Sei sulla pagina 1di 13

PREFAZIONE

Caro lettore, questo libro che hai in tuo potere, scritto per il Venerabile Maestro LAKHSMI, è un'opera
grandiosa, poiché viene a svelare principi e fondamenti dalla Dottrina Cristiana.  Considero di vitale
importanza sottolineare alcuni punti basilari, a sapere:  Primo che tutto, la proprietà che ha l'autore per
plasmare fatti antichissimi, scene e passaggi del dramma cosmico; ed è di ammirare la fluidità,
chiarezza e sicurezza con che si stacca quella saggezza dal suo verbo.  Il "Vangelo di Giuda" fa enfasi
nel risveglio della coscienza per conoscere la sagacità con che l'ego c'avvolge.  Questo nuovo
messaggio del V.M. LAKHSMI arriva all'umanità indicando l'urgenza della morte psicologica, dando
modelli per smascherare al nemico nascosto.  In questo messaggio vediamo come si riferisce
l'insegnamento che desse il Cristo con l'insegnamento che desse il V.M. SAMAEL Nonostante WEOR e,
per logico, l'insegnamento di questo Maestro come fedele interprete e fedele discepolo del Cristo e
dell'Avatara di Acquario.  Mi permetta Dio e voi fare un pubblico riconoscimento del lavoro che egli sta
realizzando  V.M. LAKHSMI nell'ambito di Comunità, a livello Nazionale ed Internazionale, nel suo
affanno di vedere al Paese di Dio scalando verso la conquista dell'Essere; perché come diventò
presente dall'alba come anche Uno dei Tre Principi che diedero origine alla Creazione, sarà presente
nel tramonto di questa razza, lottando per riscattare quelle anime che chiedono e hanno sete di Dio.
Ana Judith Gasca

PRESENTAZIONE
Oggi, 14 Maggio di 1995, ci disporsi a scrivere questo libro col proposito di aiutare al Paese Gnostico
nella difficile strada che dobbiamo percorrere.  Presentiamo questo nuovo libro per tutti gli inquieti
investigatori, uomini e donne che si vogliono in realtà partirsi dalla mente, della psiche, tutte le radici che
rimangano loro dei sistemi che fino ad oggi ci sono venuti trascinando per una strada scabrosa nel quale
abbiamo lasciato una coscienza che avevamo come eredità di un’Età di Oro che avemmo nella nostra
attuale razza e che, al passo degli anni, dei secoli, fummo perdendo una battaglia contro le forze
tenebrose che si impadronirono della mente umana e portarono all'uomo a formare sistemi di vita
condizionati per forze sconosciute; riuscendo così ad affrontare l'uomo con l'uomo, facendogli perdere
l'amore e la coscienza; trasformandolo in uno strumento apprendista di ogni tipo di malvagità;
infrangendo la Legge del Creatore e portandolo per dogmatismi e credenze a commettere ogni tipo di
aberrazioni e peccati con la credenza che dopo la morte riuscirà la gloria.  Questo libro che hai nelle tue
mani, ti indica e si abitua a morire nei tuoi difetti ed in te stesso affinché riesca la tua Redenzione.

L'AUTORE

CAPITOLO I
Stando Gesù riunito coi suoi Discepoli, gli domandò Santiago: "Maestro, che cosa dobbiamo fare per
comprendere meglio il suo Messaggio?".  Il Maestro disse: "Attorno al Sole, ci sono molti Pianeti ed
ognuno di loro occupa il suo posto e la sua distanza tra loro ed il Sole e tra gli altri Pianeti; così voi
dovrete occupare il vostro posto e distanza attorno al Sole, curando non stare né troppo recinto, né
troppo lontano. E tra voi, i miei discepoli, questo deve essere in equilibrio, permettendo così, come i
Pianeti che ognuno riceva unicamente la Luce che necessiti per la sua sopravvivenza; c'essendo
concordanza nella Luce che viene dal Sole e la Luce che viene del Padre.”.  In questo momento
interrompe Giuda e gli dice: "Maestro, sappiamo che lei è l'Inviato del Padre, ma a noi Chi ci ha
inviato?".  Risponde il Maestro": Mio Padre mi ha inviato per insegnarvi; mio Padre vi ha inviati affinché
mi ascoltino.”.  "La Parabola di chi dà e di chi riceve, è simile ad un seme che cade nella terra, nasce,
cresce e fruttifica ed il suo frutto gli è dato a chi seminò il seme; come Io faccio la Volontà da mio
Padre, anche voi dovrete fare la Volontà da mio Padre, perché con voi siamo Uno."  Dice Giuda:
"Intenditore, Maestro, ma,... se io faccio quello che lei mi insegna, lo è già tutto?".  Risponde il Maestro:
"Quello che Io ti insegno è affinché tu il vive e così possa arrivare come Io sono arrivato, a fare la
Volontà da mio Padre."  Giuda, mostrando un po' di impazienza, ritorna e replica: Sto facendo "io quello
che lei mi insegna, indica questo che sono già Uno con Usted?".  Risponde il Maestro: "Noi siamo
Uno, come mio Padre è Uno con me, ma tu non puoi fare ancora quello che Io faccio, perché il Sole
illumina a tutti i suoi Pianeti, ma i Pianeti, nemmeno tutti riuniti, potrebbero dare né una decima parte di
Luce verso il Sole; per quel motivo è necessario che voi vi trasformiate nel vostro proprio Sole, nella
vostra propria Luce, e così alumbrán -  dose ed illuminando ad altri, gli corrisponderemmo con la nostra
Opera a mio Padre che mi ha inviato."  "Perché, sappiano voi che le tenebre non sono più che parti che
non sono integrate né con la Volontà, né con la Luce di chi mi inviò. Le tenebre stanno in chi ha parte
con esse, per quel motivo bisogna dare alla terra quello che è della terra; alle acque quello che è delle
acque; all'aria quello che è dell'aria; al fuoco quello che è del fuoco ed alla Luce quello che è della
Luce."  "Così, voi comprenderete che neanche  estas carni che abbiamo, queste ossa che abbiamo,
questo sangue che abbiamo, questa mente che abbiamo, c'appartengono; c'appartiene solo, per
eredità di mio Padre, la Luce che vi do con la mia Parola. Per quel motivo ho detto "Che la terra ed i cieli
passeranno, più la mia Parola non passerà"."  "Perché la Parola me l'ha data mio Padre affinché Ella
porti la Luce che vi manca e possano essere Uno con me, ed Io sarò Uno con mio Padre."  10  Capitolo
II  Continuando, il Maestro dice al suo Discípulos: "Che cosa credono voi che dobbiamo fare
affinché il mondo ci comprenda?".  Ognuno di essi emise il suo criterio.  Giuda replicò: "Io credo che a
poco a poco il mondo capirà quale il nostro proposito" è.  Il Maestro, disse: "Giuda, l'hai detto tu, ma
dimmi quale è il nostro proposito?".  Giuda stette in silenzio.  Il Maestro tornò ad interrogare: "Judas
Iscariote, quale è il nostro proposito?".  Giuda, alzando lo sguardo, gli disse: "Sig., penso che il
nostro proposito è insegnare alla gente a fare la Volontà di chi gli inviò."  Il Maestro, guardando i
soggiorni che c'era intorno a suo, disse: "Un gregge di pecore non ubbidiscono il suo padrone perché
siano di lui, perché egli li ha pagate col suo denarios; obbediscono al suo pastore perché egli si fa
amico di esse, bada ad esse, dà loro alimento e li difende del lupo."  "Così voi dovrete avere il vostro
gregge, badare a lui, difenderlo dei lupi, più comprendédme, Giuda, quello gregge non vi
appartiene, non l'avete comprato, perché egli appartiene a chi mi inviò."  "A quello gregge dovete
alimentarlo. Il giorno che vi proporsi dare alimento alle vostre pecore, non portiate nella vostra mano la
frusta, portate alimento, così questo gregge capirà che vi preoccupate di alimentarlo; ma quando
sappiate che vicino a vuestro gregge cammina il lupo, salid e portate nella vostra mano la frusta
per spaventarlo delle pecore; e portate spada affinché vi difendiate, se fosse attaccato."  Replica Giuda,
e dice: Ho compreso, ma tutto il mondo non sta in questo gregge."  Risponde il Maestro, e dice: "In una
selva nascono molti alberi dalla stessa specie, alcuni crescono troppo ed emergono degli altri;
scarsamente altri nascono, ma metta tutti compongono una selva."  "Così voi dovrete comprendere che
bisogna crescere sugli altri in Spirito senza che con questo stiamo separando quelli di minore crescita;
fa solo la Volontà da mio Padre quello che è cresciuto e non si lascia dare ombra degli altri."  Dice
Giuda: "Intenditore, ma, come so se sono cresciuto la cosa necessaria per già fare la Volontà da mio
Padre?".  Replica il Maestro: "La Luce si identifica per cancellare le ombre. Le ombre si identificano
opacizzando la Luce."  "Così voi comprenderete che la Verità è mio Padre. Quando l'abbiate trovata,
Ella non vi lascerà ombre né nelle vostre menti, né nei vostri cuori, pertanto, comprenderete che Io Sono
La Luce."  "Quello che stia con me e mi abbia, non sarà ad oscure e così avrà compreso che, nella
selva, è l'albero che non riceve ombra degli altri."  "Ricordino che il vento soffia e muove i rami e le foglie
dell'albero e stacca solo quelle che siano mature o asciughi; così quell'albero rimane sereno."  "Così voi
comprenderete che il vento deve portarsi di voi tutta la cosa inutile, quello che non serve, affinché siate
purificati di tutte le immondizie che raccogliete della terra."  16  Capitolo III  Estando il Maestro coi suoi
Discepoli fermi di fronte al lago NAGAFEC, disse: "I pesci nuotano con somma perfezione, ma non
possono volare, né neanche camminare."  Si avvicina Giuda e gli dice: "Che cosa vuoi dire con
questo?".  Il Maestro risponde: I miei "figli, l'uomo è il Re, pertanto, dovete imparare a camminare."
Giuda gli dice: "Ma" noi sappiamo camminare.  Risponde il Maestro: "Voi camminate perché Io vi ho
insegnato, perché Io Sono La Strada, nessuno arriva al Padre bensì per Me."  "Anche voi dovrete
imparare a nuotare come i pesci."  Giuda dice: "È molto difficile farlo."  Il Maestro ritorna ed osserva il
lago e dice: "Il lago è tranquillo, lo spruzza solo il vento quando soffia; la vita è un lago che deve perma
-  necer tranquillo; se lo spruzza il vento rischia il nuotatore. Per quel motivo è che tu vedi molto difficile
da nuotare come i pesci; benché il lago si spruzzi per il vento, il pesce, nel suo interno, è tranquillo."  In
quello momento il Maestro guardava alle arie e vedeva agli uccelli volare e disse: "Con che
perfección vola gli uccelli!, voi dovrete così anche imparare a volare come esse."  Giuda
l'interpella e dice: "Lei sta parlandoci di cose che per noi sono demasiado difficili."  Il Maestro gli
dice: "Giuda, tu imparerai queste cose affinché quando Io vada da mio Padre tu i faggi fatto ed
insegnali a chi credano in Me."  "Ti dico che l'uomo deve volare come gli uccelli, perché l'uomo è Spirito
ed il regno dello Spirito non sta nella terra."  "Tutto quello che vi dico oggi, voi non mi capiscono, perché
voi avete creduto in Io e queste cose li faccio Io per voi, ma quando Io vada da mio Padre, mio Padre
illuminerà il vostro intendimento affinché voi facciate per l'Umanità quello che Io ho fatto per voi, e così
si realizzeranno le Scritture e la Parola di "Chi stia con me ed ascolti la mia Parola, starà anche con
Quello che mi inviò e riceverà la sua Luce"."  "Pertanto, vi dico, il mio hermanos, che la morte
quando arriva stacca l'Anima della materia e l'Anima non pensa così più alla materia, perché per lei non
esiste oramai; pensa a Quello che l'inviò, spera in Quello, si fida di Quello.  "Pertanto, voi che avete
creduto in Me ed ascoltate la mia Parola, dovete spogliarvi di quello che non vi corrisponde affinché in
Spirito vi alziate al seno di mio Padre."  Replica Giuda: "Di quello che abbiamo qui, che cosa non ci
corrisponde?".  Risponde il Maestro: Vi ho detto "già che né le vostre ossa, né le vostre carni, né i vostri
genitori, né i vostri figli, né quello che avete imparato dei vostri antenati vi serve, né voi
corresponde."  "Solo la Parola che ha aperto le porte del vostro Spirito e vi ha portato a bere della
fonte della Saggezza, sarà quella che vi conduca per la cosa ignorata; quello che non conosce la vostra
mente, né vostro io, perché essi non potranno arrivare dove voi, come Spirito, devono arrivare."  22
Capitolo IV  Estando il Maestro coi suoi Discepoli in casa di Martora, dice loro: Vi insegno "a vivere
come l'aria, come la terra, come le acque e come il fuoco."  Si avvicina Giuda e gli dice: "Maestro, non
sarà conveniente che queste cose si facciano in un altro posto?".  Il Maestro gli dice: "Giuda, noi siamo
Uno Soli, oggi facciamo qui queste cose, più tardi tu li farai in un posto segreto affinché non si profanino,
perché.... che cosa tiriamo fuori con dargli di mangiare un maiale in un alfaro nuovo?; sporca il cibo e
sporca l'alfaro."  "Per voi la Parola è alimento, pertanto, vi dico: "Imparate di Me affinché insegniate
testuale come vi insegno"."  Si diresse a tutti e disse: "Voi véis la terra quieta, ma ella gira attorno alla
Vita che è il Sole."  "Noi siamo qui quieti come la terra, ma spiritualmente non siamo quieti; stiamo
girando attorno alla Vita, pertanto, in questi momenti siamo la Terra che dà alimento alla Vita che è lo
Spirito."  Si trattenne un momento e disse: "Tutti nosotros, in questo momento, siamo l'Aria,
perché ci spogliamo di una materia che è terra e voliamo per le arie con la libertà dello Spirito....."  Stette
in silenzio e disse: "Noi tutti, in questo momento, siamo l'Acqua, perché ci siamo trasformati nella fonte
eterna dello Spirito; di lei beviamo per nutrire il corpo e calmare la sete dell'Anima....".  Stette in silenzio
e disse: "Tutti noi, in questo momento, siamo un Fuoco abrasador, perché ci siamo trasformati nel
Fuoco dello Spirito che ci divora a tutti, ci pulisce e ci purifica."  "Così, cari fratelli, i nostri corpi ed il
nostro Spirito si integrano per prepararci verso la Resurrezione."  Gli dice Giuda: Maestro, noi sappiamo
che tutto quello che lei fa è affinché anche noi lo facciamo, ma.... quando possiamo farlo?".  Il Maestro
gli dice: "Tutti voi siete Uno con io e queste cose potete fare, ma oggi non li fate perché Io sto con voi."
"Quando Io vada da mio Padre, vostro Padre ve verrà e sarete come Me e farete tutte questi cose e
molte più."  Risponde Pedro e gli dice: "Maestro, resuscita lei morti, curato lebbrosi, tira fuori demoni
dagli ossessi, perché non c'insegna a farlo?".  Il Maestro risponde: "Il Discepolo non è più che il suo
Maestro, ma è giusto che impari quello che gli è insegnato."  "Una medicina non è più che la malattia,
ma, per la grazia di Dio, cura."  "Voi eravate morti che Io resuscitai; eravate lebbrosi che Io guarii;
eravate posseduti di demonios che Io vi tirai fuori; eravate ciechi ed Io vi misi a vedere; eravate
sordi ed Io vi diedi uditi; eravate ad oscure ed Io vi ho dato la Luce."  Dice Giuda: "Maestro, e come
facciamo affinché il mondo ci creda quello che noi abbiamo vissuto, quello che noi abbiamo visto, come
testimonio?".  Dice il Maestro: "Due fichi nascono nell'orto, una di esse non dà frutti, l'altra dà
molti frutti; a quale delle due si avvicina quello che ha fame?".  "Così voi dovete fare, dare buoni frutti
affinché quello che ha fame arrivi dove voi ad alimentarsi dei vostri frutti."  Dice Giuda: "Maestro,
intenditore, ma ho dubbi di me stesso, penso che il giorno che sia solo, lontano dalla sua presenza, "non
possa farlo."  Risponde il Maestro: "Prima che Io mi ritiri, tu devi essere morto."  Risponde Giuda,
dicendo: "Ma per la sua Grazia io ho resuscitato di tra i morti."  E dice il Maestro: "Sì, così è, ma devi
morire nuovamente, e ferma questo è necessario che tu ti dedichi ad eliminare le tue ombre; ad
eliminare quello che sei stato; ad eliminare quello che altri hanno pensato di te e tu hai creduto; ad
eliminare i tuoi pensieri che sono quelli che ti allontanano dalla capacità che hai già per la mia Grazia."
30  Capitolo V  Estando il Maestro riunito coi Discípulos, disse loro: "Chi di voi mi dice quello che
dobbiamo fare nel giorno di domani?".  Alcuni pensarono: "Nel giorno di domani estaremos nel
Tempio"; altri: "Nel giorno di domani staremo in digiuno."  Disse il Maestro: "Il Figlio dell'Uomo è come
il Sole, al che ha freddo gli dà caldo; è come le nuvole, dove fa mancanza pioggia, porta l'acqua; è
come la madre amorosa, quando il figlio ha hambre, l'alimenta."  "Perciò, il giorno di domani
staremo dando di mangiare all'affamato, dando di bere all'assetato, dando caldo a chi ha freddo,
affinché si realizzi la Parola: "Che tutto quello che è basso il Sole, è stato creato per il Sig. e solo Quello
proteggerà le sue creature e figli"."  "Per quel motivo vi dico che se non avete un'offerta per Dio, vegliate
primo che se qualcuno ha avuto fame e non gli deste di mangiare; ha avuto sete e non gli deste di bere;
ha avuto freddo e non gli deste cappotto. Quell'offerta che porti, non la presenti ancora ancora, perché
sarebbe inutile dare a Dio un'offerta che l'abbiamo negata a nostro fratello."  Replica Giuda e gli dice:
"Maestro, ma la Legge di Moisés c'insegna ad amare a Dio su tutte le cose e lei c'ordina di servire in
primo luogo l'uomo."  Ed il Maestro rispose: "Che Padre giusto e sensato si siederebbe a tavola a
mangiare, se i suoi figli hanno fame."  "Egualmente è il Padre: questo ci fa entender la
trascendenza che ha per noi la Vita che portiamo, come la viviamo, come noi comportamos."
Capitolo Vidi  Salió il Maestro al campo col suo Discípulos e durante il tragitto gli uscivano molte
persone a consultarlo, altri gli seguivano.  Quando arrivarono alla cima del Monte EHOS, il Maestro si
trattenne e guardò la moltitudine e disse ai suoi Discepoli: Queste genti cercano curare i suoi "mali."
Comandò che Lei sedesse ed incominciò a parlarloro.....  Passarono le ore e Pedro gli fu avvicinato e gli
disse: "Maestro, queste genti cercano essere guarite e è già tardi e sono molti."  Il Maestro stette in
silenzio e continuò hablándoles......  Pedro si avvicinò a Giuda e gli disse: "Il Maestro disse
che queste persone dovevano essere curadas, è tardi e sono molte."  Giuda si avvicinò al Maestro
e gli disse: "Maestro, si fa tardi ed i malati sono molti."  Il Maestro lo guardò e gli disse: "Giuda,
quando tú  hai fame, ricerche pane per alimentarti; quando hai sete, ricerche l'acqua per calmare la tua
sete."  "Così la Parola del Figlio dell'Uomo è il Pane che calma la fame, è la fonte per calmare la sete."
Replica Giuda e dice: "Maestro, quell'io lo capisco, ma essi hanno malattie, molte di esse immonde."
Replica il Maestro: "Chi mangia del Pane e beve l'Acqua della Vita Eterna, non tornerà mai ad avere
fame né sete ed i suoi mali spariranno da lui, perché ha nel suo interno la Grazia che la Parola gli ha
lasciato...."  "Chi ha una coltivazione di grano, primo ritira le sterpaglie, posteriormente, gli mette
irrigazione, non sia che con l'irrigazione si alimentino anche le sterpaglie."  "Così il Figlio dell'Uomo,
primo ritira le sterpaglie del Paese e, posteriormente, gli fa prendere della Fonte di Vita che lo curerà
tutti i mali."  Dice Giuda: "Maestro, lo capisco, ma si fece tardi, è necessario ritornare perché la notte ci
fa difficile la strada."  Il Maestro risponde: "La notte si è fatta per il riposo, ma il Figlio dell'Uomo, nelle
notti, protegge il suo Paese."  "Cosicché voi, i miei Discepoli, starete con me in candela affinché questi
ragazzetti possano riposare in pace."  Dice Giuda: "Maestro, tutti stiamo lontano dai posti di riposo,
stiamo nel campo."  Il Maestro risponde: Mio "figlio, la cosa unica che necessiti per riposare bene è
stare in Pace....".  "Perché,.... che cosa tiri fuori con stare nel posto del tuo riposo, se non hai Pace?, qui
stiamo in Pace, pertanto, la cosa unica che necessitiamo è riposare."  Si avvicina Giuda agli altri
Discepoli e dice loro: "Il Maestro ha ordinato che riposare-mos qui questa notte e non ritornare ai nostri
posti."  I Discepoli tutti pensarono che era necessario parlare col Maestro e ritornare ai posti di destino.
Si avvicinarono al Maestro e gli dissero: "Maestro, stiamo nel campo, fa freddo e siamo molta
gente."  Il Maestro dice loro: I miei "figli, se voi state con me, dovete stare coi miei Fratelli, (segnalando
alla moltitudine."  "A voi vi è facile ritornare al vostro destino, conoscete la Strada ed Io vi ho insegnato
ad essere ad oscure, ma a questi piccolini, no.".  "Il freddo che fa qui, ci fa solo sentire le carni; la fame
che fa qui, ci fa solo sentire una necessità; ma la Parola c'unisce col Padre."  "Così si realizzerà la
Parola che dice: "Chi ha la Parola, niente gli è necessario perché in Lei è contenuto l'alimento e la
medicina"."  "I miei figli, quando il corpo poggia in pace, l'Anima ci riconforta ed in questo momento, la
mia Anima è la sua Anima."  Capitolo VII  Yendo Jesús coi suoi Discepoli verso Cafarnaum, disse loro: I
miei "figli, questa strada ci porterà ad un posto molto distante di qui."  Si avvicina Pedro e gli dice:
"Maestro, quale è la finalità di questo viaggio?".  Il Maestro gli risponde: "Pedro, andremo a predicare la
parola ai nostri fratelli che, come voi, anelano conoscermi e conoscere a chi mi inviò."  Si avvicina Pedro
e gli dice: "Maestro, è che in Cafarnaum sta chi gli inviò?".  Risponde il Maestro e dice: "Chi mi inviò
sta qui con voi. QUELLA È LA VERITÀ. Io vi dico, fratelli, che la Verità e la Parola sono la stessa cosa,
ma è più facile conoscere la Parola che conoscere la Verità. La Parola si sente e parte di lei si capisce,
più la Verità non può sentirsi, né può vedersi perché è la Luce che illumina il nostro Spirito; in lei sta la
Verità. Io vi insegno la Parola, più mio Padre insegnerà loro a conoscere la Luce, perché Quella È La
Verità."  Dice Giuda: "Maestro, tutti noi l'accompagniamo dove predica ed egli aprendemos i suoi
insegnamenti, ma, non sarebbe migliore che le genti noi venissero e non noi andare dalle genti?".
Risponde Gesù: "Gli uccelli rapaci e le volpi dormono nelle sue grotte e tane ed escono solo di lì
quando hanno fame, a cercare che cosa mangiare. Così è l'uomo. Esce al campo e le città a cercare il
pane per saziare la sua fame, perché il suo corpo ha bisogno di lui, ma non cerca il Figlio dell'Uomo che
gli farà mangiare il Pane della Saggezza."  "Gli uomini hanno fame di quello che il mondo offre, ma voi
avete fame di quello che mio Padre vi dà: Saggezza ed Amore; pertanto, dobbiamo andare dove essi a
darloro del vostro alimento; così essi, più avanti, verranno a cercare l'alimento che mio
Padre vi dà."  Dice Giuda: "Maestro, sono vicino città più dove possiamo andare a predicare la Parola."
Il Maestro gli risponde: "Giuda, mio figlio, con un denario potete comprare cento pani; un pane fornisce
uno di voi, cento pani forniscono a cento di voi. Così, dunque, dobbiamo cercare dove possano fornirsi
più anime che necesiten della mia Parola, perché esse, ognuna, metterà un denario, e cento
saranno cento denarios che alimentarán la necessità di cento più, e così la mia Parola sarà sentita
per cento che mi ascoltano e cento che non mi ascoltano; realizzandosi così la Scrittura che dice: "Due
donne stanno macinando, uno sarà tomada ed un'altra sarà lasciata"."  Gli dice Giuda; "Maestro,
tutto quello che ascolti la sua Parola, sarà redento?".  Replica il Maestro: La "mia Parola è Vita, quello
che l'ascolti e la fa, sarà Uno con me; quello che l'ascolti e non la fa, sarà come quello che intraprende
una strada per il deserta e come al momento di uscire non ha sete, non porta acqua per bere durante il
tragitto; dove gli dia sete, si sentirà morire e neanche avrà forze per ritornare al punto di partenza; per
quel motivo vi dico, i miei figli, che dovrete bere tutti i giorni della fonte della gioventù e della saggezza
affinché mai, benché camminiate per il deserto, torniate ad avere sete."  La Parola  46  CAPITULO VIII
Estando Gesù riunito con una moltitudine, tra la quale stavano i suoi Discepoli, Quello predicava il suo
Messaggio e diceva che il Figlio dell'Uomo era simile all'aria che smetteva solo di attivare la vita in una
persona quando le sue funzioni vitali cessavano in quell'organismo che così era la sua Missione.  Si
avvicinò Giuda e gli disse: "Maestro, sappiamo che molti di questi c'attaccano e l'attaccano; ci
respingono e respingono la sua Dottrina."  Il Maestro gli disse: "Giuda, comprende che così è, ma il mio
regno non è di qui; invece queste genti sono di qui."  "Ti dico che non pensi così affinché non sia come
essi che sono di qui."  "La Parola si sente per un istante e desaparece; quando le genti
l'interpretano, non ci sono in essi di quella parola bensì un ricordo di quello che ascoltarono."  "È
possibile che alcuni dìano la ragione alla Parola, altri lo tolgano la ragione, ma, davanti a mio Padre, né
gli alcuni, né gli altri hanno la ragione, perché l'eco della Parola che hanno ascoltato è andata via già e
non rimane in essi altro che un ricordo di quello che hanno sentito."  "Pertanto, vi dico, i miei figli, che
stiate attenti, con occhio guardingo affinché, quando ascoltiate la Parola che viene da Me, abbiate le
porte del vostro intendimento aperte e non mi respingiate come questi altri; non vada e sia che quando
vogliate ascoltare la Parola mi sia ritirato già a mio Padre ed allora voi, come questi, avrete solo un
ricordo di quello che ascoltaste; tuttavia, la mia Parola continuerà ad essere come la fonte di acque
cristalline nel che "Chi bevesse, calmerà la sua sete"."  Conserva taccio il Maestro.  Interpella Giuda e
gli dice: "Maestro, se quello è così, quando lei si ritiri, chi avrà la Parola che viene di suo Padre?".
Risponde il Maestro: "IO SONO LA PAROLA. Quello che incarni la Parola mi ha; ma non dimenticare,
Judas Iscariote, che verranno molti nel mio nome dicendo che hanno la Parola. Questi saranno
impostori perché la Parola che viene di mio Padre, solo Io la dico; perciò, tutto che dica avere la Parola
e non mi abbia, è come quello che si lava con l'acqua che molti si sono lavati; non è pura, è piena di
residui, pertanto, non pulisce, magari sporca più."  "Così, i miei fratelli, voi dovrete curare la Parola come
mi curate, perché in Me come nella Parola, sta la Saggezza che viene di mio Padre."  Gli dice Giuda:
"Maestro, la Legge di Moisés dice - non giurare in vano, né a nome di Dio, né della terra, né dei cieli -,
vuole dire che chi faccia questo a Te si è unito già?".  Gli risponde il Maestro: I miei "figli, ad un
prigioniero gli legano grilli nei piedi e nelle mani affinché non possa fare movimenti liberi, né camminare;
così pure succede a chiunque dentro abbia Satana. Non potrà mai fare la Volontà da mio Padre, perché
Il glielo ostacola."  "Se non può fare la Volontà di chi mi inviò, neanche potrà avere la Verità che Io Sono
e la sua Parola parlerà solo di quello che ha nel suo cuore."  Dice Giuda: "Compreso Maestro, se quello
è così lo capiamo noi e lo facciamo, ma questa moltitudine né lo capisce né è disposta a farlo, allora per
che motivo li abbiamo qui?".  Dice il Maestro: "Dio fece i cieli e la terra, Egli mi ha inviato. Fece le acque
per calmare la sete, fece la terra affinché su lei camminassimo e desse frutti per alimentarci; fece l'aria
per respirare e vivere; fece il sole affinché ci desse luce e caldo; creó greggi di pecore; fece gli uccelli
del campo, creó le fiere dei boschi, gli uccelli rapaci; tutti essi mangiano del frutto della terra, hanno
bisogno della luce e del caldo; prendono l'acqua per calmare la sete; respirano l'aria per vivere."  "Così
è l'uomo, tuttavia, tra sé si perseguono gli alcuni agli altri."  "Io venni al mondo per dare di mangiare
all'affamato col pane della Saggezza, per dare di bere all'assetato delle acque pure; per mostrarle
la luce e dare caldo al nudo ed affinché respiri l'alito perché Sono La Vita."  Dice Giuda: "Maestro, lei ci
parla di tutte questi cose, ma contemporaneamente, ogni giorno, ci ripete che qualche giorno si ritirerà
della terra. Ma se lei è La Verità, La Strada E La Vita, dopo essere andato via, che Verità ci lascia?; che
Strada ci lascia se non esiste?; che Vita ci lascia se lei si ritira?".  Risponde il Maestro e dice: "Giuda, il
mio cuore si commuove ascoltando le tue parole. Per le tue domande comprendo che sei ragazzetto;
ma ti dico, dopo che Io mi vada, su voi arriverà in realtà lo Spirito che vi corrisponde ad ognuno ed Il vi
insegnerà e vi farà vivere tutto quanto vi insegnai, e così si realizzeranno le Scritture che dicono "Che
dobbiamo rimanere vigili perché lo Spirito di Dio in qualunque momento arriva, dobbiamo solo essere
preparati"."  54  Capitolo IX  Estando Jesús in casa di Martora coi suoi Discepoli, arriva María
Magdalena e gli dice: "Mia cugina dà a luce, gli ordina di chiamare."  Il Maestro si alza ed esce; egli
riguardo Giuda e gli dice: "Maestro, sarà di tanta necessità il sua andata?, .... e l'insegnamento che sta
dandoci quando ce la dà?".  Risponde il Maestro: "Giuda, la Vita e la Morte sono una stessa cosa; si
differenziano solo in che chi ha Vita eterna, non muore mai e chi non l'ha, va via e "non ritorna."  Dice
Giuda: "Maestro, e che cosa deve vedere questo col parto di Sara?".  Il Maestro dice: "Giuda, il parto è
una cosa, ma la Vita che nasce è un'altra."  "Io Sono La Vita e sto dove sta la Vita; Io Sono La Parola e
voi dovrete stare dove stia la Parola."  "L'insegnamento che vi do qui, in casa di Martora, è lo stesso che
vi do in casa di Sara. Perché oggi voi state con me, morrete e tornerete a nascere e se continuate con
me, vi do lo stesso insegnamento, perché Io Sono La PALABRA, e ricorda Giuda: "I cieli e la terra
passeranno, ma la mia Parola non passerà"."  Arrivando dove Sara dava a luce, si trattenne e disse ai
Discepoli: "Voi dovrete imparare a rispettare la Vita perché siete la Vita come Me."  "Quello che è degno
e muore, mio Padre lo riceve nel cielo e di che cosa vi preoccupate voi?".  "Quello che è indegno e
muore, il Demonio lo riceve nell'inferno, per che motivo vi preoccupate?".  "Quello che nasce nella terra
dobbiamo riceverlo, dargli colpisco ed affetto ed insegnargli la Parola affinché si faccia Figlio da mio
Padre, come voi."  "Così comprenderete tutti che un Pastore vive pendenza delle pecore piene affinché
il ternerillo, nascendo, non lo divorino gli uccelli rapaci."  Stette in silenzio il Maestro e, vedendo il
neonato, respirò profondo.  Giuda gli disse: "Che cosa gli passa Maestro che respira profondo?".  Il
Maestro lo guardò e gli disse: "Giuda, l'aria che circonda la terra è la Vita che Io rappresento; è tanta
l'abbondanza di questa quale ogni creatura respira di lui e non si esaurisce" mai.  "Egualmente è la
Saggezza che viene di mio Padre; tutto il mondo l'ha in maggiore o minore proporzione e non si
esaurisce mai; il contrario, Lei acrecenta più in ogni uomo che mi ascolta.  Gli dice Pedro: "Maestro, io
sto sorprendere-do di tutto quello che c'insegna. Penso che non potremo praticarlo tutto."  Gli dice il
Maestro: "Pedro, vicino alla città passa un fiume; tutte le persone di quella città bevono di quella fonte;
si lavano con quell'acqua, preparano i suoi alimenti con l'acqua di quello fiume. Il fiume non si esaurisce
mai, tuttavia, tutte le persone dispongono dell'acqua che devono per sopravvivere."  "Così voi berrete di
quell'acqua, vi laverete con quell'acqua, cioè, avrete l'acqua che necessitiate; darete di bere i vostri
invitati, ma la fonte non si asciugherà, né il fiume diminuirà il suo alveo."  "Così passa con la mia Parola;
ogni che la riceve come una fonte inesauribile di Vita; per molti che bevano, non si esaurirà mai, perché
è maggiore l'alveo che il consumo."  Ritornò il Maestro coi suoi Discepoli a casa di Martora. Arrivando li
invitò lì a sedersi ed incominciò a parlarloro e disse loro: "Stiamo complacidos di avere
presenziato oggi ad una nascita. È un avvenimento che ci fa vedere la Grazia di mio Padre; tuttavia,
questa nascita ha a che vedere con questo mondo di peccato."  Gli dice Giuda: "Maestro, sappiamo
che chi gli inviò è senza macchia e quello che Quello fa, lo fa senza macchia; perché ci dice che la
nascita che abbiamo appena presenziato ha a che vedere con la Grazia di suo Padre e si è successo in
questo mondo di peccato e per il peccato?".  Il Maestro gli dice: "Giuda, il peccato lo fece per un
processo originale, ma il peccato è Morte; egli non avrebbe potuto infondere Vita a quella creatura. Per
la Grazia di mio Padre ha Vita, benché sia stato fatto di peccato."  Dice Giuda: "Maestro, se quello è
così, allora noi che siamo Uno con lei e stiamo nel mondo, carichiamo le stesse colpe e siamo fatti di
peccato?".  Dice il Maestro: "Ognuno di voi siete stati fatti di peccato e per il peccato, pertanto, è che né
le ossa, né le carni, né il sangue erediteranno mio Padre, solo la cosa incorruttibile che è lo Spirito.
Dopo purificati, sarete Uno, con Il quale mi inviò."  "Così voi, anche, sarete Uno con me e come Io mi
sono vestito con una carne, con alcuni ossa e con un sangue incorruttibile per continuare con voi, così
pure voi deberéis vestirvi con alcune carni, alcuni ossa ed un sangue incorruttibile per potere
arrivare dove Io ho
61
arrivato."

LA VITA
 62  Accuso X  El "uomo volgare della terra" è quella persona che vedendo, non vede; che sentendo
non entiende.  È necessario comprendere questo alla luce del Vangelo Crístico, perché verità che
è incomprensible alla luce della ragione umana; conosciuto è per noi, gli Iniziati, che cinque sensi
si tengono e questo non è più che l'evviva rappresentazione degli elementi coi quali fummo fatti.
L'elemento Terra si riferisce col senso del gusto e, nel comune delle volte, ci fa piacere quello che ci fa
male, dimostrandoci cosicché non abbiamo nessun dominio su quell'elemento e busta l'inerzia e brutta
volontà che esercita in noi.  Il senso dell'olfatto si riferisce con l'elemento Annacqua, portando come
corollario che l'essere umano ha un fondo vitale emerso delle acque genetiche.  Il senso dell'udito, si
riferisce con l'elemento Aria, ragione per la quale, l'udito è il ponte verso il mondo astrale e verso il
centro emozionale.  Il senso della vista, si riferisce con l'elemento Fuoco, essendo questo un ponte
diretto con la mente e con le impressioni.  Questo ci fa pensare che, di accordo agli studi gnostici, finché
noi abbiamo l'Ego vivo, questo non ci lascia ascoltare il Messaggio Crístico come è, né ci lascia vedere
l'eterna realtà che ha la Parola, la Vita ed Attestazione del Cristo tra gli uomini.  Quell'uomo volgare
della terra ascolta con gusto e vedi con gusto tutto quello che piace al suo caro Ego e è più che
impossibile fargli capire perché i segretari che ha nel senso dell'udito, nel senso della vista e nella sua
mente sono elementi infradimensionales, infrahumanos che, in nessun momento, starebbero
dispuestos a lasciare che la coscienza acchiappi il significado dell'insegnamento.  Di qui
possiamo dedurre che, per noi consegnare il Messaggio Crístico, dobbiamo cercare la forma più
adeguata di arrivare alla coscienza delle persone senza censurare l'ipotesi, teorie o dogmi dei suoi
inopportuni segretari.  L'uomo volgare della terra è un'ombra che si muove per impulsi istintivi e brutali
che si disputano tra sé, ognuno per riuscire quello che interessa loro.  L'uomo volgare della terra, quasi
nella sua totalità, sono casi persi, giustamente perché l'oscurantismo della coscienza non gli permette
capturar il profondo significato della Luce e la Parola.  Possiamo dire che questi tipi di persone
sono invasi per una forza luciférica, terriblemente maligno e predomina in essi il Giuda rivelatore;
il Giuda che vende il Cristo per trenta monete; il Giuda che vende il Cristo con un bacio; il Giuda che fa
conoscere ad infiammata la moltitudine l'Ego; dove il Cristo sta; che movimenti fa affinché
l'acchiappino, affinché lo catturino; rimanendo così dimostrato che se non ci fosse un'intelligenza
superiore disseminata in tutto questo dramma, non potrebbe realizzarsi la Gran Opera.  68  Capitolo XI
El "uomo che ama" è quello che dopo avere compreso la Parola, cerca emanciparsi, aspira alla Luce
benché non l'abbia, perché l'ha vista, l'ha conosciuta.  Questo uomo deve lanciarsi al suo lavoro senza
importargli che sia spoglio di quello che ha, ancora della sua vita; questo uomo, se c'è qualche ostacolo
che gli impedisca di realizzare la sua Opera, deve conoscerlo a fondo, studiarlo, comprenderlo con la
ferma risoluzione di eliminarlo della sua strada; deve comprendere, nella cosa più minima, tutti i
movimenti che produce l'Ego e che lo fa reagire davanti al dramma della vita; come per esempio: una
parola inopportuna, un pensiero intruso che appaia, un sguardo, un risarcimento, eccetera..  Queste
dimostrazioni non sono più che vive rappresentazioni di Yoes diavoli che torturano il nostro Cristo
Intimo, pertanto, caro fratello, non pensi di morire per migliorare, semplicemente, muoia; perché se lei
dice: "Io ammazzo l'Ego per migliorare, per essere una persona migliore", dia si racconta che sono
proiezioni di Ego che vogliono essere sacri.  Dia Lei al compito di morire e non più che morire.  Una
persona quando muore, la terra se lo divora; un Iniziato quando muore, il serpente della Saggezza lo
divora.  Non si faccia progetti, non si faccia programmi nella sua mente per la morte, semplicemente dia
si racconta, come già dicemmo, che un pensiero non è più che la reazione degli Yoes; che un'emozione
disordinata non è più che insiemi di Yoes producendo reazioni in quelli cinque cilindri della macchina
umana che corrispondono ai cinque elementi della Natura ed ai cinque sensi fisici.  Quelli Yoes diavoli
stanno ammazzando qui il Cristo nella terra e lei, caro fratello, che ama, non deve permettere né un
giorno più, né un'ora più, né un minuto più che si posponga la morte dell'Io.  Una persona morta, è un
cadavere nel quale cessarono le sue funzioni vitali; un Io morto è un guscio che deve essere convertito
in polverone cosmico affinché entri agli inframundos di dove non c'è ritorno.  Una persona morta,
psicologicamente, è un candidato per alzarsi alle sfere più sublimes della Saggezza.  Ricordi, qui
non siamo venuti per piacere a nessuno, siamo venuti a morire per cristalizar, dentro noi, al Cristo.
Ogni tolleranza con l'Io è un tradimento ed un'ingiuria verso il Cristo, una disubbidienza verso il Padre
ed una mancanza di Amore verso la Madre.  Ogni giorno che passa e non lavoriamo sull'Ego, è
un'eternità che si impadronisce della nostra mente, della nostra psiche, portandoci ad essere
vencidos, in questo dramma cosmico, della nostra propria Redenzione.  74  Capitolo XII  El "uomo
che abita in silenzio", ci richiama alla riflessione che quella che abbiamo è un'espressione umana e,
pertanto, un'esistenza reale interna.  Quell'uomo che abita in silenzio non potrebbe stare crescendo
spiritualmente bensì avesse nella terra al "uomo che ama."  L'uomo che ama, deve lavorare
intensamente disintegrando, come già dicemmo, ogni elemento, ostacolo o impedimento
che trovi nella sua Strada che gli ostacoli l'incontro ordinato con l'uomo che abita in silenzio.  Questo
uomo che abita in silenzio, non è un'altra cosa che la "uomo coscienza", cioè, il Nostro Cristo.  L'uomo
che ama, niente potrebbe fare senza il  hombre che abita in silenzio; e l'uomo che abita in silenzio
niente potrebbe fare senza l'uomo che ama.  L'uomo del silenzio ci dà tre cose fondamentali nella nostra
Strada:  Primero: Comprensione sul lavoro che stiamo realizzando. Secondo: Amore verso l'Opera
che stiamo realizzando, e Terzo: La Luce per illuminarci il Cami no.  L'uomo che ama, realizza in
compensación con questo, tre lavori fondamentali per l'integrazione con l'uomo che abita in
silenzio:  -comprende e disintegra Yoes.  -Conosce e comprende tutto il dramma della Vita.  -Riceve
l'Amore e lo condivide con l'Umanità, permettendo cosicché l'uomo   interno che abita in silenzio, evviva
il dramma attraverso noi.  L'Iniziato non deve paragonare mai la grandezza dell'Opera che sta
realizzando con nessuna impresa, avanzamento tecnologico, falso cienti-ficismo, perché questo
equivarrebbe pensare che possono avere altre cose che abbiano la stessa importanza per l'uomo che
incarnare l'Essere.  Capitolo XIII  El "io", come tutti sappiamo, non è un individuo, né è un'unità, è una
forza plurale, è un pezzo composto di molti pezzi che alcune di esse incastrano tra sé perché sono
associati psicologici.  Altri non incastrano in quello pezzo perché sono piccoli elementi che litigano con
tutti gli altri, facendo che mai il "io" possa mettermi di accordo per permetterci di avere una vita felice.
Egli "io" che vuole essere comprensivo, è desplazado per un altro dell'incomprensione.  Egli "io"
che vuole essere tollerante, è desplazado per un altro dell'intolleranza.  Egli "io" che si entusiasma
per l'esoterismo, è spostato per altro che gli interessa questi studi per niente.  C'è un problema che noi,
gli Iniziati, dobbiamo conoscere a fondo; mi voglio riferire Lucifero, cioè a quello che le Religioni
chiamano "Il Diavolo." Non bisogna confondere quello che è questo Diablo  con quello che è un Mago
Nero, o quello che è un "io." Sono tre cose completamente differenti.  Il Diavolo o Lucifero, è il
depositario degli elementi fondamentali che noi necesitamos nella Gran Opera che è la Luce ed il
Fuoco.  Diavolo, deriva dalla parola "Giorno" e si riferisce a quando non eravamo caduti, e "Block" ad un
libro di molti tomi; vuole dire, molti elementi aderiti a quello principio che si chiamò giorno.  In quello
Block o Libro, stanno depositati tutti i nostri peccati che risorgono di lì come "yoes", creature diavoli.  Se
studiamo l'etimologia della parola "io", sta definita come un elemento "X" (x), ma anche come un
elemento sconosciuto che ha bisogno del seguente studio: Conoscerlo, Chi è?, Come si chiama?, Che
cosa fa?, Con chi cammina?, Chi sono i suoi amici?, Chi sono i suoi nemici?; cioè, quali sono suoi
perfeziona elementi psichici?, Con quali elementi si respinge?.  Esempio: Un "io" religioso ha suoi
perfeziona yoes coi religiosi che condividono questo tipo di vita e respinge o censura agli yoes di altre
personas o della stessa persona che non piacciono della Religione; così troviamo queste
associazioni di Diavoli in tutto il compendio psicologico dell'Umanità.  La persona che si dedichi a
morire, deve farlo per quel motivo unicamente con la finalità di morire, non con la finalità di essere
differente a nessuno, per non dare l'opportunità che un "io", o molti "yoes", dicano: "Io non sono come
quello", e segnali a qualcuno.  Non dimentichi, caro lettore, che la cosa importante è morire affinché
quello cadavere sia utilizzato per l'Essere.  Egli "io", come già dicemmo, è un elemento sconosciuto che
deambula nei differenti centri della macchina, senza Dio e senza legge; compreso, qualcosa di molto
grave per lo studio nella morte, è che un "io" che agisce oggi come orgoglio, agisce domani come amore
proprio; dopodomani agisce come un gran saggio; il giorno seguente agisce come un "io" lussuria; il
giorno seguente agisce come un "io" superbia; il giorno seguente può agire come un "io"
autosufficiente; un altro giorno agisce come un "io" mitomane, etc.  Questo ci fa pensare che, se
dedichiamo a morire sul serio, non dobbiamo lasciare ingannare di nessun posi o nessuna posi mentale
o psicologica del "io"; semplicemente, c'interessa morire e non più.  Non dimentichi, caro fratello, che
nella Morte Mistica, la cosa unica che usiamo è la Comprensione del "io", la Volontà che esercitiamo sul
lavoro, la Continuità di propósitos e l'Integrazione con la Madre Divina. Ognuna di queste cose ha
i suoi complementi.  La "Comprensione" si completa con lo studio dell'elemento a livello emozionale,
istintivo, mentale, sessuale, etc.  La "Volontà" si completa con togliere la ragione all'elemento; non
lasciarlo agire e sopportare il dolore che produce la Morte.  La "Integrazione" della Madre, Lei
complementa col discorso, con la meditazione e con la supplica, chiedendo l'eliminazione.
Torniamo a ripetere che il "io" è un elemento, figlio del peccato, di caratteristico diabólicas; è
l'Ombra dell'Ombra di Lucifero.  Capitolo XIV  En questo Capitolo studieremo qualcosa di molto
fondamentale nel nostro lavoro: " LA MORTE."  La Vita possiamo definirla di tre maniere:   - Come una
funzione organica.  - Come una funzione vitale e,   - Come una funzione spirituale.   Per la morte del
"io", abbiamo bisogno di desligarnos, in una forma totale, di tutti gli elementi nei quali si sostenta il
"io" nella parte exterior.  Esempio: "Sarebbe impossibile che una persona che esercita un lavoro
maneggiando armi per imporre l'ordine, potesse, contemporaneamente, stare eliminando il "io"
comando, il "io" potere, il "io" violenza, il "io" ammazzo, il "io" impongo, etc."  «Sería assurdo pensare
che una persona per il suo lavoro o per il suo livello sociale, si impegni ad essere ad ogni ora
relazionato con le sfere più alto de  la società, potesse stare eliminando, in una forma radicale, la sua
falsa personalità, il "io" della vanità, dell'amore proprio e del falso cientificismo."  "Sarebbe
impossibile che una persona che non si è saputo mai riferire coi differenti elementos della società,
potesse estrarre il conocimiento e la comprensione che deve avere nel suo lavoro."  La persona
che si decide a morire, deve sapersi riferire con tutte le aree psicologiche del mondo esterno per dare
opportunità a che l'embravecida moltitudine, abitudini, sistemi e vizi del mondo esterno, facciano reagire
violentemente alla moltitudine del nostro paese psicologico; così possiamo noi identificare,
serenamente, assennatamente, ai nemici del nostro Cristo Intimo.  Noi dobbiamo imparare a guardare le
convulsioni del mondo, con lo sguardo sereno, profondo ed obiettivo della nostra propria coscienza,
poiché ella non è condizionata per gli yoes della mente, né della psiche.  Chi guarda il mondo con gli
occhi fisici, finisce dando la ragione a Giuda, Pilato e Caifás.  Chi guarda il mondo, i suoi sistemi,
costumbres, con la coscienza, finisce estraendo tutti i valori di quello che serve e rifiutando quello
che non serve.  L'Iniziato per potere morire in sé stesso, deve imparare a vedere con la stessa serenità
agli amici del Cristo ed ai nemici del Cristo; così potrà avere un criterio proprio di quello che deve fare,
dove farlo ed in che momento farlo.  Un "io" conosciuto, studiato e compreso, deve essere datogli la
stoccata col coltello della coscienza nel momento preciso in che egli sta agendo; magari convinto che
noi l'ignoriamo. Nella morte del "io", non bisogna dire sto morendo, semplicemente muore e quello è
tutto.  Egli "io" cadavere è consegnato alla Divina Madre per la sua totale disintegrazione e mai ad un
"io" morto deve essere ricordatogli, perché ogni "io" ha una materia astrale che è la Perso-nalidad
che egli ha formato per propria colpa nostra, poiché l'abbiamo creato, alimentato ed accettato; e la cosa
peggiore di tutto: l'abbiamo difeso per tanti secoli.  Morte è Morte, e Resurrezione è Resurrección.
Ricordiamo: "Morire è morire, ma la Vita la dobbiamo imparare a vivere dopo la Muerte."  Non
dimentichi, caro lettore che il "io", il me stesso, vive per tre ragioni basilari:   - Perché noi gli diamo la
ragione.  - Perché noi l'alimentiamo e,   -perché non prendiamo la risoluzione di elimi narlo.  In ogni
evento della Vita, il "io", il me stesso, diventa presente in maggiore o minore proporción. Se noi
siamo disposti a morire, lo facciamo della seguente forma, non dare la ragione al "io", benché egli
reclami che l'ha.  Non ci lasciamo rubare l'energia con un'impressione cattiva trasformata e sentiamo, in
noi stessi che l'elemento che è reagito in noi, è un delinquente al quale non siamo disposti ad averlo più.
Non dimentichi, caro fratello, Dolore e Refle xión è il passo a seguire. "Dolore all'elemento morire,
e Riflessione per continuare la Strada."  La Vita dell'Iniziato, serio e responsabile, è una Vita
contemplativa, riflessiva, profonda.  Ricorda che se tu trionfi negli eventi della Vita, questo uomo
amoroso, si fonderà, inevitablemente, con l'uomo che sta in silenzio.  Egli "io" è un'ombra che non
ci lascia vedere la Strada; bisogna proiettarlo Comprensione, Luce e Volontà, e così quell'elemento
sarà staccato della ragione; sarà ostacolato di prendere alimento e sarà decapitato affinché la Madre
amorosa lo distrugga nei differenti livelli della Mente.  92  Capitolo XV  El mondo è costituito per un
insieme di leggi e di sistemi i quali hanno molto da vedere con la Vita che ognuno di noi ha portato o
portiamo. Quelle Leggi, generalmente, li ha create l'uomo con la finalità di avere un controllo sull'uomo.
I sistemi li ha creati anche l'uomo con la finalità di indurre l'essere umano attraverso l'evoluzione e dello
sviluppo della civilización.  Queste cose sono nate molti secoli fa, ragione per la quale il "io" nostro
ha il suo ancestros in epoche passate.  Egli "io" è tempo, il "io" è esperienza; questi sono ragioni
più che sufficienti affinché noi comprendiamo che il tempo bisogna ridurrlo al momento in cui stiamo;
così conseguiremos che il "io" non possa esercitare in noi l'esperienza che ha acquisita nel tempo
e si vede obbligato a manifestarsi, per il momento a momento, sprovvisto dell'esperienza che c'è
adquirido, minuti, ore, giorni, anni e secoli dietro.  Spero, caro lettore, che comprenda questo che
quando uno acchiappa al "io" in determinato evento, sprovvisto della premeditazione proiettata nel
tempo, questo tale "io" è vulnerabile perché egli agisce per l'istinto che ha, per l'esperienza che ha e
dentro una correlazione di tempo.  Se noi impariamo ad escapárnosle al tempo e vivere il momento,
obblighiamo al "io" ad agire senza la pianificazione previa che egli ha cioè per gli elementi che citiamo
già, se determinato fratello si proporsi reclamare a qualcuno una cosa che la considera torneo e non fa
di questo una pianificazione, semplicemente agisce per coscienza, parla giusto la cosa.  Se fa una
pianificazione di quello che fa, l'Io si prepara con molti argomenti, forma una disputa, rimanendo il
fratello imposibilitado di comprenderlo e per ende di eliminarlo.  Quando si agisce senza un
programma mentale o psicologico, abbiamo un cento percento di posibilidad che sia il cuore quello
che agisca col livello di coscienza che abbiamo.  Vivere il momento per parlare e per agire, equivale ad
eliminare il "io tempo."  Quando un Iniziato va per la strada, sta in una festa o in qualunque evento di
moltitudini, ritorni Lei molto riflessivo, evviva il momento, osservi le genti e non permetta che la sua
mente o le sue emozioni gli dìano o tolgano la ragione alla forma in cui ogni persona agisce.  Ricordi
che quando lei dà la ragione a qualcuno che sta essendo maltrattato, ingiuriato, ingannato o perseguito,
indiscutibilmente, sta togliendolo la ragione a chi sta commettendo quell'oltraggio; indicando con questo
che lei Lei desubicó e si trasformò in un giudice della vita di determinata persona o persone; questa
classe di apprezzamento che lei faccia di qualunque evento della Vita, è egóica cento percento.  L'Ego,
brandisce la sua esperienza, i suoi trionfi o le sue sconfitte, attraverso lei, e è appena normale, caro
investigatore che se lei non è attento e vigilante, crede che sia la sua coscienza quella che non sopporta
vedere quella classe di ingiustizia. Estraneo può essere per lei questo, ma se lei sta morendo, se è
disposto a morire, non deve trasformarsi in giudice di nessuno, in difensore di nessuno, né in accusatore
di nessuno.  Ricorda che il tuo Essere e la tua Coscienza non stanno in nessun estremo, né conoscono,
né Lei identifican durante il tragitto col bene né col male, simplemente, avanzano.  L'Iniziato
che guarda le cose del mondo senza comprendere che per buone che siano sono del mondo, finisce
essendo convinto che come il mondo va, va bene.  98  Capitolo XVI  En la vita, ogni persona che si
proporsi a realizzare determinato lavoro, già sia di commercio, già sia di professione, di politica o
religiosa, trova molte persone che l'appoggiano che l'ovacionan; trova molte persone che lo respingono
che l'hanno odio ed invidia e, per logico, molte altre persone che l'ignorano e che, apparentemente,
niente hanno a che vedere col citato personaggio.  L'Iniziato deve andare nella sua Strada molto
attenta, approfittando della forza, l'affetto e l'affetto che gli danno i suoi amici, ma badando al massimo a
non defraudarli, né all'Opera che sta facendo, per compromessi, né gratitudini acquisite.  Ricorda, caro
fratello, che l'Opera che stai facendo è l'Opera del tuo Cristo diretta per tuo Padre; questa non può
essere interferita per niente, né per nessuno; bada a questo; dati conto che nella tua Strada, i tuoi
amici ed i tuoi nemici compiono una missione.  È possibile che i tuoi amici o parenti ti tollerino, per
l'affetto che ti hanno, in qualcosa che ti sbagli.  I tuoi nemici non tollerano che ti sbagli perché essi
protestano; indica questo che sono due forze che nella tua Strada ti servono ma che ninguna
delle due può fare il lavoro per te.  È lei quello che deve dirigere tutti gli eventi della sua vita affinché, in
nessun momento, agisca spinto per un'emozione di trionfo  o di sconfitta.  Quando trionfi, sta in silenzio
e rimaniti spunto; quando ti siedi sconfitto o vinto per le torture della vita, sta in silenzio ed osserva
quale il tuo comportamento psicologico, mentale o emozionale è.  Non dimentichi, caro fratello, che né
la vita, né i fatti lo sconfiggono ad uno; è la persona quella che attracca davanti alla vita e gli eventi.  La
vita continua ugualmente, col suo trionfo o con la sua sconfitta; solo la persona è quella che può
modificare i suoi propri eventi.  Ricorda che nella tua Strada, per incipiente che creda che sia, avrai
sempre un Caifás che alza la moltitudine contro te.  Un Pilato che ti giudica e si lava le mani ed un
Giuda che si tradisce, ma andiamo allo studio di questo.  Se affronti quello Caifás, a quello Pilato e
quello Giuda rivelatore, come persona ti ammazzano, ti distruggono, ti finiscono. Ma se li affronta come
orchestro del Cristo, metronotte, calmato, rassegnato, profondo,.... ti perseguono e ti giudicano e ti
ammazzano ma con una Morte che ha una Resurrezione.  La cosa triste per l'uomo non è morire; la
cosa triste e doloroso è morire senza diritto ad una Resurrección."  La Morte senza Resurrezione,
è la perdita di tutti i valori conscientivos dell'uomo; è il fallimento; è la sconfitta propria dei debole, dei
codardi.  La Morte con Resurrezione, è il resurgimiento dei valori conscientivos dell'Anima e dello
Spirito che gli danno il diritto a continuare viviendo;  ma non dimentichi, caro lettore, che da quando
stiamo qui nella terra, querramos o non querramos, andiamo di rotta alla Morte.  Di lei dipende che
quella Morte sia per sempre o che quella Morte abbia diritto alla Resurrezione.  104  Capitolo XVII  El
"Sapere" è una funzione che deve conoscersi e comprendere per potere determinare in che livello ha
imparato una cosa e fino a che livello l'abbiamo compresa.  Ricordiamo che noi, gli umano, disponiamo
di cinque centri diretti per diferentes leggi ed elementi; disponiamo anche di tre cervelli: Cervello
Pensante, Cervello Motore e Cervello Emozionale.  Benché sembri incredibile per il lettore, ci sono cose
che si sanno unicamente di livello intellettivo, altre che si sanno unicamente di livello di Centro Motore,
altre a livello di Centro Emozionale.  Sapere determinata cosa in chiunque di questi Cervelli non ci
garantisce che questo ci serve per realizzare la Gran Opera o per l'adempimento di qualunque funzione
conscientiva.  Metteremo, come paragone, il caso di un cane. Quell'animalito impara il suo nome e se
l'educhiamo bene, impara a curare la casa, ubbidisce quando gli è ordinato di attaccare qualcuno, etc.
Questo non c'indica che quell'animalito abbia, almeno, menzioni, niente affatto coscienza di quello che
imparò.  Egualmente passa con qualunque cosa che impariamo a livello intellettivo. Ci sono tuttavia
persone che hanno divorato le Opere del Maestro Samael, a queste persone è fatto loro un studio della
comprensione dottrinale e rimaniamo asombrados quando vediamo che, al cuore di questa
persona, non è arrivato né l'uno percento di coscienza di quello che ha imparato a livello intellettuale.
Questo ci fa pensare, cari fratelli, che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, come Principi Eterni della
Creazione, devono essere uniti in un solo punto per creare, in noi, i differenti fondamenti della
Comprensione e la Coscienza.  Mi spiego:  «En il Cervello sta l'atomo del Padre e corrisponde al
Sapere; nel Centro Motore sta l'atomo del Figlio e corrisponde alla Comprensione; nel Centro
Emozionale sta l'atomo dello Spirito Santo che corrisponde all'Opinione."  Ognuno di questi aspetti ha
una parte superiore ed una parte inferiore, egli quale è quello che determina la classe di persona che
sta, in determinado momento, studiando, imparando o insegnando determinata cosa.  Se quella
persona in menzione, ha o sta sviluppando un intelletto superiore, quello che impara  o quello che
insegna, lo sente. Mi spiego: "Combina l'insegnamento con la sua opinione. Sa combinare quello che
impara, quello che insegna."  Se questa persona sta sviluppando in sé stesso la Comprensione
Creativa, quello che impara è intriso di quella Comprensione profonda che identifica la Dottrina con
l'Essere.  Se la persona sta facendo nella sua vita un cambiamento radicale, di fondo, indica che sta
desarrollando una Emozione Superiore, rimanendo così impregnado quello che impara,
quello che vive e quello che insegna di un Intelletto Superiore, una Comprensione Creativa ed una
Emozione Superiore; collegandosi queste tre Virtù col suo Tempio Cuore; empezando a c'essere
un retro-alimento della Saggezza dell'Essere che viene di dentro, col Sapere della persona che
verrebbe ad essere il connubio di due forze con un sviluppo equilibrato tra il  humano e la cosa divina:
La cosa umana per divinizzarsi e la cosa divina per addolcirsi; che sarebbe l'Essere ed il  Saber."  110
Capitolo XVIII  Estando in silenzio, contemplando la vita, il campo e lo spazio, sentii in me una voce che
mi dicevo: "Chi sei tu affinché cerchi di penetrare nel mio silenzio profondo?".  Rimasi sconcertato, non
ebbi né parola niente affatto che pensare ascoltando tanto enigmáticas parole; ma volli continuare
a riflettere su quello che, anteriormente, contemplava e mi dissi: "Questo momento che vivo è parte
della mia vita, pertanto, devo comprenderlo, analizzarlo e studiarlo, perché considero ingiusto lasciare
passare un momento senza fare un'analisi che sto di fronte alla Vita e, contemporaneamente, è anche
giusto domandarmi che relazione esiste in me con questo campo?".  Volli penetrare un po' più nella mia
riflessione e dissi: "Questo spazio tanto profondo ed infinito che contemplo che cosa è per me?".  In
quell'istante tornai ad ascoltare la voce che mi dicevo: "È troppo audace volere conoscere quello che ti
proporsi."  Io mi dissi: "Studiare la Vita in tutta la sua espansione è proprio di persone che l'amiamo."
Guardando allo spazio, vidi molti uccelli che volavano; guardando al campo vidi alberi immensi e mi
dissi: "Qualcosa abbiamo tra sé questi uccelli che volano, questo campo e bosco che mi circondano,
ma non capisco come fare per compenetrarmi con tutti questi fenomeni."  Risolsi sedermi ed entrare un
po' in un rilassamento più profonda. Volli sentire il mio cuore con suo palpitare, sentire il sangue che
correva per le mie vene ed opinione il silenzio che stava oltre la mia riflessione.  Fuí penetrando nei miei
vasti spazi interni; fuí ascoltando il silenzio del campo dove si estasiavano i Geni della selva -
instruían alle sue creature Elementari -; sentii il ruggire delle nuvole nello spazio; sentii l'estasi
per la Libertà; vidi gli uccelli muoversi, liberi, senza il peso di una ragione e di una vita meccanica, piena
di ostacoli che si vive in questo agitato mondo.  In quello momento, compresi che la vita, il campo e lo
spazio si univano con la mia Vita, invitán-dome ad essere libero per la Fede, per l'Amore, per la
Contemplazione.  Sentii il mio cuore rimpinzarsi della Grazia del mio Essere Interno e muoversi per un
spazio senza complicazioni.  Sentii la necessità di essere fisso nella mia Strada, come l'albero che
nasce, cresce, invecchia e muore in un stesso posto; cioè, senza cambiare la sua posizione.  Sentii che
doveva essere come quell'albero nella mia decisione di rimanere con la mia vista fissa al sole, in attesa
della mia propria Redenzione.  Sentii che doveva essere il campo che dà rifugio a tutte le creature che
nascono lì, come crescono ed evolvono e che il campo non interferisce nel suo proprio destino.......
Compresi che doveva essere come lo spazio, metronotte, tranquillo e profondo; come l'evviva
espressione di un Dio che palpita nel mio cuore, simbolo della Pace, dell'Amore e della Comprensione. 
La Vita  116  CAPITULO XIX  El "Apóstol" è il nome che porta quello che vive una Dottrina, la pratica e
l'insegna.  Apostolo è il principio etimologico di una Parola santificante e di una Dottrina che, per la sua
purezza, trasforma alla persona e le persone dotandoli di conoscenze obiettive di sé stesso, del Cosmo
e dell'Infinito.  Come persona, predica la Parola del Redentore e pratica la sua Dottrina, dando
attestazione di una trasformazione mentale, psicologica ed emocional. È quella persona che si
nega a sé stesso per servire il Cristo.  Chi si nega a sé stesso. è quello che rinuncia a quello che è
stato ed a quello che è; cioè, comprende che il suo mondo, il suo corpo e la sua mente sono controllate
per forze di un mondo esterno che lo condizionano a che viva di tale forma.  Chi si nega a sé stesso,
deve comprendere di fondo che quello che continua a dirigere tutti gli eventi della sua vita, è il suo Cristo
Intimo; quello Essere che sta oltre il bene e del male; oltre gli affetti.  Pertanto, le inclinazioni,
puramente umane, dei nostri sentimenti terreni, devono declinare davanti all'Opera che il nostro Cristo
incomincia a realizzare come testimonio che l'Opera del Padre si sta realizzando nella persona che vive
e pratica questa Dottrina.  L'Apostolo impara per insegnare; insegna per imparare; cura la Vita per
vivere; dà Amore per ricevere Amore; smette di pensare per sentire; sta in silenzio per sentire;
cammina per riposare, riposa per camminare; mira al sole per chiedere aiuto; guarda la Terra per
camminare; sente il Cristo per conoscere il Padre.  Chiede al Padre che gli insegni a conoscere il Figlio.
Trova sua Madre nei suoi sentimenti.  Trova il Cristo nell'Amore.  Trova il Padre nella sua Saggezza;
vedi nell'Umanità l'espressione di Dio.  Vedi in Dio il suo Paese; mira nell'Altare un dramma; calma la
sua sete con la Transubstanciación.  Calma la fame col Pane della Saggezza.  Prega per conversare
con Dio, medita per stare con Dio.  Vedi nella Natura a sua Madre; vedi nello spazio la profondità di
Dio.  Guarda il silenzio delle notti come la riflessione; vedi la luce del giorno come il Discorso che
feconda nel cuore degli uomini, cioè, è l'uomo che ama il niente; cerca il niente perché sa che Dio è il
Niente e cerca il Niente per riempirla, poiché è saputo di tutti che il mondo delle forme è limitato, è finito,
cioè, lì non sta tutto.  Lì c'inventiamo come umani, come uomini, cercando, qualche giorno, dare il gran
salto verso l'Infinito Spazio.  122  L'Apostolo  Hermano,..... ricorda che sei un viandante che avanza
senza Strada; perché tu sei stesso che fa la Strada.  Cammina diritto, on-line retta; in ogni passo che
dia, spogliati di quello che ti fa peso.  Tutto quello che veda al tuo passo, l'osservi molto bene affinché lo
conosca, comprendilo.  Ricorda che in questa Strada non deve avere ritorno, pertanto, non lasciare
niente dimenticato.  Cerca di pagare ad ogni chi quello che gli devi, affinché non ti cerchino, nella tua
Strada, per riscuoterti.  Porta solo quello che necessiti, quello che tu su regalalo ai bisognosi.  Non dire
a nessuno che la tua Strada è senza ritorno, perché, magari, quelli che ti amano molto, non vogliano
che li lasci, tenteranno di chiuderti il passo.  Da' a tutto il mondo, al tuo passo, un sorriso affinché essi
dicano che questo viaggiatore va felice, non importa che il tuo cuore continui a sanguinare.  Beve ogni
giorno della fonte della Saggezza affinché nella tua Strada non tu di sete.  Nelle notti stellate, tenta di
riposare in pace, all'alba di ogni giorno continua il tuo viaggio.  Non dire mai: "Oggi riposo", perché non
sei arrivato ancora al tuo posto.  Nella tua Strada, non osservare il peccato di nessuno, guarda la virtù di
tutti.  Se qualcuno ostacola nella tua Strada, dagli la ragione e segue.  A chiunque trovati, in senso
contrario, non tentare di convincerlo che ritorni, per non perdere inutilmente il tuo tempo.  Dagli di bere
della fonte di Saggezza e lascialo che segua la sua strada.  Osserva accuratamente i tuoi sonni, ad ogni
istante, affinché comprenda i tuoi errori.  A nessuno digli che conosci la Verità, insegnagli a che la
conoscano.  Quando condivida coi tuoi esseri cari e coi tuoi parenti, non dire che tu sei saggio, parla
della Saggezza dei Saggi.  Quando vada per una strada, fa' la cosa assolo e se qualcuno va con te,
osserva quello che parli, molto osserva molto dove pesti.  Quando abbia un dolore, tenta di occultarlo
affinché tutti quelli che ti vedano non sappiano che tu soffri.  Quando tutti parlano, ascolta, non
censurare mai, impara.  Quando insegni, sempre appuntamento ai Saggi Dio affinché il tuo
insegnamento stia sempre actualizada col quale hai avuto in altre epoche.  Quando preghi, fallo in
silenzio.  Quando guardi qualcuno, dimostragli il tuo affetto.  Quando correggi qualcuno, dimostragli il
tuo amore e così sarà la tua vita una cattedra per imparare ed un esempio per chiunque tu insegni.  V.
M. LAKHSMI  

Potrebbero piacerti anche