Il contratto di compravendita, ai sensi dell'art. 1470 c.c., è quello mediante il quale una parte (che viene
definita "venditore" o "alienante"), trasferisce la proprietà di un bene o altro diritto a un'altra parte
(chiamata "compratore" o "acquirente"), la quale si obbliga a pagare un corrispettivo detto "prezzo".
Disciplina normativa
La compravendita è un negozio di origini remote che, pur affondando le sue radici in epoche ben più
lontane, può riconoscere la emptiovenditio dei Romani come suo "progenitore" già notevolmente evoluto e
piuttosto simile alla configurazione attualmente riservata a tale istituto dal nostro codice civile.
Quest'ultimo disciplina la "vendita" (così è testualmente definita la figura in esame dal nostro codice civile)
all'interno del libro quarto "delle obbligazioni", e, più in particolare, dedicandole il primo capo (a
testimonianza dell'importanza da sempre riconosciuta a tale negozio), in seno al titolo terzo, che detta le
regole applicabili ai singoli contratti, di volta in volta presi in considerazione.
Corrispettività
Come emerge già dalla definizione codicistica, è bene evidenziare fin da ora che il carattere della
corrispettività è essenziale: la compravendita è un contratto a titolo oneroso, poiché entrambe le parti
(venditore o alienante; compratore o alienatario) ricevono un vantaggio economico dalla loro prestazione,
consistente nel pagamento di un prezzo determinato o determinabile, pena la nullità del contratto (artt.
1473-1474 c.c.).
Sinallagma contrattuale
Nota distintiva della compravendita, infine, è l'esistenza di un vincolo sinallagmatico, dato che le prestazioni
sono corrispettive, nel senso che trovano la loro causa l'una nell'altra. Da tale connotazione derivano
molteplici conseguenze giuridiche, tra cui la piena applicabilità dell'istituto della risoluzione (si veda, in
proposito, la trattazione sul contratto in generale).
In alcune ipotesi, tuttavia, riferite alla natura dell'oggetto di scambio, la legge impone la forma scritta ad
substantiam, a pena di nullità (atto pubblico, scrittura privata autenticata, ecc.): è il caso, ad esempio, del
trasferimento della proprietà di cose immobili (cfr art. 1350 c.c.).