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Lezione 03/11/21

Le situazioni del mezzogiorno italiano sono diverse dalla zona centro-settentrionale,


che dal punto di vista della sovranità è rinchiusa dal sacro romano impero ma anhe
dove il potere imperiale è esercitato in maniera frammentaria. Dopo l’età ottoniana
che aveva visto imperatori controllare sia i territori a nord delle alpi che a sud. Le
successive casate tendono a badare ai territori germanici. Dalla fine Xi a XII sec inizia
una importante fase dell’impero germanico: espansione verso est, territori abitati
dalle tribù baltiche e slave che erano stati originariamente territori germanici fino al
v sec. 2 fenomeni: ri-germanizzazione di certe aree (prussia, abitata da popolazione
baltiche o tribù slave, berlino è un insediamento slavo) al punto tale che la lingua
baltiche dei proteni non rimane traccia nei dialetti attuali. In altri casi come reazione
alla loro pressione, le realtà slave che fino al XI non hanno un’organizzazione che va
al di la del clan, tendono a compattarsi e dare origine ai ducati (es. polonia, che
nasce come feudo dell’impero di ottone il grande). Partono dall’intento di
convertire i pagani slavi, l’unico che viene santificato è enrico II. Questo processo è
ben documentato. Dal XII sec il sistema usato dai principi tedeschi per attirare coloni
a queste terre è standard: coloro che si trasferiscono ricevono una serie di privilegi,
contenuti in atti ufficiali. Il modello base delle carte è quello della carta di
magdeburgo (fondazione di epoca ottoniana – città sede metro-politica, vescovo +
arcivescovo, vicinanza tra potere pubblico ed ecclesiastico rappresentata in modo
fisico – c’è anche una cattedrale. c’era la corte dell’imperatore vicino alla cattedrale,
ottone la fa costruire per segnalare l’importanza di questa unione). Chi si trasferiva
diventava uomo libero, ma soprattutto ricevevano una casa, lotti di terra in
proprietà e una serie di diritti, ai danni delle popolazioni baltiche e slave. Si rimarca
un carattere crociato dove le terre vengono assegnate ai buoni cristiani anziché ai
pagani. È un movimento che trasforma anche i territori culturalmente. Questo
orientamento verso est trae molti vantaggi per i signori tedeschi. Ottone III viene
abbandonato nel momento in cui deve confrontare rivolte in italia, lui vuole rportare
la sede a roma e i principi si rifiutano di mandare soccorsi. Gli succede enrico II,
santificato anche per aver ripreso la politica più confacente all’impero germanico. A
parte il ronfart (viaggio a roma per l’incoronazione) gli imperatori non si recano in
Italia. Ciò va ad accentuarsi nel periodo della lotta per le investiture, che occupa 50
anni a cavallo tra XI -XII. Le investiture sono il diritto di investire di determinati
poteri i vescovi (ne controllano elezione). Privilegium ottonis: papa dà all’imperatore
il diritto di investire i vescovi di poteri pubblici e di porre il veto sull’elezione di un
candidato sgradito. Quest’epoca le investiture sono locali, nel corso della lotta
comincia ad affermarsi la convinzione che le elezioni debbano rientrare nella sfera
dei poteri del vescovo di Roma, in quanto successore di Pietro. I papi quindi iniziano
un processo che rivoluziona la struttura della chiesa. Si passa da una struttura come
rete orizzontale a una di tipo piramidale, con vertice definito e sotto una gerarchia
con differenti livelli di potere. Gli imperatori esercitano il potere elettivo ma il loro
obiettivo è mantenere una chiesa che sia un credibile interlocutore per l’impero. Si
basano sull’affidabilità del candidato.
Vi sarà una serie di papi eletti dall’impero al fine di riformare la chiesa. Questo
interventismo si esplica anche nell’elezione dei vescovi ma anche sedi chiave per
l’impero. Ottone e successori si limitano a riconoscere l’esercizio di poteri pubblici e
ad alcuni vescovi conferiscono altre cariche più importanti, vescovi che controllano
la via del Brennero. La situazione culmina col concilio di sutri, dove enrico III viene
chiamato come giudice – vengono eletti 3 papi – l’imperatore deve scegliere. Enrico
III risolve la cosa parzialmente: nessuno dei 3 è stato eletto regolarmente, quindi
nuova elezione. L’influenza degli imperatori non è del tutto negativa, proprio grazie
a quella riforma che hanno incentivato, però dalla chiesa si inizia a contestare la
presenza di laici nelle questioni ecclesiastiche.
Nicoaismo – relazioni con donne
Simonia – peccato di acquisto di cariche ecclesiastiche
Serve a screditare certi vescovi che sono di parte filo-imperiale. I vescovi erano
uomini che avevano avuto la loro carica grazie all’imperatore. La rottura avvinee alla
fine dell’XI sec con lotta per le investiture. Papa Gregorio VII fa di queste posizioni la
posizione ufficiale della chiesa (dictatus papae). Addirittura “non è il papa a
sottostare all’impero, ma viceversa”. Da questo momento i vescovi e i loro
documenti cominciano a definirsi non più successori di pietro ma sicari di cristo.
Reazione di enrico iv che vedrà episodi gravi come scomuniche ecc. enrico v e papa
pasquale II sembrano aver trovato un accordo (di sutri), ma è un compromesso
troppo avanzato che viene bocciato dalle cariche ecclesiastiche. Si arriva al
concordato di vorbes, nel regno di germania continuano le investiture laiche (imp.
sceglie candidati) nel regno italico l’opposto. i papi controllano elezioni episcopali
nel regno d’italia, per poi espandersi nel territorio occidentale. Il risultato di questa
lotta è quello di indebolire la presa dell’autorità imperiale in italia. Quei vescovi ce
avevano esercitato i poteri nel nome dell’impero vedono la loro autorità indebolita.
Questo processo favorisce la nascita di un unoo tipo di associazione politica che
condurrà a sviluppi importati: nasce il comune. Il comune italiano è qualcosa id
diverso rispetto ad altre zone europee. Questi comuni si formano nel corso dell’Xi
sec e con un diminuire del potere delle cariche sottostanti all’impero. La fase iniziale
ci sfugge, perché nei documenti che ci sono pervenuti siamo già alla fine dell’XI sec,
non abbiamo una fonte sull’inizio. Quello che si può dire è che in molti comuni un
ruolo importante fu giocato dalle clientele episcopali: i vescovi avevano bisogno di
delegati, quindi creano un circuito di funzionari con competenze giudiziarie. Si
creano un seguito armato, si crea un ceto privilegiato a un passo dal potere con
importanti forme di controllo. Quando il potere dell’episcopio si riduce i laici si
fanno avanti e creano il comune. Nasce sotto l forma definita conioratio (patto
comune), è un comiurato, associazione di tipo privato e lo rimarranno per tanto
tempo (es. Genova). Il comune medievale non è mai stato un’istituzione
democratica, ma oligarchico, esclude altri gruppi dal potere. Anche quando ci sarà il
comune del popolo, verranno esclusi i magnates e nobiles. L’importanza del comune
è quello di creare una forma di governo largo, si reggono sulla base di governi che
sono il frutto di conversazioni. Vi è una degenerazione del comune con la nascita
della signoria.
In italia il riconosciment di un’autorità superiore sarà solo una formalità:
l’imperatore non può intervenire all’interno della città libera. 2° metà XII sec
federico barbarossa cerca di riorganizzare l’impero e dare solidità alla carica
imperiale. Nasce il conflitto coi comuni italiani, quel che non accettano è la pretesa
dell’imperatore di prendere imposte fiscli su cui avevano badato loro per tanto
tempo. le città rifiutano (1154 incoronazione federico – si rende conto della
differenza con germania) un documento – federico vuole intervenire per vie legali e
approfitta della nascita delle università (bologna) e quella di giurisprudenza. Il primo
diritto studiato è quello di giustiniano, per dare un’idea completa del diritto romano.
Federico si presena in qualità di imperatore di roma, convoca i maestri della scuoa
bolognese e chiede in base a quello che dicono i miei predecessori, quali sono i miei
diritti? E i magistri gli fanno un documento (constitutio regalibus), lista dei diritti
della corona (legislativo, esecutivo, ecc.). L’imperatore fa presente ai comuni questi
diritti, ma i comuni rifiutano (alcuni), perché al contrario dei comuni piccoli
(minacciati da quelli grandi) i comuni maggiori sono ben felici di mettersi sotto il
controllo dell’imperatore. Il confronto si coclude con la sconfitta a legnano 1177 di
federico. Neanche i comuni della lega longobarda mettono in discussione l’autorità
imperiale, si mettono da parte quando federico torna in germania, lo fanno passare
nel regno dei savoia. L’imperatore avvia trattative prima col papa (pace di venezia)
poi con i comuni (pace di costanza). L’imperatore riconosce ‘esistenza dei comuni e
ne fa una componente dell’impero. Dall’altra parte c’è il riconoscimento dei comuni
come soggetti dell’impero. Il trattato è costruito nella forma di una concessione del
sovrano, è l’imperatore che concede una grazia ai suoi sudditi, ma una concessione
può essere ritirata se il suddito non si comporta in via conforme agli accordi. Il ceto
dirigente comunale ne esce rafforzato ma questo successo segna anche l’inizio d na
crisi irreversibile. Questa aristocrazia comunale comincia a dividersi all’interno. Con
la crescita del potere crescono le ambizioni delle famiglie. È la fase consolare del
comune, durante la quale al governo c’è un collegio di consoli, da 4 a 16 consoli, nel
tentativo di dare a tutti un riconoscimento per equilibrare la situazione. Degenera in
scontri fisici, è una situazione alla quale si pensa di porre rimedio delegando
l’autorità a un magistrato esterno: il podestà. Ha una determinata formazione
culturale giuridica e il suo mandato è annuale. Per meglio controllarlo la retribuzione
gli viene pagata metà all’inizio metà alla fine. L’idea di questa figura è che uno
straniero non è legato agli interessi locali, in realtà il podestà è costretto ad
appoggiarsi a una delle fazioni. Anche con il podestà il potere si concentra sul potere
di una piccola elite, quindi il populus (parte più dinamica economicamente) si sente
escluso dal potere e rivendica una partecipazione. Le vecchie aristocrazie si
chiudono e si rovesciano le vecchie oligarchie, stabilizzandosi i comuni del popolo. Il
popolo non ha competenza ella gestione politico-militare: si ripesca la figura del
capitano del popolo (aristocratici), sistema che funziona per decenni garantendo
stabilità a molte città di raggiungere l’apogeo. Quando inizia a soverchiarsi il potere,
il capitano si trasforma in signore, a quel punto tutta la struttura del comune rimane
ma il potere vero rimane nelle mani del signore. Il problema è che i signori hanno
trasformato il comune in potere amministrativo, il signore ha l’investitura
principesca (ruolo assegnato dall’imperatore). A fine 400 torna l’imperatore. Signori
diventano principi, poi duchi. Queste fasi producono forme tipiche di documenti e
cambiamenti nella struttura fisica degli archivi.

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