Magnetostatica
• Condizioni di raccordo di E e D
• Esercizi
• Intro alla magnetostatica
Lezione 7
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Teorema della divergenza
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Teorema della divergenza
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Discontinuita’ di 𝐸𝐸𝑛𝑛
Sia data una superficie con densita’ superficiale di carica 𝜎𝜎(𝑥𝑥)⃗ (non
necessariamente uniforme). Si prenda un punto 𝑃𝑃 (di coordinata 𝑥𝑥) ⃗ sulla superficie.
Centriamo in P una piccola superficie di Gauss cilindrica (superficie di base Σ e
altezza ℎ) tagliata a meta’ dalla superficie carica, le normali alle superfici di base
sono 𝑛𝑛�1 e 𝑛𝑛� 2 = −𝑛𝑛�1 , uscenti come in figura coincidono con le normali alla
superficie. I campi elettrici nelle due regioni di spazio «divise» dalla superficie sono
𝐸𝐸1 ed 𝐸𝐸2 . Applicando il teorema di Gauss al cilindro
Φ 𝐸𝐸 = 𝐸𝐸1 ⋅ 𝑛𝑛�1 + 𝐸𝐸2 ⋅ 𝑛𝑛� 2 𝑑𝑑Σ + Φ𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙 𝐸𝐸1
Φ𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙 0 e quindi si puo’ trascurare per ℎ piccoli 𝑛𝑛�1
ℎ→0
𝑞𝑞𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 𝜎𝜎 𝜎𝜎
Φ 𝐸𝐸 = 𝐸𝐸1 ⋅ 𝑛𝑛�1 + 𝐸𝐸2 ⋅ 𝑛𝑛� 2 Σ = 𝐸𝐸1𝑛𝑛 − 𝐸𝐸2𝑛𝑛 Σ = 𝜖𝜖0
= 𝜖𝜖0
Σ ⇒ 𝑛𝑛� 2
𝜎𝜎
𝐸𝐸1𝑛𝑛 − 𝐸𝐸2𝑛𝑛 = 𝐸𝐸2
𝜖𝜖0
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Continuita’ di 𝐸𝐸𝑡𝑡
Sia data la stessa superficie con densita’ superficiale di carica 𝜎𝜎(𝑥𝑥).
⃗ Centriamo in P
un piccolo percorso orientato Γ rettangolare (di base 𝑏𝑏 e altezza ℎ) tagliata a meta’
dalla superficie carica. Il verso di percorrenza e’ indicato dai versori 𝑡𝑡1̂ e 𝑡𝑡2̂ = −𝑡𝑡1̂ ,
come in figura che sono tangenti alla superficie. I campi elettrici nelle due regioni di
spazio «divise» dalla superficie sono 𝐸𝐸1 ed 𝐸𝐸2 . Calcolando la circuitazione di 𝐸𝐸 lungo
il percorso
� 𝐸𝐸 ⋅ 𝑑𝑑𝑑 = 𝐸𝐸1 ⋅ 𝑡𝑡1̂ + 𝐸𝐸2 ⋅ 𝑡𝑡2̂ 𝑏𝑏 + � 𝐸𝐸 ⋅ 𝑑𝑑𝑑 Γ
Γ 𝑎𝑎𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙 𝐸𝐸1
𝑡𝑡1̂
∫𝑎𝑎𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙𝑙 𝐸𝐸 ⋅ 𝑑𝑑𝑑 0 e quindi si puo’ trascurare per ℎ piccoli
ℎ→0
𝜎𝜎
∮Γ 𝐸𝐸 ⋅ 𝑑𝑑𝑑 = 𝐸𝐸1 ⋅ 𝑡𝑡1̂ + 𝐸𝐸2 ⋅ 𝑡𝑡2̂ 𝑏𝑏 = 𝐸𝐸1𝑡𝑡 − 𝐸𝐸2𝑡𝑡 𝑏𝑏 = 0 ⇒ 𝑡𝑡̂2
𝐸𝐸1𝑡𝑡 − 𝐸𝐸2𝑡𝑡 = 0
𝐸𝐸2
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Condizioni di raccordo all’interfaccia tra due dielettrici
Consideriamo la superficie 𝑆𝑆 di separazione tra due dielettrici, di cost. dielettiche 𝜺𝜺𝒓𝒓𝒓𝒓 e 𝜺𝜺𝒓𝒓𝒓𝒓 .
Prendiamo un cilindro infinitesimo di basi 𝑑𝑑𝑠𝑠 ed altezza 𝑑𝑑𝑑, trascuriamo il flusso attraverso
la superficie laterale (𝑑𝑑ℎ e’ arbitrariamente piccolo):
il flusso del vettore 𝐷𝐷 attraverso le superficie del cilindro e’:
𝑑𝑑Φ 𝐷𝐷 = 𝐷𝐷1 � 𝑛𝑛𝑑𝑑s
� + 𝐷𝐷2 � 𝑛𝑛𝑑𝑑s
� = 𝐷𝐷𝑛𝑛𝑛 − 𝐷𝐷𝑛𝑛2 𝑑𝑑s .
dove 𝐷𝐷1 e 𝐷𝐷2 rappresentano i vettori spostamento nelle due regioni,
e 𝐷𝐷𝑛𝑛1 e 𝐷𝐷𝑛𝑛2 le proiezioni lungo le normali alle basi del cilindro di 𝐷𝐷1 e 𝐷𝐷2
Nell’ipotesi che non vi siano cariche libere:
𝑑𝑑𝑑𝑑 𝐷𝐷 = 0 ⇒ 𝐷𝐷𝑛𝑛𝑛 = 𝐷𝐷𝑛𝑛2 ⇒ 𝜀𝜀𝑟𝑟1 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛 = 𝜀𝜀𝑟𝑟𝑟 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛
Attraverso l’interfaccia tra due dielettrici diversi, la componente normale all’interfaccia
• del vettore spostamento NON subisce alcuna discontinuità
• del campo elettrostatico è discontinua
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Condizioni di raccordo all’interfaccia tra due dielettrici
Consideriamo un percorso chiuso infinitesimo, costituito da due tratti elementari 𝑑𝑑𝑑𝑑
paralleli alla superficie 𝑆𝑆 e due tratti 𝑑𝑑𝑛𝑛 perpendicolari alla superficie. Trascuriamo il
contributo dei due tratti 𝑑𝑑𝑛𝑛 (arbitrariamente piccoli).
La circuitazione del vettore 𝐸𝐸 lungo tale percorso e’:
0 = 𝐸𝐸1 � 𝑡𝑡1̂ 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐸𝐸2 � 𝑡𝑡̂2 𝑑𝑑𝑑𝑑 = 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 − 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 𝑑𝑑𝑑𝑑
dove 𝐸𝐸1 e 𝐸𝐸2 rappresentano i campi elettrici nelle due regioni e 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡
̂ al percorso
e 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 le proiezioni lungo le tangenti 𝑡𝑡1,2
La conservativita’ di E porta a:
𝐷𝐷𝑡𝑡𝑡 𝐷𝐷𝑡𝑡𝑡
𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 = 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 ⇒ =
𝜀𝜀𝑟𝑟𝑟 𝜀𝜀𝑟𝑟𝑟
Attraverso l’interfaccia tra due dielettrici diversi, la componente parallela all’interfaccia
• del vettore spostamento è discontinua
• del campo elettrostatico e’ continua
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Condizioni di raccordo all’interfaccia tra due dielettrici.
Relazioni di raccordo all’interfaccia tra due dielettrici
𝜀𝜀𝑟𝑟𝑟 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛 = 𝜀𝜀𝑟𝑟𝑟 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛 𝐷𝐷𝑛𝑛𝑛 = 𝐷𝐷𝑛𝑛2
𝐷𝐷𝑡𝑡𝑡 𝐷𝐷𝑡𝑡𝑡
⎨ 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 = 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡 ⎨ =
𝜀𝜀𝑟𝑟 𝜀𝜀𝑟𝑟
1 2
Esempio
Una lastra di dielettrico 𝜀𝜀𝑟𝑟1=2 è posta nel vuoto [𝜀𝜀𝑟𝑟1=1] a 45° rispetto alle line di forza di un
campo elettrico esterno uniforme 𝐸𝐸 0.
A partire dalle condizioni di raccordo,
si stabilisca la direzione delle linee di campo all’interno della lastra.
• 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛 = 2𝐸𝐸𝑛𝑛2
• 𝐸𝐸𝑡𝑡1 = 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡
• 𝐸𝐸𝑛𝑛𝑛 = 𝐸𝐸𝑡𝑡𝑡
𝐸𝐸 𝐸𝐸
⇒ tan𝜗𝜗= 𝐸𝐸 𝑡𝑡𝑡 = 2 𝐸𝐸 𝑡𝑡𝑡 = 2
⇒ 𝜗𝜗=63° 𝑛𝑛𝑛 𝑛𝑛𝑛
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Dielettrici. Ex. 4.35 MNV
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Dielettrici. Ex 4.36-4.37 MNV
•
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Ex 4.38 MNV
•.
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Ex esame
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Campo magnetico
• La proprieta’ di attirare la limatura di ferro, mostrata da alcuni minerali di ferro e
in particolare dalla magnetite era nota gia’ nel VII secolo a.C.
• Il nome magnetite derivo’ da quello della citta’ greca di Magnesia, in Asia minore, dove si
trovavano giacimenti del minerale, e la proprieta’ osservata prese il nome di magnetismo.
• Tale proprieta’ di attrazione non e’ uniformemente presente nel materiale, ma si
manifesta principalmente in determinate parti.
• Gli oggetti con queste proprieta’ si indicano col nome di magneti e le parti in cui si
localizza la proprieta’ di attrazione si chiamano i poli del magnete.
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Forza magnetica
Nel sedicesimo secolo W. Gilbert compi’ una serie di esperienze con magneti, al fine
di studiare le caratteristiche del magnetismo. I risultati sullo studio delle interazioni
tra poli magnetici, anche considerando studi successivi, si riassumono:
• Se ad un magnete libero di ruotare si avvicina un secondo magnete si osserva che
questo esercita sul primo una forza. Possiamo interpretare il fatto dicendo che un
magnete genera un campo, chiamato campo magnetico, 𝐵𝐵, e che l’altro magnete
risente dell’azione che il campo magnetico esercita.
https://www.youtube.com/watch?v=Mp0Bu75MSj8
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Forza magnetica
• La forza di interazione tra i due magneti e’ attrattiva o repulsiva a seconda dei poli
dei magneti che vengono affacciati. Esistono due specie di poli, detti poli positivi e
poli negativi. I poli di uno stesso magnete sono sempre di segno opposto.
• Se si avvicina a un pezzo di magnetite una bacchetta sottile di ferro, questa
acquista la proprieta’ di attirare la limatura di ferro. La bacchetta di ferro immersa
nel campo magnetico generato dalla magnetite e’ diventata pertanto un magnete,
ovvero si e’ magnetizzata . La bacchetta presenta due poli magnetici di segno
opposto, se e’ di piccole dimensioni la bacchetta viene anche detta ago
magnetico.
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Forza magnetica
• Un ago magnetico libero di ruotare si dispone parallelamente al meridiano terrestre.
• L’esperienza mostra l’esistenza di un campo magnetico naturale, il campo magnetico terrestre, e
evidenzia un comportamento dell’ago analogo a quello di un dipolo elettrico in un campo E.
• Il polo che si orienta verso il nord viene chiamato polo nord (N) e gli si attribuisce segno
+, l’altro e’ chiamato polo sud (S) e gli si da’ segno –.
• Lo studio quantitativo della forza magnetica tra i poli di due magneti, svolto da Coulomb,
dimostro’ anche in tale caso un andamento inversamente proporzionale al quadrato
della distanza (per poli quasi puntiformi: e.g gli estremi di sbarre lunghe e sottili).
• La forza tra due poli magnetici e’ simile a quella tra due cariche elettriche con una
differenza fondamentale. Una carica elettrica, positiva o negativa, puo’ essere isolata.
Invece non e’ mai stato possibile ottenere un polo magnetico isolato: i poli magnetici
esistono solo a coppie di egual valore e segno opposto, sotto forma di dipoli magnetici
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Campo magnetico
• In analogia con il campo elettrico 𝐵𝐵, possiamo definire le linee di campo
magnetico, cioe’ quelle linee che in ogni punto sono tangenti al campo magnetico
esistente in quel punto. Tale vettore si indica con il simbolo 𝐵𝐵
• La figura mostra le linee di 𝐵𝐵 per un magnete permanente naturale. Il verso delle
linee di 𝐵𝐵 puo’ essere individuato ponendo un piccolo ago magnetico in ciascun
punto in cui esiste il campo 𝐵𝐵. Esso si orientera’ parallelamente a 𝐵𝐵 e il verso sara’
quello che va dal polo Sud al polo Nord dell’ago magnetico.
• Le linee di forza:
• sono in ogni punto tangenti e concordi al campo (per def.)
• sono piu dense dove il campo e’ piu’ intenso
• non si incrociano mai
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Campo magnetico terrestre
Utilizzando un ago magnetico si possono determinare direzione e verso
del campo magnetico terrestre e il modulo
• E.g.: facendo oscillare l’ago attorno alla posizione di equilibrio
• L’andamento delle linee del campo magnetico terrestre, corrispondono
al campo generato da un «magnete», che forma con l’asse terrestre un
angolo di circa 11° (~oggi).
• Il campo magnetico in ogni punto ha una componente tangente al meridiano e una
diretta lungo la congiungente il punto con il centro della terra.
• Una bussola magnetica e’ costituita da un ago magnetico che si orienta concordemente
alla componente orizzontale del campo magnetico terrestre.
• Il campo magnetico terrestre declina, ovvero e’ soggetto a variazioni temporali in
direzione ed intensità.
• Lo studio della magnetizzazione delle rocce del passato geologico ha mostrato come il
campo sia stato soggetto ad inversioni di polarità magnetica (Epoche, Eventi ed
Escursioni), le cui ricorrenze sembrano essere casuali e che interessano simultaneamente
tutte le regioni della Terra.
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Aurora polare
https://www.youtube.com/watch?v=5wZSt_LNq3U
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Campo magnetico
Una simbologia specifica, che qui adottiamo per il campo magnetico, pur essendo
applicabile in generale, riguarda il caso in cui le linee del campo sono ortogonali ad
un piano (spesso coincidente col foglio che stiamo leggendo):
• con un punto si indica che il campo 𝐵𝐵 e’ uscente dal foglio verso il lettore ,
• con una croce che e’ entrante nel foglio,
come mostrato nella figura
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Backup
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Pressione elettrostatica
• Prendiamo ora in considerazione una superficie carica generica. Un elemento di
superficie (patch) carico e’ soggetto al campo elettrico presente sulla superficie e
quindi ad una forza. Quanto vale tale forza?
• Il campo vicino all’elemento e’ dovuto al campo, 𝐸𝐸𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝 , generato dalla carica
sull’elemento e dal campo, 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 , generato dal resto dell’universo. L’elemento
NON esercita forza su se stesso, quindi la forza e’ dovuta SOLO al campo 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 .
• 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 e’ continuo attraversando l’elemento, 𝐸𝐸 infatti e’ discontinuo a causa della
carica, 𝜎𝜎, sull’elemento (vedi slide su discontinuita’ di E).
𝜎𝜎 𝜎𝜎
• In particolare: 𝐸𝐸𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎 = 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 + 𝑛𝑛,
� 𝐸𝐸𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏 = 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 − 𝑛𝑛�
2𝜖𝜖0 2𝜖𝜖0
1
• Quindi: 𝐸𝐸𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜𝑜 = 𝐸𝐸𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎 + 𝐸𝐸𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏 = 𝐸𝐸𝑎𝑎𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣𝑣
2
𝜎𝜎 𝜎𝜎 2 𝐹𝐹 1
• In un conduttore: 𝐸𝐸𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏𝑏 = 0, 𝐸𝐸𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎𝑎 = 𝜖𝜖0
𝑛𝑛
� ⇒ 𝐹𝐹⃗ = 2𝜖𝜖0
𝑛𝑛Σ
� ⇒ 𝑃𝑃 = Σ = 2 𝜖𝜖0 𝐸𝐸 2
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