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Il legno

Introduzione

l legno è il materiale ricavato dai fusti delle piante, in particolare dagli alberi ma anche
dagli arbusti. Si ricava sia dalle conifere sia dalle latifoglie (dalle palme non si ricava legno vero
e proprio perché sono in pratica delle gigantesche erbe) e sono caratterizzate dall'avere
fusto e rami che crescono concentricamente verso l'esterno di anno in
anno e dall’avere i tessuti composti essenzialmente da cellulosa, emicellulosa e
lignina.
Le piante che non producono legno sono dette erbacee e includono tutte le piante annuali,
molte perenni e molte piante acquatiche subacquee e galleggianti. Il legno è prodotto dalla
pianta come elemento strutturale, dalle ottime caratteristiche di robustezza e resistenza, ed è
per questo impiegato utilmente dall'uomo. Come già accennato, il legno è costituito da fibre di
cellulosa trattenute da una matrice di lignina; il ruolo dell'emicellulosa non è stato ancora
chiarito.

Una volta tagliato e stagionato od essiccato, il legno è destinato ad un'ampia varietà di utilizzi:
fin dalle origini dell’umanità, e tutt’ora, per riscaldamento e cucina; per costruire strutture, in
forma di tavole e travi; per la realizzazione di componenti per l’edilizia (parquet, perline, ecc.)
e mobili; e, scomposto in fibre, per produrre la carta (tramite la produzione di polpa di
cellulosa, avendo sostituito nell'era industriale il cotone o altre piante, più ricche di cellulosa
ma meno abbondanti e quindi meno adatte ai nuovi regimi di produzione). Attualmente l'uso
del legno è stato in molti casi sostituito da metallo e plastica.
Sono anche impiegati derivati economici del legno al posto del legno classico, come, per
esempio, il truciolare o il medium-density fibreboard (MDF).

Il legno è commercialmente classificato in tenero e duro. Il legno derivato dalle conifere


(per esempio il pino o l'abete) è di tipo tenero, il legno delle angiosperme (ontano, quercia,
noce) è duro. In realtà questa suddivisione può essere fuorviante, poiché alcuni legni duri sono
più teneri di quelli definiti teneri, per esempio la balsa, mentre alcuni teneri sono più duri dei
duri, per esempio il tasso (la distinzione deriva dalla nomenclatura inglese che definisce le
conifere "softwood" e le latifoglie "hardwood", ma la traduzione in legno tenero e legno duro è
un errore, visto che le due parole inglesi stanno a significare semplicemente - e
rispettivamente - conifere e latifoglie).
Il legno proveniente da specie differenti ha diverso colore, diversa densità e diverse
caratteristiche della venatura. A causa di queste differenze e ai differenti tassi di crescita, i
differenti tipi di legno presentano differenti qualità e valore. Per esempio il mogano vero
(Swiestenia mahogani), denso e scuro, è ottimo per gli intarsi e le finiture raffinate, mentre la
balsa, leggera, soffice, dalla consistenza spugnosa facilmente intagliabile, è usato nella
realizzazione di modellini.
 
Struttura del tronco
Dall'esterno all'interno si possono evidenziare parti con funzioni differenti:
Corteccia: fisiologicamente è morta, serve come protezione alla pianta e consente gli scambi
gassosi necessari alla vita della pianta;
Libro: contiene i vasi che conducono il nutrimento sintetizzato dalle foglie ad ogni parte
dell’albero;
Cambio: strato sottile di tessuto responsabile della produzione di nuovo legno, sia verso
l’esterno sia verso l’interno;
Alburno: è formata da cellule vive che costituiscono l’apparato circolatorio della pianta
consentendo la conduzione dei sali minerali dalle radici alle foglie;
Durame: la parte più interna del tronco è formata da cellule morte a livello commerciale è
quella più pregiata, perché essendo la parte più vecchia della pianta è quella più stabile e
meno soggetta agli attacchi dei parassiti. A mano a mano che l’albero cresce, l’alburno diventa
durame;
Midollo: parte centrale del tronco, generalmente poco differenziabile dal durame che lo
contiene.
Composizione del legno
è composto da:
- idrogeno 6%;
- ossigeno 42%;
- minerali, azoto, pigmenti 2%;
- carbonio 50%.
Proprietà del legno
1. Resistenza a trazione e compressione:
varia a seconda della direzione della sollecitazione:
- nel senso delle fibre la resistenza è maggiore;
- trasversalmente alle fibre la resistenza è minore;
- all’aumentare del tenore di umidità aumenta la resistenza.
2. Durata:
dipende dalla specie, dalla presenza o assenza di alburno, dal contenuto di umidità.
3. Resistenza al fuoco:
essendo costituito da cellulosa il legno è un materiale infiammabile, ma la sua resistenza al
fuoco è paragonabile a quella dell’acciaio e dell’alluminio; la resistenza può essere migliorata
con trattamenti detti di “ignifugazione”, attraverso l’applicazione sulle superfici di vernici che,
in presenza di forte calore, sviluppano gas inerti incombustibili che creano intorno al legno una
barriera protettiva.
4. Conducibilità termica ed elettrica:
il legno è un buon isolante termico ed elettrico, la sua bassa densità riduce la conducibilità.
5. Resistenza chimica:
il legno è caratterizzato da una elevata resistenza chimica, viene infatti utilizzato nelle industrie
chimiche ed edifici posti in ambienti inquinanti od in atmosfera salina (costruzioni al mare).
6. Proprietà tecniche:
- caratteri organolettici, cioè le proprietà di ordine estetico-figurativo come colore, disegno etc.
- caratteri fisico-meccanici, cioè le proprietà di ordine fisico come densità, porosità etc.

 
La venatura deriva dal contrasto tra le zone tardive e quelle primaverili degli anelli annuali e
può essere marcata, evidente e a festoni.
Il colore, pur essendo, in linea di massime, peculiare per ogni essenza legnosa, ha tonalità
notevolmente diverse tanto nelle stesse specie quanto in un medesimo tronco.
La porosità è un fenomeno importante ai fini della tinteggiatura del legno: si imbevono i legni
più teneri più di quelli duri, i legni con raggi midollari piccoli più di quelli con grossi raggi, i
legni senza resina più di quelli resinosi, le testate più delle superfici longitudinali, la zona
primaverile degli anelli più di quella tardiva.

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