DOMANDE METODOLOGIE
PRIMA PARTE
DOPO AVER COMMENTATO LA SEGUENTE ESPRESSIONE USATA DAL LEGISLATORE
ALL’ART 2423 CC “IL BILANCIO DEVE ESSERE REDATTO CON CHIAREZZA E DEVE
RAPPRESENTARE IN MODO VERITIERO E CORRETTO LA SITUAZIONE PATRIMONIALE E
FINANZIARIA DELLA SOCIETA’ E IL RISULTATO ECONOMICO D’ESERCIZIO”, CHIARISCA IL
RAPPORTO STABILITO DAL LEGISLATORE TRA QUESTA DISPOSIZIONE DI LEGGE E LE
DISPOSIZIONE DEGLI ARTICOLI SEGUENTI, ILLUSTRANDO LE CONSEGUENZE CHE NE
DERIVANO IN SEDE DI REDAZIONE DEL BILANCIO DI ESERCIZIO
CHIAREZZA: Capacità del bilancio di consentire ai terzi di comprendere e giudicare nel
modo migliore possibile la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico
dell’esercizio.
Il bilancio deve essere: comprensibile a tutti i soggetti interessati alla gestione
dell’impresa e, deve essere trasparente nel processo di formazione sostanziale e
rappresentazione formale
Il principio di chiarezza attiene innanzitutto alla forma di esposizione.
Consiste in una rappresentazione formale dei conti che permetta ai fruitori del bilancio di
comprenderne il contenuto.
Tale principio trova esplicitazione normativa nell’art. 2423-ter, attraverso cui il
Legislatore impone:
1. Il rispetto degli schemi di bilancio definiti; il rispetto dell’ordine di esposizione
delle voci; il divieto di raggruppamento di voci; l’obbligo di inserimento di nuove
voci
2. L’adattamento delle voci quando la natura dell’attività esercitata lo esige
3. La comparabilità delle voci
4. Il divieto di compensi di partite
Tale imposizione legislativa ha il duplice obiettivo di perseguire la standardizzazione
deibilanciediconsentirecomparazionideibilancinellospazioeneltempo.
IN MODO VERITIERO: I criteri valutativi devono essere ispirati a esigenze di reale
rappresentazione della dinamica economica, ferma restando l’ineliminabile
discrezionalità tecnica.
Riguarda innanzitutto i criteri di valutazione :
• Aspetto formale (rispetto delle regole e delle procedure stabilite per una corretta
redazione)
• il costo originario
• le precedenti rivalutazioni,
• ammortamenti e svalutazioni;
• le acquisizioni
• gli spostamenti da una ad altra voce
• le alienazioni avvenuti nell’esercizio;
• le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni effettuati nell’esercizio;
• il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla
chiusura dell’esercizio;
La nota integrativa deve dunque riassumere sostanzialmente la "storia" di ogni
posta delle immobilizzazioni, indicando il costo originario, le rivalutazioni, gli
ammortamenti, ulteriori svalutazioni fino all’inizio dell’esercizio: si giunge così al
valore netto che quella posta aveva all’inizio dell’esercizio; devono poi essere
indicate le acquisizioni a quella posta (acquisti, produzioni l’economia),
spostamenti di beni da altre poste a quella (per esempio : da "immobilizzazioni in
corso" a "impianti ) e reciprocamente da quella posta ad altre (da "macchinari" a
"rimanenze", se si decide di dismettere il macchinario ); Alienazioni.
ILLUSTRA IL POSTULATO DELLA COMPETENZA, RICORRENDO ANCHE AD
OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI A SCELTA
Partendo dalla definizione del principio di competenza: le operazioni devono
essere rilevate contabilmente quando avvengono e non nel momento in cui
avviene la loro manifestazione monetaria, al fine di mantenere la correlazione tra
costi e ricavi di esercizio.
L’effetto delle operazioni e degli altri eventi deve essere rilevato contabilmente
ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono e NON a
quello in cui si concretizzano i relativi movimenti di numerario (incassi e
pagamenti). ( Si considera quindi la maturazione economica).
La determinazione dei risultati d’esercizio implica un procedimento di
identificazione, misurazione e di correlazione di ricavi e costi relativi ad un
esercizio. I ricavi devono essere riconosciuti quando si verificano due condizioni:
• il processo produttivo dei beni dei servizi è stato completato
• lo scambio è già avvenuto, si è cioè verificato il passaggio sostanziale e non
formale del titolo di proprietà.
I costi devono essere correlati ai ricavi dell’esercizio, e tale correlazione si realizza:
i redattori dei bilanci, per altro, devono confrontarsi con le incertezze che
inevitabilmente circondano molti eventi e circostanze, quali il realizzo di crediti di
dubbia esigibilità, la probabile vita utile di impianti e macchinari e il numero di
reclami che possono essere inoltrati durante il periodo di garanzia.
Tali incertezze sono rilevate tramite l’evidenziazione della loro natura e misura e
tramite l’esercizio della prudenza nella preparazione del bilancio.
La prudenza consiste nell’impiego di un grado di cautela nell’esercizio dei giudizi
necessari per l’effettuazione delle stime richieste in condizioni di incertezza, in
modo che le attività o i ricavi non siano sovrastimati e le passività o i costi non
siano sottostimati.
Tuttavia, l’esercizio della prudenza non consente, per esempio, la creazione di
riserve occulte o accantonamenti eccessivi, la sottostima deliberata di attività o
ricavi o la sovrastima deliberata di passività o costi, poiché il bilancio non sarebbe
neutrale e quindi, non avrebbe la caratteristica dell’attendibilità.
ILLUSTRA IL PRINCIPIO DELLA PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA,
FORNENDO ALMENO UN ESEMPIO
L’articolo 2423-bis del C.C n1 recita: “La valutazione delle voci deve essere fatta
secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività, nonchè
tenendo conto della funzione economica (dell’essenza, vera natura) dell’elemento
dell’attivo o del passivo considerato”.
Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma implica che gli eventi e i
fatti della gestione siano rilevati sulla base della sostanza economica (cioè
sull’essenza, sulla vera natura) e non sulla base degli aspetti meramente formali.
Salvo diversa disposizione di legge, deve essere privilegiata la rappresentazione
della sostanza economica rispetto alla forma giuridica dell’operazione.
Nell’ambito dei principi contabili internazionali (PCI), questo principio
rappresenta uno dei cardini fondamentali sui quali si basa l’intera disciplina
relativa di bilancio.
Il framework afferma che qualora non esistesse una perfetta coincidenza tra
l’aspetto sostanziale e quello giuridico-formale di un’operazione, la sostanza
economica rappresenta l’elemento prevalente per la contabilizzazione,
valutazione ed esposizioni in bilancio.
Un esempio è rappresentato dal trattamento contabile del leasing finanziario :
Per esempio, un’impresa può cedere un’attività a terzi in maniera tale che dagli
atti appaia che la proprietà del bene sia trasferita alla controparte ; nonostante
ciò, possono esservi accordi che assicurano all’impresa di poter continuare a
godere i benefici economici futuri connessi a tale attività.
In tali situazioni, la rilevazione di una vendita non rappresenterebbe fedelmente
l’operazione avvenuta (se di operazioni si può parlare).
COMMENTA IL PUNTO N 3 DELL’ART 2423 BIS CC “NELLA REDAZIONE DEL
BILANCIO DEVONO ESSERE OSSERVATI I SEGUENTI PRINCIPI (…) 3) SI DEVE TENER
CONTO DEI PROVENTI E DEGLI ONERI DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO
INDIPENDENTEMENTE DALLA DATA DELL’INCASSO O DEL PAGAMENTO”
FORNENDO ANCHE OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI
È il principio della competenza , GIA’ VISTO
ILLUSTRA LE PRINCIPALI INFORMAZIONI CHE IL REDATTORE DEL BILANCIO DEVE
RIPORTARE CON RIFERIMENTO ALLA VOCE “PARTECIPAZIONI” : A) NELLA NOTA
INTEGRATIVA ( AI SENSI DELL’ARTICOLO 2427 CC) ; B) NELLA RELAZIONE DULLA
GESTIONE ( AI SENSI DELL’ARTICOLI 2428 DEL CODICE CIVILE)
Nota integrativa : già vista in un’altra domanda
Relazione sulla gestione art 2428 :
[1] Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei
vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione
dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta.
[3] Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte
al controllo di queste ultime;
3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie, sia delle azioni o quote di
società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria
o per interposta persona, con l’indicazione della parte di capitale corrispondente;
4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie, sia delle azioni o quote di
società controllanti, acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio,
anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione
della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e
delle alienazioni.
DOPO AVER BREVEMENTE COMMENTATO L’ESPRESSIONE UTILIZZATO DALL ART
2423 CC “IL BILANCIO DEVE ESSERE REDATTO CON CHIAREZZA E DEVE
RAPPRESENTARE IN MODO VERITIERO E CORRETTO LA SITUAZIONE
PATRIMONIALE E FINANZIARIA DELLA SOCIETA’ E IL RISULTATO ECONOMICO
DELL’ESERCIZIO” , ILLUSTRI IL PRINCIPO DELLA NEUTRALITA’ DEL BILANCIO
D’ESERCIZIO RISPETTO ALLE POITICHE FISCALI
Il bilancio d’esercizio è il fondamentale documento contabile che rappresenta la
situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa al termine di un periodo
amministrativo e il risultato economico.
Il bilancio d’esercizio è il principale mezzo di conoscenza della realtà aziendale e
costituisce uno dei fondamentali strumenti di informazione e di comunicazione
per l’impresa in funzionamento.
Il codice civile contiene diverse disposizioni che indicano la via da seguire nel
redigere il Bilancio di esercizio delle società di capitali.
Tale normativa, obbligatoria per le società di capitali, è rivolta essenzialmente a
tutelare gli interessi di terzi attraverso una complessa serie di disposizioni che
mirano ad assicurare correttezza nella determinazione dei risultati di fine periodo
nonché adeguati livelli di informazione e trasparenza.
Il bilancio dell’esercizio deve essere comprensibile e deve perciò essere analitico e
corredato dalla nota integrativa che faciliti la comprensione e l’intelligibilità della
schematica simbologia contabile; deve consentire a terzi di giudicare lo
svolgimento della gestione, i risultati conseguiti e le motivazioni sottostanti a
definire previsioni per il futuro.
Tuttavia, l’informativa fornita non deve essere eccessiva e superflua.
Alcuni elementi che caratterizzano la chiarezza del bilancio d’esercizio sono:
• Distinta indicazione dei singoli componenti del reddito e del patrimonio,
classificati in voci omogenee e senza effettuare compensazioni.
• Netta individuazione dei componenti ordinari a quelli straordinari del
reddito d’esercizio.
• Separata classificazione dei costi e dei ricavi della "gestione tipica" dagli altri
costi e ricavi d’esercizio.
2423. Redazione del bilancio. CLAUSOLA GENERALE
Tale principio esprime anche l’atteggiamento che il redattore del bilancio deve
tenere nei confronti delle valutazioni, senza però sconfinare in un’arbitraria
riduzione del risultato di esercizio e dei valori patrimoniali.
Pertanto, in presenza di dubbio in sede di valutazione, viene iscritto il minor valore
positivo o il maggior valore negativo.
Secondo il principio di continuazione dell’attività d’impresa gli amministratori
devono redigere il bilancio al termine di ciascun periodo amministrativo per
determinare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico di
esercizio definiti in base all’ipotesi di continuazione dell’attività (funzionamento).
Pertanto, nella fase di preparazione del bilancio, gli amministratori devono
effettuare una valutazione prospettica della capacità dell’azienda di continuare a
costituire un complesso economico funzionante destinato alla produzione di
reddito per un prevedibile arco temporale futuro, relativo a un periodo di almeno
dodici mesi dalla data di riferimento del bilancio. Non si tratta tuttavia di una
presunzione “assoluta” e immutabile.
Se l’ipotesi di continuazione dell’attività è considerata fondata e accettabile allora
ci saranno “valutazioni di funzionamento”, che tengono conto della funzione
economica dei singoli elementi considerati; in caso contrario si verificheranno
“valutazioni di liquidazione”
ILLUSTRA LE INFORMAZIONI DA RIPORTARE IN NOTA INTEGRATIVA CON
RIFERIMENTO AL N 10 DELL ART 2427 “SE SIGNIFICATIVA, LA RIPARTIZIONE DEI
RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI SECONDO CATEGORIE DI ATTIVITA’ E
SECONDO AREE GEOGRAFICHE
La ripartizione deve essere fornita solo se significativa, cioè solo se l’azienda
svolge più attività, ciascuna delle quali contribuisca in modo rilevante alla
produzione dei ricavi.
La ripartizione per aree geografiche sarà significativa si c’è una diversa incidenza
del rischio di cambio, o del rischio di insolvenza dei debitori, la suddivisione per
aree geografiche è lasciata alla discrezionalità dell’operatore economico.
Per quanto riguarda le categorie di attività, si può eseguire la suddivisione
proposta dal legislatore tributario in modo da omogeneizzare il lavoro per fini civili
e tributari, oppure si può eseguire una suddivisione indicando:
• I settori merceologici di attività
• Le tipologie di prodotti
• Le tipologie di clientela.
SECONDA PARTE
•il criterio della commessa completata (ex articolo 2426, numero 9): i lavori sono
valutati al costo;
•il criterio della percentuale di completamento (ex articolo 2426, numero 11): i
lavori sono valutati sulla base del corrispettivo contrattuale maturato ancorché
superiore al costo (metodo della scissione del margine).
La nota integrativa deve, fra l’altro, indicare (art. 2427): «1) i criteri applicati nella
valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore;»
La nota integrativa deve, fra l’altro, indicare:
4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del
passivo
8) l’ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti
nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce.
art. 2428:
Nessuna indicazione di legge con riferimento alle rimanenze di magazzino, tranne
la seguente espressione:
[1] «Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei
vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione
dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta».
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI
OIC 23
Per lavoro in corso su ordinazione di durata ultrannuale si intende un contratto di
esecuzione che investe un periodo superiore a dodici mesi. Per durata si intende il
tempo che intercorre tra la data d’inizio di realizzazione dei beni e/o servizi e la
data di ultimazione e consegna dei beni e/o prestazione dei servizi entrambe
determinate dal contratto; ciò indipendentemente dalla data in cui si è
perfezionato il contratto.
Lo stato di avanzamento (o percentuale di completamento) rappresenta, in
termini percentuali o in base a misurazioni fisiche, l’entità dei lavori in corso già
eseguiti dall’appaltatore ad una certa data antecedente al completamento della
commessa (ad esempio alla data di redazione del bilancio).
b) che l’impresa controllata non abbia emesso valori mobiliari ammessi alla
negoziazione in mercati regolamentati italiani o dell'Unione europea.
Quando tutte le imprese controllate sono irrilevanti, individualmente e nel loro
insieme, ai fini della rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale, finanziaria e del risultato economico del gruppo; quando tutte le
imprese controllate hanno i requisiti per essere escluse dall’area di
consolidamento ai sensi dell’articolo 28 D.Lgs. 127/1991, ovvero quando:
1. l’esercizio effettivo dei diritti della controllante è soggetto a gravi e durature
restrizioni;
2. in casi eccezionali, non è possibile ottenere tempestivamente, o senza spese
sproporzionate, le necessarie informazioni;
3. le loro azioni o quote sono possedute esclusivamente allo scopo della
successiva alienazione.
In tutti i casi analizzati è necessario indicare nella nota integrativa del bilancio di
esercizio della controllante esonerata dalla redazione del bilancio consolidato le
ragioni dell’esonero.
Inoltre, quando l’esonero riguarda la sub-holding, la nota integrativa del bilancio
d’esercizio della società esonerata dalla redazione del bilancio consolidato deve
indicare la denominazione e la sede della società controllante che redige il bilancio
consolidato e, copia dello stesso, della relazione sulla gestione e di quella
dell’organo di controllo devono essere depositati presso l’ufficio del registro delle
imprese del luogo ove è situata la sede della società esonerata dalla redazione del
bilancio consolidato.
VALUTAZIONI DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, DAL PUNTO DI VISTA DEL CC,
DEI PRINCIPI CONTABILI E DELLA NORMA FISCALE
Le immobilizzazioni materiali sono beni di tipo tangibile destinati ad essere
utilizzati durevolmente, cioè a partecipare alla formazione del reddito di diversi
esercizi.
Sono composte da terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature, mobili,
arredi, macchine d’ufficio, automezzi ecc.
Per la valutazione il codice civile all’ art 2426 , n1,2,e 3 prevede le seguenti
disposizioni ( che risultano applicabili sia alle immobilizzazioni immateriali sia a
quelle materiali) :
Il valore dei cespiti esistenti e dei cespiti costruiti in economia (che include i costi
relativi a variazioni strutturali rilevanti effettuati in economia) non possono
eccedere il prezzo di mercato. ( valore <= VR / PDM ).
Ammortamento: le immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata nel
tempo, devono essere sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio in
relazione alla residua possibilità di utilizzo.
La procedura di ammortamento non deve essere influenzata dall’utile o dalla
perdita dell’esercizio.
L’ammortamento deve avvenire secondo un piano di sistematicità; la sistematicità
garantita dalla predisposizione di un piano di ammortamento la cui redazione
richiede la definizione dei seguenti elementi:
• Il valore da ammortizzare: dato dal costo di acquisto o di produzione
dell’immobilizzazione. Il valore da ammortizzare dovrebbe essere calcolato
come differenza tra il costo dell’immobilizzazione e il suo presumibile valore
residuo al termine del periodo di vita utile.
• La residua possibilità di utilizzazione : vita utile economica. La residua
possibilità di utilizzazione determinata considerando non solo la durata
fisica delle immobilizzazioni, ma anche la durata economica" ( che spesso
inferiore), cioè il periodo in cui si prevede che l’immobilizzazione sarà di
utilità per l’impresa. In questo caso occorre considerare anche il fenomeno
dell’obsolescenza.
• I criteri di ripartizione del valore d’ammortizzare: 1) a quote costanti 2)
basati sull’effettivo utilizzo 3) ammortamento accelerato-anticipato.
L’ammortamento deve iniziare quando il bene disponibile e pronto all’uso.
Valutazione successiva : le immobilizzazioni materiali devono essere valutate al
valore netto contabile ( VNC) (costo - ammortamento).
Qualora questo sia maggiore del valore recuperabile tramite l’uso o il prezzo di
mercato, sorge la necessità di operare una svalutazione. ( VNC > Vm o VR tramite
l’uso).
Contabilmente:
CE : B-10: costi della produzione.
SP : B-II: riduzione del valore delle immobilizzazioni.
Qualora in un periodo successivo la riduzione di valore è apportata si riveli non più
appropriata, il precedente costo deve essere ripristinato (totalmente o
2 casi : una perdita durevole di valore deve essere rilevata in conto economico se
riferita ad una attività iscritta al costo; mentre deve essere trattata con una
diminuzione della riserva di rivalutazione se riferita ad attività iscritta al valore
rivalutato.
La normativa fiscale : TUIR.
L’art 86 TUIR : le plusvalenze dei beni relativi all’impresa concorrono a formare il
reddito:
• se sono realizzate mediante cessione a titolo oneroso.
• Si sono realizzate mediante risarcimento, anche in forma assicurativa per la
perdita o il danneggiamento di beni.
• Se i beni vengono assegnati ai soci o destinati a finalità estranee all’esercizio
dell’impresa.
La plusvalenza costituita dalla differenza tra il corrispettivo, al netto degli
oneri accessori di diretta imputazione, e il costo non ammortizzato.
L’art 101 TUIR : le minusvalenze sono fiscalmente deducibili se realizzate nei limiti
previsti dall’articolo 86 TUIR.
L’art 102 TUIR: le quote di ammortamento del costo dei beni materiali, strumentali
per l’esercizio dell’impresa, sono deducibili a partire dall’esercizio di entrata in
funzione del bene.
I coefficienti sono stabiliti per categorie di beni omogenei in base al normale
periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi.
La deduzione è ammessa nei limiti stabiliti dai coefficienti ministeriali, ridotti della
metà nel primo esercizio.
2424 bis : Accertata l’utilità pluriennale dei costi relativi a risorse immateriali, la
loro iscrizione tra le attività dello stato patrimoniale rappresenta un obbligo per i
beni immateriali (soggetti a tutela giuridica) e per l’avviamento (se pagato a terzi)
2426 : «3. l’immobilizzazione che, alla data della chiusura dell’esercizio, risulti
durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2)
deve essere iscritta a tale minor valore; questo non può essere mantenuto nei
successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata; questa
disposizione non si applica a rettifiche di valore relative all’avviamento».
«6. L’avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del
collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso
sostenuto. L’ammortamento dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita
utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile stimarne attendibilmente la vita
utile, è ammortizzato entro un periodo non superiore a dieci anni. Nella nota
integrativa è fornita una spiegazione del periodo di ammortamento
dell’avviamento”.
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI :
OIC 9
La norma di legge prevede che quando vengono meno in tutto o in parte le cause
che hanno determinato la svalutazione, questa non può essere mantenuta: il
valore originario deve essere ripristinato al netto degli ulteriori ammortamenti
non calcolati a causa della precedente svalutazione. Non è possibile ripristinare la
svalutazione rilevata sull’avviamento e sugli oneri pluriennali.
IripristinidivaloresonorilevatinellavoceA5“altriricavieproventi”.
OIC 24
Si definisce avviamento l'attitudine di un'azienda a produrre reddito (o meglio, a
produrre un reddito in misura superiore a quella mediamente richiesta dal settore
per un’azienda avente un patrimonio netto rettificato pari a quello dell’azienda
considerata del settore). Esso è rappresentato da un insieme indistinto di
condizioni immateriali che esprimono la capacità competitiva dell’impresa
(immagine aziendale, clientela, organizzazione, management, prodotti, rete
commerciale)
Il valore dell'avviamento da iscrivere nel bilancio d'esercizio, si determina per
differenza fra il prezzo complessivo sostenuto per l'acquisizione dell'azienda
(oilvalorediconferimentodellamedesima)edilvalorecorrente(dimercato)
attribuitoaglialtrielementipatrimonialiattiviepassivichelacompongono.
• Altre fattispecie
CREDITI PER IMPOSTE ANTICIPATE :
DOPO AVER ILLUSTRATO BREVEMENTE IL SIGNIFICATO DEI FONDI PER RISCHI PER
SPESE FUTURE, INDICA, PER CIASCUNA DELLE SITUAZIONI SOTTO INDICATE, IL
RELATIVO TRATTAMENTO NEL BILANCIO DI ESERCIZIO (EVENTUALI VOCI DI
BILANCIO INTERESSATE E RELATIVO IMPORTO), CON SINTETICA MOTIVAZIONE :
A) E’ STATO NOTIFICATO DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE UN ACCERTAMENTO,
PENDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI £800 : IL FISCALISTA RITIENE
CHE VI SIA UN RISCHIO DI SOCCOMBENZA PROBABILE STIMATO DI £500
B) UN CLIENTE HA INTENTATO UNA CAUSA LEGALE DI RISARCIMENTO DANNI,
PENNDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO, CON RICHIESTA DI £400 : IL
LEGALE RITIENE CHE VI SIA UN RISCHIO DI SOCCOMBENZA POSSIBILE
STIMATO IN £80
C) UN FORNITORE HA INTENTATO UNA CAUSA LEGALE DI RISARCIMENTO
DANNI, PENDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI £200 : IL LEGALE
RITIENE DEL TUTTO INFONDATA TALE RICHIESTA
- FAIR VALUE 95
- VALORE IN USO 90 ,
INDICA IL VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO, FORNENDONE ANCHE SINTETICA
MOTIVAZIIONE, SECONDO IL CC, I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E I PRINCIPI
CONTABILI INTERNAZIONALI (IAS/IFRS)
TUIR: la disciplina fiscale individua in analogia al codice civile due classi di valori:
1. attività finanziarie immobilizzate: se risultano iscritti in bilancio come
immobilizzazione sono considerati tali anche del diritto tributario.
2. Attività finanziarie appartenenti all’attivo circolante: destinate ad essere
negoziate.
Gli aspetti di maggior rilievo riguardano la deducibilità delle minusvalenze.
A fronte della normativa civilistica che impone di svalutare le immobilizzazioni
finanziarie in ipotesi di durevole riduzione di valore, le norme fiscali fissano
precise regole sulla determinazione delle minusvalenze deducibili in sede di
calcolo del reddito imponibile.
Le minusvalenze riguardanti le immobilizzazioni finanziarie sono deducibili per un
importo non superiore alla differenza tra il costo fiscalmente riconosciuto e quello
risultante: a) per le partecipazioni quotate il riferimento la media aritmetica dei
prezzi dell’ultimo semestre. (Costo fiscalmente riconosciuto - media aritmetica dei
prezzi dell’ultimo semestre). b) per le partecipazioni non quotate si utilizza il
metodo del confronto tra patrimoni netti . ( Costo fiscalmente riconosciuto -
metodo del confronto tra patrimonio netto ).
Le partecipazioni che costituiscono attivo circolante sono assimilate le giacenze di
magazzino, pertanto la variazione delle rimanenze finali concorrono a formare il
reddito di esercizio.
DOPO AVER BREVEMENTE ILLUSTRATO I CONCETTI DI FIFO E LIFO IMPIEGATI PER
LA DETERMINAZIONE DEI MOVIMENTI DELLE RIMANENZE DI MAGAZZINO,
PRESENTA UN ESEMPIO NUMERICO DI VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE DI
PRODOTTI FINITI CON IL METODO FIFO
Il codice civile dispone che il costo dei beni fungibili può essere calcolato col
metodo della media ponderata o con quelli "prima entrato primo uscito" o "ultimo
entrato, primo uscito" (articolo 2126, numero 10.).
FIFO : first-in, first out; il metodo primo entrato, primo uscito assume che le
quantità acquistate o prodotte in epoca più remota siano le prime ad essere
vendute o utilizzate in produzione, per cui restano in magazzino le quantità
relative agli acquisti o alle produzioni più recenti. E’ un metodo che rispecchia in
molti casi il flusso fisico delle voci di magazzino (soprattutto i prodotti deperibili. Il
magazzino quindi valutato al costo delle materie prime acquistate più
recentemente. ( CE : ricavi recenti vs costi meno recenti)
LIFO : last-in, first-out; il metodo ultimo entrato, primo uscito assume che le
quantità acquistate o fabbricate più recentemente siano le prime essere utilizzati
in produzione o a essere vendute, per cui restano in magazzino le quantità più
vecchie. (Ovviamente l’impiego di questo metodo non può rispecchiare l’effettivo
funzionamento di un magazzino composto da merce deperibile).
Si valorizza il magazzino con i prezzi quindi meno recenti.
Le quantità acquistate o prodotte più recentemente sono le prime a essere
vendute o utilizzati in produzione per cui restano in magazzino le quantità relative
agli acquisti o alle produzione più remoti.
Come già detto un metodo che non rispecchia in molti casi il flusso fisico delle voci
di magazzino; tuttavia è più stabile del FIFO. ( CE: ricavi recenti vs costi recenti).
Esistono tre modi di calcolare il LIFO :
• Lifo di periodo : prevede l’applicazione della logica LIFO alle movimentazioni
complessive verificatesi in un determinato arco temporale, ipotizzato che
tutti gli scarichi del magazzino avvengono alla fine del periodo.
• Lifo Continuo : si applica rigorosamente rispettando l’ordine cronologico dei
movimenti di magazzino
• Lifo a scatti : un metodo che stratifica le rimanenze considerandole
separatamente per esercizio di formazione; occorre quindi confrontare le
quantità in giacenza a fine esercizio con quelle in rimanenza ad inizio
esercizio.
Si prendono sempre le quantità meno recenti, determinate per con diverse
fattispecie.
Esempio sul libro con tabelle. PAG 321.
ILLUSTRA LA VALUTAZIONEDELLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
RAPPRESENTATE DA COSTI DI IMPIANTO E AMPLIAMENTO, DAL PUNTO DI VISTA
DEL CC, DEI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI, DEI PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI E DELLA NORMA FISCALE
Le immobilizzazioni immateriali sono beni caratterizzati dalla mancanza di
tangibilità.
Sono quindi beni intangibili.
Sono beni destinati ad essere usati durevolmente ma di tipo intangibile. Sono
costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma
manifestano i benefici economici in un arco temporale di più esercizi.
Per le imprese italiane che adottano per la prima volta gli IAS /IFRS c’era necessità
di stornare dalle immobilizzazioni immateriali i costi di impianto e ampliamento e
i costi di start-up.
2.)costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità ( voce BI 2, SP ATTIVO) :
I costi di ricerca e sviluppo si suddividono in :
• ricerca pura (di base): studi e ricerche con utilità generiche volte al
generico progresso delle conoscenze scientifiche affinchè l’azienda
mantenga uno standard tecnologico, evitando senescenza e obsolescenza.
• Ricerca applicata: legata ad uno specifico processo-prodotto o volta
all’individuazione della potenziale utilizzazione economica dei risultati della
ricerca pura.
• Sviluppo: l’attività di sviluppo riguarda studi svolti ad utilizzare i risultati
della ricerca applicata nella produzione dell’impresa. Condizione per
l’iscrizione in bilancio è la probabilità del futuro successo economico dei
prodotti di studio e ricerca. Costi di ricerca di base NON sono capitalizzabili
a causa dell’impossibilità di quantificare il loro contributo nella generazione
di risultati economici positivi. I costi di ricerca applicata e sviluppo SONO
capitalizzabili e quindi ammortizzabili ( FACOLTA’) nel limite del rispetto del
principio della RECUPERABILITA’ del costo attraverso i benefici futuri
derivanti dall’investimento.
L’ammortamento a quote costanti e non superiore ai cinque anni. (NO > 5
anni).
I costi di pubblicità: rientrano in questa voce i soli costi pubblicitari, che
nella sostanza sono assimilabili ai costi di impianto e ampliamento, in
quanto relativi al lancio di un nuovo prodotto o all’avvio di una nuova
attività produttiva.
Sono capitalizzabili si ricorrano le seguenti condizioni:
• se hanno utilità prospettica in più esercizi.
• Devono avere carattere di eccezionalità, legati al lancio di un nuovo
elemento specifico.
Non possono essere capitalizzate le spese sostenute per campagne pubblicitarie
"di sostegno".
L’Art 108 del TUIR parla solo di spese di pubblicità e propaganda.
Afferma che esse sono deducibili: nell’esercizio in cui sono state sostenute ; a
quote costanti nell’esercizio stesso e nei quattro successivi.
Una volta che la titolarità del bene entra in azienda ( dopo che entrano a far parte
pienamente della proprietà aziendale) , i costi iscritti in questa voce sono
riclassificati nella voce a cui appartengono e comincia il processo di
ammortamento secondo le regole della tipologia.
Anche sotto il profilo fiscale ( Art. 102 TUIR) queste immobilizzazioni non
rientrano tra quelle ammortizzabili dato che l’art precisa che le quote di
ammortamento sono deducibili a partire dal periodo di imposta nel quale il bene
stato utilizzato.
Le imprese che adottano gli IAS possono iscrivere le immobilizzazioni in corso
come costi di sviluppo in corso a cui devono essere applicati i principi per
l’iscrizione in bilancio dei costi di sviluppo.
Nel caso in cui queste immobilizzazioni sono significative esse possono
rappresentare un’autonoma categoria.
Non sono ammortizzabili, ma soggetti a impairment test. (Verifica, disciplinata
dallo IAS 36, che ha la finalità di accertare se un’attività abbia subito o meno una
riduzione di valore.
Tale esame avviene mediante il confronto del valore contabile con il valore
recuperabile calcolato come il maggiore tra il fair value (➔) e il value in use. E’ una
delle importanti novità introdotte dai principi contabili internazionali IAS/IFRS (➔
IAS), che impongono l’obbligo di sottoporre annualmente a i. t.
3. Sconti e abbuoni;
4. Interessi non maturati.
Perdite per inesigibilità:
Il caso in questione prevede l’accensione di un conto apposito, denominato
"Fondo svalutazione crediti", di importo sufficiente a coprire sia le perdite per
inesigibilità già manifestatisi, sia quelle che temiamo possano manifestarsi.
Per rispetto ai principi di competenza economica e di prudenza, tali perdite non
devono essere inserite nel conto economico, bensì rilevate nell’apposito fondo, da
cui storneremo i crediti risultanti effettivamente inesigibili. Le fasi da affrontare
nel processo di svalutazione sono le seguenti:
1. determinazione delle perdite presunte per ogni avvenuta manifestazione di
inesigibilità;
2. stima delle perdite temute;
3. analisi di aging, ovvero valutazione degli indici di anziani fra crediti scaduti e
quelli relativi ad esercizi precedenti;
4. valutazione delle condizioni economiche generali del sistema in cui l’azienda
immersa (settore, Paese).
Resi e rettifiche di fatturazione :
Accade a volte che alcune merci da noi vendute risultino difettose oppure che
siano eccedenti. In questo caso l’azienda dovrà correttamente valutare quanti resi
e quante rettifiche di fatturazione potrebbero verificarsi, nel caso questo
fenomeno sia ricorrente.
In questo caso bisognerà provvedere a calcolare una stima di tali accadimenti e
provvedere a stanziare fondi per tali eventualità.
Sconti e abbuoni:
Se la nostra azienda solita applicare sconti e abbuoni, sarà necessario stanziare
ugualmente un fondo, prevedendo l’entità di tali sconti e abbuoni e rettificare i
valori in bilancio.
Interessi non maturati:
Gli interessi non maturati inclusi nel valore dei crediti debbono essere riscontati:
essi infatti non sono un’attività.
Per i crediti a lungo termine si pone anche il problema dell’attualizzazione,
provvedendo inoltre allo scorporo degli interessi.
Tale interesse sarà uguale alla differenza fra il valore nominale del credito e il suo
valore attualizzato.
Tale interesse dovrà essere quindi suddiviso per tutti gli esercizi amministrativi
nella cui competenza rientra.
L’attualizzazione dei crediti prevede la rilevazione della vendita e l’iscrizione degli
interessi attivi in "dare/+" del conto economico, in modo da rettificare i ricavi, e la
conseguente iscrizione fra i risconti passivi di tale interesse nello stato
patrimoniale.
I seguenti crediti non possono essere soggetti ad attualizzazione:
• crediti sorti con la gestione normale che saranno esigibili nel prossimo
esercizio;
• crediti che non prevedono la restituzione in quanto versati come "acconto"
per l’acquisizione di un bene;
• crediti con tasso di interesse basso; crediti per i quali abbiamo ricevuto
garanzie e/o cauzioni. )).
Il valore nominale dei crediti rettificato con un fondo svalutazione crediti
sufficiente a coprire:
• Le perdite certe per inesigibilità
• Le perdite presunte.
Esistono due metodi per determinare la svalutazione:
1. Metodo Analitico: l’accantonamento effettuato di un’analisi dettagliata di
tutte le posizioni creditorie in essere, una per una.
2. Metodo sintetico (il più utilizzato): l’accantonamento effettuato sulla base
di una percentuale di svalutazione applicata a categorie omogenee di
crediti, sulla base della storia dell’azienda dei crediti presunti non esigibili.
Il limite: consentito utilizzare tale metodo solo se conduce ai medesimi
risultati delle analisi.
Dato che si verificano rettifiche di fatturazione (resi ,sconti e abbuoni) dopo la
chiusura del bilancio necessario stanziare un fondo a Stato patrimoniale.
Gli interessi NON maturati non rappresentano ancora un’attività per l’impresa e
pertanto vanno riscontrati, cioè i crediti vengono attualizzati ( attualizzazione
crediti risconti).
Gli IAS/ IFRS affermano che è possibile iscrivere un credito di bilancio solo quando
sono stati trasferiti i rischi (prevale la sostanza sulla forma, principio contabile
della sostanza sulla forma).
Inoltre si considera l’orizzonte temporale lungo il quale il credito diventerà
esigibile: la classificazione avviene in base al criterio della liquidità/esigibilità.
I crediti vanno valutati al FAIR VALUE del corrispettivo ricevuto o spettante,
tenendo conto degli sconti commerciali. TUIR : l’art 106 TUIR : afferma che,
l’accantonamento al fondo svalutazione crediti deducibile nel limite del 50% dei
crediti stessi; la deduzione non più ammessa quando l’ammontare complessivo
delle svalutazioni ha raggiunto il 5% dei crediti risultanti in bilancio.
Le perdite su crediti sono deducibili limitatamente alla parte che eccede
l’ammontare complessivo delle svalutazioni e degli accantonamenti nei precedenti
esercizi.
L’art 102 TUIR dice che, per il primo esercizio, le rimanenze devono essere valutate
al costo unitario medio, dall’esercizio successivo, si possono adottare
indistintamente i tre metodi previsti; non ammesso tuttavia il LIFO a scatti.
ILLUSTRA LE MODALITA’ DI VALUTAZIONE NEL BILANCIO D’ESERCIZIO DELLE
RIMANENZE DI PRODOTTI FINITI DAL PUNTO DI VISTA DEL CC, DEI PRINCIPI
CONTABILI NAZIONALI E DELLA NORMA FISCALE
Le rimanenze sono costituite dai beni destinati alla vendita e da fattori produttivi a
veloce ciclo di utilizzo, che concorrono alla loro produzione, tenuti in scorta nei
magazzini, negli stabilimenti o presso terzi.
Tra le principali rimanente abbiamo i prodotti finiti , beni che derivano dall’attività
di trasformazione compiuta all’interno dell’impresa.
La rappresentazione delle rimanenze di prodotti finiti avviene sia nello stato
patrimoniale che nel conto economico.
Nello stato patrimoniale ( art 2424 Cc) : voce C — attivo circolante- I rimanenze —
4) prodotti finiti e merci.
Nel Conto Economico ( art. 2425 Cc) : si ha il concetto di variazione delle
rimanenze.
Voce A2 : variazione delle rimanenze dei prodotti finiti, in corso di lavorazione e
semilavorati. ( RF — RI).
In nota integrativa: si deve indicare, se apprezzabile, la differenza tra il valore delle
rimanenze calcolato secondo il metodo Lifo, Fifo o il metodo della media
ponderata e quello determinato sul fondamento dei costi correnti alla chiusura
dell’esercizio ( art 2426 Cc).
NB : in nota integrativa : valore determinato con lifo, fifo, o media — valore al fair
value.
Prodotti e merci di proprietà dell’impresa ma fisicamente presso terzi, in conto
deposito, lavorazione, prova, fanno parte delle rimanenze dell’impresa. (Passaggio
di proprietà sostanziale e non formale).
L’articolo 2426 Cc stabilisce che le rimanenze devono essere iscritte: 1. al costo di
produzione: costo d’acquisto + costo industriale diretti e indiretti + oneri
finanziari.
Esistono due metodi d’imputazione dei costi: