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Edito dal
Centro di Promozione
Culturale per il Cilento
via N. Bixio, 59,
ACCIAROLI (SA)
Stampato do C.G.M. s.r.l. ,
AGROPOLI (SA)
Luglio 1995 ANNALI CILENTANI - Quaderno 3
1995
Piero Cantalupo
FARMACOPEA MEDIOEVALE
Premessa ..................................................................................................................... 7
Stampato presso GLOSSARIO dei termini metrologici citati nel presente lavoro .... ........................ 75
C.G.M. s.r.l. - Agropoli
Luglio 1995
PIERO CANTALUPO Pesi e misure nella farmacopea medioevale
Premessa
6 7
PIERO CANTALUPO
interrelazioni ed il rapporto con il nostro sistema metrico non è facile, Se abbiamo, letteraria della Scuola Medica Salernitana che rimontano almeno all'XI l
t t tt '1 seco o,
come vedremo, dei dati certi in riferimento all'ultimissima fase del Medioevo, mos ra u O } suo notevole interesse se solo consideriamo che il sistema
appaiono invece incerti e contraddittori quelli riguardanti il lungo periodo ponderale .adottato, dalla Schola Salemi nelle sue prescrizioni medicinali non solo
precedente. Sappiamo, ad esempio, che nella pratica medica quotidiana pochi fece testo ID tutta l Europa medioevale, ma si conservò nel Regno di Napoli fino al
erano i pesi che costantemente venivano utilizzati: mina, libbra, oncia, dracma, 1860 e, come appresso vedremo, con pochissime varianti5 .
cocleare, scrupolo ed obolo, anche se il loro numero era molto maggiore e regolato Tan~o ~reme~so, chiariamo che la nostra analisi verterà soprattutto su tre
da rapporti ponderali non sempre univoci o agevoli da chiarire, dati i frequenti do~umenb dI pertlI~enza salernitana, di cui due inediti, precisando che, per
errori di riporto dei codici. D'altra parte se il costante uso o richiamo di quelli più chi~rezza metodologIca, affronteremo in primo luogo la questione relativa ai pesi
comuni aveva finito col farli rappresentare da abbreviazioni o simboli, per quanto ed ID un secondo tempo quella attinente alle misure.
riguarda il loro effettivo valore ponderale, mancando dei comuni standard di
riferimento, che l'autorità centrale fissava solo per le misure lineari, ed
eccezionalmente per i liquidi, esso era convenzionalmente stabilito da un sistema
di equivalenze riferite costantemente al peso di chicchi di graminacee, secondo
una tradizione già romana legata al peso dell'oro.
Non esiste ad oggi nessuno studio atto a chiarire l'effettivo valore assoluto e
relativo dei pesi nel corso del Medioevo, per cui ci troviamo di fronte a termini
quasi vuoti di significato, lontani soprattutto dalla possibilità di un esatto
riferimento al nostro sistema metric0 3 , ma d'altro canto va riconosciuto che
neppure la tradizione manoscritta, per quanto attualmente si conosce, ci ha
consegnato testi di assoluta affidabilità su cui poter poggiare con sicurezza una
ricerca cognitiva. Il che del resto è una costante in cui generalmente ci si muove in
tutto il campo della trasmissione manoscritta.
Pertanto ci è parso opportuno, in primo luogo per la necessità degli studi che da
alcuni anni andiamo svolgendo sulla Scuola Medica di Salern0 4 , riesaminare tutta
la problematica inerente i sistemi di pesi e misure in età medioevale, tenendo
soprattutto in considerazione alcune fonti riguardanti specificamente detta scuola
e, più diffusamente, l'ambito territoriale già pertinente al Regno di Napoli.
Entro . questi limiti tuttavia la ricerca non perde un suo più esteso
significato, perché se il frazionamento politico della Penisola, la maggiore o minore
apertura delle singole aree alle influenze esterne, produssero in ambito
commerciale una diversificazione dei sistemi ponderali, proprio nel ristretto campo
della medicina, in cui si ebbero più persistenti legami e si realizzò una sorta di
continuità culturale con il mondo antico, le conoscenze assunsero una
significazione universale che, valicando anche i confini dell'Italia, penetrò l'intera
Europa. Per cui l'indagine, condotta principalmente su quei dati della tradizione
9
PIERO
I - IL SISTEMA PONDERALE
Il Flos Medicinae, altrimenti noto come Regimen Sanitatis, che è il testo più
conosciuto della Scuola Medica Salernitana, nella sua versione più completa
contiene 20 versi che fanno riferimento ai valori ponderali più usati in medicina 6 .
Da questi versi si ricavano in successione i seguenti rapporti ponderali:
1) 1 scrupolo = 20 grani
2) 1 dracma = 3 scrupoli
3) 1 esagio = 1 solido = 1 aureo
4) 1 oncia = 6 solidi = 9 dracme = 1/12 di libbra
5) 1 cotila = 1 sestario
6) 1 sestario = 2 libbre e 1/2 = 2 emine
7) 1 obolo = 1/2 scrupolo
8) 1 nummo = 1 scrupolo
9) 1 oncia =8 dracme
10) 1 libbra = 12 once
Raccogliendo queste indicazioni, con esclusione del nono dato della
sequenza, che è in aperta contraddizione con il quarto, si ricava agevolmente la
tabella 1, in cui i pesi sono stati distinti dalle misure per aridi e liquidi. Essa
mostra quanto fosse utile e pratico, seguendo ciò che era un metodo tradizionale,
servirsi di chicchi di graminacee per computare misure e valori ponderali anche
minimi senza far ricorso a bilance o ad altri sistemi di misurazione. Altrettanto è
evidente che la serie dei rapporti trova una differente sistemazione e valenza se si
fa perno sulla costituzione dell'oncia, che il Flos indica diversamente formata: in
un primo momento da 9 dracme (Constat ... ter tribus uncia drachmis),
corrispondenti a 540 grani di frumento, in un secondo momento da 8 dracme (octo /
Uncia dat drachmas) pari a 480 grani di frumento.
lO 11
PIERO CANTALUPO Pesi e misure nella farmacopea medioevale
Tab. 1 - MISURE E PESI FARMACEUTICI SECONDO IL FLOS MEDICINAE entrambe le misure dell'oncia, facendoci comprendere però come esse
appartengano a due diversi sistemi di rapporti ponderali, l'uno riferito all'uso
Grani Oboli Scrupoli / Dracme Solidi/ Once Libbre Emine Sestaril comune l'altro all'uso medico. Contenendo inoltre l'Aggiunta, rispetto a quanto già
di frum. Nummi Esagi /
Aurei
Cotile
sappia~o, una più ricca serie di termini e di relazioni ponderali di ambito
PESI medioevale, è opportuno considerare sinteticamente la sequenza dei dati
Grano 1 metrologici che si ricavano dal suo testo in latin09 :
di frumento
la) 1 malco =parte di obolo
Obolo 10 1
Scrupolo/ 20. 2. 1 2a) 1 siliqua = 1/3 di obolo
Nummo 3a) 1 cerate = 1/2 obolo
Dracma ID 6 3. 1 4a) 1 obolo = 1/2 scrupolo
Solido / Esagio / 00 9 4,5 1,5 1 5a) 1 scrupolo = 1/3 di dracma
Aureo 6a) 1 dracma = 1/8 di oncia
Oncia 540 54 27 9. 6. 1 7a) 1 solido ossia sestula = 1/6 di oncia
Libbra 6480 648 324 108 72 12. 1 8a) 1 tremisse = 1/3 di solido
MISURE 9a) 1 duella = 1/3 di oncia
Emina 8100 810 405 135 00 15 1,25 1 10a) 1 statere = 1/2 oncia
Sestario / Cotila 16200 1620 810 270 180 ~ 2,5. 2. 1 11a) 1 quadrante = minuti 2 = 1/4 di oncia
12a) 1 cocleare = 1/2 dracma
N.B. I dati seguiti da asterisco sono quelli desunti direttamente dal testo e sui quali è costruita la 13a) 1 concula 10 =dracme (Z) 1,5
tabella.
14a) 1 ciato o causato = dracme (Z) lO
Tale variazione del valore di base dell'oncia, non spiegata dal testo, crea una 15a) 1 acetabolo = dracme (Z) 12
insuperabile difficoltà giacché, diversamente applicata, modifica tutto il quadro 16a) 1 cotila = ciati 6
17a) 1 oncia = 1/12 di libbra = stateri 2 = duelle 3 = quadranti 4 = solidi 6 =
dei rapporti già definiti, né vale a superare il contrasto fra i dati e stabilire l'esatta
dracme 8 = tremissi 18 = scrupoli 24 = oboli 48 = cerati 96 = silique 144 =
relazione oncia-dracma la risaputa nozione che la dracma, moneta greca
equiparata dai Romani gia in epoca repubblicana al denario, come peso cucolci 90
corrispondeva ad 1/8 di oncia. 18a) 1 libbra = once 12
In verità la contraddizione fra il 4° ed il 9° membro della sequenza, pur 19a) 1 mina = dracme 100
indicativa delle difficoltà dovute alla trasmissione manoscritta dell'opera 7, risulta 20a) <1 sestarlo = libbre 100> 11
solo apparente. Infatti un documento inedito, anch'esso di pertinenza della Scuola 21a) 1 talento piccolo =libbre 50
Medica Salernitana, trascritto a chiusura del Liber graduum di Costantino 22a) 1 talento medio = libbre 72
Africano, quale è riportato nel manoscritto madrileno de Villa-Amil nO 119 e che 23a) 1 talento massimo = libbre 120
noi citeremo d'ora in poi come "Aggiunta al Liber graduum"8, ci ripropone 24a) 1 emina = libbra 1
25a) 1 sestario =libbre 2
26a) 1 bilibra = sestarli 2
7) Gli ultimi tre versi del Flos qui presi in considerazione sono, rispetto alla prima ediz.,
un'aggiunta fatta dal De Renzi sulla base delle ricerche di Baudry de Balzac (vd. ivi, nota
De Renzi (op. cito , I, pp. 232), di Matteo Plateario ed, ai ff. 111v - 127r, l'Antidotario,
2).
attribuibile, sempre secondo il De Renzi (ivi, pp. 217-20) a Niccolò il Preposito. . .
8) Sul contenuto del ms. e l'attribuzione del Liber vd. P . CANTALUPO , Un trattatello, cit., Proprio in coda all'Antidotario, ai ff. 127v-128r! si trovano tras~rit~e senza soluzlOn~ dI
l.c.. Ciò che qui indichiamo come "Aggiunta" è un testo acefalo e senza titolo che occupa nel continuità e senza titolo, prima una. co~ia del testo c~e a?pr~sso l~dIc~ere~o com~ L,be!
detto ms . madrileno il f. 41v. Esso è trascritto a chiusura del Liber graduum ma fa ponderum (vd. nota 17) e poi una copIa dI quello che qUl chi~amo AggIun~ . I testi,.pero,
assolutamente corpo a parte. riportati dal codice londinese sono più brevi e molto scorrettI nspetto a quellI del madrileno.
Lo stesso testo è riportato dal ms. Egerton 747 nel Department Manuscripts del British
9) Edito qui in Appendice II,2.
Museum. Questo codice, registrato con il titolo Bartholemeus Minus Tractatus de herbis /
Nicolaus De medicamentis, risale al XIV sec. ed è in effetti una miscellanea di scritti della lO) Nel testo: co(n)cula; class. conchula .
Scuola Salernitana che contiene fra l'altro, ai ff. 1r - 109r, il Circa instans , opera, secondo il 11) TI dato è erroneo ed è riportato correttamente infra , nel punto 25a della sequenza.
12 13
PmROC~ALUPO ============================================::~----~~--~====~~~~~~~==========~==~~~~~~~~~~~~~~ ____
27a) 1 chenice = sestarii 4 intercorrenti fra tutti questi valori sono sinteticamente esposti nella tabella 2,
28a) 1 quinnare 12 o gomor = sestarii 5 nella quale non figurano né il malco, perché indeterminato, nè il talento, che
29a) 1 congio = sestarii 6 presenta tre elevati e diversi titoli: talento massimo (talentum summum), medio (t.
30a) 1 modio = sestarii 20 medium) e piccolo (t. minus), dei quali solo il medio mostra una certa
3la) 1 sato = sestarii 34 corrispondenza col talento romano 14. Va segnalato inoltre che, mancando nel testo,
32a) 1 bato = sestarii 50 in riferimento a tutta la prima sequenza di misure, il rapporto con i grani di
33a) 1 efi = sestarii 66 frumento, nella detta tabella sono state riproposte le stesse relazioni che si
34a) 1 artaba = sestarii 72 riscontrano nei pesi ad uso medicinale.
35a) 1 metreta = sestarii 100 Per quanto concerne la seconda parte della sequenza, che, come anticipato,
36a) 1 medimno = modii 5 riguarda i pesi farmaceutici, tutte le indicazioni a proposito, fatta eccezione del
37a) 1 coro = modii 4 sestario, di cui come misura di capacità ci occuperemo nella seconda parte, trovano
una perfetta rispondenza nei dati del Flos, quali sono stati inquadrati nella tab . 1.
Pesi e misure in medicina
lb) 1 scrupolo (3) = grani di frumento 20 Dal confronto delle due tabelle risulta evidente il meccanismo dei due
2b) 2 scrupoli (3) = grani di frumento 40 sistemi, che, pur poggiando entrambi sul medesimo rapporto libbra-oncia-solido (1
3b) 3 scrupoli (3) = grani di frumento 60 = dracma (Z) 1 libbra = once 12 = solidi 72), procedono ciascuno secondo una diversa valutazione
4b) 1 esagio = grani di frumento 90 = dracme (Z) 1,5 del solido, giacché nel sistema che noi chiameremo "ordinario" esso corrispondeva
5b) 1 solido = grani di frumento 90 a dracme 1,333 (= scrupoli 4 = oboli 8), nel sistema farmaceutico corrispondeva a
6b) 1 oncia (+) = esagi o solidi 6 dracme 1,5 (= scrupoli 4,5 = oboli 9).
7b) 1 oncia (+) =dracme (Z) 9 Oltre a tale fondamentale apporto alla comprensione ed all'inquadramento
8b) 1 libbra = dracme (Z) 108 del sistema metrologico della medicina medioevale, oltre all'indicazione dei più
9b) 1 sestario (di vino, olio o aceto) =dracme 1000. noti simboli o segni di abbreviazione usati nella farmacopea dell'epoca: 3
(scrupolo); Z (dracma); + (oncia); S (semis), il notevole valore globale di questo
La prima parte della sequenza (la - 37a) alterna indicazioni relative a pesi e
misure appartenenti alla comune pratica metrologica, mentre la seconda parte (lb secondo documento si qualifica piuttosto nel riporto del nutrito gruppo di misure
- 9b) presenta esclusivamente nozioni di pesi e misure di uso medicinale. sopra considerate, di cui alcune ritornano con frequenza nei trattati di medicina 15 ,
I valori della prima serie, per un criterio di maggiore comprensione e dandoci così la possibilità di raccogliere utili elementi di giudizio per stabilire la
chiarezza, possono essere distinti in due gruppi: sostanziale affinità e, quindi, la dipendenza del sistema metrologico medioevale da
1) misure ponderali vere e proprie, ivi compresi originari valori numismatici quello tardo romano 16 .
ricondotti a pesi, come il solido, o che col tempo avevano finito con l'assumere Pertanto sulla scorta dei dati di questi due documenti possiamo già qui
valori esclusivamente ponderali, come il tremisse, oppure che da originarie misure assumere in via definitiva che nel corso del Medioevo il rapporto libbra-
per liquidi avevano finito col rappresentare valori ponderali alternativi, come oncia-solido (1 libbra = once 12 = solidi 72) conservò nel sistema ponderale
l'acetabolo ed il quadrante, o prevalenti, come il cocleare 13 ; la stessa misura che in epoca romana intercorreva fra libbra-oncia-
2) misure più specificamente attinenti agli aridi ed ai liquidi. sestula (l libbra = once 12 = sestule 72), precisandoci peraltro la stessa Aggiunta,
che la sestula era equivalente al solido.
Di questo ultimo gruppo di misure ci occuperemo nella seconda parte; qui
intanto rileviamo che rientrano nel gruppo dei valori ponderali comuni o ad essi
equiparati: acetabolo, cerate, cocleare, cucolco, duella, mina, minuto,
quadrante, sestula, siliqua, statere e tremisse, oltre, naturalmente, i valori
già incontrati di dracma, esagio, libbra, obolo, oncia, scrupolo e solido. I rapporti
14) Il talentum summum equivaleva a 120 libbre, il t. medium a 72 libbre ed il t. minus a
50 libbre. Il talento attico corrispondeva a circa 80 libbre romane. Cfr. infro" Glossario dei
12) Il quinnaris (siue gomor) non va identificato col quinarius romano perché termini, alla v.
quest'ultimo è una moneta corrispondente al mezzo denarius, detta altrimenti quinarius 15) Vd., ad es., nel Glossario della citoedizione del Curandarum aegritudinum di Trotula
nummus (cfr. infro" tab. 5 nel testo). Il quinnare del resto era una misura di capacità. i termini: mina, cocleare e siliqua.
13) Il cocleare era misura già romana per aridi e liquidi (vd. qui Appendice I, tab. 6). 16) Si confronti qui in Appendice I la tab. 2 relativa al sistema ponderale romano.
14 15
Rafforza questa conclusione l'esame di un terzo documento, sempre desunto
al citato manoscritto madrileno ed anch'esso inedito, il Liber ponderum, un breve
rattatello da ascriversi presumibilmente a Costantino Africano 17 , dal cui testo,
tpteressantissimo anche se di valore ineguale, traspare anche più forte la
tendenza a riallacciarsi alla tradizione antica. Infatti, a differenza del
procedimento riscontrato nei due documenti già esaminati, che è quello di valutare
i pesi in base ai grani di frumento, qui viene reintrodotto il rapporto con i grani
d'orzo, già posti come misura di paragone nel sistema ponderale romano ed
anch'essi di estrema praticità d'uso. Oltre a ciò il documento offre, rispetto agli
altri due, ulteriori aggiornamenti alle nostre conoscenze, secondo i seguenti dati,
che si evincono dal suo testo in latino 18 :
~
Cl
1)
2)
1 modio ebraico = sestarii 32 = libbre 44
1 sato palestinese = modii 1 e 1/2
3) 1 sato egiziano = sestarii 22
~
(!) 4) 1 calcolo = grani di ceci o di lenticchie 2 = 1/4 di obolo
5) 1 dracma = denario d'argento vittoriato 1 = 1/8 di oncia = scrupoli 3 = oboli 6
fii = silique 36 = denarii 3 = grani d'orzo 164
~
...,J 6) 1 scrupolo = oboli 2 = silique 12 = denario 1 = grani d'orzo 48
::! 7) 1 obolo = silique 6 = 1/2 scrupolo = 1/2 denario = grani d'orzo 24
O 8) 1 siliqua = grani d'orzo 4
CI
1 ciato = dracme lO = scrupoli 30 = oboli 60 = silique 360 = denarii 30 =
'C
Z 9)
O
()
w
~ lO)
grani d'orzo 1440
1 statere = 1/2 oncia = aurei 4 = solidi 3 = semuncia
Cf)
11) 1 solido (presso i latini) = sestula 1 <= once 6> = tremissi 3
O 12) 1 quadrante = 1/4 di oncia
Ci: 13) 1 congio (cognis) = sestarii 6
<
z 14) 1 sestario = once 8
Ci
CI: 15) 1 cado (anfora) = urne 3
O 16) 1 meterina (metreta) = modii 5
O 17) 1 modio = sestarii 22
Cf)
::::> 18) 1 artaba (mis. egiziana) = sestarii 72
Ci §
() 19) 1 gomor = modii 15
1 coro =modii 30
~ 20)
21) 1 servati (?) = modii 30
~ 22) 1 libbra + 1 semuncia = dracme 100
Ci) CI)
Cf) :::l
g
< (ii
CI
W 17) Sul ms., il Liber ponderum e la sua attribuzione vd. P . CANTALUPO, Un trattatello,
Ci) cit., l. c.. Il Liber, che occupa nel ms . i fI. 127v-130r, è acefalo. Il titolo, che si ricava
W
Il. dall'incipit: Incipit liber ponderum, è ripetuto similmente nell'indice, mentre sul margine
C\I
.ci
-... !!!
sin. del f. 127v è indicato come: de ponderi bus et mensuns .
Lo stesso testo è riportato, ma in forma più sintetica e scorretta, anche ai fI. 127v-128r
ro =al
CI) del ms. Egerton 747 (cfr. qui, nota 8).
I- ~E
Om 18) Edito qui in Appendice II,3 .
16 17
PIERO CANTALUPO
23) 1 acetabolo = dracme 16 = scrupoli 48 = oboli 96 = silique 549 = solidi 4 1 noce maggiore dell'avellana = scrupoli 18 = silique 216 = denarii 18 =
grani d'orzo 2198 grani d'or~o 828
24) 1 cocleare = 1/2 dracma = scrupoli 1,5 = oboli 2,5 = silique 18 = denarii 1,5 -
Va però osservato in primo luogo che, nonostante il testo si proponga con
grani d'orzo 69
l intento dichiarato di trattare pesi e simboli medicinali (Pondera et signa
24) 1 emina = libbra 1
medicinalia commoti sumus narrare), in effetti, fatta eccezione del solo dato
25) 1 mina alessandrina = once 9
relativo alla libbra medicinale, tutto quanto vi è esposto riguarda pesi e misure di
26) 1 emina diversa = once 12 + dracme 4
27) 1 emina = dracme 100 = scrupoli 300 = oboli 600 = silique 3200 = solidi uso comune. Per cui, riservandoci come sopra di esaminare nella seconda parte ciò
che qui attiene specificamente alle misure dei liquidi ed aridi, diamo
d'argento 25 = grani d'orzo 13810
sinteticamente nella tabella 3 soltanto il quadro dei dati ponderali, a proposito dei
28) 1 pondo =libbra 1
quali vanno fatte alcune considerazioni.
29) 1 cotila = once 8 = dracme 63 = silique 2208 = solidi d'argento 13 = grani
Rispetto a quanto già conosciuto attraverso i documenti precedenti, il Liber
d'orzo 8832
ponderum pone alla nostra attenzione una serie di valori nuovi, vale a dire il
30) 1 oleca = silique 36 = denarii 3 = grani d'orzo 138
calcolo, il ceni, il denario, il denario vittoriato, la mezzalibra, l'oleca, il
31) 1 ceni = dracma 1 = scrupoli 3 = oboli 6 = silique 36 = grani d'orzo 138
pondo, la semuncia, il solido d'argento, il siclo, il sicilico ed il siclo greco.
32) 1 trobo = once 1,5
Premesso che di tutti questi si è ritenuto opportuno inserire in tabella soltanto la
33) 1 oncia = solidi 6
semuncia ed il calcolo, possiamo osservare in particolare che, mentre la semuncia
34) 1 solido = denarii vittoriati 3
mantiene l'ovvio valore di 1/2 oncia, il calcolo (calculus), considerato dal Liber
35) 1 talento ebraico = libbre 83
come la più piccola unità di peso, risulta invece con un valore ponderale superiore
36) 1 talento romano = libbre 72
alla siliqua19 .
37) 1 talento greco = libbre 120
Riguardo agli altri pesi, alcuni rappresentano solo una serie di valori
38) 1 libbra = solidi 72
riconducibili a misure già note, giacché la mezzalibbra (media libra) è
39) 1 libbra medicinale = once 12
ovviamente 1/2 libbra, il pondo (pondus) è l'equivale della libbra, l'oleca
40) 1 libbra = dracme 96 = scrupoli 288 = oboli 576 = silique 3312 = solidi
(holeca)~ ed il ceni, sono posti come corrispondenti al valore della dracma, mentre
d'argento 24 = grani d'orzo 13368
41) 1 mezzalibbra = once 6 = dracme 48 = scrupoli 163 = oboli 288 = silique 1656 il siclo ed il sicilico, così come il siclo greco (siclus apud Grecos), sono tutti dati
come corrispettivi di peso del quadrante 21 .
= solidi d'argento 12 = grani d'orzo 6624
42) 1 oncia = dracme 8 = scrupoli 24 = oboli 48 = silique 288 = solidi 12 = grani
d'orzo 1103
43) 1 semuncia = dracme 4 = scrupoli 12 = oboli 24 = silique 144 = denarii 12 = 19) L'incongruenza si spiega considerando che il Liber pon. da' alla siliqua un valore
grani d'orzo 552 inferiore al dovuto. Infatti la stima equivalente ad 1/6 di obolo, con un valore dimezzato
44) 1 cerate = silique 1,5 rispetto all'Aggiunta, che la valuta invece 1/3 dello stesso, secondo la tradizione romana. La
45) 1 sestario (di vino, aceto o acqua) = libbre 2 + oncia 1. Secondo altri 1 riduzione di valore appare però erronea se solo si osserva che lo stesso Liber pone il cerate =
sestario di vino = libbra 1 + once 8. 1 sestario di miele = libbre 2,5 1 siliqua e 1/2 (vd. n° 44 della sequenza), assegnandogli con ciò esattamente la metà del
valore a cui avrebbe dovuto rapportarlo, visto che esso cerate, secondo fonti tardo-romane
46) 1 siclo greco = 1/4 di oncia (Isidoro di Siviglia), equivale a 1/2 obolo e considerato che per il Liber, il valore dell'obolo è
47) 1 siclo ebraico = denarii vittoriati 3,5 di 6 silique; per cui si sarebbe dovuto equiparare il cerate a 3 silique. Cosicché, se riteniamo
48) 1 siclo = dracme 2 = scrupoli 6 = oboli 12 = silique 72 = denarii 6 = grani esatto il valore del cerate = 1 siliqua e 1/2, ne consegue che lo scrupolo va considerato
d'orzo 276 equivalente a 6 silique, rientrando esattamente nella norma ed aprendo così la via a
49) 1 anfora = modii 3 ritenere che i restanti riporti di valori della siliqua datici dal Liber siano stati erroneamente
50) 1 bato = anfora 1 dimezzati per una svista iniziale di calcolo. La controprova è che il tremisse, che ha un
51) 1 urna = modio 1 valore istituzionale di 8 silique (vd. tab. 7 nel testo), è qui valutato 16 silique. Pertanto, solo
52) 1 sicilico = dracme 2 = scrupoli 6 = oboli 12 = silique 72 = denarii 6 = grani ristabilendo l'esatto valore della siliqua il calcolo risulta la più piccola unità di peso. Va
d'orzo 276 comunque tenuto presente che la tabella 3 è costruita sui dati contenuti nel testo del Liber .
53) 1 noce avellana = dracme 1 = oboli 6 = silique 36 = denarii 3 = grani d'orzo ID) Quasi certamente il lat. holce < gr. olké, peso di una dracma.
138 21) Secondo il Liber ponderum il quadrante è 1/4 di oncia; nel sistema romano esso è 1/4
di libbra (cfr. Appendice I, tab. 2).
18 19
PIERO CANTALUPO
I~f~ IIII Il Il I I Il I Il
Le restanti indicazioni di peso, cioè il denario, il denario vittoriato ed il
1-
<O
I solido d'argento si rifanno indistintamente a denominazioni di monete romane,
ma presentano tutte delle incongruenze, dovute principalmente a confusione
terminologica. Giacchè poco più oltre ci fermeremo ad esaminare la problematica
inerente i rapporti ponderali fra monete romane e pesi farmaceutici, possiamo qui
...
.!lI
<O
ai anticipare in breve che il denario, equiparato qui allo scrupolo, non è invece che il
()
nummo (sestertius nummus). Il denari o vittoriato poi, qui indicato come
denarius victorialis per il classico d. victoriatus, e rapportato anch'esso al peso di 1
dracma, ne valeva in effetti soltanto la metà. Venendo infine al solido d'argento,
potremmo addirittura considerarlo una moneta inesistente, perché il solido non fu
C\I · mai coniato in argento ma sempre in oro; visto però che il suo peso è qui
sostanzialmente fatto corrispondere ad 1/6 d'oncia e ad 1/72 di libbra, non vi sono
~ ..,.· dubbi che è stato confuso con il solidus aureus. Su questa linea va anche annotato
ffi ~C\I
che anche l'aureo, certamente il denarius aureus, quello stesso incontrato nel
~ Flos, ma considerato dalla nostra fonte equivalente al peso di 1 dracma, è
~ <O· senz'altro confuso con il denario (denarius ).
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Ci)
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g <O
~ ~
.
co
ponderali che l'autore del Liber istituisce non solo con i grani d'orzo di cui sopra,
ma anche con altri aridi di uso comune, quali ceci e lenticchie, secondo il
iii
cn rapporto: 3 grani d'orzo = 1 grano di cece o di lenticchia, aggiungendo anche ciò
et
O '6
.-co!::!
o
che ancor più poteva allora tornar utile ai fini di una rapida verifica ponderale, la
W nozione che una nocciola (avellana nux) corrisponde nel peso a 138 grani d'orzo,
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Ci) <!)
W mentre una noce ne corrisponde ad 828.
a..
-N'
i
o Q)
Se
mQ) 22) Il talento romano del Liber ponderum corrisponde a quello che il Liber graduum
uu o
chiama talento medio ed il talento greco a quello detto talento massimo (cfr. supra, nota 14).
20 21
PIERO CANTALUPO esi e mUlure ne a armaco a
L'apporlo dei repertori pseudogaleniani Tra la congerie dei dati cronologicamente indistinti ed indistinguibili, ci
occuperemo qui, al solito, per prima di quelli riguardanti i pesi. La loro
Non si può a questo punto trascurare, anche per un'utile verifica delle sistemazione è data nella tabella 4, nella quale, rispetto a quanto già noto, vi
conclusioni finora raggiunte, una fonte che fu tra le più note del Medioevo ed il cui compaiono sostanzialmente di nuovi l'assario, il denario italico, il lupino, la
contenuto rimonta in linea di massima all'epoca romana, vale a dire l'opera De mina ad uso medico e lo stagio, giacché il .semiobolo non rappresenta che
ponderibus et mensuris doctrina, attribuita a Galen0 23 . Questa si compone di 16 l'ovvio valore di 1/2 obolo, l'olca non è altro che l'oleca già incontrata nel Liber
capitoli, che possono considerarsi altrettanti trattatelli o, piuttosto, repertori ponderum'Z1 e la dracma egizia, rapportata al peso dell'obolo, è solo una
metrologici a se stanti, di valore disuguale e di epoca diversa 24 , addensatisi nel curiosità, senza nessun momento nel sistema ponderale italico.
corso della tradizione manoscritta su un nucleo originario, verosimilmente di Venendo all'assario, è opportuno ricordare che assieme al denario ed al
Galeno, ma non perfettamente sceverabile dalle sovrapposizioni. denario italico, anch'essi presenti nella tabella, costituiscono 'tre originari valori
Senza entrare nel merito di un'approfondita critica di questa fonte, diciamo monetali, di cui tracceremo la storia nel succesivo paragrafo, ma sinteticamente
soltanto che le sovrapposizioni sono già evidenti nei titoli di alcuni capitoli 25 ma si diremo qui che l'assario corrisponde al peso di 2 dracme, il denario invece, che
individuano ancor più nella massa di errori e contraddizioni che si incontrano sia corrisponde a dracme 1,5, in effetti non è che il denarius aureus, cioè l'aureo già
nel confronto tra i vari capitoli che all'interno dello stesso capitolo, come si può precedentemente incontrato e nel Flos posto come equivalente del solido, mentre
facilmente costatare dai dati da qui ricavati, tradotti e sistemati in forma sintetica quello che qui è chiamato denario italico non è altro che il denari o romano
ed in ordine alfabetico infra, in Appendice II,4. Pur tuttavia ciò che se ne ricava è d'argento, del peso di 1 dracma. Infine il lupino (thermos), qui considerato
di notevole interesse, in primo luogo per conoscere alcuni aspetti del rapporto fra il equivalente ad 1/72 di oncia è solo una erronea trasposizione del peso dal sistema
mondo medioevale e greco-latino, giacché vi appare evidente lo sforzo romano in cui esso in realtà corrispondeva ad 1/96 di oncia 28 • Nulla invece
dell'ambiente medico romano prima, e medioevale poi, di adeguarsi ai risultati possiamo dire in merito allo stagio29, che troviamo utilizzato anche come misura
della medicina greca, per cui il sistema ponderale già elaborato nel mondo romano per liquidi ro , se non accogliere il suo rapporto di equivalenza con il denario aureo.
si mostra come frutto dell'innesto del sistema italico su quello greco, pur restando Chiarito ciò, possiamo prendere in considerazione i dati più importanti fra
questo, in ultima analisi, fondamentalmente greco e con apporti romani ~. Oltre a tutti quelli presenti nei repertori ponderali pseudogaleniani, quelli cioè che fanno
ciò, per la massa dei riferimenti dottrinari, si può comprendere come questi riferimento alla mina ad uso medico, tenuta ben distinta dalla mina italica, cioè
opuscoli accanto agli altri testi attribuiti a Galeno esercitassero per tanti secoli, romana. Dalla loro analisi comparata si ricava innanzi tutto che sono erronei i dati
fin verso la fine del Seicento, una profonda influenza sulla medicina occidentale. del Liber graduum relativi alla mina ordinaria (vd. tab. 2 nel testo)31 giacché
questa corrispondeva non a libbre 1,042 ma a libbre 1,5, mentre la mina
medicinale corrispondeva a libbre 1,333. Su questa base potremo più oltre (vd. tab.
Z3) L'opera, col titolo più specifico di GALENI SAPIENTISSIMI DE PONDERIBUS ET MENSURIS
8) meglio definire la serie dei rapporti intercorrenti fra la mina medicinale e gli
DOCTRINA, è edita in CLAUDII GALENI, Opera Omnia (Editionem curavit C. G. Kiihn), Tt. 1-
XX, rist. Hildesheim, 1964-65, t. XIX, pp. 748-81. Il testo greco è accompagnato dalla altri pesi e stabilire che anche la valutazione fattane dal De ponderibus è erronea
trascrizione latina ed a questa faremo costantemente riferimento. perché basata sull'oncia di 8 dracme, non di 9, come sarebbe stato esatto
24) La sequenza dei capitoli e dei titoli è la seguente: cap. I - Quid pondus, quid mensura
frazionare l'oncia medicinale, per cui, a partire dal rapporto con i grani di
et utriusque differentiae; cap. II - De characteribus ac notis pondera ac mensuras frumento fino a quello con la dracma i dati galeniani riferiti alla mina medicinale
declarantibus; cap. III - De ponderibus; cap. IV - De liquidorum mensuris; cap. V - De
aridorum mensuris evidens doctrina; cap. VI - De signis et characteribus ponderum, ac de
ponderibus et mensuris; cap. VII - Expositio de ponderibus et mensuris accuratissima; cap.
VIII - Simplicissima praeterea de mensuris ac ponderi bus medicis admodum concisa ?:l) Cfr. supra, nota 20.
expositio; cap. IX - De mensuris ac ponderi bus ; cap. X - De cosmeticis libris Cleopatrae de 28) Illupino è una misura ponderale che non ha niente a che vedere con l'omonimo
ponderi bus et mensuris; cap. XI - Aliter de eisdem; cap. XII - De mensuris et ponderibus legume, pur esso preso in considerazione nel sistema ponderale medioevale col nome di fava
veterinariorum; cap. XIII - De mensuris liquidorum; cap. XIV - Dioscoridis de mensuris et egizia e di cui appresso diremo.
ponderi bus ; cap. XV - Aliter de mensuris et ponderibus ; cap. XVI - De notis ponderum ac 2) Il termine stagio (tardo lat. stagium < gr. stagion, allotropo di stadion) non è alla
mensurarum. base del vocabolo medioevale staio perché quest'ultimo deriva per aferesi dal lat.
25) Gli stessi concetti sono, ad es., ripetuti nei titoli (e nel contenuto) dei capp. II, VI e (sex )starius , la sesta parte del congio.
XVI. 00) Vd. P. II, tab. 14.
a» Vd., ad es., il basilare ed immutato rapporto greco: 1 dracma =dioboli 3 =oboli 6, nel 31) Nella tabella 2 viene riproposto il rapporto mina-dracma esistente nel sistema
quale in ambiente romano si sostituì al diobolo il termine scrupolo. ponderale greco (cfr. qui Appendice I, tab. 1). .
22 23
Pesi e misure Mila farmacopea medioevale
O ,. . .....an: .
(")
stabilire peso e dimensione; ciò vale sia per la noce pontica che per la noce
regia, sia per la ghianda che per la rubiglia (orobus)':r7.
CI:
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z
15 Rapporti ponderali fra monete romane e pesi farmaceutici
CI:
O
O
CI)
N egli scritti finora considerati vengono più volte riportati per definire alcuni
::> pesi, nomi di monete greche (obolo, dracma, mina), ma accanto a questi compaiono
15 anche nomi di monete romane. Giacché queste ultime non ebbero come le prime
~ 32) Osserviamo soltanto che la mina ad uso veterinario è di once 15, mentre è di 16 nel
~
Ci) sistema farmaceutico e di 18 nel sistema ordinario.
CI)
« 33) Latinizzazione ( aereolus) < gr. chalxoùs.
Cl 34) Il termine latino quatrussis indicava un peso di quattro assi o libbre.
UJ
Ci) 35) Cfr. l'ALPHITA (Vocabolario medioevale di voci tecniche attinenti alla medicina,
UJ
a.. -- .~
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._ E
edito in S DE RENZI, Collectio, cit., III, 271-322, qui parzialmente riportato in Appendice
II,5) alla v.: Lupinus, faba aegyptiaca idem.
.q S~
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c(- 00) Il sicilico romano era un peso corrispondente a 2 dracme (vd. qui Appendice I, tab. 2).
.o z!!! '.r7) Forse trattasi della cicerchia piuttosto che del pisello montano; vd. P. CANTALUPO,
~ ~~
Un trattatello, cit., paragr. 26 e relat. nota, p. 27.
24 25
rU!iKU UAN':LALUI'U
27
26
venendo a corrispondere esattamente al peso di dracme 1,5, considerata questa di
Note alla tab. 5 g 3,840, quale ~ra nel momento che era stata assunta nel sistema ponderale
1) Il valore .in gra!llmi,. determinato sulla scorta dei dati di ANGELO MARTINI (Manuale di farmaceutico. Venendo poi all' assarlo (assarius nummus), la sua introduzione nel
Metro!of!1a, ossIa MIsure, pesi e mon~~e iry uso. attualmente e anticamente presso tutti i sistema ponderale rimonta alla seconda metà del I sec. d. C., quando il peso di
popoli, !ISt. Roma, 1976, pp. 869-92), SI nfensce al segg. periodi:
I - per~odo che va dalla legge Papiria (89 a. C.) a Claudio (41-54 d. C.);
questa moneta di bronzo (g 6,720) rappresentava esattamente il doppio del
Il - per~odo che va da Nerone (54-68) a Nerva (96-98); denario (g 3,360) e, pertanto, anche il doppio della dracma.
III - pen.odo che va da Traiano .(98-117) a Galerio (305-311) Il tremisse, invece, ricordato dal Liber ponderum, mostra il più tardivo
IV - penod~ che ~a da ~ostantlno (306-337) alla fine dell'Impero. inserimento nel sistema, giacchè, coniato solo nella seconda metà del III sec. d. C.,
2) AI te.m~o di Mare Aurelio (161-180), che conia entrambe le monete l'Aureo (g 5760) .
sostitUito con lo stesso peso dal Solido; quest'ultimo con Ga"ien~ (260-268)' ."d viene
con peso di g 1,854 d'oro era pari ad 1/3 del solido, allora di g 5,561.
5,561, ~on Diocle~iano (284-305) a 9 5,376. SI n uce a 9 Meno agevole da determinare resta il momento dell'assunzione nel sistema
3) "Tre~TlIs~e è con!ato S?tto ~al.lieno (260-268) ed è pari a 9 1,854 quando il Solido è di ponderai e del nummo o sesterzio (sestertius nummus), ricordato dal Flos
5,561, pOI sotto Diocleziano SI nduce a 9 1,792. 9 Medicinae come peso farmaceutico equivalente allo scrupolo. Questa moneta fu
4) Nel 3° periodo il Vittoriato scomparemail Quinario viene coniato sporadicamente fino a coniata prima in argento (g 0,960), poi in bronzo (g 33,598), e se la sua
Probo (276-282). introduzione, come appare probabile, non precedè la dracma, bisogna ritenere che
5) "?este.rzio a partire .da Augusto, ~ur mantenendo il valore di 4 assi, fu coniato in bronzo
essa fu inserita nel sistema medicinale ai princìpi del I sec. d. C., quando non ne
pnm.a di 9 33,598,. pOi, da N~rone finO ad Antonino Pio, di 9 26,878, infine da Marc'Aurelio ~
Gailieno pr~gres~lva~ente. ndotto da 9 24,190 a 9 9,750. era stata ancora effettuata la coniazione in bronzo ed era circolante il pezzo in
6) Sotto MarcAure~lo.IAssano o Asse si riduce a 9 6,048, sotto Commodo (1880-192) a 9 argento, il cui peso poteva all'incirca rappresentare 1/27 di oncia (g 0,995), come lo
5,376, sotto Settlml~ Severo (193-211) a 9 2,688, sotto Alessandro Severo (222-235) a scrupolo ad uso medico. Per tale sua peculiarità ponderale il nummo non trovò
1 ,8~0. .~otto
e Gordiano "I (238-244) a 9 1,680. 9 posto in quello che abbiamo chiamato sistema ordinario, in cui non avrebbe mai
7) PesI nfentl alla valenza nei sistemi romano e medioevale.
potuto essere equivalente ad 1/24 di oncia (g 1,120), funzione invece assolta anche
qui dallo scrupolo (vd. infra, tab. 7).
il denario ebbe ~l peso di.g 3,360, esso trovò una sua più precisa equiparazione con Va ribadito comunque che le monete divennero misura di riferimento solo in
la dracma, costItuendo SIa l'uno che l'altra 1/8 di oncia 38. Il suo nome restò poi per considerazione della quantità non della qualità del metallo di cui erano composte.
sempre a rappre~entare tale rapporto, fatta salva però la successiva oscillazione Infatti sia un tremisse d'oro (valore monetale 25 scrupoli) che un denario vittoriato
p~nderale del sohd? fra sistema ordinario (= dracme 1,333 = scrupoli 4 = oboli 8) e d'argento (valore monetale 3 scrupoli), erano l'equivalente del peso di 1/2 dracIJla,
sIste~a farmaceut~co (= dracme 1,5 = scrupoli 4,5 = oboli 9), seguendo la quale il per cui la loro utilizzazione ai fini pratici era perfettamente indifferente. Oltre a
denano passò nel SIstema medicinale medioevale. ciò va chiarito anche che i singoli valori monetali, una volta introdotti nel sistema
. . . In cons~guenza ~i ciò il denario vittoriato (denarius victoriatus 'j1J, ponderale, non stabilivano un rapporto di peso in assoluto, ma di proporzione
IIDzlalmente dI gl,920, m pratica un quinario, (del valore originario di 5 assi, poi rispetto alle precedenti misure. Di questi rapporti abbiamo evidenziato nella
fissa.t~ ad 8~, avendo. la metà del valore e del peso del denario, rappresentò nell'uso tabella 5 il più semplice, quello con la dracma, ma il rapporto sostanziale e
medlcmale Il peso di 1/2 dracma, come ancora ricorda il Liber de medicamentis di determinante era con l'unità di base, la siliqua, secondo quanto mostra la tab. 6.
Marcello Empirico, medico del V sec. d. C.
I trattatelli attribuiti a Galeno, che hanno un nucleo iniziale rimontante al Concludendo, possiamo fissare in base ai dati considerati, a titolo
puramente indicativo, il seguente prospetto cronologico relativo al'introduzione
II sec: d. C., menzionan,o ~a i pesi, o~tre l~ dracma, l'assario, il denario e quello
che .vlene detto denarlO Itabco. GIacche quest'ultimo viene in essi considerato delle valenze ponderali delle monete romane nel sistema medicinale:
eqUl~alente a?a"~rac~a ne come questa corrispondente ad 1/8 di oncia, ne consegue DENARIO (Denarius) ................................ .... ................. - I sec. a. C.
che Il denarlo Itab~o. non è altro che il denario romano d'argento di 16 assi. DENARIO VlITORIATO (Denarius victoriatusJ .......... - I sec. a . C.
Invece ~uello ~he 9-Ul VIene chiamato semplicemente denario e rapportato al NUMMO (Sestertius nummus) ................................ ....... - 1 a metà del I sec. d. C.
valore.di 1/6 dI onCIa (dracme 1,333), non può essere altro che il denario aureo ASSARIO (Assarius nummus) ..... .................................. - 2 a metà del I sec. d. C.
(denanus aureus)40. Questo infatti nel corso del II secolo d. C. pesava g. 5,760, AUREO (Denarius aureus alias Nummus aureus) ........ - II sec. d. C.
SOLIDO (Solidus aureus) .............................................. - 2 a metà del II sec. d. C.
38) Cfr. qui tabb. 6 e 7,
TREMISSE (Tremissis aureus) . ...... ........ ............... ......... - 2 a metà del III sec. d. C .
.39) Il denari~ era. detto vittoriato perché recava l'immagine della Vittoria, probabilmente
a ncordo della Vlttona romana sugli Illiri (228 a. C.).
40) Del resto nel cap. XII (De mensuris et ponderibus veterinanorum ) questo denario è riportato al valore di 4 scrupoli, cioè di 24 silique.
29
28
Tab. 6 - RIPORTO IN GRAMMI DEI PESI DEL SISTEMA ROMANO UTILIZZATI NEL Tab. 7 - RAPPORTI FRA SISTEMA ORDINARIO E SISTEMA FARMACEUTICO NEL
MEDIOEVO MEDIOEVO-I
PESI GRANA SILIQUAE UNCIAE GRAMMI (2) SISTEMA ORDINARIO SISTEMA FARMACEUTICO
HORDEI (1) GRANI SILIQUE ONCE GRAMMI GRANI SILIQUE ONCE GRAMMI
PESI
I Il d'ORZO d'ORZO
Granum hordei 1 - 1/432 0,0631 0,0622 0,125 1/1152 0,023 1 0,125 1/1296 0,021
Grano d'orzo 1
Siliqua 3 1 1/144 0,189 0,187 1 1/144 0,187 8 1 1/162 0,166
Siliqua 8
Lupinus 4,5 1,5 1/96 0,284 0,280 12 1,5 1/96 0,280 12 1,5 1/108 0,249
Lupino
Obolus 9 3 1/48 0,568 0,560 24 3 1/48 0,560 24 3 1/54 0,498
Obolo
Scrupulum 18 6 1/24 1,137 1,120 48 6 1/24 1,120 48 6 1/27 0,995
Scrupolo /
Drachma 54 18 1/8 3,410 3,360 Nummo
64 8 1/18 1,493 64 8 4/81 1,327
Sextula 72 24 1/6 4,548 4,480 Tremisse
144 18 1/8 3,360 144 18 1/9 2,986
Sicilicus 108 36 1/4 6,822 6,719 Dracma I
Semuncia 1 216 72 1/2 13,644 13,439 Denario
Stater Sestula /
192 24 1/6 4,480 216 27 1/6 4,480
UNCIA 432 144 1 27287 26878 Aureo 1
LlBRA/AS 5184 1728 12 327,45 322,539 Solido /
Esagio
1) Il rapporto con i grani d'orzo è dato secondo la misura del sistema romano. 288 36 1/4 6,719 324 40,5 1/4 6,719
Assario
2) I grammi sono dati: 576 72 1/2 13,439 648 81 1/2 13,439
Semuncia /
I - in base alla libbra di 9 327,45 (vd. qui, Appendice, tab. 2);
Statere
Il - in base alla libbra di 9 322,539 (vd. A. MARTINI , Manuale, cit. , p. 807), praticamente 144 1 26878 1296 162 1 26-,-878
ONCIA 1152
corrispondente a 9 322,56, desunti dal peso di 9 3,360 del denari o (1/8 di oncia). 322,539 15552 1944 12 322,539
LIBBRA / 13824 1728 12
ASSE
41) La dracma romana non era una moneta, ma un rapporto ponderale corrispondente
ad 1/8 d'oncia (g 3,360). Il denario invece, come moneta effettiva, si era prima ridotto ad 42)Vd. ALPHITA, cit., alla v. Cochlear.
1/10 d'oncia, per poi risalire nel periodo di Costantino ad 1/6 (g 4,40). 43) Vd.la doppia scala dei grammi in tab. 7 nel testo.
30 31
PIERO CANTALUPO ,.... Pesi e misure nella (armacopea medioevale
oboli 9), restando con ciò fermo per entrambi anche il rapporto dracma-
Tab. 8 - RAPPORTI FRA SISTEMA ORDINARIO E SISTEMA FARMACEUTICO NEL
scrupolo-obolo-siliqua (1 dracma = scrupoli 3 = oboli 6 = silique 18). .
MEDIOEVO - Il
. I due sistemi, dunque, hanno entrambi a base la libbra di g 322,539 e questa
corrIsponde sempre a 12 once di g 26,878 ciascuna, oppure a 72 solidi di g 4,480 SISTEMA ORDINARIO
PESI grarnt'TW Gn:r.i Gn:r.i Siliqua Oboli Scrupoli Dracme Solidi Once Libbre
ognuno . Per cui, quando distinguiamo, come nelle tabelle 5, 7 ed 8 l'oncia . orzo frum.
ordinaria dall'oncia medicinale, non indichiamo due once di diverso peso assoluto Grano or. Q.Q2a 1
giacché sono entrambe di g 26 , 878 , ma insistiamo solo sul loro dIverso' Grano fr. Q.Q5.2 2,4 1
frazionamento, che procede secondo i dati della tabella 7. Siliqua o.J..aZ 8 3,333 1
La seconda importante conclusione che si ricava dall'analisi dei valori Obolo M2Q 24 10 3 1
monetali è quella di poter stabilire che ciò che abbiamo definito sistema ordinario, Scrupolo .1J.2Q 48 20 6 2 1
rappresenta solo un sistema di riferimento, un sistema di supporto a quello Dracma . ~ 144 60 18 6 3 1
farmaceutico, giacchè esso non ebbe nessuna incidenza nella realtà socio- Solido 4,480 ll!2. BO ~ 6 4 ~ 1
commerciale del tempo; esso è solo la copia del sistema romano, anzi, come già Oncia 26,878 ill2 ~ ili ~ ~ 6 6 1
indicato, ne è piuttosto la ricostruzione erudita e non sempre esatta. Al contrario il LIBBRA 322,539 ~ QZ2Q 1126 l l i ~ a2 72 12 1
sistema medicinale, pur derivato da quello e conservando con quello una stretta MINA ~ 20736 8640 2592 864 432 144 .lill! ~ .1&
correlazione, ebbe una sua effettiva e reale esistenza. I due sistemi sono
confrontati qui nella tabella 8, dove per entrambi è mostrata la scala dei loro SISTEMA FARMACEUTICO
rapporti sia con i grani d'orzo che con i grani di frumento e vi sono graficamente PESI grammi Grani Grani Siliqua Oboli Scrupoli Dracme Solidi Once Libbre
sottolineati tutti i rapporti divergenti fra i due sistemi. orzo frum.
Va aggiunto che per le relazioni fra i pesi ed i grani d'orzo si sono Grano or. Q.Q21 1
ovviamente tenuti presenti i dati del Liber ponderum, per i grani di frumento, Grano fr. .QMQ 2,4 1
quelli del Flos medicinae e del Liber graduum, ed infine, per determinare i valori Siliqua ~ 8 3,333 1
della mina sono stati globalmente considerati i dati desunti dagli opuscoli Obolo ~ 24 10 3 1
pseudogaleniani. Quanto al cocleare, che per l'insufficienza dei dati non può essere Scrupolo ~ 48 20 6 2 1
valutato secondo le scale dei due sistemi, è stato inserito nella tabella dei dati Dracma ~ 144 60 18 6 3 1
conclusivi del sistema medicinale (vd. infra, tab. lO) assegnandogli il valore di 1/8 Solido 4,480 2.1Q .9Q 2l il ~ .1& 1
d'oncia in virtù del fatto che sostituì il tremisse nell'ordine delle valenze Oncia 26,878 j29Q MQ 122 ~ 21 il 6 1
medicinali, ma in effetti non sappiamo se in tale rapporto rappresentò 1/8 d'oncia LIBBRA 322,539 ~ Ma.Q 1944 ~ ~ .lill! 72 12 1
(g 1,493) se non piuttosto i 4/81 della stessa (g 1,327), quale era in ultima analisi il MINA ~ 20736 8640 2592 864 432 144 96 16 1,333
valore del tremisse in campo medicinale (cfr. tab. 7).
Mina farmaco secondo il De 9213 2304 768 384 128 96 16 1,333
Oltre a ciò va tenuto presente che tutti i pesi riportati dalle fonti esaminate ponderibus
e che non sono stati qui considerati pariteticamente nei due sistemi rappresentano N.B. Per la mina ordinaria e quella farmaceutica vd. i dati della tab. 4. Per il riferimento al De
solo dei recuperi culturali dall'antico 44 , certamente in epoca medioevale più utili ponderibus vd. qui il paragrafo sull'apporto dei repertori pseudogaleniani.
per comprendere testi ereditati dalla tradizione greco-latina piuttosto che
effettivamente praticati o praticabili in quel lungo momento storico a cui è
impensabile attribuire l'univoca esistenza di un perfetto sistema ponderaI e che specifico campo della medicina, non solo troviamo allora effettivamente praticate
ubbidisse alla logica dei vari mercati, delle diverse pratiche commerciali e dei ben poche delle misure che abbiamo sopra considerate, quanto e per di più non ne
molteplici frazionamenti politici della nostra penisola. Per cui, esulando dallo possiamo sempre stabilire le precise e reciproche corrispondenze.
In definitiva bisogna tenere distinto il campo meramente teorico del sistema
ponderale ordinario, riferibile pertanto ad un virtuale campo commerciale comune,
44) Ci riferiamo specificamente ai seguenti pesi: acetabolo (Liber gra. e Liber pon .), da quello che fu effettivamente praticato in campo medicinale. La medicina infatti
calcolo (Liber pon. e De pondero ), cerate (Liber gra. e Liber pon .), ciato (Liber pon .), cocleare restò più profondamente legata al mondo greco-romano per quella continuità di
(Liber gra. e Liber pon.), cucolco (Liber gra .), denario vittor. (Liber pon .), duella (Liber gra .), legame culturale con autori mai desueti, a partire da Ippocrate e Galeno, i cui
emina (Flos), minuto (Liber gra .), quadrante (Liber gra. e Liber pon .), e semiobolo (De scritti furono costantemente studiati, interpretati e chiosati.
pondero ).
32
33
PIERO CANTALUPO Pesi e misure nella farmacopea medioevale
La verifica sperimentale: determinazione dei valori assoluti Venendo poi alle pesature di campioni di legumi, osserviamo che un cece ed
una lenticchia .sono dati nel Liber ponderum come pesi fra loro equivalenti ed
A questo punto ci è parso opportuno procedere alla pesatura di campioni di entrambi corrispondenti ad 1/8 di obolo oppure a 1/2 calcolo, cioè a 3 grani di orzo,
orzo, grano, lenticchie, ceci e lupini, per verificare sperimentalmente la loro ma già di per sé è evidente che l'equivalenza ponderale fra un singolo cece ed una
effettiva corrispondenza con i pesi indicati in antico 45 , ottenendo con ciò i riscontri singola lenticchia risulta impossibile proprio per la diversa dimensione strutturale
riportati nella tabella 9. I dati qui esposti sono assunti senza entrare nel merito di dei due legumi; tuttavia, considerato che il peso reale di 3 grani d'orzo è di g
una possibile mutazione genetico-strutturale intervenuta nei chicchi di 0,0768, tale peso appare abbastanza vicino al peso effettivo di un grano di
graminacee e di legumi dal tempo in cui essi venivano utilizzati come referenti di lenticchia (g 0,0594) mentre risulta molto distante da quello di un grano di cece (g
peso, e senza considerare l'eventuale effetto della temperatura e dell'umidità su 0,666) . Per quanto poi riguarda il lupino, esso è distinto nei trattati
sostanze di natura organica. Pur entro tali limiti i risultati possono essere pseudogaleniani in peso vero e proprio (thermos) ed in legume (faba aegyptiaca).
confrontati con la libbra, considerata secondo i due parametri definiti nella tabella Sotto questa secondo aspetto è considerato corrispondente al valore ponderale di
6, dove sono stati riportati sia i dati riferiti alla libbra di g 322,539, sia quelli oboli 1,5, vale a dire 18 grani di frumento, il cui peso effettivo, attenendoci sempre
riferiti ad una libbra alternativa di g 327,45 , la stessa da noi presa in al campione di grano duro, è di g 0,8694, valore che risulta vicinissimo a quello
considerazione nel quadro sinottico del sistema ponderale romano 46 . sperimentale di g 0,8841.
Da tutto ciò se appare sostanzialmente provata, fatta eccezione per i ceci, la
Tab. 9 - PESATURE SPERIMENTALI rispondenza delle graminacee e dei legumi considerati nel ruolo di pesi sussidiari
grammi per grammi per nei sistemi medioevali, lo stesso non può dirsi per il sistema ponderale romano, in
unità 100 unità cui il grano d'orzo, comunque valutato, oscilla nel peso fra g 0,0631 e g 0,0622 (vd.
Orzo 00256 256 tab. 6), misura molto lontana dalla nostra pesatura sperimentale (g 0,0256);
Grano tenero 00401 4,01 altrettanto dicasi per illupino del sistema romano, la cui valutazione, oscillante
Grano duro 0,0483 4,83 fra g 0,284 e g 0,280, resta come misura molto remota dal peso reale dellegume (g
Grano misto 0,0442 4,42 0,8841). Pertanto dobbiamo assumere che nel sistema romano i pesi indicati coi
Lenticchie 0,0594 594 nomi di granum hordei e di lupinus rispondessero solo a frazionamenti teorici
Ceci 0,666 66,6 della libbra.
Lupini 08841 8841 A tale proposito va anche evidenziato che siamo di fronte all'impossibilità di
riscontrare l'esatto peso in grammi della libbra. Infatti l'attribuzione odierna di
N.B. Il peso del grano tenero è stato ottenuto su tre campioni diversi. valori in grammi alla scala dei pesi romani si basa sul ritrovamento archeologico
di vari campioni di libbra, con le loro inevitabili disuguaglianze ponderali e le
Stabilito che l'oscillazione di circa g 5, intercorrente tra il peso minimo e conseguenti oscillazioni circa il valore da attribuire a multipli e sottomultipli.
massimo assegnabile alla libbra romana, finisce con l'avere un valore molto Anche i dati numismatici, considerati i sistemi di coniazione e le divergenze
relativo quando si scende alle sue frazioni per giungere al grano d'orzo, in cui tale ponderali riscontrabili pur fra monete appartenenti alla stessa emissione, non
oscillazione si riduce a g 0,001, possiamo tenere a base delle nostre valutazioni, possono considerarsi di piena affidabilità. Pertanto, anche attribuendo alla libbra
come nel paragrafo precedente, la libbra di g 322,539. Pertanto, considerato di il valore più basso fra quelli finora considerati, cioè di g 322,539, i 5184 grani
questa il duplice frazionamento, quello cioè relativo al sistema ordinario ed a d'orzo che secondo il sistema romano le dovrebbero corrispondere nel peso, non
quello farmaceutico, il grano d'orzo pesa g 0,023 oppure g 0,021, valori entrambi raggiungono in realtà che g 132,7104, equivalenti, con la differenza più che
assai prossimi alla nostra pesatura sperimentale (g 0,0256). Su questa scia anche rimarchevole di circa g 190, a molto meno della metà del valore teorizzato!
il peso del grano di frumento, determinabile in g 0,056 nel sistema ordinario ed in Partento comunque dal presupposto che i campioni di libbra che si sono
g 0,050 nel sistema farmaceutico, mostra dei valori molto ravvicinati ai g 0,0483 rinvenuti dovettero in ogni caso corrispondere ad una realtà effettuale, se ne deve
della pesatura sperimentale riferita al grano duro. dedurre che in antico, stabilito in qualche modo la pezzatura e quindi il peso di un
blocco di metallo, se ne ricavassero per frazionamenti successivi i pesi minori,
senza un'effettiva verifica della loro rispondenza o, dati i mezzi dell'epoca, senza la
45) Si ringrazia qui il prof. Lorenzo De Napoli della Facoltà di Scienze Matematiche, possibilità di attuarla. Per cui la relazione istituibile fra la libbra e le sue frazioni
Fisiche e Naturali dell'Università Federico II di Napoli per aver eseguito le pesature minori, quali lupino, siliqua e granello d'orzo, finiva con l'essere puramente
sperimentali e per aver controllato tutte le tabelle che accompagnano il presente lavoro. virtuale, secondo un processo molto simile a quello in sito nell'attuale moneta
46) Vd. qui Appendice I, tab. 2.
34 35
PIERO CANTALUPO es e mISure ne
metallica, in cui proprio il peso del metallo non ha alcun rapporto con il suo valore partire dal X secolo anche in campo monetale 49 • Su questa scia il problema
politico o di mercato. potrebbe forse trovare una sua soluzione, ma solo quando si condurranno, per il
Invece il sistema ponderale che si formò a partire dal IV sec. d.C., pur periodo che interessa, approfondite analisi comparate sulla monetazione e sui
poggiando su di una libbra pesante tanto quanto quella usata nel sistema criteri tenuti dalle varie zecche di emissione, a partire da quella di Salerno.
precedente, ma trovando il suo cardine nel frazionamento della siliqua in 8 e non Non resta perciò che indicare secondo i dati esposti nella tabella lO i pesi ed
più 3 grani d'orzo, ottenne anche nei pesi minori, soprattutto in quelli i relativi valori che sulla scorta di tutti gli elementi di valutazione possono
farmaceutici, un effettivo e reale aggangio ai referenti ponderali di uso comune. considerarsi i più comunemente usati nel campo della medicina medioevale. Essi
in massima parte trovano riscontro nelle indicazioni del Flos medicinae, il cui
anonimo autore anche avvertiva: Caeterae mensurae non sin t nomina curae, di non
La sistemazione conclusiva
curarsi di tutte le altre misure, anche di quelle di cui ci siamo sopra diffusamente
Dall'analisi generale condotta sulla documentazione del periodo, in occupati. Il suggerimento, pur sembrando alquanto limitativo, non è lontano dalla
particolare sui testi e le fonti precedentemente menzionati, e dal loro confronto con verità; in effetti poche, come dicevamo in premessa, sono le misure costantemente
i dati sperimentali, possiamo stabilire che nel campo della medicina medioevale il ricordate nei testi di medicina medioevali. Difficilmente vi s'incontra qualcosa che
sistema metrico si riportò generalmente a quello romano, anzi tende' vada oltre le basilari nozioni ponderali defmite in sintesi nella nostra tabella, la
continuamente a riproporlo, salvo l'ulteriore aggiunta di termini e misure di cui utilità si qualifica in ragione degli errori e degli scompensi di trasmissione dei
origine greca, quali calcolo, cerate, cucolco, esagio, statere e talento, specialmente dati metrologici rilevabili nei codici latini dell'epoca, da addebitarsi per lo più a
recepiti ed usati in ambito meridionale, dove fu più persistente l'influenza compilatori o a copisti, solleciti a volte nel dare indicazioni aggiuntive, ma
bizantina 47 . altrettanto disattenti o ignoranti 50 • Vogliamo però credere che l'enorme diffusione
Venendo in particolare al sistema dei pesi farmaceutici, esso, anche per del Flos Medicinae in tutta l'Europa bassomedioevale sia valsa non solo a far
l'universalità degli studi nella disciplina medica, fu l'unico che con certezza conoscere la sintesi dell'esperienza medica della Schola Salemi ma anche l'esatta
sopravvisse fin sul tramonto del Medioevo nella forma grosso modo stabilizzatasi nozione dei valori ponderali in campo farmaceutico.
nel IV sec. d. C., cosa che invece non avvenne per quello che abbiamo chiamato
sistema ordinario, restando questo, sempre nei limiti del campo della medicina, Le ulteriori evoluzioni
solo un necessario termine di riferimento, una sorta di passaggio obbligato per
La situazione così delineata è da presumersi sia rimasta tale fm quasi alle
comprendere in cosa il sistema medicinale se ne differenziasse. Quanto al resto si
soglie dell'età moderna, certamente durò fino all'età degli Svevi (1194-1266), epoca
può credere che in pratica esso scomparve nei territori del'ltalia meridionale con
a cui però non possiamo riferire, se non prendendoli con le debite cautele, i dati di
la fine dell'Impero Romano d'Occidente, dato che nulla si può inferire dalle fonti
uno studio relativi al sistema ponderale di uso comune che sarebbe stato
circa una sua ulteriore sopravvivenza. D'altro canto la frammentazione politica e
introdotto nel Regno di Sicilia da un provvedimento di Federico II di Svevia (vd.
territoriale della Penisola, a cui ci siamo già sopra richiamati, e, di conseguenza,
qui Appendice I, tab. 3)51; manca ad essi soprattutto il conforto dei documenti 52 . Di
la mancanza di un unitario sistema ponderale di riferimento, non ci permette oggi
certo sappiamo che l'imperatore svevo nelle sue Costituzioni
di stabilire con certezza il tempo, il luogo ed il valore assoluto di alcuna misura nel
campo commerciale ordinario, a partire dall'oncia 48 , per la quale, mentre possiamo
solo supporre una tendenza ad ancorarsi a quella romana (g 26,878), visto il peso
di g 26,730 che ancora conservava nel Regno di Napoli in epoca aragonese, di certo
mantenne costante il rapporto 12:1 con la libbra, verificato nell'area campana a 49)Vd. AUGUSTOLIZIER, L'economia rurale dell'etàprenormanna nell'Italia meridionale,
Palermo, 1907, p. 172.
00) Nel cosiddetto Erbario di Apuleio e Dioscoride, codice n° 236 nella Biblioteca
47) Per la presenza e la particolare pressione dei Bizantini sulle terre del Salernitano Governativa di Lucca, ms. datato tra la fine del IX ed i princìpi del X secolo, al f. 34v si
tra l 'VIII ed il X secolo, vd. PIERO CANTALUPO, Acropolis. Appunti per una Storia del Cilento, legge, fra l'altro: Scripulus pens (at) ordeos XXIII!. Siliqu(a) ordeo [s1 1111.
I (Dalle origini al XIII secolo), Agropoli, 1981, pp. 74-78 ed 88-91. 51) CATELLO SALVATI, Misure e pesi nella documentazione storica dell'Italia del
48) P. GUILLAUME (Essai historique sur l'Abbaye de Cava, Cava dei Tirreni, 1877, mezzogiorno, Napoli, 1970, pp. 25-6.
Appendice, p. LX), come misure di pesi riferiti ai secoli X-XV, non fa altro che riportare i 52) Le Costituzioni federiciane, particolarmente la 208: De ponderi bus, et mensuris (Ad
dati dell'editto aragonese del 1480 (Vd. qui Appendice II, 6 e cfr. tab. 11 nel testo), solo legitima pondera etc.), non contengono dati metrologici, stando a quanto ne riporta
assegnando al cantaro il valore di kg 89,9514, dal quale poi ricava, peraltro erroneamente, GREGORIO GRIMALDI, Istoria delle leggi e dei magistrati del Regno di Napoli, I-IV, Lucca (ma
il valore dell'oncia in g 27,2655 a fronte dei g 277,0693 conseguenziali al suo assunto. Napoli), 1732-33, II, pp. 45-228.
36 37
PIERO CANTALUPO Pesi e misure nella farmacopea medioeoole
nelle varie parti del regno e risultanti sia dal processo storico che dagli usi locali,
adeguandoli a degli standard fissati e contrassegnati dalla Regia corté'3,
~ ~ comminando anche severissime pene pecuniarie e fisiche ai commercianti
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Sappiamo inoltre che il problema dei pesi e delle misure si ripresentò invariato ai
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monarchi successivi, in particolare a Carlo I d'Angiò, al figlio di questi Carlo II ed
a Giovanna II, che tentarono di mettere ordine nel caos metrologico sempre
risorgente ogni volta che l'allentarsi del potere centrale ridava spazio agli usi
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locali ed agli abusi feudali. Degli interventi legislativi che questi monarchi
~W< effettuarono in proposito, resta qualche traccia nelle fonti 55, ma, per quel che più
ci riguarda, non se ne ricavano sufficienti elementi per valutare i dati metrici su
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cui si basavano56 .
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Quanto alla scarsa efficacia di questi interventi, non c'è da dubitare, giacché
~O il 6 aprile 1480 il re Ferdinando I d'Aragona, sempre allo scopo di regolamentare
o ed uniformare per tutto il Regno di Napoli il sistema dei pesi e delle misure,
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promulgò un editto57 col quale si tentò ancora una volta di mettere fine alle
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38 39
PIERO CANTALUPO
con il grano di frumento, si possono cogliere numerosi parallelismi terminologici e Tab. 13 - PESI (COMUNI) - SECONDO LA "LEGGE METRICA" DEL 1840
ponderali con il sistema farmaceutico altomedioevale come espresso nella tab. 9.
ChiloQrammi Trappesi Centesimi Decimi Rotoli Cantari
Trappeso 0000891 1
Tab. 11 - PESI (COMUNI) - SECONDO L'EDITTO DEL 1480 DI FERDINANDO I Centesimo 0008910 10 1
D'ARAGONA Decimo 0089100 100 10 1
(grammi) Acini Trappesi Once Libbre Rotoli Decine Cantari Cantari Rotolo 0890997 1000 100 10 1
fini pice. Cantaro 89099720 100000 10000 1000 100 1
Acino 0,0445 1
Trappeso 0,891 20 1
Oncia 26,73 600 30 1 Invece, riguardo ai pesi medicinali, la stessa Legge nell'art. 8° recitava:
Libbra fine 320,76 7200 360 12 1 "Sarà tollerato per ora, e sino a nuova disposizione, che pe' soli usi farmaceutici
Rotolo 890,997 20000 1000 33,3 2,777 1
sia adoperato il peso della Libbra colle sue attuali suddivisioni"6o .
Decina 3563,988 80000 4000 133,3 11,108 4 1
Cantaro 32075,89 720000 36000 1200 100 36 9 1
L'ultima variazione si registrò quando l'uso del Sistema metrico decimale
picco delle Misure e dei Pesi, imposto dopo l'Unità e divenuto obbligatorio nell'ex Regno
Cantaro 89099,7 2mil. 100000 3323 277,77 100 25 2,77 1 delle due Sicilie dal l° gennaio 1861, introducendo l'attuale sistema metrico, che
ha come unità di peso il grammo, eliminò ogni distinzione ponderale per i
N. B. Il cantaro (o cantai o) pesava esattamente Kg 89,099720 secondo il calcolo del Martini
(op. cit., p. 395); secondo il Guillaume (op. cit., Iaea cit.) esso era Kg 89,9514. medicinali e cancellò definitivamente ogni residuo dell'antico sistema farmaceutico
romano.
L'editto aragonese restò in vigore nel Regno di Napoli per 360 anni, fin quasi
alla metà dell'Ottocento, quando Ferdinando II di Borbone, anch'egli spinto dal
desiderio di disciplinare la materia, emanò il 6 aprile 1840 la Legge Metrica,
entrata in vigore ilIo gennaio 1841 59 • Con essa fu adeguato, su parere della Reale
Accademia delle Scienze in Napoli, il sistema napoletano al sistema metrico
decimale già adottato in Francia con decreto del 7 aprile 1795. Il nuovo quadro
ponderale, che riguardava solo il sistema ordinario, si presentò secondo lo schema
della tabella 13.
40 41
PIERO ANTALUPO
II - LE MISURE DI CAPACITA' di un sestario di vino, d'aceto o d'acqua (sextarium vini sive aceti vel aque) che
equivale a 2 libbre ed 1 oncia, ma annota anche che secondo alcuni (secu~um
aliquos) un ses"tario di vino pesa solo 1 libbra ed 8 once. Per quanto riguarda infine
l'emina, entrambi gli ultimi due testi le assegnano nell'ambito del sistema
ordinario un valore di once 12.
La notevole disparità di collocazione e di valutazione con cui le tre fonti in
questione presentano queste misure, limita ed inibisce ogni possibilità di
individuare un eventuale campo di misure medicinali distinto da un sistema
ordinario, campo del quale in ogni caso, proprio per l'estrema povertà dei dati, non
si potrebbe stabilire la sistematica. Ma ciò non resta, pur se irresolvibile, un
problema isolato, esso apre anche il fronte delle insuperabili difficoltà che si
Il problema ed il contributo degli scritti di medicina delineano nella ricostruzione di un sistema ordinario.
La base di questa ricostruzione non può essere se non l'ampio repertorio di
Il problema delle misure di capacità medioevali si presenta di estrema misure che, oltre alle tre riportate dal Flos, prospetta l'Aggiunta: artaba, bato,
difficoltà e di non facile soluzione perché le fonti di carattere medico non solo bilibra, causato, ciato, chenice, concula, congio, coro, efi, gomor,
entrano in conflitto fra di loro ma, principalmente, presentano tutte dati medimno, metreta, modio, quinnare, e sato, unendovi, naturalmente, il
contraddittori alloro interno, rendendo incerta ogni conclusione. Pertanto, tutti gli cocleare e l'acetabolo, assimilati anche a pesi 63. A frtmte di ciò il Liber
elementi che tenteremo di valutare e ricomporre nel seguente lavoro non possono ponderum, ignorando la concula, il causato, la bilibra, il chenice, il quinnare e l'efi,
né individuare né ricostruire un quadro particolare delle misure medicinali in da' notizia di misure quali l'anfora, il cado, il modio ebraico, il sato egiziano,
questione, ma rappresentare solo il tentativo di fare il punto della situazione. Ciò l'urna, di un secondo tipo di emina e del servati (servatim) per noi ignoto.
tuttavia non esclude la possibilità di trovare sulla scorta di altre fonti il filo N el complesso di queste indicazioni si fondono apporti metrologici di
conduttore per delineare in principio e ricomporre alla fine un sistema di misure provenienza greca, ebraica, egiziana e romana. Alla maggior parte va assegnata
per aridi e liquidi pertinente alla comune pratica commerciale. un origine greca: acetabolo, anfora, cado, chenice, ciato, cocleare, congio, cotila,
Abbiamo già visto che le uniche misure di capacità che il Flos Medicinae emina, metreta 64, medimno, modio, sestario ed urna. Notevole anche l'apporto di
prende in considerazione sotto l'aspetto medicinale sono l'emina, il sestario e la misure di provenienza ebraica: bato, coro, gomor e modio, e specificatamente
cotila, tutte di derivazione prima greca e poi romana, utilizzate sia per i liquidi palestinese è il sato. Di matrice egiziana troviamo l'artaba ed un altro sato,
che per gli aridi 61 , misure che la nostra fonte, secondo una consueta ed utile mentre molto limitato appare l'apporto romano, ridotto alla bilibra, al causato,
procedura dell'epoca, quantifica in base a dei valori ponderali, rapportando la alla concula ed al quinnare, salva l'adozione in tempi diversi di tutto l'elencato
prima ad once 15 e le altre due entrambe ad once 30. Invece l'Aggiunta al Liber apparato metrologico greco. Restano di ignota provenienza solo l'efi ed il servati.
graduum si limita a ricordare per l'uso medicinale solo il sestari062 attribuendogli Questo raggruppamento di misure, che per un utile riscontro abbiamo qui
un valore pari ad once 111,1 ed elencando a parte, fra le misure ordinarie, la sistemato secondo le due fonti maggiori nella tabella 14, dalla quale sono stati
cotila, parificata ad once 7,5, e valutata così 5/16 di sestario là dove in epoca esclusi, per l'interesse molto marginale al problema qui prospettato, il modio
romana ne valeva 1/2. Il Liber ponderum a sua volta, presentando solo un univoco ebraico, il sato egiziano, il secondo tipo di emina ed il servati, rappresentano
sistema di misure, equipara anch'esso il sestario alla cotila, ma assegna loro la più un disordinato recupero da fonti isolate che la volontà di ricomporre o
valenza di once 8. In tutto ciò appare di maggiore interesse quanto annota rappresentare un ordinato sistema, giacchè da un lato non ripropongono nulla,
l'opuscolo e su cui torneremo più oltre per un approfondimento, riguardo al eccetto che il rapporto 1:6 fra congio e sestario, dei preesistenti sistemi greco o
sestario, in quanto, trattandosi di una specifica misura per liquidi, e variando i romano 65 , dall'altro né prospettano né definiscono un nuovo apparato metrologico
liquidi nel peso secondo la loro densità, la nostra fonte fa opportunamente rilevare di ambito medioevale. Nella tabella però è presente una prima colonna di dati,
come un sestario di miele (sextarium mellis), equivalente a 2 libbre e 1/2, pesi più desunti dal De ponderibus, che si giustificano secondo alcune considerazioni che
61) Vd. tab. 1 nel testo e cfr. Appendice I, tabb. 5 e 6. 63) Cfr. tab. 2 nel testo.
62) L'Aggiunta, nell'ambito del sistema ordinario, indica il sestario una prima volta 64) La metenna del Liber Ponderum è da identificarsi con la metreta del Liber Graduum.
erroneamente come equivalente a 100 libbre, poi lo riferisce più correttamente al valore di 2
libbre, mentre nel campo medicinale gli assegna il valore di 1000 dracme. ffi) Vd. Appendice I, tabb. 5 e 6.
43
42
investono anche la struttura della stessa tabella 14. è equiparato al denario, cioè al dena,rius aureus ffi , equivalente a dracme 1,333.
Pertanto i dati del cap. VIII, integrati negli elementi utili al confronto da
notizie opportunamente estratte dai capp. V, VII, X e XIV, precedono nella tabella
Confronto col" De ponderibus" 14 i dati dell'Aggiunta al Liber graduum e del Liber ponderum69 •
Poichè il raffronto con i dati del De ponderibus si è rivelato proficuo nello Tab. 14 - LE MISURE DI CAPACITA' SECONDO IL LlBER GRADUUM ED IL LlBER
PONDERUM CONFRONTATI COL DE PONDERIBUS
studio dei sistemi ponderali medioevali, anche il problema delle misure riceve
LlBER GRADUUM LlBER
l
qualche luce dall'esame di questa fonte, che, come abbiamo già ricordato nella DE PONDERIBUS
PONDERUM
prima parte, consiste in un complesso di 16 capitoli o, piuttosto, opuscoli di
metrologia attribuiti a Galeno 66 . Abbiamo anche accennato alle posteriori
Sestarii DRACME Sestarii I
DRACME Sestarii DRACME
Cotile
superfetazioni che ne alterano e rendono per lo più irriconoscibile le parti più Cap.
VIII 0,009 1,333 non riportato non riportato
antiche, per cui qui ribadiamo ed insistiamo particolarmente sulla estrema Stagio
Mistro VIII 0,028 4 non riportato non T0rtato
confusione dei dati relativi alle misure degli aridi e dei liquidi, che emergerà 9,333 0,0026 0,5 0,0078 0,5
Cocleare VIII 0,065
anche dall'analisi che qui di seguito prospetteremo. non riportato 0,0078 1,5 non rir0rtato
Concula
Vediamo innanzitutto che le specifiche misure qui complessivamente
Ciato VIII I 0,083 I 12 0,052 10 0,156 10
ricordate nei vari opuscoli sono: acetabolo, anfora, anfora italica, artaba egiziana,
cheme, cheme grande, cheme piccola, chenice, chous, ciato, cocleare, conca grande,
Causato
Acetabolo VIII
non riportato
0,130 18,666
0,052
0,0625
10
12
non
0,25 rtalO16
conca minore, congio, cotila, cotila greca per olio, cotila grande, emina, litro, VIII 0,5 72 0,31 60 1 . 64
Cotila
medimno, metreta, metreta siria, mistro giustissimo, mistro grande, mistro VIII 0,5 72 0,5 96 1,5 96
Emina
minore, mistro piccolo, mnestro, modio, modio egiziano ed italico, quartario, VIII 1 144 1 192 1 64
Sestario
semicongio, semimedimno, semisesto, sesta parte, sestario, sestario greco, sestario non riportato 2 384 non riportato
Bilibra
italico, stagio, tribano, tryblio, tryblio piccolo, ed urna 67 . Le notizie però, che Chenice VIII I 4 I 576 4
5
768
960
non riportato
non riportato
accompagnano queste misure sono il più delle volte contraddittorie e confuse, tali Quinnare non riportato
non riportato 5 960 330 21120
comunque da non poterne ricavare delle indicazioni sistematiche, conseguenza e Gomor
I 6~:61
VIII 960 6 1152 6 384
segno del profondo intervento operatovi nel corso del Medioevo. In tanta confusa Congio
V 4608 20 3840 22 1408
congerie, può essere preso in considerazionme ai fini della nostra ricerca e per il Modio
non riportato 34 6528 33 2112
Sato palestin.
raffronto con i dati dei due testi precedenti, esclusivamente il cap. VIII, dal titolo
Simplicissima praeterea de mensuris ac ponderibus medicis admodum concisa
Urna
Anfora
XIV
VII
I 26~661 3840
5184
non riportato
non rir0rtato
22
66
1408
4224
expositio . Questo non perché offra una maggiore coerenza rispetto agli altri, ma non riportato 50 9600 66 4224
Bato
perché espressamente riferito alla medicina, fermo restando che il riferimento alla non riportato non riportato 66 4224
Cado
medicina non implica l'esistenza di un sistema particolare di misure medicinali Efi
V
non riportato
I 160 I 23040
66
72
12672
13824
non
72
rirrtalO
4608
per aridi e liquidi, e ciò non tanto perchè il nucleo di base dei testi galeniani è Artaba
80 15360 660 42240
anteriore alla divisione del sistema farmaceutico da quello ordinario, visto che che Coro non riPortar
X 120 17280 100 19200 110 7040
il De ponderibus percorre il suo viaggio nel Medioevo ingrossandosi e Metreta
VIII l 32 4608 100 19200 non riportato
deformandosi per via, ma perché le misure dichiarate di indirizzo medico , in Medimmo
pratica non rimarcano differenze dal complesso di quelle ordinarie. Infatti,
nell'assegnare alle varie misure un valore ponderale, si fa costantemente
riferimento alla libbra, all'oncia ed alla dracma secondo il rapporto 1:12:96, ffi) Vd. P. I, paragr. Rapporti ponderali, ecc.
seguendo cioè il frazionamento del sistema ordinario. Entro tale rapporto lo stagio (0) Nella tab. 14 la scala della sequenza metrologica è ordinata secondo i dati del Liber
Graduum. Tutti i dati poi sono direttamente riportati o indirettamente desunti dai testi a
cui si riferiscono. L'unica correzione riguarda il numero delle dracme della cotila nella
colonna del Liber ponderum, riportate a 64 rispetto alle 63 del testo, giacché questo fa
ai) Vd.supro, nota 24. corrispondere la cotila ad 8 once, come il sestario. Oltre a ciò l'urna riferita al De ponderibus
è data secondo la misura del vino. Infine, per un criterio di omogeneità le misure sono tutte
fJl) Tutti i pesi e le misure riportate dal De ponderibus sono sistemate in ordine
alfabetico ed in rapporto con i capitoli che li contengono in Appendice il, 4. riferite al peso della dracma.
45
44
Sviluppo ed esito del problema
Tab. 15 - RAPPORTI FRA MISURE DI OLIO, VINO E MIELE SECONDO IL DE
PONDERIBUS
L'evidenza del raffronto fra le tre serie di dati della tabella 14 pone fuori
discussione l'incoerenza del materiale offertoci dalle fonti mediche esaminate: Dracme Once Libbre Cheme Mis!ri Ciati Aceta- Mis!ri Cotile! Sestari Cangi U me Anfore
pice. boli gran. Emine Choas ital.
basti considerare che il sestario, corrispondente nel sistema romano a circa 160
70 CHEME olio 3. 0,375 0,031
dracme , è indicato nel De ponderibus come equivalente ponderale di 144 dracme, (cap. vino 3,333. 0,417 0,035 1
cioè più d,el doppio di quanto lo valuta il Liber ponderum, che, attribuendogli un XIYl miele (4,5) 0,562 0,047
peso di 64 dracme, lo considera addirittura 1/3 del valore assegnatogli dal Liber
graduum con 192 dracme. MISTRO olio 6. 0,75 0,062
piccolo vino 6,666. 0,83 0,069 2 1
Con ciò, mentre resta preclusa ogni possibilità di risalire attraverso la (cap. IV) miele 9. 1,125 0,094
letteratura medica ad un qualunque sistema medioevale di misure per liquidi ed
aridi, viene ulteriormente dimostrata la profonda e generale alterazione dei CIATO olio 12. 1,5 0,125
vino
trattatelli pseudogaleniani 71 , che riguardo alle misure di capacità risultano molto (cap. IV) 13,333 1,666. 0,139 4 2 1
miele 18 2,25. 0,187
lontani dal sistema romano, fatta eccezione per uno di essi, il De liquidorum
mensuris, che costituisce il cap. IV del De ponderibus. Esso si dimostra di una ACETA- olio 18. 2,25 0,187
maggiore unità e coerenza interna e può attribuirsi con certezza a Galeno, BOLO vino 20 2,5. 0,208 6 3 1,5 1
soprattutto perché rientra perfettamente nel sistema romano. I suoi dati, qui (cap. IV) miele 27 3,375. 0,281
sistemati nella tabella 15 con un parziale apporto del cap. XIV72, forniscono le MISTRO olio 24 3. 0,25
misure dei liquidi in base alla loro densità e, quindi, al peso specifico, attenendosi grande vino 26,6 3,333. 0,28 8 4 2 1,333 1
strettamente alla metrologia romana, come si può costatare dal rapporto del ciato (cap. IV) miele 36 4,5. 0,375
con le altre misure . Queste indicazioni assumono particolare valore e
COTILAI olio 72 9. 0,75
considerazione perché la distinzione delle misure secondo il volume dei liquidi, pur 10.
EMINA vino 00 0,833 24 12 6 4 3 1
senza raggiungere una perfetta formulazione, in qualche modo si conservò nel (cap. IV) miele 108 13,5. 1,125
corso del Medioevo 73 ed è questo che porterà nel 1480, come vedremo, ad una
definitiva diversificazione delle misure dei liquidi in base alla loro densità. SESTA- olio 144 18. 1,5
RIO vino 160 20. 1,666 48 24 12 8 6 2 1
Intanto possiamo osservare nella tabella 15 che, a parità di volume, il vino, (cap. IV) miele 216 27. 2,25
associabile a liquidi similari, quali aceto ed acqua, viene considerato di peso
CONGIO olio 864 108 9.
superiore all'olio di 1/9 e, nella stessa condizione, il miele è valutato di peso,
Chous vino 960 120 10. 288 144 72 48 36 12 6 1
rispetto al vino, superiore di 1/3 e, rispetto all'olio, superiore di 1/2. Per cui in (cap. IV) miele 1296 162 13,5.
sintesi possiamo dire che, a parità di volume, olio, vino e miele hanno il rapporto
di peso 1 : 1+1/9: 1+1/2. URNA olio 3456 432 36.
(cap. vino 3840 480 40. 1152 576 288 192 144 48 24 4 1
Tutto quanto finora esposto a proposito delle misure di capacità chiarisce ciò X.!'{L miele 5184 648 (54)
che abbiamo enunciato al principio di questa seconda parte circa l'impossibilita di
ANFORA olio 6912 864 72.
individuare e tantomeno ricostruire un sistema specifico di misure medicinali. italica vino 7680 960 00. 2304 1152 576 384 288 96 48 8 2 1
Dobbiamo pertanto ammettere che nel campo della medicina medioevale, a (cap. IV) miele 10368 1296 108.
differenza del sistema ponderale, che raggiunse una sua propria defmizione, i
N B I dati seguiti da asterisco sono quelli desunti dire~ament~ dal testo e sui quali è costruita
la' tabella. I valori chiusi tra parentesi sostituiscono quelli erronei del testo.
70) Cfr. Appendice I, nota alla tab. 6. Il sestario romano era l 0,546, corrispondenti a g
546.
71) Lo stesso testo nei capp. IVe VIII considera il sestario equivalente a 144 dracme, nei amenti delle misure per liquidi ed aridi che ricorrono nei testi dell'epoca
capp. IX, X e XV, a 120 dracme.
~:=~~lo dei tentativi di riproporre il precedente sistema rom~o, senza peral~o
72) Dal cap. XIV vengono le indicazioni per la cheme e l'urna. riuscirvi giacché le notizie furono compattate desumendole Isol~tame~te. ~
'ìJ) Vd. sia l'Aggiunta che il Liber ponderum a proposito del sestario. preesiste~ti testi di materia medica, senza distinguere in seno ad eSSI le nOZlOlli dI
46
47
metrologia romana da quella greca, ed accogliendovi anche quelle egIZIane o terziario (tertiarium) costituiva invece la metà del modio 78, mentre il sestario
ebraiche, ricavandole da notizie defluite nell'Italia meridionale, ed a Salerno in conservava ancora nel suo rapporto di 1:16 con il modio la tradizione romana.
particolare, presumibilmente attraverso la medicina araba. Isolata e non correlabile con le altre appare infine la notizia di un cupello da
Siffatte congerie di misure, certamente lontane da un'acquisizione vendita (cupellum venalicium)19.
scientifica, sono pur lodevoli se riferite all'epoca in cui un tal genere di Quanto a queste misure, qui coordinate nella tabella 16, si possono
compilazioni erudite rispondeva all'esigenza di interpretare e conservare le accogliere in massima parte anche le conclusioni del Lizier 8:l, fatte però le debite
conoscenze del passato. In verità oggi, che l'indagine su quel passato è indirizzata riserve soprattutto riguardo al rapporto da lui istituito con i ns. litri, perché
da criteri più proficui e sorretta da mezzi più idonei, i frammentari ed incoerenti basato sul presupposto che il modio nel Medioevo avesse all'incirca la capienza del
recuperi medioevali operati sulla precedente letteratura medica sono per noi modio romano (18,73).
destituiti di ogni utilità pratica. Del resto anche per tutto ciò che esula dallo
specifico mondo greco-romano le nozioni restituiteci da queste raccolte medioevali Tab. 16 - MISURE MEDIOEVALI DI CAPACITA' PER GLI ARIDI AD USO
sono prive di riflessi nei codici latini di medicina, per cui, come già accennato nella COMMERCIALE (X -XI sec.)
prima parte, per noi riveste scarso interesse pratico conoscere misure quali il
modio ebraico, il sato palestinese o egiziano, il servati o altro, che non trovano (c. litri) Libbre Sestarii Quarte Modioli Terziari Modii
generalmente riscontro nei testi di medicina del periodo. Sestario 05 1875 1
Ritorna anche qui l'avvertimento dell'anonimo del Flos. Quartario 0666 25 1,333 1
Modiolo 2666 10 5333 4 1
Terziario 4 15 8 6 15 1
Le ordinarie misure di capacità per gli aridi Modio 8 30 16 12 3 2 1
In effetti, esulando dal campo della medicina, i pochi dati che si ricavano
dalla documentazione notarile medioevale in ambito campano in generale e Le ordinarie misure di capacità per i liquidi
salernitano in particolare, portano ad indicazioni notevolmente diverse riguardo
all'uso delle misure nella comune pratica commerciale, nella quale si trova Poichè i pochi dati che si recepiscono dai documenti campani e salernitani
innanzitutto la netta distinzione fra misure per aridi e quelle per liquidi. tra il X ed il XV secolo e concernenti le misure per liquidi fanno riferimento, fatta
Per gli aridi troviamo utilizzato innanzitutto il modio (modium, moggio), eccezione per qualche rara indicazione riguardo all'olio, costantemente al vino, e
detto anche modio maggiore (m. maius) per distinguerlo dal modiolo, che ne visto che anche l'aceto e l'acqua erano nella misurazione considerati omologhi a
costituiva la terza parte. Quest'ultimo era più precisamente denominato modiolo quest'ultimo, è opportuno riproporre qui, con i dovuti adeguamenti, parte dello
greco (modiolum grecisum) 74 , ulteriore documento della persistente influenza studio e dei dati metrici ad esso relativi già da noi editi in una recentissima
bizantina nel Salernitano, e con esso va probabilmente identificato anche il pubblicazione riferita specificamente alla storia del vino nel Cilento 81 , cioè al
cosiddetto modiolo dominico (m. domnicum) 75 , più tardi detto modiolo di territorio che costituisce la parte meridionale della provincia di Salerno.
mercato (m. plateaticum )76. C'era poi il quartario (quartarium), altrimenti Le fonti, dunque, ci informano che il contenitore per eccellenza usato a
chiamato quarta (quarta)77 per essere appunto la quarta parte del modiolo. Il N apoli tra il XIII ed il XV secolo per la commercializzazione e soprattuto per il
trasporto del vino nel Mediterraneo ed oltre era la botte "di mena", altrimenti
detta: botte "alla misura di Napoli", la cui capacità è stata stimata intorno ai 425
74) Cfr.: quinque tertiaria de granum et sex tertiaria de ordeum, quod fiunt modia
quinque et medium ad modio iusto maiore ana tres modiola greeisea eulma mensurata de
bictum siccum bonum per unoquoque modium maiorem capientem [a. 1023, Tusciano; quadtuor quarta de granu ad quartario, que per ipso loeum pestum ad ipsa molina
CODEX DIPLOMATICUS CAVENSIS (poi CDC), I-VIII, Napoli, 1873-1893, IX, Cava dei Tirreni, andaberit (Ibidem).
1984, X, ivi, 1990, V, 65]. 78) Vd. supra, nota 74.
75) Cfr.: nobe modiola de granu bonum ad modiolu iustu domnicum (a. 1029, Salerno; 79) Cfr.: triticum medium eupellum ad cupellum demarcatum venalicium (a. 959,
ivi, V, 174) ed ivi, VI, 4 (a. 1034, Salerno). Salerno; CDC, I, 259).
76) Cfr.: decem modiola de granum bonum et alia decem modiola de ordeum simi/iter al) A LIZIER, L'economia, cit., pp. 181-84.
bonum ad modiolum plateaticum culma mensurata (a. 1041, Paestum; ivi, VI, 156). 81) PIERO CANTALUPO, Vino e vigne nel Medioevo, in AA.VV., Il vino nel Cilento dai Greci
77) Cfr.: octuaginta modiola de granum bonum ... capiente per unusquisque modiolum al D.O.C. (a cura di Luigi RossO, Agropoli, 1994, pp. 61-108. Vd. in particolare le pp. 102-08.
48 49
Pesi e misure nella farmacopea medioeoole
PIERO CANTALUPO
litri e che fu uno dei tre contenitori tipici del commercio marittimo medioeval~ Contenitori e misure medioevali per i liquidi
accanto alla botte "d'anfora" di Venezia (l 600) e la botte "di mezzo migliaio dI
libbre" delle Puglie (l 300)82. Dobbiamo però ammettere che, a parte la ~otte Tractoria (o tracturu), indicava il carro di vino, adibito al trasporto terrestre delle
napoletana, che in ogni caso compare nell~ fa~e più tard~, poco o ~lUlla conOSCIamo botti dai luoghi di produzione del vino alle sedi di deposit0 85 ; solo sul finire del
sulla effettiva capacità degli altri contemton e sulle mls~re abltualme.nt~ usate Medioevo fu ufficialmente equiparato alla capacità di 24 barili (vd. infra).
nel Medioevo per il commercio del vino all'ingrosso o al mmuto. Le fonti Cl han~o Organeum (o horganeum), era la botte grande, di misura imprecisata 86 , usata
tramandato da un lato una serie di termini, quali tractoria, organeum, bu~tls, soprattutto per immagazzinare il vino nel cellarium ErI; come contenitore generico
veges, che indicano prevalentemente dei contenitori83 , dall'altr~: saum~,. ex~d.wm, figurava anche tra la suppellettile dei mulini.
lagena e via dicendo, che fanno invece specifico rif~ri~ento a mlsur~ di. lIqUidi, m~
alcuni di essi come buctis o lagena, vanno assunti SIa con valore dI mIsura che dI Buctis, altrimenti detta vegesf§3, era la botte di media e piccola capacità, adatta al
recipiente. Risulta comunque di notevole difficoltà stabilire sia ~ r~PP?rti che trasporto ed il cui contenuto si misurava, pare, fino ai princìpi dell'XI sec. in
intercorrono fra i contenitori, sia determinare il loro valore assoluto m lIqUido. homa89 , successivamente in saume o salme, potendone contenere di quest'ultime
fra le 3 e le 20, in proporzione alla grandezza 00. Soltanto nel periodo più tardo si
Sebbene la metrologia medioevale, come abbiamo visto, restasse specializzò, soprattutto per il trasporto marittimo, una botte di media capacità la
generalmente e sostanzialmente ancorata ai sistemi. d~ m.is~~a~ion.e di ~poca cui misura era determinata in barili e ne poteva contenere, in rapporto alla
romana in nessun campo come in quello specifico del lIqUidI l nfenmentI alle grandezza, mediamente fra i 5,5 e gli 8. Dal 1480 la botte come misura fu
misure 'dell'antico sistema romano diventano aleatori, e ciò non tanto perché considerata equivalente a 12 barili (vd. infra).
l'uomo medioevale ebbe desiderio o necessità di innovazioni, quanto perché nel Carratello, era una botte piccola, il cui contenuto riferito al vino si aggirava
corso di circa dieci secoli si verificò non solo una notevole evoluzione terminologica, mediamente intorno ai 3 barili, ma eccezionalmente ne raggiungeva o superava di
ma si determinarono anche rilevanti innovazioni e variazioni nelle misure, come poco anche i 5. Come misura per olio equivaleva a 2 quartaruli oppure 10
conseguenza dei frazionamenti politici e territoriali della penisola a cui abbiamo quarantini 91. Il termine carratello è un diminutivo di carrata ed entrambi
più volte accennato. . . .. .. ... facevano genericamente riferimento ad un tipo di botte che aveva uno dei centri di
Tutto ciò fa sì che oggi ci sfugga OgnI posSIbIlItà dI rIconoscere nel dIversI produzione in Amalfi, dove nel 1390 troviamo che 100 carrate costavano 2 once 92 e
termini medioevali eventuali relazioni con quelli antichi ed, ancor più, di stabilire più tardi, nel 1455, una schiava negra veniva scambiata per il prezzo di 150
in rapporto ad essi dei valori assoluti riconducibili a ~uelli. attua~i. . carrate complete di relativi tompagni e cerchi93 .
Va tuttavia tenuto presente quanto sopra eVIdenzIato, CIOè ch~ dur~te I~
Medioevo la misurazione dei liquidi era stabilita in base alla denSItà del van
prodotti, per cui lo stesso recipiente che conteneva, ad es., 18 sestari di olio, ne 85) Cfr.: dare no bis in bindemie binum mundum sine aquas hic salerno tractorie sex (a.
conteneva invece 20 di vino oppure 27 di miele, secondo il rapporto 1 : 1+1/9 : 927, CDC, I, 187); tracturu da bucti (a. 1067, ivi, IX, 107).
I+V2~ . d . ffi) Vd. CDC, I, 245, 252; IX, 62 (a. 1066); IX, 155 (a. 1068); IX, 232 (a. 1069); X, 245 (a.
Permane però in maniera irresolubile il problema relativo alle misure e ~ 1078).
contenitori sopra ricordati, per i quali i documenti conosciuti .no~ offro~o né dat~ f5l) Cfr.: concient ... hunum organeum da vino cum sua circla et spendio, et reponant eum
consistenti né certi, per cui è impossibile non solo desumervI del val~n ~ssolut~ in cellano nostro (ivi, II, 246).
riferibili al nostro sistema metrico, quanto stabilire in base ad eSSI glI esatti 88) Cfr.: veges de vino (ivi, I, 437).
rapporti intercorrenti fra le varie mis~re; v:i si p~ss.ono ~olo cogliere delle
ffi) Cfr.: una bucte capientem horna decem (a. 962, Nocera; ivi, II, 11); ad faciendum
indicazioni di massima, che è opportuno eVIdenzIare qUi dI seguIto. vinum hornas decem dividamus inter nobis per sex uncias (a. 982, Napoli; ivi, II, 162).
00) Ivi, principal. VIII, 39 (a. 1058) e IX, 3 (a. 1065). Cfr.: veges una capacitatis
salmarum octo pro reponenda aqua (a. 1289-90, Registri Ang., in M. CAMERA, Memorie
storico-diplomatiche, cit., I, p. 487); cum duabus vegetibus ... quarum una esse dicitur viginti
salmarum et alia decem et octo salmarum (a. 1201, Salerno, CDS, I, 46).
82) Ivi, p. 102 e la bibliografia citata. . 91) Cfr. ALFONSO SILVESTRI, La popolazione del Cilento nel 1489, Agropoli, 1991 2 ,
Appendice, pp. 145-7.
ffi) I docc. salernitani menzionano come semplici recipienti anche la tina e la tinella; cfr.
CDC, IX, 3 (a. 1065, Vietri di SA). 92) CAMERA, op. cit., I, p. 534 ed ibidem nota 3.
84 ) Vd. supra il paragrafo: Sviluppo, ecc. ,
00) Cfr.: pro pretio carratarum centum quinquaginta fornitarum paraturis et circhis
51
50
PIERO CANTALUPO
Boma, era una misura per liquidi che si divideva in exadia (vd. infra) e fu Costituiva una frazione dell' horna, ma se ne ignora in che proporzioneI04 .
utilizzata, come sembra, non oltre i primi decenni dell'XI sec. per determinare la
capacità di una botte, venendo in ciò sostituita poi dalla sauma . La~ena (alias laguen~ / langu~na), era l'unità di misura di capacità per il vino,
cornspondente al medtum exadtum, ma di essa, usata nel XIII sec. nel Salernitano
Sauma, o salma, era una misura per liquidi equivalente a 6 media exadiaf}i, anche per l'olio 105 , non conosciamo il valore assoluto (vd. supra). Come unità fu
esattamente corrispondenti a 6 lagene 95 , che però salivano ad 8 secondo se si sostituit.a s~ finire del Medi?e.vo dal ?arile. Il vocabolo lagena in senso generico
utilizzava una lagena commerciale, detta vinditoria o carratoria, che era di circa fa~ev~ ?fenmento ad un reCIpIente dI terracotta, che sarà poi indicato ancora ai
1/4 inferiore alla capacità di quella di computo 96 • Pertanto, mentre possiamo prmC1pI del XVI sec. col nome di langena 106, ma che nel corso dello stesso secolo
accogliere con tutte le riserve dovute alla scarsezza della documentazione ~irà co~ l'essere sos.titui~o dal termine lancella. Allora questo recipiente, fornito
l'indicazione del Guillaume, ribadita dal Lizier, intesa a fissare il valore della dI rela~1Vo coperchIO dI creta, sarà adibito prevalentemente a contenere
lagena in 1/6 di salma f1T , non appare giustificata la proposta del primo di quantitativi di olio da 2 quarantini in su', ma di esso se ne produrranno tre tipi.
equipararla a circa 12,5 dei nostri litri98 . Ricordiamo tuttavia che nel 1284-5 a piccolo, medio e grande 107 , di cui l'ultimo usato soprattutto per l'acqua. .
Capaccio lO salme di mosto erano rapportate al valore di un'oncia99 .
Barile, era una botticella che, conosciuta col termine latino barrilis a Vietri di
Va comunque tenuto presente che la salma nel Medioevo fu anche usata
come misura di capacità per aridi, ma in questa specifica funzione, come del resto Sale~no già nell'XI. se~., forse ad i~dic~re un s~mplice reci~iente 108, fu poi, a
partire dal 1480, md1cata come l umtà a CUI doveva umformarsi tutta la
in quella di misura per liquidi assimilati al vino, andò ufficialmente in disuso con
l'introduzione nel 1480 del sistema metrico voluto da Ferdinando I d'Aragona 100 . misur~zione ~ liquidi qual~ il vino: l'aceto e l'acqua, fissandosene la capacità nella
~uantItà corrIspondente al nostn l 43,625. Essa si divideva in 60 caraffe (vd.
Essa però vigeva per gli aridi ancora nel XIV secolo secondo i dati dei Registri mfra).
Angioini, che per gli anni 1333-1344 la equiparano alla misura di 8 tomoli 101,
allorché quest'ultimo equivaleva, stando ad un istrumento del 1338, a 20 rotoli 102 . Quarantino, era l'unità di misura per l'olio, di cui si ignora il rapporto con il
A Napoli nel 1452 la sarma ancora corrispondeva ad una misura di 16 tomoli 103. nostro sistema metrico 109 •
Exadium, era una misura per liquidi che, in riferimento ai dati sopra riportati, Urcia (orcio) era un vaso adibito prevalentemente alla conservazione dell'olio.
corrispondeva al contenuto di 2 lagene di computo ed a 2,666 lagene commerciali. com~ mis.ura .è ricordata nell'XI secolo nella Campania settentrionale qual~
cornspettivo dI una non quantificabile frazione di salma 110.
bonis et mercantalibus (a. 1455, Amalfi; CAMERA, op. cito , I, p. 448). Congium (congio), era una misura per il vino documentata nell'XI secolo ma con
valenza diversa e comunque a noi ignota, a Capri e ad Amalfi111. '
94) Cfr.: sex media exadiapro sauma (Nocera, a. 1042), CDC, VI, 176. Il Lizier (op. cit.,
p. 183) indica l'exadium I sagium come frazione dell'horna.
~) Cfr.: ana lagene sex pro sauma ad ipso medio exadium, quod andad per ipso locum 104) Cfr. LIZIER, op. cit., loco cito
(a. 1042, Nocera; CDC, VI, 176). 105) Cfr.: mediam languenam de olio olivarum bono (a. 1250, Salerno, CDS, I, 240);
00) Cfr.: per unamquenque saumam laguenas hocto ad laguenam ad laguenam unam languenam de bono oleo olivarum (a. 1264, Cava, Ivi, 315); duos languenas et media m
vinditoriam ipsius loci (Vietri, a. 1068; CDC, IX, 201); octo saumas de musto mundo, de oleo (a. 1274, Ogliara, Ivi, 437).
quarum queque ha beat octo languenas iuste carratorias (a. 1207, Salerno, CDS, I, 77). 106) Cfr.: faciendi langenas et alia (a. 1502); ANDREA SINNO, Commercio e industrie nel
CJ7) LIZIER, op. cit., loco cit.; P. GUILLAUME, Essai historique, cit., Appendice, p. LIX; cfr. Salemitano dal XIII ai primordi del XIX secolo, P. I-II Salerno, 1954, I, p. 138.
qui Appendice II, 6. 107) Ivi, pp. 121-134.
00) P. G UILLLAUME, ibidem. 108) CDC. IX, 3 (a. 1065).
00) Vd. PIERO CANTALUPO, Il feudo vescovile di Agropoli r.xI-XV secolo): struttura ed 109) Non si comprende come e perché Il Guillaume (loco cito ) lo rapporti a 119,825.
evoluzione, in "Bollettino storico di Salerno e Principato Citra", I (1983), 2, p. 41.
110) L'indicazione è riportata dal Lizier (op. cit., loco cito ), che la desume dal CODEX
100) Vd. P. I, paragr. Le ulteriori evoluzioni. DIPLOMATICUS GAIETANUS e dai MONUMENTA REGII NEAPOLITANI ARCHIVII del Capasso
101) In C. BATTISTI I G. ALESSIO, Dizionario Etimologico Italiano (sigla DEI) Firenze, relativamente agli anni 1004, 1020 e 1068. '
1975, alla v. tomolo è registrato il lat. medioevo tuminus (a. 1244, Bari), misura di capacità 111) Il Lizier (ivi), seguendo il Camera (op. cit., I, nota 3 a p. 110) valuta il congium di
per aridi < arotumn, 1/B. capienza pari a circa 3 dei nostri litri, attribuendogli la stessa capacità che aveva in epoca
102) CAMERA, op. cit., I, p. 535. romana, ma ciò appare inproponibile, giacché lo stesso documento da cui si desume il dato
103) DEI, alla v. salma. evidenzia indirettamente come ad Amalfi nell'XI sec. si usasse un congio di misura divers;
52
53
PIERO CANTALUPO
Da questo excursus si ricavano gli unici dati per i quali si può stabilire una 2) Per il vino e l'acquavite si ebbero le seguenti misure:
correlazione; essi riguardano la salma (lsauma), l'esadio (exadium) ed i due tipi di
Carro di vino ....... = 2 botti = 24 barili
lagena (llaguena), l'una di computo, l'altra commerciale (vinditoria / carratoria).
Botte ................... = 12 barili
Sulla loro scorta si può stabilire per i liquidi assimilabili al vino la tabella 17, che,
Barile .................. = 60 caraffe112
tutto considerato, non offre molto alle nostre conoscenze, vista soprattutto
Caraffa ................ = 3 bicchieri
l'impossibilità di determinarvi dei valori assoluti. Bicchiere ............. =misura, corrisp. ai ns. litri 0,24236l.
Tab. 17 - MISURE MEDIOEVALI DI CAPACITA' PER I LIQUIDI AD USO Da queste si ottiene la seguente tabella:
COMMERCIALE (X -XV sec.)
(litri) Bicchieri Caraffe Barili Botti Carri di vino
Lagene Lagene di Esadii Salme
Bicchiere 0242 1
commerciali com uta
Caraffa 0728 3 1
1 Barile 43625 180 60 1
1333 1 2160
Botte 5235 720 12 1
2666 2 1
Carro di vino 1047 4320 1440 24 2 1
8 6 3 1
3) Per l'olio furono indicate le seguenti misure:
L'evoluzione finale Salma .................. = 16 stai a = 165 1/3 rotoli (pari ai ns. Kg 147 312)
. 113 ............... = 16 quartI• = lO 1/3 rotoh.
Struo '
Come già visto per le misure ponderali, la prima sistemazione che possiamo Quarto ...... ........... =6 misurelle
registrare con certezza nel Regno di Napoli anche riguardo alle misure di capacità Misurella ............ = misura, corrisp. ai ns. litri 0,1050114
è quella legata al menzionato editto del 6 aprile 1480 promulgato da Ferdinando I
d'Aragona, nel quale troviamo a proposito di quest'ultime un'esatta distinzione Con queste si costruisce la seguente tabella:
fra: 1) aridi; 2) vino ed acquavite; 3) olio. (litri) (ka) Misurelle Quarti Staia Salme
1) Per gli aridi furono stabilite le seguenti misure: Misurella 0,10501 009591 1
Carro ......... .......... =36 tomoli Quarto 063007 057543 6 1
Tornolo .... .. ........... = 2 mezzetti = 24 misure Staio 100811 9207 96 16 1
Mezzetto... . .......... = 2 quarti = 12 misure Salma 161 297 147312 1536 256 16 1
Quarto .................. = 6 misure
Misura... ... ........... = 4 quarteruole In verità accanto al problema dei pesi ordinari anche quello delle misure di
Quarteruola . ........ = misura, corrisp. ai ns. litri 0,5762385 capacità, be~ lungi d~l trovare una definitiva e generale sistemazione, superò di
Da queste si ricava la seguente tabella: gran lunga l età medIOevale, finendo col trascinarsi ancora per oltre tre secoli e
mezzo, tanto che, quando il 6 aprile 1840 Ferdinando II di Borbone volle
Carri
(litri) Quarteruole Misure Quarti Mezzetti Tomoli
~ntrodurre. con la già citata Legge Metrica il nuovo sistema di misure e cÙ pesi,
Quarteruola 057623 1 ImmancabIlmente esordì: "Volendo correggere la discordanza che dalle vicende o
Misura 230495 4 1 dall'uso trovasi col tempo introdotta ne' pesi e nelle misure in tutta la estensione
Quarto 138297 24 6 1 di questi nostri R. Dominii" 114 .
Mezzetto 276594 48 12 2 1
Tomaia 553189 96 24 4 2 1
Carro 1991 48 3456 864 144 72 36 1
54 55
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(1)
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Lepti Calchi Semioboli Oboli Dioboli Tetroboli Dracme Didracme Mine Talenti
Scrupoli
Lepto 1
Calco 7 1
Semiobolo 28 4 1
Obolo 56 8 2 1
112 16 4 2 1
Diobolo I
~
Scrupolo ~
1-1
Tetrobolo 224 32 8 4 2 1
C":l
Dracma 336 48 12 6 3 1,5 1 trJ
Didracma 672 96 24 12 6 3 2 1 1-1
N.B. I termini greci sono stati trasposti in italiano sulla base dei corrispettivi latini. Il Lepto è l'unità, corrispondente ai ns. chilog.
~
trJ
0,000010; la Dracma corrisponde a chilog. 0,003500, il Talento a chilog. 20,998542.
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Tab. 2 - SISTEMA PONDERALE ROMANO
grammi Grana Siliqua! Lupini Oboli Scru- )rachm. Sex- Sicil. Semun.l UN- Sext Quadr. Trien. Semis Sess. Dodr. Dext. LIBRA:/
~
hordei pula tulae Stat. CLlE ASSES ~
Granum ho. 0,063 1
Siliqua 0,19 3 1
Lupinus 0,28 4,5 1,5 1
Obolus 0,57 9 3 2 1
Scrupulum 1,14 18 6 4 2 1
Drachma 3,41 54 18 12 6 3 1
Sextula 4,55 72 24 16 8 4 1,333 1
Sicilicus 6,82 108 36 24 12 6 2 1,5 1
Semuncia / 13,64 216 72 48 24 12 4 3 2 1
Stater
UNCIA 27,29 432 144 96 48 24 8 6 4 2 1
Sextans 54,57 864 288 192 96 48 16 12 8 4 2 1
Quadrans 81 ,86 1296 432 288 144 72 24 18 12 6 3 1,5 1
Triens 109,15 1728 576 384 192 96 32 24 16 8 4 2 1,333 1
Semis 163,72 2592 864 576 288 144 48 36 24 12 6 3 2 1,5 1
Bes 218,3 3456 1152 768 384 192 64 48 32 16 8 4 2,666 2 1,333 1
Dodrans 245,59 3888 1296 864 432 216 72 54 36 18 9 4,5 2,999 2,250 1,5 1,125 1
Dextans 272,87 4320 1440 960 480 240 00 60 40 20 10 5 3,333 2,5 1,666 1,25 1,111 1
LlBRA/AS 327,45 5184 1728 1152 576 288 96 72 48 24 12 6 4 3 2 1,5 1,333 1,2 1
N.B. La libbra romana, sulla scorta degli studi più accreditati, è stata rapportata agli attuali 9 327,45, ma la sua valutazione resta
oscillante fra 9 322,539 e 9 327,50. Nel testo del presente lavoro è stata costantemente presa in considerazione la libbra di 9 322,539
(vd. ivi, nota 2, tab. 6).
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Tab. 5 - ANTICHE MISURE GRECHE DI CAPACITA' g
pooeari Cheme Mystri Conche Ciati Ace- Quart. Cotile/ Sest Chen. Congi/ Seni- Modii/ Terzi Ume/ Metr. / Medim.
tab. Emine Choe modo Sesti Diote Anfore ~
Cocleare (AIL) 1
Chema (L) 2 1
Mystro (L) 2,5 1,25 1
Concha (L) 5 2,5 2 1
Ciato (AIL) 10 5 4 2 1
Acetabolo 15 7,5 6 3 1,5 1
(M.)
Quartario (L) 3) 15 12 6 3 2 1
Cotila (AIL) 60 3) 24 12 6 4 2 1
Emina
Sestario (AIL) 120 60 48 24 12 8 4 2 1
Chenice (A) 240 120 96 48 24 16 8 4 2 1
Congio (AIL) 720 360 288 144 72 48 24 12 6 3 1
Chous
Semimodio (A) 960 480 384 192 96 64 32 16 8 4 1,333 1
Modio(A) 1920 960 768 384 192 128 64 32 16 8 2,667 2 1
Sesto ( éktos )
Terzo (A) 3840 1920 1536 768 384 256 128 64 32 16 5,333 4 2 1
(tritos)'
Uma(L) 4320 2160 1728 864 432 288 144 72 36 18 6 4,5 2,25 1,125 1
Diota
Metreta (L) 8640 4320 3456 1728 864 576 288 144 72 36 12 9 4,5 2,25 2 1
Anfora attica
Medimno(A) 11520 5760 4608 2304 1152 768 384 192 96 48 16 12 6 3 2,667 1,333 1
N.B. I termini greci sono stati trasposti in italiano sulla base dei corrispettivi latini. I nomi delle misure specif. per gli aridi sono seguiti
dalla lettera: A, quelli per i liquidi, dalla lettera: L, quelli ambivalenti, da entrambe le lettere. Il Cocleare è l'unità, corrispondente ai ns.
litri 0,0046; la Metreta corrisponde a litri 39,3950, il Medimno a litri 52,5257.
(litri) CachIJ Cyathi Acetab. Quart. Heminm/ Sextar. Congii Semim. MODII Umae QuadrJ Medim. Cullai
LiQulm Cotvlée I (Amph.)
Cochlear (A/L) 0,011 1 .
LiQuia
CvathuslA/L) 0,045 4 1
Acetabulum (A/l) 0,068 6 1,5 1
Ouartarius CA/L) 0,136 12 3 2 1
Hemina (A/L) 0,273 24 6 4 2 1
CoMa
Sextarius (A/L) 0,546 48 12 8 4 2 1
Conaius(LT 3,27 288 72 48 24 12 6 1
Semimodius CA) 4.37 384 96 64 32 16 8 1,33 1
MODIUSlA) 8,73 768 192 128 64 32 16 2,67 2 1
Uma CL) 13,1 1152 288 192 96 48 24 4 3 1,5 1
Ouadrantal (L) 26,20 2304 576 384 192 96 48 8 6 3 2 1
(amohora)
Medimno (A) 52,4 4608 1048 768 384 192 96 16 12 6 4 2 1
CulleuslA/l) 524 46080 10480 7680 3840 1920 960 160 120 60 40 20 10 1
N.B. I nomi delle misure specifiche per gli aridi sono seguiti dalla lettera: A, quelli per i liquidi, dalla lettera: L, quelli ambivalenti, da
entrambe le lettere. Il contenuto dell'Anfora (quadrantal), ossia un piede cubo di acqua piovana, pesava i ns. g 26.196, cioè 80 volte il
peso della libbra (g 327,45).
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Appendice II - Fonti
PIERO CANTALUPO
Malcus est pars oboli, siliqua iii pars oboli, ceratis media pars oboli, obolus
media pars scrupuli, scrupulus tercia pars dragme, dragma octava pars uncie,
solidus sive sextula vi pars uncie, tremessis iii a pars solidi, duella iiia pars uncie
stater medietatis untie. '
Quadrans constat ex duabus minutis et est quarta pars uncie.
Coclear est mensura medie dragme, co(n)cula unius Z et dimidie. Ciatus vel
1. FLOS MEDICINAE (vv. 1586-1605)115 causatus x Z, acitabalus xii Z, cotula vi ciatorum.
Uncia est xii pars libre et constat ex duo(bus) stateribus, iii duell(is), iiii ar
quadrantibus, vi solidis, viii dragmis, xviii tremessibus, xxiii[i] scrupulis, xlviii
obolis, xcvi ceratibus, cxliiiior siliquis, ex cucolcis.
Cap. III - De ponderibus ae mensuris
Libra constat ex xii unciis, mina ex c dragmis, <sextarium ex c libris,>
talentum minus, ex llibris, talentum medium, ex !xxii libris.
Audi laetando quid dicaro versificando:
Talentum summum, ex cxx libris constat, emina unius libre, sextarium
Collige triticeis medicina pondera granis,
Grana quater quinque scrupuli pro pondere sume, duarum librarum, bilibris duorum sextariorum, cinix iiiior sextariorum, quinnaris
In drachmaro scrupulus ter surgit multlipicatus; sive gomor v sextariorum, con<i>gius vi se[c]st(ariorum), modius xx
se[c]st(ariorum), satum xxxiiii ar se[c]st(ariorum), batus l se[c]st(ariorum), ephi lxvi
Si solidum quaeris, tres drachmas dimidiabis;
se [c] st(ariorum) , artaba !xxii se[c]st(ariorum), metreta c se[c]st(ariorum), medipna
Hexagium 116 solido differt in nomine solo;
vmodiorum.
Aureus hexagio, solido quoque 117 parificatur;
Chorus est mensura iiii or modiorum.
Constat sex solidis, vel ter tribus uncia drachmis:
Pondera igitur et mensure que in arte medicinali reperiuntur hec sunt, que
Uncia par librae duodenae quis arobigit 118 inde?
Si quaeris pondus, quot habet sextarius unus, subtili ingenio ac solempnio studio summaque diligenti a ordinavimus ad opus
Librarum quinque pondus debes dimidiare; volentium in arte medicinali studere, per que ponderari possunt omnes supradicte
mensure ab uno scrupulo usque ad libitum per grana frumenti collecte.
Cotyla sextario differt in nomine solo;
Continet heminas sextarius, ut puto 119 , binas; Incipendum est igitur a 3 scrupulus: est pondus xx granorum; ii 3, grana xl;
Ut fertur obolus semiscrupulus esse probatur; iii 3, grana Ix, que similiter faciunt i Z.
Caeterae mensurae non sint 120 nomina curae, Exagium habet lxxxx grana, que faciunt Z i et S. Sed et totidem granis
Naro quia sunt ficta surdescunt sunt derelicta, constat solidus. Unde exagia vi vel solidi vi faciu[n]t + i. Item ix Z faciunt + i, c et
Non eris illusus si tenes quod tenet usus. octo Z faciunt libre i. Item mille, sextarium vini vel olei vel aceti.
Dimidia quinque libris sextarius extat,
Dat scrupulum nummum; scrupulos tres drachma, sed octo
Uncia dat drachmas; duodena dat uncia libram 121.
115) I versi appartengono alla 2 a ediz. del FLOS MEDICINAE (vd. nota 6 al testo).
116) Nella prima ediz.: Exagium ; nel verso success.: exagio.
117) Nella prima ediz.: solidoque.
*) Vd. nota 8 al testo. Nella presente edizione il testo latino è riportato integralmente
118) Nella prima ediz.: ambiget. nella forma originale, fatta eccezione per lo svolgimento delle abbreviazioni, la
119) Nella prima ediz.: puta . punteggiatura e le maiuscole, adeguati ai sistemi correnti. Le parole in sigla sono svolte tra
120) Nella prima ediz.: sint tibi . parentesi tonde, le integrazioni di lettere, sillabe o parole mancanti sono poste fra parentesi
121) Gli ultimi tre versi mancano nella prima ediz. quadre, le espunzioni fra parentesi acute.
63
PIERO CANTALUPO
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PIERO CANTALUPO
Alexandrana vero mina habet uncias ix. Aliter emina habet uncias xii et dragmas Uncia habet obolos xlviii.
iiii. Untia habet siliquas cclxxxviii.
Emina habet dragmas c. Uncia pensat solidos xii.
Emina habet scrupulos ccc. Uncia pensat grana ordei mille ciii.
Emina habet obolos dc. Semuncia habet dragmas iiii.
Emina habet siliquas tria milia cc. Semuncia habet scrupulos xii.
Emina pensat argenti solidos xxv. Semuncia habet obolos xxiiii.
Emina pensat grana ordei tredecim milia dcccx. Semuncia habet siliquas cxliiii.
Pondus est libra una. Sed etrogamus (?) habet libram unam. Semuncia pensat denarios xii.
Cotila habet uncias viii. Semuncia pensat grana ordei dIii.
Cotila habet dragmas lxiii. Ceratim habet siliquam unam et semis.
Cotila habet siliquas duo milia ccviii. Sextarium vini sive aceti vel aque habet libras ii et unciam unam, vel secundum
Cotila pensat argenti solidos xiii. aliquos sextarium vini habet libram unam et uncias viii.
Cotila pensat grana ordei octomilia dcccxxxii. Sextarium mell(is) sunt due libre et semis.
Holeca habet siliquas xxxvi. SicIus hebreum nomen est; apud Grecos vero est quarta pars uncie.
Holeca pensat denarios iii. SicIus apud Hebreos ... tres denarii victoriales et dimidius denarius esse.
Holeca pensat grana ordei cxxxviii. SicIus habet dragmas ii.
Ceni habet dragmam unam. SicIus habet scrupulos vi.
Ceni habet scrupulos iii. Siclus habet obolos xii.
Ceni habet obolos vi. SicIus habet siliquas lxxii.
Ceni habet siliquas xxxvi. SicIus pensat denarios vi.
Ceni pensat grana ordei cxxxviii. SicIus pensat grana ordei cclxxvi.
Trobus est uncia i et semis. Amphora habet modios tres.
Uncia habet solidos vi. Batus est amphora una.
Soli[dlus pensat denarios victoriales iii. Urna est modius unus.
Talentum apud Hebreos !xxx trium librarum esse cognoscitur; apud Romanos vero Sicilicus habet dragmas ii.
talentum est lxx duarum librarum; apud Grecos vero talentum est cxx Sicilicus habet scrupulos vi.
librarum. Sicilicus habet obolos xii.
Libra habet solidos lxxii, medicinalis autem libra habet uncias xii. Sicilicus habet siliquas lxxii.
Libra habet dragmas xcvi. Sicilicus pensat denarios vi.
Libra habet scrupulos cclxxxviii. Sicilicus pensat grana ordei cclxxvi.
Libra habet obolos dlxxvi. Ydria est vas aquarum.
Libra habet siliquas tria milia cccxii. Nux que habet magnitudinem avellane habet dragmam unam.
Libra pensat argenti sol(idos) xxiiii. Nux avellane magnitudinis habet obolos vi.
Libra pensat grana ordei tredecim milia ccclxviii. Nux avellane magnitudinis habet siliquas xxxvi.
Media libra habet uncias vi Nux avellane magnitudinis pensat denarios tres.
Media libra habet dragmas xlviii. Nux avellane magnitudinis pensat grana ordei cxxxviii.
Media libra habet scrupulos cIxiii. Nux autem maioris magnitudinis habet scrupulos xviii.
Media libra habet obolos cclxxxviii. Nux autem maioris magnitudinis habet siliquas ccxvi.
Media libra habet siliquas mille dcIvi. Nux autem maioris magnitudinis pensat denarios xviii.
Media libra pensat argenti sol(idos) xii. Nux autem maioris magnitudinis pensat grana ordei dcccxxviii.
Media libra pensat grana ordei sex milia dcxxiiii.
Uncia habet dragmas viii.
Untia habet scrupulos xxiiii.
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Appendice Il - Fonti
PIERO CANTALUPO
4. DATI DESUNTI DAL DE PONDERIBUS ET MENSURIS DOCTRINA * si trov~ ad avere in verità sestarii 6, cotile 12; del peso di acqua piovana, ch'è la
_ OPERA ATTRIBUITA A CLAUDIO GALENO - meno .I.nganne~.le, once 720 (cap. IX] - ha poi come misura cotile attiche 12,
s~stam 6, cheruci 4, come peso dracme 720 [cap. X] - cioè il congio, (ha) libbre 10 di
VIDO, .acqua, aceto {cap. XIV] - è in verità, come misura, di cotile attiche 12, come
peso mvero pesa dracme 720 / ha chenici 4 (cap. XV).
Acetabolo (gr. oxùbafon) - ha 1 ciato e 1/2 (sesquicyathus) / contiene dracme 18 di C~ato (cfr. Cyamo) - ha cheme piccole o mystri piccoli 2/ contiene dracme 12 d' ;
olio, once 2 e scrupoli 12 di vino, once 3 e dracme 3 -Qi miele (cap. IV] - aceto e olIo,o?C~ scr~poli
1 e.1I2 e. 4 ?i~~, on~e 2 e dracme 2 d.i miele [cap. IV] - (cont.; .
mystro grande (cont.) ciati 3 (cap. VII) - contiene once 2 e stagii 2 / (ha) once 2, mystn pIccoh 4 / ha mme o mlstn pIccoli 2 / secondo altri ha il peso di once 1 e 1/2
stagii 2 (cap. VIII] - è la quarta parte della cotila (cap. IX) - come misura in verità [cap. ~I~] - (h~) .116 di cotila /,ha dracme 10 oppure once l e 1/4, scrupoli 30, oboli
ha cotile 1/4, ciato 1 e 1/2, come peso invero dracme 15 / aceto e tryblio hanno 60, lu~mI ~O, sIhque 180, ere(ol)i 480/ è poi il ciato 1/6 della cotila [cap. X] - (ha)
similmente 1/4 di cotila (cap. X) - fa ciati 3 / fa once 6 (cap. XII) - contiene dracme mystn 4, di m~Q.che ~l mystro. sia once 1/2/ fa once 2/ ha mystri 4 '{cap. XII] - ha
18 di olio, dracme 20 di vino, once 3 e dracme 3 di miele / ha l ciato e 1/2 c~eme o mystn p~cco.h 2 / contiene once 1 e 1/2 di olio, dracme 13 e scrupolo 1 di
(sesquicyathum) (cap. XIII] - è la quarta parte della cotila, eguaglia once 2 e 1/2 di VIDO, dracme 18 dI ~Iele [cap. XIII] - è la sesta parte della cotila, raggiunge once 1
vino, acqua, aceto / è la quarta parte della cotila, ha once 2, dracme 2 oppure once e ~ezza (gr. emìsewn).e ~crupoli 4 di v.i n,o, acqua, aceto / è 1a sesta parte della
2 e 1/2 di olio / ha once 3 e 1/2, e dracme 2 di miele (cap. XIV] - come misura è la cotila, ha once 1 e 1/2 dI oho / ha once 2 e 1/2 di miele [cap. XIV] - è di dracme 10
quarta parte della cotila, che è il sesquiciato (sesquicyathus), come peso invero ha [cap. XV].
dracme 15 (cap. XV]. Cocleare - ha ~? stesso l>el30 della cotila [cap. IV] - (cont.) 1/2 denario o stagio [cap.
Anfora _ (ha) sestarii 36 [cap. VII) - (nei Georgici era) sestarli 36, cotile 48 (cap. X) VII] - (ha) stagll 7 .[cap. VIII] - ha dracma 1 [cap. X] - ha dracma 1 [cap. XI] - è 1/2
_ ha libbre 30 di vino, acqua, aceto / ha libbre 72 di olio / ha libbre 120 di miele mystro / fa scrupoh 6 [cap. XII] - ha scrupoli 3 [cap. XV].
(cap. XIV]. /I A. italica - contiene choe (gr. choas) 8/ contiene libbre 72 di olio,
libbre 80 di vino, libbre 108 di miele [cap. IV] - (cont.) congi 8 [cap. VII) - contiene Con.ca grande - conserva la stessa misura dell'acetabolo / infatti come misura ha
un clato e 1/2 (gr. sesquicyathum), come peso dracme 15 [cap. X].
libbre 72 di olio, libbre 80 di vino, libbre 108 di miele / ha choe 8 [cap. XIII].
Conca minore - ha come misura 1/2 ciato, come peso dracme 5 [cap. X].
Artaba egiziana - ha modii 5 [cap. V] .
Assario (gr. assàrion) - (cont.) denarii o stagii (gr. stàgion) 1 e 1/2 [cap. VII) - ha Congio .(~fr. cbous) -. (cont.) sestarii 6 [cap. VII] - contiene libbre 10 [cap. VIII] -
ha Ch~?ICI (gr. choemces) 2, sestari 8, purché il medimno contenga chenici 48
dracme 2 [cap. X) - ha dracme 2 [cap. XI) .
sesta~~ 192 [ca~. IX] - in verità (nei Georgici era) sestarii 9, cotile 12 [cap. X] - h~
Cbeme - (ha) stagii 2, silique 6 (cap. VIII] - è la quarta parte del ciato, equipara sestam 6 /. contiene. li~bre 9 d~ olio, libbre 10 di vino, libbre 13 e 1/2 di miele [cap.
dracme 3, scrupolo 1 di vino, acqua, aceto / quarta parte del ciato, ha dracme 3 di XIII] - ha hbbre 9 dI oho / ha hbbre 15 di miele [cap. XIV].
olio / è la quarta parte del ciato, ha dracme 5 di miele [cap. XIV] - è la quarta parte
del ciato, (come peso ha) dracme 2 e 1/2 [cap. XV] . /I Cbeme grande - ha dracme 3 Cotila - ~ lo .stesso che dire tryblio / contiene once 9 di olio, once 10 di vino, once
[cap. X) - ha dracme 4 (cap. XI) . /I Cbeme piccola - (ha) dracme 2 [cap. X) - (ha) 13 e 1/2 di mIele [cap. IV] - anche tryblio, (cont.) acetaboli 2 [cap. VII] - (o hemina)
ha once 9 {cap. VIII] - come misura ha in verità ciati '6, come peso invero dracme
dracme 2 (cap. XI). 60, once 7 e 1/2, scrupoli 1.80, oboli 360, lupini 540, silique 1080, ere(ol)i 2880 [cap.
Cbenice (gr. cho{nix) - (ha) sestarli 2 [cap. V] - ha tre cotile (cap. VII] - ha libbre 6 X] - ha once 12, acetaboh 2 [cap. XII] - contiene la 1'!tessa misura del tribano o
[cap. VIII] - abbia cotyle 12, cyathi 12/ chenice anche per gli Itali, ha sestari 3, tryblio, mystri grandi 3, acetaboli invero 4/ contiene once 9 di olio once 10 di vino
cotile 6: questo dagli Attici è detto tryblio (gr. trublìon) [cap. IX] - ha poi come once 13 e 1/2 . di ~i~le [cap. XIII] - ha (come misura) ciati 6, c~me peso inver~
misura cotile attiche 3, come peso dracme 180. Nei Georgici trovai che la cotila era dr~cme 60 / ~h AttiCI ~hiamano la cotila anche tryblio [cap. XV]. /I Cotila greca di
1/3 o 1/4 di sestario {cap. X] - ha cotile attiche 3, come peso poi oleche 180 [cap. olIo - propnamente m verità pesa libbra 1 [cap. IX). Il Cotila grande - è pari
XV]. all'acetabolo [cap. VII].
Cbous, cbus (gr. choùs, lat. congius) - (cont.) sestarii (gr. xestas) 6/ contiene Cyamo (gr. kUamos, erroneo per kuathos lat. cyathus ciato) - ha once 1 e 1/2 [cap
libbre 9 di olio, libbre 10 di vino, libbre 13 e 1/2 di miele [cap. IV] - presso gli Itali VIII] . " .
Denario - (cont.) dracme 1 e 1/2 (gr. sesquidrachmam) [cap. VII] - ha scrupoli 4
[cap. XII]. /I Denario italico - ha dracma 1 [cap. X].
*) Vd. nota 23 al testo.
69
Appendice Il - Fonti
PIERO CANTALUPO
16 [cap. XI]. /I Mina attica ed egiziana - contiene once 16 [cap III] 1.'1 M·
Didracma - ha oIce 2/ in verità l'olca la chiamano anche dracma [cap. IX]. .talica - (con.t ) libb re 1 e 1/2 [cap. VII] - ha dracme 144; mina attica. dracme
. Ina
I 122
Dracma - (cont.) scrupoli 3 [cap. VII] - (ha) silique 18 [cap. VIII] - contiene di modo che la mina italica sia di libbre 1 e 1/2. l'attica poi libbre 1 once 3 dr '
scrupoli 3 [cap. IX] - contiene scrupoli 3, oboli 6, lupini 9, silique 18, ere(ol)i 48 / 4 [cap. IX]. /I Mina romana - ha once 20 [cap. III] . /I Mina tol~maica' - (c:~~~
anche un'altra è chiamata equivocamente essa stessa egiziana, che è la sesta parte lib~r~ 1 e se~~sse [cap. VII] - ha once 18, dracme 144, scrupoli 432, oboli 844,
della dracma attica, pesante obolo 1 [cap. X] - ha scrupoli 3 [cap. XI] - fa scrupoli 3 lUpIDl 1296, sIlique (gr. keràtia) 2592, ere(ol)i 6312 [cap. X] - (ha) once 18 [cap. XI].
/ ha scrupoli 3, oboli 6 [cap. XII] - si dice anche olca (gr. holce), pesa scrupoli 3, cioè
Mistro (vd. Mystro) - fa once 1/2 [cap. XII] .
oboli 6 [cap. XIV).
Mnestro (gr. mnèstron; errore di riporto per mustron; vd. Mystro) - (ha) stagii 3
Dupondio - anche similmente (allo statere) pesa dracme 4 [cap. X] - ha dracme 4
[cap. VIlI].
[cap. XI].
Modio egiziano ed italico - ha chenici 8 [cap. V).
Emina - ha ciati 8 [cap. V) - cioè cotila, (ha) once 10 di vino, acqua, aceto / che è
anche la cotila, ha once 9 di olio / ha libbra 1 e once 3 di miele [cap. XIVl . Mystro (lat. mystrum, f?" m~stron) - infatti ha il peso di stagii 3 oppure once 1/2
[cap. VIII~ - ~a :oclean ~, d~ ~odo che il cocleare sia 1/4 di oncia [cap. XII]. /I
Ereolo (gr. chalxoùs) - poi e la siliqua sono i più piccoli dei minori e posti a
Myst~o glUStISSI~o (~. JUstLssLmum) - ha scrupoli 8 [cap. XV). /I Mystro grande
complemento di peso [cap. IX] - ha 1/4 di semiobolo, di modo che il semiobolo pesi 4
- co~tIene once 3 .dI 0110, once 3 e scrupoli 8 di vino, once 4 e 1/2 di miele / infatti
ere(ol)i [cap. X] - ha 1/4 di semiobolo, di modo che il semiobolo pesi 4 ere(ol)i [cap.
contIene acetab?lI 3 [cap: IV) - ha 1/1~ di. cotila, che sono dracme 3 e 1/2 e 1/4 [cap.
XI]. X~ - ~a acetabolI 3 / contIene once 3 dI 0110, once 3 e scrupoli 8 di vino, once 4 e 1/2
Fava egiziana (una grandezza della) - pesa oboli 1 e 1/2 (lat. et semissem) [cap. dI mIele