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Educazione in Jung
Riprendendo il discorso sulla psiche infantile e sull’importanza del legame familiare, Jung ha dato,
nel corso della sua attività, un grande contributo alla storia dell’educazione riconoscendo nel
dialogo fra genitori e figli il pilastro della scienza pedagogica.
Jung, a differenza di Freud, propose una soluzione all’atteggiamento pulsionale che domina l’essere
umano: tale soluzione è, appunto, il dialogo fra genitori e figli.
Fra i suoi scritti meno noti troviamo Psychologie und Erziehung dove affrontò il tema
dell’educazione dal punto di vista della psicologia del profondo.
Per Jung un buon educatore dovrebbe arricchire la sua conoscenza non solo delle malattie fisiche
del bambino, ma anche dei suoi eventuali disturbi psichici.
Inoltre, egli fu contrario al progetto di separare i fanciulli particolarmente dotati dai compagni, tutto
questo risulterebbe dannoso per lo sviluppo del senso morale del bambino di talento il quale deve
imparare che, nel mondo, esistono non solo persone intelligenti, ma anche individui la cui capacità
di comprendere è minore della propria. Non si deve dunque isolare il fanciullo di talento dai
normodotati, altrimenti questo diventerà una sorta di freddo calcolatore, un mostro al servizio del
proprio esclusivo interesse.
Jung ha superato le categorie psicoanalitiche per addentrarsi nella complessità dell’universo
infantile. Suo obiettivo in Psicologia e educazione è indagare come si possa migliorare l’educazione
delle nuove generazioni che rappresentavano il futuro di un’Europa che si trovava in mezzo alla
guerra.
Il valore del pensiero di Jung sta nell’aver indicato il dialogo come principio di un’educazione
libera, un bagaglio indispensabile per l’uomo di domani che non si lascerà sottomettere così dai
poteri dittatoriali sperando di ritrovare nel despota di turno e nell’apparato burocratico una finzione
dell’atmosfera familiare.
Jung crede in una “democrazia educativa” fondata sul dialogo, Freud ritiene che solo con la
minaccia e l’esercizio della forza una società possa mantenersi in equilibrio.
Il dialogo è stato fin dall'inizio della filosofia uno strumento prezioso della riflessione.
Jung – Storia della pedagogia – Arianna Lamoglie
L’educazione al dialogo coinvolge tutti gli stimoli che ci provengono dal mondo esterno, dalle cure
familiari ai contatti con il mondo della scuola. Le parole sono importanti, quindi vanno usate con
cura e parsimonia.
In conclusione, su Carl Gustav Jung è importante evidenziare come egli abbia dedicato molto della
sua vita ad aiutare i suoi tanti pazienti, facendo emergere così la sua bravura e la sua propensione
per la psicanalisi.
Fondamentale fu per Jung la sua consapevolezza che l’inconscio non fosse fatto soltanto dalle
pulsioni sessuali. Grazie a questo è nota l’importanza del suo metodo interpretativo che non aiuta
soltanto il singolo, ma fornisce un’interpretazione comune dei problemi di tutta la collettività.
Bibliografia e sitografia