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GBPress- Gregorian Biblical Press

Review
Author(s): Gilles Pelland
Review by: Gilles Pelland
Source: Gregorianum, Vol. 76, No. 1 (1995), pp. 193-194
Published by: GBPress- Gregorian Biblical Press
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23579719
Accessed: 02-12-2015 23:07 UTC

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GREG0R1ANUM, VOL. 76 (1995) FASC. I: RECENSIONES 193

teologia e l'imporsi, almeno per quel momento, definitivo, della dottrina nicena, che egli
aveva strenuamente difeso, anche in tempi non facili, come per esempio lo stesso Gregorio
ricorda, negli anni dell'imperatore Valente, seguace di un arianesimo moderato e persecu
tore dei niceni. Furono gli altri due Cappàdoci, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo,
che già erano stati seguaci della sua opera riformatrice, a raccoglierne l'eredità morale e
spirituale, e a concretizzare poi nelle formulazioni del Concilio costantinopolitano, certo
favoriti dal mutato clima politico, che vedeva ora la presenza sul trono di un imperatore
filoniceno, Teodosio, la sintesi delle loro speculazioni dottrinali.
Lo spunto per la stesura del Contro Eunomio del Nisseno è di difendere
quello dunque
la memoria oltraggiata del fratello Basilio, come egli stesso ci informa nei primi capitoli
dell'opera, ove, senza risparmiare invettive e toni polemici, dopo aver tracciato a forti tinte
una breve biografia di Eunomio, lo scrittore passa a contrastarne le dottrine «sciagurate ed
empie», le quali sostengono la dissimiglianza del Padre dal Figlio, poiché il primo è ingene
rato e il secondo generato. Nei primi due libri dell'opera, la polemica è condotta con tutti
gli strumenti della dialettica e della filosofia, con un riportare ed esaminare minuziosamen
te tutti i passi dell'opera di Eunomio che diano appiglio ad una interpretazione non orto
dossa, con lo sviluppare (nel secondo libro) una interessante teoria linguistica, tesa a dimo
strare la falsità delle dottrine anomee a proposito della non-generazione del Figlio (non
bisogna dimenticare che Eunomio aveva una notevole preparazione nella logica): il Nisse
no sostiene che il linguaggio, inadeguato ad esprimere la natura divina, è il risultato dell'e
voluzione della civiltà umana, che un dono tout court di Dio agli uomini. Il terzo
piuttosto
libro, infine, esamina i passi scritturistici che più facilmente si prestavano ad una interpreta
zione distorta, come per esempio quello celeberrimo di Proverbi 8,22: se ne fornisce invece
una esegesi volta a dimostrare ancora una volta la coeternità del Figlio e del Padre. La
Refutatio confessione Eunomii si pone infine come una confutazione punto per punto della
professione di fede (di ispirazione anomea) che Eunomio aveva presentato all'imperatore.
Il testo vero e proprio è stato inoltre diviso in varie sezioni, ciascuna introdotta da un
titolo riassuntivo, al fine di facilitarne la lettura e fornire maggior chiarezza ad una discus
sione tanto complessa per la moltitudine di conoscenze che essa sottintende, oltre alla non
comune lunghezza e prolissità; la traduzione italiana si sforza, da un lato, di rendere ragio
ne dello stile fortemente retorizzato, indubbiamente influenzato dal gusto della Seconda
Sofistica, di Gregorio, e per contro, anche di quello di Eunomio, che appare ancor più
ornato e sovrabbondante; allo stesso tempo, però, ne snellisce i punti spigolosi e prolissi,
conferendovi eleganza e, per quanto possibile, maggiore agilità di lettura. Infine, le nume
rose e puntuali annotazioni tengono conto tanto dell'aspetto filosofico, mettendo in eviden
za le numerose fonti da cui il Nisseno ha attinto, quanto di quello teologico ο più stretta
mente religioso, oltre, naturalmente, a segnalare di volta in volta particolarità stilistiche
ovvero diversità di interpretazione del testo rispetto alla edizione Jaeger.
Un'opera dunque assai meritoria per i motivi di cui si è detto e degna di tutta l'atten
zione; un volume prezioso, peraltro ben curato ed elegante nella sua veste grafica, che
segna indubbiamente un ulteriore e decisivo passo in avanti nell'approfondimento e nello
studio di una personalità tanto complessa ed affascinante quale Gregorio Nisseno, «enig
matico per la complessità della sua natura, custode dell'essenzialità del
pensiero cristiano,
capace di farlo progredire con le sue speculazioni originali e di difenderlo con successo
contro gli eretici» (W. Volker), come ben dimostrano questi scritti polemici.

Chiara Ombretta Tommasi

Manlio Simonetti, Studi sulla cristologia del II e III secolo (Studia Ephemeridis Augusti
nianum, 44). Roma: Institutum Patristicum Augustinianum, 1993; cm 24 x 16,5, pp.
353. L. 55.000.

Les travaux de Μ. Simonetti sont toujours d'un grand intérèt, parce qu'ils vont droit
au coeur des questions les plus importantes et les plus difficiles de la théologie ancienne.

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194 GREGORIANUM, VOL. 76 (1995) FASC. I: RECENSIONES

Les chercheurs seront heureux de trouver enfin réunis de ces textes, souvent
plusieurs
difficiles à trouver, du moins dans un bon nombre de bibliothèques hors d'Italie. Ceux qui
sont ici présentés concernent la période prénicéenne et pourraient étre groupés en deux
grandes sections: une section christologique et une section trinitaire.
L'étude de la christologie judéo-chrétienne (Augustinianum 28 (1988) 51-69) suggère à
M. Simonetti une observation judicieuse, mettant en garde contre une
présentation trop
schématique des doctrines: «Considero storicamente più corretto e metodologicamente più
valido pensare sin dagl'inizi della riflessione cristologica ad una pluralità di influssi d'ori
gine sia giudaica sia ellenistica variamente combinatisi e accavallatisi, sia che all'elabora
zione di un medesimo concetto possono aver contribuito ambedue le matrici, entrando
nella combinazione in proporzioni e modi vari e da noi difficilmente decifrabili con esattez
za. Dobbiamo soprattutto apprezzare adeguatamente il fatto che giudaismo ed ellenismo
s'erano già incontrati, soprattutto ma non solo ad Alessandria... Conseguentemente rinun
ciamo all'utopia di ricostruire "una prima teologia d'espressione giudaica, semitica", che
come tale allo stato puro di fatto non è mai esistita...» (p. 16-18). Le chapitre consacré à la
christologie pneumatique (Augustinianum 12 (1972) 201-232) constitue probablement la
meilleure étude dont nous disposons sur cette question particulièrement difficile. On y
trouve les nuances importantes qu'il faut ajouter aux travaux anciens (mais encore trop
approximatifs) de Harnack, Seeberg et Loofs sur la Geistchristologie. L'analyse de la chris
tologie de l'Ascension d'Isaie (Isaia, il Diletto e la Chiesa, Brescia, 1983, p. 185-205) met en
évidence son caractère archai'que. Celui-ci assume toutefois une signification différente
suivant la position qu'on prendra concernant la date de composition de l'ouvrage. «Il (suo)
significato sotto il nostro punto di vista varia molto se collochiamo l'opera all'inizio del II
secolo ovvero verso la fine: nel primo caso il carattere arcaico della concezione cristologica
e trinitaria... ci apparirà esito normale in un'età in cui solo da poco e in modo sporadico si
erano cominciate ad agitare queste Se invece collochiamo l'opera verso la fine
questioni.
del II secolo, il suo arcaismo ci apparirà come il riflesso di un ambiente di tendenza conser
vatrice, rimasto ai margini dello sviluppo più recente della riflessione trinitaria, ο addirittu
ra come il risultato di una cosciente chiusura nei confronti degli esiti di tale più recente
riflessione. La mia impressione è che, di queste tre ipotesi, proprio l'ultima sia quella che
ha più probabilità di cogliere il segno» (p. 68). En christologie, signalons encore: «La morte
di Gesù in Origene» (RSLR 8 (1972) p. 3-41). Les articles consacrés à Paul de Samosate
- RSLR 24
(«Per la rivalutazione di alcune testimonianze su Paolo di Samosata» (1988) p.
177-210) et à Denys d'Alexandrie («Aspetti della cristologia del III secolo: Dionigi di Ales
sandria» (Bessarione, quaderno n. 7 (1989) p. 37-65) concernent aussi bien la question
trinitaire. Celle-ci est examinée plus spécifiquement dans une sèrie de travaux importants
où est bien mise en relief la fagon de poser la question de l'unité de Dieu (I. De Justin à
Irénée - RSLR 22 (1986) p. 201-239; II. A Rome, de Clément à Denys - RSLR 22 (1986) p.
439-474);III. En ÒrientaprèsOrigène- RSLR 25 (1989) p. 193-233).
Ceux qui s'intéressent en quelque fagon à la théologie des trois premiers siècles vou
dront avoir à portée de la main ce précieux recueil.

Gilles Pelland, S.i.

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