità di rispondere correttamente all'item e la probabilità di
non rispondere correttamente prende il nome di logit.

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