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Domande Esame METODOLOGIE

Metodologie E Determinazioni Quantitative D'Azienda (Università Cattolica del Sacro


Cuore)

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DOMANDE METODOLOGIE
PRIMA PARTE
DOPO AVER COMMENTATO LA SEGUENTE ESPRESSIONE USATA DAL LEGISLATORE
ALL’ART 2423 CC “IL BILANCIO DEVE ESSERE REDATTO CON CHIAREZZA E DEVE
RAPPRESENTARE IN MODO VERITIERO E CORRETTO LA SITUAZIONE PATRIMONIALE E
FINANZIARIA DELLA SOCIETA’ E IL RISULTATO ECONOMICO D’ESERCIZIO”, CHIARISCA IL
RAPPORTO STABILITO DAL LEGISLATORE TRA QUESTA DISPOSIZIONE DI LEGGE E LE
DISPOSIZIONE DEGLI ARTICOLI SEGUENTI, ILLUSTRANDO LE CONSEGUENZE CHE NE
DERIVANO IN SEDE DI REDAZIONE DEL BILANCIO DI ESERCIZIO
CHIAREZZA: Capacità del bilancio di consentire ai terzi di comprendere e giudicare nel
modo migliore possibile la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico
dell’esercizio.
Il bilancio deve essere: comprensibile a tutti i soggetti interessati alla gestione
dell’impresa e, deve essere trasparente nel processo di formazione sostanziale e
rappresentazione formale
Il principio di chiarezza attiene innanzitutto alla forma di esposizione.
Consiste in una rappresentazione formale dei conti che permetta ai fruitori del bilancio di
comprenderne il contenuto.
Tale principio trova esplicitazione normativa nell’art. 2423-ter, attraverso cui il
Legislatore impone:
1. Il rispetto degli schemi di bilancio definiti; il rispetto dell’ordine di esposizione
delle voci; il divieto di raggruppamento di voci; l’obbligo di inserimento di nuove
voci
2. L’adattamento delle voci quando la natura dell’attività esercitata lo esige
3. La comparabilità delle voci
4. Il divieto di compensi di partite
Tale imposizione legislativa ha il duplice obiettivo di perseguire la standardizzazione
deibilanciediconsentirecomparazionideibilancinellospazioeneltempo.
IN MODO VERITIERO: I criteri valutativi devono essere ispirati a esigenze di reale
rappresentazione della dinamica economica, ferma restando l’ineliminabile
discrezionalità tecnica.
Riguarda innanzitutto i criteri di valutazione :
• Aspetto formale (rispetto delle regole e delle procedure stabilite per una corretta
redazione)

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• Aspetto sostanziale (capacità del bilancio di trasmettere informazioni attendibili e


credibili)
Ci deve essere inoltre affidabilità nelle informazioni trasmesse
IN MODO CORRETTO: Per le classi di valore soggette a processi valutativi, occorre
adottare criteri di calcolo economico definiti in modo coerente con le norme di legge,
con i postulati di bilancio e con i principi contabili applicativi.
Ci deve essere :
• Coerenza dei dati con la situazione effettiva dell’impresa
• Applicazione di criteri valutativi tecnicamente corretti (correttezza implicita nella
veridicità)
• Comunicazione dei dati in modo non deviante ne ingannevole(esplicitazione del
principio di buona fede in senso giuridico)
Il principio di correttezza si sostanzia in quattro aspetti :
1. Correttezza aritmetica (sempre)
2. Correttezza economica (riguardo all’attendibilità)
3. Onestà e neutralità nel processo di costruzione del bilancio
4. Rispetto delle regole valutative stabilite dalla legge e dai principi contabili
ARTICOLO 2423 BIS :
IN MODO VERITIERO E CORRETTO :
Competenza :
L’applicazione del principio di competenza (e di prudenza) imporrebbe la non iscrizione
del ricavo (e dell’utile atteso misurato dalla differenza tra ricavo pattuito e somma dei
costi sostenuti per effettuare l’intero processo produttivo) nei primi due anni, finché (al
terzo anno) l’imbarcazione sarà consegnata al cliente e il ricavo “realizzato”.
In tal modo, il bilancio di esercizio del primo e del secondo anno non darebbe alcuna
evidenza dei ricavi e dell’utile derivanti dalla produzione di questa imbarcazione, che in
base al principio di competenza andrebbero iscritti al terzo anno, in antitesi con la
“rappresentazione veritiera e corretta” del risultato economico prodotto nei primi due
anni dall’impresa con riferimento al “lavoro in corso su ordinazione”.
Continuazione dei criteri di valutazione :
Tale principio, inoltre: rende operativa la clausola della rappresentazione veritiera e
corretta; realizza il principio della neutralità del bilancio; può essere derogato solo in casi
eccezionali.

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L’OIC 29 “Cambiamenti di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzioni di


errori, fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio” prevede disposizioni applicative
nel caso di cambiamento del criterio di valutazione.
Pluralità dei criteri adottabili ( alternative di scelte nelle valutazioni ; molteplicità di
configurazioni del costo)
Motivi tipici di deroga alla continuità dei criteri di valutazione (modificazione di attività ;
ingresso dell’impresa in un gruppo
I vincoli in nota integrativa sono : motivazioni e influenza sulla situazione patrimoniale –
finanziaria e sul risultato economico)
Rilevanza :
Il comma 4 dell’articolo 2423 del codice civile prevede che non occorre rispettare gli
obblighi di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro
osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione veritiera e
corretta.
Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta delle scritture contabili.
Le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno dato attuazione a
tale principio.
CHIAREZZA : nulla nell articolo 2423 bis

DOPO AVER ILLUSTRATO LA FINALITA’ DELLA NOTA INTEGRATIVA, INDICHI LE


INFORMAZIONI CHE IL REDATTORE DEL BILANCIO DI ESERCIZIO DEVE RIPORTARE
NELLA NOTA INTEGRATIVA CON RIFERIMENTO ALLA VOCE “IMMOBILIZZAZIONI”,
AI SENSI DEL PUNTO N 2 DELL’ARTICOLO 2427 DEL CC
La nota integrativa una parte integrante del bilancio d’esercizio, ha la funzione di
descrivere e informare i destinatari del bilancio non solo sull’origine e le
caratteristiche dei valori quantitativi, ma evidenziando la modalità con cui la
gestione si svolta.
La nota integrativa permette di completare i dati dei prospetti contabili (Stato
patrimoniale e Conto economico), fornendo ulteriori informazioni quantitative e
descrittive; e di esplicitare determinati comportamenti soprattutto in merito alle
valutazioni effettuate, alle deroghe a determinate disposizioni di legge, ecc.
In Italia, il contenuto informativo minimo della nota integrativa è prescritto
dall’Art. 2427 del Codice Civile.
La nota integrativa deve indicare, i movimenti delle immobilizzazioni, specificando
per ciascuna voce:

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• il costo originario
• le precedenti rivalutazioni,
• ammortamenti e svalutazioni;
• le acquisizioni
• gli spostamenti da una ad altra voce
• le alienazioni avvenuti nell’esercizio;
• le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni effettuati nell’esercizio;
• il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla
chiusura dell’esercizio;
La nota integrativa deve dunque riassumere sostanzialmente la "storia" di ogni
posta delle immobilizzazioni, indicando il costo originario, le rivalutazioni, gli
ammortamenti, ulteriori svalutazioni fino all’inizio dell’esercizio: si giunge così al
valore netto che quella posta aveva all’inizio dell’esercizio; devono poi essere
indicate le acquisizioni a quella posta (acquisti, produzioni l’economia),
spostamenti di beni da altre poste a quella (per esempio : da "immobilizzazioni in
corso" a "impianti ) e reciprocamente da quella posta ad altre (da "macchinari" a
"rimanenze", se si decide di dismettere il macchinario ); Alienazioni.
ILLUSTRA IL POSTULATO DELLA COMPETENZA, RICORRENDO ANCHE AD
OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI A SCELTA
Partendo dalla definizione del principio di competenza: le operazioni devono
essere rilevate contabilmente quando avvengono e non nel momento in cui
avviene la loro manifestazione monetaria, al fine di mantenere la correlazione tra
costi e ricavi di esercizio.
L’effetto delle operazioni e degli altri eventi deve essere rilevato contabilmente
ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono e NON a
quello in cui si concretizzano i relativi movimenti di numerario (incassi e
pagamenti). ( Si considera quindi la maturazione economica).
La determinazione dei risultati d’esercizio implica un procedimento di
identificazione, misurazione e di correlazione di ricavi e costi relativi ad un
esercizio. I ricavi devono essere riconosciuti quando si verificano due condizioni:
• il processo produttivo dei beni dei servizi è stato completato
• lo scambio è già avvenuto, si è cioè verificato il passaggio sostanziale e non
formale del titolo di proprietà.
I costi devono essere correlati ai ricavi dell’esercizio, e tale correlazione si realizza:

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• per associazione di causa-effetto tra costi e ricavi ¥ per ripartizione


dell’utilità o funzionalità pluriennale su base razionale e sistematica ( es:
Ammortamento).
• Per imputazione diretta di costi al conto economico.
Secondo i principi contabili internazionali, ai fini di soddisfare la propria finalità il
bilancio è preparato secondo il principio della contabilizzazione per competenza.
In base a questo, gli effetti delle operazioni e degli eventi sono rilevati quando
essi si verificano (e non quando viene ricevuto o versato denaro o suo
equivalente). (esempio : Nel metodo della percentuale di completamento per i
lavori in corso su ordinazione prevale il principio di competenza su quello di
prudenza: il margine positivo di commessa riconosciuti in funzione
dell’avanzamento dei lavori.).
Il bilancio preparato secondo il principio della competenza informa gli utilizzatori
non solo sulle operazioni passate che hanno comportato pagamento e incasso di
denaro, ma anche sulle obbligazioni a pagare denaro in futuro e sulle attività in
denaro da ricevere in futuro.
Perciò fornisce la tipologia di informazione in merito ad operazioni e altri eventi
passati più utile per gli utilizzatori nel prendere decisioni economiche. ( es.
classico: immobilizzazioni. )
ILLUSTRA FINALITA’ E IL CONTENUTO DELLA RELAZIONE SULLA GESTIONE (ART
2428 CC)
La relazione sulla gestione è un documento redatto dagli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione,
dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori
in cui ho operato, anche attraverso imprese controllate con particolare riguardo ai
costi, ai ricavi e agli investimenti.
La relazione sulla gestione è un documento informativo sull’andamento della
gestione e sulla situazione della società, redatto dagli amministratori della società,
che deve essere allegato al bilancio d’esercizio.
La relazione deve indicare i settori in cui ha operato la società, con riferimento ai
costi, ai ricavi e agli investimenti.
La finalità: informare sulla situazione e sull’andamento della società.
La relazione deve contenere:

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• evidenziazione dei più rilevanti andamenti strategico/gestionali


• evidenziazione dei fenomeni dinamici importanti: 1) attività di ricerche e
sviluppo; 2) fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ; 3)
evoluzione prevedibile della gestione ; 4) rapporti con imprese controllate,
collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di quest’ultime ; 5)
numero e il valore nominale delle azioni proprie quote di società
controllanti possedute, acquistate o alienate dalla società.
• Informazioni sul rischio finanziario: 1) l’uso di strumenti finanziari ; 2)
politiche di gestione del rischio ; 3) esposizione della società a rischio di
prezzo, di credito, di liquidità, di variazione dei flussi finanziari.
ILLUSTRA IL POSTULATO DELLA PRUDENZA NEL CODICE CIVILE, NEI PRINCIPI
CONTABILI NAZIONALI E NEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONLI (IAS/IFRS),
INDICANDO ANCHE UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE DI TALE POSTULATO CON
RIFERIMENTO AI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E UN ESEMPIO CON
RIFERIMENTO AI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI
CODICE CIVILE :
Il principio della prudenza si estrinseca essenzialmente nella regola secondo la
quale i profitti non realizzati non devono essere contabilizzati, mentre tutte le
perdite anche se non definitivamente realizzate devono essere riflesse in bilancio.
(Ricavi solo se certi, perdite anche se presunte).
Il principio della prudenza rappresenta uno degli elementi fondamentali del
processo formativo del bilancio.
I suoi eccessi però devono essere evitati perché sono pregiudizievoli per l’interesse
degli azionisti e rendono il bilancio inattendibile e non corretto.
Il principio della prudenza deve rappresentare la qualità dei giudizi che stanno alla
base del procedimento valutativo di formazione del bilancio, ci soprattutto nella
valutazione delle incertezze e dei rischi al fine di assicurare che ragionevoli
stanziamenti vengano effettuati in previsione di perdite potenziali.
L’applicazione del principio della Prudenza, comporta che gli elementi che
compongono le singole poste o voci delle attività o passività siano valutati
individualmente per evitare compensi tra perdite che devono essere riconosciute
e profitti che non devono essere riconosciuti in quanto non realizzati.
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI :

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L’articolo 2423-bis, comma 1, n. 1, del codice civile, prevede che la valutazione


delle voci di bilancio sia fatta secondo prudenza. La valutazione delle voci secondo
prudenza comporta la ragionevole cautela nelle stime in condizioni di incertezza.
Come previsto dall’art. 2423-bis, comma 1, n. 5, del codice civile, il principio della
prudenza comporta che gli elementi eterogenei componenti le singole voci siano
valutati separatamente. Ad esempio, nell’OIC 13 “Rimanenze” si precisa che la
valutazione delle rimanenze si effettua autonomamente per ciascuna categoria di
elementi che compongono la voce, nel rispetto della previsione di legge.
Così evitando che i plusvalori di alcuni elementi possano compensare i
minusvalori di altri.
L’art. 2423-bis comma 1, n. 2, del codice civile, stabilisce che si possono indicare
esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio, mentre il
comma 1, n. 4, prevede che si deve tener conto dei rischi e delle perdite di
competenza dell'esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo.
Le richiamate norme delineano un effetto asimmetrico nella contabilizzazione dei
componenti economici, con prevalenza del principio della prudenza rispetto a
quello della competenza.
Infatti, gli utili non realizzati non devono essere contabilizzati, mentre tutte le
perdite, anche se non definitivamente realizzate, devono essere riflesse in
bilancio.
Le eccezioni a detto principio di asimmetria sono espressamente individuate dalle
disposizioni del codice civile, come nel caso di variazioni positive e negative del fair
value degli strumenti finanziari derivati e degli utili e perdite su cambi non
realizzati, derivanti dalla conversione di attività e passività in valuta non ancora
regolate alla data di chiusura dell’esercizio.
Oltre a prevedere regole attuative di quanto previsto dalle legge in materia di
prudenza, l’OIC individua anche altre fattispecie che rappresentano la declinazione
pratica del postulato stesso. Ad esempio, gli utili derivanti dall’iscrizione di
imposte anticipate ai sensi dell’OIC 25 “Imposte sul reddito” sono rilevati solo se
ragionevolmente certi, mentre tale cautela non è prevista per le imposte differite.
Altro esempio riguarda il trattamento in bilancio delle attività potenziali.
Ai sensi dell’OIC 31 “Fondi rischi e oneri e TFR” le attività e gli utili potenziali,
anche se probabili, non sono rilevati in bilancio per il rispetto del principio della
prudenza.
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI:

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i redattori dei bilanci, per altro, devono confrontarsi con le incertezze che
inevitabilmente circondano molti eventi e circostanze, quali il realizzo di crediti di
dubbia esigibilità, la probabile vita utile di impianti e macchinari e il numero di
reclami che possono essere inoltrati durante il periodo di garanzia.
Tali incertezze sono rilevate tramite l’evidenziazione della loro natura e misura e
tramite l’esercizio della prudenza nella preparazione del bilancio.
La prudenza consiste nell’impiego di un grado di cautela nell’esercizio dei giudizi
necessari per l’effettuazione delle stime richieste in condizioni di incertezza, in
modo che le attività o i ricavi non siano sovrastimati e le passività o i costi non
siano sottostimati.
Tuttavia, l’esercizio della prudenza non consente, per esempio, la creazione di
riserve occulte o accantonamenti eccessivi, la sottostima deliberata di attività o
ricavi o la sovrastima deliberata di passività o costi, poiché il bilancio non sarebbe
neutrale e quindi, non avrebbe la caratteristica dell’attendibilità.
ILLUSTRA IL PRINCIPIO DELLA PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA,
FORNENDO ALMENO UN ESEMPIO
L’articolo 2423-bis del C.C n1 recita: “La valutazione delle voci deve essere fatta
secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività, nonchè
tenendo conto della funzione economica (dell’essenza, vera natura) dell’elemento
dell’attivo o del passivo considerato”.
Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma implica che gli eventi e i
fatti della gestione siano rilevati sulla base della sostanza economica (cioè
sull’essenza, sulla vera natura) e non sulla base degli aspetti meramente formali.
Salvo diversa disposizione di legge, deve essere privilegiata la rappresentazione
della sostanza economica rispetto alla forma giuridica dell’operazione.
Nell’ambito dei principi contabili internazionali (PCI), questo principio
rappresenta uno dei cardini fondamentali sui quali si basa l’intera disciplina
relativa di bilancio.
Il framework afferma che qualora non esistesse una perfetta coincidenza tra
l’aspetto sostanziale e quello giuridico-formale di un’operazione, la sostanza
economica rappresenta l’elemento prevalente per la contabilizzazione,
valutazione ed esposizioni in bilancio.
Un esempio è rappresentato dal trattamento contabile del leasing finanziario :

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• Il metodo patrimoniale, il più diffuso in Italia, fa prevalere la forma


(Locazione) sulla sostanza.
Il locatario infatti iscrive solo costo di competenza dei cannoni in conto
economico.
• Il metodo finanziario (obbligatorio per PCI) fa prevalere la sostanza (cioè
l’acquisto di immobilizzazione finanziato da prestito) sulla forma.
Il locatario di iscrive nello Stato patrimoniale attivo il valore del cespite,
nello stato patrimoniale passivo il debito di finanziamento, a conto
economico iscrive le quote di ammortamento.
ILLUSTRA LE FINALITA’ E IL CONTENUTO DEL PUNTO N 3 DELL’ART 2427 CC “ LA
COMPOSIZIONE DELLE VOCI – COSTI DI IMPIANTO E AMPLIAMENTO – E – COSTI DI
RICERCA, DI SVILUPPO E DI PUBBLICITA’ - , NONCHE’ LE RAGIONI DELL’ISCRIZIONE
E O RISPETTIVI CRITERI DI AMMORTAMENTO”
L’articolo 2423 “Redazione del bilancio” del Codice Civile che stabilisce, al comma
3, una prescrizione generale riguardante le informazioni complementari.
Si sopprime il riferimento alla voce “costi di ricerca e di pubblicità”, in quanto non è più
ammessa la capitalizzazione di questi ultimi. I costi di ricerca e pubblicità devono essere
gestiti come costi d’esercizio. Rimane fermo il richiamo ai soli costi di sviluppo.
CONSIDERAZIONE:
E’ consigliabile che i costi di ricerca e pubblicità, non più capitalizzabili nei bilanci a partire dal
2016, siano stornati facendoli transitare da conto economico già nei bilanci 2015 considerato
che, in caso contrario, vi sarebbe una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale contraria al
principio della prudenza civilistica.

POSTULATO DELLA COMPETENZA ECONOMICA NEL CC, PRINCIPI CONTABILI


NAZIONALI E PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI, INDICANDO ANCHE UN
ESEMPIO DI APPLICAZIONE DI TALE POSTULATO CON RIFERIMENTO AI PRINCIPI
CONTABILI NAZIONALI E UN ESEMPIO CON RIFERIMENTO AI PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI
CODICE CIVILE :
Il principio di competenza esprime il principio di base impiegato per assegnare il
risultato economico all’esercizio cui si riferisce il bilancio.
Tale principio prevede che costi e ricavi siano imputati all’esercizio al quale
possono essere ricondotte le operazioni di impiego dei fattori produttivi cui si
riferiscono i costi e le operazioni di cessione dei beni e di produzione dei servizi cui
si riferiscono i ricavi.
E questo indipendentemente dall’esercizio in cui si manifestano:

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• le variazioni di debito e di credito che accompagnano costi e ricavi che non


prevedano il regolamento immediato(ma prevedano regolamento differito
o anticipato);
• i pagamenti e gli incassi che perfezionano le operazioni di acquisto e di
vendita, i quali possono aver luogo: immediatamente, nel caso di costi e
ricavi a regolamento immediato; in forma differita o anticipata, nel caso di
costi e ricavi a regolamento differito o anticipato.
Poiché nel corso dell’esercizio i fatti di gestione vengono rilevati nel momento in
cui si registra la manifestazione numeraria (variazione di moneta e/o di credito), in
sede di chiusura è necessario effettuare alcune scritture di integrazione e rettifica
al fine di assicurare l’applicazione del principio di competenza.
I RICAVI devono essere riconosciuti e sono pertanto di competenza dell’esercizio
quando si verificano le seguenti due condizioni:
1) il processo di produzione dei beni e servizi da cui scaturisce il risultato
economico è stato completato;
2) lo scambio è già avvenuto, si è cioè verificato il passaggio sostanziale e non
formale del titolo di proprietà.
Tale momento è convenzionalmente rappresentato dalla spedizione o dal
momento in cui i servizi sono stati resi e sono fatturabili.
I COSTI devono essere correlati con i ricavi dell’esercizio. Detta correlazione
costituisce un corollario fondamentale del principio di competenza e intende
esprimere la necessità di contrapporre ai ricavi dell’esercizio i relativi costi, siano
essi certi o presunti.
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI :
al fine di soddisfare la propria finalità, il bilancio è preparato secondo il principio
della contabilizzazione per competenza.
In base a esso, gli effetti delle operazioni e degli eventi sono rilevati quando essi si
verificano (e non quando viene ricevuto o versato denaro o suo equivalente) ed
essi sono riportati nei libri contabili e rilevati nel bilancio degli esercizi cui essi si
riferiscono.
Il bilancio preparato secondo il principio della competenza informa gli utilizzatori
non solo sulle operazioni passate che hanno comportato pagamento e incasso di
denaro, ma anche sulle obbligazioni a pagare denaro nel futuro e sulle attività
rappresentative di denaro da ricevere in futuro.

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Perciò fornisce la tipologia di informazioni in merito a operazioni e altri eventi


passati più utile per gli utilizzatori nel prendere decisioni economiche.
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI :
L’articolo 2423-bis, comma 1, n. 3, del codice civile prevede che si debba tener
conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio indipendentemente
dalla data dell’incasso o del pagamento.
La competenza è il criterio temporale con il quale i componenti positivi e negativi
di reddito vengono imputati al conto economico ai fini della determinazione del
risultato d’esercizio.
In attuazione di tale previsione, le regole dei singoli principi contabili definiscono il
momento in cui la rilevazione nel conto economico dei fatti aziendali è conforme
al principio della competenza.
Ad esempio, ai sensi dell’OIC 15 “Crediti” i crediti originati da ricavi per operazioni
di vendita di beni sono rilevati in base al principio della competenza quando si
verificano entrambe le seguenti condizioni: il processo produttivo dei beni è stato
completato; e si è verificato il passaggio sostanziale e non formale del titolo di
proprietà assumendo quale parametro di riferimento, per il passaggio sostanziale,
il trasferimento dei rischi e benefici.
Il postulato della competenza richiede che i costi devono essere correlati ai ricavi
dell'esercizio.
Un esempio di correlazione tra costi e ricavi negli OIC riguarda la rilevazione di
risconti.
Ai sensi dell’OIC 18 “Ratei e risconti” l’iscrizione di risconti attivi comporta la
rettifica di costi iscritti al conto economico, al fine di correlarli a ricavi di
competenza di esercizi futuri.
INFORMAZIONI DA RIPORTARE NELLA NOTA INTEGRATIVA CON RIFERIMENTO
ALLE “PARTECIPAZIONI ”
La nota integrativa una parte integrante del bilancio d’esercizio, ha la funzione di
descrivere e informare i destinatari del bilancio non solo sull’origine e le
caratteristiche dei valori quantitativi, ma evidenziando la modalità con cui la
gestione si svolta.
La nota integrativa permette di completare i dati dei prospetti contabili (Stato
patrimoniale e Conto economico), fornendo ulteriori informazioni quantitative e

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descrittive; e di esplicitare determinati comportamenti soprattutto in merito alle


valutazioni effettuate, alle deroghe a determinate disposizioni di legge, ecc.
In Italia, il contenuto informativo minimo della nota integrativa è prescritto
dall’Art. 2427 del Codice Civile.
La nota integrativa deve indicare:
Contenuto obbligatorio :
1) criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio;
4) variazioni intervenute delle voci dell’attivo e del passivo;
5) elenco delle partecipazioni;
6) ammontare globale dei debiti di durata residua superiore a cinque anni;
8) ammontare degli oneri finanziari imputati nell’esercizio a voci dell’attivo;
11) ammontare dei proventi da partecipazioni, diversi dai dividendi;
18) azioni di godimento, obbligazioni convertibili in azioni e titoli emessi dalla
società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono;
Contenuto che può essere omesso :
2) movimenti delle immobilizzazioni;
3) composizione delle voci costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca, di
sviluppo e di pubblicità;
7) la composizione delle voci "ratei e risconti passivi" e della voce "altri fondi"
dello Stato patrimoniale, nonché la composizione della voce “altre riserve n”;
9) impegni non risultanti dallo Stato patrimoniale;
10) ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di
attività o secondo aree geografiche;
12) suddivisione degli interessi e altri oneri finanziari relativi a prestiti
obbligazionari, a debiti v/banche e altri;
13) composizione delle voci “proventi e oneri straordinari”;
14) motivi delle rettifiche di valore e degli accantonamenti eseguiti esclusivamente
in applicazione di norme tributarie e relativi importi;
15) numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria;

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16) ammontare dei compensi ad amministratori e sindaci;


17) numero e valore nominale di ciascuna categoria di azioni, numero e valore
nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l’esercizio.
Con riferimento alle Partecipazioni ( n.5 art 2427 Cc) : lo scopo della norma è
quello di ottenere le informazioni necessarie per verificare la correttezza delle
valutazioni effettuate in bilancio, nonchè quello di conoscere gli effettivi legami di
partecipazione dell’impresa che non traspaiono nei documenti contabili.
NB: nella nota integrativa vanno indicate solo le partecipazioni riferite alle imprese
controllate e collegate.
Per quanto riguarda le Partecipazioni immobilizzate vanno fornite in Nota
Integrativa le seguenti informazioni :
• Motivazione dell’eventuale deroga al divieto di cambiamento del criterio di
valutazione
• Motivazione della iscrizione delle immobilizzazioni, consistenti in
partecipazioni in imprese controllate e collegate , ad un valore superiore a
quello derivante dall’applicazione del metodo del patrimonio netto.
• Movimenti delle partecipazioni immobilizzate, specificando per ciascuna
voce : costo, precedenti svalutazioni e rivalutazioni, acquisizioni,
spostamenti da una voce a un’ altra, alienazioni, svalutazioni e rivalutazioni
avvenute nell’esercizio.
• Elenco delle partecipazioni possedute direttamente o per tramite di società
fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate o collegate,
indicando per ciascuna : denominazione, sede, capitale, importo del PN,
utile, perdita dell’ultimo esercizio, quota posseduta, valore attribuito in
bilancio o corrispondente credito.
• Composizione delle voci Proventi straordinari o Oneri Straordinari del C.E ,
quando l’ammontare sia apprezzabile, nel caso in cui tra queste vi siano
valori generati da titoli e partecipazioni immobilizzati ( n.13 art 2427)
• Ammontare dei proventi da partecipazioni diversi dai dividendi.
Per quanto riguarda le Partecipazioni che non costituiscono immobilizzazioni ,
vanno fornite in NI le seguenti informazioni :
A) Il criterio adottato per la loro valutazione, e quello per le rettifiche di valore
e per la conversione dei valori non espressi all’origine in moneta di conto.
( in sintesi : criteri di valutazione , criteri per rettifiche di valore, criteri di
conversione).

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B) Motivazione dell’eventuale deroga al divieto di cambiamento del criterio di


valutazione.
C) Differenza se apprezzabile, tra il valore di bilancio determinato con il
criterio del costo ( costo di acquisto) e il valore calcolato in base ai costi
correnti ( valore di realizzo).
D) Variazioni intervenute, da un esercizio all’altro, nella consistenza delle voci.
E) Elenco delle partecipazioni possedute direttamente o per tramite di società
fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate o collegate,
indicando per ciascuna : denominazione, sede, capitale, importo del PN,
utile, perdita dell’ultimo esercizio, quota posseduta, valore attribuito in
bilancio o corrispondente credito.
F) Ammontare dei proventi da partecipazioni diversi dai dividendi.
FINALITA’ DEL RENDICONTO FINANZIARIO E LA LOGICA DI DETERMINAZIONE DEL
FLUSSO DI LIQUIDITA’ SECONDO LO SCHEMA PREVISTO DAI PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI
Finalità già vista nelle altre domande
DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI LIQUIDITA’ : E’ IL CASH FLOW , GIA VISTO
ILLUSTRA IL PRINCIPIO DELLA PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA NEI
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, RICORRENDO ANCHE A
OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI :
L’OIC ha provveduto, come già detto, a declinare nei singoli principi contabili il
postulato della rappresentazione sostanziale. Sulla base di tale assunto i singoli
standard prevedono i trattamenti contabili necessari affinché la rilevazione e la
presentazione delle voci venga effettuata tenendo conto della sostanza
dell’operazione o del contratto.
La scelta del legislatore di prevedere il principio della prevalenza della sostanza
sulla forma è volta all’obiettivo di rendere il bilancio realmente utile per i suoi
utilizzatori fornendo la rappresentazione sostanziale dei fatti aziendali, piuttosto
che quella formale.
L’individuazione dei diritti, degli obblighi e delle condizioni ricavabili dai termini
contrattuali delle transazioni, lungi dall’esaurirsi in una mera analisi giuridica, è il
presupposto per un corretto confronto con le regole contabili scritte con la finalità
di dare risalto ai profili sostanziali scaturenti dalle negoziazioni.

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Ad esempio, se un diritto previsto in un contratto non possiede le caratteristiche


che il principio contabile nazionale prevede per l’iscrizione di un’attività, prevale la
regola contabile e la transazione non viene contabilizzata come l’acquisto di un
bene.
Altrettanto vale per il processo che porta all’individuazione dell’unità elementare
di contabilizzazione. I principi contabili, sempre in ossequio al postulato della
rappresentazione sostanziale, prevedono le fattispecie nelle quali da un solo
contratto possono scaturire più diritti e obbligazioni o viceversa, richiedendo, a
seconda dei casi, le appropriate metodologie di contabilizzazione.
Anche in questo caso il processo di redazione del bilancio prende le mosse
dall’analisi del contratto per verificare se ricorrono o meno i requisiti per
contabilizzare lo stesso autonomamente o unitamente ad altri contratti ad esso
collegabili in conformità alle disposizioni degli OIC.
A ben vedere la finalità è anche quella di non avere rappresentazioni contabili
disomogenee in presenza di transazioni economicamente omogenee.
Infatti, se per ottenere una determinata posizione finanziaria o economica sono
necessari una serie di contratti, oppure uno solo, ciò non può fare la differenza in
termini di rappresentazione in bilancio.
In entrambi i casi la rappresentazione del bilancio deve essere la stessa.
Il postulato della rappresentazione sostanziale tende a ridefinire i confini dei
contratti restringendoli oppure ampliandoli, laddove necessario, per far sì che vi
sia la corretta distinzione degli elementi di bilancio sulla base della sostanza
economica.
Al ricorrere di fattispecie, diffuse nella prassi, che non trovano nelle disposizioni
legislative che regolano il bilancio e nei principi contabili criteri sufficienti ed
appropriati per essere rappresentate correttamente, l’OIC disciplinerà gli specifici
trattamenti nei pertinenti principi contabili.
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI :
Se l’informazione deve rappresentare fedelmente le operazioni e gli altri eventi
che intende rappresentare, è necessario che essi siano rilevati e rappresentati in
conformità alla loro sostanza e realtà economica e non solamente secondo la loro
forma legale.
La sostanza delle operazioni e degli altri eventi non è sempre coerente con ciò che
appare dalla loro forma legale o architettata.

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Per esempio, un’impresa può cedere un’attività a terzi in maniera tale che dagli
atti appaia che la proprietà del bene sia trasferita alla controparte ; nonostante
ciò, possono esservi accordi che assicurano all’impresa di poter continuare a
godere i benefici economici futuri connessi a tale attività.
In tali situazioni, la rilevazione di una vendita non rappresenterebbe fedelmente
l’operazione avvenuta (se di operazioni si può parlare).
COMMENTA IL PUNTO N 3 DELL’ART 2423 BIS CC “NELLA REDAZIONE DEL
BILANCIO DEVONO ESSERE OSSERVATI I SEGUENTI PRINCIPI (…) 3) SI DEVE TENER
CONTO DEI PROVENTI E DEGLI ONERI DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO
INDIPENDENTEMENTE DALLA DATA DELL’INCASSO O DEL PAGAMENTO”
FORNENDO ANCHE OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI
È il principio della competenza , GIA’ VISTO
ILLUSTRA LE PRINCIPALI INFORMAZIONI CHE IL REDATTORE DEL BILANCIO DEVE
RIPORTARE CON RIFERIMENTO ALLA VOCE “PARTECIPAZIONI” : A) NELLA NOTA
INTEGRATIVA ( AI SENSI DELL’ARTICOLO 2427 CC) ; B) NELLA RELAZIONE DULLA
GESTIONE ( AI SENSI DELL’ARTICOLI 2428 DEL CODICE CIVILE)
Nota integrativa : già vista in un’altra domanda
Relazione sulla gestione art 2428 :
[1] Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei
vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione
dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta.
[3] Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte
al controllo di queste ultime;
3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie, sia delle azioni o quote di
società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria
o per interposta persona, con l’indicazione della parte di capitale corrispondente;
4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie, sia delle azioni o quote di
società controllanti, acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio,
anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione

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della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e
delle alienazioni.
DOPO AVER BREVEMENTE COMMENTATO L’ESPRESSIONE UTILIZZATO DALL ART
2423 CC “IL BILANCIO DEVE ESSERE REDATTO CON CHIAREZZA E DEVE
RAPPRESENTARE IN MODO VERITIERO E CORRETTO LA SITUAZIONE
PATRIMONIALE E FINANZIARIA DELLA SOCIETA’ E IL RISULTATO ECONOMICO
DELL’ESERCIZIO” , ILLUSTRI IL PRINCIPO DELLA NEUTRALITA’ DEL BILANCIO
D’ESERCIZIO RISPETTO ALLE POITICHE FISCALI
Il bilancio d’esercizio è il fondamentale documento contabile che rappresenta la
situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa al termine di un periodo
amministrativo e il risultato economico.
Il bilancio d’esercizio è il principale mezzo di conoscenza della realtà aziendale e
costituisce uno dei fondamentali strumenti di informazione e di comunicazione
per l’impresa in funzionamento.
Il codice civile contiene diverse disposizioni che indicano la via da seguire nel
redigere il Bilancio di esercizio delle società di capitali.
Tale normativa, obbligatoria per le società di capitali, è rivolta essenzialmente a
tutelare gli interessi di terzi attraverso una complessa serie di disposizioni che
mirano ad assicurare correttezza nella determinazione dei risultati di fine periodo
nonché adeguati livelli di informazione e trasparenza.
Il bilancio dell’esercizio deve essere comprensibile e deve perciò essere analitico e
corredato dalla nota integrativa che faciliti la comprensione e l’intelligibilità della
schematica simbologia contabile; deve consentire a terzi di giudicare lo
svolgimento della gestione, i risultati conseguiti e le motivazioni sottostanti a
definire previsioni per il futuro.
Tuttavia, l’informativa fornita non deve essere eccessiva e superflua.
Alcuni elementi che caratterizzano la chiarezza del bilancio d’esercizio sono:
• Distinta indicazione dei singoli componenti del reddito e del patrimonio,
classificati in voci omogenee e senza effettuare compensazioni.
• Netta individuazione dei componenti ordinari a quelli straordinari del
reddito d’esercizio.
• Separata classificazione dei costi e dei ricavi della "gestione tipica" dagli altri
costi e ricavi d’esercizio.
2423. Redazione del bilancio. CLAUSOLA GENERALE

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Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato


patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa.
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo
veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il
risultato economico dell’esercizio.
Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti
a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni
complementari necessarie allo scopo .
Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione degli articoli seguenti
incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non
deve essere applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve
indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale,
finanziaria e del risultato economico .
Si insiste su tre concetti:
1) La chiarezza: Un bilancio chiaro deve consentire alle persone che possiedono
le nozioni necessarie di contabilità di comprendere come si è formato il
reddito di esercizio e le componenti del Patrimonio di funzionamento.
2) Rappresentazione veritiera e corretta, aderenza al vero: i criteri valutativi
applicati devono permettere la rappresentazione della reale dinamica
economica dell’azienda, fermo restando l’ineliminabile discrezionalità
tecnica.
Un bilancio veritiero e corretto è quindi inteso come bilancio attendibile,
che si avvicina al vero grazie al comportamento in buona fede degli
amministratori.
Con questa clausola si intende che il bilancio di esercizio deve offrire un
quadro fedele della situazione aziendale.
Gli amministratori, che redigono il bilancio, devono operare correttamente
le stime e le iscrizioni delle diverse voci.
Operare correttamente significa:
• comportarsi in buona fede attenersi alle regole di valutazione stabilite dalla
legge
• seguire le corrette regole contabili
• applicare le tecniche di valutazione con scrupolo e diligenza.
Pur tuttavia, anche operando correttamente, non sarà mai possibile richiedere al
bilancio una verità oggettiva.

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3) Correttezza: i criteri di calcolo economico delle classi soggette a processi


valutativi devono rispettare i postulati di bilancio i principi contabili
applicati.
Principio della neutralità rispetto alle politiche fiscali :
Il processo di formazione del bilancio deve essere condotto con neutralità da parte
del redattore.
La neutralità, ancorché non espressamente prevista dagli articoli di legge,
costituisce un corollario della rappresentazione veritiera e corretta.
Il principio di neutralità richiede che il bilancio sia scevro da distorsioni
preconcette nell’applicazione dei principi contabili o da sperequazioni informative
a vantaggio solo di alcuni dei destinatari primari del bilancio.
ILLUSTRA FINALITA’ E CONTENUTO DEL RENDICONTO FINANZIARIO SECONDO I
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI (IAS/IFRS N 7) E DAI LA DEFINIZIONE DI
CASH FLOW
Il rendiconto finanziario è un documento che consente di analizzare e comunicare
le cause della variazione che le grandezze finanziarie e monetarie (liquidità e CCN)
critiche per l’economicità aziendale, hanno subito in un dato periodo
amministrativo. (Gestione caratteristica).
Riassume quindi le fonti che hanno incrementato i fondi liquidi disponibili per la
società e gli impieghi che, al contrario, hanno comportato un decremento delle
stesse liquidità.
L’utilità/finalità del rendiconto finanziario:
• Riassumere:
a) flussi di risorse finanziarie derivanti l’attività produttiva di reddito.
b) flussi di risorse finanziarie derivanti dall’attività di finanziamento
c) flussi di investimento.
• Fornire informazioni non desumibili dal bilancio.
• Completare il bilancio.
Il flusso di cassa, Cash Flow : la ricostruzione dei flussi monetari (differenza tra
tutte le entrate e tutte le uscite) di un’azienda/progetto nell’arco del periodo in
analisi. Il flusso di cassa rappresenta una misura di autofinanziamento aziendale e
può essere calcolato a partire dal conto economico.

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I principi contabili internazionali ( IAS 7) sanciscono l’obbligo di redigere il


rendiconto finanziario e indicano le "disponibilità liquide" come risorsa finanziaria
di riferimento ( cash or cash equivalents).
Il rendiconto finanziario per flussi di liquidità è un prospetto che espone i flussi di
liquidità avvenuti durante l’esercizio classificati secondo la tipologia di attività che
li ha generati: 1) attività operativa ; 2) attività di investimento ; 3) Attività
finanziarie
Per il flusso di cassa dell’attività operativa esistono due metodi:
A) Il metodo diretto: si indicano le principali categorie di incassi e pagamenti
lordi. Il cash flow determinato come differenza tra:
• il saldo di cassa corrente (entrate correnti - uscite correnti + esistenze
monetarie iniziali)
• entrate non correnti ( Δ PN + mezzi apportati da terzi)
• uscite per investimento ( valore di tutti gli investimenti in immobilizzazioni)
B) Il metodo indiretto: l’utile o la perdita di esercizio sono rettificati dagli
effetti delle operazioni di natura non monetaria. Le rettifiche vengono fatte
per effetto di:
• Variazioni di rimanenze
• Variazioni di crediti
• Variazioni di debiti
• Elementi non monetari: ammortamenti, accantonamenti, imposte differite,
utili e perdite di cambio non realizzati, quote di pertinenza di terzi, utili di
imprese collegate non distribuiti.
• Tutti gli altri elementi i cui effetti monetari sono flussi finanziari
dell’attività di investimento o finanziaria.
COMMENTA IL PUNTO N 1 DELL’ART 2423 BIS CC – PRINCIPI DI DEDAZIONE DEL
BILANCIO “ LA VALUTAZIONE DELLE VOCI DEVE ESSERE FATTA SECONDO
PRUDENZA E NELLA PROSPETTIVA DELLA CONTINUAZIONE DELL’ATTIVITA’,
NONCHE’ TENENDO CONTO DELLA FUNZIONE ECONOMICA DELL’ELEMENTO
ATTIVO O DEL PASSIVO CONSIDERATO”
Il principio di prudenza prevede che: o non devono essere iscritti in bilancio gli utili
non ancora realizzati alla data di chiusura dell’esercizio; o devono essere iscritte in
bilancio tutte le perdite (comprese quelle che sono solo presunte o probabili).

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Tale principio esprime anche l’atteggiamento che il redattore del bilancio deve
tenere nei confronti delle valutazioni, senza però sconfinare in un’arbitraria
riduzione del risultato di esercizio e dei valori patrimoniali.
Pertanto, in presenza di dubbio in sede di valutazione, viene iscritto il minor valore
positivo o il maggior valore negativo.
Secondo il principio di continuazione dell’attività d’impresa gli amministratori
devono redigere il bilancio al termine di ciascun periodo amministrativo per
determinare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico di
esercizio definiti in base all’ipotesi di continuazione dell’attività (funzionamento).
Pertanto, nella fase di preparazione del bilancio, gli amministratori devono
effettuare una valutazione prospettica della capacità dell’azienda di continuare a
costituire un complesso economico funzionante destinato alla produzione di
reddito per un prevedibile arco temporale futuro, relativo a un periodo di almeno
dodici mesi dalla data di riferimento del bilancio. Non si tratta tuttavia di una
presunzione “assoluta” e immutabile.
Se l’ipotesi di continuazione dell’attività è considerata fondata e accettabile allora
ci saranno “valutazioni di funzionamento”, che tengono conto della funzione
economica dei singoli elementi considerati; in caso contrario si verificheranno
“valutazioni di liquidazione”
ILLUSTRA LE INFORMAZIONI DA RIPORTARE IN NOTA INTEGRATIVA CON
RIFERIMENTO AL N 10 DELL ART 2427 “SE SIGNIFICATIVA, LA RIPARTIZIONE DEI
RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI SECONDO CATEGORIE DI ATTIVITA’ E
SECONDO AREE GEOGRAFICHE
La ripartizione deve essere fornita solo se significativa, cioè solo se l’azienda
svolge più attività, ciascuna delle quali contribuisca in modo rilevante alla
produzione dei ricavi.
La ripartizione per aree geografiche sarà significativa si c’è una diversa incidenza
del rischio di cambio, o del rischio di insolvenza dei debitori, la suddivisione per
aree geografiche è lasciata alla discrezionalità dell’operatore economico.
Per quanto riguarda le categorie di attività, si può eseguire la suddivisione
proposta dal legislatore tributario in modo da omogeneizzare il lavoro per fini civili
e tributari, oppure si può eseguire una suddivisione indicando:
• I settori merceologici di attività
• Le tipologie di prodotti
• Le tipologie di clientela.

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ILLUSTRA LE INFORMAZIONI DA RIPORTARE NELLA NOTA INTEGRATIVA CON


RIFERIMENTO AL PUNTO N . 9 DELL’ART.2427 C.C." GLI IMPEGNI NON RISULTANTI
DALLO STATO PATRIMONIALE; LE NOTIZIE SULLA COMPOSIZIONE E NATURA DI
TALI IMPEGNI E DEI CONTI D’ORDINE, LA CUI CONOSCENZA SIA UTILE PER
VALUTARE LA SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA DELLA SOCIETÀ,
SPECIFICANDO QUELLI RELATIVI A IMPRESE CONTROLLATE, COLLEGATE,
CONTROLLANTI E A IMPRESE SOTTOPOSTE AL CONTROLLO DI QUESTE ULTIME".
La prima parte della norma si riferisce agli impegni che NON sono iscritti nei conti
d’ordine in quanto non quantificabili in sede di formazione del bilancio.
La nota integrativa deve indicare i rischi a cui sono esposti tali impegni.
La seconda parte della norma prevede che venga esposta in nota integrativa la
natura e la composizione degli impegni e dei conti d’ordine quando ci sia utile per
valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della società.
Nell’ottica del lettore è necessario che queste informazioni siano esposte con
chiarezza onde evitare di modificare sensibilmente l’immagine dell’impresa che
emerge dallo stato patrimoniale.
Devono essere fornite, inoltre, in modo separato le informazioni sugli impegni con
imprese collegate, controllate, controllanti e da queste controllate. In sintesi le
info da riportare con riferimento agli impegni sono:
• Impegni non iscritti nei conti d’ordine e relativi rischi.
• Natura, composizione di impegni e dei conti d’ordine.
• Impegni con imprese collegate, controllate, controllanti e da queste
controllate.
IL CANDIDATO ILLUSTRI LE INFORMAZIONI DA RIPORTARE NELLA NOTA
INTEGRATIVA CON RIFERIMENTO AL PUNTO N. 4 DELL’ART. 2427 C.C. "LE
VARIAZIONI INTERVENUTE NELLA CONSISTENZA DELLE ALTRE VOCI DELL’ATTIVO E
DEL PASSIVO; IN PARTICOLARE, PER LE VOCI DEL PATRIMONIO NETTO, PER I FONDI
E PER IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO, LA FORMAZIONE E LE UTILIZZAZIONI".
È previsto che per tutti gli incrementi e diminuzioni delle voci di patrimonio netto,
dei fondi e del trattamento di fine rapporto, oltre che per le variazioni intervenute
nella consistenza delle altre voci dell’attivo del passivo, si indichi come si siano
venute a formare tali variazioni e come queste siano state utilizzate.
Queste informazioni possono essere rese mediante un apposito prospetto che
visualizza il saldo iniziale, l’incremento o decremento e il saldo finale, prospetto

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integrato inoltre delle motivazioni delle cause che hanno determinato la


variazione.
In particolare, per il patrimonio netto è previsto un prospetto delle variazioni a
parte.
Il lettore del bilancio può in questo modo ottenere:
• informazioni utili sulla dinamica finanziaria (il rendiconto finanziario non è
obbligatorio ai sensi della disciplina italiana, quindi tali informazioni
dovrebbero almeno in parte consentire al lettore di comprendere la
dinamica finanziaria).
• Informazioni sulle cause delle variazioni significative.
In sostanza la nota integrativa deve riportare informazioni su:
• formazione e variazione di incrementi e diminuzioni delle voci di PN, fondi
TFR, altre voci dell’attivo e del passivo.
• Informazioni sull’utilizzo di tali variazioni.
Queste sono raccolte in un prospetto che visualizza saldo iniziale,
l’incremento e il decremento, il saldo finale e le motivazioni le cause delle
variazioni.
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SECONDA PARTE

ILLUSTRA LE MODALITA’ DI VALUTAZIONE NEL BILANCIO D’ESERCIZIO DEI LAVORI


(PLURIENNALI) IN CORSO SU ORDINAZIONE DAL PUNTO DI VISTA DEL CC, PRINCIPI
CONTABILI NAZIONALI E DELLA NORMA FISCALE
CODICE CIVILE :
L’art. 2423-bis definisce i principi di redazione del bilancio:
1.la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva
della continuazione dell’attività;
1bis. La rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della
sostanza dell’operazione o del contratto;
2. Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura
dell’esercizio;

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3. Si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio,


indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento;
4. si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche
se conosciuti dopo la chiusura di questo;
6. i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro.
Deroghe sono consentite in casi eccezionali.
La nota integrativa deve motivarne la deroga e indicarne l’influenza sulla
rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato
economico.
Art 2424 C : attivo circolante n 3 : lavori in corso su ordinazione
Art 2425 A n 3: variazioni dei lavori i corso su ordinazione
I costi di commessa sostenuti per l’esecuzione dei lavori in corso su ordinazione
sono rilevati nella classe B Costi della produzione del conto economico, classificati
per natura come previsto dall’articolo 2425 del codice civile.
I costi di commessa includono: a) i costi direttamente riferibili alla commessa
(costi diretti); b) i costi riferibili all’intera attività produttiva e ripartiti, per
imputazione, sulle singole commesse (costi indiretti); c) ogni altro costo
addebitabile al committente sulla base delle clausole contrattuali.
Ai sensi dell’articolo 2435-bis del codice civile, nel bilancio in forma abbreviata “lo
stato patrimoniale comprende solo le voci contrassegnate
nell’art.2424conletteremaiuscoleeconnumeriromani”.
Pertanto, i lavori in corso su ordinazione sono esposti nell’attivo dello stato
patrimoniale sotto la voce CI Rimanenze; gli acconti sono esposti nel passivo dello
stato patrimoniale sotto la voce D Debiti e gli altri fondi sotto la voce B Fondi per
rischi e oneri.
Le stesse semplificazioni si applicano nel bilancio delle micro-imprese ai
sensidell’art.2435-ter del codice civile.
Art. 2426:
«11) i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei
corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza».
I criteri per la valutazione dei lavori in corso su ordinazione previsti dal codice
civile sono quindi due:

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•il criterio della commessa completata (ex articolo 2426, numero 9): i lavori sono
valutati al costo;
•il criterio della percentuale di completamento (ex articolo 2426, numero 11): i
lavori sono valutati sulla base del corrispettivo contrattuale maturato ancorché
superiore al costo (metodo della scissione del margine).
La nota integrativa deve, fra l’altro, indicare (art. 2427): «1) i criteri applicati nella
valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore;»
La nota integrativa deve, fra l’altro, indicare:
4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del
passivo
8) l’ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti
nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce.
art. 2428:
Nessuna indicazione di legge con riferimento alle rimanenze di magazzino, tranne
la seguente espressione:
[1] «Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori
contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della
società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei
vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione
dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta».
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI
OIC 23
Per lavoro in corso su ordinazione di durata ultrannuale si intende un contratto di
esecuzione che investe un periodo superiore a dodici mesi. Per durata si intende il
tempo che intercorre tra la data d’inizio di realizzazione dei beni e/o servizi e la
data di ultimazione e consegna dei beni e/o prestazione dei servizi entrambe
determinate dal contratto; ciò indipendentemente dalla data in cui si è
perfezionato il contratto.
Lo stato di avanzamento (o percentuale di completamento) rappresenta, in
termini percentuali o in base a misurazioni fisiche, l’entità dei lavori in corso già
eseguiti dall’appaltatore ad una certa data antecedente al completamento della
commessa (ad esempio alla data di redazione del bilancio).

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Il ricavo maturato (o corrispettivo maturato) rappresenta la quota dei ricavi di


commessa determinata con riferimento allo stato di avanzamento dei lavori ad
una certa data.
I principi contabili nazionali (OIC 23) specificano le condizioni che devono essere
soddisfatte per applicare il criterio della percentuale di completamento. Se non
sono soddisfatte tali condizioni, la valutazione dei lavori deve essere effettuata
secondo il criterio della commessa completata.
CRITERIO DELLA “PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO”
Con il criterio della percentuale di completamento, il margine della commessa in
corso di formazione viene rilevato secondo il principio della competenza
economica lungo la durata di realizzazione dell’opera.
Pertanto, con questo metodo è imputato a ciascuno degli esercizi in cui è in corso
di esecuzione la commessa una quota del corrispettivo convenuto con il
committente in proporzione ai costi sostenuti.
Tale criterio è rispettoso del principio della competenza economica e risolve gli
effetti distorsivi generati sul reddito di esercizio dal metodo della commessa
completata.
le rimanenze dei lavori in corso sono rilevate alla fine di ciascun esercizio a un
valore pari al ricavo= (costo maturato + il margine di commessa)maturato in base
ai SAL.
E’ l’unico metodo ammesso dai principi contabili internazionali (Ias/Ifrs).
Per l’OIC n. 23, poiché il criterio della % di completamento è quello che consente
la corretta rappresentazione in bilancio dei risultati dell’attività dell’impresa in
ciascun esercizio, esso deve essere adottato in tutti i casi in cui la sua applicazione
risulta tecnicamente possibile.
Le condizioni previste dai principi contabili nazionali per l’applicazione del criterio
della percentuale di completamento sono le seguenti :
• Contratto vincolane
• Identificabilità dell’opera
• Capacità di adempiere de committente
• Stima attendibile costi sostenuti e da sostenere, dei ricavi e del margine
della commessa
• Stima attendibile dello stato dell’avanzamento lavori

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Valorizzazione delle rimanenze di LCO


% di completamento x corrispettivo complessivo
CRITERIO DELLA COMMESSA COMPLETATA
Il criterio della commessa completata comporta la valutazione dei lavori in
corso sulla base dei costi sostenuti fino alla chiusura dell’esercizio, rinviando
quindi la contabilizzazione del ricavo in corso di formazione all’esercizio in cui
sarà completata la commessa ed eseguito il contratto.
In tal caso, eventuali acconti o fatture provvisorie non hanno natura di ricavi,
bensì di debiti verso il committente per acconti riscossi.
Con questo criterio si fa sostanzialmente prevalere il principio della prudenza
su quello della competenza economica, con effetti distorsivi sul reddito di
esercizio.
Il margine della commessa viene quindi caricato tutto nel conto economico
dell’anno in cui termina la realizzazione della commessa.
Negli anni precedenti invece, esso non viene caricato a conto economico.
Le rimanenze dei lavori in corso negli anni antecedenti a quello di ultimazione
della commessa vengono quindi valutate al costo maturato nei singoli anni.
COMMESSA IN PERDITA : la perdita probabile per il completamento della
commessa deve essere rilevata a decremento dei lavori in corso su ordinazione.
Se tale perdita è superiore al valore dei lavori in corso, l’appaltatore rileva un
apposito fondo per rischi e oneri pari all’eccedenza.
La rilevazione della perdita deve essere effettuata nell’esercizio in cui essa è
quantificata in base a stime attendibili dei costi.
La perdita è rilevata indipendentemente dallo stato di avanzamento della
commessa.
Non è possibile compensare tale perdita con margini positivi previsti su altre
commesse.
Al fine del riconoscimento delle perdite, le commesse sono quindi considerate
individualmente.
NORMATIVA FISCALE :

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le variazioni di lavori in corso su ordinazione rispetto alle esistenze iniziali


concorrono a formare il reddito dell’esercizio, in virtù del principio di
competenza.
La valutazione deve essere fatta sulla base del criterio della percentuale di
completamento, in base ai corrispettivi pattuiti (art. 93 co. 2), ovvero ai
corrispettivi liquidati per la parte di opere, forniture e servizi coperta da Stato
Avanzamento Lavori.
Non è ammessa ai fini fiscali la valutazione delle rimanenze di LCO in base al
criterio del costo.
Si precisa che i corrispettivi liquidati a titolo definitivo vanno considerati ricavi,
mentre la valutazione tra le rimanenze è limitata alla parte non ancora
liquidata in via definitiva (art.93co.4).
E’ richiesto di allegare alla dichiarazione dei redditi un prospetto analitico per
ciascuna opera, che riporti gli estremi del contratto, le generalità del
committente, la scadenza prevista, e tutti gli elementi utilizzati per la
definizione dello stato di esecuzione dei lavori in corso su ordinazione e quindi
per la valutazione degli stessi.
DOPO AVER ILLUSTRATO LE FINALITA’ DEL BILANCIO CONSOLIDATO E I CONCETTI
DI “CONTROLLO” E “COLLEGAMENTO”, ELENCA PER QUALI SOCIETA’ E’
OBBLIGATORIA, SECONDO LA NORMATIVA ITALIANA, LA REDAZIONE DEL
BILANCIO CONSOLIDATO DI GRUPPO
FINALITA’ : Gia risposto in un'altra domanda
CONCETTI DI CONTROLLO E COLLEGAMENTO :
Nell’art.2359, il legislatore, si è limitato a definire la nozione di società controllate
e collegate.
Si parla di società controllate in tre ipotesi distinte:
• nel caso di controllo di diritto, ovvero qualora una società dispone della
maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria di un’altra società.
• Nel caso di controllo di fatto, ovvero qualora una società, pur non avendo la
maggioranza assoluta del capitale di un’altra società, possiede un numero di
voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea
ordinaria

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• Nel caso di controllo contrattuale, ovvero quando una società è sotto


l’influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli
contrattuali con essa
Si parla di società collegate nel caso in cui una società esercita un’influenza
notevole su un’altra
L’influenza notevole si presume per legge quando può essere esercitato :
• Almeno 1/5 dei voti nell’assemblea ordinaria
• Almeno 1/10 dei voti nell’assemblea ordinaria se la società è quotata
Come abbiamo osservato, l’art 2359 del cc, fissa dei limiti di partecipazione al
capitale superati i quali si presume l’esistenza del collegamento.
Non viene precisato, però, se si può parlare di influenza notevole anche in
presenza di partecipazioni inferiori rispetto a quelle stabilite, anche se in genere si
ritiene che ciò si ammissibile.
Va poi osservato che il collegamento, a differenza del controllo, deve essere
sempre esercitato in maniera diretta.

SOCIETÀ OBBLIGATE ALLA REDAZIONE :


L’articolo 25 D.Lgs. 127/1991 e succ. mod. stabilisce che “le società per azioni, in
accomandita per azioni e a responsabilità limitata che controllano un’impresa
debbono redigere il bilancio consolidato secondo i criteri stabiliti dalle disposizioni
degli articoli seguenti.
Lo stesso obbligo hanno gli enti pubblici economici di cui all’articolo 2201 codice
civile, le società cooperative e le mutue assicuratrici che controllano una società
per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata”.
I presupposti alla base della redazione del bilancio consolidato sono quindi:
la natura della controllante quale società di capitali o forme giuridiche assimilate
(quali società cooperative e mutue assicuratrici).
Fa eccezione la società di persone che controlla altre imprese, ed è controllata
interamente da una società di capitali; l’esercizio del controllo su un’altra impresa,
per la cui definizione è necessario rinviare:
1.)ai numeri 1 (controllo di diritto, che si presume quando una controllante
dispone della maggioranza dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria

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di un’altra impresa) e 2 (controllo di fatto, che si configura nella disponibilità di


voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nelle deliberazioni in
assemblea ordinaria) dell’articolo 2359, comma 1, cod. civ..
Ai fini dell’applicazione del controllo, si computano anche i voti spettanti a
imprese controllate, a società fiduciarie e a persone interposte;
2. e in parte prevedendo le due ulteriori fattispecie dell’influenza dominante sulla
controllata derivante dalle clausole contrattuali o statutarie e del controllo dei
diritti di voto basato su accordi con altri soci (ad esempio patti di sindacato);
l’assenza di casi di esonero.
L’articolo 27 D.Lgs. 127/1991 prevede i seguenti quattro casi di esonero
dall’obbligo di redigere il bilancio consolidato:
quando il gruppo non supera determinati limiti dimensionali, ovvero quando la
controllante, unitamente alle imprese controllate, non ha superato, per due
esercizi consecutivi, due dei seguenti limiti:
a) 20.000.000 di euro nel totale degli attivi degli stati patrimoniali;
b) 40.000.000 di euro nel totale dei ricavi delle vendite e delle prestazioni;
c) 250 dipendenti occupati in media durante l’esercizio.
Da evidenziare che il totale degli attivi degli stati patrimoniali e dei ricavi delle
vendite e delle prestazioni deve essere determinato con riferimento ai dati lordi
risultanti dai bilanci d’esercizio, compreso quello della controllante, senza
procedere alle eliminazioni delle operazioni infragruppo richieste dalle tecniche di
consolidamento;
sub-holding, ovvero le imprese a loro volta controllate quando la controllante sia
titolare di oltre il 95% delle azioni o quote dell’impresa controllata ovvero, in
difetto di tale condizione, quando la redazione del bilancio consolidato non sia
richiesta almeno sei mesi prima della fine dell’esercizio da tanti soci che
rappresentino almeno il 5% del capitale.
L’esercizio di questo esonero è subordinato alle seguenti condizioni:
a) che l’impresa controllante sia soggetta al diritto di uno Stato membro
dell’Unione europea, rediga e sottoponga a controllo il bilancio consolidato
secondo la normativa italiana ovvero secondo il diritto di altro Stato membro
dell’Unione europea o in conformità ai principi contabili internazionali adottati
dall'Unione europea;

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b) che l’impresa controllata non abbia emesso valori mobiliari ammessi alla
negoziazione in mercati regolamentati italiani o dell'Unione europea.
Quando tutte le imprese controllate sono irrilevanti, individualmente e nel loro
insieme, ai fini della rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale, finanziaria e del risultato economico del gruppo; quando tutte le
imprese controllate hanno i requisiti per essere escluse dall’area di
consolidamento ai sensi dell’articolo 28 D.Lgs. 127/1991, ovvero quando:
1. l’esercizio effettivo dei diritti della controllante è soggetto a gravi e durature
restrizioni;
2. in casi eccezionali, non è possibile ottenere tempestivamente, o senza spese
sproporzionate, le necessarie informazioni;
3. le loro azioni o quote sono possedute esclusivamente allo scopo della
successiva alienazione.
In tutti i casi analizzati è necessario indicare nella nota integrativa del bilancio di
esercizio della controllante esonerata dalla redazione del bilancio consolidato le
ragioni dell’esonero.
Inoltre, quando l’esonero riguarda la sub-holding, la nota integrativa del bilancio
d’esercizio della società esonerata dalla redazione del bilancio consolidato deve
indicare la denominazione e la sede della società controllante che redige il bilancio
consolidato e, copia dello stesso, della relazione sulla gestione e di quella
dell’organo di controllo devono essere depositati presso l’ufficio del registro delle
imprese del luogo ove è situata la sede della società esonerata dalla redazione del
bilancio consolidato.
VALUTAZIONI DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, DAL PUNTO DI VISTA DEL CC,
DEI PRINCIPI CONTABILI E DELLA NORMA FISCALE
Le immobilizzazioni materiali sono beni di tipo tangibile destinati ad essere
utilizzati durevolmente, cioè a partecipare alla formazione del reddito di diversi
esercizi.
Sono composte da terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature, mobili,
arredi, macchine d’ufficio, automezzi ecc.
Per la valutazione il codice civile all’ art 2426 , n1,2,e 3 prevede le seguenti
disposizioni ( che risultano applicabili sia alle immobilizzazioni immateriali sia a
quelle materiali) :

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• Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione.


• Il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è
limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni
esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione.
• L’immobilizzazione che, alla data della chiusura dell’esercizio, risulta
durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i due punti
precedenti, deve essere iscritta a tale minor valore; questo non può essere
mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica
effettuata.
Percorso di valutazione in sostanza comprende:
1. Identificazione
2. determinazione del valore originario
3. valutazione successiva.
Determinazione del valore originario: si segue il principio del costo, i beni sono
iscritti al costo di acquisto o al costo di produzione.
Nel caso in cui l’immobilizzazione sia stata acquistata, il suo costo è costituito dal
costo d’acquisto.
Esso comprende tutti gli oneri che l’impresa deve sostenere affinchè
l’immobilizzazione possa essere utilizzata, cioè il prezzo effettivo da pagare al
fornitore del bene, che va considerato al netto dell’Iva e degli sconti commerciali,
più eventuali costi accessori. ( prezzo d’acquisto + oneri accessori — sconti
accessori — abbuoni).
Nel caso in cui l’immobilizzazione non sia stata acquistata, bensì costruite
internamente all’impresa (si parla in questo caso di costruzione in economia) il suo
costo è costituito dal costo di produzione.
Il costo di produzione deve includere tutti i costi direttamente imputabili al
prodotto e può comprendere anche altri costi relativi al periodo durante il quale
avviene la fabbricazione, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto,
cioè una quota dei costi generali di fabbricazione.
Il valore del cespite esistente comprende costi per migliorie, modifiche e
ristrutturazioni, e non può eccedere il valore recuperabile tramite l’uso.

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Il valore dei cespiti esistenti e dei cespiti costruiti in economia (che include i costi
relativi a variazioni strutturali rilevanti effettuati in economia) non possono
eccedere il prezzo di mercato. ( valore <= VR / PDM ).
Ammortamento: le immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata nel
tempo, devono essere sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio in
relazione alla residua possibilità di utilizzo.
La procedura di ammortamento non deve essere influenzata dall’utile o dalla
perdita dell’esercizio.
L’ammortamento deve avvenire secondo un piano di sistematicità; la sistematicità
garantita dalla predisposizione di un piano di ammortamento la cui redazione
richiede la definizione dei seguenti elementi:
• Il valore da ammortizzare: dato dal costo di acquisto o di produzione
dell’immobilizzazione. Il valore da ammortizzare dovrebbe essere calcolato
come differenza tra il costo dell’immobilizzazione e il suo presumibile valore
residuo al termine del periodo di vita utile.
• La residua possibilità di utilizzazione : vita utile economica. La residua
possibilità di utilizzazione determinata considerando non solo la durata
fisica delle immobilizzazioni, ma anche la durata economica" ( che spesso
inferiore), cioè il periodo in cui si prevede che l’immobilizzazione sarà di
utilità per l’impresa. In questo caso occorre considerare anche il fenomeno
dell’obsolescenza.
• I criteri di ripartizione del valore d’ammortizzare: 1) a quote costanti 2)
basati sull’effettivo utilizzo 3) ammortamento accelerato-anticipato.
L’ammortamento deve iniziare quando il bene disponibile e pronto all’uso.
Valutazione successiva : le immobilizzazioni materiali devono essere valutate al
valore netto contabile ( VNC) (costo - ammortamento).
Qualora questo sia maggiore del valore recuperabile tramite l’uso o il prezzo di
mercato, sorge la necessità di operare una svalutazione. ( VNC > Vm o VR tramite
l’uso).
Contabilmente:
CE : B-10: costi della produzione.
SP : B-II: riduzione del valore delle immobilizzazioni.
Qualora in un periodo successivo la riduzione di valore è apportata si riveli non più
appropriata, il precedente costo deve essere ripristinato (totalmente o

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parzialmente), con il limite massimo della concorrenza con il costo originario di


acquisto.
PCN: secondo il principio contabile nazionale numero 16 la rivalutazione è
consentita solo in presenza di leggi speciali che lo consentano. ( cd. Rivalutazione
monetaria).
La rivalutazione non costituisce componente del conto economico ma va iscritta
in un’apposita riserva di patrimonio netto nell’esercizio in cui viene effettuata (
voce A III- riserva di rivalutazione). NB: per il principio contabile nazionale numero
16 terreni non si ammortizzano perchè la loro utilità non si esaurisce nel tempo.
I fabbricati civili rappresentanti una forma di investimento, possono non essere
ammortizzati.
IAS 16 :
1) iscrizione iniziale: iscrizione al costo che include :
• prezzo di acquisto del bene
• ¥ costi accessori direttamente attribuibile all’acquisizione del bene
• stima iniziale dei costi di smantellamento e di rimozione del bene e
bonifica del sito sul quale lo stesso insiste.
2) valutazione successiva : gli IAS consentono le due seguenti alternative.
• Metodo del costo: il bene viene valutato al costo, al netto degli
ammortamenti e delle perdite di valore.
• Metodo di rideterminazione del valore: il bene viene iscritto ad un valore
rideterminato, pari al suo fair value alla data di rideterminazione, al netto
degli ammortamenti accumulati e delle successive perdite di valore. E’
consentita pertanto la rivalutazione dei beni, che deve essere imputata a
patrimonio netto nella voce "riserva di rivalutazione".
Se con la rivalutazione si annulla una precedente svalutazione, questa si
iscrive in conto economico.
Per rivalutare è necessario che esista un mercato attivo, in grado di
esprimere un valore corrente, altrimenti si mantiene il criterio del costo.
Lo IAS 16 rimanda per la determinazione delle eventuali perdite di valore allo IAS
36.
Quest’ultimo richiede la rilevazione di una perdita di valore ogni qualvolta il valore
contabile delle attività risulti superiore al suo valore recuperabile. ( VC >
VRecuperabile).

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2 casi : una perdita durevole di valore deve essere rilevata in conto economico se
riferita ad una attività iscritta al costo; mentre deve essere trattata con una
diminuzione della riserva di rivalutazione se riferita ad attività iscritta al valore
rivalutato.
La normativa fiscale : TUIR.
L’art 86 TUIR : le plusvalenze dei beni relativi all’impresa concorrono a formare il
reddito:
• se sono realizzate mediante cessione a titolo oneroso.
• Si sono realizzate mediante risarcimento, anche in forma assicurativa per la
perdita o il danneggiamento di beni.
• Se i beni vengono assegnati ai soci o destinati a finalità estranee all’esercizio
dell’impresa.
La plusvalenza costituita dalla differenza tra il corrispettivo, al netto degli
oneri accessori di diretta imputazione, e il costo non ammortizzato.
L’art 101 TUIR : le minusvalenze sono fiscalmente deducibili se realizzate nei limiti
previsti dall’articolo 86 TUIR.
L’art 102 TUIR: le quote di ammortamento del costo dei beni materiali, strumentali
per l’esercizio dell’impresa, sono deducibili a partire dall’esercizio di entrata in
funzione del bene.
I coefficienti sono stabiliti per categorie di beni omogenei in base al normale
periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi.
La deduzione è ammessa nei limiti stabiliti dai coefficienti ministeriali, ridotti della
metà nel primo esercizio.

DOPO AVER DEFINITO IL CONCETTO DI AVVIAMENTO, IL CANDIDATO ILLUSTRI LE


CONDIZIONI DI ISCRIZIONE IN BILANCIO E I RELATIVI CRITERI DI VALUTAZIONE
SECONDO IL CC, I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E I PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI (IAS/IFRS)
Avviamento (Attitudine dell’impresa a generare utili in misura superiore a quella
ordinaria. Non è dotato di trasferibilità autonoma perché congiunto al complesso
aziendale oggetto di acquisto, conferimento, fusione)
CODICE CIVILE :
2424 : B) I – 5

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2424 bis : Accertata l’utilità pluriennale dei costi relativi a risorse immateriali, la
loro iscrizione tra le attività dello stato patrimoniale rappresenta un obbligo per i
beni immateriali (soggetti a tutela giuridica) e per l’avviamento (se pagato a terzi)
2426 : «3. l’immobilizzazione che, alla data della chiusura dell’esercizio, risulti
durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2)
deve essere iscritta a tale minor valore; questo non può essere mantenuto nei
successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata; questa
disposizione non si applica a rettifiche di valore relative all’avviamento».
«6. L’avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del
collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso
sostenuto. L’ammortamento dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita
utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile stimarne attendibilmente la vita
utile, è ammortizzato entro un periodo non superiore a dieci anni. Nella nota
integrativa è fornita una spiegazione del periodo di ammortamento
dell’avviamento”.
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI :
OIC 9
La norma di legge prevede che quando vengono meno in tutto o in parte le cause
che hanno determinato la svalutazione, questa non può essere mantenuta: il
valore originario deve essere ripristinato al netto degli ulteriori ammortamenti
non calcolati a causa della precedente svalutazione. Non è possibile ripristinare la
svalutazione rilevata sull’avviamento e sugli oneri pluriennali.
IripristinidivaloresonorilevatinellavoceA5“altriricavieproventi”.
OIC 24
Si definisce avviamento l'attitudine di un'azienda a produrre reddito (o meglio, a
produrre un reddito in misura superiore a quella mediamente richiesta dal settore
per un’azienda avente un patrimonio netto rettificato pari a quello dell’azienda
considerata del settore). Esso è rappresentato da un insieme indistinto di
condizioni immateriali che esprimono la capacità competitiva dell’impresa
(immagine aziendale, clientela, organizzazione, management, prodotti, rete
commerciale)
Il valore dell'avviamento da iscrivere nel bilancio d'esercizio, si determina per
differenza fra il prezzo complessivo sostenuto per l'acquisizione dell'azienda
(oilvalorediconferimentodellamedesima)edilvalorecorrente(dimercato)
attribuitoaglialtrielementipatrimonialiattiviepassivichelacompongono.

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Può essere capitalizzato solo l’avviamento acquisito a titolo oneroso (pagamento


di un prezzo in moneta o in azioni a fronte di un’incorporazione L’avviamento è
iscritto tra le immobilizzazioni immateriali se sono soddisfatte le seguenti
condizioni:
•è acquisito a titolo oneroso (cioè deriva dall’acquisizione di un’azienda o ramo
d’azienda oppure da un’operazione di conferimento, di fusione o di scissione);
•ha un valore quantificabile in quanto incluso nel corrispettivo pagato;
•è costituito all’origine da oneri e costi ad utilità differita nel tempo, che
garantiscano quindi benefici economici futuri (ad esempio, conseguimento di utili
futuri);
•è soddisfatto il principio della recuperabilità del relativo costo (e quindi non si è
in presenza di un cattivo affare o conferimento aziendale).
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI :
IAS 38
L’avviamento costituisce sempre un’attività a vita utile “indefinita”.
L’avviamento è pari all’eccedenza del costo di un’acquisizione aziendale rispetto
alla quota di interessenza del valore di mercato delle attività e delle passività
dell’impresa acquisita. L’avviamento generato internamente non può essere
rilevato come immobilizzazione immateriale.
Per l’avviamento e le altre attività a vita utile indefinita, la verifica di perdita di
valore deve essere svolta annualmente.

ILLUSTRA SINTETICAMENTE I CONCETTI DI :


• IMPOSTE DI COMPETENZA
• IMPOSTE CORRENTI
• FONDO IMPOSTE DIFFERITE
• FONDO IMPOSTE
• CREDITI PER IMPOSTE ANTICIPATE
IMPOSTE DI COMPETENZA :

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Sono le imposte sul reddito di esercizio e esprimono il costo di natura fiscale da


sottrarre al risultato prima delle imposte espresso in conto economico al fine di
pervenire al risultato di esercizio.
Tale costo è individuato sommando alle imposte correnti le imposte differite e
sottraendo le imposte anticipate.
IMPOSTE CORRENTI :
Sono le imposte da liquidare all’Amministrazione Tributaria, determinate in sede
di redazione della dichiarazione dei redditi annuale moltiplicando il reddito
imponibile (individuato in base all’applicazione delle norme fiscali) per l’aliquota
fiscale in vigore.
Le imposte correnti vanno liquidate nell’anno successo alla chiusura dell’esercizio
e rappresentano pertanto l’effettivo debito tributario (di natura certa)da esporre
nel bilancio di esercizio.
FONDO IMPOSTE DIFFERITE :
Il fondo per imposte differite sarà utilizzato per coprire le maggiori imposte
gravanti sugli esercizi successivi, nel corso dei quali la differenza temporanea
troverà compensazione. In caso di mancato utilizzo, il fondo per imposte differite
genererà sopravvenienze straordinarie attive.
FONDO IMPOSTE :
indicato in bilancio nello stato patrimoniale, tra le passività, alla macro categoria
B) fondi per rischi e oneri alla voce 2) fondo per imposte anche differite
il principio contabile n 25 deve accogliere :
• Gli accantonamenti per imposte probabili, aventi ammontare e/o data di
sopravvenienza indeterminata, ad esempio derivanti da accertamenti o
contenziosi in corso
• Le imposte differite
Per quanto concerne i criteri di valutazione di tale fondo, va precisato che, dato
che la legge non stabilisce criteri specifici, occorrerà seguire ed applicare i generali
principi della competenza e della prudenza
Fondo per imposte comprende le passività per imposte probabili il cui ammontare
o la cui data di sopravvenienza siano determinati quali:
• Accertamenti non definitivi
• Contenziosi in corso

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• Altre fattispecie
CREDITI PER IMPOSTE ANTICIPATE :

DOPO AVER ILLUSTRATO BREVEMENTE IL SIGNIFICATO DEI FONDI PER RISCHI PER
SPESE FUTURE, INDICA, PER CIASCUNA DELLE SITUAZIONI SOTTO INDICATE, IL
RELATIVO TRATTAMENTO NEL BILANCIO DI ESERCIZIO (EVENTUALI VOCI DI
BILANCIO INTERESSATE E RELATIVO IMPORTO), CON SINTETICA MOTIVAZIONE :
A) E’ STATO NOTIFICATO DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE UN ACCERTAMENTO,
PENDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI £800 : IL FISCALISTA RITIENE
CHE VI SIA UN RISCHIO DI SOCCOMBENZA PROBABILE STIMATO DI £500
B) UN CLIENTE HA INTENTATO UNA CAUSA LEGALE DI RISARCIMENTO DANNI,
PENNDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO, CON RICHIESTA DI £400 : IL
LEGALE RITIENE CHE VI SIA UN RISCHIO DI SOCCOMBENZA POSSIBILE
STIMATO IN £80
C) UN FORNITORE HA INTENTATO UNA CAUSA LEGALE DI RISARCIMENTO
DANNI, PENDENTE ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI £200 : IL LEGALE
RITIENE DEL TUTTO INFONDATA TALE RICHIESTA

ILLUSTRA LE MODALITA’ DI RAPPRESENTAZIONE E DI VALUTAZIONE NEL BILANCIO


D’ESERCIZIO DEI CREDITI E DEI DEBITI IN VALUTA ESTERA, DAL PUNTO DI VISTA
DEL CC, DEI PRINCIPI CONTABILI E DELLA NORMA FISCALE
Le norme di riferimento sono:
• Articolo -2426 C.C. punto n8 e 8bis.
• PC 26
• IAS 21
• TUIR 110.
Valutazione su crediti e debiti in valuta estera ( punto n 8 bis) : dall’articolo :
8) i crediti devono essere iscritti secondo il valore presumibile di realizzazione;

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8-bis) le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni,


devono essere iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura
dell’esercizio ed i relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto
economico e l’eventuale utile netto deve essere accantonato in apposita riserva
non distribuibile fino al realizzo.
Le immobilizzazioni materiali, immateriali e quelle finanziarie, costituite da
partecipazioni, rilevate al costo, in valuta devono essere iscritte al tasso di cambio
al momento del loro acquisto o a quello inferiore alla data di chiusura
dell’esercizio se la riduzione debba giudicarsi durevole;
Le attività e le passività in valuta estera, ad eccezione delle immobilizzazioni,
devono essere iscritte al tasso di cambio alla data di chiusura dell’esercizio.
I relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto economico.
Se la somma algebrica tra utili e perdite su cambi positiva, vige l’obbligo di
iscrivere in un’apposita riserva tale utile netto, non distribuibile fino al realizzo
dell’utile netto su cambi che l’ha generata.
L’imputazione a riserva deve avvenire in sede di destinazione dell’utile.
Le immobilizzazioni immateriali, materiali, finanziari costituite da partecipazioni,
rilevate al costo in valuta, devono essere iscritte al tasso di cambio al momento
del loro acquisto, oppure a quello inferiore alla data di chiusura dell’esercizio se la
riduzione durevole.
La normativa fiscale ammette che le differenze di cambio sono fiscalmente
irrilevanti.
La ratio è quella di non attribuire rilevanza fiscale a valori NON realizzati, ma solo a
quelli effettivamente conseguiti.
Rispetto alle regole del codice civile e dei principi contabili nazionali, i principi
contabili internazionali NON differiscono in maniera sostanziale.
Gli IAS/IFRS prevedono infatti, in ogni caso, la redditualizzazione dell’utile e delle
perdite, sia di carattere effettivo che presunto.

DOPO AVER ILLUSTRATO IL CONCETTO DI IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI,


RISPONDI AL SEGUENTE QUESITO: ASSUMENDO I SEGUENTI VALORI RELATIVI AD
UN MARCHIO
- COSTO STORICO AL NETTO AMMORTAMENTO 100

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- FAIR VALUE 95
- VALORE IN USO 90 ,
INDICA IL VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO, FORNENDONE ANCHE SINTETICA
MOTIVAZIIONE, SECONDO IL CC, I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E I PRINCIPI
CONTABILI INTERNAZIONALI (IAS/IFRS)

ILLUSTRA LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE E


COLLEGATE DAL PUNTO DI VISTA DEL CC, DEI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI, DEI
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI E DELLA NORMATIVA FISCALE
Nel linguaggio aziendale per partecipazioni normalmente si intendono i diritti al
capitale di altre imprese (che possono essere rappresentati da quote o dei titoli
azionari), destinati a costituire un legame durevole tra la partecipante e la
partecipata.
Secondo questa impostazione il possesso di titoli o quote del capitale di altre
imprese non viene automaticamente qualificato come partecipazione. E’ infatti
necessario che si realizzi un "legame durevole", che certamente non può essere
riconosciuto nei casi di acquisti speculativi.
Nel codice civile, invece, questa distinzione non trova applicazione dato che le
partecipazioni (di qualsiasi tipo) possono trovare collocazione, oltre che tra le
attività destinate a un impiego durevole ( immoblizzazioni finanziarie) anche
nell’attivo circolante, cioè fra le poste destinate a essere impiegati o smobilitate
nel breve termine.
Appunto , secondo la norma civilistica ( art 2426 Cc) si distingue tra :
1. Partecipazioni destinate a essere negoziate nel breve periodo. ( SPA.-C III :
attivo circolante -attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.
(assimilate alle rimanenze di magazzino), devono essere valutate al:
• Costo di acquisto: cioè il prezzo pattuito con la controparte + gli oneri
accessori. Se il minore al: Valore di realizzo: desumibile dall’andamento di
mercato, che dipende dalla negoziabilit della partecipazione; ci sono 2 casi :
a) per le partecipazioni quotate il riferimento la media delle quotazioni
dell’ultimo mese. b) per le partecipazioni non quotate l’ammontare che il
detentore dell’investimento ritiene di poter ragionevolmente ricavare dalla
loro vendita in condizioni normali. NB: nel caso in cui il valore di realizzo sia

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inferiore al costo di acquisto della partecipazione, si procede alla rettifica di


valore.
2. Partecipazioni destinate a permanere nel patrimonio nel lungo periodo. (
SPA- B III immobilizzazioni finanziarie). Devono essere valutate secondo due
metodi: Metodo del costo: hanno natura di immobilizzazioni, il criterio di
valutazione il costo di acquisizione. Le svalutazioni sono fatte solo in caso di
perdite durevoli di valore ovvero quando il valore dell’investimento risulti
durevolmente inferiore al costo. NB: il risultato dell’esercizio della
partecipata ha effetti sul sistema di valori della partecipante : a) in caso di
utile solo se distribuito come dividendo. b) in caso di perdita, da origine alla
svalutazione solo se ritenuta perdita permanente. Questo metodo implica il
considerare la partecipata nel solo interesse di ottenere un dividendo. Prevale
quindi il principio della prudenza sulla competenza.
• Metodo del patrimonio netto: il metodo del patrimonio netto può essere
usato per partecipazioni costituite da quote significative imprese
controllate e collegate.
Il codice civile all’articolo 2426,n4 stabilisce che l’immobilizzazione consistenti
in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate
anzichè al costo di acquisto, con il metodo del Patrimonio netto.
Con il metodo del patrimonio netto la partecipazione inizialmente rilevata al
costo e successivamente rettificata in conseguenza dei cambiamenti di valore
della quota della partecipante nel patrimonio netto della partecipata (il costo
originario periodicamente rettificato): nel caso la partecipata consegua utili, il
valore delle partecipazioni va incrementato; si consegue perdite, va diminuito.
In questo modo si riconoscono, secondo il principio della competenza, i
risultati della partecipata che si sono tradotti in aumento e diminuzioni
intervenuti nelle sue consistenze patrimoniali.
I dividendi che verranno successivamente distribuiti vanno portati in riduzione
del valore iscritto della partecipazione e non costituiscono componenti di
reddito per la partecipante. Come gi detto il costo originario periodicamente
rettificato: a) per riflettere la quota di spettanza della partecipante del
risultato della partecipata (a prescindere dalla distribuzione del dividendo). b)
dalle altre variazioni patrimonio netto della partecipata.
L’applicazione del metodo del patrimonio netto può determinare un maggior o
minor valore rispetto al valore contabile scritto: a) il plusvalore scritto in una
riserva non distribuibile. b) il minusvalore, cioè la perdita su partecipazioni,

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iscritta a diminuzione della posta in Stato patrimoniale nella classe BIII


immobilizzazioni finanziarie.
La partecipata è considerata parte integrante del sistema aziendale della
partecipante. Prevale il principio della competenza.
I principi contabili internazionali, gli IAS/IFRS considerano in modo più analitico la
natura e la destinazione dell’attività finanziaria.
Per quanto riguarda le partecipazioni in imprese controllate e collegate ,
l’impostazione seguita dai principi contabili internazionali attribuisce assoluta
rilevanza alla distinzione fra bilancio individuale e bilancio separato: il primo
quello predisposto da un’impresa non tenuta alla redazione del bilancio
consolidato, mentre il secondo il bilancio di una capogruppo che presenta il
proprio bilancio oltre a quello consolidato.
Nel bilancio separato, le partecipazioni in imprese controllate e collegate vanno
valutate con il metodo del costo oppure al fari value ( valore equo), cioè al
corrispettivo al quale il bene potrebbe essere scambiato in una libera transazione
fra parti consapevoli e disponibili.
Nel bilancio individuale invece (che non prevede quindi la presenza di
partecipazioni in controllate, poichè altrimenti scatterebbe l’obbligo di redigere
anche il consolidato) le partecipazioni in imprese collegate devono essere valutate
con il metodo del patrimonio netto.
In altri termini, secondo gli IAS, il metodo del patrimonio netto è previsto
unicamente per la valutazione delle partecipazioni nel bilancio delle imprese non
tenute alla redazione del bilancio consolidato. Per quanto riguarda le altre
partecipazioni, bisogna considerare che gli IAS/IFRS non prevedono la suddivisione
degli strumenti finanziari semplicemente sulla base della loro natura ma in
funzione della loro destinazione funzionale nell’ambito della gestione
dell’impresa.
In particolare, le categorie di attività finanziarie nelle quali possono essere
collocati titoli e le partecipazioni diverse da quelle imprese controllate collegate
sono:
• Le attività al fair value rilevato al conto economico
• Le attività possedute sino a scadenza ( held to maturity)
• le attività finanziarie disponibili per la vendita.

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TUIR: la disciplina fiscale individua in analogia al codice civile due classi di valori:
1. attività finanziarie immobilizzate: se risultano iscritti in bilancio come
immobilizzazione sono considerati tali anche del diritto tributario.
2. Attività finanziarie appartenenti all’attivo circolante: destinate ad essere
negoziate.
Gli aspetti di maggior rilievo riguardano la deducibilità delle minusvalenze.
A fronte della normativa civilistica che impone di svalutare le immobilizzazioni
finanziarie in ipotesi di durevole riduzione di valore, le norme fiscali fissano
precise regole sulla determinazione delle minusvalenze deducibili in sede di
calcolo del reddito imponibile.
Le minusvalenze riguardanti le immobilizzazioni finanziarie sono deducibili per un
importo non superiore alla differenza tra il costo fiscalmente riconosciuto e quello
risultante: a) per le partecipazioni quotate il riferimento la media aritmetica dei
prezzi dell’ultimo semestre. (Costo fiscalmente riconosciuto - media aritmetica dei
prezzi dell’ultimo semestre). b) per le partecipazioni non quotate si utilizza il
metodo del confronto tra patrimoni netti . ( Costo fiscalmente riconosciuto -
metodo del confronto tra patrimonio netto ).
Le partecipazioni che costituiscono attivo circolante sono assimilate le giacenze di
magazzino, pertanto la variazione delle rimanenze finali concorrono a formare il
reddito di esercizio.
DOPO AVER BREVEMENTE ILLUSTRATO I CONCETTI DI FIFO E LIFO IMPIEGATI PER
LA DETERMINAZIONE DEI MOVIMENTI DELLE RIMANENZE DI MAGAZZINO,
PRESENTA UN ESEMPIO NUMERICO DI VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE DI
PRODOTTI FINITI CON IL METODO FIFO
Il codice civile dispone che il costo dei beni fungibili può essere calcolato col
metodo della media ponderata o con quelli "prima entrato primo uscito" o "ultimo
entrato, primo uscito" (articolo 2126, numero 10.).
FIFO : first-in, first out; il metodo primo entrato, primo uscito assume che le
quantità acquistate o prodotte in epoca più remota siano le prime ad essere
vendute o utilizzate in produzione, per cui restano in magazzino le quantità
relative agli acquisti o alle produzioni più recenti. E’ un metodo che rispecchia in
molti casi il flusso fisico delle voci di magazzino (soprattutto i prodotti deperibili. Il
magazzino quindi valutato al costo delle materie prime acquistate più
recentemente. ( CE : ricavi recenti vs costi meno recenti)

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LIFO : last-in, first-out; il metodo ultimo entrato, primo uscito assume che le
quantità acquistate o fabbricate più recentemente siano le prime essere utilizzati
in produzione o a essere vendute, per cui restano in magazzino le quantità più
vecchie. (Ovviamente l’impiego di questo metodo non può rispecchiare l’effettivo
funzionamento di un magazzino composto da merce deperibile).
Si valorizza il magazzino con i prezzi quindi meno recenti.
Le quantità acquistate o prodotte più recentemente sono le prime a essere
vendute o utilizzati in produzione per cui restano in magazzino le quantità relative
agli acquisti o alle produzione più remoti.
Come già detto un metodo che non rispecchia in molti casi il flusso fisico delle voci
di magazzino; tuttavia è più stabile del FIFO. ( CE: ricavi recenti vs costi recenti).
Esistono tre modi di calcolare il LIFO :
• Lifo di periodo : prevede l’applicazione della logica LIFO alle movimentazioni
complessive verificatesi in un determinato arco temporale, ipotizzato che
tutti gli scarichi del magazzino avvengono alla fine del periodo.
• Lifo Continuo : si applica rigorosamente rispettando l’ordine cronologico dei
movimenti di magazzino
• Lifo a scatti : un metodo che stratifica le rimanenze considerandole
separatamente per esercizio di formazione; occorre quindi confrontare le
quantità in giacenza a fine esercizio con quelle in rimanenza ad inizio
esercizio.
Si prendono sempre le quantità meno recenti, determinate per con diverse
fattispecie.
Esempio sul libro con tabelle. PAG 321.
ILLUSTRA LA VALUTAZIONEDELLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
RAPPRESENTATE DA COSTI DI IMPIANTO E AMPLIAMENTO, DAL PUNTO DI VISTA
DEL CC, DEI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI, DEI PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI E DELLA NORMA FISCALE
Le immobilizzazioni immateriali sono beni caratterizzati dalla mancanza di
tangibilità.
Sono quindi beni intangibili.
Sono beni destinati ad essere usati durevolmente ma di tipo intangibile. Sono
costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma
manifestano i benefici economici in un arco temporale di più esercizi.

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Le immobilizzazioni immateriali, secondo l’art. 2424 c.c., sono così classificate:


1) costi di impianto e di ampliamento ;
2) costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità ;
3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno ;
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili ;
5) avviamento ;
6) immobilizzazioni in corso e acconti ;
7) altre .

1.)costi di impianto e ampliamento (voce B I 1 SP ATTIVO ):


rientrano negli oneri pluriennali (Costi sostenuti dall’impresa per l’acquisizione o
la produzione di risorse e condizioni produttive aventi utilità pluriennale, destinata
cioè a non esaurirsi in un unico esercizio.) .
Sono costi sostenuti in maniera non ricorrente dall’azienda, nella fase pre
operativa e nella fase di accrescimento della capacità operativa esistente.
Sono costi legati a:
1 costituzione della società;
2 costituzione dell’azienda.
Condizione per l’iscrizione in bilancio è la dimostrabilità della relazione di causa
effetto tra costi sostenuti e benefici attesi.
L’ammontare capitalizzato non deve essere superiore al valore stimato dell’utilità
futura attesa.
L’ammortamento a quote costanti, rivisto annualmente e non superiore ai cinque
anni.
L’Art 108 TUIR afferma che è possibile dedurre dal reddito dell’impresa una quota
di ammortamento uguale a quella imputata all’esercizio; non ci sono percentuali
di indeducibilità; sono costi deducibili al 100%.
Secondo i PCI,IAS 38, non sono capitalizzati non sono cioè iscritti nello stato
patrimoniale, ma devono essere unicamente imputati al conto economico.

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Per le imprese italiane che adottano per la prima volta gli IAS /IFRS c’era necessità
di stornare dalle immobilizzazioni immateriali i costi di impianto e ampliamento e
i costi di start-up.
2.)costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità ( voce BI 2, SP ATTIVO) :
I costi di ricerca e sviluppo si suddividono in :
• ricerca pura (di base): studi e ricerche con utilità generiche volte al
generico progresso delle conoscenze scientifiche affinchè l’azienda
mantenga uno standard tecnologico, evitando senescenza e obsolescenza.
• Ricerca applicata: legata ad uno specifico processo-prodotto o volta
all’individuazione della potenziale utilizzazione economica dei risultati della
ricerca pura.
• Sviluppo: l’attività di sviluppo riguarda studi svolti ad utilizzare i risultati
della ricerca applicata nella produzione dell’impresa. Condizione per
l’iscrizione in bilancio è la probabilità del futuro successo economico dei
prodotti di studio e ricerca. Costi di ricerca di base NON sono capitalizzabili
a causa dell’impossibilità di quantificare il loro contributo nella generazione
di risultati economici positivi. I costi di ricerca applicata e sviluppo SONO
capitalizzabili e quindi ammortizzabili ( FACOLTA’) nel limite del rispetto del
principio della RECUPERABILITA’ del costo attraverso i benefici futuri
derivanti dall’investimento.
L’ammortamento a quote costanti e non superiore ai cinque anni. (NO > 5
anni).
I costi di pubblicità: rientrano in questa voce i soli costi pubblicitari, che
nella sostanza sono assimilabili ai costi di impianto e ampliamento, in
quanto relativi al lancio di un nuovo prodotto o all’avvio di una nuova
attività produttiva.
Sono capitalizzabili si ricorrano le seguenti condizioni:
• se hanno utilità prospettica in più esercizi.
• Devono avere carattere di eccezionalità, legati al lancio di un nuovo
elemento specifico.
Non possono essere capitalizzate le spese sostenute per campagne pubblicitarie
"di sostegno".
L’Art 108 del TUIR parla solo di spese di pubblicità e propaganda.
Afferma che esse sono deducibili: nell’esercizio in cui sono state sostenute ; a
quote costanti nell’esercizio stesso e nei quattro successivi.

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Secondo lo IAS 38 le spese di ricerca e le spese di pubblicità non sono


capitalizzabili, le spese di sviluppo si ma a determinate condizioni ( nel rispetto dei
requisiti di attività immateriale):
• Identificabilità
• Controllo della risorsa
• Benefici economici futuri
Per le imprese italiane che adottano per la prima volta gli IAS/ IFRS c’ la necessità
di stornare dalle immobilizzazioni immateriali i costi di ricerca e di pubblicità.
In generale dall’art 2425 : costi di impianto e di ampliamento i costi di ricerca, di
sviluppo di pubblicità aventi utilità pluriennale possono essere iscritti nell’attivo
con il consenso del collegio sindacale e devono essere ammortizzati entro un
periodo non superiore a cinque anni.
3)diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
(Voce B.I.3, SPA) :
i brevetti industriali sono quelli che hanno maggior rilevanza e sono pi tutelati dal
codice civile.
Sono creazioni intellettuali, con tutela giuridica, cioè il diritto esclusivo di
sfruttamento nei limiti della legge.
La concessione del brevetto è un requisito fondamentale, e la sua durata è
tipicamente vent’anni.
I requisiti di iscrivibilità nello stato patrimoniale sono:
• Titolarità di un diritto esclusivo di sfruttamento del brevetto
• Principio della recuperabilità dei costi di iscrizione tramite benefici
economici futuri derivanti dall’utilizzo del brevetto.
• Determinazione attendibile del costo sostenuto.
I criteri di rilevazione sono:
• acquisto a titolo originario: brevetto capitalizzato a costo interno di
realizzazione più costi accessori ( es. costi per implementazione se ditta
esterna).
• Acquisto a titolo derivativo: brevetto capitalizzato a costo d’acquisto pi
oneri accessori.
I benefici economici attesi devono essere sufficienti a coprire i costi iscritti
nell’attivo.

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L’ammortamento deve seguire la vita utile del brevetto, e ha come durata


massima alla durata legale del brevetto (vent’anni).
L’art 108 TUIR dice che le quote di ammortamento sono deducibili in misura non
superiore al 50% del costo.
4.)concessioni, licenze, marchi, e diritti simili. ( Voce BI 4 SPA):
Le concessioni: provvedimenti con i quali la pubblica amministrazione trasferisce
ad altri soggetti i propri diritti e i poteri, con relativi oneri e obblighi; l’oggetto
della concessione può essere: diritti su beni di proprietà degli enti concedenti;
diritto di esercizio di attività proprie degli enti concedenti.
Prevedono delle royalties non capitalizzabili, e una somma iniziale (capitalizzabile).
L’ammortamento segue la durata della concessione o il suo sfruttamento
economico.
Le licenze: sono autorizzazioni con le quali si consente l’esercizio di un’attività
regolamentata.
Ci sono due tipologie di licenze:
• di derivazione pubblicistica (capitalizzabile);
• di natura privatistica (non capitalizzabile).
Marchio : il marchio insieme alla vita e all’insegna, il segno distintivo dell’azienda.
Il marchio può essere:
a) acquisito a titolo oneroso da terzi ! si iscrivono tutti i costi di acquisizione e
tutti gli oneri accessori.
b) Prodotto internamente: si iscrivono nella voce BI-4 solo i costi sostenuti
internamente
L’ammortamento segue il periodo di utilizzo del marchio, cioè il periodo di
produzione e commercializzazione di un prodotto con quel marchio e non può
essere superiore ai vent’anni.
L’art. 103 TUIR afferma che le quote di ammortamento relative ad ogni esercizio
sono interamente deducibili per concessioni di licenze; per i marchi le quote di
ammortamento sono deducibili sotto 1/18 del costo.
NB : concessioni e licenze ! quote di ammortamento interamente deducibili.
Marchi : quote di ammortamento deducibili sotto 1/18 del costo.
5.)Avviamento ( Voce BI-5 SPA): Def : l’avviamento l’attitudine di un’azienda a
produrre utili in misura superiore a quella ordinaria, misura che può derivare da

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fattori specifici che, pur concorrendo positivamente alla produzione di reddito ed


essendosi formati nel tempo in modo oneroso, non hanno valore autonomo.
Si distinguono:
• Avviamento ordinario (non capitalizzabile): derivante dalla gestione
aziendale efficiente non può essere iscritto nello stato patrimoniale.
• Avviamento derivato ( capitalizzabile col consenso del collegio sindacale) :
acquisito a titolo oneroso, attraverso l’acquisizione di un’azienda o di una
partecipazione o da un’operazione di conferimento d’azienda (fusione,
scissione).
L’avviamento è determinato dalla differenza tra il prezzo complessivamente
sostenuto per l’acquisizione dell’azienda ( o il valore di conferimento) e il valore
corrente contabile degli elementi attivi e passivi dello stato patrimoniale che lo
compongono.
Ai sensi dell’articolo 2426 l’avviamento può essere iscritto nell’attivo con il
consenso, ove esistente, del collegio sindacale; se acquisito a titolo oneroso, nei
limiti del costo per esso sostenuto, deve essere ammortizzato entro un periodo di
cinque anni; è consentito un periodo di ammortamento più lungo, purchè non si
superi la durata di utilizzazione e ne sia data adeguata motivazione in nota
integrativa.
( NB. Avviamento = prezzo complessivamente sostenuto per l’acquisizione
dell’azienda ( o valore di conferimento) - valore corrente contabile (elementi attivi
e passivi che lo compongono).)
L’art 103 del TUIR sancisce che le quote di ammortamento deducibili sono in
misura non superiore ad 1/18 del costo.
Lo IAS 38 stabilisce che l’avviamento generato internamente non può essere
capitalizzato perchè non una risorsa identificabile controllata dall’impresa che
può essere attendibilmente valutata la costo ( eccezione); secondo gli IAS
l’avviamento non può essere oggetto di ripristino di valore.
6) immobilizzazione in corso e acconti ( Voce BI-6 SPA): sono costi sostenuti per
l’acquisizione o la produzione interna di immobilizzazioni immateriali per le quali
non si ancora verificata l’acquisizione della piena proprietà o per le quali non si
ancora completato il progetto di realizzazione. NB : Sono iscritti a COSTO
STORICO; NB: Non si effettua l’ammortamento a causa della transitorietà della
voce.

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Una volta che la titolarità del bene entra in azienda ( dopo che entrano a far parte
pienamente della proprietà aziendale) , i costi iscritti in questa voce sono
riclassificati nella voce a cui appartengono e comincia il processo di
ammortamento secondo le regole della tipologia.
Anche sotto il profilo fiscale ( Art. 102 TUIR) queste immobilizzazioni non
rientrano tra quelle ammortizzabili dato che l’art precisa che le quote di
ammortamento sono deducibili a partire dal periodo di imposta nel quale il bene
stato utilizzato.
Le imprese che adottano gli IAS possono iscrivere le immobilizzazioni in corso
come costi di sviluppo in corso a cui devono essere applicati i principi per
l’iscrizione in bilancio dei costi di sviluppo.
Nel caso in cui queste immobilizzazioni sono significative esse possono
rappresentare un’autonoma categoria.
Non sono ammortizzabili, ma soggetti a impairment test. (Verifica, disciplinata
dallo IAS 36, che ha la finalità di accertare se un’attività abbia subito o meno una
riduzione di valore.
Tale esame avviene mediante il confronto del valore contabile con il valore
recuperabile calcolato come il maggiore tra il fair value (➔) e il value in use. E’ una
delle importanti novità introdotte dai principi contabili internazionali IAS/IFRS (➔
IAS), che impongono l’obbligo di sottoporre annualmente a i. t.

Le immobilizzazioni immateriali a vita indefinita (➔ immobilizzazione) e


l’avviamento).
7) Altre ( Voce BI-7 SPA) : costi afferenti ad elementi intangibili dell’azienda che
non trovano una classificazione nelle altre classi.
DOP AVER DEFINITO I CONCETTI DI
• FONDI PER RISCHI
• FONDI PER ONERI ,
RIPORTA TRE ESEMPI DI FONDI PER RISCHI E TRE ESEMPI DI FONDI PER ONERI
FONDI PER RISCHI :
I fondi per rischi sono passività incerte, connesse a rischi in essere il cui verificarsi
è reputato probabile.

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Tali situazioni di incertezza potranno concretizzarsi in perdite. Gli accantonamenti


ai suddetti fondi devono fondarsi su una stima realistica dell’onere necessario per
soddisfarle.
Il trattamento contabile di tali perdite probabili dipende da due elementi:
1.grado di realizzazione dell’evento futuro (eventi probabili, possibili o remoti);
2.possibilità concreta di stimare l’ammontare delle perdite.
ESEMPI :
Fondi legati alle seguenti circostanze:
•Soccombenza in una causa passiva
•Inosservanza di una norma di legge o di una clausola contrattuale
•Richiesta di escussione di garanzie prestate
•Rischi non assicurati
•Minaccia di espropri
Fondi rischi per cause in corso ; Fondi rischi di eventuali contestazioni da parte di
terzi ; Fondi rischi per garanzie prestate ; Fondo rischi su crediti ceduti
FONDI PER ONERI :
I fondi per oneri rappresentano passività certe nella loro esistenza, ma stimate
nell’importo e/o nella data di estinzione.
Sono passività correlate a componenti negativi di reddito di competenza
dell’esercizio in chiusura ma che avranno manifestazione numeraria negli esercizi
successivi.
Tali stanziamenti vanno effettuati sulla base di una stima realistica dell’onere
necessario per soddisfarli, tenendo conto di tutti gli aumenti di costo documentati
e verificabili, già noti che dovranno essere sostenuti per soddisfare le obbligazioni
assunte.
ESEMPI :
• Fondi per garanzia prodotti
• Fondi manutenzione ciclica
• Fondi manutenzione e ripristino dei beni gratuitamente devolvibili e dei beni
d’azienda ricevuti in affitto

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• Fondo per copertura perdite di società partecipate


• Fondi per operazioni e concorsi a premio
• Fondi per resi di prodotti
• Fondi recupero ambientale
• Fondi per prepensionamento e ristrutturazioni aziendali
• Fondi per contratti onerosi
DATA LA SEGUENTE SITUAZIONE RELATIVA A UN IMPIANTO : COSTO DI ACQUISTO
100 ; FONDO AMMORTAMENTO ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO 40.
INDICA IL VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO, E LE RELATIVE MOTIVAZIONI,
NELL’IPOTESI IN CUI L’IMPIANTO SIA CLASSIFICATO TRA LE IMMOBILIZZAZIONI
MATERIALI E SI VERIFICHI A FINE ESERCIZIO :
A) UNA PERDITA DI VALORE DI 30 DUREVOLE (RISPETTO AL VALORE AL NETTO
DEL FONDO AMMORTAMENTO)
B) UNA PERDITA DI VALORE DI 30 GIUDICATA NON DUREVOLE (RISPETTO AL
VALORE AL NETTO DEL FONDO AMMORTAMENTO)
ILLUSTRA INOLTRE LE CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE’ ALLA FINE
DELL’ESERCIZIO SI POSSA PROCEDERE A UN AUMENTO DI VALORE
PRECISA INFINE :
• GLI EVENTUALI LIMITI ALL’AUMENTO DI VALORE
• GLI EFFETTI SULLO SP E SUL CE

VALUTAZIONE DEI CREDITI IN MONETA DI CONTO (DI REGOLAMENTO E DI


FINANZIAMENTO) SECONDO IL CODICE CIVILE, I PRINCIPI CONTABILI E LA NORMA
FISCALE
La valutazione dei crediti va effettuata, si ricorda, NON in base al valore già
registrato, bensì al valore presumibile di realizzo sia per i crediti dell’attivo
circolante che per i crediti immobilizzati.
Tale credito può variare per cause differenti, quali ad esempio:
1. perdite per inesigibilità;
2. Resi e rettifiche di fatturazione;

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3. Sconti e abbuoni;
4. Interessi non maturati.
Perdite per inesigibilità:
Il caso in questione prevede l’accensione di un conto apposito, denominato
"Fondo svalutazione crediti", di importo sufficiente a coprire sia le perdite per
inesigibilità già manifestatisi, sia quelle che temiamo possano manifestarsi.
Per rispetto ai principi di competenza economica e di prudenza, tali perdite non
devono essere inserite nel conto economico, bensì rilevate nell’apposito fondo, da
cui storneremo i crediti risultanti effettivamente inesigibili. Le fasi da affrontare
nel processo di svalutazione sono le seguenti:
1. determinazione delle perdite presunte per ogni avvenuta manifestazione di
inesigibilità;
2. stima delle perdite temute;
3. analisi di aging, ovvero valutazione degli indici di anziani fra crediti scaduti e
quelli relativi ad esercizi precedenti;
4. valutazione delle condizioni economiche generali del sistema in cui l’azienda
immersa (settore, Paese).
Resi e rettifiche di fatturazione :
Accade a volte che alcune merci da noi vendute risultino difettose oppure che
siano eccedenti. In questo caso l’azienda dovrà correttamente valutare quanti resi
e quante rettifiche di fatturazione potrebbero verificarsi, nel caso questo
fenomeno sia ricorrente.
In questo caso bisognerà provvedere a calcolare una stima di tali accadimenti e
provvedere a stanziare fondi per tali eventualità.
Sconti e abbuoni:
Se la nostra azienda solita applicare sconti e abbuoni, sarà necessario stanziare
ugualmente un fondo, prevedendo l’entità di tali sconti e abbuoni e rettificare i
valori in bilancio.
Interessi non maturati:
Gli interessi non maturati inclusi nel valore dei crediti debbono essere riscontati:
essi infatti non sono un’attività.
Per i crediti a lungo termine si pone anche il problema dell’attualizzazione,
provvedendo inoltre allo scorporo degli interessi.

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Tale interesse sarà uguale alla differenza fra il valore nominale del credito e il suo
valore attualizzato.
Tale interesse dovrà essere quindi suddiviso per tutti gli esercizi amministrativi
nella cui competenza rientra.
L’attualizzazione dei crediti prevede la rilevazione della vendita e l’iscrizione degli
interessi attivi in "dare/+" del conto economico, in modo da rettificare i ricavi, e la
conseguente iscrizione fra i risconti passivi di tale interesse nello stato
patrimoniale.
I seguenti crediti non possono essere soggetti ad attualizzazione:
• crediti sorti con la gestione normale che saranno esigibili nel prossimo
esercizio;
• crediti che non prevedono la restituzione in quanto versati come "acconto"
per l’acquisizione di un bene;
• crediti con tasso di interesse basso; crediti per i quali abbiamo ricevuto
garanzie e/o cauzioni. )).
Il valore nominale dei crediti rettificato con un fondo svalutazione crediti
sufficiente a coprire:
• Le perdite certe per inesigibilità
• Le perdite presunte.
Esistono due metodi per determinare la svalutazione:
1. Metodo Analitico: l’accantonamento effettuato di un’analisi dettagliata di
tutte le posizioni creditorie in essere, una per una.
2. Metodo sintetico (il più utilizzato): l’accantonamento effettuato sulla base
di una percentuale di svalutazione applicata a categorie omogenee di
crediti, sulla base della storia dell’azienda dei crediti presunti non esigibili.
Il limite: consentito utilizzare tale metodo solo se conduce ai medesimi
risultati delle analisi.
Dato che si verificano rettifiche di fatturazione (resi ,sconti e abbuoni) dopo la
chiusura del bilancio necessario stanziare un fondo a Stato patrimoniale.
Gli interessi NON maturati non rappresentano ancora un’attività per l’impresa e
pertanto vanno riscontrati, cioè i crediti vengono attualizzati ( attualizzazione
crediti risconti).

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Gli IAS/ IFRS affermano che è possibile iscrivere un credito di bilancio solo quando
sono stati trasferiti i rischi (prevale la sostanza sulla forma, principio contabile
della sostanza sulla forma).
Inoltre si considera l’orizzonte temporale lungo il quale il credito diventerà
esigibile: la classificazione avviene in base al criterio della liquidità/esigibilità.
I crediti vanno valutati al FAIR VALUE del corrispettivo ricevuto o spettante,
tenendo conto degli sconti commerciali. TUIR : l’art 106 TUIR : afferma che,
l’accantonamento al fondo svalutazione crediti deducibile nel limite del 50% dei
crediti stessi; la deduzione non più ammessa quando l’ammontare complessivo
delle svalutazioni ha raggiunto il 5% dei crediti risultanti in bilancio.
Le perdite su crediti sono deducibili limitatamente alla parte che eccede
l’ammontare complessivo delle svalutazioni e degli accantonamenti nei precedenti
esercizi.

DOPO AVER INDICATO LE FINALITA’ DEL BILANCIO CONSOLIDATO, ILLUSTRA LE


PRINCIPALI PRECONDIZIONI AL CONSOLIDAMENTO
l bilancio consolidato un documento consuntivo di esercizio che vuol
rappresentare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria di un gruppo di
imprese, elaborato dalla società posta al vertice (capogruppo).
Le finalità del bilancio consolidato sono espresse dall’art. 29 d.Lgs n 127/1991 che
dispone che il bilancio consolidato deve essere redatto con chiarezza dagli
amministratori dell’impresa controllante e deve rappresentare, in modo veritiero
e corretto la situazione patrimoniale finanziaria e il risultato economico del
complesso delle imprese, costituito dalla controllante e dalle controllate.
Il gruppo è inteso come entità diversa (dalle diverse società che lo compongono) e
i bilanci delle singole società, inclusa la capogruppo, non esprimono un contenuto
informativo sufficiente a comprendere la realtà del gruppo infatti il loro risultato
economico, il capitale di funzionamento e la struttura patrimoniale sono
influenzati dalle scelte unitarie di gruppo e dalle operazioni infragruppo.
La normativa italiana stabilisce che si componga obbligatoriamente degli stessi
documenti previsti per il bilancio d’esercizio, ossia conto economico, stato
patrimoniale, nota integrativa, relazione sulla gestione e degli organi di controllo
(collegio sindacale e revisore contabile).

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Il principio OIC 17 in materia, per, stabilisce che a questi documenti si


accompagnino un rendiconto finanziario, un prospetto delle variazioni e dei
movimenti delle voci di patrimonio netto tra inizio e fine esercizio, un prospetto di
raccordo tra patrimonio netto e risultato d’esercizio della capogruppo e del
gruppo.
Dal punto di vista contabile il bilancio consolidato si caratterizza per la
depurazione delle "operazioni intercompany", ossia di quelle operazioni intercorse
fra le società dello stesso gruppo, al fine di rappresentare solo i rapporti tra il
gruppo e le economie terze.
In particolare, art 29 d.Lgs n 127/ 1991 →Art. 29:
Redazione del bilancio consolidato:
1. Il bilancio consolidato è redatto dagli amministratori dell’impresa
controllante.
Esso è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla
nota integrativa.
2. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo
veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato
economico del complesso delle imprese costituito dalla controllante e dalle
controllate.
3. Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni del presente decreto
non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, il
bilancio deve fornire le informazioni supplementari necessarie allo
scopo.
4. Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione degli articoli
seguenti è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la
disposizione non deve essere applicata.
La nota integrativa deve motivare la deroga e indicarne l’influenza sulla
rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato
economico.
5. Le modalità di redazione dello stato patrimoniale e del conto economico
consolidati, la struttura e il contenuto degli stessi, nonché’ i criteri di
valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro, se non
in casi eccezionali.
La nota integrativa deve motivare la deroga e indicarne l’influenza
sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del
risultato economico consolidati.

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Principali Precondizioni al consolidamento : la metodologia di consolidamento


consiste nell’integrare i bilanci delle singole aziende che appartengono al gruppo.
Le precondizioni al consolidamento rappresentano l’insieme delle verifiche e delle
operazioni tese a raggiungere l’uniformità.
I bilanci di esercizio delle società controllate vengono rese omogenee da:
• Riconciliazione dei valori infragruppo : ripristino della simmetria dei valori
relativi alle operazioni sorte tra le società del gruppo.
• Raccordo delle date di chiusura: scelta della data di riferimento, vengono
ricondotti a tale data i bilanci di tutte le società del gruppo.
• Rettifiche per l’armonizzazione dei criteri di valutazione ( quelli della
capogruppo): i criteri di riferimento sono quelli adottati dall’impresa che
redige il bilancio consolidato.
• Rettifiche per armonizzare i criteri di riclassificazione delle voci: i dati del
bilancio consolidato devono essere forniti uniformandosi ai criteri di
classificazione scelti per il bilancio consolidato.
• Traduzione dei bilanci di consociate estere espressi in moneta numeraria
non di conto.

ILLUSTRA I CONCETTI DI:


• REDDITO IMPONIBILE
• IMPOSTE CORRENTI
• IMPOSTE ANTICIPATE
• IMPOSTE DIFFERITE (PASSIVE) ,
RICORRENDO ANCHE A OPPORTUNE ESEMPLIFICAZIONI NUMERICHE
Reddito imponibile per le persone fisiche è il reddito complessivo al netto delle
ritenute previdenziali e assistenziali e detratti anche gli altri oneri deducibili.
L’articolo 3 del TUIR afferma che la base imponibile da assoggettare a tassazione ai
fini IRPEF è costituita dal reddito complessivo del contribuente al netto degli oneri
deducibili indicati nell’articolo 10 del TUIR, e delle deduzioni previste dallo Stato,
come le ritenute previdenziali e assistenziali e altri redditi.
Il reddito complessivo è dato dalla somma di tutti i redditi posseduti dal soggetto
d’imposta.
La formula economica per determinare il reddito imponibile : Ri = Re — D ; dove
Re = reddito complessivo, somma di tutti i redditi.

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D = deduzioni e oneri deducibili.


Esempio : Sig. Rossi. Reddito lordo annuo = 20.000 Ritenute assistenziali e
previdenziali= 3.500 Oneri deducibili = 1.500 REDDITO IMPONIBILE = 15.000 ( su
cui pagherà le tasse).
Esistono differenze tra risultato di esercizio e reddito imponibile. ( tra reddito
civilistico e reddito fiscale).
Differenze Permanenti : hanno natura definitiva, comportano un prelievo fiscale
che non corrisponde a quello tecnico ( che si dovrebbe avere utilizzando il
principio di competenza, ottenuto applicando le aliquote vigenti al risultato di
esercizio) ; possono essere positive negative, non generano imposte anticipate
differite, ma unicamente sulla tassazione corrente. Si tratta di costi o di ricavi
totalmente o parzialmente esenti o indeducibili ai sensi della NF.
Differenze temporanee: sono originate prevalentemente da differenze tra il
risultato prima delle imposte da bilancio civilistico e l’imponibile fiscale, che
scompaiono negli esercizi successivi.
Sono ricavi e costi che concorrono a formare il reddito fiscale in un periodo di
imposta diverso da quello nel quale concorrono a formare il risultato civilistico.
Esistono:
1 ) differenze temporanee tassabili: con segno +, generano passività per imposte
differite.
2) differenze temporanee deducibili : con segno -, generano attività per imposte
anticipate.
Imposte differite ( RF < RC) : Si tratta di imposte che saranno pagate in futuri
esercizi e sono generate da differenze temporanee che rinviano la tassazione;
civilisticamente sono imposte di competenza dell’esercizio.
Tra i componenti negativi e positivi di reddito che generano imposte differite
abbiamo:
1. ammortamenti ordinari superiori all’ammortamento civile;
2. ammortamento integrale di beni di imposto superiore a £ 516,46 (articolo 102
Tuir - Testo Unico Imposte sul Reddito);
3. rilevazione per cassa di costi non di competenza (contributi ad associazioni di
categoria);

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4. differimento della tassazione delle plusvalenze relative a beni posseduti da più


di tre anni; rivalutazione di partecipazioni.
Imposte anticipate ( RF > RC) : Si tratta di imposte pagate nell’esercizio, generate
da differenze temporanee che anticipano la tassazione. Sotto il profilo civilistico
sono imposte di competenza di futuri esercizi. Derivano da costi civilisticamente
ammessi ma fiscalmente deducibili, in tutto o in parte, in successivi esercizi.
Tra i componenti negativi e positivi di reddito che generano imposte anticipate
abbiamo:
5. interessi passivi indeducibili per effetto del superamento del limite del 30% del
ROL (Reddito Operativo Lordo);
6. quota di spese di rappresentanza parzialmente deducibile;
7. costi fiscalmente deducibili per cassa (compensi amministratori); rimanenze,
opere, forniture e servizi di durata infrannuale, partecipazioni e titoli, con valore
fiscale superiore a quello iscritto in bilancio.
Imposte correnti : IMPOSTE CORRENTI (ESIGIBILI) = IMPOSTE DI COMPETENZA
dell’esercizio. (Cioè imposte che derivano dai fatti di gestione dell’esercizio).
Per definizione le imposte correnti sono le imposte dovute in base alla
dichiarazione dei redditi, la quale si calcola applicando il TUIR.
Fondo per imposte: i fondi per imposte accolgono passività nei confronti
dell’amministrazione finanziaria che non hanno la natura di debiti.
Sono quindi destinati ad accogliere:
• passività per imposte probabili, aventi ammontare o data di
sopravvenienza indeterminati come quelle derivanti da accertamenti
probabili o contenziosi in corso.
• Passività per imposte differite che emergono come differenze temporanee
tra le imposte di competenza dell’esercizio e quelle che vengono
determinate attraverso la dichiarazione dei redditi relativa al medesimo
esercizio, cioè le imposte esigibili oc correnti per quanto riguarda i criteri di
valutazione: la legge non stabilisce i criteri specifici, si applicano generali
principi contabili di competenza e di prudenza. Deriva loro come richiamo al
sito o dove scarichi liberi

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DOPO AVER PRESENTATO UN ESEMPIO NUMERICO DI VALUTAZIONE DELLE


RIMANENZE FINALI DI MATERIE PRIME SECONDO IL METODO DEL LIFO E IL
METODO DEL FIFO, COMMENTA LE PRINCIPALI DIFFERENZE IN TERMINI DI
IMPATTO SUI VALORI DEL BILANCIO TRA L’ADOZIONE DEL METODO DEL FIFO E
L’ADOZIONE DEL METODO DEL LIFO

DOPO AVER BREVEMENTE DEFINITO I CONCETTI DI:


A) REDDITO ANTE IMPOSTE
B) REDDITO IMPONIBILE
C) IMPOSTE CORRENTI
D) IMPOSTE ANTICIPATE (O DIFFERITE ATTIVE)
E) IMPOSTE DIFFERITE (O DIFFERITE PASSIVE)
F) FONDO IMPOSTE ,
RIPORTA UN ESEMPIO A SCELTA DI UN’OPERAZIONE CHE DETERMINA IL SORERE DI
IMPOSTE ANTICIPATE (O DIFFERITE ATTIVE) E UN ESEMPIO DI OPERAZIONE CHE
DETERMINA IL SORGERE DI IMPOSTE DIFFERITE ( O DIFFERITE PASSIVE),
RIPORTANDO PER CIASCUNA LA RAPPRESENTAZIONE NELLE PERTINENTI VOCI DI
BILANCIO

IL CANDIDATO ILLUSTRI LE MODLITA’ DI RAPPRESENTAZIONE E DI VALUTAZIONE


DELLE RIMANENZE DI MATERIE PRIME, DAL PUNTO DI VISTA DEL CODICE CIVILE,
DEI PRINCIPI CONTABILI E DELLA NORMA FISCALE.
Le rimanenze sono costituite dai beni destinati alla vendita e da fattori produttivi a
veloce ciclo di utilizzo, che concorrono alla loro produzione, tenuti in scorta nei
magazzini, negli stabilimenti o presso terzi.
Tra le principali rimanente abbiamo le materie prime, i principali materiali usati
direttamente nella produzione.
La rappresentazione delle rimanenze avviene sia nello stato patrimoniale che nel
conto economico.
In stato patrimoniale : voce C-attivo circolante. I rimanenze. ( Art 2424 Cc) 1) di
materie prime, sussidiarie, di consumo.
In conto economico: si ha il concetto di variazione delle rimanenze ( Art 2525 Cc),
voce B-11: variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e
merci.

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CE : B ( costi della produzione ) ; ( RI — RF di Mp).


In nota integrativa ( ART 2426 Cc) si deve indicare, se apprezzabile, la differenza
tra il valore delle rimanenze calcolato con il metodo LIFO, FIFO o della media
ponderata e quello determinato sul fondamento dei costi correnti alla chiusura
dell’esercizio. ( valore determinato con fair value).
Per includere un bene nelle rimanenze, occorre che sia avvenuto il passaggio di
proprietà in modo sostanziale e non formale. (Esempio: le merci in viaggio, si di
proprietà dell’impresa ma non fisicamente in magazzino, devono comunque
essere incluse nelle rimanenze).
L’art 2426 stabilisce che le rimanenze devono essere iscritte e valutate :
• Al costo storico: costo di acquisto al netto di resi, abbuoni, sconti
commerciali, premi, più tutti gli oneri accessori all’acquisto.
Oppure se minore:
• Al valore di realizzazione (di realizzo) desumibile dall’andamento del
mercato: costo di sostituzione, cioè al prezzo di acquisto di tali beni
contrattati in quel momento sul mercato in circostanze di ordinata gestione
dell’impresa.
Se il costo storico risulta maggiore del valore di mercato, sorge la necessità di
svalutare il magazzino tramite una scrittura inversa dell’imputazione delle
rimanenze.
La svalutazione va a rettifica diretta del valore iscritto nell’attivo.
Il metodo di valutazione più attendibile quello a costi specifici, ma tale metodo
applicabile solo a beni infungibili.
Nella pratica la maggior parte delle rimanenze sono costituite da beni fungibili
(spesso le rimanenze sono costituite da quantità di beni composte da unità fra loro
perfettamente omogenee e sostituibili: si parla in questo caso di beni fungibili). Il
loro costo può essere calcolato secondo tre metodi:
• FIFO ( first in first out)
• LIFO (last in first out)
• costo medio ponderato.
L’unica differenza tra i principi contabili nazionali e gli IAS / IFRS che quest’ultimi
non consentono il metodo LIFO ( IAS 2) a tutela dello stakeholder esterno.

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L’art 102 TUIR dice che, per il primo esercizio, le rimanenze devono essere valutate
al costo unitario medio, dall’esercizio successivo, si possono adottare
indistintamente i tre metodi previsti; non ammesso tuttavia il LIFO a scatti.
ILLUSTRA LE MODALITA’ DI VALUTAZIONE NEL BILANCIO D’ESERCIZIO DELLE
RIMANENZE DI PRODOTTI FINITI DAL PUNTO DI VISTA DEL CC, DEI PRINCIPI
CONTABILI NAZIONALI E DELLA NORMA FISCALE
Le rimanenze sono costituite dai beni destinati alla vendita e da fattori produttivi a
veloce ciclo di utilizzo, che concorrono alla loro produzione, tenuti in scorta nei
magazzini, negli stabilimenti o presso terzi.
Tra le principali rimanente abbiamo i prodotti finiti , beni che derivano dall’attività
di trasformazione compiuta all’interno dell’impresa.
La rappresentazione delle rimanenze di prodotti finiti avviene sia nello stato
patrimoniale che nel conto economico.
Nello stato patrimoniale ( art 2424 Cc) : voce C — attivo circolante- I rimanenze —
4) prodotti finiti e merci.
Nel Conto Economico ( art. 2425 Cc) : si ha il concetto di variazione delle
rimanenze.
Voce A2 : variazione delle rimanenze dei prodotti finiti, in corso di lavorazione e
semilavorati. ( RF — RI).
In nota integrativa: si deve indicare, se apprezzabile, la differenza tra il valore delle
rimanenze calcolato secondo il metodo Lifo, Fifo o il metodo della media
ponderata e quello determinato sul fondamento dei costi correnti alla chiusura
dell’esercizio ( art 2426 Cc).
NB : in nota integrativa : valore determinato con lifo, fifo, o media — valore al fair
value.
Prodotti e merci di proprietà dell’impresa ma fisicamente presso terzi, in conto
deposito, lavorazione, prova, fanno parte delle rimanenze dell’impresa. (Passaggio
di proprietà sostanziale e non formale).
L’articolo 2426 Cc stabilisce che le rimanenze devono essere iscritte: 1. al costo di
produzione: costo d’acquisto + costo industriale diretti e indiretti + oneri
finanziari.
Esistono due metodi d’imputazione dei costi:

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• direct costing : si imputano l’oggetto di calcolo solo i costi diretti ,variabili e


fissi.
• Full costing : si imputano oggetto di calcolo tutti i costi variabili e fissi, diretti
e indiretti
2. Al valore netto di realizzo: valore della vendita, ovvero il prezzo di vendita
adottato, al netto di tutte le spese di completamento (se si tratta di un
semilavorato) e delle spese di vendita (se si tratta di un prodotto finito).
(Per il resto è tutto uguale alle rimanenze di MP).

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