LEZIONI
DI ANATOMIA
ARTISTICA
Leggere e disegnare
il corpo umano
HOEPLI
LUCIANO TITTARELLI
LEZIONI
DI ANATOMIA ARTISTICA
Leggere e disegnare il corpo umano
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e a norma delle convenzioni internazionali
A mio fratello Nino
Indice
Prefazione Capitolo 2
Lo scheletro appendicolare ............................................................ 30
Un nuovo testo di anatomia artistica intende essere un valido strumento per l’acquisizione di abi-
lità specifiche e di conoscenze articolate e interdisciplinari. L’anatomia artistica occupa uno spa-
zio culturale aperto e i suoi sviluppi non sono soltanto collocabili nell’ambito del disegno o di
rappresentazioni che impiegano le tecniche classiche della pittura, ma sfociano nella complessità,
nei più recenti media di comunicazione visiva in continua trasformazione. Compito dell’anato-
mia artistica non è l’ornamentale o piatta rappresentazione dei corpi, secondo canoni di bellez-
za ritenuti da molti antiquati, bensì il rinnovarsi nel confronto con i più recenti sviluppi delle
scienze. L’avvicendarsi storico concorre alla crescita di nuovi linguaggi sul corpo, alla sua trasfor-
mazione, alle nuove correlazioni con la genetica e gli ultimi ritrovati della chirurgia estetica. L’a-
natomia artistica dovrà quindi non solo rappresentare le mutazioni fisiologiche, ma anche regi-
strare i cambiamenti di senso e come essi si sono sviluppati nelle varie epoche. Oggi più che mai
questo dibattito è vivo e aperto.
Tenendo conto di quanto fin qui detto, questo libro si rivolge prioritariamente agli studenti, ma
intende essere un “utensile” per gli studiosi e per tutte le persone colte che hanno curiosità per
la materia e, quindi, desiderino averlo nella propria biblioteca a mo’ di strumento di consultazio-
ne scientifica. I disegni originali e inediti eseguiti da tre autori sono pensati per imparare a dise-
gnare il corpo, per sviluppare le abilità degli studenti e per facilitare lo studio degli organi del
corpo umano.
Senza voler essere una trattazione esaustiva di una materia così vasta e complessa, il volume in-
tende collocarsi all’interno di una tradizione storica, divulgativa, che può rinnovarsi senza per-
dere i significati autentici che s’ispirano alla natura nella sua ricchezza, rarità e varietà. Quest’ul-
tima è e sarà sempre fonte di unificazione di tutti i saperi, di ogni tradizione, collocando l’uomo
non al di sopra, ma all’interno di un processo vitale e con ciò cognitivo.
La prima parte riguarda la nomenclatura, l’accrescimento e lo sviluppo, la simmetria, i canoni e
le proporzioni; la seconda, la più ampia, è di anatomia generale e nasce da quanto ho appreso nei
bellissimi corsi di anatomia artistica tenuti negli anni Settanta all’Accademia di Belle Arti di Fi-
renze dalla professoressa Nina Harkevitch, oltre che dalla consultazione delle opere di L.Testut,
C. Sappey, G. Lambertini, G. Civardi,A. Morelli, G. Maimone, indicate dettagliatamente nella bi-
bliografia. La terza parte si propone di estendere alle attuali ricerche i modelli della tradizione.
Nel congedare questo volume, intendo ringraziare i molti amici che mi hanno incoraggiato in
questa impresa: in primo luogo Daniela Marcheschi, che con pazienza ha discusso con me tanti
argomenti dell’opera e mi ha sempre spronato a procedere nel lavoro. Per i proficui suggerimen-
ti e gli utili spunti di discussione sono anche grato ad Amedeo Anelli, Edgardo Abbozzo, Luigi
Bernardi e Fedora Boco. Il mio sentito grazie va anche a coloro che mi hanno segnalato e forni-
to opere, immagini, materiali diversi ecc.: Nino Caruso, Alessandro Antonelli, Quirico Pirisinu,
Maurizio Cesarini, Piero Ricci, Michele Tittarelli, Enrica Scipioni, Paolo Carotti, Rosaura Bru-
netti, Giuseppe Germani, Daniele Cerami, Isabella Formica,Tonina Cecchetti, Mioko Furukawa,
Stefania Caprini, Laura Farina. Infine un ringraziamento speciale ai miei studenti dell’Accademia
di Belle Arti “P. Vannucci” di Perugia, che hanno partecipato in vario modo alla messa a punto
dell’opera, alla Fondazione Accademia di Belle Arti, che mi ha autorizzato a pubblicare alcuni di-
segni e alla Sezione di Anatomia del Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimi-
che dell’Università degli Studi di Perugia nella persona del professor Rosario Francesco Donato.
LUCIANO TITTARELLI
PARTE I
Il corpo
tra arte e scienza
1 Struttura e forma
nella figura umana
2 I canoni artistici
capitolo 1
Struttura e forma
nella figura umana
1 Nomenclatura e metodi
La specificità e quindi la differenziazione dell’anatomia artistica, quali l’anatomia medica e chirurgica, quella fisiologica e costi-
rispetto alle altre discipline anatomiche, si fondano essenzialmen- tuzionalistica.
te sullo studio della struttura esterna del corpo umano, e sulla I vertebrati in generale, e in particolare il corpo umano, sono ca-
conseguente conoscenza di quella interna, in quello delle pro- ratterizzati dalla simmetria, distinta in simmetria bilaterale, quando
porzioni e dei rapporti tra le varie parti, finalizzato alla determi- gli organi sono disposti in modo speculare rispetto al piano ver-
nazione e rappresentazione dei suoi valori estetici in senso lato. ticale di simmetria, e in simmetria metamerica quando sussiste una
Partire da questi criteri comporta un impegno notevole e molti successione regolare di segmenti o di parti del nostro organismo.
oggi affrontano l’anatomia artistica trascurando i fondamenti di La posizione anatomica è quella posizione convenzionale con la
una disciplina di severo ordine metodologico. Questa inadem- quale si studiano tutte le componenti del corpo umano.
pienza non permette una conoscenza ampia e strutturata del cor- Il corpo umano è studiato in posizione verticale, con i piedi acco-
po umano e un corretto rapporto tra arte e scienza. È inoltre stati, gli arti addossati al tronco e con i palmi delle mani rivolte
compito dell’anatomia artistica saper apprezzare e cogliere le di- in avanti, la testa diritta e rivolta anteriormente, e s’immagina in-
versità determinate dal sesso, dalla razza, dallo sviluppo, dal mo- scritto in un parallelepipedo regolare, attraversato da un sistema
vimento e da tutto quello che presuppone una descrizione ana- di piani: il piano sagittale mediano che divide il corpo in due metà,
litica della forma in rapporto alla funzione. Questa disciplina, in- destra e sinistra; il piano frontale che lo divide nella faccia anteriore o
fine, non rinuncia a una continua reintegrazione e ricostruzione ventrale e nella faccia posteriore o dorsale, il piano trasversale che lo di-
suggerita dai nuovi linguaggi del mondo contemporaneo. vide nella estremità superiore e inferiore.
I criteri adottati per la nomenclatura dell’anatomia artistica ri- Quando si descrivono gli organi usando i termini di anteriore, po-
spettano quindi, fondamentalmente, i metodi d’indagine in uso steriore, ventrale e dorsale ci si riferisce alla profondità rispetto ai
nell’anatomia generale, che comprende l’anatomia sistematica e piani che passano tangenzialmente alla testa e al tronco, e il ter-
quella topografica, discipline che rappresentano i riferimenti mine mediano viene usato per descrivere un organo che si trova
storicamente acquisiti per un attento studio della struttura del sul piano mediano.
corpo umano e delle varie parti che lo costituiscono e che so- Le rette risultanti dall’incrocio fra i tre piani corrispondono agli
no utilizzati anche in svariati settori scientifici dell’anatomia assi del corpo umano. Si chiamano: assi longitudinali, quelli deriva-
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capitolo 1 Struttura e forma nella figura umana
4
capitolo 1 Struttura e forma nella figura umana
ma unita a lei attraverso l’esercizio della conoscenza del corpo antico. Anche nel Quattrocento, lo studio delle relazioni mate-
umano. Lo studio della struttura anatomica rappresenta quindi matiche, dei rapporti proporzionali e simmetrici, non è solo un
l’osservazione del mondo naturale e di un processo d’astrazione fatto puramente formale, ma un modo per allargare le conoscen-
concettuale, filosofica, in cui entra in gioco tutto il sapere del- ze sia estetiche che matematiche e filosofiche. Servirsi dei rap-
l’uomo stesso. L’universo fisico, con le sue forme e leggi, con i porti complessi di misurazione delle proporzioni del corpo uma-
suoi problemi e i suoi rapporti anche numerici e matematici, no non è certo una novità, ma gli sviluppi che partono dagli stes-
confluisce nella modellazione e nella resa del corpo; e l’operato si presupposti sono di grande interesse.
dell’artista è sempre collegato con un interesse teorico program- Una delle più importanti relazioni matematiche su cui si basa lo
matico. Con Pitagora le cose si determinavano in base al loro nu- studio delle proporzioni è la sezione aurea (numero definito dal-
mero, all’universalità razionale: tutto ciò che è, è misurabile, cal- la proporzione che intercorre tra le due parti in cui è diviso un
colabile. Irrazionale è tutto ciò che resta incommensurabile, in- segmento e l’intero segmento stesso), che fu espressa nel IV sec.
calcolabile: per questa ragione nascono gli opposti, vale a dire pa- a.C. dal matematico greco Euclide negli Elementa, ma già citata
ri/dispari, limitato/illimitato, destro/sinistro, maschio/femmina, nel V sec. a.C. da Policleto nel suo Canone, e sviluppata da fra Lu-
quiete/movimento, diritto/ricurvo, simmetrico/asimmetrico. ca Pacioli nel De divina proportione (1497). La sezione aurea è pre-
Diviene quindi naturale affermare che la simmetria e la propor- sente in natura e in numerosi manufatti umani, dove si cerca la
zione sono la rappresentazione delle leggi dell’armonia in cui si bellezza che deriva dall’armonia delle proporzioni. Per calcolare
concepisce il mito, il primato del divino sull’umano, l’identità tra in un segmento la sezione aurea si deve fare in modo che il suo
essenza e sembianza. rapporto con la parte maggiore sia lo stesso di quello che questa
Una delle descrizioni delle proporzioni del corpo umano più in- ha con la parte minore. Per esempio, se il segmento è lungo 1
teressanti è quella trattata da Vitruvio nel De architectura. Si tratta metro, la lunghezza del pezzo più piccolo deve essere di 38,2 cm,
di un testo fondamentale per le informazioni che dà sull’archi- e quella del pezzo più lungo di 61,8 cm, cioè il pezzo più picco-
tettura romana, sulle teorie e sui problemi dell’arte nel mondo lo sta al pezzo più grande come 38,2 : 61,8 o come 0,618 : 1, e
il pezzo più grande sta alla lunghezza totale come 61,8 : 100, ov-
vero 0,618 : 1.
Legate al rapporto aureo sono anche la spirale logaritmica, stu-
diata tra gli altri dallo scultore e architetto Fidia (V sec. a.C.), e
la successione numerica, presente nel Liber abbaci del 1202 del
pisano Leonardo Fibonacci. Egli dimostrò che esiste una rela-
zione per cui ogni numero successivo è uguale alla somma dei
due immediatamente precedenti: 1 : 2 = 0,500; 2 : 3 = 0,667;
3 : 5 = 0,600; 5 : 8 = 0,625; 8 : 13 = 0,615; 13 : 21 = 0,619 ecc.
La successione di Fibonacci fu usata per calcoli matematici che
potessero rivelare nelle opere una nuova conoscenza dei rappor-
ti proporzionali.
Gli scritti teorici sulla formulazione della prospettiva sono co-
munemente attribuiti a Leon Battista Alberti, ma non è stato si-
curamente il solo a occuparsene. Luca Pacioli e Piero della Fran-
cesca, che non fu soltanto pittore, ma anche stimato matematico,
scrissero testi di prospettiva. Negli ultimi venti anni della sua vi-
ta si afferma che Piero della Francesca si dedicò esclusivamente
alla matematica, come attestano il Libellus, L’abaco, il De divina
proportione, che avvicinava all’arte considerandola complementa-
re per la ricerca scientifica. Nel Rinascimento usare la prospetti-
va significa rivelare le leggi della natura, identificare i suoi codi-
ci che servono a interpretare la realtà, a proiettarla in una visio-
ne complessa.
Le teorie sulle proporzioni, che solo più tardi si svilupperanno in
canoni, rappresentano questa capacità di osservazione, di relazio-
ne delle parti col tutto, di un rinnovato rapporto con la natura. Il
FIG. 1.3 La crescita delle conchiglie a spirale, come quelle appartenenti corpo umano è assunto come perfezione e quindi unità di misu-
al genere Nautilus, segue uno schema governato dal rapporto aureo. ra di tutte le cose.
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parte I Il corpo tra arte e scienza
3 Statica e movimento
Nella stazione eretta il peso è distribuito ai piedi tramite la strut- la veduta anteriore, posteriore e laterale, individuando alcuni pun-
tura ossea che, in sinergia con l’apparato muscolare e i legamen- ti significativi in questo immaginario asse, corrispondenti alla giu-
ti, consente di equilibrare le varie parti del corpo, di modificare sta posizione di altrettanti organi. Questa semplice operazione ci
la loro posizione, di bilanciarle, e di mantenere l’equilibrio nel permette di visualizzare e di impostare le varie parti del corpo e
centro di gravità. di individuarne correttamente i rapporti volumetrici e spaziali.
Il centro di gravità, o baricentro del corpo, è il punto in cui si ap- Il movimento è una delle più importanti caratteristiche di tutti gli
plica la risultante delle forze di gravità. Nella stazione eretta è si- organismi viventi e può manifestarsi a livelli differenti: dalla loco-
tuato nella terza vertebra lombare a 57/100 circa dell’altezza e la mozione, al movimento parziale di parti dell’organismo o delle
linea di gravità è rappresentata da una perpendicolare alla linea di singole cellule, come avviene per i globuli rossi nel sangue, per il
terra che attraversa il foro occipitale nelle prime vertebre cervi- cibo nel sistema digestivo, per l’aria in quello respiratorio ecc.
cali, a livello della nona vertebra toracica, passa dietro la colonna Il movimento è la condizione indispensabile per la sopravviven-
vertebrale per attraversare il sacro e scendere poi anteriormente za, perché collegato alla ricerca del cibo e all’accoppiamento e le
alle ginocchia per terminare in mezzo ai piedi. In altre posture il diversità degli organi predisposti a svolgere tale funzione caratte-
centro di gravità cambia posizione e calcolarla significa misurare rizzano l’evoluzione delle specie viventi e ne determinano la dif-
la risultante delle posizioni che il baricentro assume nelle diver- ferenziazione.
se parti del corpo che si spostano. I movimenti di tutti gli organismi viventi, sono distinti in: proto-
Il sistema scheletrico, i muscoli e i legamenti concorrono a distri- plasmatico, ciliare e muscolare. Il movimento protoplasmatico è pre-
buire le forze in tutto il corpo, i muscoli in maniera attiva, e in- sente nei protozoi e nelle amebe e in alcune cellule degli orga-
fatti sono considerati organi attivi, mentre le ossa, le cartilagini e i nismi superiori; il movimento ciliare si trova in vari organismi: in
legamenti passivamente, e per questo vengono detti organi passivi. alcuni rappresenta il solo mezzo di locomozione, in altri può as-
Il cranio trova l’equilibrio sulla nuca grazie all’azione dei musco- solvere a svariate funzioni come per esempio quella di rimuove-
li della nuca e tramite le vertebre distribuisce il suo peso sulla co- re corpi estranei nel tratto respiratorio dei vertebrati; il movi-
lonna vertebrale, contraddistinta da diverse curvature (convessa mento muscolare sfrutta la contrattilità delle fibre muscolari, cioè
anteriormente nella regione cervicale e lombare, concava in quel- il loro scorrimento longitudinale.
la toracica e sacrale). Si chiama statica l’azione dei muscoli che agiscono bloccando al-
Il tronco poggia sulle teste dei femori, contenute nell’acetabolo cune parti del corpo, rapida quella che interviene all’inizio di un
dell’osso iliaco, e trova l’equilibrio sui femori grazie all’azione movimento, lenta quella che dura per tutto il tempo del movi-
delle robuste articolazioni ileo-femorali, dei muscoli psoas-iliaci, mento. Un’importante caratteristica dei muscoli è la sinergia, cioè
del medio e grande gluteo, che hanno azione sinergica e contri- la capacità di coordinare nella stessa azione funzioni diverse.Tale
buiscono ad abbassare il tronco in avanti, e all’azione dei musco- complessa capacità è coordinata dalla corteccia cerebrale e dal
li dorsali e lombari che lo flettono all’indietro. midollo spinale che attraverso la rete neuronale è deputata a forni-
Molti sono i muscoli e i legamenti che si coordinano tra loro per re ai muscoli le adeguate sequenze di attivazione per ogni deter-
favorire la stazione eretta, che non è condizione di riposo: ogni minata funzione: per il solo controllo della deambulazione sono
spostamento, anche piccolo, comporta il movimento di più orga- interessate 100 miliardi di cellule del sistema nervoso centrale.
ni che concorrono a recuperare il baricentro, in stretto rapporto Movimenti caratteristici dell’uomo sono la marcia e la corsa.
con l’ampiezza della superficie del poligono o trapezio di base, co- Nella marcia, come nell’asta di un pendolo, gli arti inferiori so-
stituito dalla posizione in cui poggiano i piedi al suolo. no attivi in modo alternato e, ogni due passi, ciascuno dei due ar-
La stazione eretta è detta stazione verticale simmetrica, quando il pe- ti ritrova la posizione iniziale: l’arto attivo o portante poggia al suo-
so poggia su tutte e due le gambe, e stazione verticale asimmetrica, lo con tutta la pianta del piede, e quello passivo o oscillante è di-
quando il peso del corpo poggia su una sola gamba, con l’altra steso all’indietro e tocca il suolo con l’alluce. Queste due condi-
leggermente flessa e posta in avanti. Quest’ultima posizione, mol- zioni prevedono una fase definita di doppio appoggio, dove entram-
to naturale, trova il suo equilibrio nella caratteristica curva della bi i piedi sono a contatto con il terreno. I calcoli per definire la
colonna vertebrale, nell’inclinazione della cintura scapolare e del quantità della forza muscolare applicata nel meccanismo della
cranio, e ha rappresentato il modello ideale di bellezza, con Poli- deambulazione sono di grande complessità. Diremo semplice-
cleto, nell’arte greca del V secolo a.C. mente che occorre seguire nello spazio gli spostamenti del cen-
Una delle esercitazioni più utili e rappresentative, nella pratica del tro di gravità del corpo e applicargli due forze meccaniche: l’e-
disegno anatomico, è quella di tracciare un asse di simmetria, per- nergia potenziale, data dalla posizione verticale del centro di gra-
pendicolare alla linea di terra, e di collocarvi la figura umana nel- vità rispetto a una coordinata, e l’energia cinetica, che è proporzio-
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capitolo 1 Struttura e forma nella figura umana
nale al quadrato della sua velocità. Il movimento che ne deriva è marcia in senso opposto a quelli inferiori, descrivono archi di
frutto di trasformazioni di un tipo di energia in un altro, ed è ri- maggiore ampiezza.
volto a ridurre quella variazione dell’energia totale che è chia- Tra i molti muscoli che si attivano nella corsa si ricorda il qua-
mata lavoro meccanico. A ogni passo il tronco cade in avanti, si dricipite femorale, che si contrae quando il piede tocca terra, e
abbassa e ruota leggermente; il bacino si abbassa e si alza alterna- tutti i muscoli antagonisti e sinergisti della gamba che si contrag-
tivamente, oltre a compiere un movimento di rotazione. Le brac- gono contemporaneamente. Quando inizia il distacco del piede
cia assumono la posizione che è caratteristica dei quadrupedi: dal suolo, entrano in azione i muscoli gemelli e i gastrocnemi e
l’arto superiore sinistro è avanti, quando anche quello inferiore successivamente i muscoli semitendinoso, semimembranoso e bi-
destro è avanti e viceversa. cipite, che assolvono la funzione di flettere la coscia. I muscoli
Vengono qui indicati solo alcuni tra i numerosi muscoli coinvol- sartorio, tensore della fascia lata e retto anteriore entrano in fun-
ti nel movimento della marcia. Il medio gluteo aiuta a sostenere zione fin dall’inizio della fase di sospensione, il grande gluteo si
la caduta laterale dell’osso dell’anca, e la sua azione è associata a contrae in modo alternato nelle due fasi della corsa.
quella del piccolo gluteo e, in parte, anche a quella del grande Altra interessante conformazione del corpo in movimento è
gluteo e del tensore della fascia lata. Il grande gluteo coadiuva il quella che assume nel salto, azione caratteristica e peculiare di
muscolo quadricipite nel lavoro necessario all’arto portante a so- molti altri animali come i canguri, le scimmie, i grilli ecc. Nel-
stenere il peso del corpo. Il muscolo gastrocnemio si contrae sia l’uomo si considera il salto più che altro come attività atletica,
quando il piede si solleva da terra, sia quando sta per poggiare sul
terreno; il semimembranoso, il semitendinoso e il bicipite entra-
no in funzione durante la flessione della coscia; il tibiale anterio-
re e gli estensori comuni delle dita si attivano quando l’arto è
oscillante; il muscolo sartorio e il retto anteriore flettono la co-
scia in avanti, e a essi fa ancora seguito l’azione del muscolo qua-
dricipite nell’estendere la gamba sulla coscia.
È interessante notare le modificazioni della morfologia esterna
delle natiche e della gamba durante la marcia: l’appiattimento
della natica dell’arto oscillante; la linea che si forma tra il grande
e il medio gluteo con la tensione dell’arto portante; la contrazio-
ne del quadricipite sempre nell’arto portante; quella dei muscoli
flessori, del sartorio, del retto anteriore, del tensore della fascia la-
ta nell’arto oscillante e le molte altre modificazioni come quelle
dei muscoli del tronco, del collo ecc., che costituiscono interes-
santi esempi di studio nel disegno anatomico.
Nella corsa concorrono, come nella marcia, una serie di movi-
menti alternati e coordinati, che hanno lo scopo di aumentare la
velocità di spostamento. Contrariamente a quanto avviene nella
marcia, nella corsa non è previsto il contemporaneo appoggio dei
piedi al terreno, ma si assiste a un intervallo di tempo in cui il
corpo è completamente sospeso: tale condizione rende instabile
l’equilibrio del corpo, che trova il baricentro in linea con la base
di appoggio solo nel momento in cui poggia a terra la pianta del
piede. Due le fasi che contraddistinguono la corsa: la fase di ap-
poggio unilaterale, sia destra, sia sinistra, e la fase di sospensione.
Nella fase di appoggio unilaterale, il piede tocca terra con tutta
la pianta e solo successivamente si solleva il calcagno e dopo an-
cora le dita. Gli arti, nella flessione, presentano angoli di varia am-
piezza e formano una curva parabolica di valori corrispondenti
ai vari stadi di piegamento che cresce e decresce nell’intervallo
che va dal momento di appoggio a quello di massima flessione.
Il movimento antero-posteriore di inclinazione del tronco è
maggiormente accentuato rispetto a quello della marcia, come i FIG. 1.4 La corsa è caratterizzata da due fasi: una di appoggio unilaterale,
movimenti degli arti superiori che, pur movendosi come nella alternativamente a destra e a sinistra, e una fase di sospensione.
7
parte I Il corpo tra arte e scienza
con le differenti specialità di salto in lungo, salto triplo, salto in la i segreti di quella tecnica che poi connoterà il cinema, le ri-
alto, salto con l’asta. I momenti salienti sono quelli della rincor- cerche di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Marcel Duchamp,
sa, necessaria ad acquisire la massima velocità possibile, e quello Pablo Picasso.
della spinta, dove il corpo deve essere orientato nella direzione
voluta dopo aver toccato il terreno.
È detta energia elastica quella forza immagazzinata dai muscoli e dai
tendini nel momento del contatto del piede con la terra, che vie-
ne poi restituita nel momento della spinta. Per ottenere un buon
salto è necessaria una corretta coordinazione tra l’energia cineti-
ca determinata dalla rincorsa e l’energia elastica della spinta. Un
altro momento importante è quello dell’impatto del piede con il
suolo, dove l’abilità consiste nello sfruttare con sincronia l’energia
elastica. Durante il salto, il tronco compie una sequenza di movi-
menti di traslazione e di rotazione, e gli arti di estensione e fles-
sione. I muscoli dei saltatori oltre a essere ben allenati, come quel-
li di tutti gli atleti, devono avere la caratteristica di essere fusati ed
elastici e di avere un buon coordinamento neuromuscolare.
La rappresentazione del movimento è stata oggetto di studio e
di ampia trattazione da parte degli artisti in ogni epoca della sto-
ria dell’arte, fin dalla Preistoria. Si ricordano lo studio del corpo
in movimento di Leonardo da Vinci e di Gian Lorenzo Berni- FIG. 1.5 Un esempio dello studio sulla ripetizione delle immagini
ni, la ripetizione di immagini di Eadweard Muybridge che sve- di Eadweard Muybridge.
4 Crescita e maturazione
La fecondazione è l’atto iniziale di un processo di trasformazio- questo stadio il futuro essere umano è ancora chiamato embrione;
ni che caratterizza non solo l’uomo, ma tutte le specie viventi del nel terzo mese di gravidanza l’embrione viene detto feto e in es-
mondo animale e vegetale. so è già possibile notare la testa, le dita delle mani e dei piedi e il
Si chiama crescita quella fase biologica che prevede il mutamento sesso. Il feto durante la gravidanza è racchiuso in un sacco detto
di dimensione e di forma dei tessuti e degli organi e si definisce sacco amniotico, con funzioni protettive. Al nutrimento del feto
maturazione il processo che conduce alla piena acquisizione della provvede la placenta, collegata al bambino tramite il cordone ombe-
loro funzionalità e specializzazione. licale, organo ricco di sostanze nutritive, che consente tutti gli
Nel corpo umano, dall’uovo fecondato all’età adulta, si verifica- scambi con l’organismo materno.Tre settimane dopo la feconda-
no una serie di cambiamenti distinti in iperplasia, aumento del zione, l’embrione è lungo circa 6 mm, dopo dodici settimane cir-
numero delle cellule, e ipertrofia, incremento della dimensione ca 10 cm, dopo venti settimane circa 25 cm.
delle cellule e accumulo di materiali intercellulari. Tali cambia- Dopo la nascita vengono distinti tre periodi: il primo periodo
menti sono regolati geneticamente, mediante le informazioni (corrispondente al primo anno di vita), in cui avviene una cre-
contenute nel DNA. scita rapida; il secondo (dal primo anno di vita all’adolescenza),
La crescita si esplica nei primi venti anni di vita: il primissimo pe- diviso in prima infanzia, dal compimento del primo anno alla fi-
riodo prenatale è contraddistinto dalla prevalenza dell’iperplasia ne del quinto, e in seconda infanzia, dal sesto anno all’inizio del-
sull’ipertrofia. Nelle prime due settimane dallo zigote, cioè dalla l’adolescenza; il terzo periodo, detto adolescenza (generalmente
cellula uovo fecondata, si genera un ammasso di piccole cellule compreso tra gli 8 e i 19 anni nelle femmine, e tra i 10 e i 22 an-
che iniziano a moltiplicarsi e, dopo aver assunto particolari ni nei maschi), contraddistinto da un’elevata crescita e maturazio-
conformazioni (entoderma, ectoderma e mesoderma), si dispongono ne e caratterizzato da una grande variabilità individuale.
per formare le strutture primarie degli organi e degli apparati. Per calcolare la crescita morfologica ci si serve comunemente
Alcune cellule mantengono per tutta la vita questa capacità di dell’altezza e del peso, calcolati durante prestabiliti intervalli di
moltiplicarsi, mentre altre, come per esempio quelle nervose, ini- tempo e in rapporto con l’età cronologica, che non necessaria-
ziano a perderla già dal settimo mese di vita prenatale. Nei primi mente concide con quella biologica. La crescita ponderale e
due mesi di gravidanza cominciano a formarsi i tessuti e fino a quella staturale presentano parametri simili, ma non sono unifor-
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capitolo 1 Struttura e forma nella figura umana
mi tra loro. Tutti e due subiscono una rapida accelerazione nel delle ossa, quella dei muscoli e del tessuto adiposo. Studiando lo
periodo puberale, anche se quando uno aumenta l’altro diminui- sviluppo del corpo umano, non si deve dimenticare che tutte
sce e, inoltre, il peso si caratterizza perché continua ad aumenta- queste regole sono soggette a una grande variabilità individuale
re generalmente anche nell’età adulta a causa del poco esercizio dovuta alla razza, all’ambiente circostante o alla semplice diffe-
fisico e della sovralimentazione. La velocità della crescita dimi- renziazione naturale degli organismi.
nuisce costantemente dopo l’infanzia, è regolare nella seconda Il peso del corpo si misura generalmente tenendo conto di due
infanzia e tocca un elevato picco nell’adolescenza, cui seguono componenti: la massa magra FFM (Fat Free Mass) e la massa gras-
piccoli aumenti che durano anche oltre i vent’anni. Le varie par- sa FM (Fat Mass). Molte sono le variazioni che si verificano du-
ti del corpo non crescono in modo omogeneo: per esempio, gli rante la crescita e nei due sessi, sia nei muscoli sia nel tessuto adi-
arti inferiori crescono più velocemente rispetto al tronco nel pri- poso sottocutaneo.
mo anno e riprendono a crescere nell’adolescenza con notevoli I fattori che consentono la maturazione biologica sono tre e si
differenze tra i sessi. I rapporti di riferimento, nel corso dello svi- contraddistinguono in scheletrici, sessuali e somatici.
luppo, riguardano di norma il diametro del bacino e delle spalle, La maturazione scheletrica avviene quando il tessuto cartilagineo si
la lunghezza degli arti, il diametro del cranio, la circonferenza ossifica completamente in età adulta. Il metodo per analizzare
l’avvenuta maturazione si basa essenzialmente sull’esame radio-
grafico della mano e del polso.
La maturazione sessuale avviene quando ambedue i sessi sviluppa-
no tutte le caratteristiche che li contraddistinguono. I criteri di
misurazione svolgono indagini sui diversi stadi di sviluppo: dalla
condizione prepuberale, a quella dello sviluppo iniziale; dallo stu-
dio delle fasi di maturazione di ciascun carattere, al raggiungi-
mento della maturità.
La maturazione somatica è contraddistinta dal rapporto peso/statu-
ra. I criteri per la sua misurazione si basano sulla verifica di una
serie di dati che caratterizzano l’intera adolescenza.
Si chiamano intrinseci quei fattori che influenzano la crescita le-
gati al patrimonio genetico e alle caratteristiche ormonali di cia-
scun individuo, estrinseci, quelli ambientali, climatici, psichici e
patologici.
In molti testi di anatomia, insieme alla descrizione delle ossa,
compare il tempo di ossificazione del tessuto cartilagineo (che non
scompare completamente nelle articolazioni e in alcune ossa per
consentire l’elasticità necessaria al movimento e per evitare in al-
cune parti la rottura). Circa al sesto anno di vita scompaiono i nu-
clei di ossificazione, dai 6 ai 12 anni viene sostituita la cartilagine di
congiunzione, dai 12 ai 20 anni si salda completamente il corpo
dell’osso alle estremità. Confrontando la vita dell’uomo rispetto
a quella di altri mammiferi, alcuni studiosi osservano che il no-
stro organismo è predisposto per raggiungere 120 anni.
Nella crescita e maturazione di un individuo umano, le differen-
ze legate al sesso si manifestano in una serie di elementi distinti-
vi morfologici: oltre alla differenza legata ai genitali l’uomo ha
una struttura scheletrica più robusta, il bacino più alto e più pic-
colo, con i fori otturati ovali, differenti da quelli più triangolari
della donna, le false coste sono più lunghe, il diaframma più gran-
de, la statura è maggiore, la muscolatura più sviluppata; la donna
presenta il bacino più largo, la colonna vertebrale più lunga e la
cintura pelvica più rilevante rispetto a quella scapolare, il cranio
più piccolo e meno convesso nella volta cranica, un apparato
FIG. 1.6 Leonardo da Vinci, genitali femminili e feto nell’utero, 1510-1512, scheletrico e un sistema muscolare meno sviluppato, un pannico-
Windsor, Royal Library. lo adiposo e seni più sviluppati, lineamenti più delicati.
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capitolo 2
I canoni
artistici
1 Introduzione
La parola greca kanon significa letteralmente “squadra”, “riga” o, e che quindi limiti la libertà di espressione, in realtà bisogna inten-
più estesamente,“regola dell’artefice, norma, principio”. È impor- dere il concetto di canone come ricerca per giungere alla perfe-
tante capire come lo studio dei canoni, e di conseguenza delle zione attraverso motivi estetici e non prettamente numerici. Il ca-
proporzioni, ha rappresentato il fondamento dei valori estetici nel- none pertanto, in alcune epoche, sottende a un continuo studio di
la diversità delle espressioni artistiche che si sono succedute nelle valori estetici e morali; è una scoperta e non un’invenzione e può
varie epoche storiche. Si è portati a pensare che il canone impon- prevedere variazioni e aggiustamenti, anche in relazione alla vista
ga all’artista un modo di lavorare vincolato a regole precostituite umana, come è avvenuto nell’arte greca del periodo classico.
11
parte I Il corpo tra arte e scienza
Le figure umane rappresentate dagli artisti egizi miravano a far zioni, a rispettare le gerarchie sociali. Non è un caso che la co-
emergere l’aspetto funzionale e organico del corpo attraverso la municazione e l’informazione scritta si servano di simboli illu-
costruzione di un sistema matematico prevedibile e riproponibi- strativi, molto lontani da una visione della realtà naturale, ma pre-
le in diverse occasioni. gna di codici simbolici. Da un cartone preparatorio per la Sfin-
La visione di scorcio e la terza dimensione vengono scartate a ge, conservato nei Musei di Stato di Berlino, è possibile capire il
priori in quanto distolgono l’attenzione dello spettatore e il mo- modo di lavorare degli scultori, in quanto il disegno preparatorio
vimento è reso spostando le singole membra in modo meccani- è strutturato sul ribaltamento della figura su tre piani: il profilo,
co e non in sintonia con il resto del corpo. Questo perché la rap- la pianta, la veduta frontale. Se ne deduce, come osserva Erwin
presentazione tridimensionale e la prospettiva, come già prece- Panofsky in Il significato nelle arti visive, che le dimensioni relative
dentemente rilevato, non rispondono a leggi ottiche, ma costitui- dell’oggetto naturale non potevano essere diverse dalle dimensio-
scono un sistema figurativo, che rende evidenti quelle caratteri- ni relative dell’oggetto artistico: le dimensioni “oggettive”, cioè
stiche atte a far conoscere, a enumerare, a comunicare informa- quelle misurabili, coincidono con quelle “tecniche”.
12
capitolo 2 I canoni artistici
pochi frammenti rimasti del Canone, si legge che il risultato fina- determinata unità di misura o modulo; questa commisura-
le dipende da piccoli aggiustamenti che si rivelano decisivi e che bilità costituisce il calcolo o sistema delle simmetrie. È in-
la perfezione dipende da vari rapporti numerici.Al canone di Po- fatti chiaro che nessun tempio potrebbe presentare un si-
licleto, inoltre, fa specifico riferimento anche il medico greco stema di costruzione senza simmetria e senza proporzione;
Galeno (129-200 a.C. ca.) per sostenere che la bellezza “non ri- se cioè non abbia avuto un esatto calcolo delle sue mem-
siede nei singoli elementi, ma nell’armoniosa proporzione delle bra, come nel caso di un uomo ben formato. Il corpo del-
parti, nella proporzione di un dito rispetto all’altro, di tutte le di- l’uomo infatti così la natura compose, che il viso dal men-
ta rispetto al resto della mano, del resto della mano rispetto al to alla sommità della fronte e alla radice dei capelli presen-
polso, di questo rispetto all’avambraccio, dell’avambraccio rispet- tasse la proporzione della decima parte del corpo; egual
to all’intero braccio, infine di tutte le parti a tutte le altre, com’è proporzione ha la mano aperta dall’articolazione alla pun-
scritto nel canone di Policleto”. ta del dito medio; il capo dal mento al sommo del cranio
Il canone di Policleto non si può in ogni modo applicare a tutta è l’ottava parte; dall’alto del petto, e alla base della cervice
la statuaria greca. Lisippo, per esempio, pur partendo da quello alla radice dei capelli la sesta; dalla metà del petto al verti-
policleteo usa dare alle statue proporzioni più slanciate ed ele- ce del capo la quarta. Del viso la terza parte, in altezza, e
ganti e animare la forma con concetti spaziali nuovi, che tengo- dal mento alla base delle narici; un’altra terza parte è il na-
no conto della molteplicità dei punti di vista e che lo spettatore so stesso dalla base delle narici al punto di incontro dei so-
può percepire: per certi aspetti potremmo trovare nell’arte di Li- praccigli; di lì alla radice dei capelli l’altra terza parte. Il
sippo degli spunti cubisti. piede è il sesto dell’altezza del corpo, il cubito il quarto, il
Con Lisippo si chiude il periodo classico e si apre la fase elleni- petto pure il quarto. Anche le altre membra hanno le loro
ca. Fu il creatore di una nuova poetica: l’esperienza visiva, feno- quote di misura proporzionale, rispettando le quali gli an-
menica, si rapporta in modo diverso alla natura. tichi pittori e statuari famosi ottennero grandi elogi. Con
Il canone di Lisippo corrisponderebbe a quello tramandatoci da criterio simile le membra dei tempi debbono avere nelle
Vitruvio, scrittore, ingegnere e architetto romano del I sec. a.C., singole parti e segmenti una stretta corrispondenza e con-
autore del De architectura, nel quale descrive le proporzioni del cordanza di misure con tutta la somma della grandezza to-
corpo umano, che sono non a caso espresse in frazioni. tale. Così, il centro del corpo è naturalmente l’ombelico”.
Dal De architectura, riportiamo un passo sulla simmetria e sulle
proporzioni del corpo umano che per i secoli a venire è stato og- Sempre Vitruvio specifica che il corpo umano con le braccia
getto di studio: aperte si può inscrivere in un quadrato e che con le braccia e le
gambe aperte si può iscrivere in un cerchio che ha il centro nel-
“La simmetria nasce dalla proporzione e la proporzione è l’ombelico (vedi l’Homo quadratus, disegno che compare nell’edi-
la commisurabilità di ogni singolo membro dell’opera e di zione di Vitruvio del 1521). Come vedremo in seguito questa os-
tutti i membri nell’insieme dell’opera, per mezzo di una servazione sarà rivista e perfezionata da Leonardo.
FIG. 2.4 Schema dei tre cerchi dell’arte bizantina da Erwin Panofsky,
Il significato nelle arti visive, Einaudi, Torino, 2002.
proporzionali della figura umana: Antonio Averlino detto il Fila- do e freschi. L’uomo bello vuole essere bruno, e la femmi-
rete, nel suo Trattato di architettura, e Francesco di Giorgio Marti- na bianca, ecc. E a ciò fia buona pratica”.
ni precisano che si devono rispettare le proporzioni del corpo
anche nell’architettura; Pomponio Gaurico, nel De sculptura, par- Cennini, ancora legato ai caratteri medioevali dell’arte, è in ogni
la delle armoniose e quasi musicali simmetrie degli esseri umani; modo il primo a promulgare l’imitazione della natura, pur accet-
Luca Pacioli, nel De divina proportione, si ispira ai principi geome- tando la libertà interpretativa dell’artista. Inoltre è il primo a par-
trici e matematici. Gli artisti e i teorici non vogliono inventare lare di disegno, che deriva dal latino designatio (inteso, però, anco-
nuovi rapporti proporzionali: cercano di interpretare i canoni ra come designazione), ma che acquisterà quei connotati che sa-
greci e in particolare praticano quel procedimento inteso come ranno l’elemento caratterizzante di tutto il XV secolo e anche
quadratura del corpo umano, già citato precedentemente. Leon del successivo.
Battista Alberti cita l’armonia e la proporzione per raggiungere la
bellezza ed è un attento osservatore dei principi della natura. Nel Nel Cinquecento, il disegno assume maggiore importanza e di-
De statua stabilisce un canone di 1/6 dell’altezza, suddiviso in 60 viene mezzo d’indagine e di conoscenza. Già con Giotto aveva
unceolae (pollici) e 600 minuta. acquisito particolare rilievo, anche se spariva spesso, come sino-
Dalla complessità degli studi praticati nel Rinascimento non pos- pia, sotto l’affresco. Il prescindere del disegno dall’opera finita
siamo risalire a un canone universalmente accettato: alcuni attin- non solo divenne una caratteristica, ma accentuò il valore di stu-
gono al canone di Vitruvio, altri a quello di Varrone, altri ancora, dio e d’opera d’arte a tutti gli effetti. Con il disegno s’insegnano
ispirandosi alla natura, cercano di definire la bellezza ideale, mi- verità scientifiche, si mettono immediatamente in pratica gli im-
surando in una pluralità di individui quello che poteva rappre- pianti teorici, si illustrano i canoni. Leonardo, nel suo Trattato del-
sentarne la perfezione. la pittura, parla dell’importanza fondamentale del disegno non
I trattati della pittura fornivano indicazioni e regole alle quali ar- solo per gli artisti ma per tutte le attività del fare umano. Per
tisti e allievi si dovevano attenere per comprendere il corretto uso Leonardo lo studio delle proporzioni deve essere condotto con
delle proporzioni, come principio della perfezione estetica. un metodo “comparativo”, che si avvale cioè dell’osservazione
Nel Libro dell’arte del 1437, Cennino Cennini riporta le misure dei segreti della natura e deve cercare nel corpo umano le cor-
che “deve avere il corpo dell’uomo fatto perfettamente”: rispondenze tra le diverse parti, oltre a quelle del corpo umano
con quello degli animali e con tutto l’universo. Fondamentale
“Nota che, innanzi più oltre vada, ti voglio dare a littera le inoltre, per Leonardo, è la capacità dell’artista di saper cogliere
misure dell’uomo. Quelle della femmina lascio stare, per- nella figura umana le differenze. Sempre nel Trattato della pittura
ché non ha nessuna perfetta misura. Prima, come ho det- dice testualmente:
to di sopra, il viso è diviso in tre parti: cioè la testa, una; il
naso, l’altra; e dal naso al mento, l’altra. Dalla proda del na- “Il pittore deve cercare d’essere universale, perché gli man-
so per tutta la lunghezza dell’occhio, una di queste misu- ca assai dignità se fa una cosa bene e l’altra male: come
re: dalla fine dell’occhio per fine all’orecchie, una di que- molti che solo studiano nel nudo misurato e proporziona-
ste misure; dall’uno orecchio all’altro, un viso per lunghez- to, e non ricercano la sua varietà; perché può un uomo es-
za: dal mento sotto il gozzo al trovare della gola, una delle sere proporzionato ed essere grosso e corto o lungo o sot-
tre misure: la gola, lunga una misura: dalla forcella della go- tile o mediocre, e chi di questa varietà non tien conto fa
la alla sommità dell’omero, un viso; e così dall’altro ome- sempre le sue figure in stampa, che pare che sieno tutte so-
ro: dall’omero al gomito, un viso: dal gomito al nodo del- relle, la qual cosa merita grande riprensione”.
la mano, un viso e una delle tre misure: la mano tutta per
lunghezza,un viso: dalla forcella della gola a quella del ma- Correggendo le asserzioni di Vitruvio dell’Homo quadratus, nel fa-
gone, o vero stomaco, un viso: dallo stomaco al bellico, un moso disegno di Leonardo compare la seguente asserzione:
viso: dal bellico al nodo della coscia, un viso: dalla coscia al
ginocchio, due visi: dal ginocchio al tallone della gamba, “Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura
due visi: dal tallone alla pianta, una delle tre misure; il piè, che lle misure dell’omo sono dalla natura distribuite in
lungo un viso.Tant’è lungo l’uomo, quanto per il traverso, questo modo. Cioè, che 4 diti fa un palmo e 4 palmi fa un
ove le braccia, distenda; le braccia con le mani, per fino a piè; 6 palmi fa un cubito, 4 cubiti fa un omo, e 4 cubiti fa
mezza la coscia. È tutto l’uomo lungo otto visi e due del- un passo, e 24 palmi fa un omo; e queste misure son né
le tre misure. Ha l’uomo, men che la donna, una costola sua edifizi. Se tu apri tanto le gambe che tu cali da capo
del petto dal lato manco. È in tutto l’uomo ossa […] Dee 1/14 di tua altezza, e apri e alza tanto le bracia che colle
avere la natura sua, cioè la verga, a quella misura che è pia- lunghe dita tu tochi la linia della sommità del capo, sappi
cere delle femmine; siano i suoi testicoli piccoli, di bel mo- che ’l cientro delle estremità delle aperte membra sia il
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parte I Il corpo tra arte e scienza
zione linguistica delle arti e la qualità della tecnica che gli con-
ferisce dignità. La conoscenza dei processi operativi permette il
superamento della concezione antica che distingueva le arti in li-
berali e meccaniche e la completa autonomia del fare artistico.
È interessante notare come nell’Enciclopedia si afferma l’impor-
tanza di considerare la bellezza ideale come rapporto armonico
tra le parti, ma anche studiando il corpo in movimento. La clas-
sificazione di modelli del corpo umano basati sulla successione
delle posture vuole affermare l’importanza di esprimere attraver-
so un metodo razionale la necessità di servirsi dei canoni classici.
Tutto questo è concomitante alla nascita di una nuova concezio-
ne dell’arte, chiamata successivamente arte neoclassica, che si impo-
ne in modo autonomo, superando i concetti della tradizione, an-
che se formalmente, sembra appartenervi. In particolare l’opera di
Antonio Canova si attesta in una soglia molto alta di espressione
artistica che supera la storia proprio citandola e affronta la scultu-
ra come ideale estetico assoluto, oltre la narrazione. Accade così
di percepire una dimensione fuori dal tempo, assoluta, che distin-
gue i valori immutabili e incorporei dell’arte da quelli contingen-
ti della rappresentazione. Canova è un profondo conoscitore del-
l’anatomia: esegue studi accurati sulla muscolatura e descrive det-
tagliatamente la struttura dei muscoli con disegni e scritti.
Tra i numerosi disegni e studi sui canoni desunti dagli antichi, so-
no particolarmente interessanti quelli sul canone di Policleto di
Johann Gottfried Schadow, nei quali è possibile desumere l’accu-
rata indagine dei rapporti proporzionali.
8 Il canone nell’Ottocento
L’ideazione dei canoni che permettono di studiare i rapporti tra Questo metodo permette di calcolare il rapporto tra le parti del
le parti del corpo è numerosa e variegata, tra questi si ricorda il corpo e di procedere alla costruzione della figura procedendo da
canone di Paul Richer, del quale sembra spontaneo notare in- una sola misura nota, in modo piuttosto dettagliato.
nanzitutto l’attinenza con il canone di Policleto: l’unità di misu- Da questo segmento (NP) si procede dividendolo in quattro par-
ra è la testa, rapportabile sette volte e mezzo con la lunghezza to- ti uguali (Nb, bc, cO, OP). Prolungando il segmento NP si ottie-
tale del corpo. ne il vertice della testa v; con un altro segmento perpendicolare
Un canone “moderno” particolarmente interessante è quello di a NP, passante per b, si ottengono due segmenti (Sb e bS' ) che
Gustav Fritsch, che fu messo a punto dallo studioso nel 1895 sul- corrispondono alle articolazioni scapolo-omerali; il segmento
la base di quello di Schmidt del 1849. Nel canone di Fritsch si perpendicolare passante per P forma i due sottomoduli (AP, PA' )
costruisce la figura umana partendo dalla colonna vertebrale, che corrispondenti alle articolazioni coxo-femorali; l’ombelico (O)
corrisponde alla distanza fra la base del cranio e la sinfisi pubica. corrisponde all’incrocio dei segmenti SA' ed S' A; la larghezza
È interessante la partitura modulare che si viene a formare attra- della testa (dd' ) si ottiene tracciando i segmenti SN e S' N e pro-
verso una particolare costruzione composta dall’incrocio di più lungandoli fino a incontrare in d e d' le perpendicolari tirate da
diagonali e dei loro punti d’intersezione. v; la posizione del capezzolo m (o m' ) è data dall’intersezione del-
17
parte I Il corpo tra arte e scienza
la parallela che parte da b al segmento Sd' (o S' d) con il segmen- mano estendendo il segmento gP di un segmento uguale a OA;
to SO (o S' O); la lunghezza del braccio corrisponde a quella del la lunghezza della coscia corrisponde a quella del segmento mA' ;
segmento Sm' ; la lunghezza dell’avambraccio corrisponde a quel- la lunghezza della gamba (hk) è uguale a mA; l’altezza del piede
la del segmento mO; la lunghezza della mano corrisponde a quel- è la metà di Nv.
la del segmento OA; puntando il compasso in S con raggio Sm' Thomas Finamore, applicando le regole di Fritsch, propone un
si definisce la posizione del braccio (Sg); si determina l’avambrac- metodo che permette di ottenere tutte le misure del corpo, par-
cio prolungando il segmento Sg di una distanza uguale a mO e la tendo da quella di una sua qualsiasi parte o frammento.
FIG. 2.8 Il canone di Fritsch. FIG. 2.9 Il Modulor inventato dall’architetto svizzero Le Corbusier.