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Bonus casa 2022: addio cessione

credito e sconto in fattura


Autore: Carlos Arija Garcia | 30/10/2021

Da gennaio, le alternative alla classica detrazione nel 730 resteranno


solo per il superbonus. Cosa cambia e quali le possibili conseguenze.

Se ne salva solo uno: il superbonus 110%. Per tutti gli altri bonus legati alla
casa, ci si dovrà rassegnare: sarà possibile recuperare una parte delle spese solo
attraverso la dichiarazione dei redditi, con la classica detrazione fiscale spalmata
in più anni. Cessione del credito d’imposta e sconto in fattura spariscono
dalla circolazione se non per l’agevolazione più elevata, quella, appunto,
energetica del 110%.

La svolta è contenuta nella manovra 2022 approvata recentemente dal Governo. E


questo vuol dire che chi vuole sfruttare queste alternative alla solita detrazione ed
è già in ballo con i lavori di ristrutturazione o è in procinto di avviarli dovrà fare i
pagamenti entro la fine del 2021.

Come resta, dunque, il quadro della situazione dei bonus casa, in attesa che il
Parlamento confermi la manovra? Il superbonus 110% per i lavori di
efficientamento energetico degli edifici resta «il re» delle agevolazioni, anche se
azzoppato dal 1° gennaio 2022. Villette unifamiliari ed edifici che contengono fino
a quattro unità immobiliari dovranno dire addio alla maxi-detrazione da quella
data, a meno che il titolare dell’agevolazione abbia un Isee inferiore a 25mila
euro e che i lavori riguardano la prima casa.

Va ricordato, inoltre, che la percentuale del 110% resterà per tutti gli altri edifici
fino al 2023, dopodiché comincerà a scendere: 70% nel 2024 e 65% nel 2025,
quando il superbonus non sarà più «super» ma garantirà una detrazione pari a
quella di qualsiasi altro ecobonus.

Solo questo per questo tipo di beneficio, come detto, sarà possibile continuare a
optare per la detrazione classica nella dichiarazione dei redditi, per lo sconto in
fattura o per la cessione del credito d’imposta.

Tutti gli altri bonus casa perderanno questa opportunità da gennaio 2022. Il che
non rappresenta solo una questione di scelte su come recuperare una parte della
spesa ma anche sul fatto di avviare o meno i lavori: chi non ha la disponibilità
oppure è incapiente e sperava di poter sistemare l’immobile contando sullo
sconto in fattura o sulla cessione del credito, molto probabilmente, adesso ci
penserà due volte. Il che, a cascata, potrebbe avere delle evidenti ripercussioni sul
settore edile.

Anche perché, sempre dal 1° gennaio 2022, il bonus facciate subirà un forte
taglio, passando dal 90% al 60%. Altra tegola su chi, finora, era indeciso
sull’opportunità di dare il via ai lavori o meno: non solo avrà la possibilità di portare
in detrazione il 30% in meno delle spese ma dovrà anche rinunciare a sconto in
fattura e a cessione del credito.
A chi ha già cominciato gli interventi di ristrutturazione che danno diritto ai bonus
casa, dunque, non resta che accelerare il più possibile i pagamenti per completarli
entro la fine del 2021 anche se i lavori non sono finiti. Il ministero
dell’Economia, infatti, ha confermato che per tutte le detrazioni diverse dal
superbonus 110% l’attuale agevolazione resta in vigore fino al 31 dicembre. Il che
significa che chi, ad esempio, paga per anticipato all’impresa l’intero intervento
sulla facciata entro la fine dell’anno potrà ottenere la detrazione del 90%, purché
dalla data della fattura risulti che il pagamento è stato fatto per tempo, e potrà
beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito d’imposta.

Il tutto, ovviamente, nel caso in cui la manovra passi in Parlamento così com’è
stata scritta e approvata dal Governo.

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