Le situazioni del mezzogiorno italiano sono diverse dalla zona centro-settentrionale,
che dal punto di vista della sovranità è rinchiusa dal sacro romano impero ma anhe dove il potere imperiale è esercitato in maniera frammentaria. Dopo l’età ottoniana che aveva visto imperatori controllare sia i territori a nord delle alpi che a sud. Le successive casate tendono a badare ai territori germanici. Dalla fine Xi a XII sec inizia una importante fase dell’impero germanico: espansione verso est, territori abitati dalle tribù baltiche e slave che erano stati originariamente territori germanici fino al v sec. 2 fenomeni: ri-germanizzazione di certe aree (prussia, abitata da popolazione baltiche o tribù slave, berlino è un insediamento slavo) al punto tale che la lingua baltiche dei proteni non rimane traccia nei dialetti attuali. In altri casi come reazione alla loro pressione, le realtà slave che fino al XI non hanno un’organizzazione che va al di la del clan, tendono a compattarsi e dare origine ai ducati (es. polonia, che nasce come feudo dell’impero di ottone il grande). Partono dall’intento di convertire i pagani slavi, l’unico che viene santificato è enrico II. Questo processo è ben documentato. Dal XII sec il sistema usato dai principi tedeschi per attirare coloni a queste terre è standard: coloro che si trasferiscono ricevono una serie di privilegi, contenuti in atti ufficiali. Il modello base delle carte è quello della carta di magdeburgo (fondazione di epoca ottoniana – città sede metro-politica, vescovo + arcivescovo, vicinanza tra potere pubblico ed ecclesiastico rappresentata in modo fisico – c’è anche una cattedrale. c’era la corte dell’imperatore vicino alla cattedrale, ottone la fa costruire per segnalare l’importanza di questa unione). Chi si trasferiva diventava uomo libero, ma soprattutto ricevevano una casa, lotti di terra in proprietà e una serie di diritti, ai danni delle popolazioni baltiche e slave. Si rimarca un carattere crociato dove le terre vengono assegnate ai buoni cristiani anziché ai pagani. È un movimento che trasforma anche i territori culturalmente. Questo orientamento verso est trae molti vantaggi per i signori tedeschi. Ottone III viene abbandonato nel momento in cui deve confrontare rivolte in italia, lui vuole rportare la sede a roma e i principi si rifiutano di mandare soccorsi. Gli succede enrico II, santificato anche per aver ripreso la politica più confacente all’impero germanico. A parte il ronfart (viaggio a roma per l’incoronazione) gli imperatori non si recano in Italia. Ciò va ad accentuarsi nel periodo della lotta per le investiture, che occupa 50 anni a cavallo tra XI -XII. Le investiture sono il diritto di investire di determinati poteri i vescovi (ne controllano elezione). Privilegium ottonis: papa dà all’imperatore il diritto di investire i vescovi di poteri pubblici e di porre il veto sull’elezione di un candidato sgradito. Quest’epoca le investiture sono locali, nel corso della lotta comincia ad affermarsi la convinzione che le elezioni debbano rientrare nella sfera dei poteri del vescovo di Roma, in quanto successore di Pietro. I papi quindi iniziano un processo che rivoluziona la struttura della chiesa. Si passa da una struttura come rete orizzontale a una di tipo piramidale, con vertice definito e sotto una gerarchia con differenti livelli di potere. Gli imperatori esercitano il potere elettivo ma il loro obiettivo è mantenere una chiesa che sia un credibile interlocutore per l’impero. Si basano sull’affidabilità del candidato. Vi sarà una serie di papi eletti dall’impero al fine di riformare la chiesa. Questo interventismo si esplica anche nell’elezione dei vescovi ma anche sedi chiave per l’impero. Ottone e successori si limitano a riconoscere l’esercizio di poteri pubblici e ad alcuni vescovi conferiscono altre cariche più importanti, vescovi che controllano la via del Brennero. La situazione culmina col concilio di sutri, dove enrico III viene chiamato come giudice – vengono eletti 3 papi – l’imperatore deve scegliere. Enrico III risolve la cosa parzialmente: nessuno dei 3 è stato eletto regolarmente, quindi nuova elezione. L’influenza degli imperatori non è del tutto negativa, proprio grazie a quella riforma che hanno incentivato, però dalla chiesa si inizia a contestare la presenza di laici nelle questioni ecclesiastiche. Nicoaismo – relazioni con donne Simonia – peccato di acquisto di cariche ecclesiastiche Serve a screditare certi vescovi che sono di parte filo-imperiale. I vescovi erano uomini che avevano avuto la loro carica grazie all’imperatore. La rottura avvinee alla fine dell’XI sec con lotta per le investiture. Papa Gregorio VII fa di queste posizioni la posizione ufficiale della chiesa (dictatus papae). Addirittura “non è il papa a sottostare all’impero, ma viceversa”. Da questo momento i vescovi e i loro documenti cominciano a definirsi non più successori di pietro ma sicari di cristo. Reazione di enrico iv che vedrà episodi gravi come scomuniche ecc. enrico v e papa pasquale II sembrano aver trovato un accordo (di sutri), ma è un compromesso troppo avanzato che viene bocciato dalle cariche ecclesiastiche. Si arriva al concordato di vorbes, nel regno di germania continuano le investiture laiche (imp. sceglie candidati) nel regno italico l’opposto. i papi controllano elezioni episcopali nel regno d’italia, per poi espandersi nel territorio occidentale. Il risultato di questa lotta è quello di indebolire la presa dell’autorità imperiale in italia. Quei vescovi ce avevano esercitato i poteri nel nome dell’impero vedono la loro autorità indebolita. Questo processo favorisce la nascita di un unoo tipo di associazione politica che condurrà a sviluppi importati: nasce il comune. Il comune italiano è qualcosa id diverso rispetto ad altre zone europee. Questi comuni si formano nel corso dell’Xi sec e con un diminuire del potere delle cariche sottostanti all’impero. La fase iniziale ci sfugge, perché nei documenti che ci sono pervenuti siamo già alla fine dell’XI sec, non abbiamo una fonte sull’inizio. Quello che si può dire è che in molti comuni un ruolo importante fu giocato dalle clientele episcopali: i vescovi avevano bisogno di delegati, quindi creano un circuito di funzionari con competenze giudiziarie. Si creano un seguito armato, si crea un ceto privilegiato a un passo dal potere con importanti forme di controllo. Quando il potere dell’episcopio si riduce i laici si fanno avanti e creano il comune. Nasce sotto l forma definita conioratio (patto comune), è un comiurato, associazione di tipo privato e lo rimarranno per tanto tempo (es. Genova). Il comune medievale non è mai stato un’istituzione democratica, ma oligarchico, esclude altri gruppi dal potere. Anche quando ci sarà il comune del popolo, verranno esclusi i magnates e nobiles. L’importanza del comune è quello di creare una forma di governo largo, si reggono sulla base di governi che sono il frutto di conversazioni. Vi è una degenerazione del comune con la nascita della signoria. In italia il riconosciment di un’autorità superiore sarà solo una formalità: l’imperatore non può intervenire all’interno della città libera. 2° metà XII sec federico barbarossa cerca di riorganizzare l’impero e dare solidità alla carica imperiale. Nasce il conflitto coi comuni italiani, quel che non accettano è la pretesa dell’imperatore di prendere imposte fiscli su cui avevano badato loro per tanto tempo. le città rifiutano (1154 incoronazione federico – si rende conto della differenza con germania) un documento – federico vuole intervenire per vie legali e approfitta della nascita delle università (bologna) e quella di giurisprudenza. Il primo diritto studiato è quello di giustiniano, per dare un’idea completa del diritto romano. Federico si presena in qualità di imperatore di roma, convoca i maestri della scuoa bolognese e chiede in base a quello che dicono i miei predecessori, quali sono i miei diritti? E i magistri gli fanno un documento (constitutio regalibus), lista dei diritti della corona (legislativo, esecutivo, ecc.). L’imperatore fa presente ai comuni questi diritti, ma i comuni rifiutano (alcuni), perché al contrario dei comuni piccoli (minacciati da quelli grandi) i comuni maggiori sono ben felici di mettersi sotto il controllo dell’imperatore. Il confronto si coclude con la sconfitta a legnano 1177 di federico. Neanche i comuni della lega longobarda mettono in discussione l’autorità imperiale, si mettono da parte quando federico torna in germania, lo fanno passare nel regno dei savoia. L’imperatore avvia trattative prima col papa (pace di venezia) poi con i comuni (pace di costanza). L’imperatore riconosce ‘esistenza dei comuni e ne fa una componente dell’impero. Dall’altra parte c’è il riconoscimento dei comuni come soggetti dell’impero. Il trattato è costruito nella forma di una concessione del sovrano, è l’imperatore che concede una grazia ai suoi sudditi, ma una concessione può essere ritirata se il suddito non si comporta in via conforme agli accordi. Il ceto dirigente comunale ne esce rafforzato ma questo successo segna anche l’inizio d na crisi irreversibile. Questa aristocrazia comunale comincia a dividersi all’interno. Con la crescita del potere crescono le ambizioni delle famiglie. È la fase consolare del comune, durante la quale al governo c’è un collegio di consoli, da 4 a 16 consoli, nel tentativo di dare a tutti un riconoscimento per equilibrare la situazione. Degenera in scontri fisici, è una situazione alla quale si pensa di porre rimedio delegando l’autorità a un magistrato esterno: il podestà. Ha una determinata formazione culturale giuridica e il suo mandato è annuale. Per meglio controllarlo la retribuzione gli viene pagata metà all’inizio metà alla fine. L’idea di questa figura è che uno straniero non è legato agli interessi locali, in realtà il podestà è costretto ad appoggiarsi a una delle fazioni. Anche con il podestà il potere si concentra sul potere di una piccola elite, quindi il populus (parte più dinamica economicamente) si sente escluso dal potere e rivendica una partecipazione. Le vecchie aristocrazie si chiudono e si rovesciano le vecchie oligarchie, stabilizzandosi i comuni del popolo. Il popolo non ha competenza ella gestione politico-militare: si ripesca la figura del capitano del popolo (aristocratici), sistema che funziona per decenni garantendo stabilità a molte città di raggiungere l’apogeo. Quando inizia a soverchiarsi il potere, il capitano si trasforma in signore, a quel punto tutta la struttura del comune rimane ma il potere vero rimane nelle mani del signore. Il problema è che i signori hanno trasformato il comune in potere amministrativo, il signore ha l’investitura principesca (ruolo assegnato dall’imperatore). A fine 400 torna l’imperatore. Signori diventano principi, poi duchi. Queste fasi producono forme tipiche di documenti e cambiamenti nella struttura fisica degli archivi.