Il modo migliore per conservare la pergamena è arrotolarla, perché la stressa meno
rispetto al piegamento in linea retta. La pergamena è costosa, quindi si evitava di sprecare ogni lembo, magari si tagliava e veniva usata per documenti più piccoli/corti. Il sistema di conservazione era complesso: venivano conservate o in armadi o ceste, lo sappiamo perché quelle che ci sono arrivate hanno annotazioni degli archivisti che nel tempo le hanno curate. Metodo efficiente che ci ha consentito di arrivare alla fase organizzativa del comune, che conserva soprattutto la documentazione verso l’esterno, bolle imperiali ecc. nel corso del XII sec si creano ruoli di questioni amministrative. Quando nella fase podestarile, si creano trasformazioni. La documentazione cittadina italiana tende a diversificarsi dagli altri archivi europei. Nella fase podestarile abbiamo un nuovo modello. I podestà sono tutti giuristi, si ha una rinascita degli studi giuristici. La loro formazione tende a creare una caratteristica comune tendente alla sistematizzazione. Lettura e commento dei passi del corpus iuris. Quando i podestà entrano in quel ruolo, si trovano a usare quel sistema nell’archivio. Dovendo utilizzare la documentazione i podestà rispondono nello stesso modo, parallelo all’ambito ecclesiastico. Questi ultimi creano dei cartulari che sono degli archivi compattati, per necessità. Podestà: le pergamene vengono raccolte e trascritte in grandi registri secondo un sistema preciso. I documenti sono raccolti per tema, in modo da trovare semplicemente documenti utili in base alla necessità. Sono anche in ordine cronologico. Ciò comporta continui aggiornamenti, vengono lasciati anche fogli bianchi per accogliere nuovi documenti. A volte si deve ricorrere anche a una intera ricopiatura, per cui ne abbiamo più copie, alcune più complete di altre, oppure abbiamo le copie ma sono andate perse quelle originali. È stato utile trovare le differenze tra cartulari monasteriali e corpus iurium per quanto concerne la copiatura dei documenti. La documentazione comunale: la redazione continua su pergamena sciolta; l’incremento dell’archivio diplomatico. Confrontandolo con i libri iurium possiamo dire che non tutti i documenti in pergamena sciolta vengono ricopiati sui libri iurium. Il liber iurium (trascrizione degli atti più importanti negli archivi comunali) è considerato come qualcosa che deve reggere in tribunale. In altri casi alcuni documenti vengono direttamente scritti su di esso. In entrambi i casi (diplomatici + ecclesiastici) c’è l’intervento dei notai: autentica la copia, una copia che non ha sottoscrizione notarile è detta copia semplice, non ha valore legale e non regge in casi di controversie. Nei comuni si copiano i documenti e si seleziona una serie di essi da tenere nel liber iurium. Nel monastero si copiano e non vengono mantenuti gli originali. La selezione dei documenti cambia in base alla città. La differenza però è sostanziale tra città autonome del centro-settentrione e le città soggette (come Napoli e Palermo che dipendono da un re), che hanno libri privilegiorum, che attestano i privilegi che il sovrano ha fatto nei confronti della città. Il privilegio è qualcosa che è stato concesso da un’autorità sovrana e che può essere tolto. Nella città autonoma il privilegio è contrattato con il comune, quindi non può essere revocato dalla sovranità. Il liber privilegiorum ha una dimensione più locale, si occupa del comune e il suo distretto. Il liber iurium è la memoria giuridica compattata, emerge la politica del comune, come crea la sua rete di conoscenze all’esterno. Al di fuori di questo spazio troviamo i libri dei privilegi. Un altro documento tipico dell’esperienza italiana, nella fase podestarile, sono gli statuti (meglio parlarne al plurale, latino statuta) perché sono delle norme di legge definite formalmente. I podestà intervengono su una situazione precedente più frammentata, l’organizzazione giuridica del comune. I consoli sono chiamati a impegnarsi nel momento in cui entrano in carica le norme che sono tenuti a giurare. I podestà devono mettere in ordine l’archivio (politico) e devono amministrare la giustizia (giuridico). Devono rispettare il codice (diritto civile) che però lascia fuori il diritto penale e dal tempo di Giustiniano non ha avuto aggiornamenti. In Europa invece ha avuto seguito nel tempo. C’è il diritto canonico, che il diritto romano non contempla. C’è uno ius commune (diritto generale – romano) ma anche uno ius particolare (diritto locale). Quando i podestà giudicano, il diritto di riferimento è quello particolare, solo nei casi non coperti da quest’ultimo si ricorre a quello generale. Abbiamo quindi un diritto locale gestito dagli statuti, vengono riunite le norme di vari temi in un unico corpo, portato a termine in tempi relativamente brevi. Di solito uno statuto è diviso in 2 libri, diritto civile e penale.