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17/2/2021 Ricreata in laboratorio l'evoluzione del ritmo musicale - Le Scienze

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20 dicembre 2016

Ricreata in laboratorio l'evoluzione del ritmo musicale


Le linee fondamentali dell'evoluzione del ritmo nelle società umane possono essere riprodotte in laboratorio: lo dimostra un nuovo studio
sperimentale in cui è stato chiesto ad alcuni volontari di copiare alcune sequenze casuali alla batteria. Dopo diversi cicli di imitazione, si
evidenziano schemi ritmici influenzati dalle caratteristiche psicologiche di base degli esseri umani (red)

Le culture musicali sono molte, e molto diverse tra loro, ma sembrano accomunate da un'unica struttura di fondo, che finora è però sfuggita a ogni tentativo di
descrizione dettagliata. Ora un nuovo studio pubblicato online su “Nature Human Behaviour” da Andrea Ravignani, dell'università di Edimburgo, e colleghi di
una collaborazione internazionale, ha fornito nuove importanti indicazioni sull'evoluzione del ritmo.

E' probabile che la prima espressione musicale sia emersa attraverso gli strumenti
a percussione. Le grandi scimmie sono in grado di apprendere sequenze ritmiche
simili a quelle prodotte dagli esseri umani, suggerendo che la stessa capacità fosse
già presente milioni di anni fa, prima che il nostro ramo filogenetico si separasse da
quello di scimpanzé e gorilla.

I ritrovamenti archeologici indicano anche che il primo strumento musicale potrebbe


essere stato di tipo percussivo, coerentemente con quanto si osserva oggi nelle
società di cacciatori-raccoglitori. Ecco perché il ritmo appare come una dimensione
musicale particolarmente adatta a ricostruire i passi cruciali dell'evoluzione della
musica.

Gli studi condotti finora hanno dimostrato con metodi statistici che esistono diversi
“universali”, cioè caratteristiche comuni a tutti brani musicali per percussioni, per
esempio un battito sottostante isosincrono, assimilabile al tempo battuto da un
metronomo, o il raggruppamento dei battiti in gruppi di due (come le marce) o di tre
(CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)
(i valzer).

Ravignani e colleghi hanno chiesto ad alcuni volontari di imitare alcune sequenze di batteria generate in modo casuale, e hanno poi fatto sentire queste
imitazioni a un secondo gruppo di persone, chiedendo loro di copiarle. L'analisi dei risultati ottenuti dimostra che, con il trascorrere
del tempo e dei cicli di imitazione, i partecipanti hanno trasformato le sequenze casuali in schemi ritmicamente strutturati.

Lo studio dunque dimostra come i meccanismi psicologici di base, compresa la memoria di lavoro e l'abilità nel percepire le categorie, può portare alla
generazione di categorie musicali universali nel passaggio da una persona all'altra.

Gli schemi di percussione trasformati in ritmi dai partecipanti allo studio sono più strutturati, più facili da imparare, e correlati alle specifiche tradizioni culturali.
Ciò implica che i ritmi possono essere adattati dalle capacità umane di apprendimento, memoria e cognizione, che in questo modo hanno plasmato una parte
importante del processo di evoluzione culturale umana.

https://www.lescienze.it/news/2016/12/20/news/ricreata_laboratorio_evoluzione_ritmo_musicale-3354436/ 1/1

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